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L’intreccio – Capitolo 26 – Miriana 1

By 20 Ottobre 2019Aprile 2nd, 2020No Comments

L’aperitivo con Miriana era stato un toccasana. Mi sentivo ringiovanito avevo incontrato una bella donna che mi avrebbe aiutato nella scelta della casa. Onestamente il pensiero della casa era passato in secondo piano. Miriana mi piaceva, mi piaceva sia come donna che nel suo modo di parlare e di proporsi, la trovavo particolarmente intrigante oltreché estremamente simpatica. Era una donna interessante e mi sarebbe piaciuto molto approfondire la conoscenza. 

Mi preparai la cena e appena finito di mangiare accesi il pc, dovevo sbrigare alcune cose di lavoro, leggere un po’ di mail e rispondere ad alcune. Mi posizionai con il cellulare sempre a portata di mano, non si sa mai potrebbe sempre chiamare un cliente. È già capitato. Insomma, ero lì a digitare sulla tastiera e… squilla il telefono sul display vedo: Miriana!

Miriana? E che vuole? Forse deve disdire l’appuntamento o spostarlo.

Filippo: Pronto?

Miriana: Ma pronto!

Filippo: Ciao Miriana

Miriana: Ciao Filippo, disturbo?

Ahi! Un’altra persona che usa quel termine! 

Filippo: No Miriana, tu non disturbi mai. Dimmi

Miriana: che fai di bello?

Filippo: Lavoricchiavo

Miriana: allora ti lascio lavorare.

Filippo: ma no, figurati non è niente di urgente. Come mai mi hai chiamato?

Miriana: Non sapevo che fare

Filippo: Iniziamo bene! 

Miriana: Ma dai scherzavo. Volevo sapere come stai.

Filippo: Sto bene. Non è che nel giro di due ore mi sia venuta una malattia strana e adesso sono agonizzante in un letto.

Miriana: ahahah, sei troppo forte.

Filippo: No a parte gli scherzi sto benissimo.

Miriana: hai cenato?

Filippo: cenato, bevuto, preso il caffè… Fatto tutto e tu?

Miriana: Certo anche io. Cosa ti sei fatto di buono?

Filippo: una cosa semplice. Una tagliata con contorno di insalata e tu?

Miriana: Mi sono tenuta leggera, fa tanto caldo. Una insalata con la mozzarella.

Filippo: Ma mi hai chiamato per?

Miriana: per sentirti o credevi per altro?

Filippo: credevo che volessi spostare o disdire l’appuntamento. Ah, per sentirmi eh?

Miriana: sì, Filippo volevo sentirti perché oggi mi sono trovata proprio bene. Devo ammetterlo sei simpaticissimo e molto brillante.

Filippo: anche tu sei una sagoma, sei molto simpatica e se posso… la tua compagnia è piacevolissima.

Miriana: Ma… grazie!

La telefonata proseguiva senza soste, gli argomenti trattati erano ora più frivoli, ora più seri c’era sempre un botta e risposta continuo iniziammo a parlare degli ex partner e Miriana mi confidò che dopo la separazione aveva avuto alcune esperienze. Anche io le confidai di avere avuto un po’ di più di lei esperienze mi rispose che non aveva dubbi al riguardo.

Le chiesi il motivo della sua separazione e lei mi disse che l’ex marito era particolarmente possessivo ed estremamente geloso. Le risposi che la gelosia è indice di insicurezza. 

Miriana: e tu sei geloso?

Filippo: ti sembro insicuro?

Miriana: Spero di no.

Filippo: ecco appunto non sono né geloso, né possessivo. Diciamo che con la mia donna sono particolarmente attento, anzi preferisco che la mia donna sia sempre sexy. E tu sei gelosa?

Miriana: se il mio uomo non me ne dà motivo, assolutamente no. E tu come mai ti sei separato?

Filippo: Diciamo che il mio matrimonio è stata una unione di fretta. Nel senso che avevo messo incinta la mia ex moglie (che poi ha perso il bambino) e ho fatto quello che si chiama matrimonio riparatore dal quale in ogni caso è nata Sonia, mia figlia. Ma non ho mai provato amore nei confronti della mia ex. Il matrimonio si è protratto nel tempo più per abitudine che per altro.

I discorsi proseguivano sempre più nel personale. Le chiesi anche se avesse mai tradito il marito e lei mi rispose di no. Fu lei poi a chiedermi la stessa cosa e anche io le risposi nella stessa maniera.

Non so come ma ad un certo punto il discorso scivolò sul sesso. Lei mi stupì dicendomi che era una donna molto calda, assolutamente disinibita e nell’ambito della sfera sessuale le piaceva sperimentare.

All’udire queste parole mi accesi una sigaretta e mi accomodai meglio sulla sedia il discorso si faceva sempre più stuzzicante. Quindi si era capito che Miriana in fatto di sesso non era un’educanda come più volte mi era capitato di trovare in alcune donne che avevo frequentato. Poi ovviamente non è che tutta la conversazione vertesse sempre sull’argomento sesso, anzi si svariava e si parlava di tutto. Fu così che parlammo al telefono per quattro ore e mezza.

Miriana: ma che ore sono?

Filippo: Sono le tre.

Miriana: Le tre? Ma tu sei pazzo a tenermi così tanto al telefono, domani mi devo alzare presto e poi ho un appuntamento con un rompiballe alle 16:00

Filippo: Oh! Ma mi hai chiamato tu! E non ci andare dal rompiballe!

Miriana: figurati deve acquistare casa… Casa vuole acquistare un castello ma ci vuole andare a vivere da solo. Chissà cosa se ne fa!

Filippo: Boh! Magari nelle stanze ci mette un tavolo da ping-pong oppure un biliardo, oppure tira giù tutte le pareti e fa una pista da Go-Kart. Che ne sai!

Miriana: ahahah. Dai ti lascio andare a dormire.

Filippo: dì che vuoi tu andare a dormire.

Miriana. Buonanotte

Filippo: Buonanotte.

Chiusi la comunicazione con un sorriso da ebete. Mi intrigava sempre più quella femmina.

Il giorno successivo mi recai puntuale all’appuntamento presso il suo ufficio. C’era sempre il suo collega che mi disse di attendere e che mi avrebbe chiamato Miriana.

Questa volta non mi fece accomodare nel suo ufficio ma venne direttamente verso di me che l’attendevo in prossimità dell’uscita dall’agenzia. Era uno spettacolo. Indossava un bel paio di scarpe rigorosamente tacco 10, un paio di leggins che già mi facevano pregustare una bellissima visione del suo lato B e un top bianco, da cui si intravvedeva un reggiseno di pizzo bianco.

Il mio pomo di Adamo ebbe un movimento sussultorio. Era una celestiale visione.

“Prendiamo la mia auto” dissi “Va bene” disse lei “Così vediamo come guidi” “malissimo! Ho preso la patente l’altro ieri” prendendola un po’ in giro “scemo” mi rispose. “andiamo va” concluse.

Io guidavo e lei mi guardava e mi parlava sorridendo. Andammo a visionare un altro alloggio e anche questo aveva le caratteristiche da me richieste, solo che a differenza di quello visto precedentemente le stanze si sviluppavano su un solo piano. Era dotato di due balconi e si trovava al secondo piano di un bel caseggiato. Ovviamente c’era il posto auto e la cantina. 

“quanto chiedono per questo?” “430.000,00€. “cosa ne pensi?” chiesi io. “personalmente mi piace di più di quello di ieri” disse lei. “ma ne ho ancora un altro da farti vedere domani” “Volentieri” dissi. “Aperitivo?” domandai “E aperitivo sia” rispose lei.

Giunti al bar della sera precedente ordinammo il solito: analcolico alla frutta per lei, Spritz per me e continuammo la conversazione interrotta alle tre del mattino. C’era un interesse reciproco nell’approfondire la conoscenza. Lei si era accorta che la stavo corteggiando e mi lasciava fare. Passò un venditore ambulante di rose, ne acquistai una e gliela donai. Mi ringraziò molto regalandomi un sorriso. Passammo un paio d’ore insieme nel locale a parlare, a confidarci, ad aprirci.

Avrei voluto che il tempo si fermasse per poter stare sempre con lei. Aveva un non so che di magnetico. Purtroppo, dovevamo andare nelle rispettive case e allora uscimmo dal locale. “Ti riaccompagno in ufficio” “No portami a casa oggi sono andata a lavorare con i mezzi” “ah e dove abiti?” Mi disse la via e la portai a casa. Spensi il motore e ci intrattenemmo ancora un pochino in auto, ci piaceva molto stare insieme a parlare era il nostro forte avere un grandissimo dialogo.

Iniziavo a desiderarla ma ancora non mi osavo fare il passo temendo il famigerato due di picche. Scese dalla macchina mi salutò con un paio di baci sulla guancia e si incamminò verso casa. I leggins facevano perfettamente il loro lavoro: esaltavano quel bel culo che sinuosamente si muoveva e che io mi gustavo.

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