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Racconti Erotici Etero

007 Valeria e i guardoni 8

By 31 Marzo 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Premessa
A quanti avranno la pazienza di leggere questi racconti per la prima volta suggerisco di leggere i capitoli in ordine progressivo, sia per capire le emozioni e gli avvenimenti dalla prima esperienza agli sviluppi sempre più coinvolgenti ed imprevedibili, sia perché ogni capitolo ha rimandi a quelli che lo precedono. &egrave solo un consiglio, ognuno può leggere la storia come desidera.

Capitolo IX ‘
Due tette fuori dal Comune

Dopo molti anni alla fine dell’inverno giunse il grande freddo; piccoli fiocchi di neve imbiancarono i tetti e le automobili e di notte arrivo la tormenta. La città si sveglio coperta da una spessa coltre di gelo e la neve continuò a cadere per altri tre giorni.
Giovanni aveva sempre amato l’inverno, la neve, la montagna. Ora però gli sembrava che il freddo non finisse più.
Anche i guardoni aspettavano la primavera con un ansia mai provata prima. Tutti desideravano tornare a fare sesso nella pineta di San Andrea. Valeria e Giovanni in auto, i voyeur all’aperto per guardare e, forse, poterla toccare.

Alla fine del mese, quando non te lo aspetti più, splendide giornate di sole ed un vento caldo sciolsero la neve velocemente, come era caduta.
Giovanni telefonò subito ai guardoni per incontrarli e controllare se il bosco era di nuovo raggiungibile.

Le due Golf di Carlo e Santino sono ferme nel piccolo spiazzo a sue est e Francesco chiacchiera con un gruppo di anziani che gioca a bocce. Giovanni parcheggia accanto alle Golf, scende e saluta i guardoni.
Santino come al solito va al punto senza preamboli.
‘ho una voglia, &egrave tutto l’inverno che aspetto; quando cominciate a venire?’
‘devi avere pazienza, c’era la neve fino a tre giorni fa’ lo rimprovera Carlo.
‘pazienza un corno, io voglio sapere se la tua ragazza ci lascia un po’ toccare?’
Giovanni scuote la testa ‘Santino che vuoi che ti dica, nel video ha detto si, adesso ha detto no’
‘cazzo! Lo sapevo che al dunque diceva no’
‘però mi ha detto che, se non fa troppo freddo, possiamo aprire del tutto il finestrino. Ad una condizione però, vuole essere sicura che nessuno di voi allunghi le mani. Non vuole farsi toccare,’
Nel frattempo arriva Francesco e Giovanni si guarda intorno ‘come mai manca il Vecchio?’
‘&egrave all’ospedale con l’influenza, ha problemi di respirazione’ risponde Carlo.
‘ti credo’ dice Santino ‘il Vecchio maiale &egrave sempre nascosto tra i cespugli del bosco. Sta fermo per ore al freddo, con le braghe calate e il culo scoperto per farsi le seghe!’
Tutti ridono.

A cena Valeria sostiene con la solita tenacia che per certi argomenti &egrave meglio usare la lingua francese.
‘Ascoltami, parlare di certi vizi &egrave imbarazzante. In italiano poi, si rende tutto ancora più volgare. Invece il francese ha, come posso dire, il pregio di trattare il sesso in termini raffinati. Insomma quello che piace a noi due &egrave indecente ma, con il francese, &egrave quasi chic?’
‘noi siamo innamorati e nel sesso le cose proibite sono le più eccitanti, che male c’&egrave?’
‘Se fosse tutto normale potremmo evitare di farlo di nascosto e forse sarebbe anche noioso’
‘va bene, ammetto che il fascino del proibito c’&egrave, tuttavia, la sostanza delle cose non cambia sostituendo alle parole italiane quelle francesi’.
Vuoi un esempio? Prendi la parola voyeur &egrave un termine intrigante, ti fa pensare ad atmosfere raffinate e sensuali, a belle donne in lingerie’ Valeria continua convinta ‘ora prendi la parola guardone &egrave un termine volgare, ti fa pensare a situazioni squallide, a donne grasse, trasandate e in mutande’.
Giovanni riflette sulla tesi e continua a versare del vino bianco nei bicchieri a forma di tulipano, ‘anche nel film Matrix si sostiene che dire parolacce in francese &egrave come pulirsi il culo con la seta’.
‘Cosa ho fatto di male per meritarti! Con te anche il francese &egrave impotente sei un cochon’
‘che vuol dire?’
‘significa porco!’
‘caspita, in effetti suona meglio in francese’ Giovanni sorride e guarda l’orologio
‘ora andiamo che si fa tardi, mando un messaggio al branco di cochon che ti aspettano’ scrive e lo invia ‘ho scritto tra trenta minuti ‘rendevuos’ al solito posto. Ho usato il francese, contenta?’
‘ha, ha che spirito di patate’ Vale fa per alzarsi ma si ferma ‘Ohi, il vino mi &egrave andato alle gambe, sono un po’ brilla’.

Escono dal locale mentre arrivano tre o quattro messaggi di risposta, annunciati dal beep del telefonino.
‘ma quanta gente hai chiamato?’ sussurra preoccupata Valeria.
‘Carlo e Santino, Francesco, insomma, i soliti stai tranquilla; solo che ho fatto un messaggio ciascuno’.

Dopo venti minuti l’auto station wagon esce dalla strada asfaltata ed entra nel prato; percorre lentamente il sentiero sterrato fino alla solita piazzola tra gli alberi. Giovanni ribalta i sedili e forma un unico piano posteriore dove stende il plaid a scacchi rossi. Valeria senza uscire dalla macchina scavalca i sedili anteriori mentre, preceduta dalle luci degli abbaglianti, arriva una Golf che parcheggia in una delle piazzole vicine. Giovanni sale in macchina mentre tre figure scure scendono dalle auto e si avvicinano. Valeria comincia a spogliarsi e Giovanni accende una torcia elettrica. &egrave il segnale, i tre si portano ai finestrini. Vale si sbottona la camicetta; le dita affusolate, con le unghie smaltate di rosso, lavorano agili sui bottoni aprendoli uno alla volta.
I guardoni accendono le loro torce elettriche già catturati dalla sensualità di quel semplice gesto. Vale rimane col reggiseno, poi si stende e puntando i piedi inarca la schiena per sfilare i jeans. Quindi passa a togliere i collant, sui quali passa le mani facendoli arrotolare lentamente lungo le cosce tornite, fino a sfilarli. Prende due scaldamuscoli di lana, a strisce rosse e nere e li infila, aggiustandoli sulle gambe.
Valeria improvvisa lo spogliarello, si alza di nuovo e passa le mani dietro la schiena per slacciare il reggiseno; rimane per qualche secondo immobile, eccitata per l’attenzione degli uomini che la spiano ammirando il suo corpo.
Tiene il reggiseno con le mani mentre le spalline scendono, poi lo sfila ma contiene le grosse tette con il braccio sinistro. Afferra una corta giacca di lana nera e mentre le braccia e le spalle si muovono per infilare la maglia, finalmente lascia il seno libero e senza veli.
Giovanni &egrave incantato dal quel sensuale gioco, si volta verso i guardoni e vede che altri due si sono aggiunti ai primi.
Vale lascia la maglia aperta e si stende di nuovo, ora ha solo le mutandine come biancheria intima.

I guardoni la mangiano con gli occhi e la luce delle torce elettriche corre sulle gambe, sulle tette e sull’inguine; dove lei porta le mani per accarezzarsi l’interno delle cosce.
Inarca la schiena e con gli indici solleva le mutandine facendo intravedere il sesso. I fasci di luce si concentrano sul leggero tessuto dello slip che diventa impalpabile mentre lei si accarezza.

I pollici scorrono lungo i bordi delle mutandine fino ai fianchi dove, con una voluta lentezza, spingono in basso il tessuto elastico fino a scoprire il triangolo scuro dell’inguine; lo slip rimane arrotolato sulle cosce, come una fune che le tiene socchiuse.
Valeria si stende e piega le gambe, con grazia l’indumento scivola verso le ginocchia, sui polpacci, fino a che rimane intorno ad una delle caviglie. Allora accavalla la gamba e prendo lo slip togliendolo con grazia. &egrave nuda, stupenda, eccitata e si sente calda e bagnata dentro.
Vale apre generosamente le gambe mentre i guardoni si spostano rumorosamente al lunotto posteriore per godersi la scena dal punto di vista migliore.
Lei si accarezza le tette con i capezzoli già duri, mentre con una mano inizia a masturbarsi il clitoride poi schiude il sesso che internamente &egrave bagnato e di un affascinante colore rosa accesso.
La vista di Vale che, in maniera così libidinosa, si masturba esibendosi davanti ai guardoni ipnotizza Giovanni come in un sogno, poi come ridestandosi lui si sposta al suo fianco sinistro.
Giovanni si mette in ginocchio e le avvicina l’uccello durissimo al viso in una posizione che lascia completamente libera la vista ai cinque guardoni.
Vale alza la testa e l’appoggia sulla coscia destra di Giovanni, poi gira il viso e prende in bocca l’uccello succhiandolo e leccandolo, fuori si masturbano e si sentono i primi lamenti di piacere.

Dopo qualche minuto Valeria stringe le cosce e sfilandosi l’uccello di bocca geme.
‘oh sono venuta’
Giovanni sente che anche lui non può resistere per molto.
‘amore cambiamo posizione voglio aprire il finestrino’
‘sei proprio sicuro? Non sarà ancora troppo freddo’
‘io scoppio di caldo’
‘va bene ma speriamo di non fare un grosso casino’

Giovanni, mentre lei continua a masturbarsi di fronte ai voyeur, si allunga fino a girare la chiave nel cruscotto, poi va al pulsante del finestrino posteriore destro ed abbassa del tutto il cristallo. L’aria fredda ed umida della notte entra nell’abitacolo provocando la pelle d’oca lungo le cosce di Valeria.

‘fa troppo freddo’
‘dai facciamo l’amore, vedrai che ti scaldi subito’
‘mamma mia sono ubriaca, come ci mettiamo?’
‘come preferisci’

Valeria si alza china sulle ginocchia, si gira verso il finestrino aperto e poggia le mani sul bordo come per respirare l’aria fresca e profumata della notte.
Come concordato precedentemente i guardoni spengono le luci e Santino, Carlo e Francesco si portano di fronte al finestrino.

‘voglio controllare che nessuno apra lo sportello, vieni dietro così guardi anche tu’

Giovanni si porta dietro di lei e mette le sue ginocchia tra quelle di Vale, in fondo &egrave una classica pecorina ma presto si accorge di non avere un comodo appoggio. &egrave costretto anche lui a bilanciarsi poggiando le mani sul bordo aperto del finestrino ed inevitabilmente finisce per pesare sulla schiena di Valeria. Allora cambia posizione, si stende dietro di lei aprendo le gambe e ponendo il suo uccello duro ed eretto sotto il sesso di Valeria. Lei per prenderlo a smorza candela avanza con le ginocchia verso lo sportello e si trova quasi con la testa fuori della macchina, come affacciata ad una finestra.

Due guardoni sono rimasti al lunotto posteriore ma gli altri sono di fronte a Valeria per godersi il movimento delle sue tettone che dondolano mentre lei si abbassa mettendosi dentro il cazzo.
Giovanni si accorge che nel movimento, per bilanciare il peso del suo corpo, Vale si sporge un poco fuori dal finestrino. Allora n’&egrave approfitta per alzarsi gradualmente sempre di più, si inarca sulla schiena e la spinge piano, piano, con la testa e le spalle all’aperto.
Valeria aumenta il ritmo del sali e scendi, poi si blocca e china la testa. Lascia una mano sul bordo dello sportello ma porta l’altra al clitoride masturbandosi. Mugola di piacere, un attimo si ferma e si contrae poi riprende sempre più rapida. Curva la schiena, mormora frasi senza senso e una serie di contrazioni la fanno tremare.

‘vengo, vengo ancora, &egrave bellissimo’ pronuncia la frase in faccia ai voyeur che si masturbano davanti a lei.

Giovanni le tiene l’uccello piantato dentro di lei senza abbassarsi di un millimetro; Vale per sfilare l’uccello dalla vagina &egrave costretta a sporgesi in avanti ancora di più.
Mani e la pancia poggiano sul bordo del finestrino, cosicché la testa e la parte alta del busto sono fuori dell’abitacolo.
Le grosse tette ciondolano stupende e nude tra i guardoni che sono intorno a lei, Santino le &egrave di fronte e senza riflettere allunga le mani ponendole sotto i seni palpandoli, quasi ad imitare le coppe di un reggiseno.

La grande eccitazione si trasforma in tensione, Giovanni e i guardoni rimangono impietriti per un secondo che sembra un eternità. Valeria &egrave stata categorica nessuno la doveva sfiorare, ora tutti aspettando la sua reazione furibonda.

Con la voce un po’ impasta dagli orgasmi e dal vino lei invece dice ‘hai, fai piano non sono mica di gomma’

‘oh, si, si scusa, come sono belle’

Giovanni &egrave incredulo ma sfrutta subito quella situazione, anche se scomodo riprende a penetrarla da dietro. &egrave calda e bagnatissima e comincia a scoparla con forza; ritrae lentamente l’uccello poi spinge e penetra di colpo infilandolo tutto fino alle palle e ad ogni colpo la costringe a stare con il busto fuori dall’auto.
Valeria si lamenta di piacere mentre la fine del precedente orgasmo si confonde con l’onda del nuovo che arriva scuotendole il corpo.

Giovanni guarda Santino rimasto col cazzo dritto che sbuca dai pantaloni slacciati. Ha le mani sulle tette e le palpa con gli occhi che brillano di lussuria.
‘che belle tettone, che belle che sono’
poi si rivolge a Carlo ‘vieni qui, guarda che roba tocca dai’
Ma l’amico non ha il coraggio di allungare la mano.

I pantaloni di Santino stanno scendendo, lui allora lascia la tetta che stringeva con la sinistra ed afferra il polso destro di Carlo che accanto a lui si sta masturbando l’enorme cazzo.
Non senza resistenza porta sul seno libero la mano destra di Carlo che, al contatto con la pelle morbida di Valeria, emette un sospiro. Ha la mano calda, grossa ed avvolge il seno carezzandolo.

‘hai due tette stupende’ commenta.

Valeria &egrave eccitatissima, si sporge ancora di più poggiando anche la pancia sul bordo del finestrino aperto e costringendo Giovanni a sporgersi di lato e tenerla per i fianchi per paura che perda l’equilibrio.

La luce dei fari di un auto attraversa il sottobosco e si sentono due motori ringhiare nel prato vicino. Ma sono tutti troppo eccitati per badarci troppo, poi il rumore si allontana nel buio della notte.

Valeria &egrave ubriaca di vino e lussuria. Ha perso il controllo ed i suoi freni inibitori sono venuti meno mentre Giovanni la tromba e i guardoni le pomiciano il seno. I due voyeur che guardavano dal lunotto posteriore si spostano dietro Carlo, Santino e Francesco. Hanno il viso in ombra e Giovanni non li riconosce.
Allungano le mani verso le tette dicendo ‘fate toccare un po’ anche noi’

Santino con una mano tasta la tetta sinistra ed ogni tanto con il palmo strofina il capezzolo, mentre con la destra si masturba e non accenna a smettere.
Anche Carlo sta facendo la stessa cosa ma, a malincuore, si sposta un di lato e lascia che anche gli altri a turno accarezzino il seno.
Un guardone con la sinistra pizzica delicatamente il capezzolo facendo gemere Valeria, poi palpeggia la tetta che gli riempie tutta la mano.
‘mamma mia che belle, sono tette fuori dal comune’ sussurra mentre anche lui si masturba con libidine.

Valeria sente ondate di piacere percorrerle il corpo dalle tette all’inguine; guarda i cazzi dei guardoni che si segano sempre più vicini e la mano destra lascia il bordo del finestrino indecisa se toccare il grosso glande di Carlo.

Giovanni sente che non resisterà molto eccitato da quello che sta succedendo e dal calore magnifico della vulva che gli avvolge il pene.

Quando nessuno se l’aspetta una automobile arriva a velocità sostenuta, sterza verso di loro e gli abbaglianti li accecano.
Francesco grida ‘andiamo via tutti, ci sono casini!’

&egrave come ricevere un secchio di acqua gelata, non sapendo bene cosa succede i voyeur scappano nel bosco in ogni direzione.

L’auto sconosciuta fa rapidamente retromarcia e sparisce.

Giovanni e Vale si rivestono in fretta con il cuore in gola e si ricompongono.
Senza perdere tempo si portano al sedile anteriore; Giovanni mette in moto e fa manovra.
Nel grande prato &egrave tutto tranquillo, non c’&egrave traccia dell’auto che li ha interrotti.
Si fermano al chiaro di luna, con il motore acceso.

‘accidenti che paura, però sei stata superlativa’
‘non né voglio parlare’
‘perché? &egrave stato bellissimo’
‘Ti ho detto che non né voglio parlare, sono brilla &egrave non succederà mai più’
‘va bene, non né parliamo’ dice Giovanni e continua ‘quello che ha detto uno dei guardoni mi ha fatto venire in mente una battuta’
‘sarà la solita cretinata, sentiamo’
‘lo sai quale &egrave il colmo per un Sindaco?’
‘quale &egrave?’
‘avere una moglie con le tette fuori dal Comune’
Vale sorride divertita ‘sei un deficiente patentato, piuttosto che erano i cretini che ci hanno spaventato?’
‘non né ho la più pallida idea, domani sentirò i nostri amici’ e parte verso la città.

Ringraziamo Luca (libi68) per il racconto che ci ha dedicato e tutti quelli che ci hanno scritto. Grazie.

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