Mi chiamo Carola, sono una ragazza italiana di ventotto anni, quando ne avevo venti, un gruppo di ragazzi, mi violentò. E’ la prima volta nella mia vita che racconto quanto mi è successo a qualcuno. Mia madre e mio padre sono gli unici ad esserne al corrente, ma nemmeno loro sanno la vera verità.
Ho letto che negli Stati Uniti d’America, esistono delle statistiche molto realistiche che parlano e sviscerano ciò che è successo a me.
Non voglio parlare solo dello stupro in se, ma voglio confessare una verità che fino ad ora ho tenuto nascosta nel profondo del mio animo.
Poi, ho appunto letto che esiste una casistica più che affidabile, sugli incesti con orgasmi singoli e anche con orgasmi multipli.
Di questo aspetto, io mi sono sempre vergognata e in questi otto anni, ho sempre pensato di essere una ninfomane e anche una grande puttana. (Forse anche perché i sei stupratori, durante le varie penetrazioni così mi chiamavano) Ho frequentato un centro specialistico dove mi sono incontrata con altre donne che come me erano state stuprate. Durante queste riunioni ho sempre cercato di indagare in modo indiretto per capire se qualcuna delle tante ragazze con le quali parlavo, avesse provato durante le violenze, almeno un orgasmo. Fino a poco prima che trovassi questa indagine più che attendibile, fatta da una grossa organizzazione americana, risultavo essere l’unica ad aver provato l’orgasmo durante lo stupro. A questo punto, ho capito, che, forse non tutte, ma qualcuna sicuramente, mentiva spudoratamente, come d’altra parte facevo anch’io. Ho letto che il piacere sessuale è naturalmente fisico, ma specie nella donna, è molte volte, una reazione mentale del momento. Vorrei spiegare: Prima dello stupro “subito”, durante il sonno notturno, spesso io sognavo d’essere violentata da alcuni uomini. Dopo questi sogni, non mi successe mai di svegliarmi con il cuore che batteva a mille e con la netta sensazione di aver subito violenza. Mi destavo sempre molto tranquilla e intimamente bagnata dall’eccitazione. Forse l’essere violentata, era per me un desiderio represso, era forse, la grande voglia di essere sottomessa da più uomini.
Oggi, raccontando la mia storia, voglio tentare di liberarmi dal peso che spesso ha condizionato i miei rapporti interpersonali con i maschi, in tutti gli ambienti sociali, a partire dal posto di lavoro, per arrivare ai normali rapporti che intercorrono tra un uomo e una donna. Per intenderci, conoscersi, andare a cena e magari poi fare l’amore. Ciò che mi domando è: Ma perché nel mondo c’è tanta ipocrisia? Mi spiego meglio, ho trascorso, dal momento dello stupro di gruppo ad oggi, otto anni durante i quali mi sono sempre sentita sporca dentro e quando mi guardavo allo specchio mi davo della puttana da sola. Quindi la verità non è quella che si dice, ma è spesso quella che non si dice. Quella sera d’estate, in quel prato appena fuori dal limitare di un bosco, sei energumeni, mi hanno buttata sull’erba mi hanno strappato le mutandine e uno dopo l’altro mi hanno posseduta prima nella vagina e poi si sono dedicati a sfondarmi il culetto, che comunque già avevo donato al mio ragazzo e che quindi vergine più non era.
Leggo su quella statistica che negli Stati Uniti una donna su tre subisce violenza sessuale e che il trentadue per cento delle stuprate durante la penetrazione prova l’orgasmo. L’indagine dice anche che un maschio su cinquanta subisce violenza da parte di una donna più grande e che tutti i maschi durante queste violenze raggiungono l’eiaculazione. In Italia, invece, io sarei in pratica l’unica che oggi, protetta dall’anonimato della rete, confessa di aver goduto durante uno stupro di gruppo. Quei ragazzi, io non mi sento di chiamarli bastardi o animali o con nomi che ogni donna stuprata rivolge poi ai suoi stupratori, loro, quella sera mi hanno fatta godere un mondo e devo altresì confessare che io iniziai ad eccitarmi dal momento stesso in cui con la forza mi fecero salire in macchina. Poi, certo furono anche le penetrazioni che mi portarono ai vari orgasmi, ma, ripeto, non solo quelle. Non mi hanno picchiata, non mi hanno minacciata con una pistola o con un coltello, mi hanno solamente scopata, con quei bei cazzi duri, me lo hanno ficcato dentro e mi hanno fatta impazzire di godimento.
Cavoli, io quella situazione lì, la sognavo una notte si e una no! Avevo allora un fidanzato, che mi scopava regolarmente, ma era uno troppo delicato, non mi diceva mai, che ne so, sei una troia!!! Mai che mi dicesse: Succhiami il cazzo!!! Ecco, quella sera, invece tutte queste cose successero, mi scoparono e mi incularono, mi fecero anche succhiare il pene, mi vennero tutti in viso e poi mi insultarono pesantemente, non erano mai stanchi, mi trattarono come un oggetto, uno sborratoio, un recipiente dove svuotarsi le palle. Fu il mio sogno ricorrente che finalmente si avverava e io provai più di un orgasmo, loro, naturalmente se ne accorsero, beh non era certamente difficile comprendere che la cosa mi piaceva un sacco. Gemevo e mi agitavo sotto di loro come una baldracca, non capivo più nulla, fingevo di lamentarmi, dicevo loro di smettere, ma nel mio intimo speravo che non smettessero mai. Loro, prima di andarsene, mi dissero di non pensare nemmeno lontanamente a denunciarli ma io, sollecitata dai miei genitori, lo dovetti fare. Non ce l’avevo con loro e così dissi alla polizia che non li avevo visti in faccia, che era buio, che non mi ricordavo niente. Non li beccarono mai e nemmeno io non li vidi mai più.
Con un mio compagno, non con il fidanzato attuale, usando la mia macchina, un pomeriggio sul tardi, ci siamo inoltrati in quella stradina e appena fuori dal bosco, siamo scesi ed io mi sono sdraiata su quel prato, proprio nello stesso preciso punto dove avevo subito violenza. Quella volta abbiamo fatto l’amore, ed io ero eccitata come non mi era mai successo prima. Mi rammento che lui mi chiese se mi ero drogata, mi disse che così porca non mi aveva mai vista. Gli dissi che forse era l’ambiente, forse la trasgressione di farlo in mezzo ad un prato, soggetti ad essere scoperti da qualunque persona passasse da quelle parti. Mentre mi scopava lui si agitava sopra di me, io viaggiavo con il pensiero e ripercorrevo quegli irraggiungibili momenti di piacere, quando uno dopo l’altro i sei uomini mi possedettero selvaggiamente.
Un anno fa, una sera, fuori da una discoteca, dei ragazzi mi chiesero se volevo andare a casa loro, io rifiutai, poi andai a casa e mi masturbai immaginandoli nudi con i loro cazzi duri piantati profondamente dentro di me. Ok, chi leggerà questo racconto, mi giudicherà sicuramente una femmina poco seria e dedita principalmente al cazzo, ecco, io invece, credo di essere una donna quasi normale, come ce ne sono tante, che come me amano gli uomini e che li vogliono veri ‘macho’ , che desiderano fortemente ‘l’uomo che non deve chiedere mai’ e che sognano d’essere prese di brutto e sbattute sopra ad un prato e scopate senza alcuna pietà. La mia domanda è: Quante donne che sono state stuprate hanno provato l’orgasmo o più orgasmi?
Ho scritto questo racconto in modo abbastanza approssimativo e lascio al mio autore preferito ‘ombra che cammina’ il modo migliore di tradurlo in un racconto piacevole.
Ciao a tutti, Carola
Grazie Carola. Io ho cercato, come chiedevi tu di renderlo piacevole, spero di esserci riuscito.
Se volete scrivere o se qualche ragazza che ha vissuto la stessa esperienza anche solo a livello di fantasia e vuole esprimere un suo parere, magari per farci sapere se anche lei ha desiderato o ha realmente provato l’orgasmo, scriva a:
alexlaura@libero.it
Le mail che riceverò le inoltrerò a Carola che vi risponderà. (tramite me)
julesmaigret60@gmail.com qui con nick Notorius..... di me non ti dico altro.... scoprilo.... sei una schiavetta remissiva devi trovare il Padrone…
Complimenti per la facile lettura e presa diretta
ciao cara,ho letto attentamente il tuo racconto ad alto contenuto erotico, e debbo dirti, per quanto possa sembrare raro, che…
Davvero incredibilmente eccitante, avrei qualche domanda da farvi..se vi andasse mi trovate a questa email grossgiulio@yahoo.com
certoo, contattami qui Asiadu01er@gmail.com