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Usciamo dall’appartamento. Saluto Ay, che sembra essere ancora totalmente assonnato. Ci incamminiamo verso il parcheggio, passando dai giardinetti. Vediamo che in piscina ci sono già delle persone, pur essendo appena le 8 del mattino. Ci sono una coppia anziana e un paio di coppie con bambini piccoli a seguito che giocano e si divertono. Li avevo visti il giorno prima, ma credo che la sera si facciano difficilmente vivi. Arriviamo al parcheggio. Per fare compere ci conviene andare in un centro commerciale, quindi ci tocca fare una mezz’oretta di statale. Prendiamo la mia auto. Jay si mette sul sedile del passeggero ed Ay dietro, posizionato al centro. Jay si mette a raccontare di ieri sera, soffermandosi su ogni particolare. Noto che si sta divertendo a sottolineare la mia reazione di gelosia. Deve averla colpita parecchio, ma noto anche che da quando siamo svegli si sta comportando veramente come se Ay fosse solo un suo amico. Come se stesse volutamente evitando di avvicinarsi a lui, come se volesse essere completamente la mia fidanzata in questi giorni che ci restano.
Arrivati al centro commerciale andiamo a prenderci un caffè. Dato l’orario, i negozi sono quasi tutti ancora chiusi, ma iniziamo ugualmente a guardare le vetrine e a curiosare. Jay cammina costantemente tenendomi per mano. “Stasera voglio che ti metti i tacchi alti per me”, le dico. Lei sorride. “É la prima vera richiesta che mi fai, da fidanzato”, commenta. “Davvero?”, chiedo io, sorpreso dalla sua risposta. Si ferma, mi abbraccia, mi bacia. “E spero sia la prima di una lunga serie”, mi sussurra. Poi continua: “Ok, tacchi alti. Poi?”. Ci penso qualche istante. “Sai che mi cogli alla sprovvista? Ay, che ne dici? Per stasera che cosa le consiglieresti?”, chiedo, rivolgendomi ad Ay. “Beh è una sorta di serata discoteca con la piscina al centro, giusto? A questo punto, un bel vestito corto”, risponde lui. “Che ne pensi?”, chiedo a Jay. “Devo piacere a te, amore mio.”, risponde lei. Sorrido. La prendo per mano, quasi trascinandola verso un negozio che vedo finalmente aperto. Entriamo, e ci saluta subito una commessa. Sento una voce familiare. Mi giro. É Paola, una mia ex! Sento le guance diventare rossissime. Pur essendoci lasciati tanto tempo fa, sono ancora perso per lei. É una di quelle poche ragazze che ho presentato a Valentino e Daniele. Lei mi vede, mi viene incontro. “Ma guarda chi si vede, Alex! Come stai?”, mi dice. “Ciao Paola, benissimo. Tu?”, le chiedo, salutandola. “Bene anche io”, risponde, senza scomporsi più di tanto, vedendo Jay al mio fianco. “Paola, lei è Jay. Jay, lei è Paola”, dico io, facendo le presentazioni ma senza sbilanciarmi più di tanto. Paola è minuta, un bel fisico, ma comunque molto meno formoso di quello di Jay. “Siete in vacanza qui? Sapevo che ti eri trasferito, giusto?”, mi chiede Paola. “Si, giusto. Ci facciamo qualche giorno di vacanza, abbiamo anche invitato qualche amico”, dico io, facendo cenno verso Ay, che è rimasto all’entrata, come ad attenderci.
Paola sembra voler continuare a riempirmi di domande. So come è fatta. Quando fa certe espressioni sta per partire con l’interrogatorio. Devo fermarla. E pensare a trovare qualcosa per Jay. “E tu? Che mi dici? Come va con Max?”, chiedo a Paola. Lei arrossisce. “Molto bene, grazie. Ci sposiamo, sai? Tra due mesi”, mi dice. Sorrido. “Ma dai? Sono contento…salutamelo tanto!”, le rispondo. “Senti, in vetrina abbiamo visto quel vestito con la schiena scoperta, però è troppo lungo. Mica hai qualcosa di più corto?”, le dico io. Lei annuisce e va verso gli scaffali per cercare qualcosa. “É normale che la tua amichetta ti stia mangiando con gli occhi?”, mi chiede Jay sottovoce. “É una mia ex”, le rispondo. Jay mi guarda con un sorriso che definire malizioso è dir poco. Sembra quasi esser gelosa. Lei! E questa è una novità. Paola torna con una serie di vestiti. “Jay, giusto? Allora, intanto vediamo il modello, poi di colori dovrei avere qualcosa in magazzino”, dice rivolta verso Jay. Stende 5 vestiti sul tavolino. Sono tutti belli. Un paio sono più corti di tutti gli altri. Uno è scollatissimo. Un altro sembra essere anche trasparente. “Li posso provare tutti, vero?”, chiede Jay. “Certo!! Ho preso solo quelli che dovrebbero essere della tua misura. Vieni, ti faccio strada verso il camerino”, le dice Paola. Le vedo camminare verso il camerino, Paola davanti, Jay dietro di lei. Noto che Jay sculetta in maniera molto più marcata di prima. Il camerino ha una tenda molto spessa, altissima. Paola appende i vestiti ad una barra all’interno del camerino e fa accomodare Jay. Le chiude la tenda. “Sono qui, se hai bisogno di qualsiasi cosa, chiamami pure”, dice Paola ad alta voce. Poi si rivolge a me. “Vado a finire di sistemare le cose, ho appena aperto”, mi dice. “Si si, fai pure”, le rispondo io. Poi si avvicina. Mi mette la mano su un braccio. “Wow…Ale lo sai che ti dico sempre quello che penso. E conoscendoti, ti dico di non fartela scappare. Ti starà facendo impazzire, con quel fisico”, mi sussurra. Mi giro di scatto. Tra di noi è rimasta comunque un minimo di confidenza, anche dopo che ci siamo lasciati e pur vedendoci veramente di rado. Lei sorride, sembra soddisfatta. Sculetta verso gli scaffali. Conosco quell’espressione. Ora mi ritrovo con due donne a provocarmi. Sento di avere il cazzo durissimo. E Jay apre la tendina.
Mi giro a guardarla. Ha provato il vestito più lungo. Le arriva a metà coscia. Fa una piroetta. Il vestito è stretto, grigio, molto bello, lascia la schiena scoperta pur coprendo interamente il davanti. “Che ne dici?”, mi chiede Jay. “Forse un po’ troppo coperta davanti?”, le dico. “Pensavo la stessa cosa. Mi piace sentire il tuo sguardo su queste”, risponde lei, slacciando il vestito e facendolo cadere, restando col seno nudo per un paio di secondi, prima di rientrare nel camerino e chiudere la tenda dietro di se. Mi fissa durante la chiusura della tenda. Mi sta sfidando. A resistere alle provocazioni. Passano appena due minuti, e Jay riapre la tenda. Il secondo vestito è nero. Ha delle maniche di pizzo, molto leggere, che arrivano a tre quarti. Il pizzo copre la parte alta del seno e arriva fino al collo. Una sorta di collarino stringe il collo e si chiude dietro. Sulla schiena, il vestito si apre a goccia, scendendo fin giù. Molto in giù. Talmente in giù che la brasiliana fa capolino dalla parte finale della scollatura. Poso un dito sulla stoffa. “Peccato per questo”, dico a Jay, fissandola negli occhi guardandola tramite lo specchio. Lei si gira. Solleva i talloni, per alzare il culo. Si guarda allo specchio. Si volta a guardarmi. Solleva le spalle, la vedo piegarsi leggermente, sollevare il vestito e sfilarsi la brasiliana. La mette in una mia mano. Sento la stoffa zuppa dei suoi umori. “Questa me la ridai dopo, quando dovrò provare l’intimo”, mi dice. Poi torna a guardarsi allo specchio, sollevando nuovamente il fondoschiena. Ora il vestito è perfetto. Si gira nuovamente, dandomi le spalle. Vado dietro di lei. Le metto le mani sui fianchi. La bacio sul collo, spostandole i capelli di lato. “Questo lo prendiamo. Non per stasera, magari. Ma mi piace molto. Quindi lo prendiamo”, le sussurro. Lei sorride. Mi mette una mano sulla guancia. Poi gira il viso di lato. “Lo slacci tu?”, mi chiede. Slaccio il bottone che chiude il vestito sul collo, Jay rientra in camerino e richiude la tenda, facendo attenzione a lasciare uno spiraglio. La vedo guardarmi da dietro la tenda. Mi fa l’occhiolino. “Come va?”. É Paola. Si è avvicinata a me. Nascondo la brasiliana di Jay, mettendomela in tasca, con un movimento fulmineo. Jay mi guarda ancora da dietro la tenda. Non ha più il vestito addosso. Vedo i suoi capezzoli gonfi e duri. Se li stringe, palpandosi il seno. “Bene, uno credo già che lo prenderemo”, rispondo a Paola. Lei deve aver visto il movimento della mia mano. E deve aver capito. Abbassa lo sguardo, guarda la mia tasca, poi…la mia erezione. Stringe le labbra, in una espressione di soddisfazione, mi accarezza il braccio e va via. “Fammi un fischio se serve!”, mi dice. Mi giro, e Jay è di nuovo fuori. Me la ritrovo a pochi centimetri da me, dal mio viso. Mi posa due dita sul labbro inferiore. Le sento umide. Socchiudo le labbra ma Jay mi rimprovera. “No. Non puoi morderti le labbra nè leccarle. Ora mi cambierò d’abito e quando uscirò dal camerino voglio poter assaporare i miei umori dalle tue labbra. Questo vestito non mi piace, è troppo semplice”, mi dice. Poi si gira e sparisce dietro la tenda. Resto di stucco. Ho i suoi umori sulle labbra. Li sento, caldi. Jay non tarda molto ad uscire. Indossa un vestito verdone. É quello trasparente. Effettivamente, posso vedere i suoi capezzoli, ed essendo il vestito molto aderente, riesco a vedere chiaramente il suo bel culo. Jay fa una piroetta. La guardo sorridere. Incontro il suo sguardo. Mi si avvicina. Posa una mano sul mio petto, si allunga verso le mie labbra. Me le succhia. Le assapora lentamente. “Uhm…mi fai bagnare così tanto che ho un sapore buonissimo. O magari sono le tue labbra ad essere così buone?”, mi sussurra. Per poi sparire di nuovo dietro la tenda. Fremo. Sono sempre più eccitato. Lei esce poco dopo indossando l’utimo vestito. É bordeaux. Ed è stupendo. Le si allaccia al collo, lasciando la schiena totalmente libera, nuda. Sul seno si apre una scollatura profondissima, che sfiora l’ombelico. I due lembi di stoffa che risalgono si posano giusto al lato dei capezzoli, lasciando le tette praticamente in bella mostra. Vedo i capezzoli duri di Jay premere contro la stoffa. In vita il vestito è tenuto stretto da una cintura di stoffa, per poi cadere morbido sulle gambe, arrivando poco sopra metà coscia. Jay mi rivolge le spalle. Le metto le mani sui fianchi. La tiro a me, guardandola nello specchio di fronte a noi. “Questo. Per stasera il vestito giusto è questo”, le dico. “Uhm…dici?”, chiede lei, iniziando a giocare col bordo del vestito, sollevandolo e facendomi vedere la sua figa nuda attraverso lo specchio. Spingo col mio bacino verso di lei, facendole sentire la mia erezione. “Perchè, che dubbi hai?”, le chiedo io. Lei porta le mani sul seno. Prende il bordo del vestito, lo sistema, spostandolo un po’. Mette in mostra l’areola. Il bordo del vestito posa appena al lato del capezzolo. Metto una mia mano sulla sua, la guido sul bordo, le faccio accarezzare il seno. Sposto il bordo, liberando il capezzolo. Lo stringo tra le dita. Jay geme leggermente. Trattiene il respiro. La vedo chiudere lentamente gli occhi.
“Allora? Come va?”, esclama Paola dietro di me. Mi giro di scatto. Cerco di schiarirmi la voce. Mi ha colto di sorpresa e non l’ho sentita avvicinarsi. “Bene, dovremmo aver scelto”, rispondo io. Paola mi scansa. Va verso Jay, che nel frattempo si è girata. Ha ancora il capezzolo che fa capolino dal vestito. Paola afferra il bordo, lo sposta, sistemandole il vestito e coprendole il capezzolo. Jay mi fissa negli occhi. “Ops, che sbadata”, commenta. “Tranquilla tesoro. Devi stare attenta, questa stoffa scivola un po’, ma col tuo seno questo vestito è praticamente perfetto. Ti sta benissimo. Lo prendi, vero?”, le risponde Paola. Jay risponde di si, poi rientra in camerino e la vedo iniziare a spogliarsi. Paola si gira. Mi fa l’occhiolino, la solita carezza sul braccio e torna verso la cassa. Un paio di minuti dopo Jay è di fianco a me, alla cassa. Paghiamo per i due vestiti, salutiamo Paola ed usciamo, trovando Ay seduto su una panchina di fronte al negozio, ad attenderci. Si alza appena ci vede. “Allora? Trovato qualcosa?”, chiede. Jay annuisce, sorridendo. “Un paio di vestiti. Stasera ne vedrai uno”, gli risponde, tirando dritta verso un negozio di intimo. Io resto qualche passo indietro, insieme ad Ay. Jay entra nel negozio, senza nemmeno girarsi indietro. “Alex…vederla essere tua in questo modo è un sogno. Ti prego, fai di tutto per farla sentire veramente la tua donna. Io posso solo ringraziarti. E trattamela bene”, mi dice. Resto senza parole, come sempre in queste situazioni. Lui mi da una pacca sulla spalla, mi fa l’occhiolino ed entra in un negozio di scarpe. Mi giro verso Jay, noto che mi sta facendo cenno di raggiungerla. Mi avvicino a lei di buon passo, ricordandomi di avere la sua brasiliana in tasca. Metto le mani, entrambe, nelle tasche, e con altri due passi sono di fianco a Jay. “Vieni a darmi consigli? Vado a provare qualcosa”, mi dice. Le sorrido. Lei entra in camerino, portandosi dietro qualche completino. Prima di iniziare a spogliarsi si affaccia dal camerino. “Hai qualcosa di mio che mi serve”, mi dice, mettendomi una mano sul cazzo duro. Lo stringe. Tiro fuori la brasiliana dalla tasca. “Intendi questo?”, le chiedo. “Oh, si. Forse in questo momento mi serve più quello, che questo”, risponde stringendo nuovamente la mia erezione. Poi prende la brasiliana e sparisce nel camerino. Riapre la tenda dopo un po’ per farmi vedere un completino rosso, completamente in pizzo. Indossa un perizoma sopra la brasiliana, completamente in pizzo e molto sensuale. Jay fa una piroetta. Poi si gira verso di me. “Ovviamente prova a immaginarmi senza la brasiliana addosso…”, mi dice. “Toglila. Voglio vederti senza”, le rispondo. Lei indica un cartello che esprime il divieto di provare intimo senza avere il proprio intimo addosso. “A parte il fatto che non capisco da quando un divieto sia un problema per te, ma questo intimo è tuo, perchè mi piace e lo prendiamo. Voglio vedertelo addosso, come si deve”, le dico. Lei mi fissa sorridendo. Abbassa le bretelle del reggiseno. Si gira. “Slacci?”. Le slaccio il reggiseno. Lo regge con le mani e mi fissa tramite lo specchio. “Lo vedrai…stasera. Forse…”, mi dice. “Che fai, non chiudi? Lasci che tutti vedano la tua donna? Io sto per spogliarmi, non attenderò che tu chiuda”, continua. La vedo divertirsi sempre di più. Resto qualche secondo in attesa. Lei lascia cadere il reggiseno per terra. Solleva le mani, agita le dita in aria. Con le labbra mima un “oops”. Poi afferra i lati del perizoma e lo abbassa, piegandosi in avanti, sfilandolo e raccogliendo anche il reggiseno. Mi gusto la scena, chiudendo la tenda molto lentamente. Poi mi giro verso il negozio. Le commesse non ci hanno visti, ma una signora che sta guardando l’intimo in offerta si. Sorride, maliziosa. Mi cade l’occhio su un corsetto. E su un baby doll. Sono neri entrambi, con inserti beige. Mi avvicino, scoprendo che fanno parte della stessa linea. Prendo le taglie giuste e mi giro per raggiungere Jay, ma la vedo fuori dal camerino, con addosso una brasiliana della stessa linea di corsetto e baby doll, e il reggiseno abbinato. Si guarda allo specchio. Mi avvicino a lei. “Ti sta benissimo anche questo. Preso. E prenderemo anche questi.”, le dico, indicando il corsetto e il baby doll. “Ma non me li farai usare, tesoro…E fa caldo”, si lamenta lei. Alzo le spalle. “Significa che dovrai considerarli come acquisti per il futuro”, le dico, con l’espressione più naturale e sincera che riesco a fare. Lei arrossisce. Mi mette una mano sulla guancia. Mi bacia, dolcemente. “Così potresti farmi perdere la testa”, mi sussurra. Poi rientra in camerino. Ne esce rivestita, pronta ad andare verso la cassa. Paghiamo per i nostri acquisti e usciamo dal negozio.
Non vediamo Ay nei dintorni. Lo chiamo e mi dice che ci raggiungerà appena avrà finito i suoi acquisti. “Andiamo a fare spesa? Ci manca solo quello, giusto?”, dico a Jay. Lei annuisce. Poi mi viene in mente un’idea. “Sai Jay, c’è una cosa che non ti ho mai chiesto”, le dico. “Puoi chiedermi tutto quello che vuoi, sono tua, lo sai”, mi risponde lei. “É una semplice domanda. Niente di complicato. Non ti ho mai chiesto quale sia la tua fantasia sessuale più eccitante”. Lei mi sorride, va per parlare ma si blocca, almeno un paio di volte. Poi inizia a rispondermi, mentre entriamo nel supermercato. “Sai, è difficile risponderti ora. Perchè stai permettendo di realizzare ogni mia fantasia. Ogni fantasia che mi viene in mente o che abbia mai immaginato, la stai rendendo possibile. Ne rimane solo una”, mi dice. “Quale?”. Si gira. É arrossita di nuovo. Mi prende per mano. “Vedere Ay con un’altra donna”, risponde. La fisso, senza parlare. Il suo sguardo vacilla. Vedo i suoi occhi farsi lucidi. “Oh Alex, non volev…sono tua, ok? Ay in questi giorni è un mio amico. Sei tu il mio uomo! E sarebbe bello anche vedere te con un’altr…”, inizia a spiegarmi. Capisco che Jay ha frainteso il mio sguardo, e la fermo, baciandola. “Ssssh, cosa hai capito? Proprio perchè sei mia, e proprio perchè sono il tuo uomo, voglio essere io a rendere possibile anche questa fantasia. Il divieto di venire resta solo per noi. Lui avrà il compito di far colpo su una ragazza. Sperando di riuscire a ritrovarci in 4 nella stessa stanza. Che ne pensi?”, le dico. Saltella. Batte le mani. “Dici sul serio?”. Annuisco. Mi salta al collo. “Oh Ale, sei fantastico”, mi sussurra, baciandomi sul collo. “E appena saremo nell’appartamento mi verrai in gola. Sarà il mio ringraziamento”, aggiunge. Poi si stacca da me e si dirige a passo svelto verso gli scaffali. Non mi abituerò mai a queste provocazioni. Mi sorprendono ogni volta, e mi eccitano sempre. Le vado dietro. Prendiamo l’occorrente per fare una torta al cioccolato, da bere, del vino, la tequila. Jay prende un vasetto di nutella, facendomi uno sguardo molto malizioso mentre mi chiede il consenso per prenderla.
In pochi minuti siamo fuori dal supermercato. Jay sembra raggiante. Andiamo verso l’auto e saliamo. Lei mi mette subito la mano sulla gamba. “Chiama Ay, digli che lo attendiamo qui”, mi dice Jay, mentre mi sbottona i pantaloni. La vedo piegarsi verso di me e prendere il mio cazzo in bocca. Ho parcheggiato in un angolino abbastanza isolato, quindi non abbiamo nessuno dei dintorni che possa vederci. Il rischio, però, c’è sempre. Chiamo Ay, mentre Jay inizia a succhiare e girare la lingua sulla mia cappella. Avviso Ay che lo attendiamo in auto e lui mi dice che sarà da noi a momenti. Chiudo la chiamata e metto una mano tra i capelli di Jay. Le premo la testa sul mio cazzo, e lei non si lascia pregare: lentamente si prende tutto il mio cazzo in bocca, facendomi sentire quanto sia bello spingerglielo fino in gola. “Cazzo Jay, sei fantastica con la bocca”, le dico. Lei dondola i fianchi, prende il cazzo in mano e mi guarda. “Lo sai che non puoi venire, vero? Non ancora, almeno”, mi dice. E capisco di essere fregato. Sono già al limite, dopo tutte le provocazioni, dopo la sega che mi ha imposto stamattina. Se dovesse prenderlo ancora in bocca, non ho idea di quanto potrei durare. Per fortuna ci raggiunge Ay, che entra in macchina e trova Jay intenta a segarmi. “Wow…ho interrotto qualcosa?”, chiede. “No, Ay, anzi, mi hai salvato”, gli rispondo. “Salvato?”, ribatte Jay, come se mi lanciasse una sfida. La vedo mettersi comoda sul sedile, senza però mai lasciare la presa sul mio cazzo. Allarga le gambe, solleva il vestito, e inizia a toccarsi, scostando la brasiliana. Metto in moto. Devo arrivare all’appartamento prima di arrivare sulla mano di Jay. Lungo tutto il tragitto lei geme, toccandosi. Sa che non le ho dato il permesso di godere, e infatti si ferma sempre pochi istanti prima di venire. Con l’altra mano, invece, non si ferma mai, facendo su e giù sul mio cazzo durissimo. Mi sta facendo perdere la testa. Devo trattenere spesso il fiato per concentrarmi e non venire. “Ay, Jay deve dirti una cosa”, esordisco io, vedendo dallo specchietto retrovisore Ay accarezzarsi il cazzo da sopra i pantaloni mentre ci guarda. “Cosa?”, chiede lui. Jay sorride. La vedo sbattersi tre dita nella figa. “Uhm…con Alex abbiamo deciso di proporti una cosa. Vorremmo che tu cercassi di far colpo su una ragazza. E te la portassi a letto. E magari potremmo farlo tutti e quattro nella stessa stanza”, spiega lei, accarezzandosi il clitoride. Ay rimane interdetto, poi sorride. “Ok. Posso scegliere una ragazza qualsiasi?”, chiede lui. Jay annuisce, e torna a toccarsi di fianco a me. Arrivati al resort, cerca di ricomporsi, richiudendo le gambe e lasciando la presa sul mio cazzo. Scendiamo dall’auto e prendiamo i nostri acquisti. Camminiamo con passo spedito verso gli appartamenti, e Jay saluta Ay sull’ingresso. “Ci vediamo in spiaggia, ok? Alex ed io abbiamo da fare ora. Ti raggiungiamo appena avremo fatto”, gli dice, e mi trascina in casa. Lasciamo tutto sul tavolo, e Jay è già inginocchiata di fronte a me. Si prende il mio cazzo, se lo spinge in gola. Afferra una mia mano e se la porta in testa, facendomi capire di voler essere scopata in bocca. La accontento. Inizio a spingere il cazzo in quella bocca sublime, con quella lingua che mi regala momenti unici. E sento di non essere più in grado di trattenermi. “Jay, ti prego…”, le dico. Lei si stacca un momento, giusto il tempo per dirmi: “Vieni, voglio bere il tuo sperma caldo”. Non resisto. Le spingo di nuovo il cazzo in gola e la afferro per il collo, mettendo la mano proprio sulla gola. Vengo. Il mio sperma le inonda la gola, la sento ingoiare, sento i miei schizzi passare sotto la mia mano. Ma non godo. Ho eiaculato, ma non ho ancora raggiunto l’orgasmo. Che piuttosto, sembra essere diventato un bisogno sempre più impellente. Il cazzo è rimasto durissimo. Faccio alzare Jay. La spingo verso il tavolo, facendola girare. La faccio piegare sul tavolo, tenendola sempre per il collo, con la mano sulla gola. Sollevo il vestito e scostando la brasiliana la penetro, con forza. É veramente un lago. Sento la brasiliana gocciolare, per quanto è bagnata. Jay geme, quasi urla. Inizio a scoparla con forza. Il mio cazzo le entra tutto dentro, le palle sbattono sul suo clitoride. Le sposto la mano nei capelli e spingo sul tavolo, forzandola a tenere la guancia sul tavolo. Lei sbatte le mani sul tavolo, le stringe forte. Urla il mio nome. La sento venire. Le do una sculacciata, forte, e ottengo solo di farla urlare di più. Il suo corpo è in preda agli spasmi dell’orgasmo. Un forte orgasmo. E finalmente sento arrivare anche il mio. Esco da dentro Jay, la faccio girare e inginocchiare. Le prendo una mano e la porto sul mio cazzo. Lei si abbassa la spallina destra del vestito, lasciando il seno nudo a metà, e inizia a segarmi, con la lingua che stuzzica la punta del mio cazzo. E finalmente godo. Sento le gambe tremarmi per la forza dell’orgasmo, e il mio sperma uscire in continuazione, inondando Jay. Lei cerca di riceverlo in bocca, ma gran parte le cola sul seno e un po’ le va sul viso. Poi si prende il mio cazzo in bocca, succhia via le ultime gocce.
La faccio alzare. La bacio. “Ale…”, mi dice. “Cosa?”, chiedo. “No, nulla”, è la sua risposta. “Sei venuta senza autorizzazione”, le dico, sorridendo. “Anche tu. Era autorizzata solo la prima”, risponde lei. “Ok, allora un pegno da pagare per me e due per te. E uno lo paghi subito”, le dico. “Cioè?”, chiede lei. “Cioè…”. Prendo la sua mano. Afferro l’indice e lo porto sul capezzolo pieno del mio sperma. Glielo faccio sfiorare. “Scenderai in spiaggia così”, le dico. Lei si morde il labbro inferiore. “Andremo direttamente a fare il bagno, ma dovrai scendere così”, spiego io. Si toglie il vestito, lasciandolo cadere per terra. Poi raccoglie le gocce del mio sperma che le erano andare sul viso, le porta in bocca, le ingoia. “Amo il tuo sapore, Alex”, mi dice, guardandomi con aria di sfida, nuovamente. Poi si sfila la brasiliana, va a mettersi il costume, la sola parte inferiore. Metto il costume anche io e in pochi minuti i nostri piedi sono sulla sabbia, con Jay che ha ancora il mio sperma sul seno.

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