Skip to main content
Erotici Racconti

Nicoletta

By 22 Gennaio 2021Gennaio 30th, 2023No Comments

Quel giorno curiosamente la mia cute aveva la tipica sapidità di mela acerba, per il fatto che avevo da poco fatto il bagno divertendomi con le mie due gatte. Erano passate le tre del pomeriggio, il sole era molto torrido e in pratica ero quasi nuda, solamente con indosso un costume rosso vivo che mi copriva le forme. Il gatto persiano grigio giocava con un fiorellino, io ridevo da sola come una squilibrata, mentre l’altro gatto certosino stava dormendo nel suo cestino di vimini.

Più avanti mi collocai al bordo della piscina perché cercavo il refrigerio con i piedi in acqua, quando da dietro la siepe del vicino m’apparve lui, per la precisione il signor Nando, l’inserviente, il fidato braccio destro del signor Martini, chiedendomi se potessi prestargli un annaffiatoio. In quel preciso frangente mi sollevai e acchiappai quello che lui ambiva dal baracchino degli utensili, nel tempo in cui la chioma che avevo slegato, restò inconcepibilmente avviluppata ad una funicella collocata in quei pressi. Dal momento che sopraggiunsi da Nando, potei osservarlo accuratamente da vicino, squadrando minuziosamente quel corpo a torso nudo scolpito da muscoli, subito mi venne un desiderio vizioso e carnale, poiché glielo espressi bagnandomi le labbra con un filo di saliva. Lui mi sorrise mostrandomi i denti bianchi, perfetti, sotto le labbra color lampone, il naso dritto a freccia, gli occhi neri e le sopracciglia scure come i capelli sudati dai riflessi blu notte sotto il sole.

Io lo scrutavo, esaminavo con attenzione con le mani sporche di terriccio i pantaloni corti strappati, con là sotto tutto un tesoro da identificare e da scoprire. Le sue gambe atletiche e forti gli donavano le sembianze e l’aspetto d’un fiero superuomo cristiano d’altri tempi. Nando non si fece certo scrupoli né turbamenti, velocemente oltrepassò la siepe lasciandomi senza fiato, s’avvicinò e cominciò a baciarmi in ogni parte leccando i miei lobi, mentre con una mano slacciò il nodo del mio pareo lasciandolo cadere per terra. In modo statico rimanendo inerte come una statua io mi lasciai placidamente forgiare dalla sua bocca avida e profumata di cocco, perché mordeva i miei seni come fa un bambino alla ricerca del latte. In quell’istante mi ruzzolò dalle mani il secchio per irrigare e persi l’equilibrio, cadendo per terra mi ritrovai trascinata e condotta dalle sue braccia, deposta come si fa con un cucciolo sull’erba umida.

Nando mi divaricò le gambe e iniziò a leccare il mio intimo e odoroso pertugio, assai gonfio e bagnato, come se volesse cibarsi del mio interno. Percepivo di netto la barba incolta del mento che graffiava un po’ sulle grandi labbra facendomi sussultare, in seguito accalorandomi ed entusiasmandomi dal momento che non ci vidi più. Lo agguantai e lo sospinsi davanti a me, celermente m’appropriai del suo intimo patrimonio da tempo denso e di gagliardia e colmo di vigore, compatto come il marmo, marrone e intrigante, assaporandomi calorosamente quel tronchetto nerboruto palpitante che diventò in un baleno il mio sollazzo preferito, il mio personale piacere amatissimo, riservato e tanto ambito. Io leccavo lungo il nervo centrale muovendo la lingua come un serpente, lui si reggeva all’erba come appigliato a un lenzuolo grinzoso, attualmente stava ansimando e continuava a ripetermi di continuo in modo entusiasta:

“Molto bene, più giù, così, dai, brava piccola, sei un vero incanto, ti meriti un bel premio, sei una meraviglia della natura”.

Io adempivo, lo squadravo in viso, ottemperavo il suo volere, m’adeguavo e seguivo la sua opinione, espletavo in maniera invasata e ossessa il suo appunto, quello che lui mi confidava, mentre mi massaggiava lievemente i seni. Io mollai per qualche secondo quel poderoso cazzo, non enorme in verità, comunque abbastanza proporzionato e ben fatto in attesa di farmi libidinosamente penetrare.

Lui colse sveltamente quel messaggio infilzandomi con dei colpi cadenzati, irrefrenabili e ben assestati, fino a farmi venire sconquassandomi radicalmente le membra, come al passaggio di un’onda sismica facendomi perdere la ragione. Lui s’alzò in piedi e schizzò sulle mie tette, io osservavo ammaliata e avvinta la sua densa e dirompente sborrata che là si posava, riversandomi addosso tutto il succo del suo denso e lattiginoso tesoro vitale. Successivamente mi lasciò lì totalmente impregnata, acciuffò l’annaffiatoio e s’allontanò ritornando per adoperarsi nelle sue quotidiane faccende, prodigandosi nei suoi doveri come se nulla fosse accaduto.

La storia si ripeté fino a quando il signor Martini non rientrò in modo definitivo dall’estero, dal suo impegnativo, laborioso e vincolante viaggio d’affari.

In conclusione per dirla tutta, io e Nando non ci siamo persi di vista, abbiamo continuato sennonché a trattare, a frequentarci e ad essere in stretta relazione, malgrado ciò adesso che oculatamente ci ripenso, pur scopando nuovamente, lui non m’ha più fatto inspiegabilmente godere come quel giorno, al contrario d’ogni mia concepibile, ragionevole e ammissibile attesa.

{Idraulico anno 1999}

Leave a Reply