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Racconti di DominazioneRacconti Erotici Etero

20^3. Ore, centimetri, minuti.

By 4 Agosto 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Inspiro.
Espiro.
Inspiro.
Espiro.
Sospiri.

Tengo gli occhi chiusi perché tanto non mi serve vedere in questo momento, so benissimo dove sono e cosa sto facendo. Mi godo la sensazione dell’aria fresca che entra da quel millimetro di porta ancora aperta che mi scivola sulle spalle e sulle braccia, il lieve sottile fastidio delle ginocchia che sostengono tutto il peso del mio corpo e su cui sono ricaduta forse un po’ troppo forte, i rumori del traffico filtrati dalle finestre, il tuo respiro ed il mio.
Non te lo aspettavi, quando sei entrato, il mio bacio veloce si &egrave diviso a metà tra la tua bocca e il tuo sesso, spero di non averti rotto la cerniera, ma dovevo sentirlo, dovevo gustarlo. Un piccolo istante gli &egrave stato necessario per capire cosa succedesse ma ha subito apprezzato, espandendosi in tutta la sua dimensione per farsi accogliere in me.
Ti ho mangiato, ti sto mangiando, sto respirando nel tuo inguine sentendo le pulsazioni del tuo cuore nella mia bocca, sulla mia lingua e oltre, fortunato per quello che ti ha dato la natura. Rimarrei così per minuti interi e lo sai, l’ho già fatto, ma mi concedo solo pochi secondi.

Io sarò quella crollata in ginocchio a ingoiarti il cazzo, ma sei mio, non scordarlo, il gioco &egrave mio e devi sottostare, se vuoi quel tempo e quelle passioni che nessuna ti sa dare, altrimenti non torneresti sempre qui da me. Penso questo e stringo un poco i denti, ricordati sempre con chi hai a che fare, finché le mie carezze non ti faranno perdere la coscienza di te.
Spingo la porta con la mano, l’aria fresca va bene ma fuori c’&egrave un pianerottolo e vorrei evitare spettatori, anche perché ogni spiegazione vorrebbe dire sfilarsi il tuo cazzo dalla bocca e no, non ne ho voglia. Faccio vuoto spinto con le mie labbra, lentamente comincio la mia opera di sconvolgimento della tua mente, ti domino, ti mangio, ti bevo, stai zitto e godi perché i miei denti sono abbastanza affilati da fare qualcosa che non ti piacerebbe.

Lo sai, sospiri, e d’altro canto cos’altro mai potresti fare? Sospiro anche io, in maniera molto più umida della tua, lascio andare questa carne solo per il tempo necessario a lubrificare e muovermi, e anche un po’ deglutire, il rumore osceno e bagnato dei miei risucchi sul tuo sesso ti piace, lo so, piace anche a me perché deliziosamente esplicito nella sua sonorità, cos’altro può avere un suono simile se non gustarsi il tuo cazzo?
Sei libero di respirare, tu, lo sai? Sono io che devo regolarmi, sono io quella che si sente la tua cappella bollente e pulsante quasi in gola, non preoccuparti del mio rigetto, non accadrà, ma respirare mi &egrave necessario. Sospira pure.

Mi metti una mano sulla nuca ma desisti velocemente, perché il mio ritmo non richiede aggiustamenti, il mio ritmo &egrave tutto, io in questo momento sono tutto, perché ti sto succhiando il cervello, ne sto strizzando ogni goccia di piacere che può provare, anche se ho la tua cappella che mi sbatte sulle labbra mentre ti guardo e ti tengo il membro stretto nella mia mano &egrave la tua testa che sto possedendo, così come tu possiedi la mia.
Passo le labbra su tutta l’asta con un mugolio che non serva solo ad esprimere le mie voglie, ma che ti stuzzichi ancora di più, ammesso che sia possibile. So come ti piace, e preparo la mia bocca a divenire il ricettacolo polposo e umido che accolga il tuo sesso, sarò la tua alcova bollente dove impazzire di piacere e scaricare le tue tensioni. Mi poggio con le labbra sulla tua punta, chiudo gli occhi.

Inspiro. Espiro. Inspiro. Scivola. Lentamente, estremamente lentamente, mi concentro sulla sensazione delle mie labbra carnose che stringono il tuo organo mentre lo faccio scivolare nella mia bocca.

La cappella si allarga, sento il frenulo sul labbro inferiore tendersi, ti fai strada, sempre più largo, fino al piccolo salto che chiude il glande, e tutto quello che entra viene dolcemente accolto da movimenti della mia lingua, che lenta e affamata delizia la tua pelle sensibile.
Le tue vene, le tue arterie, questi rilievi della tua asta che piano piano entrano in me, un dettaglio che mi fa impazzire, come solleticare quel rilievo del corpo spugnoso sotto la tua asta con la lingua quando la tua presenza nella mia bocca diviene troppo imponente per poterla muovere del tutto. Sospiri, conosco che sensazioni ti regalo, il tuo sesso sobbalza facendomi scendere una lacrima involontaria da un occhio.

Ti lascio continuare a scivolare nella mia bocca, sento la cappella arrivare ancora più in fondo, buon viaggio, eccomi di nuovo con il naso sul tuo inguine. Non ti farò aspettare, ora voglio dissetarmi con il tuo piacere, stillato goccia a goccia, lentamente, dal tuo corpo, come un prezioso liquore che richiede i suoi tempi prima di essere gustato.

Ogni mio movimento per te &egrave piacere, in questa pompa a vuoto che &egrave la mia bocca, in questa morbida insenatura dove fuggire dal mondo che ti accoglie con piacere ogni volta, sii mio, lasciati cullare dalla mia bocca, lasciati andare, lasciati succhiare, poi faremo altro, poi ti occuperai del mio sesso che &egrave sempre più sveglio e stilla qualche goccia di piacere anche lei, ti accoglierà se la vorrai -come non potresti volerla- come sempre anche lei, e come sempre mi farai impazzire, non vedo l’ora. Ma ora sei mio, sei tutto quello che tengo in bocca e in gola e sempre più velocemente stimolo con i miei movimenti, immerso in me rantoli e impazzisci, mentre senza soluzione di continuità mi muovo, delizio e gusto ogni millimetro del tuo sesso in un turbinio bollente e umido sempre più ritmato, non veloce ma intenso, sempre più intenso, lascia che il tuo cazzo abbandoni la mia bocca solo per farmi deglutire e farti di nuovo affondare dentro di me. Ti piacerebbe poter dire che mi stai scopando la bocca, lo so, &egrave quello che pensi e diresti agli amici se parlassi di questo momento, ma la realtà dei fatti &egrave che sono io a scoparti con la bocca, perché quello incapace di parlare o respirare sei tu, non certo io che invece tengo dentro di me una parte del tuo corpo e potrei anche prendermela.

Certo, se fossi pazza e traessi un giovamento dal farlo, ma poi non funzionerebbe questo magnifico, pulsante, duro e carnoso attrezzo che mi solletica la gola con le sue pulsazioni, e comprensibilmente ci tengo che sappia fare il suo dovere.

Sento che non posso più giocare perché il tuo bacino ha dato un piccolo movimento, e i tuoi testicoli tra le mie dita hanno avuto un piccolo sussulto, e acconsento alle tue pulsazioni, sei mio già da un pezzo e posso anche acconsentire al tuo volermi deliziare con il tuo piacere. Vieni con me, piccolo, segui la mia bocca e potrai godere finalmente, te lo concedo, senti le mie labbra e questo vuoto che spingono il tuo piacere a concentrarsi, mescolarsi e cominciare a risalire tutta la strada che ti porterà all’orgasmo, spero che sia intenso perché ho sete, ho sete di te, ma sono abbastanza tranquilla, non mi deludi mai.

Ci sono solo io sul tuo cazzo e i nostri sospiri ad accompagnare questi rumori di risacca, sì, sono decisamente la tua caverna marina dove andare in porto e metterti alla fonda, sfinisciti da me, deliziami, tornerai più stanco ma riposato nel mondo là fuori che non voglio neanche pensare, non ci siamo, spiacenti.

Un altro sussulto e un rantolo, capisco che ormai i giochi sono pronti, mi stacco con uno schiocco solo per deglutire e rifiondarmi, sentimi fino in gola, sentimi aumentare questa danza, sentimi come bramo dissetarmi di te, sempre più veloce, un turbinio, sono un ritmo sempre in crescita che non ti lascia il tempo di respirare. Ti faccio impazzire, lo so, sento la tua voglia risalirti nel corpo con pulsazioni sempre più forti, sento che ti trattieni dal muoverti per paura di farmi male, ti appoggio una mano sulla mia nuca. Puoi farlo, ora, d’accordo, sentiti libero di presumere che tu mi stia scopando, sospiri stringendomi le ciocche colore della notte e impacciatamente accenni due colpi di bacino che producono ancora un risucchio osceno della mia bocca, ma poi desisti, caleresti il ritmo e vuoi quello che voglio io, salire questa cima di piacere di corsa, sempre più forte, così, sempre più veloce, fino a…

Il mio ultimo affondo &egrave decisivo sentendo le tue palle salire in una contrazione decisa che lancerà il tuo piacere fuori dal tuo sesso, l’odore del tuo inguine nel mio naso si mescola improvvisamente a quello acre del tuo primo corposo schizzo nella mia gola. E’ un miele bollente, una crema lievemente salata che mi satura il cervello, la chimica degli odori spinge sulla mia adrenalina del tutto e là sotto, ora, ragazzo mio, c’&egrave un lago nel quale tu poi dovrai immergerti, ma ora ci sono le tue cascate che a getti potenti mi inondano la gola, la bocca, non penso a nulla e gusto il tuo piacere che si esaurisce con gli ultimi getti caldi.
Un risucchio deciso accompagna lo scorrere delle mie labbra serrate sul tuo sesso fino a liberarlo, uno schiocco, un degustare il tuo piacere nella mia bocca e mandarlo giù, due rapidi colpi della mia lingua calda per finire ogni piccola goccia di piacere, la mia mano tenta quasi di stringere e spingerne fuori ancora un poco, l’ultima timida stilla di te si affaccia e dolcemente la faccio mia, ne sento il sapore salato, acre, dolce, maschio, mi pulisco le labbra e ti guardo.

Sei stravolto, mi fissi come se non capissi niente. Cosa dico, tu non stai capendo niente, ti ho bevuto il cervello, sarai così per un paio di minuti buoni, il tempo giusto per farmi riprendere un attimo fiato e rialzare in piedi, ma nel mio sguardo c’&egrave la promessa che quella sensazione che provi ricapiterà ancora questa notte, e la minaccia che se non proverò la stessa cosa, avrai di che pentirtene.

Ma non mi preoccupo, sono abbastanza tranquilla, non mi deludi mai.

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