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169 – Papà Massimo e la sua Eloisa

By 31 Maggio 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Ero felicemente sposato da circa tre anni, quando, in trasferta negli Stati Uniti per lavoro, durante un meeting conobbi Rachel, donna bellissima con un sorriso luminoso e irresistibilmente sexy. Lei non aveva solo il sorriso, aveva tutto il kit extra lusso che tutte le donne dovrebbero avere per far felice un uomo. Me ne innamorai e lei si innamorò di me.
Tornai a Milano, ma quando vidi mia moglie, che pure era una bella donna, rimasi deluso, avevo davanti a me l’immagine di Rachel e di quel suo conturbante sorriso.
Feci l’amore con la mia consorte, per l’ultima volta e mi ricordo come se fosse adesso che era il primo di luglio. Dopo qualche giorno confessai a mia moglie d’essermi innamorato di un’altra e che questa donna viveva e lavorava a New York. Lei fu molto comprensiva ed apprezzò la mia sincerità, concedendomi subito la separazione.
In breve mi trasferii negli Stati Uniti e andai a vivere nell’attico di un grattacielo a Manhattan nella 8th Avenue.
Mia moglie Liliana, mi telefonò circa un mese più tardi, dicendomi che durante quell’ultima notte d’amore lei era rimasta incinta e che non mi voleva obbligare a fare nulla di particolare, ma che me lo voleva solo dire, essendo che io ero il padre del bambino che sarebbe nato da li a pochi mesi.
Ne parlai con Rachel e lei mi rispose che se volevo potevo tornare in Italia ma che non sarei mai più potuto far ritorno da lei.
Non tornai a Milano e non lo feci nemmeno otto mesi dopo, quando la mia ex moglie mi disse d’aver partorito una bambina. Beh, mia ex moglie non proprio, nel senso che ci eravamo separati legalmente ma non avevamo mai divorziato definitivamente. Comunque dissi a Rachel che non potevo esimermi dall’andare almeno a vedere mia figlia e partii per Milano. Fu una visita breve, la puerpera e la neonata, alla quale Liliana aveva dato il nome di Eloisa, erano già a casa, io rimasi con loro circa tre, quattro ore, giusto il tempo dei saluti e di qualche bacetto alla minuscola creatura e poi ripresi il primo aereo e me ne tornai a New York dalla mia Rachel.
Da allora, un po’ mi vergogno a dirlo, per circa diciassette, diciotto anni, non feci mai più una visita a mia moglie e alla mia bambina. Preso com’ero dalla vita caotica che vivevo in quello che ormai consideravo il mio Paese, trascurai ogni contatto con la mia famiglia italiana. Poi, per il mio quarantatreesimo compleanno decisi di venire assieme a Rachel in Italia in vacanza. Avvisai Liliana e lei mi disse che ne potevo anche fare a meno e che mia figlia aveva ormai quasi diciotto anni e visto che fino ad allora era vissuta benissimo anche senza di me, poteva continuare a farlo tranquillamente.
Partimmo ugualmente ed io nel tardo pomeriggio del giorno seguente al nostro arrivo in Italia, mi presentai alla porta di quella che era stata casa mia. Mi venne ad aprire una ragazza bellissima, rimasi stupito e subito affascinato, le chiesi se era Eloisa e lei mi rispose di si, mi presentai dicendole che ero suo padre. Con spiccata femminilità, la sua voce calda e melodiosa mi rispose………

‘Prego, si accomodi…..’

Mi dava del ‘ lei ‘ , sintomo del fatto che, a ragione, fosse incazzatissima con me e che volesse al contempo mantenere le dovute distanze.
Entrai in casa, che nel frattempo era enormemente cambiata e rivoluzionata in modo assai radicale. Uno psicologo avrebbe interpretato tutto ciò, con il fatto che mia moglie avesse voluto cancellare definitivamente la mia persona dalla sua memoria e dalla sua vita.
Eloisa mi fece accomodare sulla poltrona e……

‘Un attimo che le chiamo mia mamma…….’

La guardai mentre si allontanava, indossava jeans attillatissimi che le evidenziavano il meraviglioso culetto. Le gambe fasciate dallo strettissimo indumento erano perfettamente dritte e incredibilmente proporzionate. I fianchi morbidi, anch’essi imprigionati dentro ad una maglietta che le stava addosso come una seconda pelle. Mia figlia era uno splendore di ragazza. Quando tornò per dirmi che Liliana era al telefono e che sarebbe arrivata da lì a poco, immersi il mio sguardo su quelle tette circa di quarta misura, che mostravano chiaramente i capezzoli puntuti premere sotto il tessuto della maglietta e mostrarsi duri e prepotenti al mio sguardo.
Era magra ma molto ben conformata in tutto il corpo e il viso non era da meno.
Assomigliava moltissimo a sua madre ma portava indelebilmente alcune mie caratteristiche somatiche importanti. Aveva preso il meglio di tutti e due; la statura l’aveva presa da me e così gli occhi azzurri, il naso piccolo e la bocca carnosa. La fronte e il colore scuro dei capelli ondulati naturali, l’aveva presi invece da mia moglie.
Ero lì, impalato a gustarmi il bellissimo spettacolo che mi stava regalando mia figlia che arrivò Liliana, la quale, incurante della presenza di Eloisa, senza tanti preamboli mi disse:

‘Che cazzo ci sei venuto a fare qui??? ‘

Anch’io le risposi in modo scostante……..

‘Desideravo vedere mia figlia, non certamente te !! ‘

‘Beh, adesso che l’hai vista, te ne puoi anche andare……..’

‘Ti faccio notare che tu ed io non abbiamo mai divorziato e che tu al momento sei ancora mia moglie. Poi ci tengo a precisarti che vivi in questa casa che mi appartiene per metà, quindi…………’

Eloisa intervenne dicendo……..

‘Mamma, stai tranquilla, io vorrei conoscere meglio mio padre ok????’

La bambina era di carattere deciso e fermo ed aveva personalità da vendere. Liliana rimase un po” interdetta e poi, sempre più incazzata……

‘Fai quello che vuoi io me ne torno di là…..’

Attesi che Liliana se ne andasse poi proposi ad Eloisa…….

‘Eloisa, senti, qui l’ambiente mi è un po’ ostile…. Cosa ne pensi se andassimo a cena fuori stasera? Così parliamo un po’, che ne dici? ‘

‘Ehhmmm, si ok, va bene, un attimo solo che mi vado a cambiare……’

Pensai che non capivo il motivo per cui si doveva andare a cambiare, era così bella così com’era e lo sarebbe stata anche vestita di stracci. Di certo qualsiasi uomo normale avrebbe fatto carte false per uscire con lei e portarsela a letto.
L’attimo durò circa mezzora, poi la vidi ricomparire, si era infilata un vestitino corto di un pallido color albicocca e ai piedi indossava un paio di scarpe con il tacco medio, in tinta con il vestito. La parte superiore, arricciata sotto al seno e scollata a balconcino si inerpicava sulle spalle con due semplici bretelline. Si voltò per andare a salutare sua madre e la vidi anche da dietro. L’abito scendeva fin sopra al solco del sedere con un ampio scollo a ‘V’ e seguiva poi la forma del sederino, evidenziandone la forma e la fantastica sporgenza. Le cosce da mordere e accarezzare all’infinito, i polpacci ben modellati e le caviglie fini completavano il fantastico quadro d’insieme. Ebbi in quel momento un flash e il mio cervello si riprese dall’intontonimento, mi alzai dalla poltrona e la seguii fuori dalla porta.
Salimmo sull’Alfa 159 presa a noleggio e chiesi ad Eloisa…….

‘Conosci un buon ristorante??’

‘Si ne conosco uno ma è un po’ caro……’

‘Non ti preoccupare per il costo, per fortuna non ho problemi economici, indicami solo la strada perché come saprai è parecchio che non vengo a Milano……’

La sentii per la prima volta ridere, mi voltai un istante a guardarla, il suo smagliante sorriso mi fece notare i suoi trentadue denti bianchissimi e gli occhi che brillavano sorridendo anch’essi. Era mia figlia, lo sapevo, ma non riuscivo però a resistere a non guardarla. Era di una bellezza folgorante. Liliana era bella, Rachel era meglio di Liliana, ma Eloisa era ancora parecchi scalini sopra di loro. Quand’era salita in macchina per una frazione di secondo avevo intravisto le sue mutandine bianche e avevo sentito dentro alle mie mutande una leggera e significativa contrazione. Poi lei lesta si era premurata di pizzicare tra le dita il bordo del vestito e tirarlo di qualche centimetro un po’ più in basso.
Entrammo al ristorante e mi sentii orgoglioso d’essere al fianco di mia figlia. Lei calamitò gli sguardi di tutti, uomini e donne la seguirono con lo sguardo fin quando, giunti al tavolo, io non le spinsi la sedia sotto al sedere. Dopo qualche minuto, un cameriere allupato, ci portò il menù e sorrise ad Eloisa in modo molto significativo.
Mangiammo bene e alla fine, abituato ai ristoranti americani dove si pagavano cifre da capogiro, mi sembrò di pagare poco in confronto alla qualità e alla quantità del cibo servito. Durante la cena, lei mi descrisse la sua vita, dall’asilo passando alle elementari e così via, fino al compimento dei suoi diciotto anni, avvenuto una quindicina di giorni prima. Cenai, con gli occhi fissi su di lei, quel modo di parlare, la sua voce melodiosa, gli occhi che esprimevano ancor più delle parole, i suoi sentimenti e il suo umore, relativo alle cose che mi stava raccontando, calamitarono la mia attenzione e mi cancellarono tutti i i pensieri dal cervello. Mi sentivo stregato, quasi come se fossi drogato, un povero e maturo uomo di fronte alla pura rappresentazione della femminilità.
Era mezzanotte quando uscimmo dal ristorante e salimmo in macchina. Come spesso succede il vino serve da disinibitore ed Eloisa quando si sedette, trascurò di sistemarsi meglio il vestito. Le mutandine si vedevano chiaramente ma lei non parve curarsene affatto. Poi ad un certo punto, al termine di un lungo viale alberato mi chiese……

‘Papà, gira a destra a quell’incrocio………..’

Eseguii e mi trovai da lì a cento metri all’interno di un parco con moltissimi alberi che nascondevano i pochi lampioni accesi.

‘Fermati qui Papà………. ‘

Mi guardai attorno e vidi un po’ più avanti altre macchine ferme, lei mi si buttò affettuosamente addosso cingendomi il collo con le braccia…….

‘Sono felice di averti finalmente conosciuto, sei una brava persona e a volte l’amore fa brutti scherzi. Sai la mamma ce l’ha con te per il fatto che l’hai lasciata e se fosse successo a me magari anche io sarei così incavolata!!!’

‘Lo so, hai ragione tu ed ha ragione pure lei, allora ero giovane ed ho perso la testa per Rachel e non ho più capito niente…..’

‘Capisco pà, capisco……. Anche io mi sono innamorata di un bel tipo ma poi ne ho conosciuto uno che mi piaceva di più ed ho mollato il primo in quattro e quattr’otto……’

‘Già, se siamo padre e figlia un motivo ci sarà pure……’

Lei rise di gusto e mi si appiccicò ancora di più addosso.
Sentivo il suo rigoglioso e durissimo seno premermi contro, il caldo suo respiro che mi soffiava sul collo, la sua bocca vicinissima alla mia e mi accorsi che il mio animale si era svegliato del tutto e si era irrigidito dentro ai pantaloni. Allora, per liberarmi da quella imbarazzantisisma situazione………..

‘Senti, facciamo due passi nel parco??’

‘Ehi papi come sei romantico!!!’

‘Un’altra cosa che non conoscevi di me cara figlia mia!!! ‘

Uscimmo dalla macchina e ci incamminammo lungo il viottolo fatto di pietre asimmetriche, le misi un braccio sulla spalla e la strinsi a me, lei mi cinse la vita e stretti stretti camminammo lentamente in quella stradicciola fra gli alberi e sotto alla luna.
Mi sembrava d’essere tornato adolescente, quando teneramente con la ragazzina di turno passeggiavo la sera lungo altri viali e dentro ad altri parchi.
Mi resi conto che la mia giovane bambina non mi era indifferente e che il mio non era solo amore filiale, anzi che non era per niente amore filiale!!!
Lo testimoniava il fatto che dentro agli slip l’erezione non si acquietava più.
Eloisa ad un certo punto, mentre divertita stava ridendo a crepapelle di qualche mia battuta, si fermò di botto e si voltò verso di me, mi buttò le braccia al collo e incredibilmente mi baciò sulla bocca. Fu un bacio senza lingua, ma nel contempo non fu solamente un bacio a stampo. Le sue morbidissime labbra si appoggiarono sulle mie e rimasero li a premere contro, forse in attesa che io mi decidessi ad aprire la bocca.
Non lo feci e lei si ritirò ridendo come una monella scoperta con le mani nel barattolo della marmellata. Camminammo ancora, entrambi avvolti da un silenzio imbarazzato, poi lei, testa dura mi disse…………..

‘Papà, voglio essere sincera con te, io non posso amarti come padre, in pratica non ti ho mai visto prima di stasera e mi è difficile provare un sentimento come una figlia può provare per il proprio papà. Però una cosa te la voglio dire, tu sei un bell’uomo e anche parecchio interessante, sei divertente, simpaticissimo e hai un gran carisma….. Forse……. è meglio che mi riporti a casa perché ho il forte dubbio che mi sto innamorando di te…….’

Eravamo uno di fronte all’altro, i suoi capezzoli sfioravano il mio addome, il suo viso era vicinissimo al mio e i nostri occhi infilati in quelli dell’altro. La mia bocca si avvicinò alla sua e la sua alla mia, piegai il viso verso destra e lei fece altrettanto le nostre lingue saettarono all’interno delle nostre cavità orali e ci baciammo lungamente. La strinsi forte a me, le mie mani percorsero i suoi fianchi e risalirono verso il seno, glielo tastai e lei non fece nulla per impedirmelo, continuammo a baciarci ancora e poi ancora, ancora, ancora……

‘Eloisa, torniamo in macchina è meglio che veramente ti accompagno a casa, non è giusto quello che stiamo facendo, no, non è giusto……’

‘Si papà, ok andiamo forse hai ragione tu…….’

La macchina in effetti non fu la giusta soluzione, lei mi fu addosso e nuovamente ci baciammo, misi la mano sinistra fra le sue gambe e le trovai sufficientemente aperte per consentirmi di arrivare contro il suo umido paradiso. Le spostai le mutandine e scivolai con le dita all’interno della sua fighetta. Sentii la sua mano accarezzarmi il cazzo da sopra i pantaloni, poi le sue dita agganciarono la zip e tentarono di abbassarla, io l’aiutai e poi lei si mise addosso a me, mi aprì febbrilmente i calzoni e me lo estrasse………

‘Wowww, papi, che gran bell’uccello che hai !!!!’

‘Ti piace amore mio???’

‘Si, è bellissimo e soprattutto lungo e grosso……’

‘Sei esperta in queste cose???’

‘No papi, io sono ancora vergine, ho fatto solo un paio di seghe e un pompino all’ultimo ragazzo che ho conosciuto…..’

La vidi abbassare il suo capo scivolandomi dal torace verso il basso, poi la sua calda bocca si impossessò del mio membro e iniziò a spompinarmelo.
La lasciai fare per qualche minuto, poi con la mano le sollevai il viso, nella semioscurità lessi nei suoi occhi il torbido piacere e la infinità peccaminosa voluttà.
Si sedette al suo posto e alzando le natiche sfilò da sotto il sedere il vestitino, lo fece poi passare da sopra il capo e se lo tolse del tutto, la vidi quasi nuda. Il seno pareva essere lì avvitato con solidi tasselli, lo toccai, era sodissimo, i suoi capezzoli erti e sporgenti erano lì frementi a richiedere le sollecitazioni delle mie labbra. Mi chinai e le presi fra il pollice e l’indice della mano sinistra il capezzolo destro, mentre con la bocca iniziai a suggerle quello sinistro. Il suo capo si rovesciò sul poggiatesta all’indietro e la sentii gemere……..

‘Ummhhh, siii papiiii, siiiiii, siiiiii, sei bravissimoooo, bravissimoooo………’

Per qualche minuto succhiai entrambi i suoi sensibilissimi capezzoli, poi, con la mente ottenebrata e con il solo pensiero di scoprire i suoi anfratti più nascosti, abbandonai il suo seno e freneticamente le sfilai le mutandine, lei mi facilitò il compito sollevando il sedere, vidi la sua fighetta depilata integralmente e impazzii dal desiderio. Con la mano destra azionai il comando elettrico per far retrocedere il sedile e quindi feci inclinare lo schienale all’indietro. Scavalcai a fatica la leva del cambio, mi abbassai i pantaloni e le mutande fino alle caviglie e le fui sopra. La sua melodiosa voce mi sussurrò……….

‘Papà, prendimi, prendimi, voglio essere tua, io credo di amarti, io ti amo, ti amooo…..’

Il cazzo trovò la strada da solo e si infilò dentro la sua fighetta bagnatissima. La deflorai ma lei strinse i denti e mi incitò a farla mia…..

‘Ohhh, oohhh, ooohhhh….. Papà, sei grande, continua, continua, mi fa un po’ male ma continuaaaa…….’

‘Siiii, amore mio, siiii, sei bellissima, bellissima, io ti amo, ti amo veramenteeee!!!!!!’

La possedetti fino a farla venire un paio di volte, poi estrassi il cazzo da dentro la sua fighetta e con potenti schizzi le sborrai sulle tette e sul pancino, quindi, esausto, mi lasciai cadere quasi a corpo morto su di lei, spalmandomi involontariamente la camicia e la cravatta del mio denso sperma. Ci rivestimmo e ci ripulimmo alla bene meglio poi la riaccompagnai a casa. ‘..

‘Pà, non riparti subito per l’America vero????’

‘No amore, non me ne andrò subito, rimango in Italia altri quindici giorni e poi, dopo quello che è successo stasera, dovrò rivedere un poco la mia vita….’

‘Vuoi dire che c’è la possibilità che non torni mai più in America?’

‘Bambina mia, non lo so, è presto per decidere, ma l’azienda per la quale lavoro negli USA, mi ha proposto più di una volta di venire a dirigere la filiale italiana che ha sede a Bologna. Ci devo pensare, ma di sicuro c’è una cosa, che la mia vita con Rachel è praticamente finita. Non me la sento di restare con lei… A domani, ci vediamo domani, vengo a prenderti verso le diciannove fatti trovare pronta ok???’

‘Ok papi a domani….’

Tornai in hotel e trovai Rachel ad attendermi, la guardai e la trovai insignificante.
Forse questo era dovuto al fatto che dormiva con la bocca un po’ aperta e che era senza trucco. Pensai che anche la mia Eloisa era senza un filo di trucco. Certo l’età aveva il suo peso, la mia bambina era un fiore appena sbocciato, nessuno dei suoi splendidi petali era sulla via della sfioritura. Rachel invece di petali sfioriti ne aveva parecchi…..
Aprì appena gli occhi per dirmi…..

‘Mah, sono le tre di notte, dove sei stato fino adesso???’

‘Sono uscito e andato a cena con mia figlia, per conoscerla un po’ meglio……’

‘Ah, ok ‘notte…….’

Già, ok. Ok cosa??? Mia figlia me l’ero scopata!! Porca puttana che cazzo di padre e di uomo di merda che ero!!!!
Mi feci la doccia e tentai di smacchiare la camicia e la cravatta da quelle macchie biancastre, poi, nudo, mi infilai sotto le lenzuola. Avevo la mente interamente occupata dalle mille immagini di Eloisa. Il film della serata mi passava davanti ed io la vedevo vestita in jeans o con il vestitino corto, oppure nuda, ancora sentivo sotto le mie mani e fra le mie labbra il suo seno e si suoi capezzoli. La fighetta meravigliosamente lubrificata dai suoi abbondanti umori e il mio cazzo dentro al suo corpo, me lo fecero divenire nuovamente duro ed io distrattamente iniziai a masturbarmi piano piano. Rachel si mosse e si girò verso di me, come al solito mi mise una gamba sopra il ventre e si scontrò contro la mia durezza inalberata………

‘Oh, Massimo, hai voglia di fare l’amore?? Ti volevo aspettare ma poi sei arrivato così tardi………’

‘No, non ti preoccupare, dormi tranquilla, magari domani dai……..’

‘Mai lasciare un uomo con il cazzo duro senza farlo scopare……..’

Mi si attorcigliò addosso e poi mi si sedette sopra, cominciò a cavalcarmi ed io ebbi la netta impressione che mi stava diventando molle. Fissai i miei pensieri su Eloisa e lo sentii immediatamente rinvigorirsi. La figa era quella di Rachel ma io con gli occhi chiusi vedevo sopra di me la mia dolce Eloisa. Fu la prima volta in vita mia che scopavo con una donna pensando ad un’altra. Riuscii a farla venire e poi, come se fosse una liberazione, le sborrai in figa. Andammo in bagno e lei vide la camicia e la cravatta stese ad asciugare, mi domandò cosa era successo e le risposi che mi ero sporcato con la salsa tartara al ristorante. Ci rimettemmo a dormire e lei dopo pochi secondi già dormiva, io, invece, passai ancora un ora buona a pensare e a rimuginare sugli avvenimenti della sera prima.
Verso le cinque e mezza caddi finalmente in un sonno profondo.
Durante il giorno visitammo i punti turistici di Milano, partendo dal Duomo fino a girare le vie del centro dove c’erano i negozi delle Firme più importanti e naturalmente anche più costose.
Durante il giorno pregai Rachel di comprendere le mie motivazioni e le dissi che anche quella sera sarei uscito da solo con mia figlia. Lei fu comprensiva, dicendomi che l’importante era che con Eloisa non ci fosse anche mia moglie. La rassicurai e verso le diciotto rientrammo in hotel, mi feci una bella doccia mi cosparsi di profumo D & G e dopo essermi cambiato salutai Rachel e ripresi l’auto. Alle diciannove, puntuale come una sveglia svizzera, mi feci trovare davanti a casa di Eloisa.
Lei scese, era vestita diversamente dalla sera prima ma era comunque più che affascinante. Prediligeva i vestiti interi e quello scelto per la serata era alquanto fresco e sbarazzino. Su sfondo bianco, dei piccoli fiorellini multicolori, l’abito le arrivava fino a metà coscia, la parte sotto era a piegoline e quella sopra era abbastanza accollata davanti e anche dietro. Era meno sexy di quello della sera prima, ma molto adatto alla sua personalità vivace e birichina. Si sedette in macchina e con un movimento veloce, portò le sue gambe unite all’interno della vettura, mi buttò le braccia al collo e mi schioccò un bacio sulla guancia……..

‘Ciao papà, sei sempre il più bello del mondo !!!! ‘

‘Ciao amore mio, tu si che sei la più bella del mondo !!!!’

Non avevo notato che il vestito, nella parte che le copriva il seno, al centro aveva una specie di apertura ovale, legata nella parte alta da un fiocchetto, dentro a quella apertura si vedeva la parte interna delle sue marmoree tette……

‘Ti si vedono le tette amore mio !!!’

‘Ieri sera ho capito che ti piacciono tanto le mie tettine e allora…. Guarda che se vuoi posso sciogliere il nastrino…….’

‘Beh, tettine non è proprio il termine giusto per definire le tue splendide tette!! Per il nastrino fai tu quello che ti senti di fare, per me va bene tutto……’

Prese i capi del nastro e li tirò, il fiocco si sciolse e l’apertura mi mostrò una superficie più ampia del suo seno.

‘Sei magnifica, è bellissimo stare con te, potermi dissetare can la tua bellezza così genuina……’

‘A me piaci tu papi, perché sei un uomo virile, con i tuoi capelli sale e pepe, gli occhi azzurri come i miei, sei alto e muscoloso, per me sei il sogno che ho avuto sa sempre dell’uomo che vorrei avere come mio compagno durante la mia vita.’

‘Eloisa, tu lo sai che questo non sarà mai realizzabile vero???’

‘Pà, sognare non costa niente……..’

‘Già, ma i sogni sono impalpabili, mentre tu sei palpabilissima e ieri sera sono successe cose che sono addirittura vietate dalla legge……’

‘Comunque sai quanti sono i genitori che vivono assieme ai figli??? Sono tantissimi.
La gente mica sa cosa succede tra le mura di casa…..’

‘Quindi tu dici che tu ed io viviamo assieme come se fossimo marito e moglie con tutte le situazioni che questo rapporto comprende e poi fuori siamo tranquillamente padre e figlia ????’

‘Si perché no?? ‘

Boh, non so, è una brutta cosa lo sai vero???’

‘Tanto a Bologna nessuno ci conosce, quindi………’

‘Non lo so Eloisa, non lo so, vediamo, voglio tornare in America, pensarci su, lontano da te, per capire se mi manchi veramente o se questa nostra è solo una infatuazione momentanea. Mi capisci cosa voglio dire???’

Non rispose ma vidi scendere copiose, delle lacrime dai suoi occhi, che ora avevano perso la loro brillantezza ed erano profondamente tristi e malinconici.

‘Pà, ti spiace portarmi a casa? ‘

‘Aspetta amore mio, aspetta, non essere così precipitosa, io sono stregato da te, sei bellissima e credo, al novantanove virgola nove per cento, di essermi innamorato pazzamente di te !! Ma devi capire che la nostra non è una situazione normale, io sono tuo padre e tu sei mia figlia!!!! Voglio solo capire meglio, ti giuro che qualunque cosa io decida di fare, torno di sicuro in Italia. Non voglio andarmene senza prima parlarne con te, te lo giuro su quanto ho di più caro al mondo!!!’

Si asciugò le lacrime e vidi ricomparire sul suo volto un timido sorriso. Madre mia quanto era bella !!!! Mi si accoccolò contro, evitai un frontale con un’altra macchina e sbirciai fra quella apertura tra le sue sodissime mammelle, il mio cervello trasmise quella immagine alla mia centralina interna e in un amen il mio cazzo fu durissimo. Era dai tempi della mia adolescenza che non mi succedeva più. Mi ricordo allora che bastava veramente un nonnulla per avere una rapidissima erezione. Alla mia età i tempi di reazione erano diversi, ma forse la cosa non era dovuta a me e ai miei anni, ma di sicuro era causata dall’abitudine e dalle donne con le quali avevo vissuto fino ad allora. La testimonianza di questo era rappresentato dalle fulminee reazioni che avevo stando vicino ad Eloisa.
Cambiando le marce con una contorsione del braccio sinistro, misi il braccio destro attorno alle sue spalle e lei, la mia porcellina mi appoggiò una mano sul pene e da sopra i pantaloni me lo strinse con forza.

‘Elo..isa.. ti prego.. rischiamo di andare fuori stra…da….’

Mi tirò giù la zip e infilò la sua piccola mano dentro alle mie mutande, faticò un po’ a tirarmelo fuori ma alla fine ci riuscì, impugnandomelo alla base portò la sua bocca a stretto contatto con la mia violacea e tumida cappella e la ingoiò per intero.

‘Ummmmm, Elo…isaaa, mi fai mo..ri…re….. Non posso gui…da…oohhhhh…. reeee cosììì. Ferma…tiiii, ferma….tiiiii………’

Mi succhiava la cappella aspirandomela con forza, sentivo il classico suono del risucchio e palpavo il suo sederino da sopra la stoffa del vestito. La porcellina smise per un attimo di succhiarmelo e sollevò il vestito liberando completamente il sederino. Guardai e il mio sguardo non trovò le mutandine, mentre lei si era nuovamente impossessata del mio cazzo e ora stava scendendo verso il basso ingoiando metà del fusto, ci misi la mano e trovai fra le sue chiappette il filo interdentale del perizoma. Il mio dito medio superò il debole ostacolo e iniziò a lambirle il buchetto del sedere. Prima o poi, ci saremmo andati a schiantare contro qualche albero e saremmo finiti fuori strada, ma la mia zoccoletta non mi mollava più il cazzo. In un pezzo di rettilineo, ormai fuori città, compresi che stavo per sborrarle in bocca………

‘Elo..i….saaaa, io sto per venireee, sto per venire,, togli la boc….caaa, sto per…..oohhh….ooohhhh……………’

Le sborrai in gola e lei ingoiò tutto fino all’ultima goccia, quando sollevò il viso aveva una colatura di sperma sull’angolo sinistro della bocca, glielo dissi e lei lo raccolse e lo leccò con la lingua guardandomi negli occhi. Il destino volle che anche in quella occasione riuscissi ad evitare uno scontro frontale con un camion e più avanti trovai finalmente una specie di piazzola di sosta e mi fermai. Scesi dalla macchina e mi inoltrai qualche metro all’interno della stradina, quindi protetto dagli alberi mi calai le mutande, con un paio di fazzolettini mi nettai il cazzo, mi sistemai per bene la camicia nei pantaloni e mi rivestii in modo decente. Eloisa intanto aveva aperto le due portiere dell’auto e accucciata stava facendo la pipì. La ragazza era la sensualità fatta donna, anche in quel gesto naturale aveva una grazia che mi prendeva dentro nel profondo e si emanava per tutto il mio corpo. Si sollevò in piedi, estrasse dalla borsetta appoggiata sul sedile posteriore dei fazzolettini di Chilli intimo e si pulì per bene la fighetta. Si tirò su il minutissimo perizoma e si sistemò per bene il vestito, quindi si sedette e mi sorrise nuovamente a trentadue denti.
Girai attorno alla vettura e mi rimisi alla guida. Lei mi disse solamente………

‘Come va???’

‘Abbiamo rischiato di andarci ad ammazzare ma adesso va meravigliosamente bene. Tu invece mi sa che sei un po’ insoddisfatta………’

‘La serata mica è finita……’

In effetti avevamo ancora molto tempo davanti. Cenammo in una trattoria che in precedenza, durante il pompino, avevo intravisto per la strada. Mangiammo benissimo e verso le undici e trenta uscimmo, lei tirò giù appena appena il sedile e sollevò le gambe appoggiando i piedi sul cruscotto, si mise semi sdraiata e lo spettacolo delle sue lunghe gambe nude mi fecero ritornare in piena forma. Quando lei allungò una mano per toccarmi il cazzo duro io le dissi……….

‘Aspetta amore, se non mi sbaglio fra un paio di chilometri c’è un hotel……..’

‘Mi porti in hotel??? Che figataaa!!!!!’

La portai in hotel, il portiere mi guardò in modo strano, poi con i documenti in mano si accorse che portavamo lo stesso cognome e guardando me in faccia mi disse…….

‘Complimenti signor M…… sua figlia è veramente una bellissima ragazza, andrebbe bene per mio figlio…….’

‘Ah, grazie, ma purtroppo è già…. impegnata……’

‘Peccato… comunque buonanotte……. La camera è la 421 al quarto piano, vi ho dato una matrimoniale, se volete, i letti si possono separare……’

Rispose per me Eloisa…….

‘No, non importa, vuol dire che dovrò sorbirmi mio padre che russa!!!’

‘Eh, eh, comunque se vuole le mando su l’inserviente che le sistema i letti……’

Risposi io…..

‘No, no lasci non è importante, ‘notte……’

Con l’ascensore salimmo al quarto piano e trovammo la camera 421, entrammo e subito lei, vedendo la bellissima camera, mi saltò al collo entusiasta…….

‘Che bella camera papiii…..’

Si buttò di traverso a pancia in giù sul grande letto……

‘Che figataaaa!!!!’

Che botta di vita che era, essenza concentratissima di vita… Una frustata di energia alla massima potenza. Dentro di me, al solo guardarla, sentivo scorrere il sangue nelle vene a gran velocità. Le dissi…..

‘Vado un attimo in bagno…….’

‘Ok…’

Mi spogliai in camera restando in mutande e mi infilai nella grande sala da bagno. Mi feci una doccia e mi asciugai i capelli, quindi uscii pronto alla battaglia……
La vidi nuda, seduta sul letto, era in attesa che io uscissi per entrare lei dentro al bagno.
Entrò e dopo una decina di minuti uscì con i lunghi capelli mezzi bagnati e qualche gocciolina che ancora scivolava sulla sua pelle formando dei piccoli rivoli a serpentello.
Si sdraiò sul letto al mio fianco e mi si abbarbicò contro, il suo corpo che profumava di borotalco, mi fece naturalmente la sua reazione e questa volta lei mi si mise sopra infilandoselo fino alla radice nella figa. Mi voltava le spalle, le braccia tese all’indietro appoggiate sul materasso e il suo bacino che si muoveva a risucchiarmi il cazzo con movimenti sinuosi ed avvolgenti. Allungai le braccia e le abbrancai le tette, un lungo gemito mi fece capire che la cosa le piaceva. Poi la presi e la feci rivoltare a pecorina, mi misi dietro e le spinsi ancora a fondo il cazzo nella figa. Tanta era l’umidità interna della sua vagina che il cazzo sembrava scorrerle dentro senza nemmeno toccare le pareti della sua fighetta. Per la prima volta la sentii urlare il suo piacere………

‘Siiiii, papiiii, siiiiiiiiii, che belloooo, che belloooo, ooohhhhh, ooooohhhhh, tuttoooo dentrooooo, tutto dentrooooo, ti amoooo, ti amoooo, amo il tuo cazzo, lo amoooooo, lo amooooooo, mi fai godereeee, godereee, ti amoooooooooo………’

‘Angelo miooo, angelooo, siiiii, siiii , godiiiii, godiiiii, sei bellissimaaaa, bellissimaaaa, voglio farti godereeee, vieni amore vieniiiiiiii………’

‘Siiiii, papiiiiii, siiiii continuaaaaa, continuaaaaa, ooooohhhhh, daiii ,daiiiii, sto per…… sto per….. ve….niii….reeeee….. ancoraaaa, scopamiiiii, scopamiiiii…. papiiii, papiiii vengoooo vengoooo… ooooooohhhhhh, oooohhhhh, ahhhhhhhh, aaaaaaaahhhhhh, aaaahhhhhh,aaaaahhhhh, uuummmhhhhh,uuuuummmhhhhhhh………….’

Tolsi il cazzo all’ultimo istante utile e le maculai la schiena e le natiche di bianco nettare, poi mi abbandonai supino sul letto di fianco a lei. Si sollevò dal letto e scese dicendomi……

‘Papi, mi hai lavata con il tuo sperma…..’

‘Ne ho fatto tanto, è tutto merito tuo e della tua bellezza…….’

‘Mi vado a rifare un’altra doccia e torno……’

Tornai in hotel da Rachel che erano le cinque del mattino. Eloisa era invece rientrata mezzora prima a casa sua. La prima parte della storia termina qui, la prossima volta vi racconterò una delle altre parti della storia………

Buon sesso a tutti da parte di ombrachecammina
E-mail: alexlaura2620@libero.it

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