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Racconti Erotici EteroTrio

13 – Le pretese del Capo Ufficio

By 22 Settembre 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Le pretese del Capo Ufficio

(Cap. 3 del racconto ‘Una moglie desiderabile e desiderata’ dove vengono riportate alcune avventure sessuali di una affascinante e desiderata mogliettina dalle prime esperienze giovanili a quelle matrimoniali ed extra)

La sera a letto, tra una carezza e l’altra, (l’ovulo era già stato inserito il pomeriggio) chiesi a mia moglie cosa ne pensasse di G. (la sigla del nome del suo nuovo Capo) e se si era rivelato un vero gentiluomo come appariva esteriormente.
Lei inizialmente rimase in silenzio poi, sollecitata, rispose ‘Non è sempre oro quello che splende! Le persone non possono esser giudicate dall’apparenza che, quasi sempre, inganna’.
‘Cosa intendi, fammi capire; cosa è successo di così drammatico ?’
Cominciò, quindi, a raccontarmi quello che le due segretarie, che si era portato con se dall’incarico precedente malgrado i trascorsi, le avevano raccontato con dovizia di particolari e con malizia prettamente femminile durante i primi giorni del nuovo lavoro.
Le due donne, una biondo cenere sulla quarantina ben formata e l’altra castana sulla cinquantina, erano state le amanti del Capo per diversi anni (prima la castana poi la bionda).
‘E’, quindi, un donnaiolo !’
‘Ed anche uno dei peggiori per i comportamenti e per le pretese sessuali a cui le ha sottoposte nel corso degli anni !’
Nel proseguire con i racconti le donne, sicuramente per malizia e per far eccitare mia moglie, cominciarono a far riferimento alle dimensioni del pene (‘note da sempre a tutto l’Ente’ dissero ridendo).
Continuarono ridendo ‘ha un cazzo di dimensioni fuori dal normale e dal diametro decisamente eccessivo’ indicando con le mani le misure più volte prese di persona. ‘Sembra di toccare quello di un cavallo o di un toro in erezione!’ conclusero.
Le riferirono pure che l’eiaculazione era talmente abbondante che nessuna donna avrebbe potuto trattenere tutto lo sperma emesso nella propria vagina; ogni volta questo fuoriusciva e colava nelle cosce che bisognava subito pulire con numerosi fazzoletti o con le lenzuola quando accadeva a casa del Capo che era, fortunatamente, divorziato.
Continuarono senza alcuna remora, forse per denigrarlo non certo per esaltarlo, precisando che ‘al Capo piace principalmente la fica ma pretende sempre prima una masturbazione completa (come faceva ad avere tanto sperma nessuna donna è riuscita mai a spiegarlo!)’.
‘Le posizioni predilette sono quelle ‘a candela’ o ‘ a pecorina’ (in ufficio, per evidenti situazioni ambientali, lo avevano fatto sempre a pecorina poggiando le braccia e la testa sul tavolo e piegandosi a 90 gradi, in modo da essere possedute da dietro; a casa principalmente a candela e in molte altre posizioni che sceglieva da un Kamasutra tenuto sempre a portata di mano)’.
La prima amante fu la castana che era attualmente la più ‘anziana’ per i suoi quasi 50 anni.
La successiva fu la bionda molto più giovane e dotata.
‘Al Capo’ continuò la castana ‘non disdegna anche il rapporto anale che con lui è estremamente doloroso per l’eccessivo diametro del pene’.
La bionda intervenne precisando che: ‘Con me non è stato affatto doloroso in quanto il coito anale lo pratico da sempre con mio marito, che ha un pene ben dotato e grosso, per cui il mio ano è già abbastanza largo ed abituato a simili penetrazioni’.
‘Il problema è sempre la quantità eccessiva di sperma emesso che, chiaramente, espellevo subito come se avessi la diarrea’.
Ad E. (la sigla del nome della castana) capitò solo alla fine del rapporto (anzi fu la causa ed il pretesto per troncare ogni rapporto); erano a casa del Capo dove, per diversificare le posizioni erotiche, pretese di volerla inculare a tutti i costi con il risultato di procurarle lesioni interne con fuoruscita di sangue e delle emorroidi. Fu necessario ricorrere subito al Pronto Soccorso per una emorragia.
Ciò fu dovuto non tanto all’età di E. (a 50 anni in menopausa le donne praticano spesso il coito anale) ma principalmente per non averlo mai fatto né con il marito né con altri.
L’orifizio anale si presentava troppo stretto e poco elastico !
Il medico che la visitò il giorno dopo in clinica, dopo la saturazione praticata in Ospedale, capì subito l’origine e la causa della disfunzione anale e la ricoverò per un intervento urgente proctologico che le rimise in sesto l’ano con la possibilità di defecare senza sforzi e, volendo, di avere altri rapporti anali per il conseguente allargamento dell’orifizio.
Il tutto avvenne, fortunatamente, in un periodo di lontananza del marito per motivi di lavoro per cui il poveretto non seppe mai niente di preciso e non capì il motivo di un intervento urgente in quella zona e ciò salvò il rapporto di E. con il marito che continuò a non chiederle mai di voler possedere il suo culo.
Fu l’ultimo rapporto trasgressivo che ebbe con il Capo, precisò E., a parte qualche veloce masturbazione mattiniera, che spesso avviene ancora oggi, prima dell’arrivo del personale dell’ufficio.
‘In realtà, continuò a raccontarmi E., la masturbazione è un suo chiodo fisso che chiede a tutte le donne che conosce ottenendone quasi sempre un accoglimento positivo’; concluse il racconto affermando che era sicura che non esiste donna dell’Ente che non lo abbia masturbato almeno una volta con reciproca soddisfazione.
La troncatura invece di M. (la sigla del nome della bionda) avvenne perché il Capo, invitato ad una scampagnata dai mariti di E. e M., si presentò accompagnato da una signora dall’aria di gran mignotta di strada imbarazzando tutti i presenti.
M., per non correre il rischio di prendersi l’aids, troncò bruscamente ogni rapporto sessuale con il Capo e riprese quelli più modesti e tranquilli con il proprio ignaro marito che riusciva sempre a farle raggiungere l’orgasmo.
‘A proposito, continuò M., ricordati di portarti sempre con te i preservativi perché il Capo non li usa e predilige i rapporti non protetti; lo devi costringere minacciandogli di non dargli la fica’.
‘Questo è quanto mi hanno raccontato due donne che sono state in intimità con il Capo e quanto ho appreso sui modi e sui suoi comportamenti; sei soddisfatto adesso ? Come vedi già mi considerano la sua nuova amante !’
‘Ecco chi è l’uomo distinto, di raffinato aspetto e logorroico che ti ho recentemente presentato !’
Seguì un lungo silenzio per quanto appreso e per i particolari riportati.
Durante tutto questo lungo racconto mia moglie non distolse mai le mani dal mio pene che accarezzava delicatamente per portarlo lentamente all’erezione e a toccarmi i testicoli separandoli per contare quanti fossero; constatava che erano sempre due e che si erano ingrossati per le carezze e l’attesa per cui, prima di addormentarsi, cominciò a scappellarlo lentamente scoprendo, come faceva da sempre, il glande con l’indice ed il pollice fino a far scorrere tutta la pelle del prepuzio fino alla base tirando al massimo il filetto e, fermatosi in questa posizione, cominciò a stringerlo alla base con colpetti sempre più stringenti e ripetuti.
Questa era la tecnica masturbatoria riservata al pene di suo marito.
Dopo alcuni minuti di continui stringimenti della base del pene cominciarono ad uscire alcune goccioline di liquido lubrificante che lei, con l’indice dell’altra mano, mi spalmò su tutto il glande, che era al massimo dell’ingrossamento e turgido per la pressione sanguigna, con movimenti rotatori e delicati procurandomi altra uscita di liquido che sempre spalmava sul glande rosso paonazzo pronto ad eiaculare. Allora, con l’altra mano mi prese i testicoli stringendoli fortemente e, con l’indice ed il pollice della destra già operativa, comincio lentamente a stantuffarlo andando su e giù ricoprendo il glande con il prepuzio e poi riscoprendolo fino alla base e quindi di seguito aumentando la velocità.
Accorgendosi che ero prossimo all’eiaculazione si alzò con la testa e, con le labbra, mi baciò l’orifizio uretrale del glande leccandolo con la punta della lingua; sentendo che lo spasmo era al massimo si ritrasse raccomandandomi di non sporcare le lenzuola ma lo schizzo fu violento ed alcune gocce di sperma investirono il suo viso e la bocca che subito si pulì con la mano che tenevano stretti i testicoli, quindi liberò il pene dalla stretta delle sue due dita in quanto si erano ricoperte del restante sperma che, inevitabilmente, cadde anche sul pigiama e sulle lenzuola.
Mia moglie, che era completamente nuda, si alzò per andare a lavarsi le mani mostrandomi il suo lato B che era perfettamente in forma e meraviglioso, con due glutei rotondi e sodi pur se leggermente sporgenti.
Che meraviglia! pensai. Appena torna cercherò di baciarglielo e vediamo se riuscirò anche a leccargli il buchetto del culo.
Sarà ancora vergine ed inesplorato come si ostina a farmi credere? Continuai a pensare.
Dopo lo stupro amalfitano non credo proprio, ma se il suo desiderio era quello di non farsi ispezionare in quella zona occorre rispettare la sua volontà; il rifiuto non riguardavano, però, le carezze e i baci con l’utilizzo della lingua che qualche volta mi concedeva.
Questo accostamento delle sue labbra alla punta del glande era successo solo poche altre volte durante il matrimonio (più frequentemente durante il fidanzamento).
Tornata a letto mia moglie mi diede una carezza e si sdraiò allargando le gambe in modo che potessi ammirare la sua fica perfettamente liscia e depilata (così come aveva prescritto il ginecologo) oltre che umida per l’eccitazione raggiunta e con una piccola puntina rosa sporgente dalla parte superiore delle piccole labbra.
Una delle mie mani le prese un seno strizzando il capezzolo già indurito, l’altra andò subito sul suo pube per accarezzarlo per poi proseguire in basso per aprirle le piccole labbra e prendergli la punta del clitoride che si era indurito ed uscito in parte dal prepuzio clitorideo; anch’io, con l’indice ed il pollice, cominciai a farlo uscire tutto baciandolo e prendendolo in bocca per succhiarlo mentre la vagina produceva il suo liquido lubrificante che bagnava ed inondava le piccole labbra a dimostrazione che stava godendo e raggiungendo l’orgasmo; con l’indice ed il medio entrai quindi nella vagina, così come aveva fatto il ginecologo il pomeriggio, cominciando a stantuffarla e girando la mano prima a destra poi a sinistra come per trapanarla mentre il mio pene era nuovamente in erezione e pronto ad entrare per soddisfarla.
E così fu, entrò facilmente per la lubrificazione raggiunta e, dopo alcuni affondi sempre più frenetici eiaculò nella vagina; quindi lo estrassi continuando ad eiaculare sulla sua pancia e sui bellissimi seni dai capezzoli duri ed appuntiti; sollevandomi dal suo corpo mi coricai accanto per far calmare i reciproci spasmi orgasmici.
Questa volta, però, mia moglie non chiuse le piccole labbra, come faceva sempre, ma, allargandosi la fica con ambedue le mani fece uscire quasi tutto lo sperma che le avevo inserito come se volesse rifiutare la presenza dentro di se di questo liquido estraneo.
Strano, pensai, forse non vuole correre il rischio di una nuova gravidanza.
Lei, prima di addormentarsi, mi disse ‘speriamo che il tuo sperma non abbia macchiato anche il materasso, domani devo cambiare tutte le lenzuola ed il tuo pigiama’.
Completamente nudi, eravamo a fine luglio e faceva molto caldo, ci addormentammo abbracciati come due innamorati al primo rapporto.
La mattina successiva ci svegliammo e, dopo una doccia rilassante, ricominciammo il solito andazzo giornaliero ed inserendo lenzuola e il pigiama in lavatrice (il materasso era salvo !).
I bambini, già svegli, fecero colazione e si misero a giocare in attesa dell’arrivo della baby-sitter.
Lei corse in ufficio, situato a poca distanza dalla casa, ed io idem anche se con un ufficio più lontano.
Passò luglio ed anche agosto normalmente senza far più riferimento a quanto raccontato dalle due ex del Capo, anche perché il comportamento di mia moglie non destava alcun sospetto.
A fine agosto andammo una settimana al mare con i bambini.
Qui, per necessità di esposizione al sole del corpo di mia moglie e per i mini costumi che si ostinava ad indossare al mare, procedetti alla rasatura completa e totale del sesso di mia moglie al fine di evitare che i copiosi peli neri si potessero intravedere sotto il costume bagnato; l’operazione, di contro, esaltava e modellava alla perfezione la fessura delle grandi labbra perfettamente lisce, il che era sufficiente a far eccitare i maschi che l’avrebbero guardata ed ammirata.
L’opera di rasatura della fica è sempre stata di mia esclusiva competenza e si ripete almeno mensilmente (prima delle mestruazioni) con il suo consenso e compiacimento in quanto segue sempre una prolungata e profonda leccata esterna ed interna (tecnicamente si chiama connilinguo). Fu così anche questa volta !
Per evitare di far intravedere la fessura del suo meraviglioso sesso avrebbe dovuto indossare un salvaslip ma dopo il bagno come faceva a levarlo e sostituirlo con uno asciutto ? Non vi erano spogliatoi né cabine. Per cui decise di mostrarsi ‘al naturale’; ‘tanto tutti sanno come è fatto il sesso di una donna’ ripeteva a giustificazione della sua maliziosa scelta
Un giorno un giovincello, forse di 16 o 17 anni, si era talmente arrapato nel guardarla mentre supina si asciugava al sole che non resistette a masturbarsi all’aperto; volse le spalle ai restanti bagnanti in modo da non destare alcun sospetto, si coprì sommariamente con un piccolo asciugamano che portava con sé e, rivolgendosi verso mia moglie, che lo osservava sotto grandi occhiali da sole, e pensando che io ero assorto nella lettura del solito quotidiano (in realtà lo osservavo anch’io facendo finta di leggere) estrasse dal costume il pisello in erezione posizionandolo in direzione del pube di mia moglie appena ricoperto da pochi cm di stoffa semitrasparente e bagnati di acqua marina che si adagiavano scultoriamente alle grandi labbra; l’eiaculazione avvenne quasi subito dopo due o tre su e giù eseguite con la sinistra (doveva essere mancino) e fu talmente forte che le prime gocce raggiunsero e caddero sulle cosce di mia moglie vicine al costume (aveva fallito il centro solo di alcuni centimetri !) e, in parte, sul lettino mentre il resto cadde sulla sabbia lasciando grandi segni circolari; ad eiaculazione conclusa il ragazzo, paonazzo in viso, si infilò il pisello ancora duro nel costume e corse via per tuffarsi nel mare e sparire dalla nostra vista.
Mia moglie, che aveva assistito compiaciuta a tutta l’attività del ragazzo nascondendosi sotto grandi occhiali da sole e facendo finta di non accorgersi di niente così come avevo fatto io, raccolse con le dita le gocce di sperma cadute sulle gambe e se lo mise in bocca per gustarne il sapore e la consistenza per confrontarlo con quello che ogni tanto gli facevo assaporare io o se era assimilabile a quello dei suoi ex fidanzati.
Accorgendosi della mia sorpresa mi chiese se avevo visto cosa aveva fatto quel ragazzo; al mio assenso si mise a ridere facendomi notare che il pisello del ragazzo era come il mio pene (era la prima volta che non veniva sminuito rispetto ad altri !).
La sera mi chiese di emulare l’atto del giovane considerando che avevo un pisello molto simile nella forma e nelle misure; la centrai, però, sulla pancia e sul seno e non sulle grandi labbra che, comunque, volli subito ispezionare dopo averle bagnate con la saliva della mia lingua.

Segue nell’episodio ‘L’avventura extraconiugale’ cap. 4 del racconto ‘Una moglie desiderabile e desiderata’

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