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L’inizio della fine – 3° capitolo

By 28 Luglio 2021No Comments

Passarono i giorni e Marcello si convinse che Roberto doveva essere un discorso chiuso e sepolto. Ma in ogni caso l’idea di vedere Catia vestita con quel completo che l’avrebbe esposta oscenamente al suo sguardo lo eccitava. Aveva deciso che avrebbe smesso di mostrarla ma non di fotografarla.
Stava facendo sesso con Catia, le aveva proposto di usare anche il vibratore e così facendo le stava regalando una splendida doppia penetrazione. Lei stava mostrando di gradire moltissimo e si lasciò andare ad un “Fammi tutto quello che vuoi”. Marcello no se lo fece ripetere.
“Amore, visto che il mio regalino dell’altra volta ti è piaciuto…ho pensato di prenderti un’altra cosa…”
“Mmmmm, porco… cosa mi hai preso?”. La reazione della donna fu davvero incoraggiante.
Marcello andò verso l’armadio, lo aprì e ne estrasse una confezione che porse a Catia, che aveva appena finito di asciugarsi tra le gambe.
“E questo cosa sarebbe???”
“Un completino per i nostri momenti intimi”.
“Questo è un completo per una puttana! Come hai potuto solamente pensare che questo costume potesse piacermi? Sei uno stronzo!”. Gettandolo in faccia a Marcello, Catia andò in bagno a lavarsi.
Quella sera Marcello provò a riprendere il dialogo ma senza riuscirvi. Ed il mattino dopo non fu migliore.
Mentre era in ufficio, la segretaria gli annunciò una telefonata, dicendo di non essere riuscita a capire chi fosse in linea.
“Me lo passi”, disse Marcello. “Pronto”
“Ciao, amico mio, come sta la nostra troia? L’hai già fotografata?”
Marcello sentì il sangue gelarsi e rimase paralizzato per qualche istante.
“Dai, non sei felice di sentirmi? Ho pensato di chiamarti in ufficio per essere sicuro di non disturbarti”. Il tono di Roberto però garantiva che lo scopo era ben diverso.
“Come hai trovato il mio numero?”, chiese Marcello.
“Ci metti sempre un sacco a chiudere la porta del mio negozio ed è vero che ero occupato con le foto di tua moglie ma mi piace sapere con chi ho a che fare. E poi non è colpa mia se sul sito del tuo ufficio c’è anche il tuo cellulare”. Gli stava facendo sapere che sapeva come e dove trovarlo.
“Ti ringrazio della telefonata – cercò di liquidarlo Marcello – non appena possibile passerò nuovamente a trovarti”.
“Non appena possibile?”, scherzò Roberto. “Amico mio, io e te ci vedremo mercoledì prossimo e tu avrai le foto che ti ho detto di fare”.
“Non posso, ho provato a farle ma mia moglie non ha voluto, e quindi..”
“E quindi come farle sono cazzi tuoi – lo interruppe bruscamente Roberto – Sai, il tuo numero non è l’unica cosa che ho preso dal tuo cellulare. Non dovresti lasciarlo in mano agli estranei”. Lasciò una pausa per dare modo a Marcello di elaborare il messaggio. Se controlli il tuo telefono troverai il mio numero di cellulare e sai perché? Perché mentre mi segavo l’altro giorno mi sono mandato tutte le foto di tua moglie. E…” altra pausa… “…mi stavo chiedendo se questo numero ti dice qualcosa”.
Lentamente Roberto recitò il numero di cellulare di Catia. “Mi stavo chiedendo cosa potrebbe succedere mandando queste foto a questo numero. Ma non vogliamo che succeda. Quindi a mercoledì”.
Chiuse il telefono senza attendere risposta.
Marcello rimase per una decina di secondi con la cornetta all’orecchio, poi riagganciò.
E pianse.

La giornata fu un vero incubo. Marcello non faceva che pensare che il mondo gli stava crollando addosso per colpa della sua perversione. Rischiava seriamente di far saltare il suo matrimonio e di perdere la donna che amava.
Le aveva pensate tutte, in un momento di disperazione aveva anche pensato di cercare qualcuno che fosse disposto a sistemare la faccenda in maniera radicale, ma poi aveva scacciato quel pensiero che non avrebbe fatto altro che peggiorare le cose.
Non vedeva via di uscita, sua moglie non gli parlava e quello che era peggio è che due giorni dopo sarebbe stato il suo compleanno, avrebbe avuto la casa invasa di amici e parenti ed avrebbe dovuto fingere che tutto fosse come sempre era stato.

Anche quella sera Catia non gli rivolse la parola e così fu per i giorni successivi.
Arrivò la sera del compleanno e come previsto Catia si comportò come se nulla fosse. Per Marcello era una pugnalata sapere che lei gli si rivolgeva amorevolmente ma che se non fosse stato per gli ospiti lo avrebbe ignorato. E tutto senza contare Roberto…
Finita la serata arrivò il momento che ormai era divenuto il più penoso della giornata, il trovarsi a letto con la donna che amava e che si comportava come se non esistesse.
Fu però Catia a rompere il ghiaccio mentre lui si metteva sotto le coperte.
“Come hai potuto pensare che io potessi indossare un costume del genere?”, chiese come riprendendo la conversazione interrotta giorni prima.
“Amore… ti prego, sono stato un cretino. Io… ti desidero tanto, non solo perché ti amo ma perché ti desidero come amante, adoro sentire il tuo corpo contro il mio, impazzisco quando facciamo sesso. Per questo ti fotografo, perché mi ecciti in maniera che non so descriverti”. Mentre parlava notava che Catia aveva cambiato espressione e sperò che quella fosse l’occasione per trovare la serenità con sua moglie. “Quando ho visto quel completo ho provato un impulso enorme di farti mia e per quello l’ho preso… ti prego.. perdonami”. In quel momento capì che forse aveva l’ultima occasione per poter almeno prendere tempo con quel bastardo di Roberto. Si sentiva già perduto, non aveva alternative, doveva rischiare. “Anzi, guarda cosa faccio – disse alzandosi e prendendo il costume dall’armadio – Vado a buttarlo”.
Era già nel corridoio quando Catia lo chiamò.
“Vieni qui”.
Entrando in camera trovò sua moglie che si spogliava dal pigiama e gli tendeva la mano. “Dai qua, prima di buttarlo. Consideralo un regalo di compleanno. Poi potrai buttarlo”.
“Dio amore, ti amo, grazie”, furono le uniche parole che Marcello riuscì a pronunciare guardando Catia che piano piano indossava quel costume che la faceva davvero sembrare una troia.
“Poi potrai buttarlo – disse lei – perché non lo voglio per casa”.
“Certamente amore mio. Ma… – decise di giocarsi ogni possibilità – posso fotografarti per avere un ricordo?”
Catia lo guardò per qualche istante e poi si buttò su letto allargando le gambe. “Cosa non si fa per un marito… prendi il cellulare dai”.

Marcello si fiondò a prendere il telefono e iniziò una serie di scatti in piedi, sdraiata, a pecorina, mentre le palpava le natiche. Le chiese di fare qualche foto anche con il vibratore e ma Catia fu categorica nel negare qualsiasi foto che sembrasse davvero da film porno.
Lei covava sicuramente del risentimento ma aveva anche della voglia arretrata e complice la gioia di Marcello per aver almeno temporaneamente risolto ogni problema quella sera non fecero l’amore ma scoparono come due animali in calore per un tempo che sembrò infinito.
Non c’era niente di amorevole in quel rapporto, c’era solo sesso. “Voglio venirti nel culo”, disse Marcello quando sentì l’imminenza dell’orgasmo” e lei si posizionò a pecorina mostrando il suo sedere spudoratamente esposto dal costume.
“Buon compleanno”, disse allargandosi le natiche.

Per commenti: clamartinel78@gmail.com

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