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Erotici Racconti

Sopra Quarzo e Granito

By 9 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

(A due amici di Torino e a tutti gli altri ‘assenti in cammino’ )

Non ho mai capito perché, per ricostruire il genoma umano, i biologi perdano il loro tempo guardando attraverso il freddo oculare di un microscopio. E similmente gli strizzacervelli, per ‘sezionare’ pulsioni e passioni umane, si arrovellino dinanzi a lettini straordinariamente asettici, gli stessi sui quali poi osservano, comodamente sdraiati, i loro civilissimi pazienti.

Eppure, sia gli uni sia gli altri dovrebbero sapere che tutto ciò che anelano svelare si trova in bella mostra sopra Quarzo e Granito, i costituenti principali di quasi tutte le spiagge del mondo’

Domenica mattina. Sono sceso in spiaggia col sole già alto e l’ho percorsa tutta, quasi un chilometro senza mai fermarmi. Perché è lì che, se ne sei capace, puoi leggere fino in fondo il mistero delle passioni umane. è come se, esponendosi al sole privi di indumenti, uomini e donne mettessero a nudo anche la propria anima, svelandosi così come in nessun altro luogo avrebbero il coraggio di fare.

Comincio la mia passeggiata – boxer, t-shirt, telo da mare, cappello di paglia, occhiali da sole – ed osservo attentamente tutto e tutti, concentratissimo, perché è come leggere il grande libro dell’umanità il passeggiare sulla spiaggia. Di domenica mattina, poi, il libro è anche più ricco’

Due sono appena arrivati, hanno infilzato l’ombrellone sulla spiaggia ed ora si stanno spogliando per sdraiarsi al sole. Una coppia stanca, sui venticinque anni. Lei orgogliosa del suo ‘due pezzi’ che a mala pena riesce a contenere carni sfiorite e già in lotta con l’inevitabile cellulite; lui grezzo, grassoccio, puzzolente di sudore e stressato prima ancora di iniziare la sua giornata. Passo oltre, senza neppure pensare.

Poco più avanti, un trio: uomo, donna e piccolo bambino. Visione idilliaca, se non fosse che la donna, forse neppure trent’anni, dimostra almeno dieci anni di più e l’uomo, scocciato dal solito broncio della sua compagna, dedica tutte le sue attenzioni al piccoletto – che forse, irriconoscente, un giorno gli ‘piscerà’ pure in testa!

Ed intanto cammino, cammino ed osservo tipi e tipologie umane in bella mostra sopra Quarzo e Granito.

Adesso un’altra coppia, due stranieri. Lei è distesa al sole in topless, fisico niente male, lui le sta accanto e si sollazza leggendo un quotidiano. D’un tratto, però, il tipo si accorge del nuovo arrivato che sta per passargli davanti, si alza immediatamente in piedi, sussurra qualcosa alla sua compagna. E a questo punto rallento un istante perché sono proprio curioso di guardarlo negli occhi. Carne flaccida – come supponevo! – sulla quale spicca assolutamente fuori luogo anche un piccolo tatuaggio. Un francese arrogante che sfoggia un costume senz’altro buono come bandiera a scacchi della formula uno. Magari avesse le palle per portarlo, quel costume! In un attimo, capisco che è geloso, che non possiede la giusta sensibilità per rallegrarsi se qualcun altro osserva la sua donna. Non può certo immaginare la pena che provo per lui, considerato che, dal mio personalissimo punto di vista, la gelosia ossessiva equivale semplicemente ad ‘insicurezza’!

Vado avanti, la spiaggia è lunga e non posso fermarmi.

è il turno di un’altra coppia. Sono due che, se decidessi di chiedere loro in che rapporto stiano l’uno all’altra, mi risponderebbero di sicuro che sono ‘semplici amici’. Ma quali amici e amici, fatemi il favore! L’amicizia può esistere solo quando da entrambe le parti non esiste attrazione fisica, ma si capisce subito che tra loro le cose vanno in modo ben diverso. Lui, infatti, guarda lei con lo sguardo da pesce lesso e lei probabilmente non aspetta altro che lui allunghi le mani tra le sue gambe. La scena è pietosa: lui che cerca di mascherare in tutti i modi la sua vistosa erezione e lei che continua a fingersi ‘disinteressata” Non ho tempo da perdere, queste scene le ho già viste decine di volte! Così proseguo la mia passeggiata su quel tappeto caldissimo di Quarzo e Granito.

Sono appena a metà del percorso, eppure la spiaggia mi ha già offerto esempi di alcune tra le relazioni umane più ricorrenti.

Ancora pochi metri, ed ecco davanti a me una figura isolata, un uomo all’incirca della mia stessa età. Mi guarda mentre mi avvicino, sorride, con la lingua si inumidisce le labbra e noto che, contemporaneamente, porta le mani sopra il suo sesso. Sta forse cercando di dirmi che gli piaccio? Certo, il trasporto che come Bilancia provo per l’armonia e per il bello non mi ha mai fatto escludere, a priori, la possibilità di andare a letto anche con un altro uomo, ma di sicuro ci vorrebbe ben altro per sedurmi, molto di più che un così squallido approccio! Poi, però, mi rendo conto che per certe cose non esistono probabilmente approcci di tipo diverso, ed è semmai la mia natura di maschio fondamentalmente etero e dominante a rendere sgradevole le avance di quello e di altri uomini! E così passo oltre, nascondendo a stento un lieve sorriso che già compare sulle mie labbra.

Mi sposto sul bagnasciuga. Sulla destra, a pochi metri in mezzo al mare, vedo finalmente anche due che scopano. L’uomo è di spalle e la donna gli sta aggrappata addosso a cavalcioni. Sono abbracciati, l’acqua li copre per tre quarti della loro altezza ed il loro lento oscillare è segno inequivocabile di ciò che stanno facendo. La donna mi osserva passare sulla battigia, mi sorride da sopra le spalle di lui, socchiude gli occhi. Ho netta la sensazione che in quel momento stia tradendo il suo uomo col pensiero: sono lusingato dal suo sguardo, ma non posso fermarmi. La cosa, tuttavia, mi porta a riflettere.

Mi chiedo quante altre volte quella donna abbia cavalcato il suo uomo immaginando di tenere dentro di sé il sesso di un altro uomo. E quante volte lui, ignaro di tutto, abbia creduto di essere il migliore degli amanti possibili. Oppure le cose vanno in realtà diversamente? Non sarà forse che anche lui, in questo momento, stia pensando di fottere qualche altra donna? Per avere risposta, dovrei mutarmi in una bella donna e ritrovarmi a passare sulla spiaggia con i due in posizioni scambiate: solo così potrei guardare lui negli occhi e leggere la sua reazione!

All’improvviso, mi accorgo che dalla sinistra almeno dieci paia d’occhi mi stanno fissando con insistenza: classica famiglia sotto l’ombrellone, grandi e piccini impegnati a divorare anzitempo piatti di pasta al forno e panini imbottiti! Uomini e donne della famiglia mi guardano perplessi, quasi incuriositi. Riconosco quella che deve essere la madre, un corpo invecchiato e sfibrato dai tanti parti e, tuttavia, lo sguardo paradossalmente beato di chi nella vita non ha avuto il tempo neppure di pensare, ritrovandosi all’improvviso madre di uno, due, tre, quattro figli. Il capofamiglia si sposta, abbranca con le mani una grossa anguria, la guarda ammirato – sta forse tentando un confronto col ventre indecente della moglie? Poi la divide a metà con un enorme coltello’

Sono sempre in cammino, e adesso mi vengono incontro due donne non più giovanissime. Camminano sulla battigia perché pare faccia bene alle gambe, ma in realtà è una buona occasione per sparlare delle proprie giovani nuore – oppure degli ex-mariti? Mi passano accanto, senza neppure vedermi, e incrociandole riesco a captare appena qualche parola, giusto quanto basta per capire che non mi sbagliavo: ”Pensa che quel porco mi ha lasciata per sbattersi la sua giovanissima tesista”. La signora parlerà pure col piglio di chi ha il dente avvelenato, ma non occorre essere dei sensitivi per riconoscere quale e quanta merda stia in cattedra nelle università!

Dirigo lo sguardo nuovamente sulla sinistra, verso monte, ed ecco alcuni metri più in là un’altra figura isolata, questa volta una donna. Sui quarant’anni, capelli tinti rosso mogano, crema solare, radiolina: senza dubbio una single ancora convinta di poter sedurre il mondo intero. Mi osserva, sorride ‘ sorrido -, ma non è una stazione alla quale ho intenzione di fermarmi! Ho la sensazione che abbia sciupato tutt’un’esistenza ad aspettare, a ‘vedersi vivere’ piuttosto che ‘a vivere’, senza accorgersi neppure per un istante che, nel frattempo, proprio quel mondo che lei si era tanto impegnata a sedurre, ha continuato a riflettersi sopra i suoi grandi occhiali a specchio rivelatisi un giorno tristemente fuori moda’

Mi sono lasciato alle spalle parecchie centinaia di metri, ed ora la spiaggia appare quasi deserta, le presenze sempre più rare. Un giovane fa scorrere le sue mani sul seno della sua ragazza, quella però le allontana ‘ stupida! -, lui allora si sdraia poco lontano e si addormenta sotto il sole. Poco più avanti, altre mani si muovono furtive, si insinuano sotto un giovane corpo di donna disteso, ne cercano il pube, si fermano.

Poi le immagini diventano improvvisamente confuse, mi sembra che si rincorrano come scontati episodi della vita: i lunghi fidanzamenti, le storie che si trascinano, i matrimoni sbagliati, le tristi solitudini. La morte della passione. Tutto impastato in un déjè vu che non ha proprio nulla di rassicurante.

E a questo punto mi chiedo, inevitabilmente, a quale tipologia appartenga io stesso.

Come sempre, mi rincuora riconoscermi ancora una volta tra gli ‘assenti’ che sono ‘in cammino’. Gli assenti di quella e di innumerevoli altre spiagge del mondo, perché sono lì, è vero, eppure non appartengo a nessuna delle categorie umane individuate poco prima sul tappeto di Quarzo e Granito. E sono felice di sapere di non essere il solo tra gli assenti in cammino, perché anche altri ve ne sono dispersi per il pianeta.

Penso, ad esempio, a quegli altri che trovano ancora il coraggio di avventurarsi senza una meta precisa – e a volte anche sotto la pioggia! – tra le scogliere ed i megaliti della Bretagna, lasciandosi alle spalle le ambizioni, gli errori della vita e le formalità e i pregiudizi; gli stessi che tra una sigaretta e l’altra magari litigano per la paura di non sapere cosa li attenderà domani, ma che pure finiscono sempre col cercarsi con gli occhi e riscoprirsi ancora innamorati sotto il cielo stellato di una notte d’agosto’

Una ragazza fissa il mare a pochi metri da me, sul suo volto scorrono calde le lacrime. Vedo un ragazzo allontanarsi da lei in direzione opposta alla mia. Qualcun altro, più in là, si diverte a rincorrere un pallone. Ed allora capisco che forse è proprio in quel sottile alternarsi tra gioia e dolore, tra serenità ed inquietudine che si cela la felicità.

Non c’è più spiaggia davanti a me, posso solo tornare indietro. Allora decido di immergermi. E di nuotare ‘ anche per gli altri ‘assenti in cammino’ – libero e solo verso l’orizzonte’

(scritto nei pressi di Cefalù il 18/08/’02)

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