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Erotici Racconti

Sull’autobus

By 18 Novembre 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Sono un consulente informatico e svolgo la mia attività presso la sede dei clienti della mia società, queste sedi sono sempre, irremediabilmente, scomode da raggiungere, fuori mano e mal collegate; ma anche la più accanita delle sfortune ogni tanto si riposa e finalmente mi &egrave capitata l’occasione di avere un cliente che posso raggiungere con due autobus. Ho fatto un bilanciamento tra i tempi ed i costi, specialmente di parcheggio, da affrontare con la macchina e le attese ed i costi del trasporto pubblico, alla fine ho scelto quest’ultimo per il risparmio di stress.
Su questi autobus me ne stanno capitando delle belle, un po’ perch&egrave sono un tipo molto attento a ciò che gli accede intorno, un po’ perch&egrave me le cerco ed un po’ perch&egrave la gente &egrave davvero focalizzata sul sesso; ve ne voglio raccontare due, tre.

Solita fermata, arriva l’autobus abbastanza affollato, riesco a ricavarmi un posticino vicino la macchinetta obbliteratrice; la gente &egrave tranquilla, chi legge, chi guarda fuori, chi sonnecchia, dietro me trovano posto tre ragazzi, non parlano quasi per niente e quando lo fanno &egrave a bassa voce. Una, due fermate, la gente si sposta, passa, si sposta ancora ed uno dei ragazzi finisce dietro a me, come se fossimo in fila.
L’autobus frena, il suo corpo si avicina al mio; l’autobus riparte, il mio corpo si avvicina al suo. Questo gioco di oscillazioni va avanti fino a che lui si poggia completamente a me ed io a lui, sento il suo sesso prendere consistenza, i contatti si allungano, il suo sesso poggia esattamente tra lo spacco dei miei glutei, oltre all’appoggiarsi inizia anche una vibrazione laterale dovuta in parte alle oscillazioni per il manto sconnesso in parte mirate a far sentire bene il pacco e per sentire bene il pacco.
Mi godo questo gioco per diverso tempo, quindi lo sento ridere, ha mostrato ad i suoi amici il nostro gioco, mi passano accanto e scendono, comunque ha atteso la fine prima di palesarlo.

Piena mattina, sonnecchio ancora mentre salgo sull’autobus, gli altri mi strattonano, mi spingono, mi sento mosso dalla folla e non ho la forza di oppormi, sono salito, scenderò alla mia fermata, il resto … pace.
Finalmente la folla mi definisce un posto, sono di taglio vicino ad un seggiolino di quelli a quattro sopra la ruota, leggermente rialzato. Le oscillazioni dell’autobus, oltre alle frente ed accelerazioni, mi portano a sbattere con il sesso sul bracciolo del sedile, seduto c’&egrave un ragazzo dai lineamenti asiatici, filippino, quarda distratamente fuori, verso me, le persone intorno, di sicuro ha notato le oscillazioni del mio corpo lasciato in balia del tragitto, in braccio ha un giubbino. Passa poco tempo ed il ragazzo mette le braccia conserte, coperte dal giubbino, per reggersi punta le gita sul bracciolo, l’autobus oscilla ed il mio pube incontra le punte delle sue dita, il ragazzo non le sposta, io faccio finta di nulla, le oscilazioni continuano, il mio sesso prende corpo, la sua mano, coperta dal giubbino si sporge di più.
Con la scusa di adaggiarsi meglio si sporge di più verso di me e mette la sua mano a “cucchiaietta” ad accogliere il mio sesso; entrambi continuiamo questo gioco facendo finta di nulla, all’ennesima fermata il ragazzo sguiscia fuori dall’autobus giusto in tempo per non perdere la fermata, ovviemante senza voltarsi.

Finalmente si torna a casa, le persone sull’autobus hanno tutte un’aria distrutta, fuori il traffico &egrave lento quasi quanto l’autobus, anzi spesso noi siamo anche più veloci; sono in piedi vicino ad un seggiolino, guardo fuori dal finestrino per non deprimermi ulteriormente con i visi tristi dei miei compagni di viaggio. Una macchina, via l’altra, poi il semaforo rosso obbliga ad una sosta tutti quanti, nella macchina sotto il finestrino una donna &egrave completamente tesa verso il guidatore, la sua mano &egrave sotto la cravatta, non si vede nulla di più. Ripartiamo, l’autobus &egrave più veloce, ma il traffico tiranno, l’auto si ferma di nuovo sotto il mio finestrino, continua a non vedersi nulla, ma ora il movimento &egrave sfacciatamente quello di una sega. Ripartiamo, l’uomo si accorge di me , del fatto che stavo guardando e nell’approssimarsi all’autobus scanza la cravatta e guarda in su per sincerarsi che io stia ancora guardando.
Ha un membro grosso e lungo, davvero un bello spettacolo per gli occhi, anche se lui &egrave grasso e vecchio; l’auto indugia anche se davanti la strada &egrave finalmente libera, poi riparte e sparisce.

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