Al mattino, mi alzai e affamata scesi immediatamente in cucina. Era quasi miracoloso il fatto che io mi trovassi sempre tutto pronto a tavola, senza mai che io avvertissi che stavo per scendere. Il mio caffè e latte, i biscotti fatti da Marina, il miele, il burro, la marmellata d’albicocche e un bicchierone di spremuta d’arance, tutto era ben disposto su di una tovaglietta a quadretti bianchi e rossi. Mangiai con appetito, cosa che non mi succedeva più da molto tempo, poi mi alzai e riportai la tazza vuota sul lavandino. Marina, mi guardò con aria di rimprovero e mi cacciò via dicendomi:
‘Signorina Desirè, vada a farsi le sue cose, stia tranquilla, non si preoccupi, non è suo compito sparecchiare la tavola!!!’
‘Ok Marina, vado, vado, le darei un bacio per la sua dolcezza’.’
‘Se vuole me lo può dare io non mi offendo sa???’
Mi avvicinai a lei e la baciai affettuosamente sulla guancia, lei mi carezzò il viso dolcemente.
Mentre salivo le scale per recarmi in camera mia, udii lo scatto della porta che dava all’esterno e le voci dei due fidanzatini che mi raggiunsero e senza nemmeno salutarmi si chiusero in camera loro. Mi lavai per bene e poi decisi di uscire, avvisai Ludovico e Marina che sarei andata fuori e mi avviai per il viale. Con l’aiuto del solerte maggiordomo aprii e superai il cancello che dava all’esterno. Scesi lungo il viale, la giornata era bellissima, la temperatura, nonostante fossimo solo al mattino, era già piuttosto elevata e nell’aria c’era un leggero refolo di vento che mi dava allegria e mi induceva a ben sperare sul mio futuro con Dino, il mio bellissimo grande amore. Le avventure con Lisa e Max erano state delle piccole parentesi e sarebbero state sicuramente ininfluenti per il prosieguo della relazione che più mi stava a cuore.
Alla fine del viale, la strada, in discesa, proseguiva a sinistra e diveniva parallela alla ‘Strada Provinciale N’ 39. Essa, in quel momento era percorsa da una fiumana di autovetture in entrambi i sensi di marcia e mi parve di uscire da un oasi protetta, dove la pace e la tranquillità regnavano sovrane ed essere sbattuta violentemente nel caotico mondo dei clacson e dei roboanti motori delle automobili. In verità, oltre alle auto viaggiavano anche una moltitudine di motorette che zigzagando fra le macchine procedevano ad alta velocità superando tutti. Di fronte all’uscita del viale, un cartello con una freccia rivolta verso sinistra recitava: Strada Provinciale 39 – Lungo mare ‘ Stabilimenti balneari.
Proprio in quella direzione mi avviai, indosso avevo infilato il mio mitico bikini giallo e sopra, il vestitino sfilatomi via la prima volta dal mio Dino. Mi ero poi infilata ai piedi due carinissime ciabattine gialle, decorate nella parte superiore con dei fiocchetti bianchi e gialli. Altre persone, dalla parte opposta della strada, armati, chi con un ombrellone, chi con delle sedie sdraio, procedevano nella mia stessa direzione. Dopo un centinaio di metri, attraversai la strada e poi rivolsi il mio sguardo verso la collina. Nascosta tra la foltissima vegetazione, si intravvedeva a malapena il tetto della parte più alta di villa Ferrari. Percorsi ancora un altro centinaio di metri e trovai il primo stabilimento balneare. Vi entrai, scesi una scaletta e vi trovai una piccola casetta, dove, dentro ad un vano aperto, stazionava un signore grassottello con addosso una canottiera banca. ”
‘Signorina buongiorno, mi dica”..’
‘Vorrei affittare un lettino ed un ombrellone””
‘In prima fila, ce n’è ancora uno libero, se lo vuole”’
‘Si, si, per me va benissimo, quanto le devo?’
‘Lei è già cliente qui??’
‘No, no, vengo da Milano e sono ospite del professor Ferrari, sto su in villa”’
‘Ah, lei è ospite del padrone di casa”’.’
‘In che senso scusi’..’
‘Questo stabilimento e quello a fianco sono di sua proprietà. Sono sempre stati della famiglia Ferrari’..’
‘Ah, ecco, non lo sapevo, comunque quanto le devo?’
‘No, no, niente, ci mancherebbe altro”’
Insistetti un po’, poi vista la sua irremovibilità, decisi di accettare e un bel ragazzo aitante e muscoloso mi accompagnò al mio posto, chiedendomi di primo acchito il mio numero di cellulare. Naturalmente non glielo diedi e lui mi sorrise e mi disse che ci avrebbe riprovato.
Mi svestii, sistemai per bene il mio bikini, mi sedetti sul lettino, presi dal mio beauty la crema ad alta protezione, me la spalmai su tutto il corpo e anche sul viso, poi, finalmente mi sdraiai supina a prendere il sole. Il primo vu cumprà arrivò da lì a cinque minuti, poi fu una processione continua che mi infastidì anche parecchio. Non acquistai nulla. Per Desirè Martini, era sconveniente comprare da un marocchino, almeno questo mi avevano insegnato i miei genitori ed io rispettosa dei loro dettami, li mandai via tutti senza dar loro il benché minimo contributo. Rimasi a rivoltarmi come una bistecca alla brace fin oltre mezzogiorno, poi mi andai a tuffare in mare, nuotai oltre le boe per vedere se riuscivo a scorgere la caletta di villa Ferrari. C’era in effetti un pezzo, dove la spiaggia e gli stabilimenti balneari terminavano e proseguivano poi, oltre un largo spuntone di roccia che si infilava direttamente in mare. Desistetti e ritornai indietro, ma rimasi comunque convinta che la caletta incriminata fosse proprio dietro a quell’enorme masso e a quella foltissima vegetazione. Tornai in spiaggia mi rimisi al sole ad asciugare e verso le tredici decisi di andarmene via. Salutai e ringraziai sia il ragazzo, sia l’uomo che mi aveva accolta e ripercorsi in senso inverso la strada fatta al mattino. Risalii la china e mi trovai finalmente lungo il viale alberato circondato da prati e piante di tutti i tipi, che conduceva al cancello della villa. Suonai e il buon Ludovico accorse ad aprirmi. ”.
‘Signorina Desirè, ci stavamo preoccupando, vada a cambiarsi, Marina l’aspetta per iniziare a pranzare.’
‘Grazie Ludovico, faccio in un minuto”.’
‘Faccia con comodo signorina”’
‘Ok, ok, arrivo”’
Mi spogliai velocemente e altrettanto rapidamente mi feci una doccia, mi asciugai e mi infilai un vestito di lino blu con dei larghi fiori rosa e bianchi stampati sopra e trascurando la biancheria intima uscii dalla camera e scesi le scale. Seduti a tavola c’erano Max e Lisa che con l’espressione un po’ impaziente mi aspettavano”.
‘Scusate il ritardo, sono andata in spiaggia ed ho perso la nozione del tempo”.’
Marina fu la prima a rispondere”.
‘Signorina Desirè, il professor Fernando ci ha detto che lei qui era da considerarsi la padrona e la padrona fa sempre tutto quello che vuole e ritiene opportuno fare’. Quindi’ non si preoccupi”’
Un gesto di stizza appena accennato fu la reazione che ebbe Max. Compresi in quel momento la differenza di considerazione che Ludo e Marina avevano nei confronti dei due fratelli Ferrari. Il vero padrone, l’erede dei suoi genitori era stato valutato essere solo colui che loro chiamavano il professore, oppure il signor Fernando. Ringalluzzita e orgogliosa d’essere divenuta una specie di padrona di casa, ringraziai Marina e mi sedetti a tavola. Fui la prima ad essere servita e devo ammettere che a me furono pure riservati i bocconi migliori.
Dopo pranzo, rimasi a chiacchierare con Marina, tranquillamente seduta a tavola, mentre lei sparecchiava, vietandomi con fermezza d’aiutarla nei lavori domestici. Era meraviglioso l’ambiente e soprattutto l’idilliaca atmosfera di quella cucina, così linda e lucente, dove i raggi del sole penetravano a stento tra le persiane socchiuse, che ci proteggevano dall’estiva calura esterna. Sole, lei ed io, lei mi raccontò di Enrica, la ex fidanzata di Dino, donna un po’ fredda ed aristocratica. Poco incline al sorriso, che, a dire di Marina, non dava al signorino Fernando la felicità che lui si sarebbe meritata”..
‘Ieri, io e Ludo, vi abbiamo visti e sentiti ridere giocando in acqua, eravate l’immagine della felicità e della spensieratezza. Era molto tempo, che non vedevamo più il professore ridere ed essere così spensierato”
‘Io lo amo tantissimo e credo che lui si sia innamorato di me”..’
‘Mi creda signorina Desirè, non mi posso sbagliare, lui è innamoratissimo di lei”
‘Sa, Marina, qui è bellissimo e voi siete due persone stupende, ma lui mi manca dal primo momento che è tornato a Milano’.’
‘Noi cerchiamo di fare tutto ciò che possiamo per renderle la vacanza piacevole, ma l’amore, solo lui glielo potrà dare’..’
Mi misi a ridere”’
‘Marina, grazie d’esistere e vuol dire che per l’amore, aspetterò lui, il mio Fernandino’.’
Mi congedai e salii in camera mia. Per precauzione chiusi a chiave la porta, non volevo avere visite inattese e soprattutto non gradite. Stavo metabolizzando le avventure con Lisa e con Massimiliano. La prima era stata voluta, ma la seconda mi era stata inizialmente imposta. Era vero, mi era piaciuto, ma io non amavo quel ragazzo e nemmeno avrei potuto pensare a mente fredda che con lui ci sarei potuta andare nuovamente a letto. Rimasi a poltrire fin verso le diciassette, poi, lo sbattere di un anta delle persiane mi svegliò, fuori c’era il vento e mi accorsi che il cielo s’era annuvolato e il sole si nascondeva dietro ad una coltre spessa e scura di nubi minacciose. Addio passeggiata al mare. Mi rammentai in quel momento di quel giubbotto interamente bianco con un’ancora blu disegnata sulla manica destra e il logo della ‘Navigare’ su quella sinistra. Aprii l’armadio e lo trovai, aveva il cappuccio e così mi infilai le mutandine e il reggiseno, dei jeans bianchi e le scarpe da ginnastica anch’esse bianche. Completai l’abbigliamento con una maglietta blu della ‘Wildfox’ in jersey trasparente e con il giubbotto in mano, dissi a Ludo che uscivo e lui, vedendomi armata di giubbetto antipioggia, si limitò a salutarmi cordialmente.
Percorsi il viottolo a sinistra e mi affacciai alla balconata che dava sulla caletta e sul mare.
Percepii sulle braccia nude le prime gocce di pioggia e indossai il giubbotto impermeabile tirando su anche il cappuccio. La scogliera che abbracciava con le sue fredde e scure braccia la caletta, pareva essere una madre che premurosamente avvolge suo figlio per proteggerlo dalle minacce altrui. Nuovamente ebbi l’impressione chiara e netta, della pace assoluta, si udivano a malapena i versi dei gabbiani e lo sciabordio della marea che batteva contro le rocce impervie. Decisi di scendere ancora, mentre il mio corpo veniva massaggiato dal tambureggiare incessante della pioggia che ora s’era fatta più intensa.
Dopo gli scalini in cemento approdai finalmente in quel meraviglioso anfratto sabbioso, mi infilai sotto la caverna, abbassai il cappuccio, mi sedetti in terra e rimasi in religioso silenzio ad ammirare lo spettacolo del mare bucato sulla superficie da migliaia di grosse gocce d’acqua che cadevano violente dal cielo nero. Un atmosfera irreale avvolgeva la piccola insenatura, come se in quel posto tutto fosse fuori dal tempo e dallo spazio. Nonostante la pioggia l’aria era comunque calda, mi toccai la fronte e mi accorsi ch’era imperlata di sudore. Mi sfilai il giubbotto e lo posai su una sdraio che stava appoggiata al muro. Mi lasciai prendere dall’entusiasmo e mi spogliai completamente, quindi sotto l’acqua battente mi infilai in mare. Sensazione incredibile sentire l’acqua caldissima, mi parve d’essere dentro alla vasca da bagno, in quel luogo il vento non lo si sentiva e i cavalloni che si intravedevano lontani si muovevano verso la spiaggia più aperta. Nuotai per qualche decina di metri poi rimasi a mollo con il capo fuori, muovendo appena appena i piedi per rimanere a galla.
Dopo una decina di minuti decisi di tornare indietro e nuotai verso la spiaggia. Quando arrivai a posare i piedi sulla sabbia mi accorsi che non c’erano più i miei vestiti. D’istinto guardai in alto e sulla balconata il viso cattivo e canzonatorio di Max”
‘Se vuoi i vestiti devi fare una bella cosa per me, ci stai???’
‘Buttameli giù subito, non faccio proprio niente per te!!!’
‘Ok, ciao allora, io rientro in casa, voglio vederti rientrare nuda, chissà che cazzo gli dici al buon Ludovico!!!’
Cambiai tattica e lo supplicai”
‘Dai Max, ti prego, non fare lo stupido, lo scherzo è bello quando dura poco”’
Vidi comparire a fianco di Max il visino dolce della piccola Lisetta”.
‘Dai Max, dalle i vestiti, su, non fare il cretino!!! Dammeli che glieli porto io”’
‘Lisa, pensa che figata, tu e lei assieme a me’. Ummhhhhhh”’..’
Vidi Lisa ridere e compresi anche che stava mollando, senza convinzione disse ancora’.
‘Dai Max, diamogli i vestiti, mica può tornare tutta nuda no???’
‘Vieni su a prenderteli bella ‘padrona’.
Salii la scala con le pietruzze che mi pungevano dolorosamente le piante dei piedi, giunsi fino a loro, Max teneva i miei vestiti in mano e li teneva bene in alto, mi avvicinai a lui e alzai un braccio per colpirlo con uno schiaffo, lo mancai appena, ma riuscii in compenso a fargli abbassare la mano, gli strappai i pantaloni e la maglietta e me li infilai in un battibaleno.
Poi corsi via in lacrime ed entrai in casa piangendo. Ludovico e Marina erano lì che lucidavano un grande vaso d’ottone, mi videro e allarmati mi fermarono. Ludovico fu il primo a parlare’
‘Signorina cosa succede?? Si calmi la prego, si calmi”’
‘Max, Max è un bastar..do’ mi ha rubato i vestiti e non me li voleva più ridare. Non c’era nessuno nella spiaggetta e mi sono spogliata e fatto il bagno nuda. Poi quando sono tornata indietro i miei vestiti non c’erano più; se l’era presi Max e dal terrazzino mi diceva che se li volevo indietro dovevo fargli qualcosa”..’
Dissi tutto questo in un sol fiato, poi appoggiai le braccia al tavolo e mi misi a piangere a dirotto. Udii la voce di Ludovico, che al telefono chiedeva di parlare con il professor Ferrari.
Mi alzai di scatto e lo fermai”.
‘No, Ludo, lasci stare, non voglio mettere in mezzo Dino per questa sciocchezza, è stata solo una ragazzata, forse lui voleva solo scherzare, lasci perdere, adesso vado su e mi faccio una bella doccia e mi riprendo in un attimo’..’
Ludovico abbassò la cornetta sulla forcella e mi venne vicino”
‘Va bene signorina, va bene, quello lì è solo un ragazzaccio, non maturerà mai, che delinquente!!!!’
Sentii suonare il telefono e corsi a rispondere”
‘Ciao amore, chi mi ha cercato?? ‘
‘Ciao amore mio, ti cercavo io, sento la tua mancanza, quando ti vedo??? Ancora tre giorni, impazzisco senza di te”’
‘Desirè, tesoro, forse riesco ad anticipare di un giorno, venerdì forse sono da te’..’
Dalla disperazione alla gioia in pochissimi minuti, carezzai la cornetta, quasi fosse il suo viso, gli parlai piano, sottovoce, gli sussurrai tante belle cose, anche un po’ piccanti, lui mi rispose che se avessi continuato così me lo sarei ritrovato nel letto la notte stessa. Poi si riprese e purtroppo mi confermò di avere per il giorno dopo due difficili interventi e che non sarebbe potuto venire, ma venerdì al mattino sarebbe stato da me. Quando scesi per la cena, trovai solo Marina e Ludovico che mi aspettavano pazientemente per cenare. Su una sedia, perfettamente piegati il mio reggiseno e le mie mutandine. Chiesi se la coppietta di giovincelli si fosse eclissata e Marina mi disse che per evitare spiacevoli incontri avevano preferito andare a mangiare una buona pizza. Avevano entrambi una bella faccia tosta, dicevano di voler evitare spiacevoli incontri come se la colpa di quanto successo fosse tutta mia.
Marina aveva cucinato delle orate al cartoccio che erano veramente squisite, per di più accompagnate da croccantissime patatine fritte. Nonostante tutto, avevo appetito e di questo se ne accorsero anche Ludo e Marina”
‘La nuotata le ha fatto bene, le ha risvegliato l’appetito!!’
‘Beh, Ludo, il merito è di Marina che ha cucinato benissimo queste belle orate’.’
‘Signorina, stasera va a letto presto oppure si fa un giretto in paese???’
‘Si, l’intenzione era di andare un po’ a passeggio, sperando di non incontrare i due cattivelli’.’
‘Ma si, signorina Desirè, vada tranquilla a farsi un giro, l’aria del mare le fa bene, sarebbe più salubre al mattino presto, ma anche quella della sera va benissimo’
‘Mi ha convinta Ludo, vado a cambiarmi ed esco”..’
‘Vuole la chiave del cancello?? Nel caso che tardasse””
‘Si grazie se ce n’è una copia me la dia, non vorrei disturbarvi anche la sera tardi’..’
‘Ma no, nessun disturbo è solo perché lei non debba attendere che arrivi io ad aprirle”
Ludovico mi diede la chiave ed io, dopo aver indossato un vestito a tubino, rosso senza maniche, mi infilai le scarpette ginniche ed uscii. Nella borsetta la chiave del cancello e qualche soldo per un gelato. Percorsi il lungo mare, ad un certo punto iniziava una fila di banchetti dove c’era esposto di tutto e di più. Dalla bigiotteria, ai panini imbottiti, all’abbigliamento e a mille altre cose belle ed interessanti. Mi soffermai in pratica ad ogni banco ed infine trovai sosta dentro al dehor di un bar. La musica proveniente da uno stereo era parecchio assordante ma ero stanca della camminata e decisi di sedermi e di ordinare una gigantesca coppa di gelato ai gusti di frutta. Guardavo distrattamente la gente passare e ad un certo punto notai transitare Max. Era da solo, Lisa non c’era, la cercai con lo sguardo ma non la vidi nemmeno ferma vicina ad un banchetto. Lui mi vide e sogghignando si fermò”.
‘Ehi, bella fanciulla, sola soletta???’
‘Max, non ho bisogno di compagnia, quindi gradirei se tu continuassi per la tua strada’.’
Lui finse di non aver sentito, prese una sedia da un altro tavolino, la affiancò alla mia e si sedette”.
‘Come sei scontrosa cognatina bella”.’
‘Dove l’hai messa la tua innamorata???’
‘E’ venuto suo padre a prendersela, così sono qui solo, sedotto e abbandonato!!!’
‘Poverino, mi fai pena sai???’
‘Come mai tu così giovane, ti sei messa con mio fratello che è parecchio più vecchio di te????’
‘All’amore non si comanda, mi sono innamorata di lui e basta!!!’
‘Però, l’altro giorno’.. non ti è dispiaciuto vero????’
Dicendo questo mi appoggiò una mano sulla coscia nuda e mi guardò fisso in viso’..
‘Mi hai violentata e sei un gran bastardo!!! E poi togli quella mano dalla mia gamba!!’
Invece di togliere la mano la fece scivolare lentamente verso l’alto”..
‘Guarda che mi sono accorto benissimo che ti piaceva da morire, di la verità, ammetti che il mio cazzone ti piace di più di quello del mio fratellone!!!!’
Gli presi la mano e gliela spostai”’
‘Lo dovresti sapere che non sono le misure che contano!!! Far l’amore è un’arte e Dino è molto più bravo di te, l’esperienza conta moltissimo sai????’
Max accusò il colpo e rimase un attimo interdetto, poi”.
‘Allora dammi ancora una possibilità!! Se fallirò, giuro che ti lascerò in pace per sempre’.’
‘Scordatelo, se insisti io dirò tutto a Dino, gli dirò che mi hai violentata con la forza, lui mi crederà e saranno cavoli tuoi !!!’
‘Dimentichi che ho il video di te e Lisetta’.. Non gli piacerà che la sua fidanzata, pura e casta, sia una gran lesbica!!!!’
‘Non sono lesbica!!! E’ stata una situazione che ha provocato proprio la tua Lisetta!!!!’
La sua mano ancora sulla mia gamba sinistra, a pochi centimetri dal bordo del vestito. Le sue dita mi carezzavano l’interno della coscia, una zona per me molto sensibile”
‘Dai Desirè, una volta sola e ti giuro che cancello definitivamente il video dal cellulare’..’
‘Basta, vattene e togli sta mano!!!!’
‘Ok, alloraaa’.. mando un bel video messaggio a Dino” Si ecciterà a vedere le due belle cerbiatte fare l’amore”.’
‘Ti prego dai Max fai l’uomo, è successo quel che è successo, ti ho accontentato già una volta, adesso basta no????’
‘Tu mi fai impazzire da quanto sei bella Desirè, per te farei pazzie, accontentami solo più questa volta, andiamo giù da quella scalinata, lì c’è la spiaggia, io conosco un posticino dove non ci disturberà nessuno’ Poi ti giuro che il video sarà cancellato e non ti chiederò mai più niente”’
Si alzò in piedi, tirò fuori venti euro e li lasciò sul tavolino fermandoli con il piattino del gelato, quindi mi prese per mano e mi trascinò letteralmente con se. Lo seguii con la speranza che tutto finisse in fretta. Mi condusse dietro a delle barche che puzzavano di pesce, si denudò e febbrilmente mi fece scorrere la zip e mi sfilò il vestito. Poi’.
‘Girati troia! Mettiti a pecorina”’
Lo accontentai e subito sentii il suo viso fra le mie natiche a leccarmi dappertutto”
‘Che culo che hai Desirè, che culo da favola!!!! ‘
‘Dai muoviti, fai quello che devi fare e chiudiamola qui!!!’
‘Girati!! Inginocchiati sulla sabbia e succhiami il cazzo!!!!!’
Feci ciò che lui voleva e glielo presi in bocca, era veramente un cazzo da guinness dei primati il suo, lo impugnai con entrambe le mani e vidi che ne spuntavano fuori almeno una decina di centimetri altri”..
‘Ummhhh bravaaa, che troietta che seiii’. Come lo ciucci beneee!!!! Ti piace il cazzone vero????’
Ad un certo punto mi prese il capo fra le mani e tenendomi ferma me lo spinse fino in gola. Credetti di soffocare e appoggiando le mani sulle sue cosce lo spinsi via’..
‘Ma sei matto!!!! Vuoi farmi morire soffocata????’
‘Dai riprendilo in bocca e ficcatelo fino in gola, dai troia, dai che poi ti do la tua razione di cazzo nella figa!!!!’
Io facevo la sostenuta, ma in effetti quell’enorme spingarda mi piaceva un sacco”.
‘Adesso girati mettiti come prima a pecora!!! Così, brava appoggiati sulla barca, sei tutta da fottere e sculacciare!!!! Uummhh siii cosììììì’.’
‘Ahiaaa, fai pianooo’. Pianooooo”!!!’
‘Ti sfondo la figaaa!!!! Te la spacco a metà come una melaaaa!!!! Che porca maiala che sei!!!!’
Ce la misi tutta per non dargliela vinta, per non fargli capire che mi piaceva, ma poi sotto i suoi possenti e profondi colpi di cazzo, non capii più nulla e cominciai a gemere in modo inequivocabile”
‘Ahhhh’.ahhhhhhh, aaahhhhhh, aaaahhhhh”’
‘La mia bella troietta gode come una zoccola!!!! Sei tutta bagnata fradicia, che porca che sei!!!!!’
Sentii un suo dito bagnato di saliva tentare di infilarsi nel mio sfintere”.
‘Nooo, togli il ditooooooo”’
‘Vuoi che ci infilo il cazzo bella zoccoletta?????’
Sfilò il lungo membro dalla mia figa ed io immaginai che stesse per venire, invece sentii la dura cappella appoggiarsi al mio tenero e stretto buchetto e tentare di entrare in esso’..
‘Te lo ficco in culoooo”’
‘Non vogliooo’. Non vogliooooo’.. Ti pregooo, non lo fareee, per favoreeee, ti pregoooo””
‘Dai, tanto il tuo fidanzato mica se ne accorge se ti rompo il culo!!! Dai fatti sbattere sta minchia nel sedere!!!! ‘
Cercai di svincolarmi la lui mi teneva una mano sulla schiena e mi obbligava a rimanere in quella posizione”..
‘Toh!!! Prenditelo in culo baldracca del cazzo!!!!!’
Urlai forte, ma il frastuono della musica che usciva ad alto volume dagli altoparlanti, fece si che le mie urla non fossero recepite da alcuno. Mi sodomizzò a forza come un vero caprone, senza stile, senza alcuna dolcezza; fu solo un atto sessuale a senso unico, il piacere che provavo prima scomparve di colpo e ci fu solo dolore, forte e acutissimo dolore”.
‘Ti sborro in culo!!! Te lo allago di sborra troiona!!!!’
Sentii gran calore nel ventre e i suoi schizzi mi allagarono veramente l’intestino. Lo tirò fuori dal mio culo, se lo pulì alla belle meglio, indossò gli slip e lo rinfoderò all’interno, si rivestì del tutto mi diede una sonora sculacciata e”
‘Ciao zoccola, alla prossima”’
Non se l’aspettava quando la mia mano destra lo colpì forte sotto le palle. Si piegò in due dolorante mentre io gli sfilavo dalla tasca il cellulare. Velocemente lo presi e corsi verso la battigia, poi con il massimo della mia forza, lo lanciai dentro l’acqua del mare. Mentre lui sdraiato sulla sabbia si teneva le palle in mano e respirava a fatica io mi rivestii e me ne andai lasciandolo a terra con i coglioni frantumati.
Feci molta fatica a camminare con l’ano spaccato da quell’energumeno cazzuto del mio futuro cognato, ma piano piano arrivai a casa. Tirai fuori le chiavi proprio nel momento in cui Max spuntava sul viale a cinquanta metri da me. Agitata, faticai parecchio a trovare il buco della toppa, ma quando lui fu a circa venti metri, la serratura scattò e il pesante cancello si aprì, entrai veloce e lo richiusi scappando di corsa in casa. Mi fermai in cucina, Ludovico era ancora li seduto assieme alla sua Marina, guardavano la tv e commentavano il programma. Mi sedetti fra di loro fingendo d’essere tranquilla, il bastardo, trafelato, giunse dentro casa e mi guardò con uno sguardo carico d’odio e di rancore, poi senza nemmeno salutare salì le scale e si chiuse in camera sua. Dissi a Ludo se poteva ancora sostituirmi la lampadina dell’abat-jour che s’era bruciata e lui subito acconsentì. Un risultato l’avevo raggiunto; ero riuscita ad accattivarmi le simpatie dei due coniugi Marina e Ludovico.
Lui salì le scale con me ed entrò in camera mia, io intanto controllai che anche in bagno non ci fosse nessuno, guardando poi addirittura sotto il letto e dentro l’armadio, quindi, sicura d’essere sola, congedai il maggiordomo di casa Ferrari e mi chiusi dentro a chiave”
Rimasi seduta sul bidet per almeno mezzora, mi toccai lo sfintere con la mano e mi accorsi che era fortemente dilatato e che mi sanguinava. Feci scorrere l’acqua fresca sul mio povero anello slabbrato ed infine, senza indossare le mutandine, mi sdraiai sul letto e tentai di dormire.
In pochi giorni avevo perso la verginità vaginale e anche quella anale. Ero diventata una piccola baldracca, ma con il visino innocente e puro. Però, mi consolava il fatto d’esser riuscita a cancellare le prove dei miei peccati. Era stato un sacrificio, ma a parte il dolore fisico che ancora persisteva, ero più tranquilla e quasi certa che non avrei perso l’amore di Dino.
Nel letto pensando all’accaduto mi accorsi d’essermi comunque eccitata, quel bastardo, lui e il suo cazzone, mi aveva fatta bagnare e fu così che le dita si insinuarono fra le mie cosce aperte ed iniziarono a muoversi; dapprima sul clitoride e quindi continuarono titillando il buco della figa ed infine andandosi ad infilare all’interno. Introdussi prima due, poi tre dita, poi, chiuse a cono, mi penetrai con tutte le dita fino all’ultima falange. Mi stantuffai la figa per bene e quindi come una vera puttana venni con un soffocato e lunghissimo rantolo di piacere. Il cazzo era sicuramente meglio, ma, non avendo quello giusto a disposizione, pensai che anche le dita un po’ di soddisfazione me l’avevano data.
Nonostante le fitte lancinanti provenienti dal mio povero buchetto posteriore, mi girai sul lato sinistro e in breve mi addormentai……. Buona notte”’.
Buon sesso a tutti da parte di ombrachecammina
e-mail: alexlaura2620@libero.it
Quanto vorrei che il live action di disney fosse più simile a questo racconto! Scherzi a parte: divertente, interessante, bel…
grazie amore
Non credo di aver avuto il paicere, ma grazie intanto della lettura.
Leggendo i tuoi racconti continua a venirmi in mente Potter Fesso dei Gem Boi
grammaticalmente pessimo........