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Ci incamminiamo verso i nostri appartamenti. Jay cammina mano nella mano con me. Ay cammina di fianco a me. Chi ci dovesse vedere, direbbe senza dubbio che Jay è la mia donna. Lei continua a sculettare. In questi giorni stiamo scopando tantissimo, ma la mia voglia di lei non scema mai e il mio cazzo continua a restare duro come non lo è mai stato. Passiamo di fianco alla piscina, che è quasi deserta. Si sente in lontananza il suono di una sorta di serata disco. Arriviamo agli appartamenti. Jay apre il nostro, entrando e tirandomi dentro. Poi si gira verso Ay. “Entri con noi?”, gli dice. Lui annuisce, entra, richiude la porta dietro di se. Jay mi porta sul letto, mi fa mettere seduto. Ay ci raggiunge, si mette di fianco a me, un po’ distante. Jay mi bacia, tenendo la mia faccia tra le sue mani. Sento la sua lingua intrecciarsi alla mia, scambiare la mia saliva con la sua, accogliere la mia nella sua bocca. Poi la fermo. “Non hai salutato il nostro amico come merita. Vagli a dare un bacio”, le sussurro. “E…che sia solo un bacio”, aggiungo. Jay si stacca da me, restando ancora vicina al mio corpo, mi guarda mordendosi le labbra, poi abbassa lo sguardo, si apre un bottone della camicetta. Si avvicina ad Ay. Prende una sua mano, fa per posarsela sul seno, ma la ferma a pochi millimetri di distanza dalla sua pelle. Si gira a guardarmi, maliziosa. Si porta la mano alle labbra, prende un dito in bocca e simula un pompino con il dito di Ay. Poi si mette la mano di Ay sulla guancia, posa le labbra su quelle di lui e lo bacia, con trasporto, facendomi vedere la lingua che spinge nella bocca di lui. Si stacca. Viene verso di me. “E se mi portassi fuori a bere qualcosa? Ho sentito della musica, prima”, mi dice, prendendomi per mano e facendomi alzare. “Così facciamo anche riposare un po’ Ay. Ti va?”, aggiunge. Annuisco, girandomi verso Ay. Lui mi fa l’occhiolino. Prendo la tessera della camera ed usciamo dalla vetrata. La musica che abbiamo sentito prima proviene dal resort di fianco al nostro. Porto Jay all’entrata del resort, senza andare in spiaggia per non riempirci le scarpe di sabbia. “Visto che hai voluto provocare, la camicetta ora resta così”, le dico, ma lei non sembra affatto preoccupata dalla mia imposizione. Al contrario, sembra eccitata dal vedere gli sguardi che colleziona il suo seno.
Arriviamo all’entrata, scendiamo in strada e ci dirigiamo verso il resort di fianco. Una volta arrivati lì leggiamo che la serata è aperta a tutti, ma è obbligatoria una consumazione al bar. “Beh, volevo già bere qualcosa”, commenta Jay. Entriamo. Ci danno una sorta di token, che dovremo presentare e che sarà marcato quando avremo comprato la nostra consumazione. Seguiamo le indicazioni e ci ritroviamo in uno spiazzale a due passi dalla spiaggia. In un bungalow ad un lato è stato allestito il bar, che sembra essere molto ben rifornito. Ci dirigiamo subito verso il bar. Prendiamo dei cocktail. Iniziamo a bere, allontanandoci dal bar. Lo spiazzale è pieno di gente e ora anche il bar sembra iniziare a riempirsi. Abbiamo preso da bere nel momento più opportuno. “Come mai volevi bere?”, chiedo a Jay. Lei mi guarda. Dondola i fianchi. “Volevo una scusa per uscire col mio uomo. E per provocarlo”, mi risponde. Poi mi mette una mano sulla nuca, si attacca col suo corpo al mio. Sento il suo seno premere contro il mio petto. Cazzo, che voglia di prenderle quelle tette a morsi. Sorseggia il suo cocktail, poi si attacca alle mie labbra. Sento il liquido fresco inondarmi la bocca. Non lo aveva ingoiato, ed ora mi sta baciando scambiando con me non solo effusioni, lingua, saliva…ma anche alcol!
Tiro Jay tra la folla. Iniziamo a ballare, mentre finiamo di sorseggiare i nostri cocktail. Lei non smette di provocare. Mi morde il collo. La vedo giocare con un altro bottone della camicetta, ma non lo apre. Ride. Ride vedendo le mie reazioni. Ho il cazzo durissimo e ho voglia di scoparla con forza. La vedo avvicinare il bicchiere alla camicetta. Il freddo del ghiaccio fa bagnare la stoffa leggera della camicia, rendendola del tutto trasparente. Il suo capezzolo è in bella mostra, per chiunque voglia vederlo. Jay finisce il suo cocktail e abbandona il bicchiere su un tavolino. Poi prende le mie mani, se le porta ai fianchi. Si attacca di nuovo a me. Mi tira verso di lei, mettendomi una mano sulla nuca. “Vorrei sentire i tuoi morsi, su questo capezzolo”, mi sussurra, prendendo un mio dito e sfiorandosi il seno col mio dito. “Se continui così, stasera ti faccio urlare”, le rispondo. Ride. “Intanto, ora voglio un altro cocktail. Facciamo il bis? Ti aspetto qui”, ribatte lei. Mi allontano. La guardo continuare a ballare. Faccio la fila al bar, e vedo che Jay fa in modo di restare sempre in vista. Ordino i cocktail. Mi giro mentre il barista inizia a prepararli, e vedo Jay ballare con un ragazzo, alto, moro, muscoloso. Jay sembra scatenata. Non si risparmia. La vedo strofinare il suo seno su di lui, la vedo accettare le sue mani sui fianchi. Noto che continua a guardare verso di me, quasi come se volesse farsi toccare sotto il mio sguardo. E poi…sul culo! Vedo la mano di lui finire sul culo di Jay, e lei lasciarla lì, lasciarla palpare quel culo meraviglioso che ormai considero mio. “Signore, i suoi cocktail”, mi ripete il barista. “Eh…si, scusi, grazie”, gli rispondo, stringato. Prendo i due bicchieri, mi metto di lato, senza avvicinarmi a Jay. Cerco un tavolino, senza trovarlo. Mi metto vicino ad una colonna del bungalow. Sollevo il mio bicchiere, come per brindare, in direzione di Jay, che continua a ballare col tizio, ma che ora guarda fissa nella mia direzione. Inizio a bere. Vedo lui piegarsi verso di lei, iniziare a parlarle in un orecchio. Anche Jay gli parla in un orecchio, mentre lui gli posa nuovamente la mano sul culo. É troppo. Voglio andare lì e prenderla e portarla via, ma prima di poterlo fare è lei a camminare verso di me, a passo spedito. Mi giro e cammino verso la parte posteriore del bungalow. Trovo dei cespugli, cammino verso la spiaggia. Jay accelera il passo. “Hey, Alex, fermati, ti prego”, mi urla. Mi fermo. Jay mi raggiunge. “Perchè scappi?”, mi chiede, raggiungendomi. “Non scappo. Cerco di calmarmi”, le dico. “Gelosone”, mi dice lei, con una voce tenera. “Hai finito?”, le chiedo. “Di? Di provocare? Ale, lo so che ti piace quando provoco”, risponde lei. “Ah no, Jay. Quello era un po’ oltre il provocare”, le dico. “E cosa era, allora?”, mi chiede, cercando di abbracciarmi. Sfuggo al suo abbraccio. É vero, stava cercando di provocarmi, ma l’idea che si sia lasciata palpare in quel modo non mi stuzzica. Soprattutto dopo aver capito le intenzioni di quel tizio. Non voglio che la incontri in spiaggia nei prossimi giorni e ci provi anche in spiaggia. “Come lo chiami tu, farti mettere la mano sul culo da un perfetto sconosciuto?”, le chiedo, con un filo di voce. “Boh, far venire voglia al mio uomo di essere al posto dello sconosciuto?”, dice lei, con la voce sempre più dolce. “Io lo chiamerei troieggiare”, le dico. E subito dopo mi pento di averlo detto. La guardo. Sembra sorpresa. Prende il suo bicchiere e inizia a bere. Mette un braccio attorno al seno. Mi fissa con una espressione molto seria. Poi scoppia a ridere. “Oh Alex, sei veramente fantastico, sai?”, mi dice. Si avvicina, mi da un bacio sul labbro inferiore. “Guarda che devi stare attento a dirmi certe cose, sai, gelosone mio? Perchè poi potrei iniziare a comportarmi veramente da troietta, e chissà se reggeresti allo spettacolo”, mi dice. “Ah, continui?”, le dico. Inizio a non capirci più niente. Non è certo normale esser geloso. Non è la mia donna. Non realmente, almeno. Ma in questi giorni stiamo giocando ad essere una coppia. E vederla tra le braccia di un altro che non fosse Ay mi ha causato una reazione fortissima. La voglio per me. La voglio mia. Fisicamente e mentalmente. Mi abbraccia. Mi stringe forte. “Ale…Ale sono tua, ricordalo. E non potrei mai troieggiare, se non in un modo. Facendo la troietta per te. La tua troietta. Anzi, voglio esserlo, la tua troietta. Quando fai il geloso in questo modo vorrei solo restare a coccolarti tutta la notte. Però poi mi ecciterei e vorrei anche fare l’amore con te. Mi sono fatta toccare dal tizio per vedere la tua reazione. Per provocarti. Lui mi ha anche chiesto di bere qualcosa assieme. E io gli ho detto che sono tua e che dovevo avere il tuo permesso, anche per lasciarlo continuare a mettere le mani addosso”, mi dice lei direttamente nell’orecchio. “Jay, io…non so cosa dire. Non dovrei essere geloso, ma vedere la sua mano su di te mi ha scatenato tutto questo”, le dico. Lei mi ferma, mettendomi un dito sulle labbra. “Shh”, mi dice, ma io riprendo a parlare. “Gli hai davvero detto che devi chiedere il mio permesso per continuare a farti toccare?”, le chiedo. Lei annuisce. “Sono la tua troietta, ricordi? Se tu volessi, gli permetterei anche di scoparmi. Chiedimi di fare qualsiasi cosa per te, e la farò. Sono tua Ale”, mi dice. “Non permetterei a nessuno di scoparti, Jay. Non lo lascio fare ad Ay, figuriamoci ad altri. Ma…ammetto che le tue parole hanno qualcosa di molto eccitante”, le rispondo. “Cosa? Il fatto che farei qualsiasi cosa per te?”, chiede. Annuisco. “Allora fallo. Chiedimi qualsiasi cosa. Fammi fare qualsiasi cosa, soprattutto le cose che ti provocano di più e quelle che ti fanno sentire quanto questa donna sia una tua proprietà”, mi risponde. Mi si illumina la fantasia. Le sue parole mi accendono. “Sicura?”, le chiedo. “Ti prego Ale, fammi sentire la tua donna, senza nemmeno chiedermelo. Da questo momento in avanti, ok? Qualsiasi cosa ti venga in testa, dimmela! Voglio accontentarti, in tutto”, mi dice, sorridendomi. É bellissima. La abbraccio. La bacio. Le sorrido. “Eccolo, il sorriso del mio uomo”, commenta lei. Arrossisco, ma dubito che lei se ne sia accorta. “Che ne dici se offrissimo da bere al tizio?”, le chiedo. “Wow, facciamo progressi!”, risponde lei. “No Jay, credo che avrò bisogno di fare un passo per volta. Però ho una voglia matta di andare in camera e fare l’amore con te. Ma prima di farlo, vorrei far capire il tizio a chi appartieni. E quindi gli vorrei offrire da bere, per permetterti di lasciargli il tuo intimo. Regalaglielo. Digli che il tuo uomo lo vuole ringraziare per averti fatta bagnare toccandoti il culo, e che la tua brasiliana è un regalo, così potrà almeno sentire il profumo dei tuoi umori”, le dico. Sento di impazzire. Le ho appena chiesto qualcosa di estremamente provocatorio. E il suo sorriso mi fa capire che voglia accogliere la mia richiesta. “Però la mia brasiliana è piena dei miei umori e del tuo sperma. Lo sento scendere anche ora”, mi dice. Sorrido. E questo è un sorriso malizioso. “Ma lo sappiamo solo tu ed io”, le dico. Jay si morde il labbro inferiore. “Vagli ad ordinare qualcosa. Non vedo l’ora di farlo e di farmi portare a letto a farmi prendere dal mio uomo”, risponde lei.
Torno al bar ed ordino un mojito. Jay mi raggiunge poco dopo. “Amore mio, lui è Salvatore, Salvatore, lui è Alex, il mio fidanzato”, dice Jay. Salvatore ed io ci scambiamo una stretta di mano. Lui sembra impacciato, quasi come se non sapesse cosa fare. E non riesco a biasimarlo. Jay si mette in punta di piedi, gli sussurra qualcosa nell’orecchio. Il barista mi porge il mojito, ma è Jay a prenderlo prima di me. Lo porge a Salvatore, mentre io pago. “Alex grazie, ma non dovevi”, dice lui, sempre più imbarazzato. Sorrido, e Jay gli risponde immediatamente: “Oh certo che doveva, aveva qualcosa per cui ringraziarti.”. Poi la vedo sussurrargli di nuovo qualcosa. Lui spalanca gli occhi. Jay si gira a guardarmi. Mette le mani sotto la gonna, sollevandola leggermente, e si abbassa. La vedo togliersi la brasiliana, la mette nelle mani di Salvatore, gli sussurra di nuovo qualcosa. Poi si allontana ridendo. Io guardo Salvatore negli occhi. Gli sorrido. Gli do una pacca sulla spalla e raggiungo Jay. “Ora sono curioso. Cosa gli hai detto per farlo restare così?”, chiedo a Jay, che ride divertita. “La prima volta, mentre preparavano il cocktail, gli ho detto che mi è piaciuto sentire la sua eccitazione premere contro di me e che la consideravo un complimento sincero”, mi dice lei. Resto senza parole. Riesce ad essere disarmante, quando vuole. “Che c’è? Mi volevi provocante, no? Mi volevi troietta?”, chiede lei. “Si Jay, tranquilla. Pensavo che…sei perfetta”, le dico. “E allora senti il resto! La seconda volta gli ho detto che lo ringraziavi per avermi fatta bagnare toccandomi il fondoschiena. La terza volta gli ho detto che la brasiliana era un regalo per fargli sentire il profumo dei miei umori, ma che preferivo il cazzo grosso del mio uomo al suo piccolino”, mi dice. Si piega in avanti. Si toglie le scarpe. Stiamo tornando dalla spiaggia, e stiamo per mettere i piedi nella sabbia. Tolgo anche io le scarpe. “Sei stata molto monella”, le dico. “Posso esserlo anche di più. Basta che tu lo voglia. E ricordati a chi appartengo”, risponde lei. “Preparati perchè ho voglia di fotterti”, le confesso. Lei non risponde. Sorride e cammina sculettando. La vedo sbottonarsi la camicia, lentamente, mentre mi lancia degli sguardi languidi di tanto in tanto. Resta col seno nudo, esposto. Passiamo di fronte ad alcuni appartamenti. Sul balcone di uno c’è una coppia di ragazzi. Ci vedono, ma Jay non si copre. Arriviamo al nostro appartamento. La vetrata è ancora aperta. Entriamo. Ay è sul letto, addormentato. Non perdo tempo. Prendo un cuscino e lo metto per terra. Faccio inginocchiare Jay sul cuscino e la faccio mettere con le braccia sul letto. Lei si gira verso di me, mette i capelli di lato. Le metto una mano sulla spalla e mi abbasso su di lei. “Sto per fotterti per come ti meriti dopo tutto quello che hai fatto stasera”, le sussurro. Lei trattiene il fiato. Il suo viso è vicinissimo alle gambe di Ay. Mi spoglio, completamente. Jay dondola i fianchi. Noto che ha una mano tra le gambe, si sta toccando. “Togli la mano”, le ordino. Lei la toglie, si porta le dita in bocca, le lecca. “Hai un sapore buonissimo amore mio”, mi dice. La penetro. Senza attendere oltre. Lei urla. Le sono entrato dentro in un colpo solo, con forza. Le prendo i capelli, le tiro indietro la testa. La vedo afferrare le lenzula e stringerle con forza. Inizio a scoparla. Le mie palle sbattono contro il suo clitoride. Sento la cappella urtare contro il collo dell’utero ad ogni spinta. La sto scopando veramente con molta forza. Lei urla. Ay si sveglia. “Uhm…che bel risveglio”, commenta. Jay allunga la mano, la mette tra le gambe di lui, che si gira e si mette seduto di fronte a Jay. Metto le mani sulla testa di Jay e la spingo sul cazzo di Ay. Glielo faccio prendere in bocca e lei inizia a succhiare con foga. Mi abbasso su di lei. La gonna è completamente sollevata e la camicetta si sta bagnando col nostro sudore. Le mordo un orecchio. “Facciamo un gioco”, le sussurro. Lei geme, tenendo il cazzo di Ay in bocca. “Goditi questo momento, perchè domani potrai godere solo quando te lo dirò io. La stessa cosa varrà per me e per Ay. Qualsiasi orgasmo raggiunto senza il permesso porterà al pagamento di un pegno”, le spiego. Lei si stacca dal cazzo di Ay. Lo masturba. “Perchè non iniziare da adesso?”, mi dice. Sento la sua figa già bagnatissima, molto calda. Sto imparando a conoscerla e credo che non le manchi molto prima di venire. “Sei impaziente di pagare pegno, amore mio? So che stai per venire, e non ti permetterei di farlo”, le dico. “Uhm….voglio che il mio uomo abbia il controllo completo su di me, anche sui miei orgasmi. Ti prego, dimmi tu quando venire. E vieni insieme a me. Venire entrambi insieme a me”, spiega Jay. Spingo di nuovo con forza il mio cazzo dentro di lei. Afferro i capelli e riprendo a scoparla. “Ok, ma non puoi ancora venire.”, le dico. Le sue urla si fanno più forti. Si mette di nuovo a succhiare il cazzo di Ay, lo prende tutto in bocca, continuando a gemere. Ay sembra al limite. Dò una sculacciata sul culo di Jay. Poi mi fermo. Resto dentro di lei, senza muovermi. Prendo fiato. La sto scopando veramente forte. Si ferma anche lei. Masturba Ay. Si gira a guardarmi. “Non sei geloso? Sto facendo un pompino al mio amico”, chiede. Capisco il suo intento. Le dò un’altra sculacciata, poi unisco le sue gambe. Lei intreccia le caviglie. Ora la sua figa è ben stretta attorno al mio cazzo. Riprendo a scoparla, tenendola ben salda per i fianchi. Le mie spinte le fanno ballare il seno in ogni direzione. Lei si riattacca al cazzo di Ay, ma sono le mie spinte a farglielo arrivare il gola, non più i suoi stessi movimenti. Geme. La sento al limite. “No Jay, non puoi ancora venire”, le dico. Le sue mani si posano sulle gambe di Ay. Stringono forte. Poi si spostano sul bordo del letto. Stringe le lenzuola. “Non ancora”, le urlo. E lei sembra quasi cedere. Inarca la schiena. Sento la mia cappella piantarsi nel suo corpo, arrivare molto in fondo. Sono anche io quasi al limite. “Ora, Jay. Fammi sentire come godi”, le dico. E viene. Urlando col cazzo di Ay in bocca. Veniamo assieme, tutti e tre. Sento il mio cazzo esploderle dentro con forza, e la figa di Jay stringersi e restare preda degli spasmi dell’orgasmo a lungo. Vedo l’espressione di Ay mentre Jay ingoia tutto il suo orgasmo. Poi è Jay a staccarsi, girarsi verso di me e dirmi: “Continua, ti prego, sto per venire di nuovo”. Le accarezzo il culo. “Se vieni di nuovo, non sarà col mio permesso”, le dico. “Pagherò qualsiasi pegno, allora”, risponde lei. Mi piego in avanti. “Dai la buonanotte ad Ay”, le sussurro. Lei prende il cazzo di Ay in bocca, lecca via le ultime gocce. Poi lo guarda. “Buonanotte Ay”, gli dice, sorridendo e muovendo il culo come se scodinzolasse. Ay si alza. Ci saluta e va via. Appena fuori dalla porta, spingo Jay verso il letto. Ora la sua pancia è posata sul letto. Metto una mano sulla parte bassa della schiena di Jay e riprendo a scoparla, come prima. Sento la sua figa letteralmente allagata. É zuppa dei suoi umori e del mio sperma. Sento colare giù dalla sua figa, sento anche le mie palle bagnate, ma continuo a scoparla. Lei geme, chiama il mio nome. Le metto la mano tra i capelli e le spingo la testa sul letto, la guancia che posa sulle lenzuola. E viene di nuovo, sbattendo le mani sul letto. Sento le sue gambe tremare. L’orgasmo la scuote. La faccio riprendere, restando dentro di lei e abbracciandola da dietro. Le riempio la schiena di baci. Ci rialziamo. La spoglio. Non parliamo. La porto in doccia, ci laviamo restando in silenzio. Esistono solo i sorrisi, gli abbracci e i baci. Usciti dalla doccia e asciugati, la prendo in braccio. Lei si fa scappare un gridolino. Poi mi mette le mani al collo. “Grazie”, mi sussurra, posando la testa sul mio petto. E si addormenta prima ancora di arrivare al letto.
Mi sveglio con le prime luci dell’alba. Jay non è di fianco a me. Mi alzo. Vado a bere. Sento il rumore della doccia. Mi affaccio in bagno. La vedo sotto la doccia. Mi metto poggiato sulla porta del bagno e la osservo. Non si accorge di me. La vedo lavarsi il seno, con molta cura. Poi passa ai fianchi, al fondoschiena, alle gambe. Finisce di lavarsi. Esce dalla doccia e mi vede. Sussulta, quasi spaventata. Le sorrido. “Mi piace guardarti così. Mentre non sai di essere guardata.”, le dico. Lei mi fa uno sguardo di rimprovero. “Ti ho svegliato io?”, mi chiede. Scuoto la testa. “Avevo sete”, le spiego. “E io avevo un caldo incredibile. Abbiamo lasciato la vetrata aperta ieri sera. E l’aria condizionata spenta.”, mi dice lei. “Ci avranno sentiti tutti allora”, commento io. Lei mi guarda maliziosa. Sorride. Arriva di fronte a me. Mette il dito dei capelli e inizia a giocarci. “Non so se fosse merito dell’alcol o merito tuo, ma ieri sera forse ho esagerato un po’. Ma mi hai fatto eccitare e venire come non mi era mai successo. E ora…non hai il permesso di venire”, mi dice. Si accovaccia di fronte a me. Prende in bocca il mio cazzo già duro. Lo succhia, spingendoselo in gola. La sensazione è sublime. Lo succhia forte, con passione, a lungo. Cerco di resistere, per evitare di dover faticare per non venire. Jay si ferma, strofina il mio cazzo sulle sue labbra, poi sul suo viso. Lo posa tra le sue tette, iniziando a farmi una spagnola. Mi fissa negli occhi. Poi strofina la cappella sui capezzoli. Si alza. La vedo pizzicarsi il capezzolo destro. “Sarebbe bello sentire il tuo sperma qui, ma mi sono appena lavata e tu non puoi venire”, mi dice. E va via, verso la zona giorno. Capisco da questo che ha intenzione di provocarmi in maniera molto esplicita per tutto il giorno. La raggiungo. La vedo bere. “Dobbiamo fare spesa. Prendere qualcosa da sgranocchiare. Del caffè. E vorrei prendermi qualcosa di carino da mettere. C’è una festa a bordo piscina stasera”, mi dice Jay. “E magari dell’intimo nuovo, visto che ormai te lo sto facendo abbandonare in giro”, aggiungo io. Lei ride. “Non farmi ricordare l’espressione di quello lì.”, commenta. “Ah, tu pensi all’espressione”, rispondo. Mi avvicino a lei, la abbraccio da dietro. Ha un asciugamano attorno al corpo. Mi avvicino al suo orecchio. “Ti starà ancora pensando”, le sussurro. “Dici?”, chiede lei, girandosi e mettendo le mani sul mio petto. Sento il suo corpo premere contro il mio. Faccio in modo di far scivolare l’asciugamano, che si mantiena addosso a lei soltanto perchè preme col suo corpo contro il mio. Il suo fondoschiena e la sua schiena sono coperte. La bacio sul collo. Lei si stacca leggermente, il tanto che basta per far cadere l’asciugamano. Sentiamo il rumore della caduta. Leggero. Jay preme nuovamente contro di me. Ha i capezzoli durissimi. Le metto una mano sul seno, lo palpo. Lei mi bacia. “Un vestito con la schiena completamente scoperta? Che ne pensi?”, le chiedo. Lei annuisce. “Mi piace”, risponde. Faccio per prenderla in braccio, ma lei mi blocca. “No, non puoi vedermi”, mi dice. Sto al gioco. Chiudo gli occhi, e lei si lascia prendere in braccio. “Ok, allora guidami sul letto”, le dico. Lei mi dà indicazioni, e tra una risata e l’altra riesco a portarla sul letto con le sue indicazioni. La poggio, mi stendo di fianco a lei e lei mi salta su. Strofina il suo seno su di me, iniziando dalle ginocchia e risalendo verso il mio cazzo. Sento i suoi capezzoli indugiare sulla mia cappella. Poi risale, sulla mia pancia, sul mio petto. Arriva sulle mie labbra col seno. Le sfiora coi capezzoli, senza permettermi di baciarli o leccarli. Poi si mette seduta su di me, strofinando le labbra della figa sul mio cazzo, prende il telefono e chiama Ay. “Buongiorno! So che è presto, ma dovremmo uscire. Vieni con noi?”, gli chiede. Dopo pochi secondi chiude la chiamata e mi avvisa che Ay sarà pronto tra un po’ e ci attenderà alla porta. “Ha detto che non voleva disturbare la coppietta”, mi dice Jay, mentre continuo a restare con gli occhi chiusi. Poi la sento stendersi su di me. “Io mi devo vestire. Scegli. O occhi chiusi, e mi vesto qui di fianco a te senza che tu possa guardarmi, oppure apri gli occhi, ma mi farai vedere come ti tocchi mentre mi guardi”, mi sussurra. Spalanco gli occhi. Non ho dubbi su cosa scegliere, anche se so che questo mi porterà a dover gestire la mia resistenza. Lei sorride, si alza. La vedo, nuda, bellissima come sempre. Quel seno perfetto è diventato una droga. Non riesco più a farne a meno. E pensare che è stato il suo culo ad attrarre per primo le mie attenzioni. Inizio a toccarmi. Jay sembra soddisfatta ed inizia a vestirsi, senza mai togliermi gli occhi di dosso. Si piega. E ricordo perchè quel culo mi aveva attratto così tanto. É fantastico. Stringo la mano pensando di scoparglielo. Sono eccitatissimo. Mentre Jay indossa una brasiliana di pizzo beige, la sento commentare: “Dovresti farlo più spesso. É eccitante vederti mentre ti tocchi per me. Sono bagnatissima, sai?”. Trattengo il fiato. Sto già rischiando di venire. Non va per niente bene. Ha preso in mano il gioco e lo sta conducendo senza darmi possibilità per provocarla. La vedo indossare un vestito semplice, ocra. Poi fa il giro del letto, si mette seduta, indossa le scarpe. Si stende sul letto, girandosi verso di me. Mette i gomiti sul letto e posa il viso sui palmi delle mani, osservando da vicino il movimento della mia mano sul mio cazzo. Sento di stare per esplodere. “Ma che bravo, continui anche quando potresti andare a vestirti…”, mi dice lei, divertita e maliziosa. Mi fermo. Le afferro i capelli, tirandole indietro la testa. La bacio. “Uhm, che irruenza”, commenta. “Voglio vederti far fatica a resistere per non venire”, le sussurro, quasi rabbioso, cercando di calmarmi per non venire. “Non ti basta quello che è successo stanotte? É stato uno degli orgasmi più forti della mia vita. Se non il più forte”, risponde lei. Scuoto la testa, mi vesto. “Dovremmo prendere anche una bottiglia di vino, che ne pensi?”, mi chiede. “Ok, va bene. Hai intenzione di fare qualche serata in appartamento?”. “Non si sa mai. Male che vada, ce la riportiamo”, risponde. “Allora perchè non una bottiglia di tequila? Del lime…del sale…”, le dico, avvicinandomi a lei mentre indosso la cintura. Avvicino le mie labbra alle sue. “Bicchiere di tequila sul tuo ombelico, sale tutt’attorno, da leccare prima di bere…e lime sul tuo seno, da mangiare dopo aver bevuto”, le dico, facendo in modo di pronunciare le parole a pochi millimetri dalle sue labbra e fissandola negli occhi. Vedo i suoi piedi dondolare in alto. Si morde le labbra. “Sembra un bel programma. A patto che poi io possa ricambiare”, mi risponde. Continuo a vestirmi, senza ribattere. “Ah, e che ne dici di fare un dolce? C’è la cucina, c’è il forno…sai fare le torte?”, le chiedo. “Anche se non sapessi, l’idea di riempirci di farina mi ha già conquistata”, mi risponde, mettendosi in piedi. Viene incontro a me. “Alex dobbiamo uscire. Il prima possibile. O rischi di farti violentare dalla tua donna”, mi dice con un filo di voce. Ed apre la porta dell’appartamento. Ay è già lì ad attenderci.

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