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Erotici Racconti

Star Whores

By 24 Maggio 2005Dicembre 16th, 2019No Comments

anno stellare 3026. I soli del sistema di Pelagiad erano bassi sul cielo irrorando di luce vermiglia le aride distese del pianeta. La stella doppia irrorava talmente calore che l’unica possibilità di insediamento era in prossimità dei poli. Rendendo le zone equatoriale lande deserte attraversate solamente da avidi predoni della sabbia alla ricerca di carovane che facevano la spola tra le due zone più temperate. L’estrema povertà del pianeta aveva favorito la formazione di una grande delinquenza, oltre a una dilagante corruzione. La scarsa importanza economica e strategica di questo pianeta esterno aveva lasciato alle famiglie aristocratiche del pianeta ampia indipendenza nei confronti dell’Alleanza Orientale, una delle varie fazioni che tentava di allargare le proprie zone di influenza nell’universo a scapito delle altre, in una guerra senza vincitori né vinti, silenziosa, talmente impegnativa che si era rinunciato a utilizzare forme di vita umanoidi per combatterla, almeno sulla prima linea, a causa dell’enorme numero di perdite, ma soprattutto da un punto di vista di sostenimento e di rimpiazzo. Da qualche centinaio di anni gli si preferivano sempre più truppe di automi, molto più fedeli e spietati. Lasciando agli esseri viventi, di qualsiasi razza, i compiti di sorveglianza o contenimento. L’unico pensiero delle famiglie era offrire una quota per sostenere la causa comune, ma in realtà era una tassa che pagavano per tenere lontani i burocrati dell’alleanza che avrebbero leso gli interessi di tutti. A parte rare occasioni le famiglie erano in lotta fra loro, creando e infrangendo fragili alleanze per il controllo del pianeta che ogni tanto portavano alla decadenza di una di loro. La Casa di Zaion era una di queste, aveva pagato cara l’incompetenza e la fragilità del suo signore e dopo aver perso tutte le sue alleanze fu sciolta dando la possibilità ad alcuni di poterla rinnegare per unirsi a una delle casate che avevano contribuito a distruggerla. Il signore e i parenti prossimi del signore, non ebbero la stessa clemenza, fu deciso che il signore e le sue tre figlie fossero venduti come schiavi. Le ultime risorse di famiglia furono utilizzate dal signore per tentare di indirizzare le figlie da persone fidate, ma l’asta sarebbe stata dura, oltre alle famiglie ci sarebbero stati clan guerrieri e di predoni, oltre che ai vari mercanti di schiavi. I prigionieri erano stati tenuti in celle singole, negandogli gli ultimi momenti assieme. Nevena, Lilith e Ules erano famose per la loro bellezza, e il padre sapeva che non sarebbero bastati le poche risorse rimaste per corrompere almeno 4 funzionari e pagare per tutti. Non ebbe il cuore per decidere così fece in modo che almeno una delle figlie si potesse salvare e diede tutto a un’unica persona, lasciandogli fare a lui la scelta. Nevena era la primogenita, sarebbe dovuta diventare lei, un giorno la signora della casa di Zaion, alta, dai lunghi capelli biondi, e dai lineamenti morbidi aveva una bellezza e dei modi che lasciavano senza fiato, si assomigliava molto a Ules, la più giovane delle sorelle. Lilith, la seconda sarebbe stata destinata, come Ules, a sposare un rampollo di qualche famiglia rivale per ingraziarsela. Era di una bellezza meno raffinata rispetto alle altre due sorelle, più provocante aveva dei capelli ricci castani che portava lunghi fino alle spalle, labbra carnose e un fisico giunonico e procace che avrebbe fatto gola ai mercanti di schiavi.

Erano passati 7 giorni, dalla loro cattura, erano state tenute in celle umide e buie, senza la possibilità di parlare con nessuno. Nel buio della sua cella Lilith aveva smesso di pensare, stava con lo sguardo fisso nell’oscurità, avrebbe avuto freddo, se si fosse risvegliata da quello stato. A volta sentiva in lontananza delle urla di dolore, sembravano venire da distanze inimmaginabili tanto era assorta nel suo nulla; i primi giorni aveva sentito la sorella Ules piangere per la paura, non aveva tentato di rincuorarla. Dal secondo giorno aveva sentito i carcerieri entrare nella cella di Nevena, l’aveva sentita urlare, piangere, i rumori di colpi che spezzavano le sue suppliche e le offese delle creature che la possedevano a turno. Per non impazzire si era estraniata ma a volte le giungevano ancora delle urla. Nella sua cella Nevena aveva smesso di opporsi, aveva capito che alle sue urla di aiuto non sarebbe accorso nessuno; da due giorni non mangiava neanche più stava distesa sulla schiena con le game aperte insozzate di liquido seminale;il vestito con cui era stata imprigionata ora era strappato in vari punti, sudicio e puzzava di sperma, ai lati della bocca aveva un po’ di sangue, come unica risposta alle sue urla aveva ricevuto pugni che le avevano fatto saltare due denti . I carcerieri che si sollazzavano col suo corpo si erano resi conto della sua inerzia, così che le avevano tolto le catene dai polsi per passarsela meglio. Reagiva solo ogni tanto con dei lamenti di dolore mentre la violavano. Svuotarono il boccale da cui si versava dell’acqua marrone e lo riempirono di sperma che poi la costrinsero a bere e a versarsi addosso. A un certo punto erano entrati in otto, dopo due ore svenì per la stanchezza e la fame, ma loro continuarono fino a che non furono abbastanza appagati. Quando si risvegliò ebbe dei conati, non riuscì ad avvicinarsi al secchio e vomitò sul pavimento, liquido bianco insieme alle secrezioni dello stomaco, che andarono a insozzare il pavimento e dove rimase ad attendere il prossimo turno mentre i suoi lunghi capelli dorati vi si sporcavano ulteriormente; quando tentò di andare di corpo sentii che espelleva dal proprio corpo sperma quando provò fare pipì, uscì urina mista a liquido bianco.

Lilith non poteva immaginarsi tutto quello che stava passando la sorella; arrivò il girono dell’asta, dopo 7 giorni di carcere il suo vestito era sporco e la sua pelle pallida, furono messe in fila assieme agli altri schiavi che dovevano essere venduti tenuti attraverso delle catene che teneva loro bloccati i polsi. Era dietro a Nevena; gli stracci che indossava ora erano il pallido ricordo del sontuoso vestito turchese che portava l’ultima volta che l’aveva vista, per quanto l’avessero lavata con getti d’acqua fredda emanava odore di sperma e di vomito. Il vestito che prima aveva un lungo strascico e delle lunghe maniche che coprivano le mani ora era strappato poco sotto il bacino e lasciando intravede il sedere violaceo della sorella che camminava con le gambe un po’ aperte, si vedeva che cercava di tenerle chiuse, ma più di così non ci riusciva; una manica era mezza strappata all’altezza della spalla, l’altra era sparita. Camminava a piedi nudi sulla terra battuta e le lunghe gambe lisce erano nude

Gli schiavi furono fatti camminare in mezzo ad ali di mercanti che ogni tanto strattonavano un elemento che sembrava più interessante, per valutarne lo stato fisico. Nessuno toccò le tre sorelle. La lunga fila di schiavi fu portata dietro a un palco e furono fatti salire gli schiavi a due a due. Quando toccò a sua sorella, lilith sentì il banditore salire di voce per descrivere la mercanzia, mentre la folla si azzittiva. Il funzionario corrotto, fu mosso a compassione e comprò la giovane sottraendola a una casata rivale che aveva pagato di nascosto gli aguzzini per permettere loro l’immunità in cambio del trattamento ricevuta dalla rampolla della casa di Zaion. Conscio del fatto che ora mai non poteva fare altro per le altre due si allontanò dall’asta.

Fu fatta salire sul palco Lilith, spintonata dalle guardie e con le catene che le limitavano i movimenti incespicò un paio di volte, il carcassiano accanto a lei, un umanoide di un metro e novanta col collo lungo e dalle pupille nere, col petto nudo per fare vedere la muscolatura possente, la resse per un attimo. Il banditore iniziò a elogiare i due schiavi mentre impazzavano le offerte che salirono vista la bellezza della giovane. Il banditore ebbro per la prospettiva dei facili guadagni prese per la vita la giovane e la spinse contro di sé strappandole il vestito fino alla vita mettendo in mostra i seni della giovane. La folla ruggì dall’eccitazione.
– chi non ha mai sssognato una nobile che ci risscaldasse il letto senza che ssi rifiuti di fare ciò che gli ordiniamo? guardate che corpo, basssta per farvi felici per un paio di vite.- e intanto soppesava una mammella della giovane palpandola e mostrandola agli acquirenti- I sssuoi capelli ‘ prendendone in mano una ciocca e aspirandone l’odore- potesste ssentire che profumo’
Lilith stava per svenire dalla vergogna il banditore si strusciava contro di lei sotto gli occhi di tutti tentava di coprirsi i seni ma il banditore riusciva a tenerglieli in mano mentre due guardie gli tenevano le catene tese.
Poi gli strapparono la parte finale del vestito lasciandola con un semplice cingilombi della consistenza di una piuma, la fece voltare e la costrinse a piegarsi in avanti per mostrare il culo mentre gli dava delle forti pacche che la facevano sussultare, preso dall’eccitazione il banditore abbranco le natiche della ragazza e iniziò a palpargliele forte e a impastarle mentre estraeva la sua lingua retrattile e dopo averla passata sulle natiche si insinuò dentro il cingilombi andando a cercare la figa della giovane. Lilith iniziò a piangere, cerò inutilmente di soffocare i singhiozzi mentre il suo prezzo raggiungeva somme considerevoli. Fu venduta a un segretario di Chreet, noto quanto intoccabile capo di tutte le attività fuorilegge sul pianeta. Lilith fu portata via mentre la giovane Ules fu venduta assieme ad altre 10 ragazzine a un altro mercante di schiavi.

Lilith fu portata al suo acquirente col solo cingilombi addosso, questi la scrutò con i suoi occhi galli da anfibio, ma non fece altro che firmare il contratto a nome del suo superiore e gettarle una logora tunica che la giovane si avvolse addosso. La notte la passo dentro una tenda ai limiti del deserto Gaavi, quando la carovana sarebbe stata pronta sarebbero partiti alla volta del palazzo sotterraneo di Chreet. Si risvegliò nel suo giaciglio sentendo un corpo sopra di lei che si muoveva lascivo, il segretario era venuto a istruirla sul comportamento da tenere a palazzo. Ora la stava leccando sul collo mentre una mano la frugava dentro la tunica, lilith teneva gli occhi spalancati.

– ah che pelle liscia avete, voi nobili siete tutti così? il nostro padrone sarà contento di te e tu dovrai essere molto gentile con il nostro padrone e anche con me’
le aveva tolto la tunica,ora le palpava e strizzava le mammelle mentre cercava di baciarla sulla bocca. Se a lilith il contatto con quell’essere la faceva inorridire, al segretario piaceva sentire l’umiliazione della giovane che doveva sottostare ai suoi voleri, almeno finchè non fossero giunti a destinazione. Si abbassò i pantaloni e mostrò un membro tozzo e grosso, in pratica aveva solo la cappella; tirò i capelli alla giovane e la forzò a succhiarglielo.

– si prendilo tutto stupida schiava ti piace vero, non lo avevi assaggiato mai uno così.

Lilith non riusciva a farselo entrare bene in bocca, non tanto per la lunghezza o lo schifo ma proprio perché era largo di diametro

– tieni troia ti piace vero? Tieni. Tieni. Tieni
la usò nella bocca poi nella fica infine nel culo. Quando finalmente il segretario se ne andò la lasciò stesa sulla schiena, distrutta più nello spirito che nel corpo. La sua pelle bianca e liscia strideva con la rozza tunica che copriva le sue nudità, le giornate arroventate le passava sui Guar da carico, mentre ogni notte il segretario la sfiancava. Ripensava quando ancora nobile andava nelle scuderie a tormentare i Guar, manipolandogli i genitali fino a farli impazzire, poi aveva fatto amicizia con uno stalliere dal quale si era fatta sfottere in tutti i buchi; quando morì per un incidente, la giovane padrona tornò dai Guar, spompinando quei docili animali e facendoli diventare suo giocattolo erotico.

Nel crocevia del Foogi, unica oasi sulla strada per il palazzo di Chreet, il segretario concordò un acquisto di viveri per una notte con la giovane, il fatto che stesse per diventare il giocattolo del padrone incontrastato delle lande deserte aveva fatto aumentare la sua fama. Quando uscii fuori traballante sulle ginocchia dalla capanna del capotribù, lilith si rese conto che le sue urla erano state sentite da tutta la carovana, stremata si fece cadere sul suo giaciglio, dove poco dopo la raggiunse il segretario, dove la prese, e ancora e ancora.

Le ultime notti entrò nella sua tenda, ma non la toccò, le spiegò cosa sarebbe successo se il suo signore non l’avesse trovata di suo gradimento; Lilith chiese se gli avrebbero dato finalmente dei vestiti
– non te li sei ancora meritati- disse il segretario ‘ e vedi di essere più attiva di quanto sei stata con me altrimenti andrai in pasto a qualche animale del padrone, dopo essere stata data al suo esercito di predoni-
qualche giorno dopo attraversarono il cancello che permetteva il passaggio attraverso un immenso muro di cinta che circondava un’ampia depressione sui cui pendii erano arroccate delle stamberghe che conduceva al palazzo sotterraneo. Fu introdotta nelle sue stanze, dopo la dura vita del caravoniere, ora le sembrava tutto lussuoso, non molto tempo prima non sarebbe stata dello stesso avviso. Si fece un bagno, trovo degli unguenti con il quale si massaggio il suo giovane corpo. Passo un giorno. Non aveva altri contatti che con una cameriera, che si rivelo essere una delle varie cortigiane del padrone, le consigliò di non fare la ritrosa e di mostrarsi vogliose e piene di iniziativa se volevo continuare a rimanere nel palazzo, fuori dal quale nessuno si sarebbe preoccupato della mia situazione. La sera del secondo giorno arrivò,era una massa di carne della quale si riusciva a riconoscere una testa e la coda, aveva la faccia da rospo e la pelle viscida e squamosa aveva due arti minuscoli rispetto al resto del corpo che dovevano essere delle braccia e emetteva una sostanza viscida lungo tutto il corpo per poter strisciare con più facilità. Lo accompagnava il segretario che Lilith aveva già avuto modo di conoscere.
– mio signore, ha visto, non c’è niente di simile in tutto il grande deserto.
Lilith rimase semidistesa sul letto, poi ad un gesto del segretario si mise in giocchio per farsi valutare meglio.
– guardi che pelle, liscia, lucente, innocente.
Chreet emise un grugnito di approvazione e il segretario si affrettò a mettere un collare alla giovane e l’altro capo della lunga catena al suo signore prima di allontanarsi tra varie prostrazioni.
Passarono dei momenti lunghissimi.lilith aveva la gola secca.
– vuoi vivere? Disse con una voce roca, sgraziata
e senza attendere una sua risposta tirò con le sue minuscole braccia la catena. Lilith cadde in avanti, si rese conto che doveva comportarsi come non aveva mai osato prima se voleva salvarsi. Si alzò e iniziò a ballare lentamente con movimenti sinuosi e a toccarsi guardando chreet con gli occhi socchiusi.
– le piaccio padrone?sii mi dica che le piaccio, è così bello lei.
Si passava le mani sui fianchi larghi per poi salire e stringere i suoi seni grandi come meloni, per poi prendersi i capelli e tirarseli sopra la testa.
Intanto girava lentamente su sé stessa facendo dei movimenti circolari col bacino. Poi si accarezzò il bacino e si strizzò i seni, corrugando la fronte e socchiudendo le labbra turgide in un finto bacio.
– aaah padrone la prego..
Chreet tirò di nuovo la catena e la giovane fu trascinata contro il corpo sudaticcio e molle del suo padrone.
– sembri divertente, continua.
Lilith, rimasta senza fiato per la stretta del collare ci mise un attimo prima di riprendersi, a causa della stretta del colare che l’aveva lasciata senza fiato. Prese a strofinare le mani contro quella massa di carne purulenta e umida. Si strusciava con tutto il corpo, passava i capezzoli su quella pelle che sembrava di cuoio e vi strofinava il basso ventre. Non sapeva come fosse il suo membro, non ne aveva mai visto uno della sua razza, né ne aveva sentito parlare, a quello che vedeva, poteva anche non averne.
Chreet sembrava gradire, la prese sui fianchi con i suoi arti, che per quanto ridicoli la sollevarono con grande facilità, dopodichè estrasse una lunga lingua violacea che le percorse l’incavo dei seni, poi il collo e poi andare proseguire, mostrandosi di un lunghezza incredibile giù fino alle labbra per poi insinuarsi nel buchetto dietro.

Lilith gemeva, stava un poì esagerando le sue reazioni, ma iniziava a piacerle davvero. La lingua usci dal suo buchetto per poi entrare nella sua figha, scorreva veloce facendo colare goccioloni di saliva.

Gli occhi di lilith si rovesciarono mentre si lamentava piano. Quella lingua la stava tenendo in una stretta di libidine, le scorreva avanti e indietro lungo il collo, in mezzo ai seni, gli passava sulla bocca lasciandogli una scia di bava scivolosa sulla pelle. La fece appoggiare con i piedi x terra e con un brivido sentì che il suo padrone estraeva la lingua dal suo orifizio.

Lentamente percorse all’indietro il corpo della giovane che quando fu all’altezza dei seni li strinse per fargli fermare la lingua, Chreet attese. Lilith prese a stringersi le tettone contro quella liana di carne che sembrava potersi gonfiare a piacimento tenendola bene in mezzo alle tette; intanto con la punta della lingua il suo padrone gli solleticava i capezzoli. Intanto con la bocca scorreva avanti e indietro il pezzo di lingua che spuntava dai seni e che finiva nella bocca del suo padrone vermiforme era umida e calda, intanto lilith guardava il suo signore con occhi vogliosi.

Chreet ritrasse la lingua di nuovo nella sua bocca mentre con le bracci fece girare la giovane e la palpava i seni strizzandoli e lasciandoli.
– si mi piaci.- commento prima di far sollevare la parte inferiroe del suo corpo.
Lilith aveva immaginato che fosse la lingua il suo apparato riproduttore, sbagliava, non potendo vedere che sotto la pancia molliccia del mostro erano nascosti dei tentacoli dalla forma fallica si spavento quando uno gli si parò di fronte al viso.
– non ti piace forse?
– N.no è bellissim..UUHMHPFF- Lilith non riuscì a finire la frase che uno dei memmri gli si era infilato fino in gola soffocandola per un attimo. Iniziò un movimento veloce col suo tentacolo, nel quale la giovane cercava di prendere fiato tra un affondo e l’altro. Il secondo membro gli entro nella figa che stava colando dall’eccitazione e inizio a fotterla mentre il terzo si sistemò in mezzo alle tette che creeth provvide a stringere tra loro con le sue mani.
Lilith provava con le mani a fermare il membro che gli entrava troppo in bocca inutilmente. Avrebbe voluto fermarsi e aspettare che si fosse divertito abbastanza , ma temeva che non avrebbe gradito allora spostò le mani di lui( se si possono definire tali) dai seni ,che glieli stava stringendo troppo forte, e se le porto sotto le cosce, così che lui la potesse sollevare e tenergli le gambe spalancate. Stava per avere l’ennesimo orgasmo riuscì a farsi uscire quel cazzone dalla bocca per urlare.
– aaaah siii.
Ma non era finita, ora chreet si alternava ad entrargli in bocca prima con un cazzo poi con l’altro, a lilith la bocca doleva.
Venne per la quarta volta quando il mostro gli infilò la lingua nel sedere e gonfiandola fino a farla diventare più grande dei suoi peni.
Si sentiva aperta si domandava se sarebbe riuscita a farlo venire almeno una volta quando senti i tre peni indurirsi ulteriormente e eruttare simultaneamente una quantità di sborra marrone provo a ingoiarla ma ben presto la soffocò e non riuscì più a trattenerla, anche il cazzo che le fotteva le tette sborrò riempiendole il viso e le tette di sperma caldo. La figa si colmo subito, così che iniziò a zampillare fuori .

Lilith tremava tutto il copro era scosso da brividi incontrollabili, le sembrava di poter morire dall’orgasmo che stava avendo. Intanto i due cazzoni che la stavano sborrando in faccia si insinuarono nella sua bocca continuando a schizzare con diversi fiotti e le forzarono la bocca per entrarci assieme, si sentiva le guance gonfie e le labbra spaccarsi da quanto stavano facendo forza mentre la sborra che eiaculava gli usciva dagli angoli della bocca e dal naso.

La adagiò sul letto, soddisfatto della sua nuova concubina il verme Chreet si allontanò dalle camere ringoblando i suoi peni sotto la pancia, mentre dava ordine che la nuova concubina fosse portata nell’harem e che fosse vestita.

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