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Racconti Erotici Etero

Alice – 1°

By 17 Settembre 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Non so neanch’io come spiegare quello che mi &egrave successo,fino a qualche mese fa ero una ragazza ‘normale’ in cerca di lavoro come tante neolaureate,senza tanti grilli per la testa e con una vota sentimentale pressoché nulla e tanti buoni principi da seguire.
Mentre oggi sono qui,prigioniera senza catene,di un uomo e una donna che hanno sconvolto la mia vita,ma che allo stesso tempo mi ha fatto scoprire me stessa e la mia vera personalità.
Loro mi hanno portata ad essere quello che sono ora,una gran puttana senza alcun limite,vogliosa di soddisfare ogni richiesta più perversa di uomini o donne.
Ma forse &egrave meglio cominciare dal principio.

Mi chiamo Alice e non sono certo una gran bellezza,fisico minuto da seconda,un naso ‘importante’ e un aspetto piuttosto anonimo,cio&egrave sono la tipica ragazza che passa tranquillamente inosservata a meno che non cammini nuda.
Quel giorno ero molto arrabbiata col mondo,dopo l’ennesimo colloquio alla ricerca di un lavoro conclusosi col classico ‘le faremo sapere’ che in realtà voleva dire ‘arrivederci e grazie’.
Così senza motivo,mi ero fermata a bere qualcosa di forte in un bel bar del centro,non sapendo che fare nella serata ormai incombente. I miei erano fuori città,mia sorella ne aveva subito approfittato per andare dal suo ragazzo,ed io non avevo nessuna intenzione di tornare a casa ad accendere la tv.
Così me ne stavo seduta col mio vestito ‘buono’ pensando a come il mondo fosse crudele con me,quando un uomo si sedette al mio tavolo.
Ero tanto con la testa nei miei pensieri che non ci feci subito caso,ma poi fu inevitabile guardarlo.
Era un uomo sui trentacinque vestito impeccabilmente nel suo vestito certamente fatto su misura,l’aspetto oltremodo elegante veniva rimarcato dal fazzolettino che usciva dal taschino della giacca e dalle mani,la prima cosa che vidi,curate alla perfezione.
Quando alzai un po’ lo sguardo potei vedere il suo viso,di una bellezza sconvolgente nel quale spiccava un sorriso cordiale ed affabile.
‘Disturbo ?’ furono le prima parole che gli senti uscire dalla bocca.
‘No s’immagini,non mi ero neanche accorta di lei.’
In realtà non riuscivo a capire perch&egrave si fosse seduto davanti a me,nel locale c’erano tavolini vuoti e quindi il posto non mancava.
‘Credo che lei abbia avuto una pessima giornata,glielo leggo begli occhi.’
‘Lasciamo perdere.’ Non sapevo che dire e,di solito,in questi casi faccio sempre brutte figure. ‘Sto cercando un lavoro,ma sembra che a nessuno interessi una come me.’
‘Magari a me interessa,anzi perch&egrave non passiamo a darci del tu,il lei &egrave così formale da finire coll’essere stucchevole.’
‘Certo,nessun problema.’
‘Allora mi scuso con te,non mi sono ancora presentato,mi chiamo Romeo,e non mi dire che il tuo nome &egrave Giulietta.’
Ci scappò un sorriso ad entrambi,di certo era una frase che non aveva detto per la prima volta.
‘Mi spiace sono Alice.’
Mi porse la mano che strinsi timidamente,mentre lui faceva la stessa cosa con vigore,trasmettendomi uno strano calore.
Iniziammo a parlare dei miei problemi di giovane disoccupata,e ben presto lascia il mio atteggiamento puntato sulla difensiva,per uno più cordiale ed amichevole.
Poi m’invitò a cena in un ristorante che dista poche decine di metri,io cercai senza tanta convinzione di non accettare,ma alla fine mi ritrovai sotto il suo braccio per fare a piedi quel piccolo tragitto.
Anche durante la cena Romeo fu impeccabile,potrei tranquillamente dire un vero gentiluomo d’altri tempi.
Solo che più passava il tempo,più mi sentivo attratta da quell’uomo che in fondo era un perfetto sconosciuto. Iniziai a fantasticare avventure erotiche col mio nuovo cavaliere perdendo spesso il filo dei suoi discorsi,immaginavo di noi due ora su una spiaggia tropicale,ora davanti ad un camino acceso,ma sempre a fare l’amore.
Penso che lui si accorse che ormai la mia mente aveva preso una sua strada,ma non fece nulla per mettermi in imbarazzo,anche se sarebbe bastato chiedermi cosa avesse detto poco prima.
A fine cena,dopo aver pagato il conto,ci ritrovammo davanti al bar del nostro incontro.
‘Ti va di fare un giro in moto ?’
‘Si certo.’
‘Allora andiamo,che stiamo aspettando.’
Poco lontana c’era parcheggiata la sua moto,una super sportiva tutta nera,sul cui codino erano legati due caschi. Lo misi facendo attenzione di non spettinarmi troppo i capelli,più per abitudine,che per necessità. Appena salita sopra mi strinsi a lui e così partimmo per il nostro giro.
Romeo guidava con prudenza,ma senza disegnare qualche accelerazione come se volesse assicurarsi che la mia presa fosse ben salda,ci allontanammo dal centro per finire nella nuova zona residenziale appena fuori città,finch&egrave non ci fermammo davanti ad una piccola villa.
Romeo spense il motore,scese dalla moto e mi aiutò a calare,poi mi prese di sorpresa.
‘Vuoi vedere dove vivo ?’ mi chiese con un gran sorriso.
‘Perch&egrave abiti qui ?’
‘No,ma sono un ladro ed ho le chiavi.’
Scoppiammo a ridere,soprattutto io feci fatica a riprendere un certo contegno.
‘Ma tu sei sempre così veloce nel portare giovani fanciulle in casa tua ?’
Cercavo di non sembrare una facile anche se non vedevo l’ora di entrare in quella villa.
‘Scusa mi sono dimenticato,vuoi vedere la mia collezione di farfalle ?’
Era davvero irresistibile,un mix di umorismo ed eleganza al quale non potevo certo resistere.
‘Lo sai che non ne ho mai vista una ?’
‘Allora provvediamo subito principessa.’
Mentre facevo quei pochi passi verso il portone il cuore mi batteva all’impazzata,anche se non riuscivo a capire come mai un uomo come Romeo che di certo poteva ambire a ben altre donne avesse scelto me,speravo che quello non fosse solo un sogno,un gran bel sogno dal quale mi sarei presto risvegliata.
Appena dentro però accadde quel che in fondo speravo.
Romeo si spinse contro il muro e mi baciò con passione.
Gli misi una mano dietro il collo come se volessi spingerlo di più contro le mie labbra aperte e gustarmi il sapore delle sue.
La sua mano mi aprì la giacca per finire sul seno che prese a palparmi con ardore,come se non ci fossero ne camicetta,ne reggiseno fra il suo palmo ed il mio corpo.
Mi sembrava impossibile che stesse accedendo tutto ciò,io che dicevo sempre che al primo appuntamento un bacio &egrave già tanto,stavo desiderando di fare l’amore con un uomo conosciuto poche ore prima. Ma la cosa più assurda &egrave che lo volevo selvaggio,un vero maschio bastardo,di quelli che non si preoccupano dei preliminari,ma ti scopano e basta.
E ora ero li,avvinghiata a lui con le mutandine bagnate all’inverosimile,pronta ad assecondare ogni suo desiderio.
Lui si stacco da me,mi prese per mano e,dopo aver aperto una porta,mi condusse su una scala a chiocciola che scendeva di un piano.
Appena sotto rimasi senza parole,ero in una stanza grande quanto tutto l’appartamento nel quel viveva la mia famiglia,c’erano divani e poltrone sparsi,ma soprattutto un gigantesco letto al centro coperto di raso nero.
Romeo mi lesse in faccia lo stupore che mi aveva quasi paralizzata e con un sorriso mi disse che amava stare comodo.
‘Ma quanto &egrave grande ?’ gli chiesi non appena mi torno la voce.
‘Sono quattro letti matrimoniali legati a quadrato,non &egrave stato facile farlo fare,ma ci sono riuscito,ma ora vieni qui abbiamo un discorso in sospeso o no ?’
Gli presi il viso fra le mani e lo baciai avida di riassaporare il gusto delle sue labbra.
Lui si tolse la giacca facendola cadere a terra,poi iniziò a spogliarmi accarezzando ogni lembo di pelle che aveva scoperto.
La camicetta volò via subito,sentivo le sue mani accarezzarmi la schiena fino a che non mi slacciarono il reggiseno. Quando questo cadde la sua bocca s’impadronì dei capezzoli succhiandoli come un bambino che cerca il latte materno. Li sentivo esplodere tanto me li aveva fatti diventare duri,stringeva il seno un una mano mentre mi faceva sentire dolcemente i denti su quelli che ormai erano due chiodi.
Poi senti aprirsi la cerniera della gonna,le mani arrivarono subito sul mio sedere lasciato scoperto dal perizoma che indossavo,per fortuna non avevo i collant ma le autoreggenti,così mi potei subito gustare quel sensuale massaggio.
Mi fece passare il perizoma in mezzo alle grandi labbra e prese a muovere la parte posteriore con un lento movimento rotatorio. Ora gli umori mi colavano sulle cosce,non mi ero mai sentita così eccitata e vogliosa,di certo non avevo mai incontrato un simile uomo.
Alla fine gli sfilo e mi prese in braccio portandomi al centro del letto.
Lo vidi mentre si toglieva la camicia e i pantaloni,ma quando venne vicino a me aveva ancora indosso i boxer neri.
Si sdraio sopra di me e riprese a baciarmi,poi scese con la lingua,passando fra i seni,facendo alcuni giri intorno all’ombelico,per arrivare al monte di Venere.
Romeo iniziò a darmi dei piccoli baci,che diventarono sempre più lunghi e passionali,lo udivo quasi bere il mio piacere,quasi si fosse attaccato ad una bottiglia,e più lui leccava,più io mi bagnavo.
La sua lingua ormai percorreva tutta la mia fica da cima a fondo e viceversa,lasciandomi senza fiato.
Quando si fermò sul clito mi sembrò quasi di morire.
Lo prese in bocca succhiandolo per tenerlo stretto fra le labbra,poi ci passò la lingua sopra mandandomi in estasi.
Ma nonostante tutto ciò non riuscivo a venire,ormai avevo bisogno del suo cazzo,ma non osavo chiederglielo.
Lui continuò così a lungo mentre gemevo come impazzita,stringendolo al mio sesso quasi avessi paura che scappasse.
Ma,dopo un tempo che mi parve infinito,smise di torturarmi in quella maniera,per scendere ancora con la sua bocca.
All’inizio restai un po’ stupita,lo vidi togliermi le calze lasciandomi del tutto nuda,con una mano prese il mio piede destro e cominciò a massaggiarlo e baciarlo,mentre con l’altra mi sfiorava in mezzo alle gambe.
Ben presto apprezzai quelle attenzioni,nessuno mi aveva mai preso un piede in mano,ne tanto meno in bocca. Si portava il collo del piede sul viso per poi leccarlo,mi passava la lingua fra le dita che dopo succhiava,quasi dovesse avere un rapporto orale con loro.
Mi sentivo in paradiso,con quel dolce sfioramento del mio sesso,quel tanto che bastava per tenerlo sempre umido,e quelle attenzioni mai ricevute.
Alla fine mollai ogni residuo freno inibitore e lo chiamai a me.
‘Romeo,non resisto più,scopami o impazzisco.’
Lo dissi tutto d’un fiato,quasi fosse una liberazione dai miei tabù,dal perbenismo inculcatomi fin da piccola,come se per la prima volta avessi detto qualcosa di vietato,ma che volevo con tutta me stessa.
Lui non mi rispose se non con un sorriso,non potevo ancora capire quale fosse il suo disegno e di come fossi caduta in trappola.
Mi aprì le gambe e mi chiuse la bocca con la sua,poi mi penetro lentamente,facendomi ogni millimetro del suo pene che entrava in me.
Venni prima che mi prendesse del tutto,troppa era la voglia che avevo accumulata e che solo ora poteva scatenarsi in quel orgasmo così tanto desiderato.
Romeo si fermò lasciandomi il tempo di riprendermi,prima d’iniziare a far scorrere la sua asta in quel lago che era la ma fica. Gli misi le mani dietro la schiena come se avessi paura che se ne andasse lasciandomi sul più bello,ma lui non ne aveva la minima intenzione.
Mentre mi scopava mi baciava sul collo,sulla bocca facendomi sentire la donna che non ero mai stata,sempre così controllata anche nell’intimità.
Ora invece ero una cagna in calore,vogliosa di maschio e del suo cazzo.
Lo incitavo a gran voce ad andare sempre più forte,a sbattermi con maggior violenza,fino a dirgli di venirmi dentro per sentirmi ancora più sua.
Romeo si dimostrò uno stallone eccezionale,rallentava ed accelerava in base ai miei orgasmi ormai incalcolabili,cambiando posizione ogni volta che venivo. Così mi ritrovai a cavalcarlo mentre lui mi palpava il seno,di fianco a lui con la sua mano a stimolare il mio clito,fino a mettermi carponi nella più oscena delle posizioni per quelle che erano le mie conoscenze dell’epoca.
Mi venne dentro proprio da dietro,riempendomi col suo seme che mi sembrò di sentire fino in gola.
Dopo scivolò in basso quel tanto che gli bastava per toccarmi di nuovo il sesso dal quale colava il suo ed il mio piacere,e ebbi l’ultimo orgasmo stretta a lui,sfinita ma felice.
Alla fine mi sdraiai al suo fianco,Romeo raccolse con le dita un po’ del frutto dei nostri orgasmi e me lo portò alla bocca. Appena tirai fuori la lingua lui mi baciò,e il gusto che provai fu qualcosa di unico e indescrivibile,il giusto mix fra amore e perversione.
Mi addormentai poco dopo,sfinita ma felice,fra le sue braccia,incurante di quello che poteva succedere il giorno dopo,ma sicura che era nata una nuova Alice.

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