Skip to main content
Erotici Racconti

Passato e Presente

By 18 Marzo 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Ci provi e ci riprovi, ma non ci riesci. Mi diverto osservarti mentre ti arrovelli, indaffarato nel tuo patetico tentativo, già fallito in partenza. Sorrido, pensando a quali stratagemmi adotterai ancora, quali dolci parole pronuncerai per farmi cadere ai tuoi piedi.
No, non sono come le altre, mi spiace, se è questo quello che volevi. Potrai provarci per tutta la vita, ma non mi avrai mai, così come tu vuoi.
Mi avrai come IO ho deciso che puoi avermi, non in altro modo.
Non è cinismo il mio, od uno squallido tentativo di rifiutare un amore per paura di bruciarmi. Una volta, forse. Non più.
E’ quello che è, la verità, un gioco a carte scoperte. Sono io, ed i miei sentimenti, o meglio, non-sentimenti, nei tuoi confronti.
Le prime volte, ragazzina, c’ero quasi cascata, e lo sai benissimo, te ne ricordi perfettamente. Ho imprudentemente lasciato trapelare qualcosa, dei miei immaturi sentimenti, la cui consistenza si è ben presto rivelata quella di un fiocco di neve esposto al sole di un mese d’estate.
Mi sono lasciata andare, cullata dalle tue braccia, che mi stringevano, mentre mi penetravi, dolcemente. Godevo, ansimavo, urlavo, quando i colpi si facevano sempre più rapidi e profondi, mentre la tua bocca sulla mia, soffocava il mio lungo gemito di piacere. Sentivo la tua lingua, percorrere la schiena, disegnare umidi archi sulla pelle che copriva ogni singola vertebra, mordere la pelle del collo, i lobi delle orecchie e sussurrarmi parole dolcissime. Chiudevo gli occhi, e reclinavo la testa, quando, in piedi, sullo stipite della porta di ingresso, cingevi il mio collo con il braccio, e mi tiravi indietro, verso di te, mentre, poco più in basso, il tuo bacino sbatteva sulle mie natiche, e le mie mani, afferrando le tue cosce, le seguivano nel loro movimento. La tua bocca, ansimante dentro la mia, le tue dita, che ben presto prendevano il posto della lingua, le mie labbra che si stringevano intorno ad esse e le succhiavano simulando un bocchino. I tuoi lombi, che si contraevano, il tuo membro che in un ultimo movimento, entrava dentro di me, più profondamente possibile, mentre mi riempivi di bollenti schizzi di sperma. Le tue braccia, che mi avvolgevano, come una rassicurante coperta, dopo ogni amplesso, il tuo viso sul mio seno, mentre mi carezzavi il pancino, scendevi sulle cosce, e risalivi, di nuovo, fra i capelli, massaggiando dolcemente la nuca.
Mi scioglievo nelle tue mani, calde, troppo calde.
Il mio cuore di ghiaccio, diventava inesorabilmente sempre più fragile, il suo durissimo guscio andava sgretolandosi ed iniziava a battere, per qualcosa, senza nome, inspiegato e inaspettato.
E tu lo avevi sadicamente previsto e programmato, questo “qualcosa”.
“Qualcosa” che mai avrei sperato, “Qualcosa” di cui tu sapevi benissimo il nome, “Qualcosa” che si insinuava pericolosamente in questa gelida e super protetta corazza… ma un “Qualcosa” che è nato e rimasto in stato embrionale, “Qualcosa” che non è mai venuto alla luce.
Il raziocinio ha messo le briglia, tirandole, e la lontananza lo ha definitivamente sconfitto.
Andato, scomparso, morto, sepolto.
Adesso? Sorrido, pensando alla mia infantile ingenuità.
Ti parlo come se parlassi ad una qualsiasi persona, come mai avrei pensato di poter fare qualche anno fa. Quel “Qualcosa” è evaporato, più rapidamente di un battito di ciglia. Non ha lasciato nulla, ne affetto, ne odio, ne indifferenza… nulla.
Continua pure a provarci, se ti diverte, in ricordo dei vecchi tempi. Ma non sarò un altro nome del tuo lunghissimo elenco, povera vittima del tuo insaziabile ego.
Piuttosto il contrario…
….Mi avrai come IO ho deciso che puoi avermi, non in altro modo.

Leave a Reply