Skip to main content

Era primavera inoltrata quando mia madre, dopo aver preso l’appuntamento, mi condusse dal suo ginecologo. Ero molto preoccupata non tanto perché avrebbe avuto conferma che non ero più vergine, quanto perché chissà cosa avrebbe potuto verificare lo specialista. Mi chiedevo se poteva accertare che avevo fatto sesso anale o altro che potesse stabilire che avevo frequentissimi rapporti sessuali.
Erano successe, nel frattempo alcune cose cui accennare brevemente.
R. aveva convinto la madre a venire a far visita ai miei genitori. Fu un incontro tranquillo e soddisfacente: mia madre non abbandonava la sua diffidenza verso il mio ragazzo ma fece buon viso e accolse con cortesia e senso dell’ospitalità la madre di R. che era accompagnata dalla figlia più grande di lui di ben 7 anni .
Le abitudini che avevamo settimanalmente col mio fidanzato nel cinema non furono interrotte e Corrado ormai mi scopava puntualmente nei bagni del cinema.
Alternava a suo piacimento a scoparmi culo e fica . Mi sborrava prevalentemente in culo ma non disdegnava di venirmi in bocca con l’epilogo del piacere comune dell’ingoio. Gli piaceva a lungo scoparmi la bocca per poi sborrarmi sul viso. Ero stregata da quell’uomo e lui si mostrava più autoritario , cosa che scoprivo mi piaceva tanto senza capirne il motivo.
Mi comunicò che mi sarei dovuta recarmi a casa sua quanto prima perché era necessario che facessi conoscenza con sua moglie Anna. Mi sorpresi per questa novità, in quanto non potevo sospettare che la moglie fosse al corrente della tresca tra me, lui e Corrado. Mi spiegò che Anna sapeva tutto sin dal nostro primo incontro intimo. Rimasi sbalordita e tuttavia gli dissi che ne avrei parlato con R. Lui mi riferì che già era tutto concordato col mio fidanzato che, anzi, aveva caldeggiato l’incontro con Anna. Corrado , mentre mi inculava, mi parlava di Anna anticipandomi quale rapporto si sarebbe presto instaurato tra me e loro due. Mentre mi scopava il culo , notai che si stava accanendo a torturarmi i capezzoli in maniera diversa dalle altre volte. Al culmine del piacere mi alitò che Anna ( e lui implicitamente) sarebbe stata la persona alla quale sarei appartenuta in tutti i modi. Quando sentii i primi schizzi di sperma concluse con enfasi: “sarà la tua padrona”. L’orgasmo che mi colpì violentemente mi impedì di dare un senso a quella definizione. Dopo esserci riavuti dall’orgasmo mi disse che il martedi successivo mi avrebbe accompagnato da Anna , a casa loro, insieme al mio fidanzato. Stavo per dire che ero disponibile quando rammentai che quel martedi mi sarei recata dal ginecologo con mia madre. Lui fu sorpreso e dovetti spiegare cosa era accaduto e delle conseguenti preoccupazioni di mia madre. Prese atto che non potevo sottrarmi a quell’impegno e mi aggiornò al giorno successivo l’incontro con Anna.
Mi salutò, lasciandomi senza mutandine e godevo a sentirmi colare il suo sperma lungo il perineo e le cosce, stavolta, e per la prima volta, baciandomi in bocca con una lascivia che mi fece rabbrividire e, magicamente, ricambiai con voluttà il bacio. Avrei voluto che mi prendesse ancora prima di andare via ma lui mi dissuase: ” devo lavorare, anche, oltre che scopare la mia “schiava”; fra poco si accenderanno le luci e devo riprendere la mia cassetta dei gelati. Dì a R. che l’incontro con Anna è rimandato a mercoledi. Fammi sapere il risultato della visita perché mi interessa e, sicuramente, interesserà pure a mia moglie. Resta qui: voglio che R. ti raggiunga e ti scopi il culo dopo di me; lui ha scelto di condividerti ed ha accettato che sarà sempre dopo di me il suo compito di scoparti. Appartieni a me e presto ad Anna” .
Uscì senza voltarsi e mi sentii triste: lo desideravo come mai prima e capii, finalmente, cosa è una “schiava”.
Fu un fine settimana angoscioso per l’attesa di due appuntamenti che avrebbero cambiato la mia vita.
Trascorsi molto tempo col mio fidanzato a parlare per capire a cosa mirava. Ritornai su quel termine
” schiava” e lui mi disse che era necessario per la mia crescita sessuale e caratteriale per raggiungere la sottomissione a lui tramite Corrado e Anna. Facemmo l’amore a casa sua, approfittando dell’assenza dei suoi e fu bellissimo confessargli che Corrado mi mancava. Mi sorrise e mi abbracciò forte chiedendomi di accettare il sacrificio che mi stava chiedendo.
Mentre ci recavano dal ginecologo mia madre non mi rivolse la parola e, mi accorsi, che camminavo qualche passo dopo di lei che avanzava più sollecita di me. Era evidente che avrei volentieri evitato quella visita e la mia andatura ne era la prova.
Nella sala d’attesa lei ed io evitarmmo di guardarci e quando l’assistente ci fece entrare lei si precipitò dentro salutando nervosamente il medico. Avevo il viso abbassato e, inizialmente, non guardai l’uomo. Solo dopo mi accorsi di lui: era sui sessant’anni, piccolo di statura, calvo e con una pancia pronunciata. Aveva mani piccole e dita nodose. Per un attimo rabbrividii perché temetti di essere davanti all’amico di Corrado che mi aveva scopato nei bagni del cinema insieme a lui. Ma subito mi resi conto che era solo suggestione: anche se non l’avevo visto a lungo , quello era leggermente più alto e le mani erano più grandi. Soprattutto le dita che mi aveva infilato nell’ano prima di penetrarmi erano più affusolate. Mi riebbi dalla paura mentre mia madre spiegava senza riferimenti precisi che riteneva utile, data la mia età critica, sapere se ero in buona salute dal punto di vista dell’apparato riproduttivo ed in generale se si riscontrassero problemi importanti.
L’uomo mi scrutò mentre mia madre esponeva i motivi e abbassai gli occhi avvertendo la sensazione che scoprisse già i miei segreti. Lasciò che mia madre esaurisse la sua esposizione dopodiché annotò , su una scheda estratta da un contenitore, con professionale attenzione le mie risposte a precise domande. Età esatta, data della prima mestruazione, eventuali disagi, sofferenze durante il ciclo e l’ovulazione, cadenza mensile del ciclo. Fui solerte e decisa nelle risposte. Poi mi fece salire su una bilancia per registrare il peso e su una piattaforma per rilevare l’altezza. Esauriti questi rilievi mi chiese di andare dietro il paravento per liberarmi degli indumenti quindi mi fece adagiare, totalmente nuda, sul lettino ginecologico. Sistemate le gambe sugli appositi sostegni cominciò ad osservarmi dal capo ai piedi. Poi commentò che i seni erano piccoli e che i capezzoli erano introflessi, proseguendo alla palpazione degli stessi , seguita da un tentativo di catturare prima uno e dopo l’altro capezzolo senza riuscire a tenerli tra le dita. Passò quindi all’addome palpando in diversi punti. Poi avendo a completa disposizione la visione della vulva , del perineo e dell’ano iniziò, con l’ausilio di specifici strumenti ad analizzare la vagina. Dopo diverse introduzioni e servendosi di una lente commentò:
” Imene lacerato, vagina adusa al coito, pareti elastiche” A sentire quei termini mia madre chiese spiegazioni. Stavo sudando freddo. Mi soccorse il medico che chiamò l’assistente per fare uscire mia madre senza darle spiegazioni. Visibilmente contrariata la vidi uscire lentamente. Il medico riprese la visita senza ulteriormente commentare. Mi disse che utero, cervice e ovaie erano in ottime condizioni e che ero in grado di procreare. Poi passò all’esame dell’ano e questa volta lo vidi che sollevava il sopracciglio destro sospirando. Introdusse lo speculum senza che io fiatassi, esaminò a lungo poi mi disse di rivestirmi.
Tornata davanti alla scrivania dove, seduto, completava la registrazione dei suoi rilievi prima osservati, attesi che mi parlasse. ” allora signorina, lei ha una vita sessuale molto intensa , ovviamente non è più vergine ed il suo compagno deve essere molto dotato. Inoltre ho rilevato che i suoi rapporti non si limitano al coito vaginale ma ha una più intensa attività anale. Ho detto bene? I rapporti sono consumati con una sola persona? Oppure ha diversi partner?”
Mi risponda in tutta sincerità prima che rientri sua mamma. Risposi sinceramente a tutte le domande ed ammisi che i rapporti riguardavano più di una persona, che avevo rapporti anali oltre che vaginali. Aggiunsi che la verginità l’avevo data al mio fidanzato da circa due mesi ma che avevo avuto anche rapporti con altri. Rimasi evasiva senza riferimenti ai miei amanti fissi ed occasionali. Mi chiese anche se i partner usavano il preservativo e se sapevo, in caso contrario, i rischi che correvo in tutti i sensi. Gli confessai che nessuno usava il preservativo e che, nei rapporti vaginali, praticavano il coito interrotto mentre in quelli anali ricevevo il ” liquido”
( dissi proprio così !) dentro.
Lo sentii sospirare e , dopo aver battuto con calma la mano sul tavolo, concluse: ” lei è giovanissima per avere una vita sessuale così intensa; si rende conto che le sue coetanee sono prevalentemente vergini alla dua stessa età. Lei rischia di rimanere incinta col coito interrotto, quindi occorre adottare delle precauzioni oltre che suggerirle di diminuire la frequenza dei rapporti. Ho notato che il suo sfintere è molto elastico e non ha particolari disagi a praticare il rapporto anale. Il/I suo/suoi partner saranno abbastanza dotati perché ho notato che il canale rettale è notevolmente dilatato. Le raccomando, se vorrà continuare in questo modo, la massima pulizia ed eviti assolutamente di usare la penetraziine vaginale dopo quella anale. Le prescriverò dei prodotti che prevengono infezioni. Tuttavia la invito a riflettere sull’opportunità di proseguire ad avere rapporti con persone diverse, sa? Io sono un ginecologo e non uno psicologo…
A sua madre ometterò di riferire che pratica il coito anale, che ha rapporti multipli ma ovviamente mi limiterò a certificare che non è più vergine. Infine consiglierò, date la realtà da lei ammessa della sua intensa attività sessuale, l’applicazione di un contraccettivo: o la spirale o il diaframma, lo decideremo in una seconda visita dopo aver fatto degli esami che le prescrivo adesso. Ci vedremo fra 10 giorni con l’esito degli esami e decideremo assieme. Faccio entrare sua mamma per riferirle lo stretto necessario come promesso.”
Neanche il ritorno fu facile tra me e mia madre : ero turbata ma mi risolleva l’umore il pensiero che l’indomani avrei conosciuto Anna e poter riferire al mio fidanzato ed ai due coniugi , l’esito della visita effettuata. Mia madre riferì tutto a mio padre, come ovvio, e lui non mi giudicò prendendo atto che ero diventata una donna.
A scuola il giorno dopo riferii tutto al mio fidanzato che rimase pensieroso ma mi disse che era necessario riferire tutto a Corrado ed Anna per pianificare tutto. Ormai il mio rapporto non si limitava al mio ragazzo ma riguardava Anna e Corrado. Avevo promesso che mi sarei messo nelle loro mani per realizzare il progetto di R.
Il giorno dopo, quello in cui sarei andata a casa di Corrado e Anna, durante la ricreazione, la mia compagna Alda mi chiese cosa avessi perché mi vedeva angustiata e con evidenti segnali di stress. Rimasi zitta ma la abbracciai disperata: ciò che stava vivendo era più grande di me. Prima di rientrare in classe mi disse di chiedere alla professoressa di poter andare nella sala per le alunne che avevano dolori mestruali. Aggiunse con un sorrisino:”ti accompagno io e mi svelerai tutti i tuoi crucci.”
Quell’invito, mi procurò altre emozioni ed aggiunse impegni impensabili a quelli che già avevo: come se ne avessi bisogno…
Mi accompagnò nella stanza dedicata alla alunne e fummo da sole. Cercò di farmi stare bene dopo che mi abbandonai tra le sue braccia piangendo. Mi chiese cosa mi stesse capitando, perché aveva notato che dopo le feste di fine d’anno ero diventata cupa, depressa e con la testa fra le nuvole. Non mi restò che ammettere, pur non rivelando nulla del particolare rapporto con R. ed i due coniugi. Mi limitai a dirle che non ero più vergine e che il mio ragazzo era molto esigente sessualmente e non solo…
Lei non capì quello che andava oltre le ” esigenze sessuali” del mio fidanzato che era anche suo compagno di classe. Scoppiai a piangere a dirotto e lei mi confortò con dolcezza e preoccupazione. Ci distendemmo sui lettini e dopo mille carezze per addolcire le mie angustie mi sorprese con un bacio sulle labbra e poi con altri baci a seguire che mi tolsero il fiato. Cercava la mia lingua e riuscì a farmi schiude le labbra teneramente senza forzature. Mi sussurrò:” ti amo Ludovica, è dall’inizio che ti ho conosciuto che mi piaci e aspettavo questo momento per dirtelo. Sei speciale ma non voglio crearti altri problemi mi accontento delle briciole ma darmene ogni tanto…”
Ricambiai i baci con ardore e passione, cercai la sua lingua e le sussurrai che non avevo mai baciato una donna e che ero felice di farlo con lei per la prima volta. Svelta, mi salì sopra e si distese sul mio corpo continuando a baciarmi con voluttà. Mi prese un seno sopra il grembiule e cominciò ad accarezzarlo e poi passò all’altro, mentre parossisticamente mi diceva “ti amo, ti voglio, voglio fare l’amore con te presto. Vieni oggi a studiare a casa mia : mia madre non c’è, saremo sole tu ed io”. La baciai con voluttà catturando la sua lingua e le dissi: “oggi no, ho impegni con mia madre; ma presto verrò da te o tu da me, appena possibile. Ti voglio anch’io ma non so bene cosa è l’amore tra due donne: non ci ho mai pensato però tu mi attrai tanto e non so perché. Andiamo a scoprirlo.” Mentre le dicevo questo aveva infilato il braccio sotto il grembiule e la gonna e scostando le mutandine già inzuppate di umori mi fece morire sulle sue dita portandomi ad un orgasmo squassante. Ritrasse la mano dalla mia intimità e mi fece scorrere le dita sulle labbra. Volli di più e usai la lingua per assaporare il gusto del mio piacere.

./. continua

15
53

Leave a Reply