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Racconti Erotici Etero

013 Valeria e i guardoni 14

By 26 Luglio 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Premessa
A quanti avranno la pazienza di leggere questi racconti per la prima volta suggerisco di leggere i capitoli in ordine progressivo, sia per capire le emozioni e gli avvenimenti dalla prima esperienza agli sviluppi sempre più coinvolgenti ed imprevedibili, sia perché ogni capitolo ha rimandi a quelli che lo precedono. &egrave solo un consiglio, ognuno può leggere la storia come desidera.

Capitolo XV ‘

Il camerino

Quella Domenica Cleo aveva chiamato le amiche per telefono. La decisione di giocare a fare le fotomodelle era presa. Valeria era la più indecisa delle tre, ma si presentò nel pomeriggio al punto di ritrovo dove c’era già Caterina. Cleo arrivò poco dopo dall’altro lato della strada. Camminava a passo svelto salutandole con la mano.
‘io stavo per filarmela’ disse Caterina ‘non sono più tanto sicura di fare queste foto’
‘non facciamo scherzi’ la rimproverò Cleo ‘ho preso un impegno, ho parlato anche a nome tuo e di Vale. Non voglio fare brutte figure’
‘hai ragione, solo che mi vergogno. Insomma, ci dobbiamo spogliare’ insistette Caterina che era vestita con una maglietta attillata, tacchi a spillo vertiginosi e una mini minigonna di jeans.
‘basta con questa angoscia, sono solo foto in costume’ disse Cleo ‘per come sei ‘vestita’, dovresti vergognarti di più a girare per strada’
Caterina si stirò in basso la minigonna ‘ho messo i tacchi alti come mi &egrave stato chiesto’
‘si ma con i tacchi alti e la minigonna dai un po’ sulla mignotta’
‘le gambe sono la mia parte migliore, la mini mi dona, anche se . . ‘
‘anche cosa?’ chiese Valeria
‘sono passata di fianco ad un cantiere edile e mi hanno riempito di fischi e apprezzamenti pesanti’
‘visto, che ti dicevo’ disse Cleo ‘gli uomini sono tutti uguali’
‘parli proprio tu e poi non voglio coprirmi solo perché dei cretini fanno commenti sconci’
Vale la guardò ‘c’&egrave un lato positivo, con quella mini non ti devi spogliare molto’.
Tutte e tre scoppiarono a ridere.

Le ragazze si presentarono davanti al negozio di moda dove le attendeva un uomo elegante e curato ma basso di statura, un po’ calvo e bruttino. Gli amici lo chiamavano Peppe e da quando aveva quindici anni lavorava nel negozio di abbigliamento del padre che, con l’età, aveva lasciato il comando al figlio. Era considerato uno sfigato dagli amici; lui sempre a lavorare mentre loro si divertivano. Mai una discoteca, mai una sbronza, mai a tirare tardi la notte. Ora che aveva passato da poco i trenta anni era un uomo ricco, con un attività più che avviata, un notevole patrimonio immobiliare ben tenuto e che faceva fruttare. Una casa splendida in città, una villa al mare, una berlina di lusso. Gli amici lo consideravano sempre uno sfigato ma le donne, adesso, lo guardavano con occhi diversi.

‘finalmente siete arrivate, o mamma! Siete splendide’ esordi Peppe indugiando con lo sguardo sulle cosce di Caterina che rispose alle occhiate di rimprovero delle amiche con un alzate di spalle.
‘ragazze non vedo l’ora di mostrarvi i nuovi arrivi per l’estate, sono da favola’

L’approccio fu azzeccato, la curiosità prese il posto dei dubbi e le tre amiche seguirono l’uomo nel piano terreno del negozio dove si avventarono come squali assassini su gli eleganti scaffali pieni di borse ed accessori di tutte le marche.

Peppe aspettò con pazienza che buttassero tutto all’aria poi con mestiere disse ‘le novità migliori sono al piano di sopra, seguitemi’.

Le paure erano del tutto dimenticate e le ragazze lo seguirono immediatamente. Peppe si muoveva come un folletto tirando fuori dalle scatole i nuovi arrivi: scarpe, borse, vestiti e accessori. Era il suo mondo quello e tutti gli anni passati ‘a negozio’, mentre gli altri ciondolavano davanti al bar, gli avevano insegnato molto bene come trattare le donne. Con gusto squisito abbinava un abito e un complimento, una camicetta e un pettegolezzo, una collana di pietre dure e un sorriso. Come un prestigiatore faceva uscire dal cilindro un nuovo vestito, o una sciarpa di seta, suscitando i commenti deliziati delle tre ragazze. Venne il turno poi dei costumi da bagno, di tutte le fogge e colori, interi, bikini, sportivi, ai quali con eleganza abbinava parei, copricostume, camicette da mare, collane e bracciali di bigiotteria fine.

Alla fine Peppe disse ‘ora provatevi i costumi da mare, poi facciamo un po’ di foto. Se vengono bene, come credo, facciamo un ‘calendario promozionale”
‘frena tesoro, noi che ci guadagniamo?’ Chiese Cleo risoluta.
‘Ma cara, abbiamo già parlato di questo’ rispose Peppe paziente ‘un costume da mare ‘griffato’ abbinato ad un copricostume a vostra scelta’
‘vogliamo anche una collana e un braccialetto’ ribatte Caterina strizzando l’occhio alle amiche per mettere a frutto la sua minigonna
‘ohi mi volete rovinare’ rispose Peppe ‘ma siete cosi belle, mm, va bene affare fatto’.
‘sei un lestofante’ brontolò Cleo ‘ma oramai siamo qua. Cominciamo’
‘ottimo’ disse Peppe e da una borsa 24 ore tirò fuori dei fogli ‘firmate questa liberatoria’
‘cosa? Io non firmo niente!’ disse Cleo sulla difensiva
‘ma cara, &egrave nel vostro interesse, ecco leggi’

Nel modulo prestampato da compilare oltre al nome, cognome, telefono ed indirizzo si autorizzava la pubblicazione delle immagini in mostre e pubblicità. C’era inoltre scritto ‘la sottoscritta né vieta l’uso in contesti che né pregiudichino la propria dignità personale ed il decoro. La posa e l’utilizzo delle immagini sono da considerarsi effettuate in forma gratuita.’

Dopo un veloce conciliabolo le tre ragazze firmarono e Vale tra se pensò che Peppe non era bello, ma non era nemmeno lo sfigato che i ‘bulli’ del gruppo prendevano in giro. Era educato, intelligente, scaltro, ricco e questo lo rendeva ‘interessante’.

‘bene, bene, ora possiamo scattare qualche foto’ disse indicando una parte della grande stanza dove dal soffitto pendevano dei rulli avvolgibili con dei teli colorati che fungevano da sfondo. Peppe aveva approntato un vero e proprio set di ripresa con cavalletti, macchine fotografiche, luci dirette e riflesse dai tipici ‘ombrellini’. Prese dei costumi da alcuni scatoloni e li mostrò alle ragazze, poi indicò loro i camerini sul lato opposto. Gli stanzini erano due, realizzati con una parete di cartongesso alta due metri parallela al lato della grande stanza. Le porte degli stanzini erano realizzate con una semplice tenda di stoffa pesante di colore rosso. La tenda era tenuta con degli anelli su un paletto metallico che andava dal muro alla parete di cartongesso, così gli ingressi si trovavano ai lati opposti. I camerini erano divisi all’interno da un’altra parete di cartongesso larga due metri ma in modo diseguale. Uno stanzino era di due metri per due, mentre l’altro era molto più grande. All’interno sia la parete di fondo, sia quella di lato erano coperte da grandi specchi a tutta altezza. Sul lato realizzato con il cartongesso si trovavano un altro specchio, degli appendiabiti, un piccolo sgabello e una mini console in stile barocco che contrastava con lo stile minimalista del resto.

Valeria guardò i camerini e chiese ‘dobbiamo fare la fila, i camerini sono solo due’
‘uffa, sei sempre la solita’ sbotto Cleo ‘tu vai a sinistra ed io vado con Caterina in quello grande, così non rischi che ti ‘tocco”
‘a me le donne non piacciono lo sai’ rispose Vale imbarazzata.
Per tutta risposta Cleo abbracciò Caterina baciandola sfacciatamente sul collo. Poi con i costumi in mano le due amiche si avviarono al camerino burlandosi di lei.
‘che sceme’ commentò Valeria rivolta a Peppe che fece un alzata di spalle sorridendo sornione.

Vale per togliersi d’impaccio si diresse risoluta nel camerino piccolo. Chiuse la tenda dietro di se e cominciò a specchiarsi, controllo prima viso e trucco, poi, approfittando di tutti quegli specchi che riflettevano la sua immagine, si guardò il fondoschiena e la nuca. Non era contenta dei capelli, erano un disastro e doveva tagliarli.

Nel piccolo ambiente faceva molto caldo e cominciò a sudare, si affacciò e vide Peppe intento a sistemare le luci, scosto la pesante tenda di velluto rosso fino a metà per far circolare l’aria e si rimise davanti allo specchio.
Portava un abitino di maglia color oro e scarpe di vernice nera. Un decolt&egrave con il tacco a spillo vertiginoso che lei adorava perch&egrave metteva in risalto le sue caviglie sottili. Tirò su il vestito fino alla vita torcendo il busto per specchiarsi. Gambe e culo non sono affatto male’ pensò tra se, poi si guardò d’avanti e stringendo le tette con le mani scosse la testa ‘cara Valeria hai voglia a non mangiare, hai le tette come mongolfiere e non calano di un centimetro. Rassegnati, anche se hai perso quattro chili con questi ‘meloni’ sembri sempre grassa’
Vide nello specchio Peppe passare e le sembrò che buttasse l’occhio nel suo camerino e dentro di se pensò ‘ha ragione Cleo. Gira, gira, gli uomini sono tutti uguali’

Cominciò a spogliarsi, era caldo e per indossare i costumi si doveva togliere tutto, il che era faticoso nel piccolo spazio. Abbassò una spallina, poi l’altra, scese il vestito alla vita e si guardò. Infilo la mano destra nel reggipetto e tirò fuori il seno sinistro notando che aveva già un velo di abbronzatura sulla scollatura che contrastava con il pallore delle grosse tette. Tolse il reggiseno e si strinse di nuovo le tette, poi si girò e specchiandosi si sfilò il vestito. Fu allora che, nel gioco degli specchi, con la coda dell’occhio vide ancora Peppe. Questa volta era fermo, in piedi a un paio di metri. Era una statua di sale e fissava a sua volta l’immagine riflessa di lei.
Fu distratta da Cleo che bussò alla parete per chiedere come andava. Caterina si lamentò che faceva un caldo tropicale e le chiese se anche nel suo stanzino era caldo. Erano divise solo da una parete di dieci centimetri e parlarono un po’.

Era una strana coincidenza, dal suo passato riemerse il ricordo delle sue esperienze particolari di adolescente. Ancora una volta lei era stata divisa per caso dalle amiche, ancora una volta una circostanza strana e trasgressiva si presentava, ancora una volta faceva la conoscenza di un uomo mai visto prima. Vale era enormemente eccitata da quei ricordi e l’indecisione su cosa fare durò solo una frazione di secondo. La tentazione di ‘esibirsi’ le esplose in testa mentre un forte calore le nasceva tra le gambe. Con sensualità fece scivolare il vestito di maglia lungo i fianchi, poi poggiandosi sul muro con la mano destra lo scavalcò e lo pose nei ganci sul muro. Sapeva bene come eccitare un uomo, le era stata insegnata l’abissale differenza tra ‘denudarsi’ e fare uno spogliarello. Si chinò in avanti in modo ‘assassino’ e lentamente tolse le mutandine di pizzo nero. Ora aveva solo le scarpe indosso ed indugiò completamente nuda davanti allo specchio prima di infilare un bikini rosso e nero. Cercava di sistemare il costume che, con la pelle leggermente sudata, non scorreva. Come sempre lo slip era giusto ma il reggiseno era piccolo e le tirava. Caterina la chiamo e lei rispose lamentandosi a voce alta.
Peppe era fermo la fuori e approfitto per avvicinarsi ‘qualcosa non va?’
Vale continuando a specchiarsi disse ‘lo slip &egrave della taglia giusta ma il reggiseno &egrave piccolo’
‘posso guardare?’ disse Peppe marcando un po’ le parole
Vale aprì del tutto la tenda e guardandolo negli occhi disse con malizia ‘come ti sembra?’
Peppe balbetto ‘m molto ben fatto, a me sembra bellissimo’ disse mangiando con gli occhi le stupende tette, poi avvampò in viso ‘aem il costume voglio dire’ poi scuotendosi ‘non ti preoccupare, molte mie clienti hanno il problema opposto, sono ‘grandi sotto’ posso benissimo scombinare un bikini, ti prendo subito un reggiseno con una taglia in più’.

Arrivò poco dopo porgendogli il reggiseno.
Vale lo prese, il cuore le batteva all’impazzata ma chiuse appena la tenda scorrendo gli anelli sul paletto.
Si girò davanti allo specchio e con la coda dell’occhio vide Peppe che guardava. Si slacciò il reggiseno e lo tolse, specchiandosi si carezzò i capezzoli con dolcezza, le gambe tese e leggermente divaricate. Si chinò leggermente in avanti per mettere in risalto il volume dei seni e alzo la testa. Lo specchio rifletteva la tenda dietro di lei e la figura dell’uomo immobile. Solo i suoi occhi correvano dal suo fondoschiena all’immagine delle tette riflessa nello specchio.

Valeria si sentì avvampare, i capezzoli si indurirono e un brivido umido le esplose tra le gambe.

L’incantesimo venne spezzato da Cleo che uscendo dall’altro lato dei camerini chiamo Peppe che ebbe un soprassalto e si sposto in fretta.

Sul set improvvisato fecero i primi scatti, seguendo le indicazioni dell’uomo che raccomandava di non mettersi in pose statiche. Parlava di continuo dirigendole con la voce. Fu molto divertente ed i risultati sorprendenti. Alla fine c’erano una quarantina di foto veramente molto belle.
Peppe era raggiante prese delle scatole piene di costumi e disse ‘provateli tutti e scegliete quello che più vi piace’. Cleo e Caterina si diressero chiacchierando al camerino.

Poi si rivolse a Valeria ‘nel tuo camerino non c’&egrave spazio, se vuoi ti passo io i costumi da provare’ poi marcando un po’ le parole aggiunse ‘se ti fa piacere posso ‘ guardare’ come ti stanno’
Vale senti i battiti del cuore accelerare di nuovo e il sesso bagnarsi di umori. Era come una leggera corrente elettrica, un flusso di energia che aveva scoperto la prima volta a tredici anni. Una sublimazione del desiderio che si sprigionava solo in determinate circostanze avvolgendola nel piacere.

Abbassò la testa e gli sussurrò ‘non ho nulla in contrario’
Peppe con un largo sorriso rispose ‘bene, benissimo. &egrave magnifico’.

Valeria entrò nel camerino e l’uomo le passo un costume bianco ed oro
‘questo Valentino su di te sarà perfetto ha le coppe abbondanti’ le disse ‘fai con calma io mi siedo qua fuori’.

Vale con indifferenza accennò a chiudere la tenda, spostandola di poco. Si sentiva già bagnata e il vociare delle amiche nel camerino a fianco la eccitava ancora di più. Infilò il reggiseno, lo sistemò e si specchiò poi uscì dal camerino
‘come mi sta?’
‘Sei magnifica’
‘Non credi che ho il seno troppo grosso’
‘No, ma che dici, &egrave bellissimo’ disse deglutendo Peppe

Vale soddisfatta tornò nel camerino. Si slacciò il reggiseno, lo tolse lentamente carezzandosi i capezzoli guardando la figura dell’uomo nello specchio che fissava lo sguardo estasiato. Lei aveva il respiro già affannato e si sfilò sensuale anche lo slip. Era nuda davanti allo specchio e allargando un po’ le gambe cominciò a carezzare lentamente tutto il corpo. Si chinò leggermente in avanti e oscillò le spalle. Le grosse tette cominciarono a dondolare per un po’ finche le strinse di nuovo tra le mani e prese i capezzoli tra il pollice e l’indice ‘girandoli’ delicatamente come pomelli. I capezzoli turgidi le diedero scariche di piacere che le fecero tremare le labbra e pulsare la vagina. Piegò le gambe fino a sedersi sui talloni allargando le ginocchia al massimo. Guardo la sua immagine riflessa nello specchio, era oscenamente bella. Riprese a carezzarsi l’interno delle cosce. In quella posizione l’uomo poteva osservare l’immagine del suo corpo nudo riflessa tra gli spechi da tutte le angolazioni. Vale comincio a masturbarsi il clitoride chiudendo gli occhi. Non aveva molto tempo e sentiva le voci delle amiche che chiacchieravano e ridevano. Scostò con due dita le grandi labbra e prese a massaggiare il clitoride eretto da quella eccitazione travolgente, i suoi umori gocciarono a terra e porto le dita verso la vagina. L’uomo non aveva resistito alla poltrona, per guardare meglio ora era in piedi con un braccio poggiato sul paletto che reggeva la tenda.
Valeria si specchiava ed infilo un dito nella fessura calda e bagnata mimando il movimento del coito mentre con l’altra mano non smetteva di sfregare il clitoride. Perse l’equilibrio e si poggiò con le spalle alla parete. Sentiva la necessità di essere ‘riempita’ e si sarebbe infilata nella vagina qualunque cosa. Ma non c’era nulla di adatto. Sfilò il medio ed unendolo all’anulare li infilo di nuovo aumentando il ritmo della penetrazione, mentre con la mano libera si massaggiava alternativamente il clitoride e le tette.
Caterina chiamò Peppe che con le guance rosse dall’eccitazione ed un sospiro di disappunto si portò all’altro camerino. Valeria chiuse gli occhi e venne in silenzio. Dopo un po’ si alzò in piedi vacillando e appoggiandosi al muro. Strinse le gambe con quel fuoco liquido che le tormentava il corpo e la mente. Quando riaprì gli occhi Peppe era immobile, aveva aperto del tutto la tenda e si stringeva il sesso eretto da sopra i pantaloni. Aveva la bocca aperta e gli occhi sbarrati.
Caterina la chiamò chiedendole quanto le mancava. Valeria si spostò malferma sulle gambe verso la tenda. Peppe allungo una mano toccandole un seno con dolcezza. Vale non disse nulla, aspetto qualche secondo lasciandolo fare. Lo guardò negli occhi poi, con calma, spostò la sua mano e gli chiuse la tenda in faccia.

Si vestì in fretta infilando il costume nuovo nella borsa e mentre si ravvivava i capelli le amiche la chiamarono di nuovo. Non avevano visto o sospettato nulla. Peppe fu cortese ma indifferente, come se niente fosse successo.

Quella notte Vale non riusciva a prendere sonno e si ripeteva ‘&egrave il mio passato che mi tormenta’. Rivedeva la scena di lei nuda esibirsi davanti allo specchio e una gran quantità di calore si diffuse dalla sua pancia al resto del corpo. Si tocco i seni e cominciò a toccarsi con passione, doveva calmare quella febbre se voleva dormire. Infilo nella vagina due dita spingendole con forza mentre con l’altra mano si masturbò freneticamente il clitoride fino a quando un orgasmo abissale emerse in superficie liberandola dal demone della libidine. Nel profondo silenzio notturno della casa avrebbe voluto urlare, ma emise un lungo gemito muto mordendosi un braccio mentre tremava sul materasso non controllando più il corpo. Alla fine il respiro tornò regolare e un sonno profondo privo di sogni la prese di colpo fino al mattino.

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