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Erotici Racconti

Pessima Idea

By 7 Febbraio 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Probabilmente non era stata una buona idea. Maria stava iniziando a rendersene conto, ma in fondo non aveva avuto altra scelta.
Viveva con il marito in una piccola casetta nel fitto della foresta. Erano andati a vivere li appena dopo il matrimonio per poter permettere a lui di continuare le sue ricerche sulla flora locale. Lei, per amore, aveva acconsentito a seguirlo in quel luogo isolato da tutti e da tutto, così, a 28 anni, viveva già da 2 anni in compagnia del solo marito.
In quei giorni lui si era allontanato a bordo della jeep per condurre delle osservazioni in un luogo ancora più impervio. Lo faceva spesso e mancava da casa per una o due settimane. Lei si era ormai abituata e non ne risentiva più di tanto.
Proprio una di quelle sere, Maria aveva notato qualcosa di strano al limitare della piccola radura al centro della quale sorgeva la casetta. Si era avvicinata timidamente ed aveva scoperto un uomo privo di sensi disteso prono tra l’erba. Non era ne morto ne ferito, ma non era riuscita a fargli riprendere i sensi. Così, dopo qualche incertezza iniziale, lo aveva trasportato a fatica dentro casa. Non si sarebbe mai perdonata di lasciar morire un essere umano a pochi metri dalla soglia di casa.
Pervasa da una certa agitazione aveva preso il telefono satellitare per telefonare al più vicino centro città e chiedere aiuto. Sciaguratamente l’apparecchio le era scivolato dalle mani mentre lo estraeva dalla scatola ed era finito in pezzi sul pavimento.
‘Niente panico’ si ripeté più volte. Suo marito ne aveva un altro nella jeep, quindi sarebbe bastato attendere il suo ritorno per poter chiamare. Intanto però si sentiva fortemente imbarazzata dalla presenza di quello sconosciuto nella branda del salotto. Lo osservò con attenzione per diversi minuti. Doveva avere tra i trenta e i quaranta anni, era di corporatura minuta e sembrava abbastanza curato. Sicuramente non era abituato a vivere nella foresta, dato che indossava dei pantaloni ed una camicia da città. ‘Chissà che ci faceva li fuori’ si chiedeva Maria mentre lo scrutava. Fortunatamente lo sconosciuto non sembrava in gravi condizione, anche se era preoccupante che non si svegliasse.
Maria aveva svolto un breve corso di pronto soccorso prima di avventurarsi con il marito in quell’impresa e quindi era in grado di prendersi cura di un ferito, ma li di ferite non ve ne era traccia.
Per precauzione decise di legare i polsi dello sconosciuto al letto. Va bene salvargli la vita, ma non sapeva nemmeno chi quell’uomo fosse. Arrivata la notte si chiuse a chiave nella camera da letto e dopo qualche difficoltà di addormentò.
L’indomani mattina lo sconosciuto era ancora immobile come l’aveva lasciato. Forse la cosa era più grave del previsto. Se soltanto non fosse stata così maldestra in quel momento sarebbero già arrivati i soccorsi.
Senza perdersi d’animo iniziò a prendersi cura del ferito senza ferite. Lo spogliò completamente ed iniziò lavarlo con una spugna imbevuta d’acqua. Era l’unico modo in cui si poteva rendere utile.
Inizialmente aveva pudicamente tenuto lo sguardo lontano dalle parti intime dell’uomo, quando la spugna si apprestò ad quelle zone non poté fare a meno di gettare qualche occhiatina. Rimase decisamente sorpresa nello scoprire che le dimensioni dello sconosciuto erano decisamente notevoli. Nonostante il membro fosse completamente a riposo, raggiungeva una lunghezza impressionante e anche il diametro era ragguardevole. Colta da un moto di imbarazzo, Maria ricoprì lo sconosciuto con un lenzuolo e si allontanò.
Quella stessa notte, Maria non riusciva a prendere sonno. Si sentiva stranamente agitata e la porta della camera da letto chiusa a chiave non le sembrava una garanzia sufficiente. Odiava quell’uomo piombato in casa sua senza alcun invito.
Si stava masturbando. La camicia da notte leggermente sollevata, le gambe spalancate e con una mano si toccava freneticamente. Quando si rese conto di cosa stava facendo spalancò gli occhi nell’oscurità della stanza. ‘Ma che ti sta succedendo?’ pensò. Non era la prima volta che lo faceva, anzi quando il marito era lontano o troppo impegnato lo faceva spesso per appagare il suo corpo e scacciare la noia. Ma ciò che le sembrava strano erano i pensieri che faceva. Aveva, infatti, sempre immaginato il marito che ben sapeva soddisfarla. Non aveva mai sentito la necessità di viaggiare con la fantasia. Invece quella volta le bastava pensare con risentimento ad un altro uomo per sentirsi eccitata.
Maria scavò con più attenzione nei suoi pensieri e riconobbe che tutto il suo astio verso lo sconosciuto era nato dal momento in cui ne aveva visto le nudità, sostituendo quel sentimento di carità che precedentemente primeggiava. Ormai però la sua mente aveva preso un sentiero che era difficile da risalire. Cercò almeno di indirizzare i suoi pensieri verso il marito lontano, ma proprio nel momento in cui l’orgasmo si spandeva per tutto il corpo un’immagine tornò a fissarsi davanti ai suoi occhi; proprio l’immagine che aveva cercato con così tanta insistenza di scacciare.
L’indomani mattina, l’ospite era ancora nelle stesse condizioni. Maria lo osservò per un po’ cercando di concentrarsi su cosa sarebbe stato meglio fare per la sua salute, ma inevitabilmente il suo sguardo cercava di bucare il lenzuolo alla ricerca della straordinaria dote. Ormai incapace di controllarsi sollevò il lenzuolo e soddisfò la sua curiosità. Alla vista delle nudità dell’uomo, non riuscì a trattenere una risatina isterica e si dovette sedere sul bordo della brandina per non perdere l’equilibrio.
Dentro di lei cresceva sempre più il desiderio di toccarlo, ma le veniva sempre meno il coraggio. Così si convinse che dovendo terminare il lavoro di pulizia iniziato il giorno precedente bisognasse riprendere proprio da quel punto. Afferrò la spugna e cominciò a passarla su quell’attraente mostruosità.
Forse insistette con troppa energia o forse fu merito della morbida spugna, sta di fatto che quell’inerme pezzo di carne, in un attimo divenne duro e teso. Maria osservò terrorizzata il processo, poi lanciò un urlo e coprì il corpo con il lenzuolo. Questa volta però il velo non si dispose uniformemente sulla figura dell’uomo, ma rimase ben evidente una decisa collinetta centrale.
Maria prese a passeggiare nervosamente per la stanza. Non poteva più negare che quella presenza la eccitava da morire. Ogni tanto dava un’occhiata a quel singolare promontorio e cercava di decidere il da farsi, ma rimaneva combattuta tra le sue voglie e la sua ragione.
Di scatto si sedette nuovamente sulla brandina. Con gli occhi chiusi rimosse il lenzuolo. Respirò profondamente e pian piano riaprì le palpebre: il totem era ancora maestoso come lo ricordava. Timidamente avvicinò la mano tremante, ma riuscì a trovare abbastanza coraggio soltanto per un dito, così poggiò il polpastrello dell’indice sulla punta e lentamente lo fece scorrere lungo tutta l’asta. ‘Mamma mia’ disse fra se e se mentre era sempre più rapita da quella vista. Senza quasi accorgersene aveva afferrato con tutte e due le mani il sesso dell’uomo e lo stava masturbando freneticamente. Con uno scatto chinò anche la testa e prese a baciarlo e leccarlo per poi accoglierlo in bocca più a fondo possibile. Niente a che vedere con le dimensioni di suo marito, quello sconosciuto aveva decisamente una qualità unica. Quando sentì la punta pulsare e gonfiarsi, la cinse con le labbra appena in tempo per raccogliere un lunghissimo orgasmo che fece fatica a trattenere in bocca.
Nel momento esatto in cui l’uomo aveva finito di spruzzare il suo seme dentro di lei, Maria sentì il rumore del fuoristrada del marito. Si alzò di scatto, ricoprì lo sconosciuto con il lenzuolo e mentre varcava la porta per uscire all’aperto deglutì tutto lo sperma che ancora le riempiva la bocca.
Corse verso il marito e lo abbracciò pervasa da un sentimento di grande sollievo, ma anche di imbarazzo per quello che aveva appena fatto e che lui non avrebbe mai dovuto sapere. Poi lo condusse dentro spiegandogli dello strano ritrovamento, ma quando rientrarono in casa la brandina era inspiegabilmente vuota.

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