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Erotici Racconti

Simona, amica mia.

By 24 Giugno 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Caterina era stata invitata a quella cena di compleanno soltanto perché i suoi genitori ed i genitori del festeggiato erano amici di vecchia data. Pensava che si sarebbe annoiata da morire non conoscendo nessuno degli altri invitati, invece si sbagliava: era stata invitata anche la sua amica d’infanzia Simona che non vedeva da quasi quindici anni. Si erano salutate bambine e si ritrovavano due donne. Lo sviluppo era stato particolarmente generoso con Simona, infatti alla ragazzina magrissima che ricordava si era sostituita una splendida donna con tutte le forme al posto giusto esaltante da un elegantissimo vestito da sera corto. Avevano 15 anni di amicizia da recuperare e così durante tutta la cena non fecero altro che raccontarsi reciprocamente gioie e dolori degli ultimi tempi.
Finita la cena decisero di trovarsi un posto più tranquillo dove poter parlare dato che il salotto era pienissimo gente e nella confusione non riuscivano nemmeno più a capirsi. Percorsero un lungo corridoio buio e aprirono la prima porta che trovarono. La serratura fece una strano rumore e poi si aprì come se all’intero qualcosa di metallico si fosse rotto. Le due ragazze rimasero sbalordite nel vedere cosa stava succedendo in quella stanza. Il fratello del festeggiato stava seduto dando loro le spalle e, nudo dalla vita in giù, davanti a lui un pc sul quale scorrevano le immagini di un film porno, si stava masturbando. Il ragazzo non si era per nulla accorto dell’intrusione a causa degli auricolari che aveva alle orecchie, probabilmente sicuro di aver ben chiuso la porta a chiave. Simona sorrise alla sua amica e le fece cenno di rimanere in silenzio mentre avanzavano di qualche passo e si richiusero la porta alle spalle. Caterina dopo un primo momento di imbarazzo decise di stare al gioco immaginando che la ragazza avesse in mente uno scherzo divertente da fare al povero malcapitato.
Si sedettero entrambe sul letto che stava accanto la porta e continuammo ad osservare il ragazzo intento nel darsi piacere. Simona improvvisò un’imitazione dal ragazzo e per poco Caterina non si lasciò andare in una fragorosa risata compromettendo la loro invisibilità. Improvvisamente Simona si alzò, porse una mano all’amica e le fece segno di seguirla. Arrivarono alle spalle del ragazzo che ancora ignaro continuava la sua opera, ma appena Simona gli poggiò una mano sulla spalla ebbe un sussulto e accorgendosi della situazione cercò disperatamente di coprirsi.
Le ragazze si misero immediatamente a ridere della buffa espressione di vergogna che si era stampata sul viso del colpevole, ma d’un tratto, Simona si calò su di lui infilandogli prepotentemente la lingua in bocca e intanto gli afferrò il membro, subito dopo si inginocchiò davanti a lui e glielo prese in bocca.
Caterina passò istantaneamente dal grande divertimento per lo scherzo ben riuscito al profondo imbarazzo per la l’inaspettata piega che avevano preso gli eventi. Rimaneva immobile, come stordita dal gesto dell’amica, incerta sul da farsi. Si riprese soltanto sentendo la mano del ragazzo che si faceva spazio sotto la sua gonna, le palpava il sedere con decisione, quasi facendole male. Simona aveva riaperto gli occhi e la guardava con aria divertita, mentre con la bocca continuava ad assaporare il membro. Dopo un po’ le disse: ‘Vieni qui, non farti pregare’.
Caterina abbandonò definitivamente i suoi pudori e si inginocchiò accanto all’amica. In un istante il membro passò da una bocca all’altra. Simona le si spostò alle spalle e le circondò i fianchi con le braccia, intanto le sussurrava all’orecchio: ‘Molto più divertente di un semplice scherzo. Certo ne avrai fatti nelle tua vita, ma così’ un piacere totalmente gratuito ed inaspettato. E’ meraviglioso’ così eccitante”. Le mani di Simona scesero lungo i fianchi di Caterina, prima si insinuarono sotto il vestito e poi dentro gli slip; quando le sue dita iniziarono ad accarezzarle il sesso, la trovarono già magnificamente umida di umori. Simona tornò ad accostarsi all’orecchi dell’amica dicendole: ‘Sei così calda’ appena ho visto quest’idiota sprecare le sue energie ho subito capito che potevamo fare un bel gioco nel quale anche tu ti saresti divertita tantissimo. Sei splendida”.
Caterina era stretta tra il membro del ragazzo che le arrivava quasi in gola e Simona che esplorava tutto il suo corpo con le mani. Sentiva che il piacere stava per arrivare al culmine, sentiva di non poter rimandare oltre il suo orgasmo. La sua amica probabilmente lo capì ed aumentò decisamente l’energia delle sue mani: con una le stuzzicava clitoride, l’altra l’aveva portata tra i glutei e con un dito le tormentava il buchino di dietro.
Finalmente arrivò all’orgasmo, si sentii scuotere dall’interno, non riuscì a fare a meno di tremare dal piacere. Alle sue spalle Simona sussurrò: ‘Si, tesoro’ goditelo”. Improvvisamente sentì la bocca inondarsi di sperma, rimase immobile e il caldo seme la riempì quasi totalmente; Simona la tirò indietro e si chinò sulle sue labbra inserendole la lingua nella bocca.
Si baciarono a lungo e con le lingue si scambiavano il seme che lentamente colava fuori dalle loro labbra.
Quando si staccarono Caterina vide Simona che le sorrideva con ancora i segni del loro bacio sul viso. Le accarezzò la guancia e disse: ‘Sono molto contenta di averti incontrata di nuovo’.
Salutarono il loro nuovo amico e soltanto dopo qualche tempo pensarono che non sapevano nemmeno il suo nome.
Era ormai tempo di andar via da quella festa e dopo essersi risistemate nel bagno si scambiarono i numeri di cellulare con l’intento di vedersi ancora. Era una domenica mattina, Caterina dormiva profondamente sino a quando fu svegliata dallo squillare del cellulare. Simona la invitava a trascorrere il fine settimana successivo a casa sua, le disse: ‘Per consolidare la nostra amicizia’, le rispose di si.
Inutile dire che su Caterina regnava ancora un certo senso di imbarazzo dopo tutto quello che era successo a quella cena di compleanno dove aveva incontrato Simona dopo quindici anni di separazione. In particolare si sentiva a disagio in presenza dell’amica a causa di quei comportamenti così disinibiti dei quali quest’ultima si era resa protagonista. Nonostante ciò Caterina non poteva che essere attratta dal forte carisma della ragazza e da quell’idea di totale libertà che essa trasmetteva.
Il pomeriggio del venerdì successivo Caterina uscì dalla città per recarsi nella villa che le era stata indicata telefonicamente. Appena arrivata rimase quasi abbagliata dal lusso che avevo davanti agli occhi: un enorme viale alberato portava dal cancello d’ingresso fino alla villa, la quale era veramente enorme; avrebbe scoperto più tardi che non mancava proprio nulla a quel posto: piscina, piscina coperta, campo da tennis, grande parco e tutto ciò che si può immaginare. Posteggiò la macchina e le venne subito incontro la padrona di casa che la accolse con un grande sorriso e indosso soltanto una canotta e un paio di shorts. Simona metteva in mostra un fisico eccellente, non molto alta, ma con delle forme decise e sensuali; la pelle ambrata dall’abbronzatura e i lunghi capelli castani accoppiati a due grandi occhi del medesimo colore completavano il quadro. Caterina era sicuramente meno appariscente dell’amica, dal fisico esile, ma più alta; capelli biondi, occhi azzurri ed i seni minuti la rendevano una bella ragazza, ma non sensuale come la padrona di casa.
Mentre attraversavano l’interno della casa, Simona spiegò che suo padre era, come sempre, fuori per lavoro e quindi avrebbero avuto la casa tutta per loro, dato che i domestici andavano via il weekend. Fece vedere alla sua ospite la sua stanza (che da sola era grande quasi quanto casa di Caterina) e le disse che avrebbero dormito insieme, in effetti il letto era persino più grande di un normale letto matrimoniale. Non c’era niente di male nel dormire con un’amica, pensava Caterina, lo aveva fatto decine di volte, ma dopo quello che era successo a quella festa di compleanno, si sentiva un po’ in imbarazzo.
Si trasferirono entrambe in un salottino e Simona, da brava padrona di casa, offrì all’amica una bevanda fresca. Iniziarono a chiacchierare allegramente, così Caterina riuscì finalmente a sentirsi un po’ più a suo agio e a scacciare quella sensazione d’imbarazzo che l’aveva accompagnata sin dai primi passi in quella casa. Questa sua condizione di tranquillità interiore fu però dissolta dalla domanda di Simona: ‘Hai mai ripensato alla festa?’. Cercando di salvare almeno le apparenze, Caterina rispose: ‘Un po”. L’amica la guardò con un grande sorriso e si adagiò meglio sulla poltrona che la ospitava, poi la incalzò: ‘E che cosa te n’&egrave sembrato?’. Caterina cercava invano di trovare il giusto spazio sul divanetto che sembrava diventare sempre più piccolo e scomodo, infine raccolse tutto il suo autocontrollo e rispose: ‘Strano’ senza aggiungere altro distolse lo sguardo dall’amica che le stava seduta di fronte e senza alcuna sete bevve dal bicchiere.

Simona sorrise nuovamente, stavolta era evidente che avesse capito in che stato si trovasse l’amica, lei al contrario sembrava tranquillissima, come se stesse parlando di cinema o di scarpe. ‘Capisco’ aggiunse e continuò dicendo: ‘Sai per me &egrave stata una serata piacevole, si insomma’ nulla che non avessi già fatto. Se c’&egrave una cosa che mi piace veramente tanto quella &egrave il sesso. Da quando l’ho scoperto a 14 anni non sono più riuscita a farne a meno.’ Simona sospirò, poi come se parlasse a se stessa continuò: ‘Che meraviglia! Con chi o come non ha lacuna importanza, ciò che conta &egrave farne il più possibile. Per questo motivo l’altra sera non ho potuto resistere e ti ho coinvolta in quella faccenda, quindi ti chiedo scusa se in qualche modo ti ho recato fastidio’.
Nonostante Caterina stesse scrutando la sua bevanda, aveva ascoltato in silenzio le parole di Simona e più l’amica parlava più capiva i suoi gesti della sera trascorsa insieme, capiva il desiderio nell’ingoiare il membro di quello sconosciuto, le parole provocanti sussurrate all’orecchio, le sue mani che le esploravano il corpo. Tutto quello che riuscii a dire fu: ‘Capisco’, anche se la parola era la stessa pronunciata da lei qualche istante prima, non aveva di certo la stessa determinazione.
Simona continuava a guardarla sorridente, non si era per nulla scomposta a causa del racconto, sembrava che trattare certi argomenti non fosse per lei un problema. Adagiò la testa sulla schienale della poltrona e fece lentamente scivolare la mano destra lungo tutto il corpo sino ad arrestarsi sull’inguine. La sua immobilità durò poco e la mano iniziò a massaggiarla attraverso gli shorts; il sorriso dal suo volto era scomparso e disse: ‘Rilassiamoci un po”.
Questa mossa colse Caterina totalmente impreparata, non avendo assolutamente idea di cosa fare, rimase impietrita a fissarla. La padrona di casa quasi le lesse nel pensiero e disse: ‘Tranquilla, sei libera di fare ciò che vuoi. Io ho bisogno di qualche minuto per me stessa’; mentre pronunciava queste parole si era sfilata gli shorts. Il suo sesso totalmente depilato sembrava un rosa non del tutto schiusa.
Simona si accarezzò per qualche istante poi si portò quella stessa mano alla bocca succhiando avidamente gli umori di cui si era bagnata, disse: ‘E’ dolcissima’ e intanto fissava l’amica di fronte a lei. Caterina sentiva quello sguardo che le scrutava ogni singola porzione del corpo, era in grande imbarazzo, ma contemporaneamente si sentiva fortemente desiderata.
La mano di Simona mano tornò quasi subito tra le cosce e delicatamente ricominciò ad accarezzarsi; la ragazza era lentamente scivolata sulla poltrona e adesso le sue gambe spalancate permettevano una vista completa delle sue nudità.
Fino a quel momento Caterina era rimasta perfettamente immobile ad osservare i movimenti dell’amica, ma sempre più sentiva di voler far sua quell’esperienza e voleva condividerla con la ragazza di fronte a lei. Rapidamente si sfilò i jeans e gli slip, si sedette su un bracciolo del divano ed iniziò a stuzzicarsi il clitoride. Intanto Simona si era spostata leggermente di fianco per poter vedere meglio e continuava, adesso a gran velocità, la sua danza del piacere. Caterina sentiva quegli occhi puntati sulla sua zona più intima che accompagnavano le esplorazioni delle dite e ciò le piaceva da impazzire.
Dopo poco Caterina capì che l’orgasmo stava per arrivare per entrambe, così dopo essersi penetrata con due dita quasi con violenza, iniziò un rapido movimento circolare su tutto il sesso con l’intera mano; Simona, in ginocchio sulla poltrona, imitava ogni suo movimento. In pochi istanti entrambe godettero di un orgasmo straordinario e dopo tanto silenzio l’intero salotto fu riempito dai gemiti.
Rimasero qualche minuto sdraiate li dove si trovarono, immobili in pose sconce. Poi Simona, come se nulla fosse, chiese: ‘Ti va di cenare?’; Caterina si riscosse dal torpore e con le mani si coprì il sesso ancora nudo, mentre diventava rossa in viso per l’imbarazzo. Rispose di si con un cenno della testa e rimase seduta ad osservare l’amica che nuda si avviava verso la cucina.
Rimasta sola Caterina disse fra se e se: ‘E siamo soltanto al venerdì sera” La cena trascorse tranquillamente. Caterina e Simona stavano iniziando ad entrare sempre più in sintonia e l’episodio del pomeriggio non aveva fatto altro che migliorare ancora di più il loro rapporto. Ma ovviamente la padrona di casa aveva ancora voglia di stupire e infatti, mentre facevano i piatti, disse: ‘Verso le 11 verrà a trovarmi un mio amico, sa che sono sola in casa e non vuole farsi sfuggire quest’occasione’. Caterina stava per risponderle che non avrebbe creato alcun problema, ma Simona non le diede il tempo di replicare e aggiunse: ‘Mi farebbe molto piacere che tu restassi a guardarci mentre lo facciamo, veramente molto piacere’, mentre parlava si era avvicinata così tanto all’amica che ne poteva sentire il respiro sulle labbra. La spregiudicatezza dell’amica obbligava Caterina a sentir ritornare quella sensazione di imbarazzo del pomeriggio, proprio nel momento in cui credeva di aver superato quello stato d’animo.
La proposta era strana, ma accattivante. Era chiaro che Simona lo faceva per trarne maggiore eccitazione, ma questa si ripercuoteva anche sull’amica innescandone la curiosità. Caterina raccolse tutto il suo coraggio e rispose fingendo sicurezza: ‘Perché no!’. Simona sorrise e disse: ‘Benissimo, andremo tutti quanti nella piscina interna, ma prima tu ti sarai nascosta nell’anticamera della sauna. Lì c’&egrave una porta che da direttamente sulla piscina, questa porta ha al centro una griglia in legno, così potrai guardare senza essere vista dal mio amico, ma ricorda che io so che sei li’; queste ultime parole furono accompagnate da un’inaspettata dolce carezza sul viso. Rapidamente Simona indossò un bikini e, mentre erano ancora nella sua stanza, diede all’amica una scatola di scarpe. Leggendo lo stupore sul volto di Caterina le spiegò: ‘Quando sarà tutto cominciato apri la scatola, in quel momento capirai’.
Caterina raggiunse la sua postazione, in effetti Simona aveva ragione, con la luce spenta in quella stanza e accesa dall’altra parte della porta, avrebbe visto chiaramente tutto ciò che accadeva in piscina senza correre alcun rischio di essere individuata dal ragazzo. Mentre era immersa nei suoi ragionamenti sentì la voce dell’amica che pian piano si avvicinava; quando fu abbastanza vicina capì che stava dicendo: ‘Mi ero completamente dimenticata che saresti venuto così stavo per farmi una nuotata, vuoi farmi compagnia?’. La risposta arrivò in un attimo dal ragazzo che era appena entrato nella stanza: ‘Mi piacerebbe molto, ma non ho il costume’. Era un ragazzo normale, certamente non brutto, ma nemmeno uno di quelli che ti fa arrossire soltanto a guardarlo. Simona aveva ovviamente preparato tutto e fu rapida nel dire: ‘Non ti preoccupare, non ne hai bisogno, non sono una ragazza timida’. Il ragazzo non se lo fece ripetere e si sfilò immediatamente la maglietta, con un balzo Simona quasi si avventò sui pantaloni di lui giustificandosi: ‘Così non perdiamo tempo’ e con fare esperto glieli sfilò in un lampo. Dalla sua postazione Caterina vedeva chiaramente il rigonfiamento che si era venuto a creare sotto gli slip dell’ospite. Ovviamente questo particolare non era sfuggito nemmeno a Simona che subito passò all’attacco dicendo: ‘Per non farti sentire in imbarazzo mi spoglio anch’io’ ed in pochi secondi il suo bikini giaceva sul pavimento. Il ragazzo intanto aveva finito di spogliarsi rivelando alle due ragazze che lo osservavano il suo membro completamente eretto. Simona si finse stupita e con voce innocente chiese: ‘Come mai sei eccitato?’. Il tipo non disse una parola, probabilmente tutto il suo sangue era affluito in un’unica parte del suo corpo e di sicuro non si trattava del cervello. Senza fare troppi complimenti, Simona si era rapidamente accostata a lui e aveva iniziato a masturbarlo con entrambe le mani.
La vista di quel membro così meravigliosamente eretto accarezzato da quelle mani così esperte, fece scaturire in Caterina un’incontrollabile desiderio di toccarsi. Così si spogliò totalmente e iniziò a massaggiarsi il sesso senza distogliere mai l’attenzione da ciò che succedeva al di la della porta.
Intanto Simona si era inginocchiata davanti al ragazzo e aveva iniziato ad assaporare con la bocca il membro, senza però trascurare di masturbarlo con una mano. Di tanto in tanto distoglieva lo sguardo dal viso estasiato del compagno e guardava in direzione della porticina della sauna. Caterina sapeva che l’amica non riusciva a scorgerla, ma il solo vedere i suoi occhi indirizzati verso di lei la faceva colare dal piacere ed accelerava i battiti del suo cuore.
Caterina si ricordò in quel momento della scatola che l’amica le aveva dato qualche minuto prima. Una volta aperta non si sentì affatto sorpresa di aver trovato quella cosa: si trattava di un fallo in lattice. Lo prese in mano dalla base e lo osservò per un attimo dondolare davanti ai suoi occhi.
Fu riscossa dai suoi pensieri dalle parole di Simona: ‘Bravo’ così’leccamela tutta’dai’mangiala”. Si accostò nuovamente alla griglia e vide i due sdraiati per terra immediatamente accanto alla piscina con Simona che, con le gambe spalancate, teneva la testa del ragazzo schiacciata tra le sue cosce.
Caterina decise che era arrivato il momento di utilizzare il suo nuovo giocattolo, lo cosparse per bene di saliva e, dopo essersi inginocchiata davanti la porta, iniziò docilmente a penetrarsi via via sempre più a fondo. Lasciava quel corpo estraneo scivolare dolcemente, ogni tanto lo osservava sparire per tutta la sua lunghezza dentro, ma poi, curiosa, tornava subito ad osservare la scena che si svolgeva ad un paio di metri da lei.
Simona a gattoni rivolgeva il viso verso di lei, come se cercasse di vincere l’oscurità che nascondeva l’amica ai suoi occhi; intanto il ragazzo inginocchiato dietro di lei la penetrava tenendola dai fianchi. Caterina rimase quasi ipnotizzata dai seni della ragazza che ondeggiavano spinti dai colpi di lui. La vedeva sorridente e ogni tanto spingersi indietro per godere a pieno di qualche affondo particolarmente vigoroso. Dopo qualche minuto Simona disse: ‘Adesso mettimelo di dietro’, il ragazzo non si scompose e senza esitare passò il suo attrezzo da un buco all’altro.
Caterina osservava la scena in silenzio godendosi il suo intimo gioco. Di tanto in tanto tirava fuori quell’oggetto magico e ne leccava gli umori che lo ricoprivano, ma subito doveva farlo tornare al suo posto dove avrebbe svolto al meglio il suo compito. Mentre con una mano manovrava il giocattolo con l’altra si accarezzava delicatamente il clitoride. L’orgasmo era ormai imminente e per non urlare dal piacere si strinse il labbro inferiore tra i denti, ma esattamente in quel momento i gemiti di Simona divennero delle urla e quasi fissandosi negli occhi raggiunsero entrambe l’orgasmo.
Dopo il piacere provato l’amica si preoccupò di ricambiare il favore al suo compagno, così, mentre lui rimaneva inginocchiato nella stessa posizione, lei si sdraiò sul pavimento in modo da posizionarsi con la testa sotto il membro di lui. In quella posa Simona avrebbe potuto con i piedi toccare la porta dietro la quale Caterina si riparava, ma contemporaneamente le permetteva di osservare l’interezza del suo corpo nudo e anche il membro di lui era in bella mostra, cosa che sarebbe stata impossibile in altre posizioni. C’era un che di ordinato nella follia della ragazza.
Nonostante avesse appena provato un orgasmo eccezionale, Caterina non poteva non sentirmi terribilmente attratta dalla scena che aveva di fronte: Simona masturbava con grande forza l’asta del suo compagno, mentre con l’altra mano si accarezzava o penetrava il sesso. Lo sguardo dietro la porta si spostava alternatamente tra le intimità di lui e quelle di lei, fino a quando non notò che il glande era ormai di un rosso accesissimo e pronto ad esplodere di piacere. Simona continuava la sua opera con grande decisione: a denti stretti cercava di far scorrere la sua mano più velocemente possibile. Improvvisamente il ragazzo chiuse gli occhi e il suo membro iniziò a schizzare violentemente, a causa della continua sollecitazione di Simona, gli schizzi prendevano tutti direzioni diverse. Lo sperma arrivò persino immediatamente davanti la porta. La maggior parte del seme comunque si adagiato sul corpo della padrona di casa, la quale aveva cercato di raccogliere con la bocca tutto quel liquido bollente che le gocciolava sul viso, ma senza successo.
Dopo qualche minuto di assoluto silenzio, Caterina si era disinteressata ai due dietro la porta e sdraiata sul pavimento cercava un po’ di riposo dopo le fatiche appena sostenute; si addormentò di li a poco. Fu svegliata dal rumore della porta che sia apriva. Una volta schiusi gli occhi vide Simona in piedi che la guardava sorridente, mentre con un asciugamano cercava di ripulirsi il corpo dai segni che il sesso aveva lasciato su di lei. Disse: ‘Vedo che anche tu ti sei divertita. Ti &egrave stato utile il giocattolino? Io vado a farmi una doccia e poi vado a letto. Non preoccuparti il tipo l’ho già mandato via’. Mentre raccoglieva il bikini da terra aggiunse: ‘Sarà una splendido weekend’.

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