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Erotici Racconti

Necrofilia

By 12 Novembre 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Eravamo amici, di quel genere di amicizia profonda e sincera che lega degli uomini che si vedono a vicenda nell’atto di sborrare simultaneamente sul viso di un bel troione.

La prima volta era stato con Angela, detta la favolosa, la nostra bellissima compagna di classe tutta tette sempre in cerca di emozioni forti, che ci aveva chiesto, no, che dico, implorato di infliggerle quel servizio.

Angela aveva la faccia da porca, poi col tempo impari il significato vero del bukkake, che &egrave quello di decorare con la sborra il faccino più dolce e delicato.

Il contrasto tra pura innocenza e l’efferata perversione dell’eiaculazione facciale lo scoprimmo in tutta la sua potenza con Eleonora.

Eleonora era lesbica. Eleonora era timida. Eleonora era anche ricattabile. Scoprimmo alcune cose sul suo conto che lei voleva assolutamente rimanessero segrete. Quindi con lei fu una cosa totalmente consensuale; non lo fece volentieri, diciamo che per lei fu il male minore.

E che sborrate micidiali sul suo faccino, mente inginocchiata, completamente vestita, strizzava occhi e bocca e si tappava le orecchie per non sentire i nostri gemiti di piacere mentre ci masturbavamo, le punte dei nostri cazzi a due centimetri dalla sua pelle, i fiotti di sperma che si susseguivano uno dopo l’altro, ognuno rafforzato dal piacere di quello precedente.

Eleonora fu il nostro capolavoro, anche più della professoressa Emme, a cui lo facemmo di nascosto in gita, intrufolandoci nella sua stanza mentre lei dormiva, anche più della madre di Carmine, l’unico bukkake a cui lui non partecipò.

Ora però stiamo per varcare il confine.

La ragazza nella bara &egrave molto più bella di qualsiasi altra che abbiamo visto prima; da viva non l’avevamo mai considerata un granché, ma ora, pallida e di bianco vestita, pareva proprio un angioletto.

Ci piazziamo ai lati della bara, due da una parte e due dall’altra, un po’ indecisi sul da farsi.

“Stiamo veramente per farlo?” chiede Carmine.

“Non &egrave niente di così diverso da quello che abbiamo sempre fatto” dico io, tirandolo fuori e iniziando a menarmelo.

Gli altri seguono, poco convinti.

“Guardate che labbra sottili” fa notare Matteo.

“Penso non abbia mai fatto un pompino in vita sua. Gran peccato, cazzo!”

“Nessuno in classe faceva mai caso a lei, non aveva le tette grosse e il viso era grazioso ma niente di più. Era timida ma secondo me sotto sotto si nascondeva una troietta mica male.”

“Avremmo dovuto scoparcela quando era ancora calda” dico io e ora ci masturbiamo tutti un po’ più velocemente.

“Secondo voi ci guarda da lassù?”

“Si”

“E cosa pensa”

“Pensa: ma che bello, quattro cazzoni tutti per me. Dai ragazzi, spalmatemelo in faccia, schizzatemi tutta!”

“Dio cristo che fantasia malata!”

“Raga non ce la faccio, non mi si rizza”

Eh si, forse stavolta abbiamo esagerato, penso.

“Allora tanto vale esagerare”

E detto questo mi arrampico sulla bara e premo la mia erezione con forza contro le sue labbra chiuse.

“Ma che ca.mpmmphh!”

E quando il cazzo sfonda le sue labbra e le &egrave tutto in gola, &egrave allora che sento quel brivido e vedo che anche i miei amici di bukkake iniziano a prenderci gusto.

“Ti piace così, vacca? Ti piace il cazzo in gola?” e pompo sfondandole la boccuccia vergine e in cinque minuti mi sento pronto e lo sono anche gli altri.

Mi alzo giusto in tempo per rimettermi in posizione e riversare il mio piacere sulla sua faccia di morta, subito imitato dai miei complici.

Cinque minuti dopo la morta si alza dalla bara, sputando e ripulendosi lo sperma dalla faccia.

“Ragazzi, voi siete malati” ci dice.

“E tu sei una puttana” le rispondo io, dandogli in mano la cifra pattuita, che lei intasca e si infila nel vestitino bianco.
Lei &egrave la figlia di un impresario di pompe funebri e ci ha gentilmente offerto di fare la nostra piccola sperimentazione in una delle bare nel magazzino di suo padre.
Esperienza strana, ma niente di più. Voto 6.

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