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Volevo una bella macchina

By 23 Febbraio 2021One Comment

Circa 7 milioni di lire (+ di 100000 € di oggi) tanto costava la macchina dei nostri desideri a quel tempo ed era un prezzo irragiungibile per i miei salari. Ma ci pensò quella zoccola di mia moglie a risolvere il probllema aggiungemdo una buona massa di corna a quelle che già portavo. Dato che il vecchio padrino porco l’aveva fatta assumere da segretaria da un azienda di amici che come scoprii subito l’usavano abbondantemente insifonandole i buchi a piacere e i due padroni soci erano fratelli che già in precedenza l’avevano sfondata per bene e fottuta a pagamento e cosi i due porci avevano trovato molto comodo impegarla in ditta dove potevano trombarsela a piacere risparmiando. Le avevano riservata una stanza singola dove se la montavano con comodo e non passava giorno che l’uno o l’altro non andasse a fottere la puttana e a volte i due bastardi l’infilavano in doppio culo figa dato che la mignotta accettava ogni porcata purchè ben pagata. Io ormai sapevo tutto e masticavo amaro ma ogni volta che protestavo la zozza mi sbatteva in faccia i soldi guadagnati insultandomi come cornuto guardone e mi zittiva. Essendo stato sputtanato dalla troia e dal suo pappone che mi avevano sottomesso come recchione succube non potevo ribellarmi quando il porco veniva a incassare pretendendo anche i soldi delle trombate in ufficio. Il pappone entrava da padrone e per prima cosa mi faceva sfoderare la nerchia enorme ordinandomi di sputarci sopra prima di andare in corpo a mia moglie:”…pigliala in mano recchione cornuto e insalivamela bene… tu troia prepara i buchi che te lo butto tutto in panza e mi scarico le palle… stronzone levagli il tappo e tienimela ben allargata…” Io ubbidivo sturando lo sfintere di mia moglie del cuneo che doveva tenere sempre infilato perchè dopo gli sgarramenti anali subiti e lo stiramento estremo della rondella con i cunei per froci che le aveva imposto il pappone per slagargli bene il buco la maiala ce l’aveva ormai cosi sbrillentato che perdeva la merda e doveva tenerlo tappato togliendo il tappo solo per la monta con i puttanieri. Sturato il buco della troia io sfottuto e insultato dovevo appuntarle tra le chiappe larghe la gigantesca cappella del mandrillo su cui avevo colato un paio di sputi per facilitare l’infilata e il porco arrapato lo sprofondava con una botta micidiale in culo a mia moglie che annche se ormai abituata a quel bigolo asinino non poteva trattenere un lungo urlo. Il pappone le infieriva in culo con colpi potenti fino a farle scomparire nel retto tutto il micidiale palo nodoso e poi impugnandola per le grosse pocce le stantuffava profondamente le budella fino a sborrarla accompagnato dai suoi rutti sconci e dalle parolacce da bagascia con cui lo incitava a farle il mazzo spaccndole le chiappe a fondo. Dopo essersi scaricati i coglioni il pappone soddisfatto la sculava e mi obbligava a pugni a ripulirgli a slinguate la mazza sbrodolata e fumante mentre mia moglie gli portava i soldi incassati enumerando le trombate fatte. Il bastardo non era mai soddisfatto e a ragione perche la puttana gli nascondeva spesso dei soldi così la prendeva a schiaffi fino a farglieli cacciare:”…troia schifosa quanto hai fatto in ufficio?… solo 2 chiavate… non ci credo … t’ammazzo di botte te e il tuo cornuto se non mi dai tutto…” E la zozza doveva confessare:”…si anche 2 pompini con ingoio… ma gratis…” e giù botte fino a quando non tirava fuori altri soldi che a volte dovevo integrare io per evitare la violenza del bastardo. Poi il porco se ne andava e quella mignotta di mia moglie ridendo mi mostrava altri soldi che gli aveva nascosto:”…figurati… le 2 chiavate dai padroni ma poi sono arrivati dei clienti importanti che ogni volta vogliono montarmi… i padroni me li hanno portati e li ho dovuti lavorare… erano in 3 e mentre uno mi faceva il culo agli altri ho fatto pompini e ingoio… pagano bene ma montano male… ma poi mi sono levata la voglia di cazzo con il magazziniere negro… c’ha una mazza enorme e tromba come una bestia… quando vado a prendere il resoconto giornaliero mi sbatte la ceppa in panza come una furia e godo come una maiala… ma non dico niente perchè lo faccio montare gratis tanto mi arrapa e se si risà sarebbero guai… tu sta zitto frocio sugacazzi… grattati le corna se ti prudono….” Io oltre ad essere incazzato avevo paura che il pappone violento scoprisse quanto la sua puttana lo fregasse e alle mie paure la zozza mi sfotteva dicendomi:”…chi se ne frega… se debbo farmi fottere da quei vecchi porci almeno mi godo lo stallone nero… con quel palo mi fa godere da vacca… non lo faccio chiavare per soldi ma per le godute che mi procura con quel trave di ferro… alla faccia del pappone e tua…” Per convincermi e tacitare le mie paure alla fine la troia mi propose:”…tienimi il gioco che ti ci compro la macchina… così lo freghiamo per bene il pappone…” Anche se ero preoccupato io per avere la macchima tenni mano a mia moglie che da vera puttana raddoppiò i prezzi delle trombate ai padroni e si mise a disposizione dei loro amici e clienti più porci che andavano regolarmente in ditta come al casino attirati dalla zozza che con le sue minigonne senza mutande e le grosse pocce che sfuggivano dalla camicia li incoraggiava a farle proposte sconce che lei accettava invitandoli nella sua stanza dove si faceva montare anche da 2 o 3 alla volta a caro prezzo mentre la sera quando il pappone veniva a incassare gli dava la metà dei soldi presi. Così in pochi mesi ci potemmo comperare la macchina ma questo insospettì il pappone che andò a informarsi dal padrino e il vecchio bastardo in contatto con i 2 padroni puttanieri gli svelò che la figlioccia faceva gli straordinari. Così il pappone imbestialito venne a casa a sfogarsi con la sua puttana. Prima mi prese a pugni e calci e poi legandola sul letto a cosce larghe prese a cinghiate mia moglie sulla figa. La mignotta spaventata strillava ad ogni colpo non potendo proteggersi dalla violenza del sadico che infierì sulla patacca offerta tra le cosce larghe frustandola con ferocia. Lei piangeva implorando pietà ma il bastardo la punì senza pietà smettendo solo quando fu stanco. Allora imprecando sudato venne da me e mi imbocco la gigantesca cappella di forza facendomela armare di boocca e poi dopo che l’ebbi ben slappata dalla punta ai coglioni brandendo la stanga insalivata ribaltò le gambe scosciate della troia piangente e le appizzo il nerchione in tiro tra le chiappe dritto sul buco del culo. Poi impugnandole le pocce a piene mani gliele trizzo ferocemente mentre con un colpo micidiale le spaccava la rondella immergendole la stanga nodosa in culo fino ai coglioni con un solo affondo devastante. L’urlo agonizzante di mia moglie mi fece accapponare la pelle mentre la vedevo scalciare disperatamente sotto l’affondo bestiale che le massacrava il suo sfintere da maiala. Il porco sadico non soddisfatto invece di cominciare a pomparle in culo le sturò di scoppio la rondella facendola urlare ancora più forte e poi senza darle tregua le rificcò in culo il battacchio gigante fino alle palle in una altalena attappa-stappa tremenda e si inculo bestialmente la troia fino a vederla disfatta biascicare scusa chiedendo pietà. Allora il pappone stanco e soddisfatto senza darle la sua dose di sborra quotidiana la lasciò venendo di nuovo da me e imbocandomi a forza la mazza scolata di robaccia vischiosa e puzzolente e turandomi il naso mi obbligo a ingoiare come una bocchinara le scariche di sborra che mi ingozzò scaricandomi in gola i coglioni pieni. Poi se ne andò minacciando se gli nascondevamo ancora soldi di ammazzarci di botte e venderci ai suoi contatti arabi che avrebbero sgozzato la troia e me dopo averci fatta montare dai cammelli. Quando fu uscito mentre ci riprendevamo faticosamente dalle sevizie subite mia moglie ebbe la sfrontatezza di dirmi:”…cazzo ci è andata bene… tanto la macchina me la sono guadagnata alla faccia sua… e per fortuna che non sa del negro che mi ripassa i buchi… se no s’incazzava doppio… t’ha ingozzato per bene gran frocio… peccato… mi sarebbe piaciuto beccarmela io quella scarica di sborra a pressione…” E mi bacio succhiandomi dalla lingua la schiuma che avevo ancora in bocca facendosi poi medicare il buco del culo massacrato e sanguinante per la tremenda inculata subita. Ma aveva ragione… la macchina l’avevamo fatta ! e in altre occasioni facemmo ancora fesso il pappone con lo stesso sistema e io da gran cornuto mi prestavo al gioco perchè almeno oltre alle violenze e alle umilianti porcate che dovevo subire potevo guadagnarci un po’ anche io sui buchi di quella gran maiala mignotta di mia moglie.

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One Comment

  • daniela daniela ha detto:

    Complimenti! Hai uno stile e un linguaggio molto arrapante (mi fai bagnare come una vacca)anche se non credo che questi racconti siano veri, sicuramente sono frutto delle tue fantasie…Comunque mi intrighi moltissimo e avrei piacere di conoscerci via email (fuori da questo sito)per dirti altro ,aspetto una tua risposta ci tengo

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