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Nel sonno… in sogno narrato da LEI

By 26 Marzo 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

Stasera sono veramente stanca. Meno male che domani &egrave sabato e non si va a scuola.
Ora vado a dare il bacino della buona notte e mi metto subito a letto. Vista l’ora, sono passate le due di notte, non leggerò nemmeno. Poi, anche se volessi leggere non potrei; disturberei Marco. Marco &egrave un attore che lavora nella compagnia teatrale di mamma e papà e sono già due notti che dorme da noi. Abbiamo ospitato un sacco di volte dei loro colleghi e altrettanto spesso hanno dormito in camera mia. Non che la cosa mi disturbi più di tanto. E poi Marco &egrave una persona simpatica. Tutto il pomeriggio, non ha fatto altro che starmi vicino. Mi ha aiutato nei compiti, mi ha accompagnata in centro. Insomma nonostante la differenza di età, lui ha trentasei anni e io diciotto, mi sento a mio agio con lui. A dire il vero fino in fondo, ci sono stati dei momenti in cui mi ha messo anche in imbarazzo; come quando prima di andare tutti a teatro, io ero in bagno a pettinarmi e lui passando davanti alla porta aperta, si &egrave imbambolato a guardarmi. Neanche avesse avuto una visione mistica. Ho persino pensato di piacergli’
Eccolo che viene a letto.
‘Mara, chiudo la porta?’
‘Chiudila, se lo vuoi. Perché se preferisci che sia aperta”
‘Lo dicevo per te.’
‘Io dormo sempre con la porta chiusa, anche d’estate’
‘Quand’&egrave così, allora chiudiamo. A proposito, ti spiace se apro un po’ gli scuri della finestra?’
‘Puoi fare come credi, tanto io sto già dormendo’
‘Notte.’
‘Notte”

Che strani effetti produce a volte la stanchezza. On riesco a prendere sonno. Anche mia madre lo dice spesso: a volte &egrave così stanca che non riesce a prendere sonno. Forse l’eccitazione della serata: la prima dello spettacolo, tutta quella gente, le risate al ristorante, tutto questo deve aver contribuito a farmi perdere il treno del sonno. Vuol dire che mi accoccolo per bene, nell’attesa che ne passi un altro.

E’ passata circa mezzora da quando abbiamo spento la luce.
Finalmente il sonno mi sta obnubilando il cervello, quando una leggera ventata d’aria fresca fa riaffiorare appena la mia coscienza.
Non ho ben idea cosa sia e, oramai vinta dal sonno, non mi preoccupo nemmeno che forse potrebbe essermi caduta la coperta. Proprio stasera che per sembrare più grande, anziché il solito pigiama, per dormire ho indossato una camicia da notte.

Avverto un’ombra accanto al mio letto.

Deve essere Marco che carinamente, accortosi del fatto che sono scoperta, avrà pensato di raccogliermi la coperta e il lenzuolo.
Penso, con un piccolo ulteriore incremento di lucidità, che &egrave meglio rimanere nella mia posizione, se voglio godermi questa sua ennesima attenzione. Per tutto il giorno non si &egrave perso occasione per coccolarmi.
Ma c’&egrave qualcosa di strano, mi dico.

Non capisco cosa stia accadendo.
Non solo Marco non mi ha ricoperta ma mi &egrave sembrato addirittura che si avvicinasse di più e con le labbra mi sfiorasse le cosce.

Nonnònnnònon&egravepossibile.
Lui &egrave un uomo grande, mi ripeto, e di certo non può essere attratto da una come me che ha la metà dei suoi anni.

Si, &egrave vero; un sacco di mie amiche raccontano a scuola che hanno storie con ragazzi più grandi ma qui si esagera.
No. Sicuramente! mi sono sbagliata.
Sarà stato un lembo del lenzuolo che, scivolando a terra, mi ha sfiorato le gambe scoperte.

Sono di spalle a Marco, di fronte al muro, rannicchiata, con una mano sotto l’orecchio e l’altra tra le mie cosce. Quasi mi pento di essere in questa posizione che ora mi sembra imbarazzante ma &egrave la mia preferita.

Non posso vedere cosa fa Marco e d’altra parte non mi va di metterlo in difficoltà, se mi sta ricpoprendo, facendogli credere di avermi svegliata.
E mi pento sicuramente di non aver indossato il pigiama; ho le gambe scoperte ed anche le mie mutandine devono essere visibili al suo sguardo.

Anche se in dormiveglia, mi sento arrossire all’idea di essere così esposta.

E adesso?
Cos’&egrave questo?
Che cosa sta facendo?
Non riesco subito ad avere la consapevolezza di quel che sta accadendo. Vorrei sbagliarmi ma credo di intuire che un dito della sua mano che s’insinua nell’elastico della parte alta delle mie mutandine.
Sono pietrificata dal panico.
Non capisco più niente.
Cosa mi sta accadendo?
Il torpore fa posto ad un urlo di paura dentro la mia testa.
Non so se devo reagire o stare ferma.
Ma reagire a cosa? Non so nemmeno cosa sta succedendo.

Sento che la stoffa degli slip molto lentamente lascia sempre più pelle scoperta al suo inevitabile sguardo. Ora capisco perché ha voluto lasciare socchiusa la finestra. L’aveva premeditato. Ma allora anche ieri’? Ieri notte’? Mi ha toccato? Si, &egrave senz’altro così! Se &egrave partito così spedito verso il mio letto stasera, chiisà cosa ha fatto (MI ha fatto), ieri’

Vorrei gridargli: ‘Porco!’ ma sono ancora stordita da quel che sta accadendo

Cerco di rallentare il respiro, per cercare di mantenermi calma, per non perdere il controllo, mentre le mani di Marco sono entrambe impegnate a calarmi le mutandine.
E più scendono e più mi interrogo su cosa fare.

Di certo lui &egrave convinto che sto dormendo.

Potrei girarmi e alzarmi facendo finta di andare in bagno.
Voglio farlo ma ho troppa vergogna.
Forse un colpo di tosse.
Si. Un colpo di tosse lo spaventerà e gli farà capire che sono sveglia.

Un’inedito languore si impossessa del mio corpo.

Il suo viso &egrave così vicino al mio corpo che sento il suo respiro che mi lambisce la pelle man mano che &egrave lasciata scoperta dagli slip.

Penso che ci sia un uomo vicino a me, uno grande, uno che avrà un sacco di donne e mi sento lusingata che s’interessi al mio corpo.

D’improvviso sento salire una gran vampata di calore dentro di me, che parte dal mio sesso e si propaga fino a raggiungere ogni parte del mio corpo.

M a &egrave n e l l a m e n t e
s o p r a t t u t t o
c h e p r o d u c e i s u o i e f f e t t i.

E’ lì che scatta qualcosa che contribuisce ulteriormente alla mia immobilità.
Un misto di paura, piacere e compiacimento.

Solitamente l’interesse dei colleghi di mamma e papà era sempre rivolta a mia madre.
Forse &egrave la prima volta che suscito interesse per un uomo adulto.
Non un interesse qualsiasi. Ma ‘Quell’interesse’. Un interesse tale da fargli rischiare, non oso
pensare cosa, pur di fare ciò che sta facendo ora.

Potrei anche voltarmi, alzarmi, gridare, svegliare i miei’

Ad un tratto il flusso dei miei pensieri &egrave interrotto dal fatto che le labbra di Marco si poggiano lievemente sul mio culetto nudo; prima su una natica poi sull’altra, per poi fermarsi al centro tra le due, proprio all’altezza del mio buchetto.
Nella posizione in cui si trova sento il calore del suo respiro scaldarmi il sesso.

Ma &egrave un pazzo! grido dentro di me.
Intanto sento la sua lingua sfiorare prima delicatamente, poi con più decisione, proprio l’aureola del mio buchetto.

Non si sarà mica sbagliato? penso.
Eppure alla sua età ne dovrebbe capirne, insomma, di queste cose. Oppure &egrave proprio lì, in quella parte che io considero ‘sporca’ che egli trova interesse?

Lo sento aspirare profondamente con il naso, che adesso &egrave vicinissimo al mio sesso.

E ora?

Che cosa mi ha sfiorato?

Non ho molta esperienza ma credo che in quella posizione con il suo sesso mi abbia urtato impercettibilmente sul collo.

Bella sensazione

Solo questo mi rimane fisso nella mente in quell’attimo: bella sensazione

Avverto che &egrave morbido’ e caldo.
Uno strano brivido, mai provato prima, mi provoca la pelle d’oca.
Per un istante ho paura che possa accorgersene. E forse sarebbe meglio; così smetterebbe.

Non trovo ancora il coraggio di muovermi ma per fortuna si sta alzando.
Forse va via.
Non mi sta più toccando e non lo sento più così vicino a me.
&egrave andato via, penso. Spero. E tiro, dentro di me, un sospiro di sollievo.

Non faccio in tempo a rilassarmi che un fatto nuovo, più inatteso dei precedenti torna ad agghiacciarmi: mi sta scostando i peli del pube con una mano e con un dito dell’altra sento che mi sta toccando. Proprio lì.

A volte anch’io mi sono toccata ma non &egrave mai stato così emozionante.

E adesso?

Si &egrave fermato.
Non so più se sperare o disperare che possa essere andato via.

Non sento più contatto fisico.

Passano degli attimi lunghissimi.

Poi un altro dito, stavolta più grande, diverso. No. Ma che dico? &egrave vero che non ho molta esperienza in campo sessuale ma quello che mi sta sfiorando il sesso ora &egrave il suo organo sessuale, il suo membro, &egrave il suo cazzo che prova ad entrare in me.
Che cosa sta cercando di fare?

Finora non ho percepito nessun rumore ma adesso sento il suo respiro farsi prima più veloce per poi spezzarsi di colpo.

No. Così non voglio. Cerco in me il coraggio per reagire.

Si allontana di nuovo da me.
Cos’altro vorrà fare?

Sento qualcosa, come un piccolo getto d’acqua, a ripetizione, infrangersi sul pavimento accanto al mio letto. Deve essere il suo seme. No. Non posso più stare ferma.
Devo reagire.
Devo!
Devo trovare il coraggio e girarmi.

Nell’ambiguità della situazione, non capendo bene il mio stato d’animo: se sono più spaventata o incuriosita o addirittura lusingata da tutto questo, intuisco che tutto ciò non deve andare avanti.

Mi muovo nel letto cercando d’essere naturale nel cambiare posizione.
Sento che Marco frettolosamente riguadagna il suo letto.

Mi ritiro su le mutandine.

Penso che domattina sarà difficile per me non arrossire quando ci troveremo faccia a faccia. Spero che se ne vada in albergo, domani. E che questa esperienza possa essere frutto solo di un mio sogno.

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Dopo un’ora, ormai sto dormendo profondamente, mi sveglio.
La mano di Marco fa leva sul mio mento per aprirmi la bocca. La punta del suo sesso si fa strada nella mia bocca. Il profumo del suo seme che &egrave ancora appiccicato sulla pelle del suo membro, mi riempie le narici.

No. Non ho sognato e questo che sto vivendo &egrave un vivo desiderio di farmelo sparire nella bocca e gustarmi questo sapore nuovo. Il sapore del sesso di un uomo.

Spero che non vada più via. Almeno per un po’ e che esplori ancora il mio corpo, nel sonno. Farò finta di sognare. Finta?

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Mara

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