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Vanno bene l’intrigo, il sapersi porre al meglio e il giusto corteggiamento, fatto magari anche solo di sguardi, ma ci sono quelle sere dove, anche nei migliori Club, le situazioni da creare scarseggiano, o almeno non appaiono. Ed allora come rinunciare ad un giro nei privè, nella speranza che almeno lì i freni inibitori siano allentati e la temperatura si faccia rovente, come quella di questa calda estate bolognese.

Nulla di male, dunque, ad abbandonare il giardino per addentrarsi nella penombra, con il solo spiacevole imbarazzo di ritrovarti a muoverti tra taluni personaggi che sembrano zombi alla ricerca di un fugace momento di vita, chiedendoti tra le altre cose che ci fai lì. Fortuna vuole che l’attenzione venga catturata da un gioco erotico che si sviluppa dietro le sbarre della meno intima delle camere, dove vedi più corpi avvolti nella passione. Ti fermi un secondo e in quel frangente è ancora la Dea Bendata a venirti in aiuto, ritrovandoti attirato dall’incantevole Creatura che, momentaneamente, si eleva dal groviglio carnale alla ricerca di qualcosa. “Siamo dispari, mi serve un singolo tutto per me” e neppure il tempo di terminare la frase che i suoi occhi, magnetici anche nella penombra, si fissano su di te…

“Te, voglio te”.

Un invito di quel genere, quando sei li, difficilmente si rifiuta. Se, oltretutto, è portato avanti dalla Regina di quel gioco così passionale non ti sfiora neppure lontanamente l’idea di non allontanare velocemente, con garbo e decisione, qualsiasi cosa si frapponga tra te e la porta, senza dispiacere alcuno, per entrare in quell’estasi dei sensi.

Via la camicia mentre provi a mettere ordine in quel che hai davanti, ma non c’è tempo, sei lì per LEI che ti ha scelto, è stata chiara e, come vuole il galateo non scritto di quei frangenti, la dedica speciale, dopo le prime languide carezze al corpo, è tutta per la sua vulva, offerta con grande disinvoltura alla tua bocca. Per chi ama sentire la donna godere quello è già mezzo paradiso conquistato, non ci sono dubbi: ora è tutto nella tua arte, portarla al limite e far crescere il desiderio, se mai ce ne fosse ancora bisogno. Sai che ora è il tuo turno di portarla al godimento, con impegno e devozione. Piccoli baci che diventano profondi, dita maliziose che si scambiano e moltiplicano, la passione che monta e l’orale che diventa intenso strumento di piacere, attraversando e ritornando più volte sulla strada che va dal clitoride alle labbra. E quanto piacere senti uscire dalla sua bocca. Fino a quando il desiderio, il SUO, il “tuo” era già grande da molto, si rivela: “adesso fammi tua”.

Arriva dunque anche il momento di togliere quel che rimane addosso e scoprire la prepotente erezione che da troppo premeva negli slip, mal contenuta da quanto era cresciuta, ammirando finalmente il glande turgido scomparire nella più peccaminosa delle offerte, per poi risalire con lo sguardo, scivolando sulla magnificenza di quel corpo teso come le corde di un violino che stai amabilmente pizzicando con la tua virtù, fino a riveder quegli occhi magnetici che prima ti hanno calamitato e ora bramano di più, ancora e ancora di più.

Il rapporto diventa quanto di più passionale possa essere, quasi privato. Nonostante in quella stanza altre due coppie si stiano scambiano il loro ardore. Nonostante quelle sbarre abbiano consentito la formazione di un vero e proprio pubblico, che in quel frangente è però pura tappezzeria. E il paradiso adesso è completo perché la tua asta è prigioniera di mille convulsioni e ripetuti orgasmi, che mai vorresti venissero strozzati e che lei non ha nessuna intenzione di trattenere in gola: è il suo modo di liberare la sua anima desiderosa di arrivare all’apice dell’estasi e fartelo sapere.

Ma non è quello il gioco di quella sera, o almeno non solo: gli altri ci sono, almeno quelli all’interno della gabbia, una gabbia che ribalta le regole della sua natura e dove a soffrire è chi è rimasto fuori. Ed è così che, dopo un primo momento, le altre coppie entrano prepotentemente a far parte delle danze, come vuole l’abitudine dello scambismo, per far scivolare l’orologio verso le ore piccole della notte, così come scivolano i corpi l’uno sull’altro, alternando l’azione degli uomini presenti sulle compagne, a loro volta impegnate ad estremizzare il piacere scambiandosi saffiche effusioni. I moralisti (spesso falsi) potrebbero vedere in questo disegno, degno dell’arte erotica romana, solo depravazione: vedrebbero assai male, perché in questa libertà non c’è nulla di corrotto, ma solo il gusto di lasciarsi andare ai MIGLIORI istinti dell’animo umano, senza far male a nessuno. E questo lo sa bene chi è intento in quel gioco sensoriale, che pare più volte giungere al termine, solo per ripartire immediatamente, tra il godimento dell’una, dell’altra, e dell’altra ancora, portato avanti da combinazioni sempre nuove, per la felicità di tutti i presenti.

Quando la passione è accesa le lancette, come detto, scivolano fino ad arrivare al momento, inutile negarlo, dove anche chi si dimostra più insaziabile e chi è pronto a donarsi fino all’ultimo, è allo stremo delle forze. Se a questo si aggiunge la complicità di una serata già torrida di suo, con la temperatura innalzata decisamente dal calore dagli amplessi, si deve per forza pensare di rivestirsi un minimo e uscire a prender aria (potevo rubare poesia e scrivere “riveder le stelle” ma di infernale, oltre al caldo, c’era poco nelle ore appena trascorse…se non forse il diavoletto tentatore steso nel letto affianco a me), faticando per spostare lo sguardo dal corpo e tuffarsi ancora una volta in quegli occhi, solo per distoglierli sentendo la voce:

“Andiamo, ci sono la piscina, la luna e un buon drink che ci aspettano fuori, e tu rimani con me, sei mio e non ti mollo più!”

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