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Erotici Racconti

Tutto in quel Sogno

By 18 Marzo 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Valeria si svegliò di soprassalto. Il cuore le batteva veloce nel petto e si sentiva stranamente turbata. Si guardò intorno e riconobbe l’ambiente familiare della sua camera da letto. Accanto a lei giaceva addormentato il suo fidanzato. Si passò le mani sul viso per recuperare un po’ di lucidità e decise di andare a bere un bicchiere d’acqua per calmare la sete che la torturava. Faceva un caldo terribile, persino il pavimento sotto i suoi piedi nudi sembrava essere rovente.
Valeria osservava la città dormiente dalla finestra della cucina spalancata, in mano teneva ancora un bicchiere vuoto. Stava cercando di ricordare che cosa fosse successo per sentirsi così turbata. Improvvisamente le tornò in mente il sogno che stava facendo sino al momento in cui si era svegliata e capì che la colpa del suo stato d’animo dipendeva esclusivamente da quello.
Nel sogno, Valeria si trovava in piedi in mezzo ad una grande piazza, ma non riusciva a scorgere nessun altro oltre lei. Osservava il suo corpo e notava di essere vestita con la camicia da notte che realmente indossava durante il sonno. Pervasa da un certo imbarazzo decideva di andar via di li, ma il suo corpo non rispondeva e rimaneva immobile nel centro della piazza. Ad un tratto si avvicinava a lei una donna, indossava un lungo vestito da sera nero e un grande cappello che impediva di vedere il viso della sconosciuta, inoltre indossava dei lunghi guanti di seta nera. La donna misteriosa si fermava esattamente a fianco di Valeria senza pronunciare alcuna parola. Dopo alcuni istanti di immobilità la sconosciuta portava una mano inguantata sui glutei della ragazza per poi passare al di sotto della camicia da notte e abbassarle gli slip sino alle ginocchia. Valeria voleva fuggire da quella situazione così imbarazzante, ma il suo corpo rifiutava ancora di muoversi. La donna misteriosa tornava ad sui glutei per poi infilarle improvvisamente un dito nel buchino di dietro. Valeria spalancava la bocca per urlare, ma non riusciva ad emettere alcun suono, voleva soltanto che l’abuso che stava subendo finisse.
A questo punto il sogno era stato interrotto dal risveglio.
Valeria osservava ancora la città. Adesso che ricordava la causa del suo turbamento, si sentiva un po’ più tranquilla; in fondo si trattava solamente di un sogno! Tuttavia le rimaneva addosso una strana sensazione che, soltanto dopo aver riflettuto a lungo, riuscì a definire come ‘imbarazzo’. Si sentiva come se fosse colpevole di aver compiuto un atto di cui vergognarsi; come se rimanere immobile nel mezzo della piazza fosse stato un modo di dare alla sconosciuta il permesso di abusare di lei.
Scacciò questi pensieri con un gesto della mano e andò a riempire nuovamente il bicchiere. Mentre sorseggiava il liquido fresco, si rincuorava pensando che se c’era una ragazza al mondo che poteva andar fiera della sua condotta sessuale, quella era lei. Insomma non era una dedita a pratiche ‘disdicevoli’ come i suoi sogni potevano far supporre.
Tornò nella camera da letto mentre le prime luci del mattino si affacciavano debolmente dalla finestra. Il suo ragazzo era ancora immobile ed addormentato al suo posto; Valeria pensò che tra poco più di un ora si sarebbero dovuti alzare per andare ognuno al proprio lavoro.
Non aveva per nulla sonno; al contrario aveva un gran voglia di fare l’amore. Si voltò su un fianco ed iniziò ad osservare il suo fidanzato. Desiderava da morire che aprisse gli occhi e le dicesse che anche lui la desiderava, ma non accadde nulla di tutto ciò.
‘Basta! Dormi’ pensò rivolgendosi a se stessa e chiuse gli occhi. Ma da che cosa veniva tutta questa eccitazione? Lei non era sicuramente una che non sa controllare le proprie pulsioni. Il sogno’ doveva essere ancora colpa sua. ‘Ma non ha senso” pensò ‘più che un sogno era un incubo. Trattata a quel modo, subendo un abuso così imbarazzante. Non c’&egrave proprio nulla che possa provocare la benché minima eccitazione’. Mentre la parte più razionale di Valeria si impegnava in questi ragionamenti, la parte più istintiva e forse più femminile, iniziava a far venire fuori un certo desiderio nascosto. La ragazza si girava e rigirava nel letto, mentre le sue due metà si scontravano nella sua testa. Dopo qualche minuto si ritrovò nuovamente su un fianco ad osservare il suo ragazzo. ‘Svegliati, dannazione!’ imprecò mentalmente, ‘Ho bisogno di un po’ di sesso, anche una cosa veloce, per iniziare bene la giornata’, ma lui non si muoveva.
Valeria si stupì di ritrovarsi a pensare alla masturbazione: ‘No, no. Non scherziamo. Ho 25 anni e sono perfettamente appagata. Non sono di certo una ragazzina che ha bisogno di ricorrere a certe cose. Ormai da quant’&egrave che non lo faccio? 8-9 anni? Non mi sembra affatto il caso di riprendere tali pratiche. Non fosse stato per quel maledetto sogno sarei tranquillissima. Che piacere ci sarà mai, tra l’altro, a ricevere un dito di dietro, proprio non lo capisco. Non mi sembra una cosa normale. La gente per bene non le fa certe cose. Deve essere una cosa sgradevole e dolorosa. Di certo io non lo farò mai. Anche se’ c’&egrave chi lo fa. Se lo fanno vuol dire che piace. Potrebbe anche essere che chi non lo fa ne parla male soltanto perché non l’ha mai provato. Forse non siamo abituati a certe cose e ci fanno un po’ paura. La mamma mi diceva sempre di non dire che le verdure non mi piacevano senza averle assaggiate e adesso sono quasi vegetariana. Che strano”
Pian piano si stava facendo largo nella testa di Valeria un’idea nuova ed affascinante, una voglia mai sentita e terribilmente intrigante. Trasse un profondo respiro e si decise’
Alzò lentamente la camicia da notte sino alla vita, poi infilò la mano destra sotto gli slip. Soltanto un brevissimo contatto con il buchino di dietro la fece sussultare ed irrigidire tutta. Il cuore le batteva nel petto come impazzito. Tentò di rilassarsi il più possibile, intanto si abbassò gli slip sino alle ginocchia. Con la punta dell’indice tornò a toccare delicatamente il suo buchino vergine e lentamente iniziò a spingere per entrare. Il suo corpo tremava come se stesse sentendo un gran freddo nonostante sino ad un momento prima stesse sudando per il caldo. Iniziò a sentire il dito dentro di se, ma procedeva piano perché la pelle era come se si incollasse all’intruso. Capì dove aveva sbagliato; tirò fuori quella minima parte di dito già dentro e se lo portò alla bocca, lo leccò con cura cospargendolo per bene di saliva, poi riprese a farlo entrare dentro di se. Adesso il dito scivolava più facilmente e riusciva a spingerlo dentro fino a metà. Non le bastava’
Decise di osare di più e all’indice aggiunse il medio. Forse due dita erano troppe per il suo minuscolo buchino, tant’&egrave che iniziò a sentire un certo dolore; ma non le importava. La sensazione di selvaggia trasgressione che provava in quel momento le dava un piacere incredibile. Un’altra eccitata idea le venne in mente proprio in quell’istante; un’idea folle, ma irresistibile. Allungò la mano libera verso i boxer del fidanzato e la infilò nell’apertura sul davanti. Laggiù tutto dormiva come il proprietario. Valeria tirò fuori il membro molle e due dita scoprì la cappella, iniziò a masturbarlo allo stesso ritmo con cui lei stessa si penetrava di dietro. Fu questione di pochi istanti e il sesso del suo ragazzo addormento divenne duro e massiccio. Ormai non le importava più se lui svegliasse o meno, aveva perso qualsiasi pudore. Si mise in ginocchio sul letto e si chinò verso l’asta tesa, la leccò tutta per bene e poi cominciò a mandarla su e giù dentro la sua bocca. Intanto dietro, il buchino opponeva sempre meno resistenza e le dita scorrevano rapidamente dentro e fuori; ad ogni penetrazione Valeria spingeva sempre più a fondo e a questo punto riusciva a farle entrare quasi interamente.
All’improvviso un fiotto di sperma fuoriuscì dal membro del suo compagno e poi ancora un altro e ancora e ancora. Valeria tenne le labbra ben strette per evitare di sporcare i boxer sino a quando quell’eruzione cessò, poi lasciò la presa sul membro ormai flaccido. Aveva la bocca piena di liquido bollente, ma per poterlo sputare era necessario andare in bagno e in quel momento aveva altro da fare. ‘Ci sono quasi’ pensò ‘Sto per venire’ poi andrò a sputare tutto’ per adesso voglio godere’ &egrave fantastico’ sento che”. Si accasciò nuovamente su un fianco, mentre spingeva le dita nel suo buchino di dietro con maggiore forza. Strinse il cuscino con la mano libera e si lasciò andare all’orgasmo più sorprendente della sua vita.
Rimase per un momento stordita dal piacere, poi tornò lucida e, piena di imbarazzo, si sistemò gli slip e si mise a sedere sul letto. Esattamente in quel momento la sveglia posta sul comodino accanto al suo fidanzato iniziò a squillare. Lui si svegliò di soprassalto e con uno scatto interruppe l’odiosissimo suono. Gettò un’occhiata alla ragazza seduta sul bordo opposto del letto e disse: ‘Buongiorno, dormito bene?’. Valeria, che era rimasta pietrificata dal suono della sveglia, non gli rispose. ‘Vale, stai bene?’ insistette il ragazzo. ‘Se &egrave così che deve andare’ pensò Valeria mentre ingoiava lo sperma che sino a quel momento le aveva riempito la bocca, poi rispose: ‘Si, si. Tutto bene’. Lui rimase per un attimo in silenzio poi disse: ‘Sai, stanotte ho fatto uno strano sogno. Ero in una piazza deserta con indosso soltanto i boxer. Una donna con un vestito da sera nero, dei lunghi guanti dello stesso colore e un grande cappello che le copriva in parte il viso si avvicinava lentamente a me sino ad arrivarmi davanti. A questo punto infilava la mano dentro i miei boxer, poi si chinava e con la bocca’ bh&egrave non &egrave difficile immaginare cosa faceva. Appena finito si toglieva il cappello e vedevo che eri tu. Strano sogno. Che cosa pensi significhi?’

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