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Racconti Erotici Etero

3. IL MIO COLLEGA

By 7 Agosto 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Nevica. Io sono sola al lavoro, tutti erano andati via presto, per paura di rimanere bloccati dalla forte nevicata. A me piace quella quiete, mi piace il silenzio ovattato della neve, quel paesaggio meraviglioso, quei fiocchi che sembrano seta, l’odore dell’aria umida…Sono assorta nei miei pensieri, quando sento la porta aprirsi. Un po’ spaventata mi dirigo all’ingresso e vedo R., il mio collega.
“Ciao, come mai qui a quest’ora?” gli domando.
“Sono andato via in fretta e ho dimenticato il cellulare qui da qualche parte.”
“Hai visto come nevica? Sei tornato indietro solo per riprendere il cellulare?”
“Veramente avevo voglia di vederti…”
“Davvero? ”
“Ma non c’è nessuno, sei da sola?”
“Sì, sono andati via tutti prima, per paura della neve. Sono rimasta sola…”
“Interessante. Allora nessuno si offenderà se scendi di sotto con me”
Mi fa cenno di seguirlo, ed io lo seguo, incuriosita. Scendiamo giù per le scale al piano di sotto, percorriamo il corridoio buio, illuminato debolmente da una luce verde d’emergenza. R. apre la porta dell’aula di musica. Quell’aula è magica per lui, ogni tanto, alla fine del turno, si chiude lì a suonare la chitarra.
“Dai, siediti, ascolta questo pezzo, dimmi se ti piace.”
“Ok” e mi siedo su uno sgabello alto di fronte a lui.
Lui comincia a suonare ed io sono incantata dal modo in cui fa scivolare le sue dita sulle corde della chitarra; quello che ne esce è magia, pura magia; adoro sentirlo suonare.
“La riconosci?” mi domanda, interrompendo la melodia.
“Sì, è ‘The one’ degli U2. Adoro questa canzone e tu la suoni divinamente…”
R. riprende a suonare ed a me si muove qualcosa dentro…
Mi guarda un attimo in viso e mi domanda:
“Perchè stai arrossendo?”
“Una stupidaggine, non preoccuparti, continua a suonare, mi piace…”
“No, voglio sapere perchè sei arrossita così vistosamente!”
“E va bene, ma tu non giudicarmi male; forse è il pezzo che stavi suonando, forse perchè quando prendi in mano una chitarra esprimi tutto te stesso e le tue emozioni si possono quasi toccare, ma io mi chiedevo…”
“Che cosa, che cosa ti chiedevi?”
“Mi chiedevo come sarebbe…come sarebbe sentire le tue dita su di me…”
R. mi guarda con uno sguardo sornione.
“Dai, non guardarmi così, ho detto una cavolata! Mi sono lasciata trasportare…”
“No, aspetta, io pensavo che tu non volessi saperne. Quando ti faccio una battuta, cambi discorso e fai finta di nulla. Ho sempre pensato di non interessarti.”
“Ti sbagli, se cambio discorso è per paura, per timidezza, non so nemmeno io. Ma ora posso dirtelo, forse perchè siamo soli, tu mi piaci.”
“Anche tu mi piaci e parecchio anche!”
R. lascia a terra la chitarra e si avvicina a me; io rimango seduta sullo sgabello, lui mi prende il viso fra le mani e mi bacia, delicatamente, ma intensamente; un bacio lunghissimo, io dischiudo le labbra e le nostre lingue si intrecciano. Con quel bacio avverto un calore che mi sale su, che mi avvolge la testa.
“R., penso che sia meglio fermarsi qui…”
“Scherzi?”
“Ma potrebbe arrivare qualcuno ed io non me la sento sul lavoro di…”
“Con questa neve non verrà nessuno. Comunque il tuo turno è finito, vai su, timbri, chiudi la porta a chiave, spegni le luci e torni qui da me, per goderci un momento tutto per noi…Dai, ho voglia di stare con te.”
Un po’ titubante, mi allontano da lui, salgo di sopra, timbro, chiudo la porta a chiave e spengo le luci; mi soffermo a guardare fuori, la neve illuminata dalla luce gialla dei lampioni è veramente uno spettacolo unico, l’atmosfera è davvero molto romantica.
Scendo, non mi piace ammetterlo, ma sento già un brivido lungo la schiena e sento che la mia fichetta comincia già a reclamare il suo spazio.
Nel silenzio del corridoio odo una musica in lontananza, proveniente dall’aula di musica; R. avrà acceso lo stereo. La porta è socchiusa, entro, ma lui non c’è, vedo una candela accesa che illumina il centro della stanza, gli angoli sono bui. Ad un tratto, senza alcun preavviso, sento R. arrivarmi alle spalle ed afferrarmi per i fianchi; il suo alito caldo mi stuzzica la nuca.
“Non muoverti, non parlare, resta ferma così, voglio sentirti così…”
Sento il suo corpo aderire al mio, le sue braccia ora mi cingono la vita, il suo respiro si fa più affannoso, lui comincia a tempestarmi il collo di baci, le sue mani salgono e cominciano a danzare in maniera eccitante sul mio seno, i capezzoli duri sotto la maglietta fina di cotone.
“Voglio immaginare tutto di te, voglio sentirti e vederti ancora prima di spogliarti…”
“Sììì? Esplorami tutta, sono in tuo potere…”
Sento R. muoversi dietro di me, il suo bacino aderisce perfettamente al mio sedere e posso sentire sulle natiche il suo rigonfiamento.
“Mi eccita, mi eccita da morire il tuo culo, rotondo. Non te l’ho mai detto, ma quando lavoriamo e tu sei girata, a volte mi capita di farci cadere lo sguardo…Hai un culo fantastico!”
Lui non può vedermi in viso, ma mi sento avvampare e questa volta non per l’imbarazzo. Il mio cuore accelera i battiti, il mio respiro si fa affannoso, mentre sento R. spingere il suo bacino contro il mio culo, sempre più freneticamente. Trovo la forza di staccarmi da lui, dalla sua coinvolgente danza erotica, mi giro e lo osservo alla luce della candela.
“Sono contenta che tu sia tornato qui oggi, sono contenta di trovarmi in questa stanza con te, sono eccitata…”
Gli prendo le mani, me le porto alla bocca e ne succhio le dita lentamente, guardandolo negli occhi. Lui sostiene il mio sguardo e la passione esplode. Abbandono le sue dita e mi avvinghio a lui, baciandolo con tutto il mio trasporto; ci baciamo per un po’, muovendo le lingue, mordicchiandoci le labbra, mugolando per il desiderio.
“Ora siediti sulla scrivania in mezzo alla stanza, ho acceso apposta la candela, voglio osservare il tuo scorpo sinuoso muoversi e contorcersi al lume fioco e labile della sua fiamma. Sei stupenda…”
Io ormai sono preda del suo desiderio, del luccichio dei suoi occhi, mi allontano da lui in silenzio e mi appoggio alla scrivania, mentre la luce della candela mi illumina alle spalle.
Mi sfilo la maglietta, slaccio i jeans e li apro, facendo intravvedere un perizoma di pizzo nero, me li sfilo lentamente e rimango in reggiseno e slip.
“Sei proprio fantastica!”
“Vieni qui…” gli suggerisco. Lui si avvicina a me ed io lo bacio. “Ora tocca a te, voglio spogliarti io”.
Gli sfilo la maglia e accarezzo il suo torace, poi mi inginocchio e slaccio i suoi pantaloni, glieli abbasso e tasto il suo rigonfiamento. I suoi boxer stretti lasciano trapelare tutta la sua eccitazione, mi eccita osservare il suo membro che pulsa al mio tocco. Mi avvicino con la bocca e comincio a strofinare le labbra sulla stoffa dei suoi boxer.
“Se continui così, me lo fai saltare via, abbi pietà…”
“Mi piace giocare così, portarlo al massimo dell’eccitazione, annusarlo, tastarlo…Non preoccuparti, sarà una breve tortura…”
E dicendo così, infilo la mano nei suoi boxer e lo accarezzo, lo tocco e lo stuzzico con le dita.
“Così ti piace di più?”
“Mmmmhh…C’è altro che vorresti farmi?”, mi domanda lui, accarezzandomi i capelli. Sorrido, lo guardo con trasporto e poi gli abbasso i boxer, liberando così il suo cazzo.
“Sì, ora c’è altro che vorrei farti…”. Comincio a leccargli la punta con la lingua, poi lo faccio sparire quasi completamente in bocca, mentre le mie mani massaggiano le sue palle dure come il marmo. Il ritmo del mio pompino aumenta, i suoi gemiti mi incitano a continuare, mentre le sue mani appoggiate alla mia testa mi danno il ritmo.
“Sìììì, così, fantastico…sììì…”
Continuo così per un po’, lo lecco, lo massaggio, lo spompino. Ad un certo punto gli prendo le mani, spostandole dalla mia testa, e rallento il ritmo, fermandomi. Lui mi guarda e capisce dal mio sguardo. Mi fa sistemare seduta sul bordo della scrivania, mi allarga le gambe, le massaggia e si tuffa con la testa in mezzo alle mie cosce.
“Voglio sentire il tuo sapore, voglio inebriarmi del tuo odore, la sento bagnata, ora ti sposto gli slip e ci passo la lingua in mezzo. Ti voglio bere tutta…”
Così dicendo comincia a muovere sapientemente la sua lingua sulla mia fichetta spalancata, ogni suo passaggio è un brivido, ogni sua leccata un sussulto, una scossa. Poi si stacca, e mi dice: “Ora ti faccio sentire come si muovono le mie dita da chitarrista nella tua fichetta fradicia…” – “Sììììììììììììììììì, fammele sentire, muovile dentro di meeee, daiii!!!”.
Sono sempre più presa dall’eccitazione. Lui comincia a penetrarmi con le dita, sempre più velocemente, sempre più al limite di un piacere esplosivo. Riesco solo a dire, quasi ad urlare: “Così mi fai v-v-venireee….” – “Vuoi che mi fermi? Ho voglia di farti impazzire, questa scopata ce la ricorderemo a lungo!!!”
R. mi prende per le braccia, mi dice di girarmi, e mi mette a pecorina sulla scrivania. Introduce ancora le dita dentro la mia fichetta grondante ed ancora una volta mi fa impazzire col suo ritmo sostenuto, portandomi al limite del piacere. Poi prende a leccarmi, quasi con lo stesso ritmo, mi passa la lingua da davanti a dietro, insistendo con la punta sul mio ano e poi, mentre con la lingua succhia il mio clitoride gonfio, con il dito stuzzica il mio ano, facendomi andare in visibilio.
“Oddio R., è fantastico, come lo fai beneee!!! Ti adoro, mi fai morire!!! ” – “Sul serio? Mi piaci, stravedo per il tuo culo e la tua fichetta fradicia…Ce l’ho durissimo, voglio infilartelo dentro, non ce la faccio più ad aspettare…” La sua voce spezzata dal desiderio crescente, le sue favolose mani da chitarrista su di me ad accarezzarmi tutta.
“Sì ti voglio tanto, infilamelo, dammelo tutto, ti pregooo!!!” E finalmente R. infila il suo cazzo durissimo dentro la mia fighetta gonfia. “Sììì” esclama “che sensazione paradisiaca, come ce l’hai calda, bagnata, mi piace farlo scorrere così, essere tutt’uno con la tua essenza…” – “Sììì, è fantastico !!!” R. mi afferra per i fianchi e comincia ad aumentare il ritmo delle sue spinte, spingendomelo dentro tutto fino al massimo. Mi piace essere presa da dietro, è la mia posizione preferita perchè il cazzo duro si sente proprio tanto, proprio tutto. R. spinge, spinge, lo fa uscire un po’ e poi lo spinge dentro di botto, facendomi letteralmente impazzire. Il ritmo è frenetico e sento il suo cazzo gonfiarsi dentro la mia fica, io la contraggo, in modo da stringerglielo il più possibile nella morsa del mio calore, dentro di me è tutto un incendio, sento che sta per venire. Dopo qualche spinta al limite delle contrazioni, R. mi dice con la quella voce rotta dall’eccitazione che mi piace tanto: “Sto per venireee. V-vorrei venirti dentro, ma…” – “Ma non si puòòò”, lo interrompo io. Allora lui lo sfila, tutto lucido e bagnato dai miei umori, con le dita entra nella mia fichetta massaggiandola col suo tocco da chitarrista e mi sussurra: “Ti dispiacerebbe se provassi a scoparti nel culo?” – “No, affatto, anzi mi piace!”. Lui non perde un attimo, lo lubrifica infilandolo ancora dentro di lei e poi lo sposta appoggiandolo all’ingresso del mio culo. Piano piano prova a far entrare la punta, l’inizio è fondamenale, fondamentale farlo con dolcezza. Lentamente il suo cazzo si fa spazio nel mio culo, io non oppongo resistenza, rilasciando i muscoli e godendomi il suo movimento lento. Ecco, è entrato, ora il suo cazzo si muove dentro di me con maggiore sicurezza, ed il suo movimento si trasforma in puro piacere. “Sììììììììììììììììììììììììì” , urlo “cosììììììììììììì, daiiii!!” – “Sei veramente una porca, mi piaci così, senza freni !!! Sììììììììììììììì!!!” il suo ritmo cresce, le sue spinte sono sempre più profonde e secche. “Questa volta non mi fermo, questa volta voglio esplodere dentro di te!!!” – “Non devi fermarti, così mi fai impazzireee!!!” Intanto che lui spinge come un forsennato, io mi tocco la fichetta con le dita, sto per scoppiare, mi stuzzico, mi penetro, sento il mio clitoride sempre più gonfio, sempre più reattivo. Lui spinge, vigorosamente nel mio culo ed io sto godendo di tutto, di lui, del suo desiderio, delle mie dita, del contatto delle sue mani sui miei fianchi. “Sìììììììììììì, continua, sto per venireeee” urlo con tuttto il fiato che ho. Sono al limite, ma anche R. lo è, lo sento dentro sempre più duro e frenetico, fantastico. “Anch’iooo, non resisto moltooo!!! Il tuo culo mi fa impazzireee! ” – Continua con qualche spinta, all’improvviso sento le sue contrazioni all’intero del mio culo, gli schizzi mi riempiono, il suo orgasmo improvviso e prolungato mi eccita ulteriormente ed anch’io mi lascio andare ad un orgasmo liberatorio, sconquassante. Rimaniamo così per un po’, il suo cazzo grondante dentro il mio culo ed io letteralmente sdraiata sulla scrivania, le mie dita fradice, la mia fichetta gonfia e bollente; rimaniamo così, a goderci le ultime sensazioni di un rapporto davvero esaltante, in silenzio, troppo esausti per dire qualsiasi cosa, forse incapaci di trovare le parole per descrivere quello che era successo fra di noi…

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