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AAA cercasi onanista esibizionista

By 22 Agosto 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Ci sono quelle sere in cui non hai un cazzo da fare e ti metti a gironzolare in internet.
La pornografia pervade l’ambiente. Figurarsi per una mente che vive il sesso come una malattia.
Girando tra gli annunci, anni fa avevo conosciuto una donna sulla sessantina con cui ho scambiato interessanti chiacchiere sul web. E tutto è finito lì.
Oggi, su un famoso sito di incontri, ho trovato un annuncio particolare

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AAA cercasi onanista esibizionista

Siamo una coppia milanese alla ricerca di un ragazzo giovane (età compresa tra i 18 e i 30 anni) per poter ampliare la gamma dei nostri “giochi”.
Non importa la mia età e il mio aspetto fisico.
La mia lei ha 30 anni. è alta 1 metro e 75 centimetri, pesa 57 chilogrammi. è una ciclista amatoriale e il suo fisico è modellato da questo sport e dalla passione per il nuoto. Ha una quarta coppa C, un fondoschiena da vera donna. Niente culetti da quattordicenne. Capelli lunghi fino a metà schiena, mossi, castano ramati. Occhi verdi. Gambe lunghe, snelle, toniche muscolarmente. Piedi sottili, misura 37, alti, curati alla perfezione. Ha una pelle che batte la seta, per lucentezza e morbidezza.

Il soggetto che stiamo cercando dev’essere disinibito, malato di sesso e fortemente onanista.
Deve seguire un programma di corretta alimentazione. Deve essere pulito e piacere alla mia lei.
Contattare via e-mail, fornendo una fotografia completa, una del viso e una del proprio pene flaccido assieme a due righe di presentazione e di spiegazione per l’applicazione.
Contatteremo direttamente noi.
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Non rispondo perfettamente all’annuncio. Non mi masturbo compulsivamente da un bel po’ di anni.
Di certo, la mia mano ha la sua bella abitudine, comunque.
Ho deciso di farmi subito delle foto. Non ho problemi nemmeno a fotografare il viso. Poco importa, al giorno d’oggi. La privacy è un’inutile utopia.
Invio e inserisco la motivazione: “Apprezzo la vostra professionalità. E la descrizione della signora me l’ha fatto venire duro e ho faticato a fare la foto a pene flaccido”.
Inviato.

Uscito a prendere le sigarette, sento il suono delle mail nel cellulare. è già arrivata una risposta.
“Lei corrisponde perfettamente ai criteri da noi ricercati. Il nostro recapito telefonico è il seguente: ***-*******. Ci contatti per una chiacchierata. La mia signora la attende”.
Un allegato.
Il cellulare non lo apre.
Maledetti smartphone. Costano come un appartamento e non aprono un cazzo di allegato di una mail.
Compro le sigarette e torno in casa di corsa.
Il computer è aperto sulle mail. Mi ritrovo di fronte la fotografia di una donna stupenda fisicamente, una modella in pratica. In bocca ha infilato un grosso dildo che pende fuori di pochi centimetri. La bava le cola dalla bocca e cola fino ai seni, dove la scritta “Ti aspetto Cristiano” mi porta a sgranare gli occhi. Una scritta con il rossetto, su due seni da favola. Corrisponde alla descrizione dell’annuncio. è una figa colossale e ha il mio nome sulle sue tette.
E ha un cazzo di plastica in bocca e uno nella figa che cola.
Rimango immobile.
Il mio dito sul cellulare preme automaticamente il dito della chiamata, mentre gli occhi non si staccano. Sento parlare dall’altra parte del telefono, quando è ancora lontano dal mio orecchio.
Schiarisco la voce

Cristiano: “Ehm’ buonasera”
Uomo: “Buonasera a lei, Signor Cristiano”

Ha capito che sono io. La tattica della foto ha funzionato. Stronzo!

C: “Ho ricevuto il materiale. Ditemi data e ora”
U: “Saremmo lieti fosse lei a descriverci le sue priorità, Signor Cristiano”
C: “Fosse per me, dopo avere visto la sua donna, anche ora”

Attimo di silenzio.

U: “Signor Cristiano, nella sua mail è appena arrivata la mappa su Google Maps per arrivare a casa nostra. Abitiamo in periferia. Non si preoccupi per l’orario a cui potrebbe arrivare. Ha ulteriori richieste? Noi siamo a disposizione”

Il silenzio ora è il mio.

C: “Ok, esigo che quanto presentatomi via foto sia nelle medesime condizioni”
U: “Mi sembra il minimo”
C: “Vorrei anche un doppio bourbon pronto, al mio arrivo, con un cubetto di ghiaccio”
U: “Richiesta eseguibile. Sarà fatto”

Controllo la mail. Vedo che non è molto distante

C: “Tra 25 minuti sarò lì. Il ghiaccio sciolto mi fa cagare”.
Attacco, senza sentire risposte.

Osservo nuovamente lo schermo del PC.
Cosa cazzo sto facendo?
Prendo le chiavi della moto. Non ho voglia di rischiare la macchina. Serve un mezzo veloce. Prendo il casco sul gomito, il giubbotto e scendo.

Salto sulla moto.
Il viaggio dura meno di venti minuti.
Arrivo all’esterno di una normalissima villetta a schiera, in una delle orride zone della periferia milanese. File di villette ovunque, come neanche un moderno Dickens saprebbe descrivere.

Parcheggio la moto e vedo, in controluce, dalla porta del civico indicatomi, la sagoma di una donna nuda, in piedi, a gambe larghe, capelli sciolti e braccia aperte sulla soglia che aspetta. Rimango un attimo basito. Una donna nuda sulla porta alla mezzanotte di venerdì non è propriamente normale.
Ma in questo strano mondo non mi stupisco più di nulla. Mi avvicino al cancelletto, già aperto.
Quando sono a pochi passi vedo che dal sesso della donna, ben visibile per la posizione a gambe semiaperte, penzola la parte terminale di un vibratore che si muove, ben irrorato dai suoi umori. In bocca tiene infilzato un dildo. I suoi occhi sono pieni di lussuria. Quando sono a qualche metro la vedo prostrarsi in una sorta di inchino esagerato. Mi tolgo il casco e saluto con un cenno del capo. Si scosta dalla porta e prosegue all’interno del locale sculettando volgarmente. Mi compare di fronte un uomo sulla cinquantina, piacente: capelli brizzolati, ben ordinati con una riga laterale, di media lunghezza. Viso da vitellone, fisico atletico.
Non me lo sarei aspettato così. Allungo la mano per stringergliela. Lui alza gli occhi verso di me e la stringe senza forza: “Piacere di conoscerla. è inutile che lei sappia il mio nome. Lei dovrà solamente umiliarmi. Mia moglie la può chiamare come vuole. Lei è semplicemente un oggetto”. Mi dice accennando un sorriso che neanche il migliore oste sarebbe in grado di offrire.
“Benvenuto”, mi dice scostandosi a sua volta e lasciandomi la possibilità di entrare nel locale, molto luminoso e arredato con mobili di pregiata fattura, dal colore chiaro.

La moglie è sparita.
Il marito mi indica un breve corridoio che da verso una stanza da cui traspare una luce rossastra: “Vuole darmi la sua giacca, il casco o altro? Faccia come se fosse il Padrone di casa”. Quella parola risuona in quell’ambiente con uno strano accento. Annuisco e gli porgo casco e giacca.
Avanzo verso la stanza.
Cosa cazzo sto facendo? E se fossero due killer? Due pazzi lo sono sicuramente.
Arrivo sulla soglia della stanza.
Sento una vibrazione fortissima percorrermi il corpo e concentrarsi in mezzo alle gambe.
La donna è seduta al centro di una immensa stanza con un letto contro la parete. Il resto dell’ambiente è occupato da giochi erotici: dildo sparsi per la stanza, vibratori, manette, maschere, strani abiti, strani oggetti di varie dimensioni e materiali. Deglutisco rumorosamente.
La donna è seduta sul pavimento a gambe larghe. Si masturba con quel vibratore che tiene infilato nella figa da ore ormai a quanto pare, come dimostrato dal colore fortemente arrossato. Di fronte a sé tiene una ciotolina trasparente contenente del liquido denso e dell’altro trasparente.
Sul suo petto vedo che la scritta è cambiata, proprio mentre le sue gambe si aprono e vedo quella ciotola a cosa serve: a raccogliere i suoi umori che colano ad ogni orgasmo.
“Benvenuto Cristiano”. Il rossetto tra quelle due tette spettacolari parla chiaro.

Lee

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