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Facendo poca forza le divarico le gambe e percorrendo una coscia con la lingua fuori arrivo di nuovo alla figa che sento bagnata e che senza accorgemene mi sono ritrovato a succhiare. Non potevo vedere la sua faccia (sia per la posizione che per il buio) ma potevo sentire la sua voce tremolante che mi supplicava di non fermarmi, cosa che io non ero per niente intenzionato a fare fino a quando resto sorpreso da un getto di liquido caldo che mi inonda la bocca. A quel punto mi stacco schifato in quanto in un primo momento lo consideravo piscio ma sia lei che mi ha rassicurato (“non so cosa sia ma vorrei che mi uscisse tutte le sere!”) e sia l’odore mi fanno capire che aveva altre origini.

Dopo un paio di minuti che siamo sdraiati e che nessuno dei due parla sento uno sua mano carezzarmi il petto e scendere verso gli slip dove si blocca quando sente la mia cappella che data l’erezione non ancora sgonfia aveva valicato il confine dato dall’elastico. Data la sua indecisione e pensando che quella serata mi aveva già offerto molto mi decido a forzare la situazione e le spiego che una sega non era certo quello che mi aspettavo da lei e visto che, sebbene ancora eccitata, ribadisce di non volermi fare un pompino, le propongo di usare le tette al posto delle mani. Non essendoci reazioni ne positive ne negative da parte sua mi tolgo i boxer e mi metto sopra di lei nella posizione che su tutti i “libri” viene identificata come 69. A quel punto lei stringe il seno (una quarta alla sua età!) e io ci infilo il pene iniziando un lento avanti e indietro che mi fa sentire molli le braccia che sorreggono il mio corpo. Mentre continuo il mio movimento sento un calore avvolgermi i coglioni e capisco che si tratta di Giorgia che me li sta baciando, allora senza dire niente, per ringraziarla, le massaggio con la mano la figa e quando sento che &egrave di nuovo bagnata inizio a premere con l’indice sulla sua fessura sentendo scomparire il mio dito, come risucchiato. Un mugolio mi blocca ma Giorgia dimenandosi e prendendomi interamente i coglioni, ormai gonfissimi e pronti a svuotarsi, interamente in bocca mi incita a continuare ma il mio orgasmo ormai &egrave alle porte ed infatti un altro paio di colpi e lo schizzo gli copre la pancia riempendogli l’ombellico.
Salto giù dal letto senza fermare il mio lavoro e con la lingua inizio una lotta con il clitoride che aveva raggiunto la sua massima erezione. Capisco che Giorgia non &egrave arrabbiata per l’impastrocciamento dal modo che mi accarezza la testa. Raggiunto il suo secondo orgasmo mi tira a se dolcemente per i capelli e ci abbandoniamo al nostro primo bacio. La nostra storia &egrave finita con l’inizio della scuola superiore piena di altri giochi ma senza mai arrivare alla penetrazione.

Così stavano trascorrendo felicemente le mie vacanze fino all’inizio di agosto, quando Ofelia iniziò a svegliarmi alle 8:30 orario in cui arrivava. Anche il modo di svegliarmi era cambiato infatti prima usava la sequenza: parole, dopo 5 minuti luce, dopo altri 5 via le coperte ed infine mi scaraventava dolcemente giù dal letto. Adesso la sequenza era quasi uguale ma le parole si trasformavano in imprecazioni, le pause non esistevano più e il dolcemente finale era solo un ricordo.

Dopo una settimana d’inferno e durante la quale non sono riuscito a sapere il motivo di questo cambiamento da parte di Ofelia (scoprii dopo che il marito non le rivolgeva più le attenzioni alle quali era abituata) decisi di passare al contrattacco e di escogitare un piano. La domenica sera impostai la sveglia alle 8.15 e quando mi svegliai la mattina aspettai di sentire Ofelia entrare e iniziai a masturbarmi raggiungendo in pochi attimi l’erezione, a questo punto mi alzai la maglietta in modo da lasciare l’uccello (che non era più contenuto dai boxer) in vista. Quando Ofelia spalancò la finestra e tirò via le coperte smise di sbraitare e sentii che si avvicinò al mio uccello (io tenevo gli occhi chiusi fingendo di dormire) e dopo pochi attimi, al mio primo movimento mi ricoprì e uscì fuori dalla camera. Quella mattina dormii di nuovo fino alle 11.30 quando Ofelia venne di nuovo a svegliarmi e alla mia domanda su che ore erano rispose in modo seccato, ma il mio scopo era raggiunto. L’indomani mattina ero convinto che tutto fosse tornato come all’inizio delle vacanze ma Ofelia mi fece cadere dal letto alle 8.30!

Per il mercoledì mi ripreparai come due giorni prima e quando Ofelia si accorse della mia erezione stava per ricoprirmi quando io, sempre fingendo di dormire, inizia ad invocare il nome di Giorgia. A quel punto si fermò e mentre lei diceva il mio nome io ripetevo quello di Giorgia fino a convincerla che io stessi sognando la mia ragazza. In fretta e furia andò a richiudere la finestra lasciando la camera illuminata solo dalla piccola fessura della porta leggermente aperta. Non riuscivo a capire cosa volesse fare ma di certo male non poteva farmene quindi restai al gioco che avevo innescato rispondendo con voce d’oltre-tomba alle domande che mi poneva.

– “Come mi chiamo?”
– “Giorgia”
– “Dove siamo?”
– “Nel letto di Gianni”
– “Come sei vestito?”
– “Io ho una maglietta e un paio di boxer” le rispondo passandomi una mano lentamente sul corpo e liberando meglio il mio cazzo che sembrava scoppiare da quanto duro era.
Un momento di silenzio durante il quale sento che lei si &egrave allontanata leggermente dal letto, forse intimorita dai miei movimenti che potrebbero indicare un mio risveglio. Poi ripreso coraggio continua:
– “E io?”
– “Non lo so, non ti sento, sei scesa dal letto?”
– “Sono qui, seduta per terra”
A questo punto allungo una mano e le carezzo la testa esclamando:
– “Adoro i tuoi capelli lisci e biondi”
Poi scendo più giù passando per le guance e lei mi succhia il dito, le sfioro il collo ed arrivo al seno coperto come al solito dal solo vestitino (malgrado la quinta non indossava mai il reggiseno) e qui mi soffermo convinto che lei se ne vada.
– “Sei ancora vestita?” le dico ritraendo le mano
– “No” risponde lei mentre sento chiaramente il rumore dei bottoni automatici aprirsi
Mi riprende la mano e me l’appoggia di nuovo sul collo, io la lascio scivolare fino al seno ora scoperto ed inizio a massaggiarlo finch&egrave mi scontro con un bottoncino durissimo che sarà stato lungo quasi 2 cm e li mi soffermo stringendole il capezzolo e strappandole il primo mugolio. Io ormai con la testa che mi scoppia, allungo l’altra mano e mi impugno il sesso iniziando una lenta masturbazione.
– “Cosa fai con quella mano?”
– “Ti accarezzo”
– “Intendo con l’altra!”
– “Vuoi farlo tu?”
Senza rispondermi sento le sue mani che mi fanno scivolare giù i boxer e mentre una mi accarezza i coglioni facendomi sussultare dai brividi, l’altra continua la masturbazione facendomi venire in pochi attimi (a mia discolpa oltre l’età c’&egrave anche la situazione che mi eccitava di più del contatto vero e proprio).
Appena finisce il mio getto Ofelia si alza, si ricompone, mentre io con un’occhio ammiro il suo corpo, e poi esce dalla camera.
Rimasto solo verifico lo sperma che non ha macchiato niente ma che si &egrave riversato completamente sul mio addome. Aspetto qualche minuto e poi mi dirigo in bagno cercando di tenere la maglietta staccata dal corpo.
Nel corridoio la incontro:
– “Dove corri così di fretta, hai dormito male?”
La guardo fingendomi seccato e non gli rispondo.
– “Una volta che lo lascio dormire, si alza presto da solo per andare in bagno”
– “Vai a cagare” &egrave la mia risposta anche se vorrei saltarle addosso.

Le mattine seguenti passarano tranquille ma ero io che speravo che venisse a svegliarmi, invece mi alzavo da solo alle 10 non riuscendo neanche più a dormire fino a tardi e per questo mi sfotteva:
– “Come mai il principino si alza presto?”
– “Hai fatto pace con Giuseppe che non mi butti più giù dal letto?” le rispondo una mattina
– “Non sono affari tuoi” colpita e affondata!
– “Comunque sono sempre a tua disposizione se hai VOGLIA di parlare” le dico maliziosamente e lei stronca il discorso andando in cucina.

Due mattine dopo come per magia, vuoi la discussione che abbiamo avuto, vuoi la sua voglia sempre maggiore, fatto sta che mi sveglio sentendo sussurrare il mio nome:
– “Anonimo… Anonimo… Anonimo” capita l’antifona rispondo:
– “Giorgia…”
– “Come stai oggi?”
– “Ofelia… ho litigato ancora”
Momenti interminabili di silenzio, forse non dovevo fare il suo nome, ma poi
– “Devi essere buono con lei, sta attraversando un brutto momento con suo marito che per colpa del lavoro, la sera nemmeno la sfiora”
– “A noi non capiterà mai” e dicendo così allungo la mano direttamente all’altezza del seno che questa volta trovo già scoperto ed inizio il solito massaggio giocando poi con i capezzoli fino a farli diventare turgidi. La mia erezione sta crescendo e mi accorgo che non &egrave intralciata dai boxer (evidentemente mi sono svegliato mentre me li toglieva)
– “Sei carino a dire così ma…”
– “Ma… con un corpo così non mi stancherò mai” e scendo con la mano carezzando il ventre fino ad arrivare agli slip che sono ancora al loro posto
– “Cosa ci fanno ancora su” dico e subito la sento togliersele allora continua la mia esplorazione entrando in un bosco di peli che niente aveva a che fare con quello di Giorgia. Inizio a giocarci carezzandoli, pettinandoli con le dita sfiorando sempre la fessura che ad ogni contatto mi sembra sempre più umida ma non ho il coraggio di penetrarla per paura che Ofelia si alzi e vada via.
– “Ti piace accarezzarla, vero?”
– “Si ma mi piacerebbe farlo come l’altra volta” e adesso voglio vedere cosa fa
– “Descrivimelo, mi piace sentirtelo dire” furba!!!!!
– “Sali sopra di me e mentre io ti carezzo tu mi baci l’uccello” talmente duro che si potrebbe usare come martello.
Dopo un po’ di dubbi Ofelia si alza e si appoggia sul mio corpo nella classica posizione del 69 e in un colpo solo me lo prende tutto in bocca. A questo punto non resisto più e da come mi sfrega la sua vagina bagnata sul mio viso capisco che anche lei farebbe fatica a fermarsi così decido di fingere il mio risveglio.

– “MMMM… ma che succede” dicendo così non più con voce profonda ma con voce da assonnato accendo la luce e mi ritrovo la figa bagnata di Ofelia a pochi centimetri dal mio viso. Lei di scatto lascia la presa, con mio dispiacere, e saltando giù dal letto cerca di sistemarsi come meglio può ed esce dalla mia camera.

Mi tiro su le mutande dando tempo all’uccello di ritornare a dimensioni ragionabili e vado in corridoio chiamando Ofelia. Qui trovo il portone d’ingresso aperto e penso che sia scappata a casa ma un rumore dal bagno attira la mia attenzione. Mi precipito vicino al bagno silenziosamente e dalla fessura vedo per la prima volta una donna masturbarsi. E’ seduta sulla tazza del water, con il coperchio chiuso, seduta sull’estremità, la testa all’indietro con gli occhi chiusi, si morde il labbro inferiore, ha il camice sbottonato e con una mano si stringe il capezzolo destro, poi si massaggia tutto il seno, l’altra mano &egrave più giù, non la posso vedere bene perch&egrave &egrave di profilo ed ha la gamba destra sollevata sul bidet. Mentre la sento mugolare devo deglutire, ma soprattutto devo calmarmi altrimenti rischio di venirmi addosso. Adesso ha appoggiato la gamba e nel movimento si &egrave anche girata un pò dalla mia parte offrendomi così la vista della sua figa che &egrave stretta nella sua mano la quale si muove freneticamente per spingere il dito medio e l’indice all’interno della sua fessura. A questo punto decido di entrare. Lei mi vede ma l’unica cosa che riesce a dire, con voce rotta, senza fermare la sua attività &egrave:
– “Esci…”
– “Io non ho intenzione di dire a nessuno quello che &egrave successo, anche perch&egrave non saprei come spiegarlo, ma ti prego non costringermi ad uscire.”
Il suo silenzio, rotto da qualche gemito, mi incoraggia e così mi avvicino ed inizio a baciarle il seno che soppeso con le mani.
– “Cosa fai, non possiamo continuare” ribatte lei continuando a lisciarsi la figa fradicia con la mano sinistra.
Io per interromperle il discorso la bacio e mentre sento la sua lingua intrecciarsi con la mia faccio scendere la mia mano che scalza la sua senza che opponga resistenza. Lei ormai non ragiona più lucidamente (io &egrave da un mese!!!), si alza, mi afferra l’uccello scoprendomi la cappella violacea e tirandomi per il manico in camera dei miei mi dice:
– “Se lo dici a qualcuno mi rovini ma se ti comporti bene potremmo anche rifarlo!”
Io per risposta le afferro il seno da dietro appoggiando il mio pene sul suo culo e stringendola forte.

Entrati in camera lei si sdraia sul letto a pancia in su, completamente nuda e con le gambe aperte, io, con la sola maglietta addosso, mi avvicino e inizio a baciarle le caviglie salendo fino al ginocchio per poi concentrare le mie attenzioni alla vagina. Con Ofelia che mi da istruzioni allargo le grandi labbra e le inumidisco con la lingua, poi stuzzico il clitoride afferrandolo delicatamente con i denti per poi stringerlo tra le labbra. La lecco più volte lungo la fessura scendendo giù fino a quel pezzo di carne che distanzia la figa dal culo e poi inizio a penetrarla irrigidendo la lingua. Lei mi massaggia e le sue istruzione sono sempre più rade e la voce &egrave sempre più acuta. Quando mi chiede di infilarle un dito nell’ano mi blocco un attimo ma poi l’eccitazione &egrave più forte del disgusto e così eseguo l’ordine strappandole un gridolino di piacere. Adesso &egrave il momento del mio primo rapporto sessuale completo, mi sollevo e salto sopra di lei puntando il pene sulla vagina. Lei mi guarda negli occhi e mi chiede:
– “E’ la prima volta per te?”
– “Si” rispondo con decisione
– “E vuoi farlo con me?”
– “Sarebbe fantastico!”

Lei allora mi spinge sul fianco e mi fa sdraiare sul letto, poi mentre con una mano mi tiene il cazzo si alza sul letto e si siede sopra di me. Il mio uccello non fa fatica ad entrare nella figa bagnatissima ma quando entra il caldo che lo avvolge mi fa venire la pelle d’oca. Io allungo le mani, una la fermo sul seno con l’altra le carezzo il viso. Lei con la bocca mi afferra e mi succhia due dita e poi inizia il su e giù che mai nella mia vita dimenticherò. Ai suoi gridolini seguono i miei mugolii e questi rumori mi eccitano sempre più allora stringendole con entrambe le mani i fianchi le faccio aumentare il ritmo e quando le dico che sto per venire lei si sfila subito e mi stringe con una mano alla base del pene stroncandomi così l’orgasmo. Alla mia faccia delusa lei mi risponde:
– “Voglio che la prima volta tu venga dominando” e così dicendo si mette carponi sul letto.
– “Vieni” mi dice massaggiandosi le grandi labbra con una mano.
Io cambiando subito espressione mi avvicino e cingendola di nuovo per i fianchi la penetro da dietro e dopo una decina di colpi scagliati con tutta la potenza che avevo le svuoto dentro tutto il mio sperma.
Siamo rimasti sdraiati pochi minuti poi vista l’ora ci siamo dovuti muovere, mia madre stava arrivando.

Quell’estate ci sono state altre gradevoli sveglie che mi hanno fatto soffrire di più all’inizio della scuola.
L’inverno dopo mia madre ha venduto il negozio e poi abbiamo traslocato. Di Ofelia non ho più avuto notizie.

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