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Racconti Erotici Etero

38. UN LUNEDI’

By 12 Dicembre 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

/// Ho scelto un albergo sul lago, sperduto in mezzo alle montagne, per trascorrere qualche ora di passione con te. Abbiamo atteso a lungo questo lunedì, lo abbiamo studiato nei minimi particolari, perché nulla vada storto.’
Lo abbiamo bramato con tutta la voglia possibile, durante le chat consumate a notte tarda.’
“Ti voglio…”
“Non vedo l’ora di essere chiuso in quella stanza con te…”
“Voglio farti impazzire…”
Quanta eccitazione è passata attraverso le nostre parole?’
In questi giorni non abbiamo pensato che a questo, stuzzicandoci a tal punto, da non poterne più.’
Sono pronta, in borsa ho tutto l’occorrente: olio profumato, lubrificante e un barattolo di nutella, che ho promesso di spalmarti ovunque.’
Entro in auto e la gonna sale sopra il ginocchio, scoprendo il bordo di pizzo dell’autoreggente. Sorrido, pregustando l’effetto che il mio abbigliamento avrà su di te.
Un tuo messaggio mi avverte che mi stai già aspettando nel parcheggio che abbiamo scelto per incontrarci e da dove partiremo con la tua auto, per raggiungere la nostra alcova. Accelero, sono già eccitata all’idea di te.’
Ti vedo appoggiato allo sportello del tuo fuoristrada, sei talmente alto e imponente che sarebbe difficile non notarti. Parcheggio e scendo dall’auto, mentre tu mi vieni incontro.
“Finalmente, tesoro, sei qui…”, mi sussurri all’orecchio.’
Appoggi la bocca alle mie labbra e tutta l’agitazione si scioglie in un bacio sensualissimo.
Saliamo in auto, entrambi eccitati, per quello che ci siamo promessi in chat e che avremmo fatto lungo il tragitto. La tua mano si sposta dal cambio alla mia coscia e quando senti il pizzo dell’autoreggente, hai un’esclamazione di ammirazione.’
“Aspetta di vedere che cosa indosso sotto…”, ti dico e allungo la mano verso di te, appoggiandola sulla tua gamba.
Sento la pressione della tue dita sulla pelle e divarico leggermente le gambe, per farti arrivare più su.’
“Come sei calda…”, mi dici eccitato, senza staccare gli occhi dalla strada.
Non riusciamo a evitare di toccarci e sfiorarci, consapevoli dello stato in cui arriveremo in albergo.’

Ti sto pensando, adesso, come ho fatto negli ultimi cinque giorni, come ho fatto la scorsa notte e come farò la prossima e quella dopo ancora.’
Quanto manca a lunedì?
Sto contando le ore…
Insieme a te…///

Mi sveglio tranquilla nel mio letto, in preda a un’euforia che mi fa stare bene. E’ lunedì, finalmente tra qualche ora sarò con te. Trascorro la mattina sbrigando le solite faccende, quelle che farei normalmente e che faccio sempre. Arriva un tuo messaggio, in cui mi scrivi che sei partito e che non vedi l’ora di vedermi; ti rispondo che anche io provo la stessa cosa e che ti raggiungerò il prima possibile. Mi sento leggera come una farfalla, tanto che mi pare di camminare su una nuvola.

Sbirciando sul cellulare, apro la cartella che contiene le foto che ho scattato per te un paio di giorni fa; mi vedo languidamente adagiata sul tavolo della cucina, mentre ammicco alla fotocamera, mettendo in evidenza la scollatura, che fa capolino dal body di pizzo nero. Ho uno sguardo molto particolare in quelle foto e mi rendo conto che tu accendi la parte più perversa di me. Sarà che mi piace giocare con l’erotismo e con il sesso, ma scattarle, sapendo che da lì a un paio di giorni sarebbero state le tue mani ad accarezzarmi, mi ha eccitata moltissimo.

Euforica, mi preparo per uscire e venire da te. Mi lavo e mi profumo lievemente, scelgo un intimo ricercato e arrapante, con un body che mi strizza le tette, infilo le autoreggenti con cura e indosso una maglia scollata e un paio di pantaloni neri attillati.

Sono pronta. Con un sospiro esco di casa e salgo in auto. Comincia la mia scappatella con te, non vedo l’ora di incontrarti. Ripenso a tutto quello che ci siamo scritti in questi giorni, a come sono stata vicina all’orgasmo leggendo le tue parole sul video e a come ti ho immaginato eccitato a toccarti per me.

Ti raggiungo nel parcheggio all’uscita dell’autostrada, accosto accanto al tuo fuoristrada bianco, scendo dalla mia auto e ti saluto con un sorriso. Tu mi raggiungi e ci scambiamo un bacio appena accennato. Un po’ di imbarazzo scivola via, a contatto con le tue labbra.

Salgo sulla tua macchina e ci avviamo verso l’albergo. Mentre penso se allungare una mano verso di te, mi rendo conto che passare dalle parole e dai propositi espressi in chat ai fatti è molto difficile. Te lo confesso, ma cerco ugualmente un contatto con te e ti accarezzo l’orecchio, soffermandomi con le dita sul tuo orecchino.

Ti osservo mentre guidi, hai un bel profilo, e mentre parliamo, guardo la tua mano che si muove sul cambio; qualche tempo fa, ti avevo confessato che vedere la mano di un uomo impugnare il cambio mi eccita, lo trovo un movimento erotico. Le nostre mani si cercano, la tua mano prova ad accarezzarmi lievemente la coscia, ma io la ritraggo, vittima dell’imbarazzo. Me ne scuso, ma è più forte di me e lasciarmi andare mi risulta difficile.

Raggiungiamo l’albergo che sembra fuori dal mondo e il posto ideale per noi. Parcheggi, scendiamo nel silenzio della mattina fredda e ci avviamo per mano all’ingresso. Nella hall ci accoglie il proprietario, che con calore ci dice che stava attendendo il nostro arrivo; sbrighiamo velocemente le pratiche e con un sorriso, l’uomo ci consegna le chiavi, augurandoci una buona permanenza.

Nel salire le scale, il mio culo ti ondeggia davanti e tu non puoi fare a meno di sfiorarlo col palmo della mano. Entriamo in camera e guardandoci un istante intorno, notiamo quanto sia accogliente. Accendo la televisione, per cercare della musica e tu ti avvicini per baciarmi. Rispondo in modo appena accennato, il mio imbarazzo continua a bloccarmi. Dio solo sa che voglia ho di te, non ho fatto che ripetertelo per tutti questi giorni e ora, chiusa finalmente in stanza con te, non riesco a manifestarti il mio desiderio. Ci togliamo le giacche e ci sediamo sul letto. Mi stringi a te e continui a baciarmi, mentre io vado a intermittenza e riesco solo in parte a farti capire quanto ti voglio.

Ti viene l’idea di stappare la bottiglia di vino che hai portato; me ne versi un goccio e lo assaggio, scoprendo immediatamente che non è di mio gusto. Ti leggo un lampo di delusione negli occhi, perché, come me, speravi che in quel vino avrei potuto affogare il mio imbarazzo.

‘Hai cambiato idea?’, mi chiedi a bruciapelo.

‘No!’, ti rispondo io con decisione. ‘Solo che è difficile, ho una voglia matta di stare qui con te, ma la mia mente è anche da un’altra parte. Mi dispiace, Francesco, so che non è come ti aspettavi. Forse siamo stati precipitosi, forse abbiamo saltato un passaggio, forse dovevamo prenderci quella cioccolata calda al bar e stuzzicarci lì.’

Ti guardo con l’espressione affranta, mi sento come una scolaretta che deve giustificare una verifica andata male.

‘Tu mi piaci, tantissimo, da morire, lo sai da sempre, se penso a come mi ha fatto sentire il pensiero di te in questi giorni…io ti voglio, ma se hai cambiato idea, se qui non ti senti tranquilla, se non ti piaccio, dimmelo, non voglio costringerti…’, mi dici con tono calmo e le tue parole mi provocano una piacevole stretta al bassoventre.

‘Mi piaci, Francesco!’, ti confesso, guardandoti negli occhi.

Ti avvicini e mi stringi. Ci baciamo. Finalmente un bacio vero, profondo, anche se ad ogni tuo tentativo di andare oltre, io mi ritraggo. Mi baci il collo, inspiri il mio profumo e sento un brivido che mi percorre la schiena.

‘Non mi sembra vero. Dopo tutto quello che ci siamo scritti e dopo tanto tempo passato a fantasticare, ti ho qui, non sai che cosa significhi per me, non ne hai idea…’. Le tue parole mi arrivano dentro, ma la mia testa non è ancora sgombra dai pensieri e dalla paura di essere scoperta.

Ci sdraiamo sul letto e insinui il ginocchio fra le mie gambe. Ho un sussulto; mi mordicchi dolcemente la pelle, ma quando ti abbassi cercando un contatto col mio seno, mi divincolo e mi allontano.

Cerco un appiglio per non affrontare il tuo sguardo carico di interrogativi e ho un’idea: prendo il pacchetto di biscottini alla marmellata che ho portato da casa e lo apro. Torno a sedermi sul letto, difronte a te e ne mangio uno.

‘Ne vuoi?’, ti chiedo con un sorriso. Annuisci e te ne porgo uno. Tu lo metti in bocca e io mi abbasso a baciarti.

Prendo un altro biscotto e me ne infilo in bocca una parte; mi abbasso su di te e tu afferri l’altra metà. Le nostre labbra e le nostre lingue si uniscono in un bacio sensualissimo. Questa volta gemo di piacere. Mi adagio letteralmente su di te, premendo il bacino contro il tuo.

Mi sollevo, per prendere un altro biscotto e lo sguardo mi cade sulla tua patta. Ti sfioro lievemente con una mano e sentirti gonfio sotto i jeans mi eccita. Ti accarezzo per un po’, distrattamente e languidamente, pensando che sotto quei pantaloni neri non prometti affatto male. Prendo in bocca un altro biscotto e mi sdraio ancora su di te. Questa volta mi tieni stretta a te, stringendo le mani sul mio culo. Ci baciamo con passione e io comincio a muovermi su di te, eccitata a contatto col tuo arnese, ancora ben chiuso all’interno dei pantaloni. Riesci a infilare la mano sotto i miei pantaloni elasticizzati e con un dito sfiori la mia intimità già calda e umida.

Decidi che è giunto il momento di osare e con uno scatto mi rovesci sulla schiena; ora sei tu ad essere sopra di me e mi piace sentirmi sovrastata dalla tua fisicità massiccia. Mi baci voracemente e io mugolo languidamente, godendomi il contatto delle tue labbra e delle tue mani. Quando ti sollevi sulle ginocchia per sfilarmi i pantaloni, non obbietto e ti lascio fare. Mi osservi un istante, rapito dalla balza di pizzo nero delle autoreggenti e ti tuffi con la testa fra le mie gambe, cominciando a leccarmi e a mordicchiarmi la pelle, fino a salire all’inguine. Infili le mani sotto la maglia, convincendomi finalmente a toglierla e mi ammiri, ipnotizzato dalla vista delle mie tette strizzate nelle coppe di pizzo del body trasparente.

‘Wow, sei bellissima…’, sussurri e ti tuffi su di me, a baciarmi tutta.

Questa volta la tua bocca e la tua lingua hanno libero accesso ovunque e si muovono con disinvoltura fra le mie gambe, offuscando il mio autocontrollo. Con due dita scosti body e slip e appoggi la punta della lingua lì, facendomi sussultare; cominci a leccarmela e succhiarmela, muovendoti sapientemente dentro di lei.

Ci fermiamo un solo attimo, per permettermi di spogliarmi e renderti il compito più facile; poi ti tuffi nuovamente con la testa fra le mie cosce, che posso spalancare liberamente sotto la pressione della tua lingua; sono eccitata, lo sento dal rumore che emettono le tue dita che si insinuano dentro di me; mi guardi con gli occhi assatanati, mentre io sollevo il bacino e comincio a danzare intorno alle tue dita.

‘Sì, Francesco!’. Sei finalmente riuscito ad abbattere il muro del mio imbarazzo. Le tue dita che si muovono dentro di me mi fanno impazzire e comincio a gemere forte, sempre di più, mentre la tua mano mi tiene sollevata dal materasso, stringendomi una natica. Poi ci baciamo, cominciando a mangiarci, affamati di noi.

Decido che è il mio turno: voglio finalmente scartare il mio regalo e farti impazzire. Ti sdrai sotto di me e ti accarezzo il torace, scendendo rapidamente sulle tue gambe lunghissime per massaggiarti l’interno delle cosce. Ammiro il rigonfiamento dei tuoi pantaloni e immagino il tuo arnese quasi agonizzante, stretto sotto quella stoffa rigida. Col dito ne seguo rapita il contorno, sorridendoti maliziosa. Mi perdo nella tua espressione languidamente eccitata; è giunto il momento di tirartelo fuori, ho una voglia pazzesca di sentirlo fra le mani. Cerco di slacciarti la cintura, ma la fibbia è bloccata in maniera molto particolare e lascio fare a te. Ti sbottono i pantaloni, e ti aiuto a sfilarli. Sorrido, perché li butti per aria, senza badarci. Allargo l’elastico dei tuoi boxer, dando una rapida sbirciatina, poi li abbasso e finalmente lui è libero di svettare verso l’alto. Lo massaggio, tastandone la consistenza e dentro di me penso che la prima impressione è stata quella giusta e che sei messo bene; vogliosa di assaggiare il mio regalo, mi tuffo su di lui e lo lecco lungo tutta l’asta, soffermandomi sul glande, che scopro sensibilissimo. Lo prendo in bocca decisa e comincio a masturbarti, alternando mani, labbra e lingua. Ti sento gemere e quando alzo lo sguardo verso di te, hai gli occhi chiusi e le braccia dietro la testa, segno che sei totalmente rilassato e che ti stai godendo i movimenti delle mie mani e della mia bocca su di te. Mentre te lo lecco e te lo succhio, penso eccitata che mi piacerebbe farti venire così, ma mi scosto e salgo a baciarti le labbra e il collo.

‘Sei fantastica. Dio, la tua bocca mi fa morire…’. Le tue parole mi incendiano i sensi.

‘Senti come sono bagnata, Francesco…’

I nostri sguardi infiammati sono uno nell’altro, le nostre mani indiavolate esplorano ogni centimetro di pelle, le nostre bocche avide continuano a cercarsi e ad assaporarsi. La nostra voglia si legge in qualsiasi movimento e sappiamo che ormai non possiamo aspettare oltre per possederci.

Prendi la scatola di preservativi e ne scarti uno. Li hai scelti ultrasensibili, ma, per quanto sottili, so benissimo che non sarà come averti dentro al naturale. E’ una vita che non li usiamo, né io né tu e ti osservo divertita, mentre, impacciato, lo srotoli lungo l’asta.

‘Vieni qui…’, mi sussurri e mi rovesci nuovamente sulla schiena, per sovrastarmi col tuo corpo e penetrarmi. Quando mi entri dentro e cominci a scoparmi, è come la liberazione di un piacere soffocato troppo a lungo. Non mi sembra vero di poter godere con te, con un uomo, dopo un lungo periodo trascorso ad accontentarmi del mio vibratore. Mi muovo sotto di te, mentre le tue spinte mi fanno gridare di piacere.

‘Non pensavo che urlassi così tanto.’, mi dici.

‘Ti avevo avvertito. E così è niente.’, replico, fra i sospiri.

‘Ora capisco perché volevi una stanza con le pareti insonorizzate.’

Sorridiamo e ci baciamo.

‘E’ un problema per te?’, ti chiedo.

‘Assolutamente no. Non me ne importa nulla; che sentano, non siamo certo qui per fare una partita a scacchi!’, dicendo così, lo spingi forte dentro di me e io non posso fare a meno di ricominciare a urlare e a godere.

Ti voglio ancora e ancora, ma voglio anche soddisfare la tua fantasia di vedermi sopra di te a cavalcarti, completamente nuda, con indosso solo le autoreggenti.

Ti salgo sopra e dopo un primo momento di assestamento, comincio a muovermi, alternando i ritmi, eccitata dal tuo sguardo voglioso e dal tocco delle tue mani sul mio corpo. A tratti sposti le braccia dietro la testa, mettendoti comodo per godere di qualsiasi sensazione e per osservare i miei ondeggiamenti e il mio sguardo assatanato. Quando mi fai capire di essere vicino all’orgasmo, mi muovo con un ritmo più regolare e, nonostante il preservativo, sento perfettamente il tuo sesso ingrossarsi e contrarsi nel piacere.

Le parole sono superflue; sono i nostri occhi a esprimere tutta la nostra eccitazione. Ti sfili il preservativo carico di sperma e poi ci accoccoliamo uno accanto all’altra. Adoro questo genere di intimità, che arriva solo dopo aver fatto sesso.

Cominciamo a parlare, soprattutto tu, mentre io ti ascolto volentieri, mettendomi seduta davanti a te e tenendo fra le gambe il pacchetto dei biscottini alla marmellata. Mi racconti del tuo lavoro, di quanto ti piaccia cucinare e di quello che prepareresti per me. Mi rinfilo la maglia, perché sento freddo e parliamo ancora, di molte cose. Inevitabilmente tocchiamo l’argomento noi e sesso, facendo qualche progetto d’incontro futuro. Ti avvicini a me e mi accarezzi la gamba. Ci baciamo, languidamente, mentre l’impulso di sfiorare i nostri sessi diventa irrefrenabile. Allora tu ti sdrai davanti a me e io comincio a toccarmi, mentre tu fai altrettanto. Mi penetro leggermente con le dita e sono eccitatissima nel vedere che ti masturbi per me. Vorrei chiederti di continuare, mi fa impazzire questa complicità, ma entrambi vogliamo di più. Ti riavvicini a me e mi sfili la maglia, accarezzandomi e baciandomi. Ti sfioro il sesso teso e mi abbasso per prendertelo in bocca. Poi salgo a baciarti e mi sdraio su di te. Le tue mani mi accarezzano la schiena, scendendo a stuzzicami fra le natiche. Rabbrividisco e mugolo di piacere. Ho voglia di sentirti lì, ho voglia che mi penetri dietro e te lo dico. A cavalcioni su di te, ti giro la schiena, per prendere il lubrificante e comincio ad armeggiare col cavatappi per rompere la confezione di plastica che lo contiene. Tu ti sollevi e mi abbracci da dietro, accarezzandomi il seno e baciandomi il collo e le spalle. Sospiro eccitata e faccio cadere cavatappi e lubrificante, lasciandomi andare alle sensazioni che mi fai provare. Mi sollevo quel tanto che basta al tuo sesso per infilarsi dentro di me. Ci muoviamo uno nell’altra, infischiandocene del fatto che non hai indossato il preservativo, lei e lui si incastrano alla perfezione e io ondeggio sopra di te, mentre mi afferri per i fianchi.

‘La visione del tuo culo e dalla tua schiena è pazzesca…’, mi dici tu fra i sospiri.

Mi piace sentirti, mi piace quello che mi dici quando sei eccitato, mi piace gestire il gioco sopra di te, ma ho troppa voglia di goderti da dietro e di sentirmi sopraffatta dal tuo vigore.

‘Prendimi da dietro, Francesco, ti voglio dietro di me…’

Così ci giriamo e mi metto a carponi, protendendo il bacino verso il tuo sesso, impaziente di essere posseduta in quella posizione. Ti voglio talmente tanto, che quando cominci a penetrarmi, perdo il controllo, gridando e mugolando eccitatissima.

‘Scopami, così, sì, scopami tutta!’, ti incito e tu spingi come un forsennato, a lungo, facendomi uscire di testa, fino a quando non esclami che stai per venire. Sgusci fuori, giusto in tempo, perché io mi giri e te lo stringa nella mano, per farti venire sul copriletto.

‘Fantastico!’, esclamo, estasiata.

Annuisci, soddisfatto e ti alzi per andare a pulirti. Quando esci dal bagno, ti sdrai vicino a me e mi abbracci. Starei ancora a lungo fra le tue braccia, ma sono quasi le tre e si avvicina il momento di andare.

‘Vado a fare una doccia, vuoi venire con me?’, ti chiedo maliziosa.

‘Sono tentato, ma se entro sotto la doccia con te, chissà che ora rischiamo di fare. La terza è la migliore…’, mi sorridi, mentre io penso che la terza con te la vorrò provare presto.

Mi lavo velocemente e poi ci rivestiamo, non senza baciarci e accarezzarci ancora. Mentre metto a posto le mie cose, mi rendo conto che non abbiamo utilizzato né il lubrificante né la nutella.

‘Sarà per la prossima volta’, mi dici.

Saliamo in auto e diciamo addio alla nostra alcova. Ora l’atmosfera è diversa: la tua mano scivola liberamente fra le mie cosce, mentre ti bacio il collo e l’orecchio, giocando col tuo orecchino.

Entriamo in città per andarci a bere una cioccolata calda in un bar. Quando scendiamo dalla macchina, dalla tasca del cappotto sfili le mie mutandine, le annusi e poi le riponi nel cruscotto. Sorridiamo, complici di un gioco estremamente eccitante.

All’interno del bar, chiacchieriamo come fossimo solo due amici, ma ogni tanto la tua mano cerca la mia e quando ti annusi le dita e mi dici che odorano di me, sento l’impulso e la voglia di ricominciare tutto daccapo.

Usciamo dal locale, quando è buio. Durante il tragitto verso l’auto, ci teniamo per mano, quasi a voler trattenere il ricordo del nostro pomeriggio. Mi riaccompagni al parcheggio dove ci siamo incontrati questa mattina e ci salutiamo con un bacio sensualissimo.

‘Alla prossima, piccola!’, mi dici.

‘Ciao, cucciolo!’, ti rispondo con un sorriso.

Sono pronta per tornare. Come nulla fosse, come se tutto questo non fosse accaduto a me. Eppure sento dentro il segno di te. Eppure la voglia di te mi accompagnerà fino alla prossima volta.

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