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Racconti Erotici Etero

3 – Forica: A casa mia

By 17 Novembre 2019Dicembre 16th, 2019No Comments

Dopo l’estate passata insieme in varie spiagge venne l’autunno e dovemmo cercarci un posto caldo ed accogliente dove amarci.

I genitori di Forica andarono ad abitare in campagna lasciando la casa in città libera. Una bella idea fu farla diventare la nostra alcova.

L’occasione si presentò in novembre, di pomeriggio, dopo il lavoro.

Pranzammo separatamente, poi Forica mi telefonò per invitarmi a salire in casa sua.

L’appartamento era all’attico del palazzo con una vista mozza fiato.

“Complimenti! E’ proprio bello stare qui. Mi fai vedere la casa?”

“Ecco! Qui c’è la cucina, dietro la porta che vedi c’è un disimpegno da cui si accede alle camere da letto. C’è caldo perché il riscaldamento è in funzione.

 Nella stanza matrimoniale, arredata con gusto, c’era un grande letto più ampio dei soliti. Era basso con la spalliera in tubi d’ottone. Un grande specchio su una parete rifletteva ciò che accadeva sul letto.

La baciai e la spinsi sul letto. Nel cadere mi tirò sopra di lei e spogliandoci cominciammo ad amarci.

La misi con la schiena sulle lenzuola e cominciai a leccarle la fighetta. Era bagnata ma pelosa.

Le proposi di raderla.

– Poi depilerò anche te. I ‘baffi’ sul tuo uccellone non mi piacciono e voglio sentire la mia fighetta a contatto con la base del tuo cazzo. Lo voglio tutto dentro. Mi voglio sentire piena.

Andammo in bagno e iniziai a depilarla. La figa emanava già i suoi profumi. 

Con la scusa di depilarla meglio allargai le labbra e feci uscire il clito, già eretto, dal suo cappuccetto. Era meraviglioso, chiedeva di essere toccato e leccato.

A depilazione del pube finita, la mia mano andò tra le gambe aperte e sfiorando le labbra tirò alcuni peli che erano rimasti e altri peli che si trovavano ancora più giù tra la figa e il culo, mi fece capire che avrei dovuto eliminare anche quelli. L’indugiare delle sue dita in quella zona sensibile la eccitava enormemente ed emetteva lievi lamenti. Per l’opera di rifinitura non faticai a sistemarla piegata ad angolo retto e con un rasoio a ripulire da ogni pelo anche quella zona del culo. Per agevolare quell’azione dovetti afferrare le sue sode natiche e mostrare il suo lato B aperto, molto arrapante

A lavoro finito volli provare con la lingua se la depilazione della figa fosse stata fatta ad opera d’arte e detti dei colpi tra le labbra. Forica si inarcò per il piacere e dalla figa uscirono altri succhi profumati che mi eccitarono ancora di più. Lei era seduta su uno sgabello e nel piegarsi all’indietro per la goduria si appoggiò al top del bagno. Allargava sempre di più le gambe per poter essere leccata meglio. Godeva come mai l’avevo vista. Della mia Forica iniziale appariva ben poco, una nuova donna più disinibita e più conscia del piacere sessuale stava nascendo.

Riprendendosi con voce sussurrata mi disse che la depilazione dovevo farla anche io.

Toccandomi e baciandomi mi disse:

“Posso?”

“Prego!” risposi.

Non ebbe difficoltà a fare l’operazione anche se il cazzo era ben dritto e duro.  Lo contemplò e toccò con delicatezza, come solo una donna sa fare, la superficie ondulata del mio sesso.

Mi passò il rasoio anche tra le natiche in modo da depilare tutta la zona del mio culo.

“Sei più liscio e ti posso leccare anche dietro”

Questo presagiva che avremo passato delle ore piacevoli a godere dei nostri sessi.

Non avevo mai avuto una donna che mi leccasse il culo o che gli desse importanza.

Mi eliminò i peli e la sensazione che ebbi fu straordinaria. Mi sentivo più libero, pulito, eccitato, mi piaceva sentirmi liscio come una pesca ed avevo voglia di mostrami a lei e di farglielo sentire fino al collo dell’utero.

Poi si sollevò ed andò a sedersi sul piano di marmo del lavabo.

 

Lo spettacolo che si presentò era da far drizzare il cazzo anche agli eunuchi.

Due labbra rosa aperte, il clito fuori e ben grosso, lungo e congestionato dalla voglia di essere toccato. Profumi e miele a volontà.

La leccata prese vigore. Mi sembrava di succhiare un cazzetto.

Lei ansimava, si dimenava e sollevava le gambe affinché potessi farla godere maggiormente. Appoggiò i piedi sulle mie spalle e le sue sulla parete retrostante. Ormai era aperta come mai l’avevo vista. La luce del sole ed anche quella elettrica la rendevano bellissima e poteva ammirarla e riempirmi gli occhi. L’eccitazione dovuta al trattamento che le facevo ed il fatto che fosse esposta e visibile in ogni sua parte mi eccitava. Mi chiese di entrare in lei. Era bagnatissima e profumatissima.

Le misi il cazzo nella figa affondandolo completamente. Lei ebbe un sussulto e poi iniziò a muoversi per prenderlo tutto.

Ansimava e si agitava.

“Dimmi che ti piaccio. Mi fa godere sentirmelo dire. Ti sento tutto fino in fondo. Sfondami. Voglio godere tanto. Mi sento tuta aperta. Sono tutta tua, voglio essere la tua femmina per sempre. Continua a darmelo. Non smettere. Sto godendo tanto. Mi sento un animale da monta. Che bello!

La prendevo completamente. Sentivo la sua figa avvolgermi, spingermi fuori poi risucchiarmi dentro. L’effetto della depilazione era fantastico. Le sensazioni erano incredibili e mai avrei immaginato di sentirla così bene.

Uno spruzzo fuori della figa ed un suo irrigidimento contemporaneo insieme ad un urlo indicarono che avevo raggiunto l’orgasmo.

Ci trasferimmo a letto.

Mi leccò il glande per raccogliere lo sperma che ancora usciva.

Si mise sulle ginocchia rivolta verso lo specchio e mi chiese di scoparla da dietro.

“Ho voglia di sentirlo ancora dentro di me” disse

La infilai il mio cazzo senza aspettare un secondo e guardandomi dallo specchio mi incitò a spingere di più.

“Dai! Continua. Ne voglio a kilometri. Mi sento una vacca. Sono la tua troia. Si! La tua puttana. Mi piace chiavare con te. Il tuo cazzo è una meraviglia. Mi sai montare splendidamente. Sono la tua cavalla da monta. La mia figa è per te”

 Più parlava e più mi si ingrossava il cazzo e più aumentava la voglia di venire.

Cambiavo continuamente ritmo per evitare di venire troppo presto.

Lo spettacolo che si vedeva nello specchio era unico.

Vedevo lei parlare, toccarsi il clito, le mammelle, tirasi i capezzoli ed anche il suo bel viso scosso dalle ondate di piacere che salivano dalla figa.

“Hai preso la pillola?” le chiesi.

“Si, vienimi dentro”

Non aspettavo altro. Un getto prepotente invase la sua calda figa.

Uscii da lei e si rigirò. Continuò a masturbarsi velocemente e gridando vidi uno spruzzo che mi colpi sul petto. Un profumo unico si diffuse per la camera e sul lenzuolo del letto si formò una macchia di bagnato.

Con la lingua andai a raccogliere i suoi succhi e lei fece altrettanto su di me.

Mise, poi, la mano sulla figa e raccolse ciò che usciva da dentro. Se lo mise in bocca e con un bacio profondo ce lo scambiammo.

“Ora sono la tua puttana!” disse “Mi ha eccitato moltissimo vederti nello specchio mentre mi cavalcavi. Mi hai riempita completamente. Era quello che volevo”

E continuò

“Devo farti vedere che cosa uso quando sono sola a letto”

Aprì un cassetto e prese una farfallina verde vibrante.

“Questa è la mia compagna quando sono sola e quando ti parlo al telefono. Mi aiuti ad indossarla?”

La aiutai a passare le stringhe ed a fissarle.

Posizionò la farfalla proprio sopra il clito e mise in funzione il vibratore. Iniziò ad andare in estasi nuovamente.

“Hai visto come sono una troia. Ho sempre voglia di godere, di venire, di farmi vedere nuda con la fighetta bagnata.

Disse questo infilandosi le dita nella figa già bagnata.

Le bloccai le mani dicendole che alle troie non sempre era consentito godere a volontà.

“Che vuoi fare?”

Presi le calze dai piedi del letto e le legai le braccia la spalliera.

Mi avvicinai e le infilai senza un minimo di delicatezza il cazzo nella figa.

Sentivo le vibrazioni della farfallina.

Entrai ed uscii da lei e le venni dentro.

Lei godeva di quello stato di parziale libertà. Mi inchinai e leccandole la figa grondante anche dei miei umori venne con un orgasmo fantasmagorico.

Le proposi di uscire per fare una passeggiata.

“Possiamo andare a fare shopping. Io ho necessità di biancheria intima” le dissi.

Si preparò. Durante il lavaggio e la vestizione volle che la aiutassi. Era solo la scusa per essere toccata.

Era una serata di sesso e aveva voglia di farlo in modo sfrenato.

Non mise reggiseno infatti le sue mammelle erano ben sode e potevano stare libere.

Sotto la gonna non mise niente e lasciò che la figa fosse libera con la farfallina in funzione.

 Vedendo le vetrine mi tirava a se facendomi sentire il suo seno.

I commenti che per gli altri potevano essere sugli oggetti esposti altro non erano che il rapporto sulle sensazioni provate a stare a novembre senza niente tra le gambe.

La farfalla vibrando faceva nel contempo il suo dovere.

“Ho il clito grosso e non posso più aspettare”

“Entriamo in questo negozio” mi disse.

Era un negozio di lingerie.

All’interno incontrammo un’amica comune che avevamo perduto di vista.

Dopo i rituali convenevoli Forica chiese di poter provare dei reggicalze, dei nuovi perizomi e dei reggiseni a balconcino.

Con l’amica, chiacchierando e tenendosi per mano andarono in una cabina per provare i capi.

Dopo aver tirato la tenda non vidi e non sentii più le loro voci ma poco dopo dei respiri profondi.

“Vuoi vedere che stanno lesbicando?” Mi dissi.

Avevo ragione. Lo scoprii scostando la tenda.

Alcuni capi di lingerie erano su uno sgabello altri a terra.

Forica aveva un bel reggiseno verde a balconcino che le teneva le tette sollevate con i capezzoli in avanti.

Le calze nere un po’ coprenti erano tenute da un bel reggicalze blu.

Era proprio una bella figona.

L’amica e Forica si toccavano le mammelle ed anche la figa. La farfallina era a terra.

Mi ritrassi e feci finta di niente.

Nell’uscire dal negozio suggerii a Forica di invitare l’amica Bianca a cena che accettò felicemente.

Si presentò a casa con una bella minigonna nera ed una camicetta color fucsia. Le gambe decisamente belle e proporzionate alle altre dimensioni del corpo, ma soprattutto perfettamente diritte tanto che la cucitura posteriore era un accessorio di ottimo gusto che ne dimostrava la verticalità. Il tacco delle scarpe nere era alto 10 centimetri. La riga delle calze le dava un aspetto molto erotico.

“Come fai a stare tutto il giorno in negozio su quelle scarpe?” le chiesi

“Le tolgo spesso durante la giornata. Soprattutto quando vado nei camerini con le clienti”

Ne chiesi il motivo e la risposta fu “Te lo posso dire perché ci hai scoperto a leccarci con Forica. Le tolgo quando lecco la figa di qualche amica-cliente per non ferirla con il tacco dato che lo spazio a disposizione è un po’ stretto.

“Bianca, non sapevo che fossi lesbica. Non ho niente da dire contro queste donne, anzi! Sapevo che hai avuto dei ragazzi e che ti piaceva il maschio. Mi puoi dire che cosa è accaduto che ti ha fatto scoprire questo lato sessuale?”

“Ecco, vedi! Mi piacciono i maschi ben dotati e godo nel fare l’amore con loro ma un giorno un’amica, che conosci anche tu, nel camerino del negozio mi ha portato a fare l’amore lesbico e da allora lo faccio quando sono sicura che l’altra donna mi vuole oppure è in calore. Ecco perché accompagno nello spogliatoio le clienti. Sai quante ragazze ho toccato!  … Sei arrapato? Fai vedere?”

Bianca mi tocco il pantalone dall’esterno e constatò che avevo il cazzo duro. Stavo per esplodere.

“In questo momento tu cosa vorresti fare? Preferisti essere scopata o leccata da una femmina?”

Forica ascoltava ed osservava sia me che Bianca. La sua figa doveva essere già una fontana.

Bianca rispose “Vi vorrei tutti e due. Ma ora finiamo la cena! Forse è meglio!”

“Mio marito non sa del mio lato lesbo e debbo confessarti che qualche volta avrei preferito una donna a lui”

“Che scusa hai inventato per stare con noi stanotte?”

“Nessuna scusa perché lui è fuori città per un corso di aggiornamento. Sai i Vigili Urbani hanno sempre qualcosa da fare!”

Forica e Bianca ripresero a parlare di conoscenze comuni e di gusti nel vestirsi e truccarsi. Parlarono di parrucchieri ed anche di mostre d’arte. Anche io partecipai alle discussioni ma la mia mente pregustava una scopata con Bianca e Forica insieme.

È inutile dire Forica e Bianca erano assai ciarliere ed io ero assorto a gustare e pensare a quali giochi fare dopo cena. Sotto il pantalone il mio membro si dilatava e si ritraeva.

A fine cena andarono in cucina per riordinare e ad un tratto non le sentii più parlare.

Mi dissi “Vuoi veder che stanno lesbicando nuovamente?”

Entrai e le trovai allacciate in un bacio molto profondo.

Bianca mi vide ad allungò una mano per farmi avvicinare e così iniziammo a baciarci in tre iniziando un rapporto che continuò sul grande letto con lo specchio che rifletteva le nostre immagini.

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