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Perché non sono rimasto a letto?

By 10 Luglio 2022No Comments

Ho un amico saggio.
Mi ha sempre detto: “Ci sono giorni in cui devi stare a letto. Te ne devi rendere conto subito. Prima di uscire di casa. Ignorare questi avvertimenti e fare come se niente fosse può essere molto pericoloso.”

Arrivò il giorno in cui capii perfettamente il significato di quelle parole.

Era un sabato mattina.
Solitamente il mio lavoro mi permetteva di starmene a casa, a letto.
Ma eravamo in un periodo particolare dell’anno: avevo alcuni lavori che dovevano essere consegnati entro la settimana successiva ed io ero particolarmente in ritardo.
Così mi trovai sull’autostrada.
Ad aprile, il sabato mattina, con tempo nuvoloso, questo tratto è sempre deserto.
Solitamente esageravo con l’acceleratore e scaricavo sull’asfalto il maggior numero possibile di cavalli della mia Stelvio, ma le due salatissime multe arrivate negli ultimi dieci giorni mi stavano consigliando prudenza.
Ma i 130 km/h in autostrada sono una noia, così avevo modificato il monitor della vettura per potermi guardare film anche mentre ero alla guida. Non sono così pazzo. Naturalmente lo utilizzavo solo in condizioni di coda o di sicurezza.
Così inserii la chiavetta USB che mi aveva fatto un collega per i “miei momenti di solitudine” ed iniziai a guardare il contenuto.

Dopo due secondi capii che era un film porno ed dopo pochi istanti mi accorsi che era una delle situazioni che più mi eccitavano tre bellissime ragazze dominanti stavano obbligando due ragazzi a fare sesso tra loro.
Non ebbi bisogno di toccarmi. Il mio membro era già diventato duro.

Visto il mio abbigliamento (pantaloncini corti) e visto il deserto sull’autostrada, decisi che sarebbe stato utile sfogarmi e masturbarmi in auto. Il cambio automatico avrebbe sicuramente facilitato il tutto.

Così mi abbassai leggermente i pantaloni e gli slip e lascia che il mio cazzo fosse libero di completare l’erezione che solitamente terminava con uno scappellamento.

A quel punto, un occhio sulla strada ed uno sul monitor, inizia lentamente a masturbarmi.
Ero eccitato. Molto eccitato. Tanto eccitato che non mi accorsi che mi ero avvicinato troppo ad un autobus dando la possibilità ad alcune ragazze di vedere cosa stavo facendo.

Nessun problema.
Accelerai, superai il veicolo e me ne andai.

La cosa mi aveva un pochino turbato, tant’è che il mio uccello aveva perso l’erezione.
Mi ricomposi e imboccai l’ingresso dell’area di sosta: avrei fatto colazione, benzina e.. chissà, magari avrei provato a raggiungere l’orgasmo in bagno.

Mi ricomposi e mi diressi verso il distributore.
Attesi qualche istante e poi (finalmente) l’addetto arrivò e mi fece il pieno.

Feci una manovra al limite del ritiro patente e parcheggiai l’auto nella zona riservata ai clienti del bar.

Mentre scendevo notai che stava arrivando l’autobus che avevo superato poco prima.
L’eccitazione si impadronì di nuovo di me ed arrivai a sperare che le ragazze che mi avevano visto masturbarmi mi riconoscessero e .. chissà……

Mentre fantasticavo dentro di me, qualcuno mi chiamò.
“Mi scusi..”
Era l’addetto al distributore.
“Dica.. mi son dimenticato di pagare?”
“No, no, quelle ragazze la stanno chiamando.”
Erano loro.
E adesso?
Mi ero augurato che mi riconoscessero.. ma.. adesso?
Mentre facevo questi pensieri e mi avvicinavo a loro, il mio cazzo tornò ad essere eccitato ed i pantaloncini non aiutarono a nasconderlo.
“Buongiorno” mi disse una di loro.
L’altra mi mostrò il suo smartphone, dicendomi: “Conosce questi due cazzoni?”
Feci un sussulto.
Mi avevano fotografato mentre mi masturbavo.
Si vedeva chiaramente il mio viso in estasi e la mano che in quel momento era verso le palle e stava mostrando tutta la mia cappella.
“Ehi… che fate…!!”
Cercai di prendere il telefono.
Lei fu più svelta di me.
“Troia. Te lo meni in autostrada, ce lo mostri e adesso fai il timido?”
La terga ragazza, della quale mi accorgevo solo ora, ma che era anche la più bella, aggiunse: “Pensa se la facciamo vedere a tutto l’autogrill o le la mettiamo in rete!”
“Per favore.. ”
Lei continuò, abbassando gli occhi verso il mio pacco in erezione: “Ah ah ah… Ma quindi la sega non l’hai finita?”
Ero in silenzio.
“Rispondi, troia!”
“No.. no.. mi son fermato.”
“Bene. Se non vuoi che questa foto finisca sui social nel giro di dieci secondi, adesso andiamo nel bagno delle donne e ci fai vedere una bella sborrata.”
“Nel bagno delle donne?”
Dal pullman erano scede solo ragazze.
“Non possiamo andare in quello degli uomini?”
“No.”
“Ma potrebbero entrare le vostre compagne.”
“Problemi tuoi. Pensi che il tuo sia il primo cazzo che vedono?”
Stavo per obiettare ancora ma ..
“Bagno delle donne o social?”
Controvoglia le seguii.
La prima che aveva parlato, quella bionda ed alta iniziò a dare ordini: “Abbassati i pantaloni.”
Io non ero proprio così ubbidiente.. non eseguivo immediatamente i loro voleri.
“Abbassati sto cazzo di pantaloni!”
Erano pantaloncini corti.
Come li abbassai caddero alle caviglie.
Rimasi con gli slip.
La seconda ragazza, quello con i capelli neri ridendo disse: “Guarda come si vede bene il suo cazzo, adesso!!”
Fecero una brevissima risatina quasi sadica, fino a quando la prima ragazza avvicinò la mano all’elastico degli slip. Io feci per ritrarmi, ma il suo sguardo mi fermò.
Mise il dito indice sull’elastico e lo tirò verso di se. Contemporaneamente si avvicinò per guardare all’interno degli slip. Vide il glande e parte del cazzo. Mi guardò negli occhi e lasciò l’elastico.
“Abbassali”
Mi sentivo umiliatissimo, in imbarazzo, avevo paura che entrasse qualcuno. Ma al tempo stesso ero eccitatissimo.
“Tutte le volte devo ripetere due volte?”
E sentii la sua mano afferrare i miei coglioni e strizzarli.
Riuscii a stento a soffocare l’urlo di dolore e stupore.
Lasciò le mie palle quasi subito, mentre con la mano mi faceva segno di abbassare gli indumenti.

Lentamente, quasi sperando che nel frattempo cambiassero idea, abbassi gli slip.
La prima ragazza mi guardava soprattutto negli occhi, mentre le altre due fissavano gli slip abbassarsi.
Appena poté, il mio cazzo (duro come mai!!) schizzò fuori e si mostrò a loro.
Risero.

Non sono Rocco Siffredi, ma qualche escort si è rifiutata di darmi il lato B per motivi … logistici…

“Bene. Bello. Per essere un coglione hai davvero un bel cazzo. Adesso voglio che ti fai un sega.”
Iniziai a masturbarmi.
Ma non riuscivo a godere più di tanto.
“Tutto qui?”
Era la terza ragazza che parlava.
“In macchina eri più bravo.”
Tentai di dire qualcosa.
“Zitto. Sputati sul palmo della mano.”
Lo feci.
“Bene. Adesso voglio che con la mano sinistra te lo tieni scappellato, mentre con la destra ti fai una sega. Voglio che passi sulla cappella. Voglio vederti e sentirti godere come una cagna in calore.”
Era bellissimo. Nonostante l’imbarazzo iniziai a lasciarmi andare.
Iniziai a chiudere gli occhi, a mormorare, ad inarcare la schiena.
“Guardala la troietta come gode”
Improvvisamente entrò un altra ragazza.
“Ehi, state lesbicando voi ..”
Si interruppe quando mi vide e si mise a ridere.
Mi accorsi che la seconda ragazza stava riprendendo tutto.
Non riuscivo a fermare la sega, ero troppo eccitato, ma la pregai di smettere.
“Ormai.. che cazzo te ne frega?”
Mi resi conto che aveva ragione: ormai il danno era fatto.
Entrarono altre due ragazze.
anche loro, dopo i primi istanti di sorpresa e di risate, rimasero a fissarmi mentre mi masturbavo.
“Dimmi quando sborri, coglione!”
Anche le altre iniziarono ad insultarmi.
“Dai, puttana… facci vedere quanta sborra fai”
“Guarda che troia.. chissà se lo prende anche nel culo”
Mi resi conso che stavo per esplodere.
“Sto per venire”
Quasi lo sussurrai.
La ragazza più bella mise una mano davanti alla mia cappella.
“La voglio tutta sulla mano,”
“Siii… Sborrooooo”
Diressi il primo schizzo, che fu particolarmente intenso e poi tutto il resto sulla sua mano.
“Bene!! Brava la nostra troia. Che bella sborrata!”

“Adesso, se vuoi che cancelliamo tutto, apri la bocca, tira fuori la lingua e ingoia tutto.”
Me lo diceva con un sorriso sprezzante.
Le altre erano rimaste sorprese da quella richiesta.
“Dai.. lecca, puttana! Ho vuoi che sui social ci finisca tutto il filmato?”
Aprii la bocca e lei avvicinò la mano.
Iniziai a leccare e deglutire.
Non posso dire che il sapore fosse orribile.
Ma orribile era l’umiliazione a cui ero sottoposto.
Finalmente la ragazza decise che la sua mano era pulita.
“Bene. Brava la nostra puttanella.”

Dopo qualche secondo mi ripresi e, davanti agli sguardi delle ragazze, mi sistemai slip e pantaloni.
“Adesso cancelli tutto?”
Lei mi guardo esterrefatta.
“Sei scemo? Non ci penso nemmeno!”
“Ma…”
Ero terrorizzato.
Il mio panico raggiunse l’apice quando mi disse:
“Ma davvero non mi riconosci? Sono la figlia di Guido e Veronica, i tuoi vicini di casa.”
Scoppiò a ridere, poi aggiunse, rivolgendosi anche alle amiche: “Credo che da oggi ci divertiremo parecchio!!”

Detto questo, mi palpò provocatoriamente tra le gambe e se ne uscì insieme alle altre.

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