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Racconti Erotici Etero

13 – Forica: In bagno

By 20 Novembre 2019Dicembre 16th, 2019No Comments

Il ritorno a casa dalla pineta lo facemmo con le mie dita nella sua figa umida.

“Continua toccarmi. Tienimi dentro le dita. Le voglio sentire mentre guidi. Voglio sentire le vibrazioni dovute alla strada”

“… e se ti vede qualcuno?”

“Amore caro, si dovrà fare una bella sega. Però a pensarci su, lo vorrei proprio vedere con il cazzo in mano a farsela”

La lasciai sotto casa dopo averla ancora una volta sgrillettata senza orgasmo. Lei era esausta.

L’indomani sera, dopo cena, non vedevo l’ora di incontrare con Forica, alle 19.

Era il mio giorno di riposo e dopo una giornata passata tra uffici ed incombenze varie andai a casa sua.

Mi ricevette avvolta in una vestaglia per andare in bagno, ci abbracciammo e disse che era felice, felice più che mai, che fossi li.

Lei capì subito la mia stanchezza fisica e mi fece distendere sul lettone che è stato campo di tante battaglie amorose tra noi due ed anche con altri.

Mi denudai in un attimo. Il caldo dell’ambiente mi consentiva di rimanere nudo disteso sul letto. Lei andò in bagno e torno dopo pochi istanti per coccolarmi accarezzandomi con le sue mani. Un massaggio defatigante fatto sul torace a scendere fino all’inguine e poi giù sulle gambe. Mi voltai con la pancia in giù e lei proseguì eseguendo lo stesso massaggio. Passava dai piedi fin sul collo ora lentamente ora rapidamente su ogni punto del mio corpo. Stavolta le dita si infilarono tra i glutei e stuzzicarono senza soffermarsi anche il mio buchetto posteriore.

Mi allargò le gambe per accarezzarmi l’interno delle cosce e accarezzo anche i testicoli, dolcemente come si fa con i bambini piccoli.

Non parlavo, era lei a parlarmi ed a dirmi che ero stato bravissimo con lei, che possedevo una mente straordinariamente capace, che ora si sentiva sollevata e finalmente libera, il più bel regalo che potessi fargli è stato di farle sentire l’amore non solo come sentimento ma anche come unione dei sessi. Mi disse che stimava molto la mia capacità di convinzione tanto che, forse, se al posto mio ci fosse stato un altro uomo, non avrebbe mai accettato di amare un’altra donna e non avrebbe sopportato che io la penetrassi con il sesso in sua presenza

Credimi io ti amo per tutto questo. Io sono tua e mi sento piena di te in ogni parte di me stessa. Non sono gelosa perché da te ho tutto. Senza di te avrei non avrei conosciuto le altre parti del paradiso.

Quelle parole dette di getto non chiedevano replica erano solo una dichiarazione d’amore.

Mi voltai e si mise sopra di me.

La vestaglia mi avvolse e le mie mani andarono ad abbracciarla per un bacio lunghissimo in cui le nostre salive si mischiarono e confermarono che eravamo fatti uno per l’altro.

Mi spogliai totalmente in un attimo.
La seguii, nudo con il mio sesso svettante e rigido, nel bagno.  Mentre si lavava i denti mi chinai da dietro sollevandole la vestaglia la baciai sul sederino; le feci divaricare le gambe e le leccai la fighetta ma ero scomodo. La feci sedere sulla tavola water e le dissi che il bidet glielo avrei fatto io con la mia lingua. Subito insinuai la lingua tra le grandi labbra percependo il profumo un poco più intenso della sua fighetta non lavata. Il profumo così intenso di lei accese un fuoco inarrestabile creandomi uno stato di eccitazione incontrollabile. La leccavo e mentre spostavo la lingua sul buchetto del sedere immergevo il naso nella fighetta masturbandola mentre lei accarezzava la mia testa dicendo in continuazione che mi amava. 

La feci poi sollevare in piedi. Le braccia tese verso il bordo del lavabo la sostenevano, le gambe larghe mi offrivano la visione completa dei suoi organi sessuali.

Mi avvicinai e lentamente, con movimenti alternati, entrai in lei godendomi l’apertura lenta della figa. La visione del culetto tra le natiche aumentava il mio stato di eccitazione.Le mammelle pendenti le raccolsi tra le mani.

I suoi sospiri e mugolii erano indice di grande soddisfazione per ciò che stavo facendole.

Entrai fino in fondo ma il mio cazzo era più lungo della sua cavità vaginale ed andai a sbattere contro la bocca dell’utero. Si lamentò. Forse la posizione era tale che mi permetteva di arrivare dove non ero mai andato con il mio pene.

Le chiesi di voltarsi e poggiare una gamba sul bordo della vasca. Per aiutarmi mi propose di mettere delle ciabatte a tacco alto; roba da fighe di gran classe che le erano state regalate da Bianca.

La leggerissima vestaglia era arrotolata sulla vita.

Così fu molto più piacevole per lei e per me. Lei mi sentiva fino all’utero e godeva a ripetizione. La sua sbroda lubrificava il mio cazzo in abbondanza ed la nostra unione era magnifica.

Così lei poteva voltarsi un pochino e baciarmi mentre io in fondo alla figa. Le tenevo le mammelle con le mani e le strizzavo i capezzoli, soprattutto il destro che era il più sensibile.

I suoi capelli arruffati la rendevano più erotica, sapevano di femmina in calore abbandonata al piacere del sesso.

Lei venne gridando di continuare la scopata e non terminarla a quel punto.

La sollevai e tenendola tra le mie braccia la portai sul letto, si liberò dalla vestaglia e cominciai a baciare e leccare il suo seno, il collo e le sue labbra mentre il mio cazzo che si trovava tra le grandi labbra. Magicamente scivolò dentro la fighetta adorata. 

Le contrazioni che percepivo in profondità mi stringevano e accarezzavano le parti più sensibili del mio cazzo, Forica aveva un controllo dei muscoli vaginali che riuscivano a provocare un piacere straordinario, molto spesso dovevo dirle di fermarsi per non farmi venire precocemente. Il mio lungo cazzo scivolava meravigliosamente dentro la sua passerina badando bene a non colpire l’utero a scanso di possibili danni. In questo periodo le faceva male sentire la punta del cazzo contro l’utero. 

Io depositavo il mio sperma sempre dentro di lei ma fino a quel giorno non era ancora rimasta gravida. Speravo in cuor mio di darle un figlio e già avevo la mente predisposta.

Me la stavo godendo amorevolmente con immensa passione e sentimento, lei la futura mamma di nostro figlio. 

Continuammo a lungo e mentre lei aveva orgasmi ogni due minuti la fermavo quando stavo per venire. Continuai per circa un quarto d’ora ed alla fine quando sentivo nei testicoli lo sperma salire, come se fosse un magma che cercasse di eruttare da un vulcano, ebbi una eiaculazione incredibile e violenta che le riempì la fighetta.

Forica disse che aveva sentito gli schizzi caldi e interminabili colpirla in profondità provocandole un ennesimo orgasmo. Disse che da tempo non aveva più assaporato il mio sperma e volle che mi togliessi dalla fighetta per succhiare i rimasugli di sperma rimasti. 

Le chiesi di ritornare in bagno perché avevo un’idea per lei.

Riempii la vasca di acqua tiepida e ci immergemmo. Nel frattempo continuammo a baciarci e toccarci con la stessa voglia di scoprirci come nel nostri primo amplesso.

Ci immergemmo nell’acqua. Mi passò le gambe sui fianchi per chiuderle sulla mia schiena avvicinandomi a lei ed altrettanto feci io. 

Il mio cazzo immerso nell’acqua entro nella sua figa. Eravamo allacciati in un amplesso che la mia mente aveva inventato al momento

Le sensazioni che provavo cercavo di descriverle a lei che faceva altrettanto.

“Hai mai avuto con altri uomini un rapporto sessuale nell’acqua?”

“No, mai prima d’ora. Debbo dirti, amore mio, che è la prima volta e che mi piace oltre ogni immaginazione”

“Com’è che ti è venuta in mente questa idea?”

“È stato il piacere di vederti nell’acqua accoppiata con me, con il cazzo dentro e la tua figa accoglierlo nel caldo delle pareti umide”

Stando immersi nell’acqua parlammo per un poco, poi le mie mani non potevano rimanere lontane dal suo corpo, dovevo sempre sentire il contatto della sua pelle vellutata e lo percorrevano in ogni parte senza sosta. 
Forica avvicinò la bocca al mio cazzo chiedendo se poteva prenderlo, risposi di si ma prima desideravo averla nel sederino.

Lei non si negò. La misi alla pecorina e iniziai a leccare il buchetto. Allungai la mano fuori della vasca e presi il gel lubrificante che spalmai bene sul cazzo, ne misi un poco sul buchetto e con un dito ne feci entrare un poco dentro il suo fiore posteriore.

Appoggiai il glande e spinsi con gentilezza facendole entrare un poco, lo ritrassi leggermente e spinsi ancora e poi arretrai e così piano, piano lo infilai tutto dentro il suo culetto fino ai testicoli.

La presi per i fianchi e cominciai a stantuffare lungo tutto il suo intestino mentre lei si masturbava la fighetta.

Trascorsi 5 minuti sentii che stavo per venire lo sfilai dal sedere e dopo aver pulito con un asciugamano i rimasugli della crema dal mio cazzo lo avvicinai alla sua bocca.

Forica voleva gustare il mio sperma caldo, nonostante il mio pene fosse stato nel suo culetto, lei lo voleva assaggiare. Prese il cazzo in bocca ed io riversai un quantitativo di sperma che Forica degustava con evidente piacere succhiando con forza come se volesse risucchiare anche il mio cervello. 

Quando ebbe terminato mi sentivo svuotato e subito le dissi “Ora era il mio turno; ora voglio degustare la tua sbroda”

E mi misi con impegno all’opera.

Dopo una lunga leccata alla fighetta dalla quale fuoriusciva anche un poco del mio sperma mescolato ai sui umori iniziai ad introdurre due dita e trascorsi tre o quattro minuti si riversarono nella mia bocca una serie di schizzi leggermente gelatinosi che mi eccitarono talmente tanto da causare una mia imminente eiaculazione.

Finito di leccare tutto quel ben di dio avvicinai il cazzo alla bocca di Forica e come lo prese in bocca eiaculai il mio sperma che deglutì e fu nuovamente felice. 
Ci abbandonammo nell’acqua uno al fianco dell’altra abbracciati.

Le feci sollevare il suo ventre e lo baciai.

“Andiamo a dormire?”

“Si, sono stanca”

Ci asciugammo e nel suo grande letto ci stringemmo abbracciati 

“Buona notte bambino mio. Domani mattina attendo che ti svegli per coprirti di baci.

Il sonno ci colse e dormimmo fino alle 7 del mattino.

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