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Racconti Erotici EteroRacconti erotici sull'IncestoTrio

092 – Cristina con i figli e i loro amici, si conferma una gran vacca

By 2 Dicembre 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Loro, uscirono dopo cena con alcuni amici e io rimasi sola, ero felice per come erano andate le cose e fisicamente parlando ero pure molto soddisfatta e finalmente appagata.
Nel cervello un turbinio di pensieri, negli occhi una lunghissima serie di immagini piacevoli, mi sentivo ancorché stanca, non ci ero più abituata a fare sesso e poi con due baldi giovani che mi avevano sbattuta per bene. Esausta psicologicamente e pure fisicamente, poi due cazzi contemporaneamente non li avevo mai presi e il buchetto posteriore mi faceva un po’ male. Fin quando loro erano rimasti in casa, non mi ero lasciata prendere troppo dai pensieri e dai pesanti rimorsi morali, invece, ora che loro erano fuori, nella mia mente, il piacere sembrava uscire gradatamente dal mio corpo e dal mio cervello e al suo posto entrava, anzi, direi che penetrava il rimorso di aver fatto la maiala con i miei giovani figli.
Pensai addirittura di uscire, di andare in qualche chiesa a pregare, magari a confessare i miei pesantissimi peccati, poi mi prese il ‘chissenefrega’ e tutto sfumò. Accesi il computer e cercai su internet le casistiche degli incesti. Qualche lontano paese che lo ammetteva c’era, non in Italia naturalmente. Cercavo di capire se ero una madre perversa, se con ciò che avevo fatto, avevo in qualche modo condizionato la vita futura dei miei figli, forse erano rimasti scioccati, eppure, li avevo visti andare via, tranquillissimi, allegri, scherzando fra di loro e con i loro amici che erano venuti a prenderli. Si palesò in me il proposito di andare a fare una seduta dallo psicologo e così pensai che l’indomani avrei telefonato in piscina e mi sarei giustificata avvertendo che per qualche indisposizione non potevo andare. Volevo spiegare, parlare con qualcuno, condividere i miei pensieri e le mie ansie recondite. Ero combattuta, i miei stati d’animo si alternavano tra il rimorso, il pentimento e la gioia con il relativo ‘carpe diem’ . Beh io l’attimo l’avevo colto, anche qualcosa in più di un solo attimo, diciamo una buona oretta di piacere l’avevo avuta, la mia insaziabile vagina si era presa la sua bella razione di cazzo duro!! Decisi, in tutto questo trambusto mentale, di attendere con calma, volevo, prima di fare qualsiasi cosa, vedere i ragazzi, le loro facce, scrutarli negli occhi chiedendo loro anche solo un: Come và? Così mi calmai e mi misi a guardare un programma poco impegnativo in tv. Quando fecero rientro erano le ventuno, non erano soli, assieme c’erano tre loro amici. Si chiusero in camera e dopo poco la musica partì facendo vibrare le pareti di casa. Dopo una mezzora gli amici se ne andarono e così vennero da me chiedendomi a che ora si sarebbe mangiato, che avevano fame.
Io li scrutavo, per cogliere degli atteggiamenti particolari, dei sorrisini ironici, invece i due giovanotti erano normalissimi, non parevano assolutamente traumatizzati. L’avevano vissuta e la vivevano come una esperienza qualsiasi? Mah!! Mangiarono e poi sia Giuliano sia Simone si alzarono prima di me da tavola e iniziarono inaspettatamente a sparecchiare. Simone mentre mi passava dietro mi accarezzò i capelli e Giuliano mi lisciò una spalla, poi terminato di sbrogliare il tavolo mi vennero vicini e posero il capo sulle mie spalle uno a destra e uno a sinistra, iniziando a baciarmi il collo, le loro mani dentro la mia scollatura, in mezzo alle mie cosce, ma quante mani avevano? Non capii più niente, tutti i buoni propositi se ne erano andati al diavolo in un attimo. La bocca di Simone sulla mia, la sua lingua a scandagliarmi il palato ad avvolgersi con la mia, il vestito sbottonato sul davanti i miei seni fuori, tra le loro mani che me li stringevano con forza, i capezzoli duri e dritti fra le loro dita, sentivo i polpastrelli di non si chi dei due, che mi schiudevano le labbra della figa, mi penetravano ficcandomi maldestramente le dita dentro. Poi mi presero in braccio, in due mi sollevarono come un fuscello e mi trovai sul letto, sentii lacerarsi la stoffa del mio vestitino e fui nuda alla loro mercè. Presa e immersa con tutta me stessa nel vortice della passione, tenevo gli occhi chiusi e mi godevo le mille sensazioni che le loro mani mi davano. Aprii gli occhi per ammirare i loro corpi, e compresi solo allora che di fronte alla loro nudità non sarei mai riuscita a resistere. Un qualsiasi scultore li avrebbe presi come modelli per creare un opera d’arte. La bellezza statuaria i muscoli guizzanti, la loro pelle liscia dappertutto tranne che vicino alla meraviglia delle meraviglie, al loro fantastico e possente cazzo. Me ne trovai uno davanti alla bocca e lo accolsi con amore fino ad arrivare a sentire i suoi peli serici contro le mie labbra, lo sentivo gemere, ero una brava mamma, puttana, e soprattutto ero una capace pompinara. Afferrai le palle e le strinsi delicatamente, lasciai il cazzo e ingollai un testicolo succhiandolo poi feci la stessa cosa con l’altro. Ero inginocchiata a pecorina sul letto e dietro di me percepii un grosso e duro dardo appoggiarsi alla mia rosetta anale, le dita di Simone mi dilatavano il buco e poi lo sentii entrare, scivolare lentamente fino alla radice, il grosso cazzo fece più rapidamente il percorso inverso, uscendo del tutto, per rituffarsi dentro al volo, ancora fuori e ancora dentro”’ Ora lo faceva in modo più violento, che bastardo! Mio figlio mi voleva sfondare il culo, non gli bastava penetrarmi normalmente. Una mano di Giuliano si appropriò dei miei capelli e mi fece girare il capo ficcandomelo in bocca, il mio bambino pretendeva la sua dose di piacere e io gliela diedi. Sborrò prima Simone allagandomi il culo e dopo pochi secondi Giuliano mi inondò la gola con violenti schizzi di sperma bollente e denso.
Rimanemmo sdraiati come avevamo fatto nel primo pomeriggio io in centro e loro ai lati, ma io non ero venuta e la mia figa, il mio corpo intero reclamava il piacere di un orgasmo.
Così, per confermarmi sempre più zoccola, chiesi loro di scoparmi, di fottermi di prendermi, di sbattermi fino a farmi godere. Li feci mettere in modo che le palle di entrambi fossero a stretto contatto, poi mi inginocchiai in mezzo e gli presi il cazzo in mano, uno con la destra e uno con la sinistra, li segai qualche minuto, fin quando sentii di nuovo la loro durezza fra le dita, mi abbassai e cominciai un lavoro da vera professionista. Facevo entrare il cazzo di Simone fino in fondo e poi risalivo e quando riscendevo il cazzo che avevo in bocca era quello di Giuliano, un colpo a uno e un colpo all’altro. Li feci spostare ancora e questa volta mi sedetti sopra a Simone volgendogli le spalle e mi impalai profondamente in figa, appoggiandomi all’indietro sui palmi delle mani invitai Giuliano a penetrarmi, lui mi guardò come a dire: Ma dove te lo devo mettere? Rimanendo appoggiata sul letto con una sola mano usai l’altra per impugnargli il cazzo e lo attirai a me, glielo feci appoggiare al dorso del cazzo di suo fratello e lo feci spingere. Avevo visto una volta in un film porno, quando ancora stavo con mio marito, la doppia penetrazione nella figa. Sentii la mia vagina dilatarsi, più o meno come quando avevo partorito i gemelli e poi li sentii entrambi dentro la figa contemporaneamente. Che sollazzo!!! Che goduria!!! In quel momento compresi che ero veramente una gran vacca!! Due grossi e lunghi cazzi insieme nella mia ex fighetta!! Non resistetti a lungo e gridando come una ossessa venni, fu il migliore orgasmo della mia vita, il più intenso in assoluto. La testa mi girava, il cuore mi batteva a mille, la respirazione era estremamente affannosa, ero come un fantoccio nelle loro mani, vibravo sotto i loro affondi simultanei e sguazzavo nel godimento. Mi sborrarono dentro praticamente in sincrono, quando si filarono da me, ebbi la netta sensazione che mi si fossero rotte le acque, mi colava dalla figa un fiume di sperma misto alle mie abbondanti secrezioni orgasmiche. Mi lasciai cadere sul letto a pancia in su e le braccia buttate tipo Cristo in croce. Mi ci volle un bel po’ per riprendermi dal coma profondo in cui ero precipitata, persino i ragazzi mi chiesero se stavo bene. Mi alzai dal letto e dissi loro che dovevo fare la pipì, mi accompagnarono premurosamente e io per ringraziarli li strinsi a me e li baciai in bocca entrambi. Quando mi ripresi del tutto volli parlargli e così li portai con me in sala e davanti a un buon bicchiere di vino cercai di spiegare loro tutte le mie paure, i miei dubbi, i rimorsi, insomma tutto ciò che avevo chiuso dentro di me.
Quando ebbi finito Giuliano guardò prima Simone e poi rivolgendosi a me riassunse con un: Ma che cazzo dici???? E poi mi spiegò che secondo il loro parere la nostra era una famiglia fortunata e che non ci sarebbero stati problemi, sia che avessimo pensato di continuare questa nostra passione, sia che io avessi deciso di troncare tutto. Ecco, la semplicità con la quale i ragazzi trovano le soluzioni ai problemi. Noi adulti spesso ci preoccupiamo di non turbarli, di non traumatizzarli e invece loro se ne fregano. Gli era piaciuto e basta, io ero una donna e loro due uomini. Già cosa c’è di più normale di un rapporto sessuale tra maschi e femmine??? Cazzo!!! Ma io ero la mamma!!! Porca Puttana!!! Io ero l’angelo del focolare, la purezza e un sacco di altre cazzate come queste!!!
Mi baciarono sulla bocca languidamente e mi toccarono le tette, come farebbe un amante prima di andarsene e difatti se ne andarono in camera loro e anche se era ormai tardi si vestirono e uscirono. Ancora sola, ma forse non più tanto combattuta, più tranquilla. E cavoli, se andava bene a loro, andava bene pure a me!
Andai a letto verso l’una di notte e mi addormentai pacificamente rilassata. Non li sentii nemmeno rientrare, dormii come un sasso e al mattino piena di energie e di voglia di vivere mi rituffai nel mio lavoro. Ora in piscina, vedevo i miei allievi in modo diverso, posso dire che mi accorsi di desiderarli meno di quanto non li desiderassi solo qualche giorno prima. Gli arditi giochi con i miei figli, erano riusciti a calmare le mie infuocate voglie, certo i bei ‘pacchi’ li guardavo sempre ma non mi eccitavano più di tanto. Terminai il programma di allenamento del giorno verso le sedici e quindi salutai tutti i ragazzi ritirandomi nel mio spogliatoio. Ero sotto la doccia e sentii bussare alla porta, visto che ormai avevo finito, indossai l’accappatoio e con i capelli bagnati andai ad aprire. Era Louis, il ragazzino di colore che mi diceva che durante l’ultimo esercizio aveva sentito una fitta all’inguine e che ora gli faceva parecchio male. Lui era uno dei ragazzi più forti che avevo, mi spiaceva moltissimo che si fosse infortunato, così mi misi un asciugamani in testa a mo’ di turbante e lo accompagnai dal massaggiatore. Come sempre era occupato, attendemmo una decina di minuti, finché un ragazzo uscì e lui ci fece entrare. Lo fece sdraiare sul lettino e incurante del fatto che io fossi presente, gli abbassò i pantaloncini e gli slip. Appena lo vidi, voltai il viso dalla parte opposta fingendo di guardare l’armadietto dei medicinali. Mamma mia che cazzo!!!! Era molle, incurvato verso il basso, stava appoggiato sulle grosse palle scure e le superava di almeno una decina di centimetri. La cappella circoncisa, di colore rosato, molto grande, pareva un grosso fungo porcino. Lo pensai duro, e sentii il desiderio crescere in me. Mi accorsi che Lino, il massaggiatore, mi parlava, chiesi scusa e mi feci ripetere la sua diagnosi. Leggero stiramento all’adduttore sinistro, riposo per quattro o cinque giorni e poi lenta ripresa. Per fortuna le gare importanti sarebbero state da lì a quindici giorni, c’era il tempo per il completo recupero. Mentre parlavo con il signor Lino, soffocai una risata che mi era scaturita dentro, dovuta ad alcuni gesti del ragazzo. Nel mettere dentro agli slip la sua arma letale, il giovanotto la andava sistemando con cura piegandola verso il basso in modo da tenersela sotto le palle e quindi fra le gambe. In effetti in altro modo la grossa bestia non ci sarebbe stata dentro alle mutande. Salutai il massaggiatore e anche Louis, che se ne andò lentamente e visibilmente zoppicante. Nel mio spogliatoio buttai l’accappatoio sulla panca di legno e misi una mano fra le cosce, feci scivolare le dita dentro la figa e trovai ciò che sapevo di trovare. La mia gatta era in calore e di conseguenza era pure bagnata fradicia.
Mi rivestii e uscii con i capelli ancora bagnati, arrivai a casa erano le diciotto, i ragazzi non c’erano ancora e quindi ne approfittai per asciugarmi finalmente i capelli. Verso le venti, non vedendoli arrivare, mi preoccupai e presi il cellulare e li chiamai. Mi dissero che mi stavano chiamando per dirmi che non sarebbero rientrati per cena e che si sarebbero fermati a mangiare da un loro amico. Così sola soletta spiluccai qua e là e poi mi accomodai sul divano e mentre guardavo un film mi addormentai come un masso. Mi alzai e barcollando riuscii ad arrivare in camera mia, mi spogliai, mi buttai sul letto e dopo pochi secondi già dormivo di nuovo. La settimana trascorse tranquilla senza nessuna reiterazione del reato incestuoso. Ma il sabato successe una cosa alquanto importante. I miei ragazzi del nuoto volevano festeggiare in piscina la vittoria ai regionali e mi invitarono a celebrare con loro l’avvenimento. Io non potevo partecipare perchè avevo Giuliano e Simone a casa che dovevano mangiare e quindi, con grande dispiacere declinai l’invito. Poi mi venne in mente una soluzione alternativa, chiesi loro se invece di far festa in piscina, la potevano fare a casa mia. I ragazzi accolsero con un tripudio la proposta e io allora li salutai e rapidamente me ne andai. Lungo la strada mi preoccupai di comprare un bell’assortimento di salatini, dei pasticcini, alcune bibite e un paio di bottiglie di spumante.
Giunta a casa mi feci aiutare dai miei due baldi giovani e assieme spostammo due tavoli mettendoli uno contro l’altro. Una bella tovaglia a quadri bianchi e rossi con tutto il ben di Dio sopra e voilà il ricevimento era preparato. Mi chiusi in camera mia e mi cambiai, indossai una gonna rossa corta munita di spacchetto laterale parecchio pronunciato, sopra, una camicetta bianca abbottonata sul davanti, beh, devo ammettere che forse, qualche bottone mi dimenticai di abbottonarlo, ma se non mi fossi mai piegata in avanti non si sarebbe visto niente. Scarpe con un bel tacco dieci, un po’ di trucco in viso, e l’istruttrice di nuoto, vestita da troia, fu pronta
Che casino in casa, una ventina di ragazzi tutti assieme, furono fonte di chiasso indescrivibile, ma me l’ero voluta e quindi mi imposi di non fare la solita rompiballe.
Un paio dei miei ragazzi si spinsero anche a farmi dei complimenti galanti, che io lusingata accettai con un sorriso. Già, vestita normale forse non mi avevano mai vista prima, sempre in tuta o al massimo con indosso il costume olimpionico, che tutto era meno che essere un indumento sexy. Tutta quella gioventù naturalmente mi faceva salire la pressione e il mio igrometro centralizzato prevedeva umidità in aumento al centro sud.
Cercai con lo sguardo Louis e dato il colore ambrato della pelle, mi fu facile individuarlo, mi avvicinai a lui e mi informai delle sue condizioni. Lui si toccò l’inguine con naturalezza dicendomi che andava un po’ meglio e che percepiva meno dolore. Indossava, come molti suoi compagni, la tuta azzurra della società, composta da una maglietta polo sempre di colore azzurro con il logo societario giallo oro e i pantaloni lunghi e pure molto larghi.
Verso le ventitre alcuni giovanotti ci salutarono e se ne andarono a casa. A mezzanotte, ormai distrutta dalla faticosa giornata e pure un po’ alticcia per effetto dello spumante, mi sedetti a peso morto sul divano, cercando di non addormentarmi. Ma gli occhi, dopo pochi minuti si chiusero da soli e piombai in un sonno profondo. Fu ancora una volta la voce di uno dei miei figli a chiamarmi, mi svegliai faticando parecchio ad aprire gli occhi, e guardai Simone in piedi davanti a me. Mi stava chiedendo se tre dei ragazzi che ancora erano in casa nostra si potevano fermare a dormire da noi. Mi alzai in piedi e biascicai di si, gli dissi di cambiare le lenzuola e serpeggiando per il corridoio centrai miracolosamente la porta di camera mia e vi entrai. Mi sedetti sul letto e mi spogliai, avevo un forte stimolo di fare la pipì e così indossai la vestaglietta e andai in bagno. Ahh che meraviglia, ebbi l’impressione di farne almeno dieci litri, restituii alle fognature quasi tutto il vino bevuto durante la serata, mi diedi una lavata e tenendo i lembi della vestaglia chiusi con la mano a pugno fra i seni, feci rientro in camera da letto. La domenica mattina mi svegliai che mancava poco alle undici, avevo un terribile mal di testa e una voglia impellente di bere un buon caffè. La casa era interamente avvolta nel silenzio, io, con indosso la mia solita vestaglietta, mi affacciai timidamente nella camera dei ragazzi, era completamente avvolta nel buio e io intravidi una specie di dormitorio affollato. Nel divano letto dormivano in due, un altro dormiva nel letto estraibile vicino a Simone, mentre Giuliano, il privilegiato riposava da solo nel suo letto. Presi coraggio ed entrai, mi avvicinai alle finestre e sollevai le persiane avvolgibili. Il chiarore e il calore del sole fecero il loro ingresso nella camerata. Sentii lamenti e proteste generali, poi qualcuno si stirò pigramente e tutti aprirono gli occhi parecchio infastiditi.
Feci notare loro che fra poco sarebbe stato mezzogiorno e se magari si volevano alzare, io avrei provveduto a riassettare la camera. Gigi, Francesco e Louis, questi erano i nuotatori rimasti lì a dormire, si misero a sedere sul letto e vidi che i loro slip formavano delle piccole ‘tende canadesi’ . Anche i miei pargoli si sedettero sul letto con un’espressione come a voler dire: Mamma quanto rompi!!! Anche loro, naturalmente, sotto le mutande, palesavano una potente erezione. Si alzarono uno dopo l’altro e assieme ai loro cazzi duri si avviarono verso il bagno. Come avrei voluto tenerli in mano io, tutti e cinque e farli pisciare uno per volta. Li avrei sgocciolati per bene agitandoli e scrollandoli con cura, magari una leccatina alla cappella, invece no, ovviamente non lo feci, aprii le finestre per far prendere aria alla camera e me ne andai. Dopo una buona mezzora uno dopo l’altro si sedettero a tavola e stancamente si gustarono il caffè. Notai che Louis sbirciava sovente nella mia ampia scollatura. La vestaglietta rosa era solo legata a vita e quando mi muovevo, i lembi si spostavano e le tette si mostravano generosamente. Per dovere di ospitalità chiesi ai ragazzi se si volevano fermare a pranzo e loro mi risposero candidamente di si. Verso le tredici e trenta pranzammo e poi i giovani si impadronirono della play station e si piazzarono davanti alla tv a giocare. Io sparecchiai la tavola e poi, vecchia in mezzo ai giovani, mi sedetti sull’unica poltrona rimasta libera. Dopo un po’ che stavo lì a guardarli gareggiare, mi accorsi che Giuliano mi guardava in modo strano facendomi dei segnali con gli occhi. Abbassava lo sguardo in direzione delle mie gambe e poi mi guardava negli occhi facendo delle smorfie. Subito non compresi, ma poi capii il suo segnale, le mie gambe poco coperte, un po’ divaricate e il fatto di essere senza mutande, faceva si che i miei allievi mi vedessero la patatina!! Chiusi le gambe, ma non mi sognai nemmeno di andarmi a infilare un indumento intimo. Nelle vesti da troia, io mi sentivo benissimo, più riuscivo a provocare e meglio era. Distrattamente, infatti, continuai a guardare le corse delle auto sullo schermo e lasciai che le mie cosce si aprissero di nuovo un po’. La macchina da corsa che virtualmente guidava Louis, sbandò e si schiantò contro il guard-rail. Rimasi seria ma compresi benissimo il perché dell’incidente, il ragazzo non guardava più la pista che scorreva sullo schermo ma guardava fra le mie cosce. Buttò incavolato il joy-stick sulla poltrona e tenendosi una mano sul pube si spostò più in là. Ora era perfettamente in direzione della mia figa. Una donna normale, non puttana come la sottoscritta, avrebbe chiuso almeno le gambe e invece la solita baldracca che albergava in me, lasciò le cose come stavano. Guardavo interessatissima la corsa sullo schermo approvando le manovre di questo o di quel ragazzo, mentre con la coda dell’occhio seguivo le manovre di Louis. Lo teneva alla sua destra, appoggiato alla coscia, con la cappella che puntava contro la stoffa del pantalone verso l’esterno di un bel po’. Mi chinai in avanti per avvicinarmi alla tv e meglio vedere le gesta dei ragazzi e le tette si mostrarono in tutto il loro splendore. Non mi sarei stupita se avessi visto comparire all’improvviso una macchia umida sul pantalone.
Io fingevo di non vedere le sue manovre e lui se lo massaggiava da sopra la tuta ormai sfacciatamente. Anch’io da porca spudorata, appoggiai la mano destra sulla vestaglia, proprio in mezzo alle gambe e feci in modo che salisse ulteriormente. Dal bordo dell’indumento alla figa c’erano pochi centimetri, mi lasciai andare all’indietro stiracchiandomi, appoggiai il capo allo schienale, le gambe aperte e gli mostrai la mia figa lucida di umori.
Terminarono di giocare e qualcuno disse che doveva tornare a casa che i suoi genitori l’avrebbero dato per disperso. Così io mi alzai e salutai i miei ospiti ritirandomi in camera.
Avevo provocato inutilmente Louis e alla fine non era successo nulla, mi sentivo abbacchiata, tanto sforzo per nulla. In fondo cosa pretendevo? Mica poteva nascere un orgia! Mi ero divertita ed eccitata, la mia patata bagnata lo testimoniava, ma non potevo esigere che il ragazzo mi scopasse lì su due piedi e per di più di fronte ai miei figli.
Un piano, dovevo escogitare un piano, l’ideale sarebbe stato riuscire a trovarmi sola in casa con il negretto cazzuto! Gli avrei fatto passare io lo stiramento all’adduttore! L’avrei massaggiato io quel grosso e lunghissimo bananone scuro. L’avrei leccato come un cono al cioccolato e alla fine mi sarei gustata anche la buona e densa crema. Mentre pensavo a queste cose libidinose, la mia mano fra le cosce e le dita a muoversi sul grilletto indurito.
Fu un semplice ditalino, ma con nella mente quel grosso palo che ormai occupava in pianta stabile il mio cervello infermo. Venni bagnandomi le dita e poi le succhiai gustandone il sapore agro e al contempo dolce dei miei abbondanti umori.
Quando uscii dalla mia camera in casa non c’era più nessuno, tutti fuori a cercare figa giovane, mentre la mia era lì ardente e vogliosa, sempre inappagata, perennemente desiderosa e affamata di cazzo giovane e duro!!! Era sempre così, un ditalino era solo un palliativo, una panacea senza effetto, una piccola e ininfluente goccia nel mare. Mi tornò in mente lo psicologo, ci dovevo andare, magari lui avrebbe risolto la questione. Pensai a uno psicologo bello, di quelli tipo Raoul Bova, con gli occhiali, mi vidi sdraiata sul lettino eeee’. ee no cavoli!!! No!!!! Cazzo che mente distorta, già lo psicologo me lo stava sbattendo dentro. In queste condizioni nemmeno una psicologa femmina poteva calmarmi, avrei cercato sicuramente di farmi pure lei. Ninfomane, già questo era il termine che più mi si addiceva!! Andai in bagno e aprii la doccia mi infilai sotto e girai il miscelatore lentamente fin quando i getti d’acqua calda divennero freddi e iniziarono a battere su di me come un temporale d’estate, mi sforzai di rimanere lì sotto a quella tempesta, lo feci per alcuni minuti poi mi sottrassi e uscii. Rimasi così, con i piedi nudi sul pavimento, ferma a lasciare colare i rivoli d’acqua che scendendo accarezzavano il mio corpo con estrema dolcezza. Quando dopo essermi asciugata e rivestita me ne andai in cucina, mi accorsi che la doccia fredda era stata un toccasana, che i bollenti spiriti si erano placati e che finalmente la mia testa era sgombra da strane e porche idee.
Il giorno seguente in piscina con il mio costume intero, feci la seria, cercai di riprendere un po’ di autorità e di credibilità che avevo perso il giorno della festa, specie con Louis e gli altri due. Mangiai il solito panino e poi alle sedici mandai tutti sotto la doccia e ci andai pure io. Mi stavo rivestendo, quando sentii bussare, mi coprii e aprii la porta. Era ancora Louis, gli chiesi cosa gli era successo e lui mi rassicurò, chiedendomi però se poteva venire, assieme a Gigi e a Francesco, a casa mia. Simone e Giuliano l’avevano chiamato sul cellulare per invitarli da noi. Pensai, certo che i ragazzi fanno in fretta a fare amicizia!
Naturalmente acconsentii e così appena fui pronta me li caricai in macchina e li condussi a casa mia. Si isolarono tutti e cinque in camera dei miei figli e si posizionarono davanti al pc. Io mi svestii e mi cambiai indossando un vestito corto a fiorellini. Come al solito mi scordai volutamente le mutande e il reggiseno e mi diedi da fare in cucina a preparare loro del the, poi misi in tavola dei biscotti e delle brioche, quindi abbassai la maniglia della porta, ma l’uscio non si mosse di un solo millimetro. Era semplicemente chiusa a chiave, feci per chiamarli a voce, poi la curiosità fu più forte di me e mi chinai e appoggiai l’occhio al buco della serratura. I cinque erano seduti a semicerchio davanti al computer e con le tute abbassate si menavano il cazzo tutti assieme, una specie di sega collettiva. Sullo schermo un video porno, una donna, con la faccia da porca, con gli occhiali, si fa penetrare in tutti i suoi buchi da alcuni giovani stalloni fra i quali un paio di colore. Il volume era al minimo ma dalla mia postazione si udivano dei lontani gemiti e dei sospiri di passione. Di Francesco e Gigi, essendo un po’ defilati, si vedeva poco, invece si vedevano benissimo i cazzi di Simone, Giuliano e Louis. Madonna mia!!!! Il trio delle meraviglie!!! Che grosse mazze! Louis poi’.. Contrariamente a quello dei miei figli che era incurvato verso il ventre, il negretto ce l’aveva inarcato esattamente dalla parte opposta. Se lo menava a due mani impugnandoselo alla base e subito sopra. Gliene rimaneva fuori almeno un dodici centimetri. La mano di un ragazzo può essere larga sui sette otto centimetri e facendo due rapidi conti il totale del biscione nero era sui ventotto, ventinove centimetri. Rimasi affascinata a spiare e con mia grande sorpresa vidi che ora il mio bambino Giuliano si segava il suo con la sinistra mentre con la destra aveva afferrato la parte libera del cazzo di Louis e con lui si muoveva in sincrono. Il cazzone scuro lasciava fuori solo più la turgida cappella. Gigi, si alzò dalla sedia e si sedette sul tavolino del pc al fianco della tastiera. Ora lo vedevo bene, ce l’aveva tozzo, sui quindici centimetri di lunghezza e molto, molto largo. Francesco, si alzò dalla sedia e si accucciò fra le gambe di Simone e prendendogli in mano il cazzo iniziò a segarlo, poi glielo prese in bocca e cominciò a spompinarlo velocemente.
Ma cazzo, pensai, possibile che con me qui, troia, maiala e puttana, se lo debbano segare e succhiare fra di loro??? Così mi ricomposi e poi bussai fortemente alla porta. Ad alta voce li avvisai che avevo preparato per loro la merenda. Udii un trambusto e subito appresso la voce di Simone che mi diceva che sarebbero arrivati subito. In effetti dopo pochissimi minuti li vidi uscire dalla camera. A parte Louis, che per ovvi motivi, non si poteva vedere, gli altri quattro avevano tutti il viso parecchio arrossato. Guardai di sottecchi le loro patte e non riuscii a vedere nessuna traccia delle loro erezioni precedenti.
Mentre loro mangiavano, mi misi a pulire il forno, presi la bomboletta del ‘Fornet’ e chinandomi in avanti spruzzai il liquido dentro al forno e con un panno iniziai a pulire.
Avevo l’impressione di percepire sul mio culo nudo i loro sguardi concupiscenti e nel silenzio piombato all’improvviso, i loro respiri affannosi ed eccitati. Piegai le ginocchia privandoli dello spettacolo, lo feci solo per dargli modo di calmarsi un po’, poi mi sollevai e chiusi il forno. Aprii lo sportello più alto dei pensili e in punta dei piedi andai a riporre il flacone e il relativo panno. Sapevo che il vestito sarebbe salito e avrei così mostrato loro ancora le cosce e il culo. Li volevo eccitare fino a fargli fare qualche passo in direzione di una bella e salutare scopata. Infine mi voltai e appoggiai i gomiti sul tavolo esponendo le mie grosse poppe. Anche in questo caso gli occhi di tutti e cinque conversero all’interno della mia abbondante scollatura. Cavoli, se erano maschi veri qualcosa avrebbero dovuto fare!! Non si muoveva niente, era calato un silenzio di tomba. Allora buttai l’amo sperando che qualcuno di loro abboccasse. Chiesi se invece di stare in camera loro a vedere un video hard non se lo potevano vedere qui sullo schermo a cinquantadue pollici della tv.
Simone mi guardò sorpreso, non capiva come facevo a sapere che prima stavano vedendo un video porno. Lasciai cadere la muta domanda e attesi una risposta. Il primo a prendere la palla al balzo fu Gigi, rispose semplicemente: Perché no??. La chiave di tutto quello che successe dopo fu tutta in quella risposta.
In quattro e quattr’otto i giovani si organizzarono, scaricarono il video su una ‘chiavetta usb’ e dopo pochi minuti la infilarono nell’apposito ingresso del televisore. Io, in mezzo ai miei figli, sul divano centralmente all’apparecchio tv, su una poltrona alla nostra destra Gigi e sulle due a sinistra Louis e Francesco. Il film iniziava in una strada, una ragazza, cammina, un paio di uomini sui trent’anni la avvicina e scherzando cercano di abbordarla. Il due maschi, la invitano a bere un caffè a casa loro e la donna accetta. In poche parole dopo alcune scene introduttive, i tre seduti su un divano iniziano a toccarsi e in pochi minuti la donna comincia a spompinare alternativamente i ragazzi.
Si sente suonare alla porta ed entrano altri tre maschi, uno di loro è di pelle scura, dopo aver salutato la femmina maiala si spogliano e si uniscono al gruppo”.
La mano destra di Giuliano sotto il mio vestito, mi apre prepotentemente le cosce e si fa strada verso il mio inguine infuocato. Simone mi aiuta a sfilarmi il vestito e dopo averlo fatto passare sopra il mio capo, lo butta lontano. Sono nuda, vedo i tre amici dei miei ragazzi spogliarsi, i loro cazzo duri, sono circondata da tutti loro, cinque membri giovani e virgulti, rigidi e vibranti, mi sento bagnare abbondantemente la figa, allungo una mano e ne impugno uno è quello di Francesco, l’unico che non avevo mai visto prima. Lo attiro a me lo prendo in bocca, lo succhio avidamente, le mie mani artigliano i suoi glutei e me lo faccio sprofondare fino in gola. E’ un bel cazzo quello che sto succhiando, ne troppo lungo ne troppo corto, di forma cilindrica, la sua pelle bianchissima è percorsa da vene bluastre che paiono scoppiare da un momento all’altro. Il giovanissimo ragazzo, non sa resistere a lungo e in effetti mi scoppia velocemente in bocca. Io da zoccola di prima classe, bevo tutto fino all’ultima goccia, lo succhio tutto, aspirandogli il caldo seme fino a svuotargli i pesanti coglioni. Mentre succede questo, sono percorsa, titillata, spremuta, carezzata, vellicata, strusciata dappertutto. Dieci mani percorrono il mio corpo in ogni più piccolo e recondito lembo di pelle. Mi ‘pastrugnano’ dappertutto: La figa, le tette, il buco del culo, le cosce e da mille altre parti sento le mani agitarsi sopra di me. Ho delle dita in bocca, le lecco e sento il sapore dei miei umori, una cappella dura mi preme contro la guancia destra, spalanco le gambe e subito vedo il mio giovane negretto che si incunea fra di esse, me lo appoggia fra le piccole labbra e me lo sprofonda dentro. Sento dolore, forte dolore, temo che mi sfondi la figa, glielo dico, lui mi da della puttana e continua a penetrare violentemente in me. Mi lamento ancora, ma la mia bocca viene tappata dal cazzone di Gigi. E’ larghissimo e mi chiude veramente la bocca, le cui labbra sono tese allo spasimo per accogliere il pesante obice. Poi Louis si sfila e senza troppi complimenti si sdrai sul tappeto in terra e mi tira per un braccio fino a farmi accomodare sul suo cazzo ricurvo. Gli volgo le spalle e quando mi arriva in fondo alla figa credo di impazzire dal piacere. La forma del suo pene è tale per cui in questa posizione quando mi entra a fondo mi tocca in un punto dove non ci era mai arrivato nessuno prima. Forse il famoso punto ‘G’ ? Godo come una vacca, ma non riesco di nuovo nemmeno a mugolare. Simone me lo ficca in bocca e io mi sento invasa e intimamente violata. Ma godo, godo come mai nella mia vita.
Louis mi allontana e si alza in piedi resto sola sul tappeto ma solo per poco, Giuliano si sdraia a terra e poi mi abbraccia attirandomi a se, con la mano guida il cazzo nella mia figa e io comincio a cavalcarlo lentamente. Delle mani mi prendono per i fianchi e mi bloccano per qualche istante, un cazzo si punta contro il mio buco del culo e poco per volta vi sprofonda all’interno. Wowww, due cazzi dentro di me, per il poco che mi è possibile mi volto per vedere chi è il mio violentatore anale e vedo il corpo scuro di Louis che assieme a Giuliano mi sta prendendo a sandwich. Una mano mi artiglia i capelli e mi attira a se, è Francesco che senza tanti complimenti me lo ficca nuovamente in bocca. Il suo cazzo sa ancora di sperma, con una mano riesco a prenderlo per i coglioni, lo attiro a me e lo ingoio fino alla radice, lui usa la mia bocca come se fosse una figa, mi scopa forte e profondamente in gola. E’ fantastico tre mazze nei miei buchi, io vengo, il mio cervello annebbiato dal piacere intenso, godo come una vacca, in un estasi paradisiaca vengo, non capisco più nulla, poi sento Louis che si inabissa dentro al mio culo e i suoi coglioni che mi sbattono sulle chiappe, percepisco un bollente fiume in piena percorrermi l’intestino, sento i suoi getti schizzare dentro di me, e ho l’impressione che non terminerà mai di sborrarmi nel culo. Non ho il tempo di respirare, appena il ragazzo di colore si sfila con un ‘plop’ dalle mie viscere, il cazzo di Gigi va a riempire il buco lasciato vuoto dal suo amico. Ce l’ha bello largo il giovane, mi entra dentro con fatica strusciandomi all’interno e allargandomi ulteriormente la mia rosetta anale. La sborra di Giuliano mi allaga la figa proprio mentre Francesco mi riempie nuovamente la bocca. Penso che farò indigestione di sborra e mi preparo a ricevere il succo dei coglioni di Gigi nel mio culo quando Simone si avvicina al mio viso menandosi il cazzo e mi sborra in faccia insultandomi pesantemente. Quando Gigi si abbatte su di me eiaculando io godo ancora, mi sento allagata e piena di sperma dappertutto, ho il viso che è una maschera di liquido seminale, alcuni lacci mi pendono tremuli dal mento e io vengo, vengo intensamente, vengo quasi con sofferenza, una sofferenza che è mista al piacere estremo che provo in quel momento! Mi prendono, come se fossi un loro oggetto e mi sollevano in piedi, mi trascinano fin dentro al bagno e mi fanno sedere sul water, poi li vedo circondarmi, tutti e cinque in piedi attorno a me, gomito a gomito uno vicino all’altro, si masturbano il cazzo a vicenda, a pochi centimetri dal mio viso già ridondante di sperma. Mi incitano ad aprire la bocca, mi invitano in modo autoritario ad accogliere i loro schizzi nel mio cavo orale. Giuliano, segato da Gigi, è il primo a sborrare, l’amico lo guida vicino alla mia bocca, i suoi getti si distribuiscono un po’ sul viso e un po’ sulla mia lingua protesa. Francesco masturba Simone e guida il cazzo di mio figlio posandomi la cappella sulla lingua e il mio pargolo mi ci sborra sopra. Poco dopo la sega che Louis pratica a Gigi ottiene il suo scopo, e gli schizzi si depositano sulle mie tette, poi, sempre guidato da Louis che mi struscia il cazzo del compagno sui capelli. Francesco segato da Simone mi riempie di sperma persino sugli occhi chiudendomeli del tutto con la sua sborra densa e quasi collosa. Poi Giuliano che invece di segare Louis si accuccia davanti a lui e lo spompina, quando sente che sta per venire, se lo toglie dalla bocca e lo porge a me. Io non mi faccio pregare e lo ingoio golosamente, lasciandomi invadere dall’abbondante seme che il giovane negretto mi elargisce abbondantemente.
Con la mano fra le cosce, vacca come non mai, mi sditalino furiosamente e appoggiando la schiena al coperchio del water vengo, gridando ad alta voce il mio meraviglioso e fantastico godimento.
Da allora ho cambiato spesso partner, ma sono sempre rimasta fedele ai miei figli e a Louis che ogni tanto ancora oggi mi regala il suo magnifico totem della pace.

Buon sesso a tutti e scrivetemi i vostri pareri Ciao da Ombrachecammina
e-mail: alexlaura2620@libero.it

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