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Uno strano potere

By 4 Maggio 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Prima di tutto partiamo con un buongiorno.

Poi vorrei presentarmi. Sono Matteo e sono uno studente universitario… con uno strano potere.

Posso trasformarmi in una donna. Non un travestito ma una donna DONNA, con tutto al posto giusto… più o meno.

Tutto iniziò quando avevo 20 anni in cui, ritrovandomi a voler diventare donna guardando un porno, mi ritrovai con seno e tutto dopo una strana sensazione e un blackout della vista.

All’inizio mi ritrovai nel panico, ma imparai presto come controllare questo mio potere.

Quante porte mi apriva questo potere? ‘Tantissime’, pensai.

Ma volevo andare per gradi, dato che volevo divertirmici.

Studiai il mio corpo femminile nella ricerca dell’informazione che volevo di più.

Volevo sapere se ero fertile e dopo alcuni mesi giunsi alla conclusione che non lo fossi, data la mancanza di mestruazioni.

Nel frattempo mi divertii con i giochetti che ogni uomo farebbe. Masturbarsi, toccarsi il seno e… prove di pompino (cosa che adoravo).

Ma tra il dire e il fare c’&egrave di mezzo il mare e avevo un po’ paura di provare il sesso per la prima volta da donna.

Presi coraggio molto tempo dopo.


Decisi che volevo farmi un mio amico dell’università.

Un tipo carino. Biondino, alto… ma soprattutto non lo facevo con uno sconosciuto.

E decisi di agire proprio nell’università.

Il piano era semplice. Andare a lezione con un abbigliamento unisex come Miki (abbreviazione di Michela, il nome che decisi di utilizzare da donna), parlarci, sedurlo, farsi una botta e via… e poi chissà.

Semplice ed efficace.

Trovare posto vicino a lui fu semplice. Erano in pochi a seguire quelle lezioni.

Inizia la lezione, passano quindici minuti… e già mi ha stancato.

‘Che palle questa lezione’ dico io.

‘si’, risponde lui, ‘chi ce lo fa fare a venire.’.

Mi guarda e si accorge di non avermi mai vista prima.

‘Non ti ho mai vista in quest’aula’ dice.

‘Sto sempre dietro, negli ultimi posti. Io però ti ho visto. Stai sempre con quell’altro ragazzo alto’

‘Matteo! Si, oggi non veniva e quindi mi tocca star solo.’

‘Non ti vado bene io come compagnia?’ e poi rido. ‘comunque sono Michela, ma preferisco Miki’

‘Claudio…’

Il professore ci guarda. Non gli piace che si parli durante la sua lezione e quando ci vede ci guarda con fare minaccioso.

Appena si gira…

‘Rompipalle’ dice Claudio.

Io rido.


Dopo un po’ mi giro e chiedo a Claudio,

‘Ce ne andiamo?’

‘Non mi pare il caso’ dice lui mentre rido.

Non &egrave convinto nel venire via. Devo dargli un motivo. E sono preparato dato che me l’aspettavo.

‘Hey Claudio’ bisbiglio ‘Ti dico la verità. Tu sei il mio tipo’

Mi guarda con fare interrogativo,

‘Sul serio, e sinceramente non mi dispiacerebbe troppo divertirmi un po’ con te’.

Rido e gli poggio una mano sul pacco ammiccandogli.

‘Avanti Claudio. So che stai in astinenza da tanto e che non vedi l’ora di fottere qualunque cosa.’ pensai.

Lui &egrave eccitato. Si vede.

‘Allora? Sentimi, appena fa una pausa prendiamo e ce ne andiamo’

‘E dove?’ chiede lui.

‘Hai una macchina?’

‘So che ce l’hai’ penso, e subito mi fa di si con la testa.

‘Ok. Andiamo li, vediamo se &egrave il caso di appartarci un pochino e poi ci divertiamo’ dico io e subito faccio per inumidirmi le labbra, chiaro segno che indica un bel pompino in attesa di essere consumato.

L’ho convinto. é fatta!


Alla pausa andiamo.

Arrivati in macchina decidiamo di appartarci un pochino e lui sbottona i pantaloni.

Lo vedo in un attimo.

‘Bravo il mio caro Claudio. Ha un cazzo più grosso del mio!’ penso e poi lo prendo subito in bocca.

Il sapore &egrave acre e la consistenza piacevole.

Giro molto con la lingua e intanto affondo sempre di più il viso.

Arrivato alla gola mi tocca ingoiare un po’ altrimenti non ci entra tutto.

Un piccolo sforzo e… finalmente arrivo alle palle che lecco con un po’ di lingua.

Torno su e vedo che lui &egrave estasiato.

‘Sei brava’ dice lui.

Ma io non rispondo e torno sul suo pisellone.

Sta per venire perch&egrave si contrae e mugugna un po’.

Gli faccio capire che voglio mi venga in bocca affondando per bene la faccia.

Mi schizza tutto in bocca, mi alzo dal suo pene, apro la bocca per fargli vedere il suo sperma e ingoio.

Poi finisco di pulirlo di lingua.

‘Wow, &egrave stato superbo’ mi dice.

‘Non finisce qui’ gli dico.

‘Che intendi?’

‘Intendo che penso che un assaggio di patata suppongo tu lo voglia dare, e pure io. Stasera alle nove ci vediamo davanti al centro stampe e continuiamo. Ci stai?’

‘Ovvio che ci sta. Che sempliciotto, dovrebbe stare un po’ più attento a dare confidenza così. Per oggi sei fortunato’ penso.


Il resto della giornata passa lento e inesorabile. Vado in giro, mangio, ammicco a ragazzi a caso per farli impazzire e alla fine si fanno le nove.


Lui &egrave puntualissimo.

Lo saluto e gli dico di andare dove vuole. Basta che sia appartato.

Una volta arrivati ci sistemiamo sui sedili posteriori.

Subito cerco di nuovo di fargli un pompino con una sua difesa che definire nulla &egrave poca cosa.

Viene di nuovo e di nuovo ingoio.

Lui fa per mettersi il preservativo e io lo fermo.

‘Che c’&egrave?’ dice lui.

‘Hai malattie di qualche tipo?’

‘No!’ risponde.

‘Sei sicuro?’

‘Certo, ma mi metto il preserva-‘

Non lo faccio finire.

‘Quasi certamente questa sarà una scopata e basta, non una relazione, ma comunque se mi dici così che non hai nessuna malattia allora voglio farlo senza. Lo preferisco. E poi non sono fertile oggi, sono sicura’

‘Mento spudoratamente’ pensai.

Ma alla fine non era una vera menzogna. Fertile non lo sono.

A lui l’idea piace e gli monto sopra dopo essermi tolta i pantaloni.

Subito mi apre come una mela.

La sensazione &egrave fantastica. Sento tutta la larghezza e lunghezza.

Tutto diventa più tenue per la goduria che mi porta praticamente a saltare sulla sua gustosissima asta.

Dopo un po’ mi ferma.

‘Alzati e mettiti in avanti’ mi dice.

Obbedisco, mi metto a novanta tra i sedili anteriori e lui comincia a fottermi da dietro come un animale e urlo in un orgasmo selvaggio.

Sensazione ancora migliore, ma in poco tempo lui viene dentro di me.
Il suo sperma caldo mi da una sensazione magnifica di piacere e soddisfazione. Sentirlo dentro &egrave come una gioia.
Mi rimetto sui sedili, passo una mano sulla vagina, raccolgo lo sperma fuori e me lo metto in bocca.
“Un piccolo snack, ma lo preferisco dalla fonte” quindi mi sposto i capelli e gli ripulisco il pisello.

Sono finiti i giochi.

Sicuramente lui &egrave sfinito, così come lo sono pure io.


Poche parole, pochi convenevoli. Mi porta dove mi ha caricata. Gli dico che abito li vicino.

‘Sicura che sarà l’ultima volta?’ mi chiede

‘Che scopo in macchina sicuramente no.’ e rido ‘che lo faccio con te… non te lo dico’ e gli ammicco.

Lui sorride e se ne va.

Io torno in macchina, ritorno uomo e vado a casa.

Per addormentarci non ci metto nul…



Questo &egrave il mio primo lavoro.

Fatemi sapere se vi piace e come migliorare.

Spero vi sia piaciuto!

Erano passati tre giorni dalla mia scopata con Claudio.
E la voglia di rifarlo era tantissima.
La possibilità di diventare donna a mio piacimento la trovavo qualcosa di sensazionale.
Puoi fare e farti tutti e come vuoi.
Vuoi farti più ragazzi contemporaneamente? Ci riuscirai.
Ti vedono troia? Ma io sono un uomo.
A quanto pare il mio appetito sessuale non era cambiato affatto.
Prima avere voglia voleva dire tenersela nella speranza di trovare qualcuna disponibile, ma ora era tempo di provare la tipica teoria di ogni uomo.
E cio&egrave che per le donne non c’erano problemi su questo fronte.
Dopotutto la mia forma femminile non era tanto male. Certo, non ero una ragazza fighissima, ma facevo la mia figura… e soprattutto so come pensa un uomo.
Era ora di tornare ai lavoretti, ma dovevo trovare un modo e un luogo.

Forse in università non era il caso. Meglio essere discreti.
Però i luoghi che mi venivano in mente erano troppo improbabili per troieggiare sensatamente.
Di certo il cinema era un’idea totalmente pazza, e così il parchetto.
Alcune cose invece le misi come possibilità future, come il pub oppure andare a battere al marciapiede (entrambe fantasie molto perverse, anche se diverse, ma non impossibili da mettere in atto). Ma per il momento serviva qualcosa di più semplice. Dopotutto era la mia seconda volta.
‘E se provassi al centro commerciale?’ pensai.
E l’idea mi eccitava da morire.

Ammiccare ai ragazzi mentre aspettavo Claudio non era stato difficile.
Ma stavolta doveva essere qualcosa di più efficace.
Intanto il look. Qualcosa unisex bastava.
E poi i preservativi. L’altra volta l’avevo fato senza, ma Claudio lo conosco e so che non aveva malattie, gli altri non si sa.
Una volta vestito mi finisco di preparare per bene.
&egrave ora di saziare la mia fame.

Inizio a girare per il centro commerciale.
Probabilmente la libreria &egrave il posto più adatto per trovare qualcuno.
Se trovi qualcuno che abbia una cultura almeno minima qualche accenno a un libro erotico dovrebbe bastare.
Arrivo e… ecco li il mio obiettivo.
Altezza media, moro, barbetta e probabilmente un gran bel pacco.
Avrà sui 27 anni.
Sta leggendo la trama di un thriller che fortunatamente conosco.
Mi metto di fianco a lui, prendo un libro e…
‘Quello &egrave bello. L’ho letto in due giorni. Ti prende’ dico.
Per un momento mi guarda e fa
‘Grazie del consiglio. Era da un po’ che lo guardavo.’
Gira il libro e mi riguarda
‘Vuole provarci’ pensai.
‘Non sembri una che legge questo genere rocambolesco’ dice.
‘In realtà li ho letti tutti quelli dell’autore…’
‘Questo &egrave il momento giusto’ pensai.
‘…però al momento sono interessata ad un altro genere’
‘Del tipo?’ chiede.
‘Esperienze del tipo Lolita oppure 100 colpi di spazzola prima di andare a dormire ma…’
guardo ai genitali
‘…non ho molto tempo ne voglia di leggere’ e mi inumidisco le labbra.
‘Probabilmente pensa sia uno scherzo’ pensai
E lui conferma subito la mia ipotesi.
‘&egrave una proposta indecente?’ mi fa
‘Si. Ma hai poco tempo per accettarla. Ti aspetto fuori la libreria’
Me ne vado fuori.

Poco dopo esce e viene da me.
‘Se l’offerta &egrave ancora valida ‘vengo’ volentieri’
Rido
‘Dove ci mettiamo?’
‘Bagni maschili’ dico io.
Arrivati ai bagni la cosa &egrave semplice.
Appena non c’&egrave nessuno entriamo in uno dei gabinetti.
Io seduto sul vaso e lui che si slaccia i pantaloni.
Quando lo tira fuori vedo che non &egrave depilato ed &egrave leggermente più piccolo di quello di Claudio.
Poco importa. Comincio a leccargli la punta per bene e poi tutta l’asta.
Mugugna di piacere. La cosa mi fa contento. Capisco che sono una brava pompinara.
Decido che &egrave ora di prenderlo tutto in bocca.
Il sapore &egrave buono molto piacevole e pure la sua consistenza.
Probabilmente sto diventando dipendente da questa sensazione.
Come l’altra volta devo ingoiare un pezzo, arrivato alla gola, per leccare le palle. E vedo che a lui la cosa piace.
La cosa va avanti per cinque minuti quando sento che sta per venire.
Un paio di su e giù di bocca, mi stacco e mi viene in faccia.
Sento la mia faccia umida e sporca. E decido che la sensazione mi piace.
Metto in lista di fare pure un bel ‘bukkake’ un giorno.
La faccia del ragazzo &egrave quasi inebetita. Faccio per richiamarlo alla realtà ma mi accorgo che non so nemmeno il suo nome.
La peggiore delle troie. Non sapere nemmeno il nome di chi ti scopi.
Il che mi eccita da morire e decido che ora voglio provarlo.
‘Hai un preservativo?’ gli chiedo.
Al suo cenno negativo ne estraggo uno dalla tasca
‘Sei venuta qui con l’intenzione di scoparti qualcuno, vero?’
Mentre glielo metto rispondo ‘Ti dispiace?’ e mi abbasso i pantaloni.
Naturalmente lui non risponde e io mi giro e appoggio le mani al muro inarcando la schiena.
‘Dove vuoi’ gli dico ‘ma preferirei nel culo’
Ecco dove volevo arrivare. La mia troiaggine più spinta che mi porta a deflorare l’ultimo buco vergine di questo corpo che posseggo da poco.
Naturalmente il ragazzo non se lo fa dire due volte, ma a quanto pare sa quello che fa (a differenza mia che &egrave la prima volta) perch&egrave si insaliva la mano e mi infila due dita per dilatarlo.
Io l’avrei fatto senza nulla.
A far male fa male, ma la sensazione &egrave contrastante. Perch&egrave &egrave bellissimo.
E lo nota pure lui perch&egrave comincio a fare un po’ di versi.
&egrave il mio ‘partner’ che mi riporta alla realtà.
‘Hey, siamo in un bagno. Trattieniti o ci scoprono.’
Mi ricompongo un po’. Ha ragione. E poi se ci beccassero cosa direi alla sicurezza? Che posso trasformarmi in una troia?

Ma ecco che toglie le dita.
La sensazione &egrave strana. Quasi di vuoto.
Probabilmente &egrave data dal fatto che &egrave dilatato. Fortunatamente non dura molto perch&egrave ci si butta a capofitto dentro con un colpo secco.
Ecco… questo fa veramente male.
‘Bastardo’ gli dico.
Lui ride e dice ‘Dubito ti sia dispiaciuto come cerchi di farmi credere’.
In verità di male ne ha fatto, ma in poco comincio a sentirmi accaldata in faccia e comincio a godere.
La calura sul viso fa sembrare fresco pure lo sperma rimasto li.
Lui &egrave molto forte perch&egrave devo fare un po’ di forza sulle braccia per reggere le sue stantuffate, cosa che rende leggermente problematico masturbarmi. O forse &egrave questo corpo che &egrave più debole del mio originale?
Non &egrave una cosa di cui mi occuperò ora.
Al momento mi interessa venire, cosa che sto per fare.
Fremo, mi lascio andare ad un leggero mugugno di soddisfazione e le gambe un po’ mi cedono.
Il fatto che sono rilassata mi fa sentire ancora di più il suo cazzo.
Lui non &egrave ancora venuto, ma penso manchi poco, e mi tiene un po’ su mettendo le braccia sotto la mia pancia e comincia ad accelerare e finalmente viene.
La sensazione &egrave molto differente dall’altra volta.
Forse pure perch&egrave non viene dentro.
Quando mi lascia sento le gambe che cedono. Tanto da dovermi reggere con forza.
‘Dalla reazione sembra ti sia piaciuto’ bisbiglia lui.
Io mi tiro su i pantaloni e dico ‘Quello che ci ha preso più gusto qui sei tu mi sa’
‘In effetti…’ dice lui ‘Pensi di cercare ancora quei libri’ dice ridendo.
‘Penso mi darò ad altre cose’ rispondo.
Lui esce dal bagno e mi fa segno che non c’&egrave nessuno così che possa lavarmi la faccia e andarmene.
‘Allora ci vediamo’ dico ammiccando.
‘Non mi lasci ne il numero ne il nome?’ mi chiede spaesato.
Mi giro, torno da lui e gli dico ‘Chiamami Miki’.
Poi riprendo la strada verso la vitalità del centro commerciale e verso casa.

Ed ecco che continuano le avventure di Miki!
Spero che pure questo secondo capitolo vi sia piaciuto.
Contattatemi per consigli o altro. E dopo la mia avventura al centro commerciale mi sono calmato un po’.
Dovevo riprendere per bene l’università e comunque non &egrave che possa andare in giro a troieggiare più di tanto.
Però mi chiedevo pure come potesse essere che trovassi ragazzi così velocemente.
Sicuramente era perch&egrave dicevo direttamente di voler scopare, ma deve esserci qualcosa di più.
Mi risposi velocemente che era questione di chimica.
Per il fatto del potere avevo smesso di farmi domande. Era inutile.

Dopo un po’ però volevo tornare sulla piazza.
‘Forse sto diventato sesso-dipendente’ pensai.
Qualunque cosa fosse volevo tornare e lo avrei fatto. Era ora di sperimentare il pub.
Mi organizzai un po’ come sarebbe andata probabilmente.
Mi siedo, trovo un tavolo con ragazzi che mi piacciono, mi ci siedo vicino e li rimorchio.
Unica pecca era il doversi preparare mentalmente, ma soprattutto fisicamente, a scoparne due dato che difficilmente trovi dei solitari in posti del genere, ma avrei evitato un tavolo con più di due persone.
Non che la cosa mi dispiacesse. Anzi, se l’esperienza mi piaceva avrei provato anche con più uomini.
L’idea mie eccitava da morire, ma dovevo prepararmi.
E scelsi di mettere una gonna media blu e una maglia gialla comprati qualche giorno prima quando decisi di farmi pure un guardaroba da donna.

Scelsi un posto un po’ distante dalle mie zone abituali.
Era un locale carino in legno.
La clientela &egrave per lo più giovane con o senza ragazze al seguito.
Proprio ciò che cercavo.
Il mio obiettivo &egrave un tavolo con due ragazzi da soli.
Mentre cerco arriva il cameriere che mi chiede cosa prendo.
Non ho voglia di bere. Prendo una coca.
Quando il cameriere torna trovo il mio bersaglio.
Due ragazzi, penso di 25/26 anni, barba di un paio di giorni.
Ma la cosa che mi interessa di più &egrave il fisico. Danno l’idea di prestanza e quindi di avere due bei cazzi.
Aspetto che ordinino da bere, mi alzo e vado al loro tavolo.
‘Posso?’ chiedo
All’inizio mi guardano un po’ con aria interrogativa, poi mi dicono di accomodarmi.
Sorseggio la mia bibita e mi presento.
‘Ciao, sono Miki’
‘Francesco’
‘Io sono Enrico. Come mai ti sei seduta qui?’
‘Volevo un po’ di compagnia’
Probabilmente capiscono dove voglio andare a parare.
‘E come mai una ragazza carina come te &egrave da sola?’
‘No potrei farvi al stessa domanda?’
Francesco annuisce e io continuo.
‘Dato che siamo soli tutti e tre teniamoci compagnia’
Nel dirlo faccio ben vedere ad Enrico la mia mano che va sul pacco di Francesco.
‘Tranquillo, c’&egrave pure per te’ penso.
E mentre smuovo il pene di Francesco mi tolgo una scarpa e metto il piede sulle cosce di Enrico che capisce e le apre.
‘Penso che abbiate capito cosa voglio’
‘Non penso sia giocare a carte’
‘In realtà si. Voglio giocare a scopa. Voi due contro di me’
I due fanno un fischio di approvazione ed io per tutta risposta passo la mano da sul pacco a dentro i pantaloni di Francesco.
Inizio a segarlo da dentro i pantaloni e in poco tempo viene un po’ nelle mutande e un po’ sulla mia mano.
Quando la tiro fuori la lecco davanti ai due per ripulirla.
‘Io penso che hai convinto entrambi a dartene altra’ dice Enrico
E io non aspettavo altro.

Paghiamo e andiamo in macchina di Francesco.
‘Poi mi riportate qui’ dico io.
Saliamo in macchina. Francesco guida verso un posto appartato e io dietro faccio un pompino a Enrico.
A lui piace tanto e anche a me.
&egrave più saporito degli altri che ho assaggiato e quando arriviamo al parcheggio mi viene copiosamente in bocca.
‘Francesco, tocca a te!’ dice Enrico.
Capisco quello che vogliono fare. Io faccio un pompino a Francesco e Enrico mi fotte.
L’idea mi piace.
Scendiamo dall’auto, Francesco si siede dietro con i pantaloni abbassati.
Io mi sposto i capelli, mi piego a novanta sul suo cazzo e comincio a succhiarlo con veemenza.
Intanto Enrico mi prende i fianchi e comincia a stantuffarmi con forza in figa.
&egrave una cosa selvaggia e senza alcuna regola.
Niente preservativi niente parole. Solo noi che scopiamo come bestie fino a che non vengono quasi in contemporanea riempiendomi per bene.
Ma fortunatamente non finisce qui perch&egrave si scambiano di posto e ricominciano la cavalcata.
Ora però non mi contengo più e urlo tutta la mia goduria.
In poco tempo però vengono nuovamente e io mi gusto per bene il sapore di sperma sulla lingue e la sensazione calda in figa.
Una volta venuti mi metto in ginocchio e mi metto a segarli.
I due sono abbastanza porci perch&egrave cominciano a sbattermi il cazzo in faccia, cosa che non mi dispiace per niente.
Alla fine mi vengono in faccia con mia somma soddisfazione.
Ce ne andiamo tutti e tre molto soddisfatti dopo che mi pulisco al meglio possibile e mi accompagnano alla macchina.
Li saluto e basta. Non ci sarà più nulla tra noi probabilmente.
E mentre guido verso casa ho un sorriso molto soddisfatto in viso.

Spero che pure questo capitolo vi sia piaciuto.
Contattatemi per consigli o altro. E proprio qui Oramai &egrave un po’ che convivo con questa mia situazione un po’ ‘particolare’ e decisi che era ora di utilizzarla anche per altri scopi.
Come lavorare!
Avete presente gli annunci del tipo ‘cercasi cameriera bella presenza’? Beh, ora potevo provare anche quelli.
In poco tempo ebbi qualche colloquio di lavoro e mi assunsero.
O meglio mi assunsero al mio primo pompino di lavoro. Era bastato poco a farlo convincere che doveva assumermi. Naturalmente mi assunse in nero.
Un posto di lavoro non male. C’erano momenti di grande sforzo e il resto della giornata era tranquillissimo e non facevo granch&egrave. Molto utile per pagarmi gli studi alla fine.
Anche se non mi permetteva di seguire troppe lezioni, ma non era obbligatorio.
Il bar era vicino a una scuola superiore quindi i momenti di lavoro era la mattina presto, a metà mattina e verso pranzo.
In poco tempo mi ero fatta ben volere. Fatta perch&egrave dopotutto mi conoscevano come Michela.
Tutti gentili i professori e le professoresse, mentre i ragazzi erano tutti vivaci ma in altri sensi. Dopotutto tra i 15 e i 18 anni hai una voglia di scopare che fa paura e a 21 anni lo ricordavo bene, dopotutto ce l’avevo anche io.
Principalmente a farmi il filo erano un gruppetto di ragazzi che ci provava ardentemente.
E proprio quei ragazzi sono i protagonisti di questo racconto.

Avevo quasi finito il turno e loro erano entrati chiedendosi tra loro che fare dato che andavano via di scuola dopo una lezione in preparazione alla maturità.
‘Andate a casa ragazzi?’ chiesi.
‘A casa di Charlie’ disse Luca.
‘Io pure me ne vado’ dissi io.
Il più giocoso dei tre. Mauro, disse ammiccando ‘vieni anche tu? Ha casa vuota’.
Risi e mi girai per andare a cambiarmi.
Mentre mi cambiavo pensai che era tanto che non scopavo. E quei ragazzi non mi dispiacevano. E poi sono tutti maggiorenni.
Controllai se nella borsa c’erano i preservativi e uscii dalla stanza.
Sapevo cosa stavo facendo e ne ero più che eccitata.
Erano ancora seduti quando mi affiancai il tavolo e dissi ‘Andiamo?’.
I loro sguardi erano interrogativi, quindi li riportai alla realtà.
‘A casa di Charlie, l’avete detto prima’
‘Veramente noi scherzavamo, m-‘
‘Non mi ci volete?’
Si guardarono l’un l’altro.
‘Per me &egrave più che ok’ disse Charlie.
E ci incamminammo verso la macchina e partimmo verso casa.

In macchina chiacchierammo del più e del meno e quando arrivai in casa di Charlie lui mi fece vedere l’appartamento dove viveva con i genitori che lavoravano entrambi.
Gli chiesi se potevo usare il bagno e misi in moto il mio piano.
Lasciai la borsa nel salotto dove stavano e andai in bagno. Li mi spogliai completamente e tornai nel salone.
I ragazzi ci misero un po’ a comprendere ciò che accadeva e io ebbi tutto il tempo di inginocchiarmi tra di loro. Non una parola e avevano già capito. Si tolsero i pantaloni e mi sbatterono i loro cazzi in faccia.
La cosa non mi dispiaceva di certo e cominciai a menarne due contemporaneamente prendendoli alternativamente in bocca.
Ma Luca non sarebbe rimasto escluso per molto. Glielo leccai un po’ e dopo gli dissi di prendere i preservativi dentro la borsa.
Mentre lui armeggiava io continuavo a succhiare imperterrita. Mauro venne nel momento stesso in cui Luca tornò col preservativo indosso riempiendomi la bocca.
L’ingoio fu d’obbligo.
Dissi a Mauro di mettersene uno anche lui e mi alzai dicendo a Luca di mettersi sul divano.
Appena si mise a sedere li misi sopra di lui e comincia a cavalcarlo e a succhiare Charlie che ancora non era venuto.
Appena arrivò Mauro me lo feci sbattere nel culo da lui.
Mi sentivo soddisfatta e troia. Ero aperta in tutti i sensi e tutti gli orifizi.
I ragazzi ci sapevano pure fare dato che mi sbattevano con un bel ritmo, incessante e continuo.

Finalmente Charlie si decise a venire e cambiammo posizione.
Mi sdraiai su Charlie che si era messo il preservativo e mi feci penetrare in figa, e allo stesso tempo ci invitai Luca. Una doppia penetrazione vaginale coi fiocchi riuscita non senza difficoltà.
Se prima mi sentivo piena, ora mi sentivo straripare.
Faceva male, ma il pisello di Mauro in bocca non mi permetteva di farlo sentire.
In poco tempo le mie sensazioni si annebbiarono e loro cominciarono a prendere il comando.
Non ricordo più come mi scoparono, ma di certo in ogni posizione. Quello che però capii quando ripresi appieno conoscenza &egrave che ero letteralmente piena di sperma. Lo avevo ovunque. I capelli, il seno, la faccia. Soprattutto la faccia era una maschera bianca molto gustosa.
Maschera che veniva rifornita in quel momento da tutti e tre insieme mentre mi venivano in faccia.
Tutti molto felici ci ricomponemmo. Io andai in bagno a lavarmi un poco mentre gli altri chiacchieravano dando valutazioni della scopata.
‘Beh allora che ne dite? Come &egrave stato fare un giretto?’ chiesi.
‘&egrave uno spreco che lavori a quel bar’ disse Luca
‘Se facessi i film saresti milionaria’ riprese Charlie.
Poco dopo entrammo in macchina.
Charlie portò a casa Mauro e Luca e a me venne in mente una domanda ovvia.
‘Perch&egrave ti chiamano Charlie?’
‘Perch&egrave Carlo mi fa schifo’ rispose sorridendo.
‘In effetti’ risi ‘però scopi da paura’.
Eravamo quasi arrivati a casa mia, o meglio decentemente vicino dato che dovevo entrare da uomo, e gli dissi di accostarsi indicandogli un angoletto appartato.
‘Beh, allora ciao’ mi disse e si avvicinò per salutarmi, ma io prontamente gli cominciai a toccare i pantaloni.
‘Hai fretta?’
E cominciai a fargli un altro pompino.
Certo che dire che sono diventato una bella zoccola &egrave dir poco…

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