Questa è un’opera di pura fantasia. Se andrai avanti a leggere troverai erotismo, passione, ma anche tanto tanto amore! I miei racconti sono tutti romance molto spicy.
Luca era sotto la doccia. Era il momento della serata che preferiva, quando poteva essere da solo con se stesso, con i suoi pensieri. La mente vagava libera e senza restrizioni pensava a Camilla. La immaginava sul suo letto, disponibile alle sue avances, pronta a esaudire i suoi desideri.
Automaticamente la mano si aggrappò alla grossa asta, muovendosi veloce, stringendosi a ogni gemito femminile che sentiva nella sua testa. La mente gli stava proiettando un film porno di quelli dalla trama scontata, adatti ai pervertiti. Con gli occhi chiusi, stava approfittando della sua sorellastra e la faceva urlare talmente forte che l’orgasmo lo raggiunse velocemente. Aprì gli occhi per vedere gli schizzi di sperma scivolare lungo le piastrelle, mentre il getto d’acqua lavava via dalle sue larghe spalle tutta la tensione, sovrastando con il suo flusso continuo l’ansimare affannato del ragazzo.
«Sono così dannatamente ridicolo…»
Uscì dalla doccia e si asciugò con un asciugamani che passò su tutto il corpo, possente e alto. Usò lo stesso per strofinare i corti capelli scuri. Indossò un paio di boxer ed era pronto a tornare in camera. Chiuse a chiave, come si era abituato a fare da quando lui e Camilla avevano iniziato a vivere sotto lo stesso tetto.
Si sorprese nel sentire un respiro profondo provenire dal suo letto. Accese l’abat jour sul comodino e sollevò la coperta con un gesto deciso. Il viso si contorse in una smorfia vedendo la sorellastra dormire beatamente con addosso solo una maglietta. Venne assalito dal desiderio di rendere realtà il sogno ad occhi aperti appena avuto.
«Ehi mocciosa, che ci fai nel mio letto?»
Gli occhi scivolarono sulle gambe nude e una mano si allungò come a volerla stringere, ma riuscì a fermarsi in tempo e spostò la traiettoria verso la guancia di Camilla.
«Mocciosa…» Disse ancora, a voce più bassa. «Svegliati.»
Come se lo stesse ignorando, la ragazza si girò dalla parte opposta scostandogli la mano. Era ancora profondamente addormentata. Il movimento aveva fatto sollevare di più la maglietta, mostrando le mutandine sottili e candide. La visione era una tentazione per Luca, che strinse i pugni cercando di tenere a bada gli ormoni. Le iridi azzurre non si staccavano dal corpo femminile, visualizzando ancora una volta nella sua mente come le avrebbe strappato di dosso la maglietta per esplorare avidamente ogni centimetro della soffice pelle. Il gonfiore nei suoi boxer iniziò a crescere, il pene stava cercando il modo di liberarsi di quella restrizione di stoffa.
Come a volersi fare ulteriormente beffe di lui, la sorellastra si strinse al suo cuscino e sospirò con l’intensità di chi sta facendo un sogno erotico.
«Stai giocando con il fuoco, mocciosa.» Sibilò tra i denti. La sua mano esitò un attimo prima di raggiungere il suo obiettivo e toccare con delicatezza le curve dei fianchi. «Devo darti una lezione per esserti infilata nel mio letto vestita così.»
Luca guardò affamato il corpo formoso e pieno della sorellastra, i lunghi capelli castani ricadevano sul viso e le labbra carnose erano schiuse beatamente. Gli occhi tornarono ansiosi sulla porta della camera, la paura che qualsiasi rumore potesse attirare l’attenzione dei genitori lo aveva sempre frenato, ma la tentazione stava diventando troppo intensa.
Con un gesto deciso, afferrò di nuovo la coperta e la tirò per coprire completamente i loro corpi. Si sdraiò accanto a lei, raggiungendo il suo orecchio per sibilare l’ennesima minaccia.
«Domani mattina rimpiangerai di esserti fatta trovare qui.»
Per tutta risposta, Camilla emise solo un mugugno.
Il corpo del ragazzo si fece ancora più vicino a quello della sorellastra, avvolgendola completamente. Il calore si intrecciò passando la sottile stoffa della maglietta.
Il primo pensiero che ebbe Luca fu sul profumo che sentiva. Inalò il dolce odore della pelle liscia di Camilla, fino a infilare il naso nella piega del collo. Le mani si strinsero sui fianchi con forza. «Mi stai facendo impazzire. Farò sapere a tutti che sei mia.»
Le labbra del ragazzo poggiarono dei lievi baci sulla gola di lei e arrivate alla posizione ottimale si aprirono per afferrare e succhiare con forza fino a far sbocciare un segno rosso. Il corpo di Camilla reagì con un gemito. La sentì sussultare e irrigidirsi prima di rilassarsi di nuovo. Si era chiaramente svegliata.
«Così piccola, Stai ferma e lascia che mi prenda cura di te.» Sussurrò Luca vicino al suo orecchio, prima di succhiare i lobo.
Prese il silenzio come un assenso e infilò una mano sotto la maglietta per stringere uno dei grossi seni della sorellastra, massaggiando con il pollice un capezzolo già duro. Strinse il capezzolo tra le dita per pizzicarlo e stimolarlo mentre il pene ormai duro si strusciava sulla stoffa delle mutandine che le coprivano il sedere.
«Ti piace, vero? Essere toccata da me nel mio letto. Adoro queste tette, non vedo l’ora di vederle sobbalzare mentre ti scopo.»
«Luca…» Finalmente Camilla aprì la bocca, ma tutto quello che le uscì fu il nome del ragazzo, sussurrato quasi come se fosse un gemito.
L’altra mano di Luca si portò tra le gambe di lei, per stringere il sesso con decisione. «Sei già così bagnata? Eri impaziente di stare con me, eh mocciosa?» Sotto le dita sentiva chiaramente le mutandine umide.
Ancora una volta la ragazza non rispose, ma girò il viso portando un braccio indietro per stringere la mano tra i suoi capelli. Il bacio che seguì fu passionale. La lingua di lui si spinse a esplorare ogni angolo di quella bocca. Non solo Camilla si lasciò andare accettando e ricambiando il bacio, ma sentì anche il calore che emanava tra le gambe intensificarsi. La mano maschile scivolò sotto l’elastico delle mutandine e massaggiò l’apertura delle grandi labbra prima di infilare dentro due dita.
«Oddio…» Mentre sospirava, la ragazza aprì le gambe per accoglierlo.
Luca ebbe la sensazione di aver vinto. La prendeva con sapienza, le stringeva il seno e spingeva l’asta dura sul suo sedere, tenendola stretta a sé. Camilla rispondeva donandosi e soffocando i gemiti tra le sue labbra.
«Ti scoperò forte, mocciosa… Ti riempirò finché il mio seme non ti colerà tra le cosce.» Le sue parole furono una promessa eccitante tra i caldi baci.
«Dannazione, ma che ti è preso?»
Nonostante le parole di Camilla, il suo corpo stava reagendo alla stimolazione. Cominciò presto a tremare. Le scivolarono i piedi mentre veniva sospirando sulle dita del fratellastro. Luca la sentì stringere le pareti e continuò a tenere un ritmo serrato, spillando ogni fremito di piacere dalla deliziosa caverna.
«Sto per mettertelo dentro e scoparti orgasmo dopo orgasmo.» Il ragazzo sogghignò, spingendo ancora una volta il pene contro il sedere di lei.
Per tutta risposta, Camilla si girò. «Dovrei prenderti a calci adesso, lo sai?»
Gli occhi della ragazza esprimevano un’eccitazione che fece fremere Luca. La voce femminile era così desiderosa che non riuscì a trattenere un ghigno soddisfatto. Lo voleva quanto lui voleva lei. Mentre le esili braccia lo stringevano, le diede un morso sul labbro inferiore, succhiando. Le mani la attirarono più vicina, la bocca scese sul mento e poi sul collo, lasciando una scia di baci. Il pene si strusciò ancora su di lei, spingendo tra le grandi labbra che si aprirono sotto la sottile stoffa della mutandina.
«Prendimi…» Sospirò a quel punto lei, rispondendo spingendosi con il bacino.
Il ragazzo diede ancora qualche spinta in cerca del calore tra le gambe femminili prima di riuscire a tirarsi indietro. Si sfilò i boxer con un gesto deciso, lasciando libero il membro pulsante di desiderio. «Lo vuoi? Mi vuoi?» La domanda era retorica, sapeva bene cosa volesse lei. Cosa volevano entrambi.
La risposta di Camilla arrivò a voce, ma anche con i gesti. La mano della ragazza si strinse sul grosso pene duro e cominciò a massaggiare mentre i denti gli mordevano il collo. Le strinse i capelli in una mano, godendosi la sensazione.
«Hai un buon odore…» Mormorò lei vicino alla sua pelle.
I loro corpi si cercavano e ogni remora aveva ormai lasciato completamente la mente di Luca. La ragione era oscurata dalla lussuria. Sospirava al piacere e si spingeva nella mano, sentendo l’escalation che quella frizione gli instillava dentro. Era chiaro che anche per la sorellastra fosse lo stesso, perché d’un tratto si staccò per sdraiarsi di schiena e aprì le gambe.
«Toglimi queste dannate mutandine e mettilo dentro.» Gli disse con poca grazia, guardandolo intensamente.
«Non sai da quanto aspettavo questo momento…»
Luca uncinò l’orlo delle mutandine e le fece scivolare lentamente oltre i fianchi, rivelando il sesso lucido e liscio. Finalmente era sua, il pensiero gli fece leccare le labbra. Aveva raggiunto il limite e il suo pene pulsò all’idea di entrarle dentro. Lo afferrò alla base cominciando a massaggiare lentamente, fissando gli occhi in quelli di Camilla con intensità. Voleva sentirla implorare.
«Dimmi quanto lo vuoi.»
«Ti prego… fa troppo caldo lì sotto…»
Come se avesse perso il controllo, Camilla strinse le mani sulle sue spalle e cercò di spingersi con il bacino verso di lui. Il gesto gli fece perdere la testa. Le afferrò i polsi e la spinse sul letto, bloccandola con il proprio corpo. Era più grande e forte, gli bastava poco per sovrastarla. Una parte di lui non riusciva a credere che stava davvero succedendo. Erano fratelli. Ma dannazione se quel momento non sembrava giusto! Era vicino ad avere ciò che più desiderava.
Il sesso femminile era così bagnato che fu quasi naturale per la punta del pene scivolarci dentro. I gemiti della sorellastra lo colsero impreparato, i sospiri di piacere come musica lo spinsero a entrare ancora più in profondità. Le afferrò i fianchi iniziando a muoversi con forza per poter godere dei suoni affannati che stavano riempiendo la sua stanza. Era stupenda mentre tremava sotto di lui, quel corpo perfetto adesso gli apparteneva. Gli occhi non la lasciavano un attimo, passando dai seni sodi al viso tondo. La sentiva calda attorno all’asta, lo stringeva amplificando la sensazione di piacere della frizione.
Camilla strinse le gambe e le incrociò dietro la schiena del fratellastro, facendo scivolare più in profondità il grosso pene che la riempiva. Luca strinse le mani su di lei, abbassandosi a baciarla. In quel contatto sentì qualcosa di diverso. Qualcosa di intimo. Le mani della sorellastra lo stavano accarezzando ovunque con dolcezza e lui ricambiava facendo scivolare le dita sul fianco e sui capezzoli duri. Quando raggiunse i polsi glieli afferrò con decisione e tirò le braccia verso di sé mentre in contrapposizione la penetrazione diventava più brutale.
I due corpi cominciarono a muoversi all’unisono come parte della stessa melodia. Il bacino si muoveva senza sosta, spingendo per aumentare il piacere di entrambi. Mentre tutto sembrava lontano dalle loro menti, i ragazzi raggiunsero il picco del piacere. Tremarono all’unisono e si aggrapparono l’uno all’altra in cerca di qualcosa di stabile mentre la testa vorticava. Un’ondata dopo l’altra di pura estasi gli si infranse addosso fino a lasciarlo senza fiato e stanco tra le braccia di lei.
Non appena la passione si fu del tutto dissolta, Luca aprì gli occhi di scatto e si sollevò per guardare la sorellastra. Fissando i suoi occhi nocciola, si rese conto che stava sorridendo. C’era qualcosa di sbagliato in ciò che vedeva, non avrebbe dovuto essere felice né soddisfatta.
«Perché sorridi? Dovresti essere arrabbiata con me.»
«In effetti sì, mi hai assalita mentre dormivo.» Rispose lei con un tono allegro. «Eppure non ci riesco. Ti conosco da così tanto tempo e ti voglio così tanto bene che qualsiasi cosa tu faccia non riesco ad arrabbiarmi.»
Un senso di irritazione si fece strada in Luca. Le mani sul corpo della ragazza si strinsero mentre si rendeva conto che si stava godendo il momento. Essere toccato da lei, sentire il suo calore e la sua vicinanza. Gli occhi di Camilla sembravano guardarlo per la prima volta, con una scintilla di desiderio. Si spostò sfuggendo al suo tocco, chiedendosi perché non potesse semplicemente odiarlo. Perché stava rendendo tutto così difficile? Era sbagliato. Cercò di mettere da parte le emozioni che lo stavano soffocando, ma Camilla gli rese ancora una volta la vita più complicata.
«Però vorrei sapere perché l’hai fatto. Perché mi hai…?» Lasciò cadere la frase, toccando il succhiotto che le aveva lasciato sul collo.
Gli occhi azzurri di lui si puntarono sul segno come una falena attirata dalla luce. Avrebbe voluto giustificarsi, dirle che non lo aveva fatto apposta, che aveva perso il controllo, ma rimase solo lì a fissarla con la bocca chiusa.
«Ecco il Luca che conosco.» Continuò lei. «Tutto pensieri.»
Una mano della ragazza si allungò per posarsi sulla sua testa come a volerlo confortare. Il vortice di sensazioni iniziò a rallentare. Chiuse gli occhi e si lasciò andare al tocco, come se stesse trascinando via tutte le brutte emozioni che aveva dentro. La tensione e la frustrazione stavano scomparendo.
«Credi che io pensi troppo? Forse hai ragione.» Ammise lui mentre le labbra si curvavano in un sorriso.
«Luca, posso farti una domanda?»
Per un momento lui non rispose. Sapeva che quello sarebbe stato il momento cruciale che poteva cambiare tutto. «Chiedi pure.» Disse infine, cercando di prepararsi a ciò che sarebbe successo.
«Io ti piaccio?»
La domanda diretta e spudorata aveva una sola risposta. Luca stava per confermare, il desiderio di farle sapere come si sentiva era intenso, ma la realtà era ben diversa. «Lo sai… non possiamo…» Disse semplicemente, mentre in cuor suo sperava che qualcuno lo smentisse.
«È complicato, vero?» La ragazza abbassò lo sguardo. «Però anche tu mi piaci. Mi piacevi anche prima, come amico. Non ci ho mai pensato davvero, ho sempre creduto che ci saresti stato in ogni momento, ma dopo che i nostri genitori si sono sposati ti sei allontanato da me. Ho sentito che qualcosa non andava e volevo ritrovarti. Mi sei mancato tanto. E stasera…» Fece una pausa come se stesse cercando le parole. «Dopo stasera ho capito. Il mio corpo e anche me stessa, ti appartengono.»
La parola risuonò nel petto di Luca come un sogno. Quasi faticava a credere che Camilla era sua. Ogni centimetro del suo corpo gli apparteneva. La strinse a sé con decisione. «Non sai da quanto aspetto questo momento.» Avrebbe voluto lasciarsi andare, ma sapeva che quello non era il luogo adatto. «Vieni con me, andiamo in un posto dove possiamo parlare tranquilli.»
La sorellastra annuì. Cercò un fazzoletto per pulirsi tra le gambe e Luca guardò ogni movimento con rinnovata eccitazione. Era sexy e lui voleva solo sentirsi di nuovo avviluppare dal calore di quell’antro perfetto. Venne strappato ai pensieri tornando alla realtà sentendo la voce di lei che gli chiedeva un paio di boxer mostrando le sue mutandine troppo bagnate per poter essere indossate di nuovo. Ne prese un paio dal cassetto e la guardò mentre li indossava. Dovette ammettere che sembrava ancora più eccitante con il suo intimo addosso e si disse che avrebbe dovuto lasciarla più spesso in difficoltà. Si costrinse a mettere da parte il proposito infilandosi anche lui una maglietta e un paio di pantaloncini comodi.
«Sei pronta?» Le chiese infine, allungando la mano.
Camilla scese dal letto e sistemò la maglietta, che una volta in piedi arrivava a metà coscia diventando quasi un abito. Accolse l’offerta della mano di lui stringendola con la propria e si fece guidare fuori dalla stanza, poi scesero le scale uscendo in giardino. L’aria fresca della notte era un toccasana per la loro pelle infuocata. Luca la portò alla vecchia casa sull’albero, il loro nascondiglio preferito quando erano piccoli.
«Camilla, c’è qualcosa che devo dirti…» Iniziò. Non riusciva a credere lui stesso che stava per succedere, ma una parte di sé sapeva di aver aspettato anche troppo a lungo. Questa sarebbe stata la conversazione più importante della sua vita. «Camilla… Mi sei sempre piaciuta. Intendo… davvero piaciuta.» Le parole uscirono dalla bocca del ragazzo come se fossero delle estranee. Era la prima volta che ammetteva ad alta voce i suoi sentimenti ed era più difficile di quanto avrebbe immaginato. «Ma quando i nostri genitori si sono sposati è cambiato tutto. Improvvisamente eravamo fratellastri ed è sembrato tutto dannatamente sbagliato. Questo non cambia quello che sento per te.» Si allungò per prendere la mano della ragazza. «Non sei solo la mia sorellastra, sei molto di più. Lo sei sempre stata. Voglio stare con te Camilla. Voglio esplorare questa cosa tra di noi e vedere dove ci porta.»
Il cuore del ragazzo batteva forte, sperava con tutto se stesso che lei provasse lo stesso, che lei gli dicesse di sì, di non essere da solo su quella instabile barca.
Camilla dopo qualche secondo annuì. «Non penso di poter fare a meno di te, Luca.»
Fu come un anestetico per i sentimenti del ragazzo. Il suo corpo si mosse da solo, accorciando la distanza che li divideva. La strinse a sé e la baciò con passione, reclamando le sue soffici labbra. Le mani scesero sui fianchi stringendo con più decisione. Tutto attorno a lui scomparve se non la presenza di Camilla.
«Ti voglio così tanto…» Sospirò quando si staccò a prendere fiato. «Ma dobbiamo fare le cose con calma, assicurarci di essere pronti.»
«L’importante è essere sempre sinceri l’uno con l’altra.»
«Per ora… penso di volere un altro assaggio di quello che hai tra le gambe.»
Camilla si avvicinò al suo orecchio per dargli un morso prima di sussurrare. «Vacci piano con me, non farmi urlare.»
«Non preoccuparti piccola, ci andrò piano… all’inizio.»
Racconto fantastico, complimenti anche per la scrittura. Prevedi di scrivere altre storie con questi protagonisti?
Grazie mille! Per ora no, ho in programma varie storie con altri personaggi tutte piuttosto autoconclusive, ma mai dire mai!
Buona idea le storie autoconclusive, é fastidioso iniziare a leggere una saga e ritrovarsi che l’autore l’ha lasciata a metà.
Non vedo l’ora di godermi i tuoi prossimi racconti.