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142 – Arianna in fiera con papi

By 13 Marzo 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Arianna mi ha inviata una e-mail e mi ha chiesto di farne un romanzetto. L’ho scritto in terza persona per meglio trasmettere al lettore i punti di vista di entrambi i protagonisti.

Dieci Giugno duemilatredici, Arianna partì con suo padre per accompagnarlo a Rimini, dove, per motivi di lavoro, lui doveva visitare una importante fiera di packaging.
Dopo una lunga ed estenuante giornata, passata a girare per gli stand, i due uscirono e non avendo prenotato in tempo, si misero in cerca di un hotel. Forse, proprio per quella manifestazione e sicuramente, perché la cittadina era affollata dai moltissimi turisti stranieri in vacanza, non riuscirono a trovare nemmeno un buco di una camera disponibile.
Come ultima possibilità, videro in lontananza una enorme insegna, che capeggiava su una costruzione d’epoca in stile liberty, interamente bianca: Grand Hotel di Rimini. La monumentale facciata aveva delle finestre a dire il vero non molto larghe, ad arco con moltissimi capitelli decorati. Guido e sua figlia si avvicinarono e una volta vicini, videro, antistante il gigantesco hotel, un grande parco con ampie aiuole molto curate e diversi alberi sparsi quà e là in perfetto ordine. Parcheggiarono l’auto in divieto di sosta ed entrarono nella hall, di fronte a loro un grande bancone di noce massiccio a semicerchio, anch’esso decorato anteriormente con vari orpelli scolpiti, dietro a questo bancone si trovavano cinque persone che indossavano una elegantissima livrea blu scuro, gli uomini con camicia bianca e cravatta e le donne con camicetta anch’essa bianca. Guido, interpellò il più anziano e chiese se erano disponibili due singole, L’uomo con fare sussieguoso rispose che avrebbe guardato subito e consultò immediatamente il computer. Nonostante le enormi dimensioni di quell’hotel era rimasta libera un’unica camera matrimoniale.
Papà Guido, ringraziò il portiere e fece per andarsene, ma Arianna lo fermò dicendogli che per lei non c’erano problemi, tanto erano padre e figlia e quando lei era bambina avevano dormito spesso nello stesso letto, per cui non c’erano ostacoli se per quella notte avessero dormito assieme.
Così il babbo fece buon viso a cattivo gioco e accettò la camera matrimoniale. Dopo essersi fatto dare le necessarie istruzioni per raggiungere il parcheggio privato dell’hotel Guido uscì e dopo cinque minuti circa fece ritorno spuntando all’improvviso da uno degli ascensori con i bagagli in mano. Un facchino gentilissimo, prese in consegna le valigie, li accompagnò fin dentro la camera e dopo aver riscosso una lauta mancia inchinandosi se ne andò. Guido esaminò la stanza e ne rimase veramente soddisfatto, era molto ampia ed arredata con veri mobili antichi molto ben tenuti, a parete, di fronte al letto un televisore al plasma, con pay tv. L’ambiente era fresco per merito di un ottimo impianto d’aria condizionata. Aprì la porta del bagno, era molto grande, le pareti, come il pavimento, interamente coperti con rivestimento Bisazza color verde acqua, al centro della camera, a filo pavimento una grande vasca idromassaggio, nell’angolo il box doccia con relativa doccia tecnologizzata e sulla parete di fronte un mobile bianco con il top in granito bianco e grigio scuro, annegato nel quale vi erano due lavabo con la rubinetteria in ottone dorato che si riflettevano sul grande specchio sovrastante; un bidet e un water sollevato da terra completavano l’ambientazione della sala da bagno. Ritornò nella stanza, e vide a fianco del letto, nei pressi della finestra, un divanetto completamente in legno, stile Luigi XV, al centro del quale era stato posato un bellissimo vaso dipinto a mano, contenente una magnifica composizione di fiori freschi. Tutto l’ambiente era illuminato da un lampadario a gocce fissato sul soffitto centralemte. Sopra ai comodini due appliques coordinate al lampadario. Arianna, seduta sul letto, si guardava attorno stupita da tanta eleganze e raffinatezza, poi, disse a suo padre che le scappava la pipì e si infilò in bagno, quindi si sedette sulla tazza e si liberò finalmente la vescica. Il papà, davanti allo specchio dell’armadio, si guardò in viso accarezzandosi la barba che stava ricrescendo. Riflessa nello specchio l’immagine di sua figlia, che, forse per la fretta, non aveva chiuso la porta, lui la vide in piedi, davanti al water, con il vestitino sollevato oltre la vita, tenuto su con una mano, le mutandine alle caviglie e la mano destra fra le gambe intenta a pulirsi la depilata patatina.
Pensò che non era giusto rimanere imbambolato a spiare la sua creatura mentre si puliva la fighetta e così, distolse lo sguardo e si dedicò a sistemare i pochi capi di indumenti che si era portato appresso. Arianna uscì dal bagno e scegliendo un lato del letto, vi si sedette. Si tolse gli orecchini, il braccialetto e l’orologio, posando il tutto sul comodino da notte, quindi si alzò in piedi e con estrema naturalezza fece scorrere la zip laterale del vestito, poi faticosamente se lo sfilò facendolo passare dalla testa. Guido era dietro di lei e vide il meraviglioso culetto di sua figlia, solcato al centro da una sottile strisciolina di pizzo bianco, le sue chiappette erano in pratica completamente nude; vide poi le mani di Arianna armeggiare sulla schiena e sganciare il reggiseno, lo sfilò dalle spalle e lo buttò sul letto a raggiungere il vestito. Entrambe le mani della giovanissima fanciulla scivolarono poi sui fianchi e con i pollici infilati dentro l’elastico delle mutandine le abbassarono, la fanciulla si piegò quindi in avanti e sollevando un piede per volta le sfilò del tutto, annusò il perizoma e lo mandò a raggiungere il reggiseno.
Forse, non era normale che succedesse, ma a Guido, nel vedere quell’innocente strip, venne immediatamente il cazzo duro.
Tossì insistentemente, quasi a voler segnalare a sua figlia che in quella camera c’era pure lui.
Lei, non fece una piega e senza voltarsi si infilò nuovamente in bagno. Il babbo udì lo scoscio della acqua della doccia e non poté fare a meno di guardare nuovamente nello specchio dell’armadio.
La porta, lasciata ancora una volta, tranquillamente aperta, fece si che lui vedesse, attraverso lo scorrevole del box non accostato, il lato ‘A’ del corpo di sua figlia, quel lato che poco prima non era riuscito a vedere.
Guido valutò che le tette potevano essere al massimo una seconda misura, i capezzoli erano sporgenti e le aureole non troppo larghe, di colore mattone chiaro; Arianna aveva il corpicino da donna in erba, con i fianchi tondi appena abbozzati, la pelle era bianchissima, il ventre teso e il monte di venere liscio e vellutato senza ombra di peli. Lui vide l’inizio della sua stretta feritoia che si insinuava fra le cosce chiuse. Le gambe magre e dritte completavano poi l’insieme del suo fisico da eterna adolescente.
Lei, di viso, era molto simile a sua madre, con i capelli color castano scuro, lunghi oltre le spalle, un po’ mossi al fondo, che facevano da cornice all’ovale perfetto del volto, dove erano incastonati gli splendidi occhi color verde smeraldo. Un nasino piccolino e la boccuccia carnosa e ben disegnata costituivano il giusto tocco alla sua eccitante bellezza.
Seppure a fatica, Guido staccò nuovamente lo sguardo dalla stupenda figura femminile ed iniziò a sua volta a spogliarsi. Si liberò di tutto rimanendo con i soli slip. Aveva ancora il pene mezzo duro e non voleva che la sua bambina si accorgesse che suo padre era un maiale patentato. Quando Guido entrò in bagno, lei, con indosso un accappatoio rosa, dato in dotazione dall’hotel, si stava asciugando, lui con ancora le mutande addosso, si infilò nel box doccia.
Arianna, se ne accorse e si mise a ridere, poi fece osservare a suo padre che si era dimenticato di togliersi gli slip e lui, imbarazzato e confuso, girandole il sedere si denudò completamente.
Guido, nonostante i suoi quarantatre anni, era ancora un bell’uomo, fisico asciutto e allenato in palestra, capelli grigi, sale e pepe, il viso dai tratti regolari e con gli stessi occhi verde smeraldo donati in eredità a sua figlia Arianna. La dotazione sessuale era parecchio abbondante e per lui, che amava infilarlo nel culetto delle donne, questa esuberanza era sempre stata alquanto penalizzante. L’unica, che a forza di insistere, aveva accettato di farsi sodomizzare, era stata la sua graziosa mogliettina.
Arianna, lasciò l’accappatoio appeso in bagno e nuda, rientrò nella grandissima stanza. Sollevò il lenzuolo e vi si infilò sotto poi prese il telecomando dal comodino e accese la tv.
Fece un po’ di zapping qua e là fermandosi infine su un film anni sessanta.
Il papà poco dopo, con i capelli ancora bagnati, fece il suo ingresso nella stanza, indossava l’accappatoio e con il cappuccio sul capo e si sfregava energicamente i capelli. Arianna gli fece notare che in bagno c’era il phon, ma lui le rispose che con i capelli corti come i suoi non serviva e che da li a poco sarebbero stati asciutti. Poi, girato di spalle buttò l’indumento sulla poltroncina in fondo al letto e abbassò a sua volta il lenzuolo infilandosi sotto. Chiese alla figlia cosa stesse vedendo e quindi decise di appropriarsi del telecomando, lo esaminò un attimo per comprenderne le funzioni e poi premette il pulsante della pay-tv. Saltando da un canale all’altro ad un certo punto comparve una scritta che avvisava il telespettatore dei contenuti ‘per adulti’ dei programmi che si sarebbero visti qualora decidessero di proseguire. Guido, guardò sua figlia, si era girata di schiena e pareva dormisse.
Premette il pulsante ‘OK’ sul comando a distanza e subito comparve una scena pornografica. Due uomini e una donna, lei a sandwich fra i due maschi che la possedevano uno nel culo e una nella figa. Abbassò il volume al minimo, diede ancora uno sguardo a sua figlia e comprese che ormai era piombata nel mondo dei sogni. Posò il telecomando sul comodino e infilò la mano destra sotto le lenzuola, si impugnò il cazzo già mezzo duro e cominciò a masturbarsi lentamente.
Arianna, con gli occhi semichiusi, simulava un respiro regolare e guardava con estrema attenzione le scene che si svolgevano sullo schermo. Si accorse anche di un movimento ritmico che agitava lievemente il letto e con indifferenza si girò verso suo padre.
Lui cambiò repentinamente canale, poi si voltò ancora una volta a controllare il sonno della figlia, in silenzio con il volume del televisore a zero, tese le orecchie e nuovamente comprese che dormiva intensamente. Rimase con il ‘mute’ premuto sul telecomando e ritornò sul canale precedente. La donna se lo prendeva nel culo a pecorina mentre contemporaneamente lo succhiava all’altro maschio. Guido rimise la mano sotto le lenzuola e riprese in mano il cazzo che nel frattempo si era un po’ ammosciato.
Arianna fra le ciglia vedeva tutta la scena, sia quella proiettata in tv, sia quella di suo padre che si stava masturbando. In quel momento le tornò in mente di tutte quelle volte che l’aveva sentito scopare con la mamma, di loro, che credendola addormentata si dicevano ad alta voce un sacco di parole porcelle, della madre che godeva, di lui che le chiedeva se le piacesse prenderselo nel culo e di lei che in estasi gli gridava un si prolungato. In quelle occasioni, Arianna, in camera sua, si sditalinava fino a godere anche lei, desiderando fortemente d’essere al posto di sua madre.
Adesso le sarebbe piaciuto vedere il cazzo di suo padre e avrebbe gradito toccarlo e stringerlo forte nella sua manina, magari baciarglielo in punta e poi farselo ficcare dentro la fighetta e godere come godeva sempre la sua cara e dolce mammina.
La ragazzina decise di tentare il tutto per tutto e fingendo ancora di dormire, da sotto il lenzuolo, tese il braccio verso l’inguine di suo padre e scontrandosi contro la sua coscia.
Come successo in precedenza, la scena in tv cambiò improvvisamente e il babbo smise di masturbarsi. Lui le prese la mano e gliela spostò un po’ più in là, quindi ricominciò l’opera.
Arianna finse allora d’avere caldo e mise prima fuori le gambe da sotto le lenzuola e poi si scoprì completamente. Guido vide il corpo nudo di sua figlia, sdraiata sul fianco sinistro, lì, a portata di mano, fu tentato di sfiorare la sua morbida pelle, poi per un attimo si rimise a guardare il film, ma ormai gli veniva estremamente difficile concentrarsi sullo spettacolo nella pay-tv. Spense il televisore e controllò che Arianna dormisse profondamente, poi con la mano destra le sfiorò la parte esterna di una coscia, salì lungo il fianco e ripiombò nell’ansa soprastante, giunse lentamente fino al seno, il palmo della mano aperto lambì appena un capezzolo, vi girò sopra in tondo e lo sentì indurirsi ed ergersi sotto la sua mano. Se era stato veramente Dio a disegnare in quel modo la donna, gli si doveva essere grati per l’eternità.
Nel corpo femminile, vi era l’armonia delle morbide e suadenti note musicali, nessun pittore o scultore, anche il più bravo, non sarebbe stato capace di realizzare un simile capolavoro.
Guido sudava e sentiva un gran caldo, così prese il lenzuolo e si scoprì completamente.
La sua grande torre puntò l’apice verso il soffitto della camera, lui se l’impugnò e se lo scappellò, dal meato fuoriuscì una abbondante stilla di liquido perlaceo che colò giù lungo il glande, lui la raccolse con il pollice e se la spalmò per bene su tutta la cappella, la bambina si mosse ancora girandosi supina, le cosce lievemente separate, la mano destra maliziosamente appoggiata sul basso ventre, respirava con la bocca semiaperta e a lui parve di vedere che la sua bellissima creatura fosse in atteggiamento godurioso.
Arianna, seguiva passo passo i movimenti di suo padre e aveva davanti a se quel magnifico grosso e lungo palo, che lei aveva sempre solo sognato, notò anche che il babbo ce l’aveva più grande dell’attore che aveva ammirato prima nel film alla tv. Poi, la ragazza pensò di provarci nuovamente, si voltò sul fianco e buttò la mano sull’enorme colonna di carne di suo padre.
Lo toccò e finse di svegliarsi in quel preciso istante, lui, per coprirsi, maldestramente ci mise le mani sopra, ma chiaramente non riuscì a celare agli occhi di sua figlia tutta quella grossa mazza. Lei lo guardò con gli occhi spalancati, poi gli esternò tutta la sua ammirazione’..

‘Papiii!!! Madonnina mia!!! Ma che cos’hai lì??? Oddioo, ma la mamma come fa’ Ecco, voglio dire, ma.. cioè’. Lo riesci a mettere nella sua” Insomma mi hai capito no???’

‘Scusami bambina mia, io non volevo scandalizzarti, ho visto un film in tv e mi sono”’
Come faccio a spiegarti, sei così giovane!!!’

‘Papi, ma scusa, guarda che sono giovane ma non sono cerebro lesa!!! Ti stavi facendo una sega!!! ‘

‘Ma tu, hai già fatto, insomma, hai già segato qualcuno???’

‘Si papi, il mio ragazzo, e abbiamo fatto anche qualcos’altro’.’

‘Ma qualcos’altro cosa??? ‘

‘Beh, lui ha toccato me, mi ha baciato la fighetta e io il suo pisello’.’

‘Allora non è la prima volta che lo vedi!!! Da come guardi il mio credevo che tu non l’avessi mai visto in vita tua!!!’

‘Papi, il mio ragazzo ce l’ha un terzo del tuo, tu hai la Mole Antonelliana al posto del cazzo!!!’

‘Oddioo, io pensavo che tu, che come dire’ Non avessi fatto mai niente, sei così piccola”

‘Veramente alla mia età non si è più piccoli, lo dice anche la legge!!!’

‘Si va beh Arianna, mi sembra ieri che ti cambiavo i pannolini”

‘Adesso, i pannolini me li cambio da sola papi!!!’

‘Già, immagino. Per favore spostati da sopra il lenzuolo che mi copro, lo spettacolo è finito e poi copriti pure tu e dormiamo’.’

‘Perché ti vuoi coprire paparino mio??? Sei così bello e potente così come sei che mi dispiace se ti copri’.’

‘Dai, fai come ti dico per favore’.’

‘Papi, sai quante volte ho sentito te e la mamma fare l’amore? E sai quante volte ho desiderato esserci io al posto della mamma???? Un casino di volte papà, veramente un casino di volte e adesso, adesso che sei qui a portata di mano, io e te soli e soletti, non vuoi che ti guardi o che ti tocchi un po’? ‘

‘Toccarmi non se ne parla proprio e guardare ormai hai visto anche troppo quindi”’

Arianna, senza pensarci due volte si inginocchiò a fianco di suo padre, le cosce divaricate e la figa in bella mostra, glielo prese in mano e cominciò a segarlo.

‘Ma sei matta!!! Smettila, dai piantala di fare la scemina!!!’

‘Dai paparino mio, dai, solo una volta, dai ti prego, daiii’..’

Guido, in quel momento non riuscì ad essere determinato come avrebbe dovuto, la delicata mano di sua figlia scorreva sul suo pene duro come il marmo, lei era lì meravigliosamente nuda, le gambe aperte, la figa che le si indovinava umida, le tette sode che appena vibravano con i movimenti della mano sul cazzo, il desiderio represso e una infinita serie di immagini che gli turbinavano nella mente, tutto questo insieme di emozioni fecero si che lui si arrendesse e che lascivamente la lasciasse fare.
Con il capo rovesciato all’indietro e gli occhi chiusi, lui si immerse in quel mare colmo di sensazioni estremamente piacevoli e si abbandonò all’intensa bramosia. Al limite della goduria non volle ribellarsi nemmeno quando la ragazzina iniziò a succhiarglielo sapientemente.
In fondo non era lui l’uomo che l’aveva iniziata ai piaceri del sesso, quindi decise di accontentare lei e contemporaneamente di accontentare se stesso.

‘Porcellinaaaa, come sei brava a spompinare il cazzo del tuo paparinooo” ‘

Così dicendo le infilò una mano fra le gambe che lei per facilitargli il compito, aprì ulteriormente. Quando le dita di lui raggiunsero la meta infilandosi nei suoi intimi recessi la trovarono fradicia di umori. La giovincella era eccitata, lui, mentre stava quasi per sborrare la volle avvisare”.

‘Ariiii , sto per sborrare, toglitelo dalla bocca se no’ ti vengo nella’ bo’cca.. Ummmhhhh, amore to’gli’. looo, guarda che sto per’ ve..nireee , sborrooo, sbo’rroooo, aahhhh, ahhhhh, sborrooooo, sbo’rroooo”..’

La ragazza non se lo tolse dalla bocca e lui gliela allagò con potenti e consistenti fiotti di sperma caldo e denso che lei non ebbe difficoltà a inghiottire avidamente..

‘Papi, me la lecchi per favore, leccamela, ti prego, voglio godere anch’io”’

Guido, pensò che ormai aveva fatto trenta e che non sarebbe cambiato niente se avesse fatto anche trentuno.
Lei si sdraiò e lui si mise con il volto fra le cosce aperte, iniziò a leccarle abilmente il clitoride infilandole un dito dentro”

‘Papii, mi fai male se lo metti troppo dentro il dito, sono ancora vergine’.’

‘Ma non hai detto che con il tuo ragazzo’..’

‘Si ma non me lo ha mai messo dentro, sono ancora vergine’.’

Il babbo la leccò fino a farla venire, poi entrambi si abbandonarono nudi e crudi, supini sul letto.

‘Arianna, mi raccomando questo resterà un segreto fra di noi, non lo devi dire a nessuno capito???’

‘Si tranqui papi, non lo dico a nessuno, l’importante che tu ogni tanto’..’

‘Ogni tanto cosa????’

‘Ogni tanto mi fai godere e magari me lo infili anche dentro la mia fighetta’.’

‘No, no, la cosa finisce qui”

‘Se non vuoi che confesso alla mamma che mi hai obbligata a farti una sega e anche un bel pompino e pure che me l’hai leccata”..’

‘Mi ricatti????’

‘Che parolona grossa papi, diciamo che io ti desidero e che tu mi puoi accontentare, se no, io parlo con la mamma e”. succede un bel casino”

‘Lasciamo passare questi giorni poi ne riparliamo ok???’

‘Ok paparino, ok” Abbiamo ancora altri tre giorni qui a Rimini, di giorno in fiera e la notte”’. ‘

‘Ma scusa, tu vorresti che fossi io a sverginarti? ‘

‘Perché no, meglio con un signor cazzo che con il vermicello del mio boy-friend ..’

‘Sei proprio una bella maialina, io credevo che tu fossi un angioletto e invece”’

‘Invece sono un po’ porcella e poi sono innamorata del mio grande papi quindi”’

‘Va beh adesso facciamo la nanna poi domani ne ridiscutiamo”.’

Buon sesso a tutti da parte di ombrachecammina

e-mail : alexlaura2620@libero.it

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