Skip to main content
Erotici RaccontiOrgiaRacconti Erotici

Una perversa orgia scolastica

By 9 Dicembre 2016Giugno 9th, 2020No Comments

******************************
LA “CUM BUCKET SOCIETY
******************************

Julia, devi portare una donna esterna alla scuola alla Confraternita, che potrà disporre di lei a suo piacimento. Queste sono le regole per avanzare di livello.

Questo è ciò che mi sono sentita dire da ROBERT, il ragazzo che faceva da mio garante presso la CUM BUCKET SOCIETY.

La Cum Bucket Society. La Confraternita Secchio-di-Sborra. Era una società segreta del college che frequentavo, composta da porci assatanati con in testa solo il sesso.
Per dirla in breve, la Confraternita controllava segretamente quasi tutte le attività sessuali tra gli studenti del college. Chi voleva farne parte (ovvero: chi voleva avere il permesso di scopare all’interno del campus) veniva sottoposto a dei riti di iniziazione.

La Confraternita aveva diversi livelli, a seconda di quanto l’iscritto era disposto a diventare sessualmente scafato. E ovviamente c’era un percorso diverso a seconda se l’aspirante era maschio o femmina.

Io ero entrata al 1° livello con una prova d’iniziazione abbastanza semplice: spogliarmi nuda in presenza dei veterani della Confraternita e poi masturbarmi di fronte a loro.

Anche il mio accesso al 2° livello non fu troppo difficile: fare un pompino al mio garante (veniva chiamato così colui che faceva da intermediario tra  la Confraternita e gli aspiranti all’iscrizione).

Il test per passare al 3° livello per me fu già più impegnativo: consisteva nel farsi scopare da due maschi contemporaneamente, cosa che non avevo mai fatto…ma finché nessuno mi chiedeva di prenderlo nel culo (che è una mia fobia insuperabile) mi andava bene tutto.

************************
CERCASI SECCHIELLA
************************

Ed eccomi qui a tentare il salto di qualità: il QUARTO LIVELLO, quello dove si comincia a divertirsi sul serio.
Di quel che accade al 4° livello è proibito parlarne; da voci di corridoio pare che nei suoi festini succedano cose da pazzi, e l’idea di farne parte mi attizzava. Ma il prezzo del biglietto d’ingresso era alto: portare una “SECCHIELLA“, che nel gergo della Confraternita indica una femmina destinata a fare da contenitore di sborra!
A chi potevo chiedere una cosa simile? Con l’immaginazione passai in rassegna tutte le mie conoscenti che avrebbero potuto accettare di venire date in pasto a quel branco di lupi affamati.

Forse Cecilia, la barista del pub che frequento? Lei è una gran porca e magari ci starebbe anche…ma ha un marito gelosissimo; se scopre che mi ha fatto questo “favore”, la ammazza.
Mia zia Ethel? So che lei è una ninfomane, ma mi vede ancora come una brava ragazzina tutta casa & chiesa…Non potevo mica andare da lei e dirle a bruciapelo “Zia, ho bisogno che tu venga con me a farti sbattere dai miei compagni di scuola“…
La mia amica Sharon? Per carità, quella succhiacazzi mi sta già abbastanza antipatica anche senza avere debiti con lei…

Insomma, ero in alto mare. E ad ogni minuto del giorno il mio pensiero andava sempre lì, sempre lì, maledizione. Tanto che anche mia madre si accorse che avevo la testa altrove, quando andai a cena da lei per il week-end.
– «Julia, ma che hai? Sembri assente…C’è qualcosa che non va?», mi chiese.
– «Niente, mamma…Cose di scuola, non preoccuparti…»
– «Le cose di scuola non fanno tenere quel muso lungo. Con me puoi confidarti, lo sai…Riguarda magari un ragazzo?»
– «No, è che devo trovare qualcuno da portare a qualcun altro e…Insomma, è un po’ complicato, non farmi spiegare…»
– «Non c’entrerà per caso…qualcuna di quelle stupide società segrete del college?»

Oh, questa poi! Cosa ne poteva sapere mia madre delle confraternite di studenti arrapati che si creano nei college? Lì per lì risposi un “NO” poco convincente.
– «Di’ la verità, Julia!», mi incalzò lei, «Non sono mica nata ieri…Anch’io da giovane ho frequentato un college, sai?»
– «Io…E va bene, si tratta proprio di una di quelle società. Per avanzare di grado mi hanno chiesto di portargli una donna esterna alla scuola che…per…insomma…»
– «Riguarda forse un qualche rito di iniziazione…a sfondo sessuale?»
Sembrava saperla più lunga di quanto credessi. A questo punto tanto valeva mettere le carte in tavola.
– «Sì, deve trattarsi di una donna da buttare in pasto al branco…E non ho la minima idea di dove trovarla…»
– «Uhmm…Forse io conosco qualcuna a cui chiederlo.»
– «E di chi si tratta?»
– «Di una che non conosci. Non bene, almeno. E comunque è inutile dirtelo; a te basta sapere che lei ci starà.»
– «Ma come fai a dirlo? Non ci hai ancora parlato…E se invece rifiuta?»
– «Oh, credo che riuscirò a convincerla. Tu fammi solo sapere dove devo portarvela.»

Sembrava molto sicura, così evitai di farle altre domande. Anche perché parlare di queste faccende a mia madre mi imbarazzava non poco. Anzi, per come la conosco, mi sembrava strano che si fosse offerta di aiutarmi invece di farmi predicozzi sulle cose a cui penso invece di studiare.

*****

Quella notte non riuscii a dormire. Ero oppressa da dubbi e paure.
Mia madre ha sempre frequentato persone abbastanza normali; chi poteva conoscere di così scafata da accettare una proposta simile? Forse una prostituta, o una amica ninfomane…In fondo, cosa ne sapevo delle persone che ha conosciuto nella sua vita? Per me mia mamma era sempre stata “mia mamma” e basta; non avevo mai provato a vederla sotto altri aspetti .

E comunque, anche se lei mi avesse rimediato ‘sta fantomatica Secchiella, non sapevo niente delle feste al 4° livello: cosa succede lì? In quanti partecipano? Non ci faranno del male? E se mi chiedessero di fare sesso anale, la cui sola idea mi metteva una fifa boia? Mah…
Forse avevo fatto un errore, ma in quel momento ero troppo confusa per pensare di fare marcia indietro.

*****

L’indomani a colazione la mamma riprese il discorso:
– «La persona che cerchi ha accettato, Julia.»
– «E…E chi è?», chiesi con trepidazione.
– «Questo non ha importanza. Tu di’ solo ai tuoi amici che si può fare per stasera. La accompagnerò io al college con la mia auto.»
Nonostante la mia insistenza non aggiunse altro, come se godesse nel tenermi sulle spine. Che nervi! Come se non fossi già abbastanza tesa…

*****

Più tardi, al college mi incontrai con Robert, il mio garante presso la Confraternita. Fidandomi di mia madre, gli dissi che avevo trovato la Secchiella da mettere a disposizione della Confraternita come pegno per la mia ammissione al 4° livello.
– «Okay, lasciami il tempo di spargere la voce e organizzare la festicciola. Ma mi raccomando niente scherzi; lo sai cosa succede a chi tira un bidone alla Confraternita, vero? Tu di cazzi non ne vedi più fino alla laurea!»
– «Tranquillo, è sicuro», risposi…
…anche se di “sicuro” non c’era proprio niente! E se mia madre avesse solo bluffato per darmi una lezione? E se la misteriosa donna con cui ha parlato ci ripensasse?
I dubbi mi stavano travolgendo, ma ormai non potevo fare altro che incrociare le dita.

******************************
UNA SORPRESA DA INFARTO
******************************

E finalmente venne sera.
Il luogo dell’appuntamento era un villino ai margini del college, che fungeva da quartier generale della Confraternita.
Mi presentai vestita in modo sobrio: giacca, maglietta corta e minigonna di jeans.
Potevo vedere una ventina di ragazzi già sul posto, intenti a bere o a parlottare tra loro con aria impaziente.

Il cerimoniere della serata era Robert, che mi accolse in modo cordiale ma serioso.
– «Ben arrivata, Julia. Hai avvisato la Secchiella su luogo e orario dell’incontro?»
– «S-sì, dovrebbe arrivare a momenti», dissi ostentando sicurezza, mentre in realtà il cuore mi batteva come impazzito. E gli sguardi affamati di tutti quei maschioni non contribuivano certo a tranquillizzarmi.

Con mio sollievo, la mamma arrivò puntuale con la propria auto. Appena scese stentai a riconoscerla: quello schianto di donna era…mia madre?!
Trucco vistoso, completino scuro con una scollatura da infarto, tacchi vertiginosi, calze di seta ricamate, guanti di velluto, cappellino nero…
Subito dopo cercai con lo sguardo la Secchiella che mia madre avrebbe dovuto accompagnare…e mi venne un colpo al cuore: sull’auto non c’era NESSUN ALTRO!!!
Oddio, ero finita…E adesso cosa dico a Robert?

La mamma mi venne incontro e mi salutò con un bacio sulla guancia.
– «Visto, cara? Sono in perfetto orario!»
– «M-ma mamma…SEI DA SOLA! Mi avevi detto che avresti portato la Secchiella, mi avevi promesso che ci sarebbe stata!», esclamai disperata, sul punto di scoppiare a piangere.
– «E infatti la Secchiella è qui!»
– «E dov’è?»
– «Ce l’hai davanti, sciocchina!»

!!!…
No, non poteva dire sul serio…Non poteva FARE sul serio…

Mi guardò con un sorriso ironico:
– «Non fare quella faccia, bambina. Te l’avevo detto che era “una persona che non conoscevi bene“, no? Infatti ignoravi che anch’io da giovane avevo studiato in questo college, quindi sapevo già tutto della Cum Bucket Society e dei suoi riti d’iniziazione. Lo sai che io ero arrivata al 6° livello? Bei tempi…Poi però mi sono laureata, e tutto è finito…»
– «M-ma…Questo è assurdo…Tu non puoi prestarti a…a…», balbettai confusa.
– «E perché no? E’ tutto molto semplice: tu avevi bisogno di una Secchiella, e io te l’ho rimediata. Tutto in regola, si può procedere. Andiamo!»
Mi prese per mano e si presentò a Robert con un sorriso smagliante. Robert restò a fissarla come un babbeo per quasi un minuto, prima di invitarla all’interno del villino.

******************************
AMMUCCHIATA SELVAGGIA
******************************

Fu accolta da tutti in modo molto riverente e cerimonioso (non fosse per gli sguardi famelici che le fissavano il culo o le tette).
Dopo un drink e qualche convenevole, fu fatta accomodare su un divano, mentre io sedevo sul sofà di fronte a lei con al mio fianco Robert e un altro ragazzo. Tutti gli altri maschi si disposero intorno in cerchio. Alcuni armeggiavano con delle videocamere.

Robert prese la parola:
– «Bene, mia cara signora, è il momento di stringere i tempi. Sa già il perché si trova qui, perciò mi raccomando: ci offra un buon servizio e vedrà che alla fine ne trarremo soddisfazione tutti quanti.»
Mia madre sorrise. Era chiaro che quella situazione la stava divertendo molto, al contrario di me che invece ero assai a disagio per tutta questa incredibile situazione.
– «Ora…Che ne direbbe di cominciare a scaldarsi un po’ da sola, mentre la sua pargoletta guarda e impara?», concluse Robert.

Non se lo fece ripetere. Era come se non aspettasse altro.
Iniziò lo spettacolo liberando le grosse tette dal reggiseno, scatenando un coro di apprezzamenti da parte del branco. E ovviamente i maiali con le telecamere si precipitarono a riprenderle in primo piano.
Poi alzò una gamba sul divano in modo da scoprire le mutandine di pizzo. Dopo di che ci infilò dentro una mano e prese a vellicarsi la passera, mentre io guardavo a bocca aperta. Mia madre che si masturba senza ritegno di fronte a un branco di sconosciuti! Mai mi avrebbe sfiorata l’idea…ma ormai avevo capito che qui, stasera, mi dovevo attendere ben altre sorprese.

Intanto la mamma cominciava a fare sul serio. Si sfilò le mutandine in modo da esporre la fica agli sguardi eccitati dei presenti, che da parte loro manifestavano il loro gradimento strofinandosi una mano sul pacco o estraendo l’uccello per menarselo.
In risposta, la mamma scostò le labbra della fica e ci infilò dentro un dito. In quel momento il suo sguardo incrociò il mio. Mi sorrise senza imbarazzo. Credo che fosse divertita dalla mia espressione incredula.
Intorno, il branco di porci la incitava con apprezzamenti non proprio signorili:
– «Più dentro, troia!»
– «Facci vedere bene anche il buco del culo, vacca!»
– «Non vedo l’ora di schiaffartelo in bocca, porcona!»
Tutte quelle volgarità mi imbarazzavano, ma a giudicare dal suo sorriso la mamma sembrava invece compiacersi di quelle sconce attenzioni verbali.
Passandosi la lingua sulle labbra, si allargò la fica con entrambe le mani per offrirsi meglio alle telecamere che si erano avvicinate.
Era una visione mozzafiato; una cavità enorme, palpitante, grondante di umori, il cui aroma acre di femmina in calore saturava l’intera stanza.

La scena che avevo davanti mi stava mandando la testa in tilt. E come se non bastasse, i due ragazzi che avevo a fianco avevano cominciato ad accarezzarmi il petto e le gambe.
Ansimavo dall’eccitazione, e a quel punto avrei voluto darmi da fare anch’io coi ragazzi che mi stavano vicino…ma Robert si divertiva ad esasperare la mia libidine, tenendomi ferme le mani e costringendomi a subire i palpeggiamenti dei maschi che mi circondavano senza poter fare niente. La fica era sul punto di esplodermi, ma non potevo né toccarmi né ricambiare le attenzioni dei maiali che mi frugavano dappertutto.

D’un tratto mia madre si voltò mettendosi a pecorina sul divano, col sedere in bella mostra. Si ciucciò due dita e se le ficcò nel culo, una dietro l’altra. Dal pubblico scaturirono altri gridolini di approvazione.
– «Baldi giovani, volete vedere qualcosa che dalle vostre ragazzine non ve lo sognate neppure?», disse lei con aria di sfida.
A quel punto assistetti ad una scena incredibile: la mamma si divaricò il buco del culo con le dita mostrando una voragine enorme, che le telecamere si affrettarono ad inquadrare.
– «Resta ferma così, zoccola…Questa scena rimarrà negli annali!»
– «Whoooaaahh!…Pazzesco, non si vede il fondo!»
– «Venite tutti a vedere…Questa vacca ha un buco di culo talmente largo che ci potrebbe stare dentro una bottiglia di Pepsi!»
Non riuscivo a riconoscerla. Mia madre, che era sempre stata così composta e rigorosa, ora stava lì a farsi filmare come la più scafata delle pornostar, mentre senza alcun pudore esponva l’interno delle sue budella agli sguardi di sua figlia e di 20 porci arrapati in attesa di fare la festa ad entrambe!

Rimase in quella oscena posizione per un paio di minuti, poi Robert prese la parola:
– «Okay, finora questa gran troiona si è divertita un po’ da sola…Adesso però si comincia a fare sul serio: GO, BOYS!!»

Era il segnale convenuto; i ragazzi si alzarono e in un attimo la circondarono di cazzi.
Lei iniziò a succhiarne due alla volta, con incredibile naturalezza. E intanto mi mandava occhiatine complici accompagnate da un sorrisetto come a dire “Non dirmi che la cosa ti imbarazza!“. E cosa avrei potuto risponderle, dato che mi stava guardando mentre Robert e due suoi compagni mi avevano sollevato la maglietta, tolto le mutandine e palpando da tutte le parti mentre i cazzi di due altri sconosciuti sbattevano contro la mia faccia?
A quel punto c’era poco da fare i moralisti, così accolsi volenterosamente tutto quello che mi si offriva.
Da lì in poi non ci fui più con la testa. L’eccitazione accumulata senza poterla sfogare era troppa. Non mi importava neanche più che mentre succhiavo cazzi in fila c’erano delle telecamere a riprendermi; speravo solo che nessuno avesse in testa strane idee riguardo al mio culetto ancora illibato.

Nel giro di un minuto mi ritrovai nuda, a quattro zampe, con un grosso cazzo piantato nella fica e un altro in bocca, mentre altri aspettavano il loro turno per infilarsi in un buco libero.
Io mi davo un gran daffare sostenuta dalla foga dell’eccitazione, ma soddisfare 20 maschi non è mica uno scherzo. Per fortuna che la mamma si era attirata addosso il grosso della truppa.
Voltai un po’ la testa e la vidi mentre stava schiacciata a sandwich, con un cazzone che le impalava il culo da sotto e un altro sopra che le riempiva la fica, mentre ne spompinava un terzo e con le mani ne masturbava altri due. E tanto per gradire, un sesto ragazzo le si era piazzato tra le tette per farsi fare una fantastica spagnola. E da come mugolava, quel trattamento multiplo sembrava piacerle un casino!

Ad un certo punto Robert fece segno a quello che le stava sopra di scostarsi, lasciando la mamma con la fica aperta bene in mostra.
– «Voi con le telecamere…Venite qui e badate di non perdervi niente, che questa sarà una scena davvero super!»
Lo vidi fare un cenno a quelli che mi stavano scopando. Cosa aveva in mente?
– «Portatela qua con quel suo musetto da troia!»
Subito dopo un paio di quei maiali mi sollevarono di peso e mi portarono con la faccia vicino a quella fregna oscenamente esposta. Compresi cosa volevano farmi fare, e rabbrividii al pensiero.
Leccare la fica a mia madre?! No, dai, questo è troppo!… L’idea scatenò in me un moto di opposizione…ma fu proprio lei, accorgendosi della mia titubanza, a premermi la testa con decisione sulla sua passera, che teneva spudoratamente allargata con l’altra mano.
Come rifiutare? Cacciai dentro la lingua, beandomi di tutti quegli umori acri. E intanto sentivo il cazzo che aveva nel culo che premeva dalla parete del retto sulla mia lingua. Una sensazione…perversamente fantastica!

Nel frattempo qualcuno aveva ripreso a stantuffarmi da dietro. Ormai non capivo più niente. I concetti di madre e figlia non esistevano più; pensavo solo a godermi quella poderosa scopata e a leccare quella sorca fradicia emettendo gemiti goduriosi. E se possibile, la presenza delle telecamere e i commenti volgari del branco rendevano il tutto ancor più eccitante.

La mamma sembrava apprezzare il mio lavoro di lingua, tanto che cominciò ad ansimare sempre più forte finché venne con un sussulto, riempiendomi la bocca di broda. Buon dio…AVEVO PORTATO MIA MADRE ALL’ORGASMO!! La sola idea era pazzesca…eppure eccola lì, davanti a me, che si contorceva dal piacere come un’anguilla in calore.

Appena la mamma ebbe finito di godersi il suo orgasmo, Robert fece cenno ai ragazzi che mi sorreggevano di staccarmi dalla sua passera e le disse:
– «Immagino che adesso vorrai ricambiare le attenzioni di quella troietta di tua figlia, vero, maialona?»
Ciò detto mi posizionarono a cavalcioni sopra ad uno dei ragazzi, che mi farcì la fica mentre Robert spinse la testa di mia madre contro le mie natiche. E lei cominciò a leccarmi il buco del culo.
Cosa dire di quel trattamento? Ero in paradiso!
Non avevo mai provato attrazione verso il sesso anale, ma quella lingua mi stava mandando in orbita. E quando mia madre mi infilò un dito nel buchetto, sentii montarmi dentro un piacere strano, tanto che quasi non mi accorsi che ora le dita erano diventate due, e le stava rigirando per stimolare il più possibile la mia zona anale.
Bastarono pochi secondi di quella manovra per farmi raggiungere un orgasmo devastante, improvviso, acutissimo, mai provato prima.
– «Oh…Oh…OOH…O-O-OOOHHH!!!…MA CHE…MA CO…OH DIO, OH DI-I-O-O-OH…OAHH!…AHHH!!…O-O-O-OOOUUHAAAAHHH!!!»

Sembrava interminabile! Me lo godetti fino all’ultimo sussulto, poi mi abbandonai ancora scossa dai brividi sul ragazzo che mi stava sotto, mentre la mamma mi sfilava le dita dal culo. Ero un po’ rammaricata, ma subito dopo sentii premere di nuovo sul mio buco posteriore…solo che stavolta NON era un dito!
Oh mio dio, stavolta ci siamo, addio culetto“, pensai angosciata. Solo pochi minuti prima avevo visto mia madre con un cazzo in culo e uno in fica…e ora stava per toccare a me: la mia prima doppia penetrazione! E proprio sotto gli occhi di mia madre! La quale a sua volta si stava facendo sfondare tutti i buchi! PAZZESCO!!!

L’asta del ragazzo mi scivolò dentro lentamente, fino in fondo. Io me ne stavo lì a bocca aperta; mi sentivo l’ano tutto allargato e sentivo quell’uccello arrivarmi quasi fino in gola. Poi il giovanotto cominciò a muoverlo avanti e indietro, sempre più veloce.
Grazie al precedente lavoro di lingua e dita, non mi fece poi così male come temevo, e comunque il dolore iniziale era già stato sormontato da un piacere del tutto inatteso. Che strana sensazione sentire dentro di sé due pali di carne che si strofinano l’uno con l’altro, divisi solo da una sottile membrana ipersensibile… Stavo per urlare di piacere, ma un gran cazzone mi tappò la bocca. Addio; cerchio completo. Per la prima volta ero fatta in tutti i buchi!

Ormai ero stravolta dalla lussuria. Non avrei mai pensato che fosse possibile godere così tanto, perdere la testa in questo modo. Ero completamente in balia di quell’orda di selvaggi che si davano il cambio nel riempire ogni mio buco. Uno usciva e un altro entrava, non sapevo nemmeno più chi mi stava dentro o chi sarebbe stato il prossimo. Una goduria pazzesca, a ciclo continuo. Non so più quanti orgasmi ho avuto, forse una dozzina; qualche volta credo di essere anche svenuta, solo per poi ridestarmi e godere di nuovo.

Ogni tanto mi cascava l’occhio sulla mia compagna d’avventura. Anche lei aveva sempre tutti i buchi tappati da stalloni cazzuti che si davano il cambio l’uno con l’altro. Quei porci vigliacchi potevano fermarsi un attimo per riprendere fiato, ma noi due no!

Ogni tanto i ragazzi con le videocamere chiedevano a quelli che ci scopavano in fica o in culo di uscire per inquadrare il pertugio allargato. Strano a dirsi, ma l’idea che quei filmati che ci ritraevano come troie sfondate sarebbero stati visti da chissà chi, in quel momento era una cosa eccitantissima.

E finalmente arrivò anche la sborra. Il primo a venire fu un ragazzo che mia madre stava spompinando. Le riempì tutta la faccia di sperma.
Poi toccò a me: quello che mi stava inculando mi inondò gli intestini. Potevo sentire da dentro i getti caldi di sperma, uno per uno. Che strana sensazione! Non feci neanche in tempo a godermela, che il suo posto fu preso da un altro. E vai con un nuovo clistere di succo caldo. E subito dopo un altro ancora, e un altro, e un altro… Alla fine avevo dentro tanta di quella sborra che ad ogni sussulto si sentiva lo sciacquettio del liquido nelle mie viscere. Allora capii perché la chiamavano “Confraternita Secchio-di-Sborra“. Mi sfuggì una mezza risatina, subito soffocata da un gran cazzo cacciatomi giù per la gola, accompagnato da un “Ma che ti ridi, cretina, pensa a succhiare, piuttosto!

Ormai anche i ragazzi si avvicinavano alla frutta. La mamma si mise in ginocchio e cominciò a spompinarne due alla volta, mentre altri intorno si segavano da sé. In breve tempo cinque ragazzi le sborrarono in bocca simultaneamente…ma stavolta lei non inghiottì; mi si avvicinò, mi indusse ad aprire la bocca…e ci riversò dentro una colata di sperma dalla sua! E per finire suggellò il tutto stampando le sue labbra sulle mie, mentre le nostre lingue si intrecciavano nella mia bocca allagata.
Quel bacio perverso fu divino! Quante cose non sapevo sul sesso e sui possibili modi di giocarci. Ed era proprio mia madre che me le stava facendo scoprire!

Il gran finale fu quando ci fecero inginocchiare l’una accanto all’altra a ricevere le sborrate degli ultimi ragazzi rimasti.
Fu una autentica doccia di sperma, che non ci risparmiò un solo centimetro di pelle. Mai provata una sensazione del genere; sentirsi tutta ricoperta di seme maschile, il massimo appagamento della più profonda natura di femmina! Non resistetti alla tentazione di lappare la sborra dal corpo di mia madre, che dimostrò di gradire assai quell’attenzione. E a quanto pare la scena fu eccitante anche per chi assisteva, tant’è che alcuni dei ragazzi ci concessero un bis di crema calda sulla pelle.

In quel momento non eravamo più madre e figlia; eravamo due femmine che condividevano le attenzioni del branco di maschi, dando e prendendo piacere. Ci abbracciammo l’una contro l’altra, nude, madide di sudore e di sperma, mentre tutto intorno i ragazzi applaudirono all’unisono.
Era andata. Ed era andata BENE.

In quel momento amavo mia madre come mai prima d’ora. E glielo sussurrai piangendo di gioia.
Mi rispose con un grande sorriso carico di orgoglio, dandomi poi un delicato bacio sulle labbra. Poi si rialzò per andare a complimentarsi con i ragazzi, dando una carezza a ciascuno.

– «Signora, se desidera ora può farsi una doccia…E se vuole può anche fermarsi qui a dormire, non faccia complimenti», le disse Robert con un fare tutto cordiale, in buffo contrasto coi vari “Brutta troia, puttana sfondata, vaccona in calore” con cui l’aveva apostrofata per tutta la durata dell’orgia.
Ma la mamma declinò l’invito, dicendo che preferiva tornare a casa portandosi addosso l’aroma di sperma fresco come ricordo della bella serata.
Fu allora che capii che in fondo per lei l’essere venuta qui non era stato solo un “sacrificio” per aiutare la sua figliola, ma anche un modo per sentirsi di nuovo ancora giovane, arrapante, desiderata, come lo era stata ai tempi del college. E la sua espressione gioiosa diceva tutto sull’appagamento di questa sua aspettativa.

Si rivestì con movenze da donna di classe, poi Robert la accompagnò alla porta. Appena prima di uscire, mi salutò facendomi l’occhiolino, poi si rivolse a Robert:
– «Prendetevi cura della mia bambina», gli disse, «È ancora giovane e inesperta. Almeno per i primi tempi non esagerate, mi raccomando.»
– «Si fidi, madame. Ci andremo piano. E naturalmente, Lei sarà sempre la benvenuta», rispose Robert congedandola con un galante baciamano.

Nel frattempo fra i ragazzi era stato distribuito un drink. Tutti sembravano in attesa di un cenno per il brindisi finale. Allorché, dopo una pausa di silenzio, il cerimoniere Robert alzò solennemente il proprio bicchiere:
– «Alla nostra Julia…appena promossa a pieni voti al 4° livello della Confraternita!»

Al che, mi tornò in mente una frase che la mamma aveva buttato lì quasi di sfuggita, ovvero che lei a suo tempo era arrivata al SESTO livello della Confraternita. Già quello che mi era successo stasera mi sembrava il massimo; quali altre meraviglie mi aspettavano ancora? (Avevo solo il dubbio se aspettare di scoprirlo di persona…oppure se chiederlo alla mia brava mammina!)

[FINE]

Leave a Reply