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Racconti Erotici Etero

001 Valeria e i guardoni 1 – 2

By 14 Febbraio 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Premessa
A quanti avranno la pazienza di leggere questa vicenda debbo subito confessare che non si tratta di un racconto immaginario, ma di una storia vera ed autobiografica. I personaggi ed i luoghi sono reali ed ho cercato di rappresentarli in modo molto fedele. Il mio &egrave il tentativo modesto di narrare fatti e circostanze nel loro susseguirsi, al fine di rappresentare l’evoluzione delle esperienze sessuali di una coppia che scopre, per caso, la passione per l’esibizionismo. Ai lettori suggerisco, quindi, di leggere i capitoli nell’ordine assegnato sia per capire le emozioni e gli avvenimenti dalla prima volta agli sviluppi sempre più coinvolgenti ed imprevedibili, sia perché ogni capitolo ha rimandi a quelli che lo precedono. &egrave solo un consiglio, ognuno può leggere la storia come desidera. I lettori che vorranno commentare, chiedere o scrivere a loro volta resoconti di esperienze vissute (o desiderate) possono farlo scrivendo al mio indirizzo di posta elettronica. Ringrazio mia moglie e gli amici che mi hanno aiutato a ricordare lo svolgersi degli eventi e per i magnifici momenti di sano divertimento passati insieme.

I ‘ Capitolo ‘la prima volta con i guardoni’

Valeria, o come la chiamano tutti Vale, &egrave una ragazza di un metro e sessantasette, gambe lunghe, caviglie snelle, capelli castano scuro, bellissimi occhi scuri, e grandi tette. Frequenta il liceo classico ed ha superato da poco l’esame di maturità. Vale odia il piercing, i tatuaggi, gli abiti di poca qualità e sostiene che ‘il cane &egrave il miglior amico dell’uomo e il diamante &egrave il miglior amico delle donne’. Giovanni &egrave alto un metro e ottantaquattro, &egrave più grande di lei e frequenta l’università. Ora &egrave seduto sul treno in una serena giornata di fine luglio ma con il cielo un po’ velato. La temperatura gradevole ed il verde delle montagne che scorrono dai finestrini del vagone passeggeri non fanno rimpiangere Roma, lo smog, il traffico e le aule dell’università. Giovanni da oltre un mese sogna questo momento, finire la sessione di esami, tornare a casa, vedere gli amici e, soprattutto, fare l’amore con Valeria. Il giorno seguente Giovanni accompagna Valeria a fare compere perché, come dice lei, ‘non ha più niente da mettere’. Per il buon esito dell’esame di maturità ha ottenuto la carta di credito del papà per un giorno. Dopo la visita ai negozi di scarpe e borse Giovanni ha capito perché non bisogna mai dare la propria carta di credito ad una donna. Seduto su una poltroncina di un negozio di abiti alla moda guarda Valeria che entra ed esce dal camerino dove lui cerca di sbirciare. Lei prova un vestito dietro l’altro e lui ascolta paziente le sue lamentele davanti allo specchio ‘ho il seno troppo grosso’ dice ‘mi fa sembrare goffa e le camice mi buttano male’. Entra di nuovo nel camerino ed esce con un vestito di cotone leopardato ‘questo mi piace, ma guarda qua, davanti tira tutto, fanno i vestiti solo per le anoressiche’ e continua ‘se papà mi da i soldi e il permesso mi opero e riduco il seno’. Lui ascolta e tace, ha conosciuto ragazze con i capelli ricci che li lisciano in continuazione, altre sempre con in mano l’arriccia capelli e non hanno paura di andare sotto i ferri del chirurgo plastico. Inutile parlare, inutile dire che la sua ‘quarta di reggiseno’ &egrave da sballo, servirebbe solo per un bisticcio o per sentirsi dire ‘sei un maiale’. Del resto Giovanni &egrave un convinto sostenitore del motto ‘le donne vanno amate, non capite’. Con le buste dello shopping in mano l’accompagna a casa e gli dice ‘ho l’auto di mio padre a disposizione usciamo dopocena?’ Valeria risponde ‘si ma ho il permesso di stare fuori fino a mezzanotte, come Cenerentola’. Escono alle nove e girano in città per vedere un po’ di amici, poi decidono di andare in pineta, inutile aspettare ancora. In auto Vale prende la mano destra di Giovanni la poggia sul suo ginocchio e dice ‘ho fatto il bagno di vapore e la doccia con il gel scrub su tutto il corpo’. Giovanni le accarezza la gamba fasciata dal nailon delle calze e chiede ‘che hai fatto?’ Vale ride e spiega ‘&egrave peelings leggero, un trattamento per rinnovare la pelle e stimolare la produzione di collagene’. Giovanni soffia ‘detto in parole povere?’ Vale allarga un po’ le gambe e dice ‘vai più su, e dimmi cosa senti’ Lui non se lo fa ripetere, sale con la mano e . . sorpresa! Valeria non porta i collant come al solito, ha indosso calze autoreggenti. Quando la mano sale all’interno della coscia e supera le calze Giovanni ha il contatto con la pelle e dice ‘&egrave la pelle più morbida, liscia e piacevole che ho mai toccato’. Lei &egrave soddisfatta del risultato e gli sposta la mano a forza sul volante. Giovanni protesta ‘ma allora sei crudele’ e lei ‘forza che vai a sbattere con la macchina di tuo padre, fai il bravo, tra poco ti faccio toccare il resto’. Dalla strada asfaltata che sale in collina deviano in un grande prato circondato da un bosco di pini. Fermano l’auto in una piazzola tra gli alberi, e passano nel sedile posteriore. Vale si sfila la gonna e le mutandine ma lascia le calze autoreggenti. Poi slaccia il reggiseno e con abilità lo sfila emettendo un sospiro di piacere. Afferra la maglia e la toglie, le piace avere il seno libero. Giovanni tocca le tette e le fa dondolare sode e rotonde, le accarezza e dice ‘hai la pelle più morbida e liscia della seta’. In quel momento un’altra auto entra nel prato ed i suoi fari ruotano nel buio come la luce di un faro sul mare. Il fascio di luce degli abbaglianti li investe e rimane su di loro per un qualche secondo, Valeria &egrave nuda e si nasconde dietro il sedile, poi l’auto continua il suo giro e si ferma in mezzo al prato spegnendo motore e fari. Giovanni le bacia le tette e dice ‘non hai bisogno del gel scrub hai una pelle magnifica e due tette bellissime, ma come fai a lamentarti’. Vale sospira, si stringe il seno tra le mani e risponde ‘ai maschietti piacciono lo so, siete tutti uguali’ e la sua mano scivola tra le gambe, le dita affusolate cominciano ad accarezzare il sesso. Giovanni le chiede ‘voglio guardarti posso accendere la luce di cortesia’ Valeria risponde ‘quella &egrave troppo forte non hai una torcia elettrica’ Giovanni la prende subito dal cassetto dell’auto, la poggia sul sedile e l’accende ‘va bene così?’ chiede. Vale non risponde. Lui si siede di fianco, le bacia con passione un seno e posa una mano sull’altro, mentre l’altra mano segue quella di lei. Giovanni alza gli occhi attirato dall’accensione della luce interna nell’altra auto, ma sono sufficientemente lontani per non molestarli. Si concentra di nuovo sul corpo di Vale e con la mano imita i suoi movimenti sul clitoride, poi s’insinua penetrando con l’indice dentro la vagina, bagnata e caldissima. Vale ansima e lo lascia fare per un po’ poi dice ‘ora vieni qua’. Giovanni non aspetta altro, si alza e si inginocchio davanti a lei, con una mano si punta sul sedile e con l’altra le prende una gamba sotto il ginocchio sollevandola. Rimane per qualche secondo con il sesso duro a sfiorarle l’inguine senza penetrarla, sposta la torcia elettrica per illuminare il corpo di lei. Sente quel dolce calore che lo attira, spinge in avanti le reni e penetra in lei, sospira di piacere e comincia a scoparla con colpi decisi. Vale si lamenta e si accarezza i seni. Fanno sesso così perdendo la nozione del tempo, poi, sudati, cambiano posizione. Lui si siede sul sedile, lei si mette sopra e dice ‘scorri giù che non ho spazio’. Giovanni scorre fino a toccare sul fondo dell’auto. Vale impugna l’uccello e ci si siede sopra, afferra una delle maniglie laterali sopra il sedile e tira la molla infilando dentro una mano, poi afferra la maniglia opposta. &egrave sopra di lui con le braccia aperte, quasi avesse i polsi legati alle maniglie, la testa piegata di lato per non battere sul tetto dell’auto. Giovanni &egrave steso sotto, la testa tocca lo schienale del sedile e accompagna con i movimenti del bacino il movimento di Valeria. La luce dorata della torcia elettrica la illumina nuda, con il seno che balla su e giù mentre si alza e si lascia andare per impalarsi di nuovo con forza. Ogni tanto Giovanni le afferra le tette ed alza la testa per leccarle mentre lei curva la schiena per favorirlo. Vale accelera il movimento, si agita e torce il busto, la mano libera lascia la maniglia e va sul clitoride. Si ferma masturbandosi, poi riparte con colpi vigorosi e viene lamentandosi forte. Resta immobile con un braccio alzato bloccato sulla maniglia. Il suo corpo ogni tanto &egrave scosso dall’eco dell’orgasmo e la vagina caldissima pulsa intorno all’uccello. Giovanni sente quel calore e il pulsare arrivare diretto al cervello e dice ‘anche io sto per venire’ Valeria si scuote ‘dammi un secondo’ e sfilando il polso dalla maniglia dice ‘non puoi venire dentro, ti finisco con la bocca ‘. Si stende di lato e Giovanni si precipita con i ginocchi sul sedile per mettergli l’uccello all’altezza delle labbra. Vale lo imbocca e Giovanni sposta la torcia elettrica per guardarla mentre lo succhia. Lui non ha spazio nell’auto e si deve curvare verso il lunotto posteriore. &egrave in quel momento magico, che precede l’orgasmo, che Giovanni vede un uomo, corre curvo nel prato allontanandosi in direzione dell’altra automobile. Valeria continua a lavorare di bocca ma, nonostante il piacere, Giovanni non riesce a staccare gli occhi dall’uomo che arriva all’auto in mezzo al prato e apre uno sportello. La luce di cortesia si accende, l’uomo prende qualcosa, forse una macchina fotografica, poi chiude lo sportello e torna indietro. Corre di nuovo veloce e curvo, ma la debole luce della luna basta per vederlo distintamente. Giovanni segue il suo movimento che lo porta alla loro automobile e gli si gela il sangue nelle vene. Attonito e indeciso lo vede arrivare di fianco ad un altro uomo. Questo ultimo &egrave immobile con il viso attaccato al finestrino laterale dell’auto, non si accorge di essere visto perché &egrave completamente preso a guardare Valeria nuda concentrata a fare un rapporto orale. Giovanni ha un urlo soffocato e un sobbalzo. Si sfila dalla bocca di lei e spegna la luce. Valeria non capisce ‘che succede’ domanda. I due guardoni se la danno a gambe levate. Giovanni dice ‘due uomini guardavano, dal finestrino’ e senza dire altro si veste in fretta col cuore in gola e l’adrenalina che lo fa tremare. L’auto in mezzo al prato mette in moto e veloce scompare nella notte. Poco dopo anche Giovanni mette in moto e fa retromarcia per uscire dalla piazzola. Vale si lamenta ‘mi hai fatto venire un colpo al cuore’ Giovanni dice ‘ho avuto paura, non me lo aspettavo’ e continua ‘lo spavento mi hanno fatto tornare indietro l’orgasmo e adesso ho l’inguine indolenzito come se avessi preso una botta’. Vale alzo le spalle ‘La macchina &egrave arrivata subito dietro noi, chissà da quanto tempo erano lì a guardare, potevi aspettare, venire e poi strillare’. Giovanni si scalda ‘ma come ragioni, quelli guardavano te nuda scopare e fare i pompini’ Vale &egrave decisa ‘io mi faccio gli affari miei, se fai sesso in auto può succedere che trovi i voyeur’ Giovanni &egrave incuriosito ‘allora &egrave normale che adesso si fanno una bella sega pensando a te’ Vale non si scompone ‘sono affari loro se si divertono così’ Giovanni ferma l’auto e dice ‘sarà che tra esami miei e tuoi &egrave un mese che aspetto di fare l’amore, sarà l’adrenalina o questi discorsi ma sono eccitato e carico come una molla se non faccio sesso scoppio’ Vale lo blocca ‘non c’&egrave tempo per spogliarsi di nuovo ho paura che dovrai farti una sega come i voyeur’. Giovanni insiste ‘potresti finire quello che stavi facendo prima che ti interrompessi, una cosa veloce’ Vale protesta ‘ma sentilo una cosa veloce vuoi che ti vuoto le palle con la bocca ha freddo come una mignotta’ Giovanni non molla ‘non c’&egrave tempo lo hai detto tu non puoi dubitare che ti amo sto male veramente’ Valeria sbuffa ‘poverino caro quanto mi ami quando ti devo fare un pompino’ e aggiunge ‘va bene lo faccio ma non ti devi trattenere per perdere tempo’. Passano di nuovo nel sedile posteriore Giovanni con i pantaloni e le mutande calate alle caviglie mentre Vale si siede all’orientale davanti a lui. Afferra alla base l’uccello già eretto al massimo e lo mette in bocca succhiando e leccando con vigore. Giovanni all’inizio ha quasi l’impressione che l’orgasmo si sia bloccato ma quando ripensa ai due guardoni prova un eccitazione mai sentita prima. Il calore della bocca e il succhiare incessante fa il resto. Giovanni non prova nemmeno a prolungare quei momenti di piacere e come sente arrivare l’orgasmo lo lascia correre fuori. Vale mugugna, annaspa, poi riprende il controllo e succhia fino a che quel liquido caldo e denso non esce fino all’ultima goccia. Quando toglie l’uccello dalle labbra ha la bocca piena, prende un fazzoletto di carta e lascia scivolare fuori un grosso sorso di sperma e saliva che lascia filamenti viscidi sulle labbra. Si pulisce bene e dice ‘i voyeur ti hanno fatto effetto, non finivi più di venire, il primo schizzo mi &egrave andato dritto giù per la gola e anche dopo ho dovuto ingoiare per non far uscire lo sperma di bocca e sporcarmi l’abito’ Giovanni e accasciato sul sedile appagato come mai, l’adrenalina gli scorre ancora nelle vene e non risponde.

II ‘ Capitolo “il voyeur con l’ombrello”

Lo spavento iniziale si &egrave trasformato in eccitazione, curiosità e forte desiderio di provare di nuovo a fare sesso in auto mentre dei guardoni li stanno a spiare. Valeria alla fine ammette, ‘&egrave vero mi sono accorta dei due guardoni l’altra sera, ma mi piaceva tanto fare l’amore, era un peccato smettere’ Giovanni le chiede ‘allora ti piace e sapevi che ti avrebbero spiato anche mentre mi facevi un pompino’ e lei ‘non ho detto che mi piace, non sarò miss Italia ma trovi tanto strano che dei voyeur abbiano il desiderio di guardarmi?’ Giovanni risponde ‘assolutamente no, sei bellissima, anzi mi eccita così tanto quello che &egrave successo che voglio riprovare’ e lei ‘ma allora sei proprio un porco’. Giovanni riflette ‘mi piacerebbe provare ma se non ti piace’ Valeria ci pensa e dice ‘se noi andiamo a fare l’amore in auto può capitare di essere spiati, se invece andiamo per farci guardare &egrave da depravati’ e continua ‘noi andiamo a fare l’amore se poi ci sono i guardoni pazienza’ Giovanni &egrave entusiasta ‘hai una logica impeccabile, come sempre’. Si dirigono con l’auto al solito posto, un grande bosco sui colli sopra la città, luogo molto frequentato da coppiette che fanno sesso. Oggi &egrave brutto tempo e la pioggia ha di colpo abbassato la temperatura. Il violento temporale a scacciato dal prato le famiglie e i pensionati che giocano a bocce. Vale si &egrave organizzata con vestiti adatti, vuole spogliarsi in auto senza problemi ma, soprattutto, vuole rivestirsi in fretta non si sa mai. Ha indosso una maglietta nera a canottiera di cotone leggero e una gonna a portafoglio che può slacciare e sfilare. Giovanni ha una camicia bianca e larghi pantaloni di jeans che, alla bisogna, può infilarsi al volo. Ora sono lì mezzi nudi che aspettano distesi sui sedili posteriori ribaltati ed allungati. L’auto &egrave parcheggiata al lato di una stradina sterrata, in uno dei tanti slarghi tra gli alberi. Il cielo coperto rende il sottobosco quasi buio, ma, a parte un’altra vettura arrivata da poco e parcheggiata ad una trentina di metri, il posto sembra deserto. Ricomincia la pioggia e in auto fa molto caldo. Aprono i finestrini quel tanto che basta per non far entrare le gocce di pioggia. Aspettano ancora e dopo una ventina di minuti l’altra macchina accende la luce interna, vedono la coppia degli occupanti che si ricompone. Lui &egrave al posto di guida si inarca sulla schiena per rimettere i pantaloni, lei di fianco si aggiusta i capelli e mette il rossetto guardandosi nello specchio retrovisore. Mettono in moto, l’auto torna a retromarcia sulla stradina, vanno via lasciandoli soli. Giovanni né approfitta per scendere a fare pipì, il bosco profuma di resina e di terra bagnata, per terra ci sono fazzoletti di carta, preservativi usati e un paio di mutandine di pizzo rosso strappate. Rientra in auto e guarda Valeria distesa sopra il plaid a scacchi rossi. Le cosce nude risaltano tra la canottiera nera e le calze rosse, alla moda, quasi dei calzettoni che arrivano sotto le ginocchia. Giovanni sente il sangue bollire e baciandola dice ‘basta aspettare facciamo l’amore’. Vale lo bacia tenendogli la testa e con indifferenza gli sussurra all’orecchio ‘come al solito non vedi niente, non siamo soli, c’&egrave un uomo che si avvicina’. Una figura nera si &egrave materializzata dal nulla, cammina sotto la pioggia con l’ombrello aperto. L’uomo ora &egrave immobile ad un metro dall’automobile. Valeria lo vede bene nel controluce, ma non distingue il volto. Potrebbe sembrare un albero. Sussurra di nuovo ‘per me stava vicino all’altra auto, ora si &egrave avvicinato a noi che facciamo?’ Giovanni sente il cuore battere forte ed eccitato risponde ‘fai finta di niente, ti tocchi un po’ da sola e lo lasci guardare’. Si scosta sedendosi di lato con le spalle al lunotto posteriore, sbircia nello specchietto retrovisore e vede l’uomo. &egrave vestito di scuro sotto l’ombrello ed &egrave nascosto dietro il montate posteriore della macchina. Giovanni accende una piccola torcia elettrica e la poggia sul plaid. La luce radente illumina le cosce e il culo di Vale distesa su un fianco. Il guardone fa subito un piccolo passo ed &egrave dietro le spalle di Giovanni. Vale si muove e fa scivolare una mano tra le gambe, la canottiera sale fino al seno. Giovanni gli dice ‘muoviti lentamente’. Lei &egrave sul fianco sinistro e apre poco alla volta la gamba destra, la dita affusolate sfiorano il sesso. Poi si stende sul dorso con le gambe unite offre allo sconosciuto la vista completa del fondoschiena. Porta le mani sulle natiche, quasi a coprirsi, il rosso acceso dello smalto e delle calze spicca sulla pelle. Vale piega le gambe, poggia le punte dei piedi sul plaid, le sue mani si muovono piano, carezzano la pelle, girano intorno alle gambe. Le dita sfiorano l’interno delle cosce fino ad accarezzare il sesso. Giovanni non riesce a staccarle gli occhi di dosso, si masturba anche lui e dice ‘apri le gambe più che puoi’. Vale le allarga completamente, passa ancora le mani all’interno delle cosce poi torna a masturbarsi, la destra schiude la vagina bagnatissima e la sinistra accarezza velocemente il clitoride già turgido. Continua senza sosta, infila una mano sotto la canottiera mentre l’altra tormenta il sesso. Si contrae e si ferma un attimo poi riprende sempre più veloce. Qualche minuto e inarca la schiena, mugola forte e una serie di contrazioni la fanno tremare. Si preme le mani sul sesso, e dice ‘sono venuta subito’. Giovanni non &egrave pago di quello spettacolo e dice ‘allora continua non ti fermare’. Lei sospira forte e dice ‘si ma sento caldo’. Si mette seduta con le gambe incrociate, prende la canottiera con due mani e la tira via. Il grosso seno salta fuori dondolando. Si stenda di nuovo, indossa solo le calze rosse, spalanca le gambe e si offre bellissima allo sguardo del voyeur. Continua a masturbarsi il clitoride e si carezza le tette con gli occhi chiusi. La testa all’indietro, le gambe spalancate, inarca ogni tanto la schiena, si lamenta, ma continua a lungo a toccarsi. Il guardone resta immobile, chino sul finestrino. Vale non capisce più niente, le piace e non si ferma. Altre volte geme, sussulta, piccoli getti di liquido inumidiscono l’interno delle cosce che lei chiude di colpo imprigionando per qualche secondo la mano. Giovanni la esorta ancora ‘non ti fermare, fatti ancora guardare’. Il tempo passa veloce Vale ha un altro orgasmo e dice ‘basta, sono sfinita, vengo di continuo’ Giovanni spegne la luce. La figura nera indietreggia di un paio di passi fino ad un albero, ma non s’allontana. Giovanni accende di nuovo la luce, sale sopra Valeria che allarga le gambe e la penetra con forza, lei sussulta ed emette un piccolo grido. Lui la infila di colpo e si ritrae con lentezza. Valeria si afferra ai suoi fianchi e guarda verso il voyeur, &egrave lì con il viso al finestrino, sotto l’ombrello. Vale geme, si lamenta e dice ‘non mi &egrave mai successo non smetto di venire’. Giovanni gode nel vederla in quello stato, con il seno che dondola ad ogni colpo. Valeria implora ‘basta mi fanno male tutti i muscoli della pancia’ Giovanni continua sordo ad ogni richiesta, poi si gira verso il guardone, la poca luce fa vedere il pallore della sua mano che masturba l’uccello. Giovanni sente arrivare l’orgasmo, accelera i colpi sempre di più, lei si inarca, e dice ‘non venire dentro ti faccio un lavoretto con le mani’. Giovanni risponde ‘va bene ma con la luce accesa e davanti a lui’. Preparano una specie di sedile con i cuscini ed un altro plaid piegato, quindi Giovanni ci si siede sopra con la testa poggiata sul sedile anteriore e le gambe aperte. Valeria si accoccola tra le sue gambe, la luce della torcia elettrica la illumina da dietro. Valeria tiene le mani sulla pancia di Giovanni e l’accarezza poi guarda fuori dall’auto e sussurra ‘mamma mia che vergogna né arrivano altri’. Giovanni alza lo sguardo e vede delle figure che arrivano di corsa, allora afferra le mani di Valeria e la tira a se per baciarla. Valeria per fare questo si alza sulle ginocchia e si trova col culo verso i voyeur. Lo bacia veloce sulla bocca e gli dice in un orecchio ‘sei un porco lo fai apposta per mettermi a pecorina’ ma non &egrave contrariata, col culo all’insù afferra le spalle di Giovanni e curva la schiena per strusciare le tette sull’uccello. Giovanni gli dice’bravissima continua così’ Al primo voyeur con l’ombrello si sono aggiunti altri tre, sono vestiti con cerate verde scuro bagnate fracide. La luce della torcia elettrica illumina il culo di Valeria ma le fa ombra davanti. Giovanni prende un’altra torcia e l’accende. Valeria si siede di nuovo all’orientale tra le sue gambe e lo guarda maliziosamente negli occhi. I voyeur si spostano subito ai finestrini laterali. Lei con la sinistra tira in basso la pelle dell’uccello e lo stringe alla base, la destra a forma di coppa e accarezza le palle. Con la sinistra inizia la classica sega, la mano lenta va su e giù, poi lo stringe di nuovo alla base, la destra smette di carezzare le palle e con l’indice ed il pollice spreme l’uccello dal basso verso l’alto. Sulla punta del pene si forma una grossa goccia di liquido viscido e trasparente che Valeria spalma sulla cappella. Con la sinistra lo tiene fermo e scappellato e con la destra lo masturba grazie a quella patina scivolosa. L’uccello &egrave caldissimo e presto si asciuga, allora lo spreme di nuovo e si aiuta leccandosi i palmi delle mani uno alla volta bagnandoli di saliva. Lo masturba a due mani, ma non la solita sega, ma ruotandole una in senso orario e l’altra in senso antiorario, poi le unisce come in preghiera. Tiene l’uccello tra i palmi, lo sega lentamente e ogni tanto si lecca i palmi per bagnarli di saliva e per sentire il sapore salato delle gocce di liquido viscoso che continuano ad uscire. Vale poi tiene l’uccello fermo, si alza un poco sulle gambe e si china in avanti per massaggiarlo tra le tette. I guardoni sono li a meno di mezzo metro e non perdono un solo attimo. Giovanni ha puntato i talloni ed alza il bacino verso di lei per favorire quella improvvisata spagnola tra le due tettone. Poco dopo però sente arrivare l’orgasmo e dice ‘a questo non resisto sto per venire’. Vale risponde ‘ti sento le palle così capisco quando vieni’ e con l’altra mano comincia a fargli una sega. Giovanni non si trattiene e urla ‘adesso, ora, più veloce, più ‘.’. Il primo spruzzo di sborra esce violento e ricade sulla pancia di Giovanni che rantola e s’irrigidisce. Lei continua a stringere le palle e ad ogni contrazioni fa corrispondere un deciso movimento della mano che impugna il pene dall’alto verso il basso. Ad ogni colpo un fiotto caldo di sborra sprizza fuori e ricade sulla mano di Valeria. Poi il flusso si affievolisce ma continua ad uscire colando denso tra la dita, fino ai peli dell’inguine e giù alle palle. Dai finestrini un poco aperti sentono flebili lamenti, i voyeur si sono masturbati durante tutto il tempo ed anche loro ora godono. Valeria &egrave rimasta con il membro in mano che si sta ammosciando e dice ‘presto non lasciarmi così, prendi qualche fazzoletto di carta, ho le mani tutte bagnate’ Giovanni respira come un mantice e dice ‘non ci arrivo ai fazzoletti, fa come prima, leccati le dita’ Vale lo fissa con aria di sfida ‘non mi provocare e spegni la luce’ Giovanni spegna tutte le luci e si allunga per prendere il pacchetto dei fazzoletti di carta. Guarda fuori, i quattro guardoni si allontanano a passo normale nel bosco. Valeria si pulisce le mani poi di colpo afferra di nuovo l’uccello e lo strizza pulendo la punta con il fazzoletto. Giovanni urla e si contorce.

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