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Racconti Erotici Etero

A proposito di Eric 2

By 7 Ottobre 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

Sorprendentemente, come dicevo , Eric mi chiama la domenica. Sono circa le due del pomeriggio, e la sua voce e’ atona e vagamente distaccata.
“…dormivi?” mi chiede
“…no, Eric, di solito a quest’ora ho gia’ fatto colazione…” E’ evidente che non coglie l’ironia.
“Ho bosogno di un favore…” mi dice
“…che cosa?”
“…vieni da me, ti spiego….”
Mi dice dove abita, spiegandomelo accuratamente, poi dice:
“…hai capito?”
Non mi chiede se posso, e tantomeno se mi va… mi chiede solo se ho capito dove abita. Quando gli dico che ho capito mette giu’ senza aggiungere una parola. Click, semplicemente.
“…ma che stronzo…” dico tra me e me per la prima volta.

Esco di casa gia’ con 10 minuti di ritardo (ebbene sì, lo ammetto, mi sono depilata sotto la doccia…). Quando sono a circa meta’ strada lo scooter da’ due colpetti di tosse, gorgoglia e si ferma. Sono a secco. Neanche un goccio di benzina! C’e’ un distributore a 200 metri, spingo lo scooter fino alla pompa solo per accorgermi che l’automatico e’ fuori servizio. E’ poco femminile, lo so, ma in alcuni momenti bestemmiare mi solleva un poco dalle avversita’ della vita: e quindi bestemmio, tre volte, per poi spingere lo scooter in leggera salita per almeno un chilometro verso un altro distributore,che ovviamente e’ nella direzione opposta a dove abita Eric. Faticosamente guadagno la meta, rifocillo il motore traditore e, senza altri intoppi, arrivo a casa dello stronzo con 40 minuti abbondanti di ritardo, stressata, incazzata e sudata da fare schifo. Niente male!

“E’ tardi, cazzo…” dice quando apre la porta. Ha un paio di pantaloni dell’adidas lisi, una t-shirt bianca con su scritto “LOOSER”, un mozzicone di canna spento in bocca.
“…lo so…” dico.
La prima sorpresa e’ che non abita in una grotta lurida e umida. E’ un appartamentino carino, tappezzato di quadretti e poster e gingilli vari… Un po’ disordinato, ma come colpo d’occhio si direbbe discretamente pulito.
Lo seguo in cucina. Qualche piatto da lavare e il tavolo da sparecchiare, ma anche qui niente scarafaggi e vermi nel lavabo…
“Mi serve la tua macchina…” dice
“Sono venuta con lo scooter…”
“Ancora meglio…” dice accendendo il mozzicone di canna.
“…ti accompagno io, dove devi andare…?”
“nx, nx…” scuote la testa, sorridendo. “…not your business…” dice.
“…Eric, non credo che andrai al tuo “appuntamento” con il mio scooter…” gli comunico.
Da’ una boccata profonda, poi getta la cicca nel lavabo.
“Poco male, piccola, tanto oramai ho fatto tardi…”

La seconda sorpresa e’ la quantita’ di cd che ha. Una parete bella grossa fitta fitta, qualche migliaio, di sicuro. Quasi tutti originali, pergiunta. E tutta roba seria; il ragazzo ascolta musica come si deve. Eric sgrana gli occhi quando si rende conto che conosco la maggioranza dei dischi che possiede. Forse immaginava che ascoltassi soprattutto Jennifer Lopez o, al limite, i Finley… Metto su i Motorpsycho, e la mia domenica pomeriggio acquista un senso.
“…sei piena di sorprese, tu…” mi dice avvicinandosi
“…gia’, ma ti avverto che non so cucinare…”
“…non mangio tanto spesso…” dice. Mi posa entrambe le mani sui fianchi, mi attira verso di se’.
“…sono tutta sudata…” dico mentre avvicina la bocca alla mia.
“…lo sento…”dice. “…e mi piace il tuo odore…”
Ci baciamo. Le sue mani mi scivolano sotto la maglietta, mi accarezza la schiena, il collo. Con un dito, senza fatica, mi slaccia il reggiseno, mi prende entrambi i seni tra le mani e mi incolla al muro. mi slolleva la t-shirt, mi guarda le tette. Sorride… poi incomincia a succhiarle, a mangiarle, mentre gli accarezzo le spalle.
Mi slaccia i jeans, mi infila le mani nel sedere, strizzandomi le chiappe. Mi bacia la pancia, l’ombelico, mordicchia la mia pelle delicata scendendo sempre piu’ verso il basso. Poi, all’improvviso, con uno strattone mi abbassa i pantaloni e gli slip fin sotto le ginocchia. La punta del suo naso e’ a cinque centimetri dalla mia passera nuda ed indifesa; ho il fiato corto, a questo punto, e sento un brivido corrermi su per la schiena fino alla nuca.
Dolcemente, con la punta del naso stuzzica il ciuffo di peli nero che mi cresce tra le gambe; poi alza lo sguardo verso di me.
“…Eric…” dico con la voce tremolante.
“…dimmi, piccola…” risponde. E inizia a mangiarmi viva.
E io non dico niente…

Siamo sul pavimento: sdraiati sul tappeto, nudi tutti e due. Lui e’ sopra di me, mi tiene saldamente per i polsi con le braccia allargate sopra la testa. Lo guardo negli occhi mentre mi scopa, senza fretta ma con decisione, in profondita’; le mie gambe sono attorcigliate intorno alla sua vita. Lancio un gemito strozzato ogni volta che con un profondo movimento del bacino mi spinge il cazzo nelle viscere; la sensazione di essere riempita come non lo sono mai stata e’ fortissima, mi fa distorcere le labbra in una smorfia che lui trova evidentemente stimolante, perche’ ogni affondo e’ piu’ potente di quello precedente. Cerco di assecondare i suoi movimenti, di seguire il suo ritmo, ma il piacere che provo e’ troppo intenso ed acuto; il suo cazzo mi arriva fino dentro al cervello. E’ inutile cercare di resistergli, adesso… Mi abbandono, chiudo gli occhi, cedo ai suoi assalti lasciandomi sbattere, permettendogli di fottermi come vuole…con violenza, perche’ e’ questo quello di cui ha voglia, ed e’ questo cio’ di cui io ho bisogno adesso…
Gli piace… Lo so perche’ ogni tanto ci guardiamo e leggo nei suoi occhi l’urgenza di entrarmi dentro ancora piu’ profondamente, la voglia di esplorarmi dove nessuno e’ mai arrivato prima, e adora vedere il piacere trasudare da ogni mia cellula… lo eccita; si diverte a vedermi sbuffare, gemere, implorare, lamentarmi, sudare, stringere i denti, supplicare… gli piace vedermi godere, perdere il controllo del mio corpo, chiedergli di fare piano, anzi no, chiedergli di darmi di piu’, ma piano, anzi no, di piu’ e basta, alzare il tono dei lamenti, sempre di piu’ sino a che diventano dei sospiri acuti e strozzati, velocissimi, ed ogni centimetro quadrato della mia pelle inizia a fremere e chiede di essere scopato piu’ forte. Siamo entrambi ricoperti di sudore… E’ in quel momento che mi infila entrambe le mani sotto le natiche e mi solleva, mettendomi a sedere sulle sue ginocchia, manovrandomi come se fossi una marionetta di cartapesta, ed inizia a farmi rimbalzare velocissima sul suo cazzo, mordendomi le tette che sbattono da tutte le parti davanti alla sua faccia, mentre io gli arpiono le spalle e rovesciando il capo all’indietro mi impalo su di lui, urlando “diodiodiodionontifermareadesso… ti prego…” e mi lascio travolgere dal piacere, un piacere cosi’ intenso che mi lascia senza fiato e quasi e’ doloroso da tanto nasce dal profondo… Lo sento arrivare come una diga che cede all’improvviso ed esplode, lacerandomi, facendomi a pezzi, martoriando il mio povero corpo… “…vengo…!” grido. “…vengo…! vengo… !vengo…!” E mentre lo grido l’orgasmo e’ come una serie di frustate affilatissime, calde e umide che dalla fica si propagano per tutto il mio corpo sino alla radice dei capelli, sino alla punta dei piedi, scuotendmi come fossi su una sedia elettrica.
“…vengo…” dico un’ultima volta, sconsolata e tramortita dal piacere, spingendo ancora la passera contro il suo ventre, assaporando la sensazione della massa di carne bollente profondamente infissa dentro di me. E a quel punto lui raccoglie la mia nuca nel palmo di una mano, solleva la mia testa e porta il mio viso di fronte al suo… lo guardo con occhi appannati, e vedo il suo viso contrarsi per un momento, poi distendersi e sfogare il suo piacere con un urlo roco e strozzato, sento il suo cazzo pulsare e contrarsi all’interno del mio corpo…
“…Sì…” gli dico sorridendo esausta mentre gode dentro di me…

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