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Racconti di DominazioneRacconti Erotici EteroTrio

215 . I 18 anni di Linda con i suoi parenti e i sei rapinatori

By 31 Marzo 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Era una domenica di Giugno ed erano le dieci del mattino quando mi svegliai; a fatica, ancora parecchio insonnolita, mi misi a sedere sul letto, mi stropicciai ripetutamente gli occhi e quindi poggiai i piedi a terra e mi avvicinai alla porta-finestra che dava sul terrazzo, scostai le tendine e guardai fuori. Pareva una triste giornata autunnale, pioveva a dirotto e dalla posizione predominante della nostra casa vidi giù in fondo, nascoste dall’umida nebbiolina, le case del paese sottostante oltre le quali si agitava minaccioso il mare. Esso, con onde e cavalloni tempestosi, invadeva la piccola spiaggia infrangendosi violentemente contro i lucidi scogli. Sarebbe dovuta essere una giornata di festa, non soltanto perché era domenica ma soprattutto perché era il giorno del mio compleanno. Mi sentivo importante, ero finalmente maggiorenne. Diciotto anni erano importanti e seppur mi regalassero molta libertà in più, essi mi caricavano pure di grosse responsabilità. Mi sentivo comunque pronta a godere della libertà raggiunta ma anche di affrontare gli obblighi e gli oneri che la maggior’età comportava. I miei avevano invitato parenti ed amici che sarebbero dovuti arrivare per l’ora del pranzo. Quasi tutti giungevano dalle città del Nord, alcuni da Torino, altri da Milano, mentre invece gli amici erano tutti della stessa zona della Riviera dove vivevo io con la mia famiglia.
Visto il brutto tempo dissi a me stessa: Linda puoi rimanere ancora un po’ a poltrire nel letto ‘ Così, sdraiata nuda sul lenzuolo, presi in mano il telecomando ed accesi il televisore. Come al solito feci un po’ di zapping fin quando in una rete nazionale trovai il TG. Alcune notizie di politica interna ed estera, poi la cronaca. Mi sorprese vedere un servizio dell’ultima ora che mostrava attimi di terrore folle, causato da alcuni delinquenti che avevano rapinato un benzinaio portandosi via il cospicuo incasso e, come ostaggio, anche la giovane figlia del gestore. Il tutto era avvenuto a pochi chilometri dalla nostra casa presso un distributore dove mio padre era assiduo cliente.

Con Rocco, Mircea, Constantino, Mohammed e Silvano avevo appuntamento al solito bar alle sei e mezza del mattino. Io sono Vincenzo, un ragazzo di buona famiglia, ma poco amato dai genitori, più assorbiti a far più soldi possibili con le loro attività imprenditoriali che ad educare l’unico loro figlio. A fatica ero riuscito ad ottenere un diploma da ragioniere ed avevo anche lavorato in una azienda che commerciava stoffe. Poi un giorno l’incontro casuale con Rocco. Lui uno sfaccendato, trentenne, sempre al bar, abile ladro d’auto, perennemente in cerca di far soldi facili, di risolvere i suoi problemi di droga ed alcool progettando il colpo del secolo che mi sottoponeva puntualmente e che io gli contestavo trovando buchi e falle incolmabili. Con lui, suo amico per la pelle, c’era Mircea che si faceva chiamare Mirko. Ragazzo diciannovenne, Romeno e clandestino, uno abituato a dibattersi all’interno della vita dalla quale ancora minorenne era fuggito viaggiando in treno e passando la frontiera italiana sdraiato sotto ad un vagone ferroviario. Vita di merda la sua, espedienti, piccoli furti nei supermercati più per fame che per altro, qualche mese di carcere per spaccio di droga, vissuto fra detenuti scafati e violenti, che avevano approfittato sessualmente del bel ragazzino straniero e l’avevano fatto divenire in breve la checca del penitenziario. Constantino, detto Constan, era pure lui di origini romene, sulla quarantina, grande e grosso, di sgradevole aspetto, butterato in viso, rasato a zero, con la cultura della palestra e degli anabolizzanti che l’avevano gonfiato e reso simile a Hulk. Con quest’ultimo non si poteva mai discutere di nulla, era un tipo collerico e sempre pronto a menare le mani. Con lui era difficile andare ad esempio in una discoteca ed uscirne senza che succedesse un qualche casino provocato da lui che puntualmente toccava una ragazza non sua e che poi si inalberava se il fidanzato di lei si ribellava ai suoi soprusi. Insomma in tutto e per tutto una brutta persona. Faceva parte di questo gruppo di disadattati il marocchino Mohamed. Questo era il suo nome, ma noi per una caratteristica che immaginerete di sicuro lo chiamavamo ‘Pitone’. In effetti madre natura l’aveva provvisto di un cazzone gigantesco e ancora rido dentro di me nel pensare a quando la prima volta lo vidi nudo. Eravamo in palestra e lui, dopo la doccia s’era messo di fronte allo specchio per rimirarsi i muscoli. Io ero di fianco che mi davo una rassettata ai capelli e vidi quella appendice gigante pendergli fra le gambe. Io stavo alla sua sinistra mentre alla sua destra c’era un ragazzino biondo che dagli atteggiamenti effeminati che esibiva in modo inequivocabile, avevo individuato essere certamente gay. Il biondino era rimasto immobile ed allibito, senza pudore alcuno stava chinato un pochino in avanti e fissava il grosso cazzo con gli occhi spalancati,fuori dalle orbite, come se in quel momento avesse visto l’apparizione della Madonna di Medjugorje. A parte questa sua ingombrante qualità fisica l’amico ‘Pitone’ era un buono, uno disponibile e sempre pronto quando c’era da aiutare qualcuno. Era anche religioso e musulmano convinto. Si fermava diverse volte al giorno e si inginocchiava verso la Mecca inchinandosi a terra e venerando Maometto. La sua bontà però era solo riservata agli amici, per il resto non aveva scrupoli a spacciare droga o a prendere qualche ragazzina, meglio se giovanissima e accantonarla in qualche angolo per stuprarla senza pietà. Completava la compagnia ‘Lo smilzo’ ovvero Silvano. Alto un metro e novanta, magrissimo, con i capelli ricci e crespi, per niente bello, anche lui con una bruttissima esperienza famigliare alle spalle. Madre prostituta senza scrupoli, che spesso quando lui era piccolo, copulava tranquillamente con i clienti mentre lui solo soletto girava per casa ed osservava le performance della madre. Concepito accidentalmente e frutto di un preservativo difettoso, era nato naturalmente senza un padre ed aveva vissuto fino ad allora con la speranza di riuscire a mettere da parte un gruzzoletto sufficiente per andarsene all’estero, in un Paese dove potersi rifare una immagine ed una nuova e rispettabile vita.
Arrivai per primo al bar, poi subito appresso ‘Lo smilzo’ quindi Constan con Mirko, poi ‘Pitone’ ed infine si unì a noi anche Rocco. Colazione veloce e una volta fuori dal bar, salimmo su due Audi di grossa cilindrata, rubate la sera prima da Rocco. Ci mettemmo alla guida Rocco e io. Destinazione un distributore di benzina in Riviera che con precedenti vari trasferimenti in treno, il ‘Pitone’ e ‘Lo Smilzo’ avevano osservato a lungo nei giorni passati. Avevano preferito quello perché era lontano dalla zona dove abitavamo quasi tutti e anche per il fatto che s’erano accorti che il titolare, versava gli incassi del venerdì, del sabato e della domenica solo il lunedì. Mi ero incaricato io di acquistare i passamontagna , mentre per le armi ci aveva pensato Mirko che aveva delle conoscenze presso delle famiglie Rom della zona.
Mentre viaggiavamo distribuii i passamontagna agli altri e subito dopo iniziai a ragionare per comprendere il motivo che mi aveva spinto ad accettare di partecipare a questa rapina. Ero un debole, seguivo da sempre gli amici che si dimostravano più forti ed autoritari di me. Succube di Rocco, avevo accettato anche per spirito d’avventura, per fare qualcosa di diverso e di meno monotono di quella vita vissuta tra le mura di un bar di periferia, dove passava la peggior vita della città.
Arrivammo in zona verso le nove, il cielo era nuvoloso e minacciava pioggia. Fermammo le auto su uno spiazzo a circa trenta metri dalle pompe di benzina, io e Rocco rimanemmo alla guida mentre gli altri quattro a volto scoperto si avvicinarono al distributore. Rocco mi fece segno di girare l’auto in direzione di fuga e con il motore acceso restammo in attesa. Dallo specchietto vidi i miei compari avvicinarsi restando fuori dalla portata delle telecamere di controllo, quindi li vidi fermi, forse erano in attesa che un paio di clienti terminassero il rifornimento e difatti, appena questi se ne furono andati, infilarono i passamontagna in testa e tirando fuori dagli zainetti le pistole le spianarono ed entrarono di corsa nello spiazzo. Da quel momento non vidi più niente, poi dopo circa due interminabili minuti li vidi ritornare di corsa verso di noi, Costan teneva per un braccio una ragazzina bionda e la trascinava di forza verso le auto, aprì la portiera dietro scaraventò la fanciulla sul sedile e poi mentre anche ‘Lo Smilzo’ saliva a fianco della ragazza, urlò ‘.

‘Parti, parti, viaaaaa, viaaaa veloceeee ”..’

Lo stridere delle gomme dell’altra Audi mi diede la scossa ed anch’io partii lasciando sull’asfalto una scia nera e nell’aria un acre odore di gomma bruciata.
Subito lo redarguii …

‘Costan che cazzo hai fatto?? Perché ti sei portato dietro la ragazzina???’

Mi rispose con il suo Italiano improbabile …

‘Minchia, è figa, bella, bella, ci divertiamo, capito tu??’

‘Capito un cazzo!! Dovevamo solo prendere i soldi e scappare via.. Sei uno stronzo!!!’

‘Vince smettila di dire cazzate se no ti rompo muso capito!!!’

Sapevo che non era il caso di discutere e feci silenzio. Iniziava intanto a piovere a dirotto e la strada sdrucciolevole mi fece diminuire la velocità. Anche Rocco davanti a me aveva sensibilmente decelerato. La ragazzina piagnucolava e se ne stava in mezzo ai due facendosi piccola-piccola, ancora più minuta di quanto già non fosse di suo.
Ad un certo punto udimmo le sirene della polizia in lontananza ”

‘Cazzoooo dove andiamo adesso???’

‘Stai calmo, calmo segui Rocco, segui Rocco ‘..’

Guardai nello specchietto ma non si vedeva nessuna auto della Polizia. Le sirene però sembravano avvicinarsi velocemente ‘. Proseguimmo sotto un violento acquazzone per un paio di chilometri, poi sulla sinistra, cento metri più avanti, vidi il cancello elettrico di una villa aprirsi lentamente e nel medesimo momento gli stop dell’Audi guidata da Rocco accendersi. Rocco una volta giunto nei pressi della villa svoltò a sinistra ed attese che il cancello si aprisse del tutto, poi entrò e si infilò nel vialetto di sinistra. Lo seguii e ci trovammo sul retro della casa. Ci fermammo e subito vidi Costan scendere dall’auto ed armato di pistola correre sul davanti. Tornò da lì a poco con un uomo ed una donna che gli camminavano davanti.

‘Chi siete voi due??? Ehi bastardo, sei il padrone di casa???’

‘Stai calmo, si, sono il padrone di casa ”

‘E la bella troia che è con te chi è? La tua mogliettina???’

Spiai da dietro l’angolo della villa e vidi che lentamente il cancello si richiudeva, poi, appena i battenti con un certo clangore sbatterono uno contro l’altro le sirene della polizia si fecero più prossime ed in brevissimo tempo tre gazzelle con i lampeggianti accesi sfrecciarono tirando dritto.

‘Padrone di casa facci salire!!’

Costan gli premette la canna della pistola contro le reni e lo sospinse verso l’ingresso posteriore della villa. Guardai l’ora erano le dieci e mezza.

Mi alzai dal letto e mi appropinquai nuovamente alla finestra, pioveva ancora, ma il cielo si stava poco alla volta aprendo. Abbassai lo sguardo e vidi il cancello di casa nostra aprirsi e mio padre aprire la portiera dell’auto per salirci, quindi dal cancello ormai aperto un paio di auto entrare. Pensai che fossero già arrivati dei parenti, mi guardai per un attimo nello specchio e quasi sorpresa mi accorsi solo in quel momento d’essere nuda. Non era assolutamente il caso di accogliere della gente in costume adamitico e così mi mossi rapidamente ed entrai nel mio bagno. Mi feci la doccia e quando uscii dal box udii un tramestio e delle voci concitate giungermi alle orecchie. Con indosso il solo accappatoio rosa mi avvicinai all’uscio delle mia stanza ed infilai il capo per guardare fuori. In corridoio nei pressi della porta che dava ai garage vidi un uomo altissimo e gigantesco. Costui teneva mia madre per un braccio e la strattonava, dietro di loro un altro uomo che sospingeva una ragazzina bionda, minuta e totalmente impaurita. Alle loro spalle tre o quattro altri uomini e davanti a loro mio padre e mio fratello poco più grande di me.
Poi, quello grosso, urlò ‘.

‘C’è qualcun altro in casa????’

Mio padre mentì dicendo a voce stranamente alta ‘

‘No, siamo solo noi, solo noi ‘.’

Richiusi la porta e girai la chiave nella toppa, mi sentivo male, ero terribilmente angosciata, rimasi un attimo a riflettere, poi cercai il cellulare, mi ricordai d’averlo lasciato nella borsetta dentro al mobile in ingresso, presi allora la derivazione del telefono di casa e composi il 112 ‘.

‘Carabinieri, desidera??? ‘.’

Bisbigliai sottovoce ‘.

‘Ci sono degli uomini armati che sono entrati in casa nostra ‘ Venite fate in fretta vi prego ”

‘Calma signorina ‘ mi dia l’indirizzo ‘.’

‘Siamo in Lungomare Europa a Va ‘.. Pronto, prontooooo ”.’

Il telefono era muto, poi sentii un colpo alla porta che si aprì sbattendo contro il muro e comparve il gigante con in mano una pistola ‘.

‘Bastardo!! Hai detto che eravate soli eh??? E questa troietta a chi cazzo appartiene???’

Mi prese per i capelli e mi spinse fuori dalla stanza trascinandomi fino in salotto, vidi allora il filo del telefono strappato dal muro e compresi l’improvviso black-out della linea telefonica ‘

‘Mettiti seduta sul divano assieme agli altri puttana di merda!! A chi cazzo stavi telefonando troia!!!’

‘A una mia amica ”

‘Le hai detto che c’eravamo noi???’

‘No, no, lo giuro, non sapevo che c’eravate ‘.’

‘Lo spero per te, perché se arriva la pula vi ammazzo tutti, uno dopo l’altro ‘.’

‘Mirko, prendi quei cordoni delle tende e lega le braccia dietro la schiena a tutti ‘ Muoviti fai veloce ”

‘Ok Costan lo faccio subito ‘.’

‘Pitone vai in cucina e cerca qualcosa da mangiare, ho fame ‘.’

‘Anche io ho fame Costan, ma io mi mangerei la fighetta bionda ‘.’

‘Lascia stare la troietta, cerca qualcosa da mettere sotto ai denti ”

‘Ok vado, vieni con me Vince ”

Ero stata la prima ad essere legata, ero imbarazzata, mi sentivo indifesa, con le mani legate e l’accappatoio che mi si era aperto sulle cosce nude e per di più ero pure senza mutandine.

‘Rocco e Smilzo fate un giro per la casa e controllate che non ci sia più nessuno ”

Memorizzai tutti i loro nomi, Costan era quello brutto e grosso, quello che comandava tutti, poi c’era ‘Lo Smilzo’ che era quello magro come un chiodo, poi Vince, l’unico che aveva la faccia del bravo ragazzo, quindi colui che il capo aveva chiamato ‘Pitone’ , poi c’era Rocco uno che pareva essersi appena fatto di coca e che parlava con la voce strascicata classica di chi fa uso abitualmente di droghe varie e per ultimo Mirko che si muoveva in modo un po’ effeminato, con gli occhi azzurri ed un bel viso dolce.

‘Costan, abbiamo trovato il frigo pieno di roba, minchia, ci sta la mia casa dentro a quel frigo ”

Costan posò il suo sguardo su di me e poi si rivolse a quello che si chiamava Vince ‘

‘Libera le mani alla troia in accappatoio ‘ Adesso tu ti alzi da lì e ci prepari il pranzo, sei capace almeno a far qualcosa da mangiare??? O sai fare solo i pompini???’

‘Si sono capace ”

‘A fare i pompini o a fare da mangiare???’

Tutti e sei i delinquenti risero sguaiatamente e mentre passavo per andare in cucina la mano di ‘Pitone’ mi palpò il culo ‘

‘Wowww che culetto sodooo ‘ Prima che vado via di qui te lo spacco quel bel culetto sai??? Fammi toccare le tette puttanella ”

Mi scostai per evitare che mi infilasse la mano nella scollatura dell’accappatoio ..

‘Stai ferma zoccoletta ‘ Uuummhhh sei tutta nuda sotto ‘, quanti anni hai porcellina?’

Risposi con voce flebile e tremante ‘.

‘Diciotto, ne faccio diciotto oggi ‘ ti prego lasciami stare!’

‘Tranquilla, voglio solo farti godere un po’, zoccola del cazzo!’

L’unico che pareva non essere attratto da me era Mirko, se ne stava in disparte, pareva non partecipare a questa piccola violenza, per ora solo psicologica, su di me. Liberai la mia tetta dalla manona di ‘Pitone’ e mi sistemai l’accappatoio, poi mi avvicinai al tavolo e presi la confezione che conteneva delle bistecche di vitello ‘.

‘Volete che vi cucino queste??’

‘Come ti chiami puttanella???’

Era ancora ‘Pitone’ a parlarmi ‘ Io ancora con una vocina sottile ‘.

‘Mi chiamo Linda ‘.’

‘Che bel nome da pompinara!! Ah, ah, ah ‘.’

Presi le bistecche e mi allontanai verso la cucina ‘ Costan subito ordinò ‘.

‘Mirko, valle dietro, se fa la furba sistemala ”

Mentre io mi preoccupavo di far cuocere la carne lui si soffermò a guardare sul tavolo della cucina dove erano impilate alcune confezioni regalo ‘

‘Sono per il tuo compleanno ‘sti regali???’

‘Si ”

‘Vediamo un po’ cosa c’è dentro, non sei curiosa???’

‘Li avrei aperti dopo ”

Ne aprì alcuni, trovò un completino di pizzo rosa e prese in mano il perizoma e se lo provò appoggiandolo ai pantaloni ‘

‘Sexy, fichissimo ‘.’

Aprì un’altra scatola e tirò fuori una macchina fotografica digitale ‘

‘Wowww ‘ che figataa ‘ ‘

La accese e me la puntò contro, quindi mi scattò una foto, poi mi venne vicino e me la fece vedere ‘

‘Visto che bella che è venuta ???’

‘Posala è mia quella macchina fotografica!!’

‘Ehi, qui non c’è più niente di tuo, adesso che ci siamo noi, tutto è di tutti ‘ A proposito quel bel ragazzo biondo è tuo fratello ??’

‘Si è mio fratello ”

‘E’ proprio carino e ha un bellissimo culetto, chissà li davanti come sarà ‘.’

‘Che porco che sei, ma sei gay???’

‘Diciamo che mi piacciono anche i maschi ‘.’

In quel momento sentii il campanello di casa suonare. Udii Costan ordinare a tutti ‘

‘Fate silenzio!!’

Poi rivolto a mio padre ‘

‘Ehi pezzo di merda, aspettavate qualcuno??’

‘Si, aspettiamo i parenti e gli amici di Linda per il suo compleanno, vi conviene andarvene fra un po’ ci saranno un sacco di persone qui ”

‘Non dire cazzate paparino del cazzo!! Vai ad aprire e falli entrare, se apri la bocca o fai qualche gesto strano ti sparo alla schiena e ammazzo pure tutti gli altri ‘.’

Entrarono, sorridenti e tranquilli lo zio Carlo, sua moglie zia Carmela e i loro figli Serena, Enrico e Roberto. Appena in salotto, Costan puntò loro la pistola e con arroganza ‘..

‘Fate i bravi e sedetevi li per terra, Rocco legali come gli altri. Di, paparino, ce ne sono altri che devono arrivare in ‘sta cazzo di casa?’

‘Si altri quattro ”

Mio zio non era affatto impaurito e con fare deciso disse a Rocco ‘.

‘Ma che cazzo credete di fare!! Ho visto un sacco di macchine dei Carabinieri in zona, fra un po’ arrivano qui e voi avete finito di fare la puttanata che state cercando di fare!!!’

La pistola di Rocco si appoggiò minacciosa alla gola dello zio ‘

‘Fai ancora una parola e ti faccio secco capito????’

Pitone guardò a lungo Serena, era veramente una bellissima ragazza la mia cuginetta, brunetta magra ma con tutte le sue belle forme al suo posto, alta sul metro e settantacinque con gli occhi scuri da cerbiatta.

‘Chi sei fighetta??’

Lei timida abbassò lo sguardo e tacque ‘

‘Di puttanella, ti ho chiesto come ti chiami hai capito???’

La canna della pistola di ‘Pitone’ si infilò nella scollatura della camicetta e la lacerò staccandole un paio di bottoncini. Le tette di Serena ormai libere da costrizioni uscirono fuori belle sode.

‘Alzati in piedi troia!!!’

Lei obbediente si sollevò in piedi e con il capo chino, un braccio a coprire il seno e una mano sul ventre rimase ferma come se fosse in attesa d’essere condannata a morte.

Lo Smilzo si unì a ‘Pitone’ e si piazzò dietro la Serena, quindi da dietro infilò una mano nel bordo della gonna, e tirò verso il basso, strappando via il bottone e lacerando anche la zip.
La gonna cadde mostrando uno spettacolo molto eccitante per i due malavitosi. Il culetto era libero, un ‘filo interdentale’ partiva dal sottile elastico superiore del tanga, tuffandosi fra le natiche sode e lisce della ragazza. Il ‘Pitone’ che le stava davanti, vide invece, il tanga di pizzo bianco trasparente, che velava appena la fighetta completamente depilata. Anche questo esile indumento fu strappato e lei rimase nuda, completamente nuda.

Vidi Mirko con la mia digitale in mano che nel mentre passava il tempo scattando alcune fotografie.
Lo Smilzo estrasse il cazzo dai pantaloni, poi con un sol gesto, gettò a terra i piatti e le stoviglie che mia madre aveva distribuito sul tavolo, liberando così una parte di superficie, poi con un agile salto ci si sedette sopra. L’uomo prese poi Serena per i lunghi capelli bruni e la sua bocca fu messa a stretto contatto con il pene dello Smilzo”..

‘Succhiami il cazzo troia!’

Pitone era invece dietro la ragazza e le palpava il culo nudo

‘Io invece adesso le rompo il culo a sta vacca!’

‘Si dai fottila nel culo che io me lo faccio pompare per bene!’

Dalla mia posizione non vedevo bene ciò che stava succedendo dietro, ma mi parve di capire che il marocchino non se lo era ancora tirato fuori. Poi ‘Pitone’ guardò in faccia mio zio che era legato come un salame ‘

‘E’ tua figlia la maiala?’

‘Si è mia figlia ma non è una maiala’

‘Vieni qui padre della zoccola’

Carlo si avvicinò a sua figlia, e fu chiamato Mirko che posò la macchina fotografica e provvide a calare giù i pantaloni dell’uomo e ad abbassargli le mutande, trovando con sorpresa, un cazzo di buone dimensioni, ma non del tutto a riposo. E uno di loro”’..

‘Dai Mirko succhiaglielo che a te piace, guarda, si è eccitato il bastardo, ha il cazzo mezzo duro’

Dopo pochi secondi il pene di Carlo era completamente in erezione ‘

‘Grande Mirko, sei bravo a succhiare! Glielo hai fatto diventare duro come il marmo al paparino!’

‘E tu bambina, come ti chiami?’

‘L’ho detto sono Serena, lasciatemi stare per favore’

‘Zitta Serena, guarda papi che bel cazzone duro che ha! Succhiaglielo!’

‘No non voglio, non mi va, per favore non mi fate fare sta cosa!’

Dalla tasca dietro dei calzoni Costan tirò fuori un coltello serramanico e lo fece scattare vicinissimo al viso di mia cugina.

‘Succhiagli il cazzo, troia! Se no vedi cosa ti succede! Il tuo bel visino rimane deturpato per tutta la vita!! Muoviti prendiglielo in bocca’

Serena rimase immobile e allora lui avvicinò la punta della lama ai suoi occhi ‘.

‘Fai come ti dico se no ti buco un occhio!!!’

Serena, a questo punto fu obbligata ad inginocchiarsi davanti a suo padre e sentì la mano di ‘Pitone’ che le spingeva da dietro la nuca obbligandola ad ingoiare il cazzo del suo genitore. Mio zio subito si agitò e si tirò indietro ”

‘Finitela siete dei pervertiti , lasciateci stare, basta adesso!!!!’

Lo zio aveva la mani legate dietro e si divincolava per tentare di liberarsi. Gli si avvicinò Costan e ‘

‘Fatti succhiare il cazzo da tua figlia se no te lo taglio di netto !!!’

Lo zio Carlo con il cazzo ormai molle fu sospinto verso sua figlia da Costan che ordinò nuovamente a Serena ‘.

‘Ciucciaglielo, muoviti, facci vedere come fai bene i pompini, su muoviti succhiaaa!!!!’

Serena con sul viso una smorfia di disgusto imboccò il cazzo di suo padre e cominciò a muovere il capo avanti e indietro. Pitone che le stava attaccato al culo l’aveva afferrata per i capelli e le dava il giusto ritmo spingendola in avanti e tirandola subito indietro.
Nonostante il primo senso di ripulsa per questo atto ignominioso compresi, dal cazzo che gli era diventato duro, che in fondo lo zietto gradiva la pompa che gli stava facendo sua figlia.

‘Paparino te lo succhia bene tua figlia?? Ce l’hai bello duro!! Ti piace eh?? Sei un porco maiale!!! Dai sborrale in bocca, riempila di crema a ‘sta troia di merda!!!!’

Lo zio Carlo stava con il capo rovesciato all’indietro e dalla bocca semiaperta uscivano dei sospiri rapidi uno dietro l’altro sempre più vicini ‘..

‘Aaaahhhh ‘ aaahhhhh ‘. aaaahhh ‘. aaaahhhhhh ‘..’

Mentre mettevo l’olio nella padella mi accorsi che dietro a Serena si era piazzato Vincenzo. Aveva il cazzo fuori, duro, era un membro di normali dimensioni, circonciso e parecchio ricurvo verso l’alto. Il ragazzo, senza parlare, glielo appoggiò al culo di mia cugina, poi ruppe il silenzio e per la prima volta udii la sua voce ‘

‘Dai brava succhia il cazzo a tuo padre che io ti inculo ”

E poi ancora …

‘Che culo che hai bella troiettaaa ”

Di fianco al trio vi erano tutti gli altri, mentre mio padre, mia madre, mio fratello, la zia e i due fratelli di Serena stavano seduti sul divano ed assistevano impotenti a quanto stava avvenendo davanti ai loro occhi. Mirko con il cazzo in una mano e la mia macchinetta digitale nell’altra scattava foto in continuazione ‘. clac, clac, clac………….

Da dietro Vince si fece strada nel culo di Serena, che nonostante il suo visino angelico, probabilmente, non era alla sua prima esperienza anale. Notai infatti che il cazzo le era entrato nel culo senza alcuna difficoltà apparente. In effetti sembrava piacerle la cosa e spingeva il culo all’indietro per meglio offrirlo al suo sodomizzatore.

‘Toh prenditelo in culo porca maiala, ti ho scelta perché hai la faccia da troia!’

Pitone incitava Vince ‘.

‘Sborrale dentro dai, riempile il culo di sborra, allargaglielo bene che poi ci ficco il mio!!!

Un gemito roco e prolungato mi fece capire che Vince stava eiaculando nel sedere di mia cugina, poi vidi una cosa che mai più avrei avuto il piacere e l’onore di vedere nella mia vita. Un cazzo, si ma non un normale cazzo, no, era veramente un pitone gigante, lungo sui trenta centimetri, dava l’impressione d’essere pesante, con una cappella viola gigantesca, se lo teneva in mano alla base e per coprirlo tutto credo sarebbero occorse almeno altre due mani delle sue.

Fammi spazio Vince, che me la voglio inculare anche io’

‘Si, vieni ‘Pitone’, eccoti il culo bello aperto, ficcaglielo dentro al volo!’

Quando la mostruosa nerchia dell’uomo dilatò l’ano di Serena dalla bocca ripiena del cazzo di suo padre uscì un urlo soffocato, vidi gli occhi stralunati di mia cugina ed immaginai la sua atroce sofferenza, poi suo padre ‘.

‘Ummmm godoooo, godoooo ti sborro in boccaaaa, sborrooo, sborrooooo ”’

La mia deliziosa e timida cuginetta ingoiò tutto il seme del papà, mentre ‘Pitone ‘ glielo spingeva dentro fino alla radice ‘.

‘Ti piace anche il mio eh? Scommetto che godi anche con il culo vero?’

Ora con la bocca libera Serena aspirava aria a pieni polmoni, e ad ogni colpo la apriva e la chiudeva stringendo gli occhi e digrignando i denti, poi nuovamente un respiro a bocca aperta ed ancora altre smorfie di sofferenza estrema. Sembrava che patisse le pene dell’inferno per quella bestia piantata nel culo ma il suo era dolore misto a piacere ‘

‘Dimmi se ti piace troiaaa ”

La risposta furono alcuni lunghi gemiti ‘.

‘Uuuummmhhhhh, Uuuummmhhhhh, Uuuummmhhhhh, Uuuummmhhhhh, Uuuummmhhhhh ‘..’

Costan si avvicinò alla coppia e tirò fuori il cazzo, anche il suo era un bel pisellone, ma non certo come quello di ‘Pitone’. Se lo prese in mano e lo porse alla ragazza, ormai lei non ci faceva più caso e iniziò tranquillamente a spompinarlo mentre il suo corpo era scosso dalle spinte violente di ‘Pitone’
Forse per merito della bravura di Serena il pompino durò veramente poco e quindi il ‘grande capo’ ‘..

‘Ti sborro in bocca, brava piccola baldracca, ti riempio la bocca, come succhi bene, brava, daiiiii, bevi troietta, bevimi la sborra, uuummmhhh, sborroooo, sborrrooooo, uuummhhh, aahhhhh!’

Serena, ingoiò anche lo sperma di Costan, e gli leccò il cazzo fino all’ultima goccia, mentre la nerchia di ‘Pitone’ le sprofondava sempre più dentro al culo.

‘Vuoi godere porcella, sei una puttana! Godi come una puttana allora, godi vacca!’

Serena ormai libera da inibizioni si lasciò andare e ‘

‘Siii continua, continua, godoooo, godoooo, oddio, oddioooo, vengo, vengoooooo, uuummmmhhhh, ahhhaaaaaaa, aahhhaaaaa”’

‘Ti sborro in culo, ti sborro in culo, troietta!!!!!

Clac, clac, clac, clac………………. Ancora foto, una dopo l’altra, immortalarono le porcate che si stavano svolgendo davanti ai miei occhi.

Mirko, il fotografo solitario, ora se ne stava appoggiato alla parete e con la mano destra continuava a scattare foto, mentre con la sinistra si menava il grosso cazzo rigido e gocciolante….

Buon sesso a tutti by ombrachecammina

A presto il seguito delle avventure di Linda e dei suoi parenti in balia dei sei rapinatori delinquenti incalliti.

Se volete scrivermi mail per commenti, suggerimenti ed altro questa è la mia mail: alexlaura2620@libero.it

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