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Racconti Erotici Etero

025 Valeria e i guardoni

By 19 Febbraio 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Premessa
A quanti avranno la pazienza di leggere per la prima volta le storie ispirate alle nostre esperienze suggerisco di seguire i capitoli nell’ordine progressivo, sia per capire le emozioni e gli avvenimenti dalla prima esperienza agli sviluppi sempre più coinvolgenti ed imprevedibili, sia perché ogni capitolo ha rimandi a quelli che lo precedono. &egrave solo un consiglio, ognuno può leggere la storia come desidera.

Capitolo XXV ‘

Cinema paradiso (parte prima)
Il professore

Zia Lisa entrò nella camera da letto ed aprì le persiane lasciando entrare la luce. Giovanni era intontito dal dormiveglia. Si era molto eccitato quando Valeria gli aveva raccontato che era andata da sola con due guardoni nel buco. Si era lasciata toccare e li aveva masturbati entrambi. Giovanni avrebbe fatto carte false per potere spiare quell’incontro e guardare la sua bella fidanzata masturbarli fino a farli godere. Ma, passata l’eccitazione, un nuovo sentimento gli era nato nel cuore ed aveva faticato a prendere sonno. Era geloso e la rabbia per quella iniziativa di Valeria gli aveva stretto lo stomaco in una morsa. Giovanni si rendeva conto che, per come viveva il suo rapporto con Valeria, quel sentimento era irrazionale e contraddittorio. Per la prima volta era consapevole che poteva anche perderla. Con questi brutti pensieri prima si sedette al tavolo della cucina e fare colazione e poi andò in bagno. Mentre si insaponava il viso con il pennello per radersi incominciò a parlare con la sua immagine riflessa nello specchio.

‘Bravo scemo, prendi per il culo il padre perch&egrave fa tutto quello che gli chiede Valeria, ma tu sei peggio’
‘&egrave facile parlare qua, da soli e a freddo’ si rispose da solo ‘ma quando ti abbraccia alle spalle e ti preme contro quelle due tettone cominci subito a sragionare’
‘si &egrave vero’ sembrò dire la sua immagine nello specchio ‘e poi ti sussurra all’orecchio. La sua voce ti rimbomba in testa come un esplosione e non riesco più a ragionare, ha la voce di una strega’
‘mamma mia’ si rispose ‘ti stai per sposare una vera strega’
‘Giovanni’ disse la zia Lisa da dietro la porta del bagno ‘mi hai chiamato?’
‘Come?’ rispose Giovanni imbarazzato
‘ti ho chiesto se mi hai chiamato’ ripete zia Lisa
‘ma no, no zia, parlavo da solo, va tutto bene’
‘bene un corno’ borbotto la zia ‘da soli parlano i matti’.

Valeria e Caterina aveva deciso di passare la domenica insieme. Caterina le doveva raccontare ogni minimo particolare di Andrea, il suo nuovo fidanzato. Un uomo &egrave amico di un altro per venti anni ma non saprà mai tutto quello che lo riguarda fintanto che le rispettive fidanzate non parlano tra loro. Le due ragazze avevano deciso di andare a mangiare una pizza e poi andare al cinema come ai vecchi tempi. Davano per scontato che Giovanni e Andrea avrebbero accettato con gioia quel programma. Dopo avere preso un tavolo al ristorante Valeria e Caterina andarono al bagno delle donne.

‘ma che ha Giovanni?’ chiese Caterina
‘non lo so’ sospirò Valeria ‘&egrave tutta la sera che &egrave imbronciato’
‘non aveva voglia di andare al cinema’
‘ma no, quando lunedì scorso gli dissi della nostra idea era contentissimo’
‘&egrave molto che non fate sesso?’
‘ma figurati, siamo stati a letto ieri’
‘forse la sua squadra del cuore ha perso?’
‘ma no, il Milan ha vinto. Cosa avrà in testa?’
‘E chi lo sa?’ disse Caterina dandosi un tono da donna esperta ‘che io sappia il sesso e il calcio sono le sole due cose che interessano veramente i maschi’
‘e allora? Che gli frulla in testa, perché mai mi tiene il muso?’ sbuffò Valeria

Dopo cena alla multisala c’erano in programmazione diverse pellicole, Giovanni ed Andrea volevano vedere un film di fantascienza e le ragazze Meryl Streep nel ‘Diavolo veste Prada’. Caterina propose di dividersi, lei e Valeria a vedere Meryl Streep e i ragazzi a vedere ‘quella scemenza con i mostri venuti dallo spazio’. L’uomo alla biglietteria le guardò e fece un po’ il cascamorto, chiese se erano sole e poi disse loro che c’era poco tempo. Il film stava per iniziare ed il bigliettaio chiamo un uomo in divisa che era la maschera di sala. Entrarono nella sala blu dove c’erano già molte persone vocianti seguendo la maschera. Era un uomo alto, con un uniforme pretenziosa che a Valeria fece pensare al Circo. L’uomo guardò distrattamente i biglietti e osservò con malizia le ragazze, poi indicò loro i posti a sedere con il raggio della torcia elettrica che aveva in mano. Vale e Caterina arrivarono alle loro poltroncine ridendo dell’atteggiamento misterioso della maschera e si misero sedute nel momento in cui le luci si abbassavano d’intensità segnalando l’imminente inizio del film. Mentre si sfilavano il soprabito la maschera tornò indietro lungo le scale laterali con un signore. Gli indicò con la torcia elettrica il posto alla destra di Valeria. Era un uomo distinto e chiese scusa passando loro davanti. Valeria percepì l’elegante profumo del suo dopobarba mentre l’uomo si sedeva. Le immagini del film scorrevano vivaci e quando si avvicinò la fine del primo tempo Valeria sentì un piacevole calore sul lato della gamba destra. Una sensazione strana, mai provata. Le due gambe non si toccavano ma Valeria ebbe la percezione di essere sfiorata e la sua attenzione si concentrò sulla sua coscia destra. Si chiese se lo sconosciuto stava veramente provando a toccarla o era solo la sua fervida immaginazione. In fondo quella vicinanza tra gambe poteva essere del tutto casuale. Mentre tutti i suoi sensi entravano in allerta un leggero e quasi impercettibile tocco le diede un brivido. Rimase immobile guardando con la coda dell’occhio l’amica Caterina mentre, nel buio della sala, il suo cuore prese a battere forte. Non ritrasse la gamba e la pressione, discretamente, aumentò. Era certa, l’uomo la stava toccando di proposito. Valeria sentì nascere nella pancia quel particolare e piacevole calore che solo certe situazioni le procuravano. Ora la gamba dello sconosciuto poggiava contro la sua e sprigionava uno straordinario calore. No, non poteva sbagliare, era un’azione volontaria del tizio al suo fianco. Valeria si guardò di nuovo intorno cautamente, tutti avevano gli occhi fissi sulle immagini del film. Si spostò nelle grande poltrona verso lo sconosciuto. L’uomo subito sfiorò con il gomito il suo braccio e lei non si ritrasse. Fece un lungo sospiro che le servì per calmare il batticuore, poi spinse a sua volta il gomito comunicando la sua disponibilità a quella strana e trasgressiva situazione. Era eccitata, sentiva il sangue pulsare, i capezzoli gonfiarsi sotto la maglia ed il sesso bagnarsi di succhi mentre quel gioco di contatti e pressioni continuava. Il primo tempo terminò, le luci nella sala si accesero e Caterina ignara di tutto si alzò.

‘Vale io vado al bar a prendere qualcosa da bere’ le disse Caterina ‘tu vuoi qualcosa?’
‘no grazie, sto bene così’ rispose seguendo con lo sguardo l’amica che si allontanava.
‘scusi sa che ore sono?’ chiese l’uomo seduto alla sua destra per rompere il ghiaccio
‘si, sono le ventuno e cinquanta’ rispose Valeria impacciata guardando lo sconosciuto. Era un signore di mezz’età, molto elegante, quasi eccessivamente ricercato e profumato. Aveva un viso furbo con dei baffetti curati e capelli neri con dei fili d’argento pettinati all’indietro con il gel.
‘le piace il film signorina?’ le disse sporgendosi un po’ verso di lei e mangiandola con gli occhi
‘si molto. Lei che ne pensa? Le piace?’ rispose Valeria con un leggero rossore sulle guance
‘non molto, non &egrave il mio genere di film. Poco importa, io vengo qua perché amo il cinema’
‘non credo di capire’
‘ha ragione, mi spiego meglio’ sorrise l’uomo alzando un sopracciglio ‘vede mi piace il cinema come luogo. &egrave un piccolo mondo a se, uno dei pochi posti moderni dove si riesce a stare in pace. Qua devi spegnere il telefonino e rimani lontano degli affanni del mondo esterno. Il vero relax &egrave stare comodamente seduti nelle poltrone con la privacy garantita dall’oscurità della sala e non da leggi assurde.’
‘non ci avevo mai pensato’ rispose Valeria
‘guardi bene questa sala, non la trova molto bella? Le file ordinate delle poltrone di velluto blu che scendono verso il basso, le piccole luci riflesse sulla scala. Queste poltrone sono comodissime e tra una fila e l’altra c’&egrave più di un metro e venti e, se volessimo, ci potremmo allungare come in un letto.’ l’uomo sorrise ed indicò con la mano ‘osservi lo schermo gigante, &egrave in per lux per la massima luminosità. Come per magia in quello schermo nascono universi sconosciuti, oceani profondi, odio, duelli, nascite e morti, amori e sesso. Ma, soprattutto, il cinema &egrave anche un luogo di incontro tra persone. Oggi, ad esempio, ho avuto la fortuna di trovare una ragazza di eccezionale bellezza come lei’ disse in modo galante
‘grazie, lei esagera con i complimenti’ disse Valeria
‘&egrave solo una constatazione, mi creda io la trovo a dir poco incantevole. Permetta dunque che mi presenti, mi chiamo Fulgenzio’ disse l’uomo con un leggero inchino della testa ‘mi perdoni se non mi alzo, ma con tutta questa gente’ si scusò l’uomo ‘sono un professore, studioso e amante di tutto quello che &egrave bello’
‘molto piacere io mi chiamo Valeria’ rispose dandogli la mano. Il professore fece un elegante, quanto desueto, baciamano.
‘Valeria che bel nome, le si addice. Signorina mi permetta di dirle che la Domenica &egrave uno dei giorni meno adatti per andare al cinema. E si, come il venerdì ed il sabato del resto. Sono giorni in cui c’&egrave sempre troppa gente ed un eccessiva confusione. Io ad esempio preferisco venire il martedì o il mercoledì di pomeriggio, la sala &egrave quasi vuota’
‘capisco, infatti oggi non sono sola, ma insieme ad un amica’
‘si certo, ho notato la sua amica, &egrave molto carina’
‘e nell’altra sala ci sono i nostri ragazzi’ disse Valeria quasi a giustificarsi
‘oh, certo, certo, ho capito’ mormorò l’uomo pensieroso. Poi le lanciò un occhiata furba con quegli occhi marrone chiaro ‘ha fatto bene a dirmelo, le chiedo scusa se sono stato sconveniente’
‘non si deve scusare e non mi ha dato nessun fastidio’ rispose Valeria abbassando gli occhi
‘non sa come sono felice di sentirglielo dire. Spero ardentemente di incontrarla martedì pomeriggio signorina Valeria, verrà?’
‘non sono sicura, forse’
‘bene, bene, vedrà &egrave tutto diverso, più tranquillo’ sorrise l’uomo lisciandosi i baffetti ‘ci sono solo i soliti habitu&egrave e il mio amico che fa la maschera. Ora mi scusi, per me si &egrave fatto tardi. La lascio a godersi in pace il secondo tempo del film’ l’uomo si alzo e dopo averle fatto un leggero inchino si allontanò e Valeria gli sorrise eccitata. Caterina tornò a sedere mentre le luci della sala si abbassavano annunciando il secondo tempo.

Le batteva il cuore, quella situazione la infiammava ‘che tipo’ penso ‘cerimonioso ma deciso, &egrave andato dritto al punto senza volgarità’.

(continua)

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