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Sulla strada di casa (racconto del liceo)

By 4 Ottobre 2023No Comments

La mia è una classe ben assortita: c’è quella con un bel culo, quella con delle belle tettone e un piercing all’ombelico e quella più bella di tutte. È proprio su queste ultime due che si concentra il racconto di oggi.
Le avevo infatti sentite parlare, durante l’intervallo, del fatto che volevano seguirmi mentre tornavo a casa, probabilmente per prendermi in giro, farmi uno scerzo o farmi un video, postarlo e scrivere qualche stupida frase. In ogni caso, non so come abbiano potuto pensare che io non le sentissi. Probabilmente più sono belle e più sono stupide.
Sta di fatto che io come al solito mi avvio per la mia strada. Dovete sapere che, al contrario della maggior parte dei miei compagni, io torno a casa a piedi, abito relativamente vicino, meno di mezz’ora da casa a scuola. Questo anche perché la corriera, che prendono abitualmente tutti i ragazzi, non passa nella mia zona. Si può quindi intuire che la strada che faccio è sempre deserta.
Come detto le mie compagne mi seguirono ma naturalmente nascondersi non era il loro forte e le notai quasi subito, senza però darlo a vedere.
Ad un certo punto, dopo che una delle tante curve della strada mi occultava per un attimo alla loro vista, mi nascosi dietro un cespuglio e cominciai a registrare con il telefono. Presto loro arrivarono; come al solito si erano vestite in modo a dir poco succinto: la tettona aveva una maglietta molto corta e aderente, che lasciava scoperta tutta la pancia e faceva risaltare ancora di più le sue due magiche tette e degli short che facevano vedere le sue cosce fino all’attaccatura del culo. La bella aveva anche lei una maglietta abbastanza corta e aderente e dei leggins che facevano risaltare un bel culetto sodo. Inutile dire che ad entrambe non piaceva molto la biancheria intima, almeno tanto quanto alla nostra scuola non piacessero le regole sull’abbigliamento, specialmente a quel furbone del preside.
Ma tornando al racconto, io mi ero appostato i una ottima posizione, tanto che loro, credendo che fossi andato più avanti e con la paura di perdermi, mi superarono senza vedermi. Nel mentre io avevo cura di inquadrarle per bene il culo e le tette. Continuai a seguirle per un paio di minuti nascondendomi dietro un albero dopo l’altro, ma avevo paura che loro prima o poi si stancassero e interrompessero lo spettacolino che inconsciamente avevano creato: culi e tette ballonzolanti. Decisi perciò di uscire allo scoperto: mi avvicinai sempre di più, poi mi misi dietro di loro e fecci un verso per nulla spaventoso, ma che bastò a spaventarle e a farle girare di scatto. Questo mi permise di ottenere delle immagini esclusive ravvicinate, dato che il mio fido telefono stava continuando a registrare.
Dopo lo spavento iniziale però erano un po’ imbarazzate e io le rivelai che in realtà, chi l’avrebbe mai detto, mi ero accorto di loro due già da un po’.
Questo non fece che imbarazzarle ancora di più, ma cercarono di non darlo a vedere e alla fine finimmo per metterci a parlare.
Ma è ora, con me tutto soddisfatto al pensiero del filmino che avevo ottenuto, che il vero film comincia.
Probabilmente per mettere anche me un po’ in imbarazzo, la tettona mi chiese: “come ti sembra il mio piercing?” E detto questo mi invitò ad abbassarmi per vederlo meglio. Mentre stavo scoppiando di desiderio, immaginandomi che poi mi avrebbe invitato ad abbassarmi di più, la bella, quasi gelosa, mi disse di guardare anche il suo e si alzò piano piano la maglietta. Tuttavia non si fermò dove mi aspettavo e continuò fino a quando la maglietta non scoprì anche il minuscolo reggiseno che, purtroppo, portava.
A quel punto però decisi di condurre io i giochi: le dissi di piegarsi a 90 e di chiudere gli occhi, poi silenziosamente, facendo segno all’altra si stare zitta, mi spostai dietro la bella. In un momento di coraggio, telefono in mano, le abbassai i leggins, esponendo al vento il suo culo. D’istinto si piegò all’indietro mettendosi le mani sul culo e io, rapido, mi misi davanti a lei, inquadrandole per bene la figa.
Stranamente, non mi tirò uno schiaffo. Stranamente, non mi insultò.
Stranamente, sorrise.
E altrettanto stranamente si mise a spogliarsi. Ancora adesso non so se ho sognato tutto, per fortuna c’è il mio telefono che dice che non è così.
Comunque l’altra, che finora era rimasta zitta a guardare e bagnarsi, disse: “e a me non mi filmi?” E cominciò sensualmente a spogliarsi. Si ritrovarono quindi entrambe nude e cominciarono a mettersi in pose da divinità greche, mentre io le filmavo da tutte le angolazioni possibili.
E questo è quanto. Non abbiamo avuto rapporti,per ora, ma loro hanno tenuto a fare in modo che mantenessi il segreto e ogni giorno mi mandano delle loro foto niente male. Ovviamente qualche volta alla settimana ci incontriamo ancora nella famosa strada per altri servizi fotografici. Avrei potuto pretendere di più da loro? Forse si, e nei prossimi incontri avrò cura di reclamarlo.

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