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Agnesiska. La commessa MILF – Capitolo 3: fantasie Cuckold e un regalino bizzarro

By 8 Febbraio 2022Marzo 2nd, 2022No Comments

Dopo il nostro primo incontro, che aveva superato tutte le mie aspettative, i nostri incontri proseguono quasi ogni settimana a casa mia, sempre con la scusa che lei si incontra con sue ex-colleghe o amiche per tirarsi su il morale. A volte anche il pomeriggio, quando io torno dal lavoro. Suo marito lavora in un magazzino facendo turni anche di notte. Questo ci dà l’opportunità a volte di stare insieme fino a tardi, crogiolandoci nel letto fino a notte fonda, senza fretta, come se fossimo noi sposati. Dopo tanti anni di calma routine matrimoniale il marito non ha sospetti.
Ogni volta mi piace guardarla negli occhi mentre le vengo dentro, immaginando di fecondarla. Durante i nostri accoppiamenti le parlo delle mie fantasie e dei pensieri che ho avuto per lei durante i 5-6 anni in cui ci conoscevamo solo fugacemente alla cassa. Lei sembra gradire molto, soprattutto quando parlo di fecondazione. Le fantasie si fanno sempre più spinte.
Al nostro terzo incontro, un pomeriggio, Agnesiska arriva, e prima di entrare in camera le dico:
“C’è una cosa che ti voglio mostrare”
Vado in camera e prendo nell’armadio un lenzuolo rosso, di quelli con i bordi elastici per essere fissati al materasso.

“Ti ricordi questo lenzuolo rosso?” Le dico porgendoglielo. Lei lo tocca e lo tasta con le sue dolci mani.
“L’ho comprato qualche giorno prima che chiudesse il supermercato, e me l’hai passato tu alla cassa. Ti ricordi?”
Lei ci pensa brevemente e dice:
“Sì, mi ricordo”
“Lo sai che quando hai preso la confezione del lenzuolo in mano alla cassa, ho immaginato di fare l’amore con te su questo lenzuolo e di fecondarti…”
“Oh Marco…”
“E mi chiedevo se anche tu ti immaginavi la stessa cosa”
“Mi chiedevo con chi ci avresti fatto l’amore e mi immaginavo una tua ragazza…”
“Veramente?” le chiedo io.
“Sì, avrei voluto sapere con chi lo facevi… Cercavo di immaginarmi che tipo fossero…”
“Questo lenzuolo rosso che ho comprato con te, è ancora vergine, non ci ho mai scopato… voglio fare l’amore con te su questo lenzuolo, che tu avevi toccato alla cassa…”
“Oh Marco sì…”

Ci baciamo profondamente e andiamo in camera.
“Dai, cambiamo il lenzuolo e mettiamoci questo”

Insieme togliamo il lenzuolo di fondo che c’era sul letto e mettiamo il lenzuolo rosso. Vederla che graziosamente tende e rincalza il lenzuolo con la sua aria da dolce mammina Milf è tremendamente eccitante. I suoi graziosi seni si intravedono dalla scollatura del maglioncino. I suoi capelli neri mezzi tinti e un po’ mossi in fondo le penzolano mentre si china sul letto.

“Quante volte ti ho immaginata mentre rifai il letto, con le lenzuola sporche di sperma e di miele dopo che hai scopato con tuo marito…”
“Oh… Marco!”

Mi butto su di lei baciandola e lappandole tutto il viso grazioso con la lingua
“MMmmhhh… MMMHHHmmm”
Geme lei mentre le lecco forsennatamente le guance le labbra, il collo, tutto il viso…
“Leccami tutta…”
Poi lei tira fuori la lingua cercando di inseguire il mio volto, leccandomi dove può.
“Come volevo leccarti così, quando parlavamo con le facce vicine, alla reception o fuori fra gli scaffali”
“Ahh Marco!” Grida lei carica di piacere.
Ci denudiamo in fretta e ci rituffiamo sul grande lenzuolo rosso, appena disteso.
“Lo sai che… ti chiamavo ‘la mia Milf’ ”?
Le dico mentre mi muovo dentro di lei
“Marco! Veramente?”
“Quanto seme ho spruzzato su questo lenzuolo masturbandomi su di te…”
“Marco, mi fai impazzire…”
“Quanto seme ho spruzzato in questo lenzuolo di mattina, immaginando che poi andavi al lavoro con il mio seme dentro…”
“AHHhh!! Marco mi fai impazzire!”
“Sì… sei proprio la mia Milf perfetta. Mi facevi venire fantasie pazzesche…”
“Quali…” Chiede lei, stringendomi a sé, con una mano posata sulla mia nuca.
“Mi immagino di fare l’amore con te, sul tuo letto, dove dormi con tuo marito… e di venirti dentro allagandoti tutta…”
“AAhhh….” Geme lei accelerando le sue spinte contro di me.
“Quando credevo che avevi dei figli, immaginavo di fecondarti e di farti fare un altro bambino…”
“AHHH Marco! Mi ecciti così tanto!… Mi fai venire!””
“E poi tu facevi credere a tuo marito che fosse suo”
“AAAHHhhhhh… AAAHHHaaa….!!
Dopo quest’ultima frase Agnesiska viene stringendosi a me, gridando e tenendomi la testa premuta contro la sua spalla.
Si sbatte contro di me ondulando il pube come un’anguilla divenendo notevolmente più scivolosa ad ogni affondo…
“Agnesiska non ti muovere così! Mi fai venire come un vergine!”
“AAHHH!!!”
Lei lancia un altro grido intenso e secco, porta una man su un mio gluteo e mi preme a sé con forza. Io le vengo dentro gridando, con tutto il mio peso su di lei.

Appena ripresasi lei dice:
“Oh Marco… l’altra volta sulla sedia, quando mi hai detto del vergine, mi hai fatto impazzire…”
Poi aggiunge:
“Non ho mai pensato a un vergine che viene dentro di me, e ancora meno di farmi ingravidare da un vergine. Ma il pensiero mi ha eccitata un casino”.
“E non solo… dopo che ho saputo che non avete figli perché tuo marito è sterile, ho immaginato che ci accoppiavamo con passione nel tuo letto e ti venivo dentro fecondandoti, mentre tuo marito ci guardava…”

“Oh Marco!”
“Oppure mi immagino che scegli un vergine o un giovincello, fra quelli che passano alla cassa, per avere sperma più fresco e fertile…”
“AAhh.. Marco! Mi fai impazzire! Mi fai veramente venire voglia di rimanere in cinta!”
Grida ridendo e rannicchiandosi le gambe. Poi dice:

“In effetti avevamo pensato alla possibilità di ricorrere al seme di qualche nostro amico, anche per evitare i costi e le lunghe pratiche della fecondazione artificiale, ma a mio marito non piaceva che nostro figlio non sia per metà suo. Lo averebbe sempre visto come il figlio di qualcun altro, così alla fine abbiamo rinunciato”
“Beh lo posso capire”
“Però se avessimo organizzato con un nostro amico… lui avrebbe voluto essere presente all’amplesso, altrimenti si sarebbe sentito cormuto…”
“Veramente?”
“Sì, anche se non era entusiasta, sarebbe voluto essere presente”

Il mio pene si gonfia di nuovo a questi discorsi
“Trovo molto eccitante l’idea che un marito assista all’amplesso di fecondazione della moglie, perché il suo seme è sterile”
“Sì, sarebbe stato molto bizzarro. Avevamo pensato ad un suo vecchio amico, che vedeva un po’ come un fratello. Si sarebbe sentito meno tradito. Non voleva però che io raggiungessi l’orgasmo con lui dentro, o almeno voleva che cercassi assolutamente di resistere”
“Beh, ma se è per questo basta usare una siringa. Non c’è bisogno di scopare. Basta che si faccia una sega e poi versi tutto in una siringa”.
“No, alla siringa non ci avevamo pensato, ma comunque a lui non piaceva che il bambino geneticamente fosse di un altro”
“Pensa a un bicchiere pieno del seme di vergini…”
“Ohh Marco!”
“Sì.. vergini che si sono appena masturbati davanti a te, distesa nel letto… oppure pensa a te che ti accoppi con un vergine, mentre tuo marito vi guarda…”
“AHHhh, basta!” Grida lei.
Lei mi prende il membro che si era indurito di nuovo e cominciamo ad accoppiarci ancora.
“Agnesiska è vero, mi fai venire fantasie pazzesche! Sei la mia milf, ti adoro…”
“Marco… voglio un vergine… portami un vergine… dai, voglio provare com’è”
Dice lei mentre ci muoviamo stretti l’un l’altro.
“No, lo sceglierai tu, lo sceglieremo insieme” le dico io.

“Lo sai che avevo un’altra fantasia pazzesca? Quando ti vedevo al supermercato e potevo solo immaginare di fare l’amore con te”
“Quale? Dimmela…” dice lei sempre più vicina all’orgasmo.
“E’ molto bizzarra, ma se fossi una donna, lo troverei eccitante”
“Cosa?” Chiede lei curiosa mentre la mia verga si fa dura come la pietra, nella sua vagina sempre più scivolosa.
“Lo sai che… dopo tutti quegli anni di desiderio avrei voluto portarti un regalo…”
“Cosa? Sbrigati, sto per venire…”
“E’ una cosa pazza, che mi piacerebbe fare quando una donna la desidero intensamente, ma è una che con cui non posso scopare, o perché non vuole, o perché è già impegnata”.
“Dai cosa…”
“Per farti capire quanto desideravo fare l’amore con te… Ti volevo portare un pacchetto regalo, tutto incartato, con un fiocco, con dentro una bella scatoletta, tipo quella degli orologi… con dentro un preservativo annodato, con il serbatoio pieno del mio seme, appena munto pensando a te…”
“AAHHHH!!… AAAHHaaaa! AAAhhhh!….”
Agnesiska viene urlando, immaginando me che mi masturbo sul mio letto pensando a lei indossando un preservato, e poi glielo porto impacchettato, pieno di seme bianco.
“Ahh! Basta Marco, mi fai impazzire!”
Esterna esasperata alla fine dell’orgasmo. Poi aggiunge:
“Dai fallo, portamelo veramente… forse ho trovato lavoro in altro supermercato. Portamelo lì…”

Io mi immagino di consegnarle il pacchetto infiocchettato davanti a tutti, come se fosse un anello. Invece dentro c’è un preservativo pieno di seme, donato per lei.
“Marco, se mi porti quel regalo mentre sono al lavoro, dovrò andare in bagno a masturbarmi…”

Ed io scoppio:
“OOOHHHhhh!!…. OOHHH!….. OOHHH….”
Le vengo dentro appassionatamente ancora una volta, immaginando lei che urla dall’eccitazione quando apre la scatoletta e corre a masturbarsi in bagno, con la scatoletta in mano.

“Agnesiska, non so perché, ma con te ho sempre avuto un sacco di fantasie pazze. Spesso mi immagino appunto che scopiamo mentre tuo marito ci guarda… oppure situazioni surreali, dove tutti e tre dormiamo nel letto e noi due ci accoppiamo mentre tuo marito dorme, oppure fa finta di dormire, si eccita e sborra…”
“Finora ho avuto solo con te questi pensieri. Forse perché sei la prima donna sposata che veramente desidero. Sei la mia Milf speciale!”
“Agnesiska, almeno una volta ti voglio fecondare sul tuo letto nunziale, quando tuo marito è al lavoro…”
“Ohh Marco sìì… qualche volta lo facciamo”
“Voglio lasciare le tracce del mio seme sul tuo letto…”
“Sìì…” dice lei eccitata
“Ti voglio inseminare sul tuo letto nunziale… stringendo le tue dita col tuo anello, alle mie…”
“Marco, mi fai bagnare ancora…”

Il mese dopo, il nuovo posto di lavoro di Agnesiska viene confermato e comincia a lavorare part-time in un altro supermercato. A volte sta un po’ alla cassa e a volte alla reception del punto informazioni.
Un sabato mattina in cui lei è di turno vado lì. E’ alla reception, ma non è da sola, c’è un’altra collega. Lei mi vede entrare, ma siccome non mi avvicino, capisce che ho in mente qualcosa. Aspetto pazientemente che l’altra collega sia occupata con un cliente su un altro lato del bancone, fatto ad isola. Vado al bancone, davanti a lei. Tiro fuori da una borsa una scatoletta bianca, chiusa con un nastrino bianco/oro annodato con un bel fiocco. Faccio finta di essere un cliente qualunque:

“Senta signora, siccome lei è la commessa più carina, dolce e gentile del supermercato, le ho voluto fare un piccolo pensiero…”

Appoggio il pacchetto bianco in bella vista sul bancone. Una signora sui 60 che passa nelle vicinanze vede la scena e fa un sorrisino. Probabilmente si immagina che le stia dando un anello di fidanzamento o di matrimonio!

Agnesiska mi guarda seria, prende il pacchetto e lo appoggia sul ripiano dotto il bancone, al riparo dalla vista di tutti. Non dice niente. Dai gesti vedo che sta sciogliendo il fiocco e sta aprendo la scatola! Io parlando a denti stretti le dico:
“Ma sai pazza? Lo apri qui?!”

Lei sta molto a ridosso del pacchetto, in modo che la collega non possa vederlo, anche se si voltasse.
Dentro la scatoletta regalo bianca c’è la scatola in plastica in velluto blu, che si apre a cofanetto, e che era di un orologio.
Lei solleva il coperchio, guarda per un istante dilatando gli occhi, poi richiude subito. Si infila la scatola nella tasca del camice e va via in fretta senza dire niente, sparendo dietro una porta che da all’interno dell’edificio.
Io rimango basito, rimango lì impalato e la collega che sie ara appena liberata mi chiede:
“Posso fare qualcosa?”
“No, no, ho già fatto con la collega” e me ne vado a girovagare per il supermercato col carrello.
Gironzolo un po’ aspettando di rivederla. Non so quanto tempo passa, ma per lungo tempo non la vedo più. Faccio un po’ di spesa inutile, e poi finalmente la vedo al punto informazioni. Per non insospettire vado via salutandoci con un cenno e lei solleva il suo cellulare facendomi capire che mi ci saremmo sentiti. Arrivo alla macchina e sento che mi arriva un SMS “Mi sono dovuta masturbare, non ho potuto resistere!”

Il preservativo era di quelli col serbatoio lungo ed io avevo accumulato 3 giorni di seme. Prima di annodare il preservativo per sigillarlo, avevo lasciato dell’aria in modo che la parte finale rimanesse gonfia, con il serbatoio gonfio di sperma, ben in vista e dilatato come un’ampolla. Era pieno oltre il livello del serbatoio, già lungo di suo. Un’ampolla di latte bianco, dedicato a lei.

Il giorno dopo mi telefona, al riparo dal marito e mi dice:
“Marco, quel regalo mi ha fatto veramente impazzire! Quella scatoletta elegante, lì davanti a tutti. Quando ho visto il preservativo pieno di seme sprizzato per me sono impazzita… sono andata subito in bagno a masturbarmi… avrei voluto aprirlo e strofinarmici il clito, e berlo tutto! Ma non sapevo se fosse ancora abbastanza fresco. L’ho gonfiato ancora di più stringendolo con la mano, e mi sono strofinata il serbatoio gonfio di seme sul clito e sulla fica… me lo ficcavo anche dentro… Sono venuta in pochi minuti, mi fai tornare come a 20 anni!”
“Anche tu Agnesiska mi fai impazzire, sei la mia milfy, mai fai venire fantasie pazzesche” ed aggiungo
“Pensa se te lo avesse dato un vergine… cosa faresti veramente se un vergine ti portasse quel regalo?”
“Marco! Basta sennò mi viene voglia ancora!”
“Dai, cosa faresti? Ti ecciteresti?” insisto io.
“Me lo sverginerei! Lo vorrei anche bere, ma solo se fosse fresco! Ora basta però, sennò mi eccito ancora!”
“Beh, certamente è un regalo più passionale di un anello, ed esprime il desiderio profondo di fare l’amore con te”.

Continua in Capitolo 4:

I vostri commenti e suggerimenti sono bene accetti. Inviateli a: psegr2011@hotmail.com Mettere come oggetto “Racconto”

Gli altri miei racconti li trovate qui:
https://raccontimilu.com/author/marcus/

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