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Racconti Erotici Etero

Alice e il professore

By 13 Dicembre 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

L’aula della 4′ B del Liceo Mantegna &egrave uguale a molte altre aule, di molte altre scuole di tutta Italia. I muri bianchi e spogli, eccetto qualche cartina geografica. I banchi color verde, non tantissimi, a ognuno dei quali corrisponde un alunno. Alcuni sono vuoti, i soliti assenti.
La classe &egrave impegnata nell’ora di storia. Un piccolo gruppetto, nella prima fila, ascolta la lezione, gli altri si fanno gli affari loro. Qualcuno guarda fuori dalla finestra, qualcuno traffica col cellulare, qualcuno sonnecchia per riposarsi da una notte brava. Proprio davanti alla cattedra, un’alunna ha gli occhi fissi sul professore. Ma non sta ascoltando quello che esce dalla sua bocca, la sua mente &egrave immersa in ben altri pensieri’

Alice, questo &egrave il suo nome, ha un braccio poggiato sul banco a sorreggere una testolina modiglianesca. Pallida ed esile. Vestita di nero, un dolce vita a coste e stretti pantaloni a pinocchietto, che le arrivano a metà polpaccio evidenziando le caviglie sottili. Le mani nervose, con le dita lunghe che titillano incessanti una ciocca dei lunghi capelli scuri dietro l’orecchio. Solo il seno &egrave largo e sodo, Alice lo tiene però nascosto in austeri reggiseni da jogging. Gli occhi, poi, sono quelli di una cerbiatta: due laghi azzurri. In quel momento piantati sul professor Vicentini, con sguardo perso e sognante.

Il professor Vicentini &egrave in effetti un bell’uomo, un metro e ottantasei di fascino, oltre novanta chili di forza. Il volto aperto e un po’ severo, difficile pensare che quei capelli, adesso radi e cortissimi, siano stati per anni lunghe chiome biondo cenere. Solo la barba &egrave sempre quella, anche se al bruno e al rossiccio si sono aggiunti due ciuffi candidi. Da qualche anno un paio di occhiali incorniciano i suoi occhi verdi, che, sotto a due sopracciglia marcate, cambiano colore al mutare del tempo e, soprattutto, dell’umore. Uno sguardo magnetico il suo. Che porta spesso l’interlocutore, soprattutto se donna, a distogliere lo sguardo, mentre un brivido le corre dentro. Nonostante i suoi 45 anni il professore &egrave in gran forma. Veste sempre di scuro, nero oppure marrone bruciato, eccetto le camicie, a volte bianche a volte azzurro cielo.

La prima volta che Alice lo vide all’inizio dell’anno si sentì mancare. Troppo bello, troppo distinto ed elegante. Persino troppo affascinante per essere un professore. Già allora sapeva inconsciamente che le ore di storia di quell’anno scolastico le avrebbero reso la vita difficile. Non sarebbe mai riuscita a seguire le lezioni con un professore del genere. E infatti non si sbagliava, non era riuscita a seguire una sola lezione e si era ormai metà anno. Reggeva la media del 7 grazie allo studio a casa, dove non aveva l’oggetto del suo desiderio perennemente sotto gli occhi.

Il professore a volte si trova a interrogarsi sul suo essere in quella scuola, professore di liceo. Lui, l’allievo prediletto del grande professor Ferri, lo storico dell’industria italiana, che aveva riposto in lui tante speranze. Eppure era bastato un viaggio di studi in America Latina, sulle tracce degli imprenditori italiani che avevano fatto fortuna nell’altro emisfero, a cambiare tutto. Giacomo (questo era il nome del professore) aveva avuto una grossa crisi, di cui non aveva voluto mai parlare con nessuno. Al rientro si era sposato in fretta e furia con la ricca rampolla di una famiglia influente, che da tempo voleva aggiungere il giovane e brillante storico alla sua collezione di oggetti preziosi. Neanche un anno e i suoceri erano morti in un incidente aereo in Bengala e così i due si erano ritrovati ad amministrare un patrimonio smisurato. Qualche tempo dopo, quasi per gioco Vicentini fece il concorso per professore, vincendolo senza alcuna difficoltà.

Così il professore aveva finito per entrare nella vita di Alice, diventando il suo chiodo fisso. Lei lo sognava di notte, lo pensava di giorno, quando lo vedeva le sudavano le mani e sentiva il fuoco pervaderle tutto il corpo. Era attratta da quell’uomo come una calamita, voleva avere il suo corpo, nudo, ed essere toccata da quelle mani grandi che immaginava molto esperte’

Questo racconto &egrave nato dalla collaborazione di 2 scrittori: petit camille e CarpeDiem. &egrave lunedì mattina e Alice non ha molta voglia di andare a scuola, alla prima ora c’&egrave storia e come al solito dovrà combattere contro quel bruciante desiderio per il professore. Stamane poi la dovrà pure interrogare, ed &egrave in ansia al solo pensiero. Ha studiato molto, ma già sa che davanti a lui faranno fatica a uscirle le parole, così il prof. penserà che non si &egrave impegnata affatto. Se solo sapesse il motivo dei suoi silenzi!

S’infila quella che &egrave la sua divisa, maglioncino e pantaloni corti neri, e si passa veloce la matita a sottolineare i suoi grandi occhi azzurri. Forse sentirsi carina durante l’interrogazione l’aiuterà a far uscire qualche parola e a prendere almeno la sufficienza.
Alice fa velocemente colazione, un bicchiere di spremuta d’arancia e un paio di fette biscottate sporcate di marmellata ai mirtilli e poi vola a prendere l’autobus.
Entra in classe che mancano due minuti alle otto, saluta le sue compagne e si siede al suo banco in primissima fila, iniziando a ripassare gli argomenti dell’interrogazione.

Il professore, come sempre &egrave arrivato in anticipo a scuola. Chiuso in sala professori riordina le sue carte. Classe difficile la quarta B del 2001. La media dei ragazzi distratti era cresciuta. Non riusciva a rompere quel muro di noia e disinteresse che ogni anno sembrava diventare sempre più forte. Poi c’erano i soliti secchioni, che sinceramente gli davano poca soddisfazione. E infine quella ragazza in prima fila. Esile e alta, sempre vestita di nero, sembrava una novella esistenzialista e gli ricordava Juliette Grecò da giovane. Si sentiva quegli occhi enormi e azzurri puntati addosso, per tutta la lezione. Eppure, non lo seguiva. Non capiva perché, ma aveva netta la sensazione che lei non comprendesse il senso delle sue lezioni. Eppure era preparata, non solo con gli altri professori, ma anche con lui manteneva una media dignitosa. Ma non coglieva il senso delle sue lezioni. E questo bruciava come fuoco l’ego del professore.

Al suono della campanella il professore entra in classe, impeccabile come sempre nei suoi abiti di sartoria tagliati su misura. Oggi indossa un abito nero gessato, gli sta molto bene, Saluta le alunne con un sorriso e si siede alla cattedra. Un attimo di silenzio e poi apre il registro: ‘Dunque ragazze oggi &egrave una giornata d’ interrogazioni, spero che nel week end trascorso vi siate divertite ma abbiate trovato anche il tempo per studiare, non mi piace essere obbligato a darvi brutti voti. Vediamo un po” oggi tocca ad Alice. Vieni pure qui alla cattedra’.

Alice si avvicina lentamente alla cattedra portando con sé la sedia, si mette di lato per non dare le spalle ai compagni.
‘Alice sei pronta?’ la calda voce del prof. riscuote la ragazza. Si sente accaldata, sarebbe pronta sì, ma non a essere interrogata, pronta a saltargli addosso e a farsi toccare da quelle mani così grandi e curate, le vorrebbe sentire sui suoi seni a esplorare le sue intimità.
‘Mhhh….credo di si professore!’ questo &egrave quello che riesce a rispondere. Il prof le fa un sorriso d’incoraggiamento ‘L’argomento &egrave la crisi del’ 29. Non ti farò domande, parlane a ruota libera seguendo il percorso che preferisci’.
Alice &egrave nel panico, si schiarisce la voce e inizia, incerta: ‘Dunque’. la grande depressione detta anche crisi del 1929, grande crisi o crollo di Wall Street, fu una drammatica crisi economica che sconvolse”mhhh’ l’economia mondiale alla fine degli anni venti, con gravi ripercussioni durante i primi anni del decennio successivo”

Mentre Alice parla, il professore si distrae immergendo lo sguardo in quei laghi azzurri’ ‘La depressione’ ebbe alla propria origine contraddizioni simili a quelle che avevano portato alla crisi economica del 1873-1895.’
La voce della ragazza sta facendo uno strano effetto al professore che si lascia cullare dalla sua musicalità senza seguirla, sino a che’ ‘L’inizio della grande depressione &egrave associato con la crisi del New York Stock Exchange avvenuta il 24 ottobre del 1929 denominato anche venerdì nero’…
Il professore ha un sussulto e le fa cenno di fermarsi. ‘Giovedì nero, Alice, giovedì” dice con aria seria.
Alice si blocca, le gote pallide avvampano, la lingua le si impasta e non riesce neppure a deglutire’
” non &egrave da lì che il venerdì &egrave segno di sfortuna ma dalla morte di Gesù, solo qualche anno prima” La voce del professore &egrave sorridente, ma la sua ironia arriva su Alice come una sferzata, che le lascia una striatura dolorosa nel suo amor proprio’

Gli occhi di Alice cominciano a inumidirsi per via della tensione e della situazione in cui si trova. ‘Ecco prof’.io’io non so’ho studiato ma’..ma’ho studiato molto’solo che’solo che” Alice balbetta senza riuscire a giungere al termine.
Giacomo &egrave stupito da quella reazione.’D’accordo, Alice, nello stato in cui sei non diresti più una parola… Facciamo così, alla fine della quinta ora ti fermi un po’ di più e quando finisco la lezione in 3′ B ritorno in classe e ti interrogo, magari ti sei calmata”
Alice piega il capo, riprende la sedia e torna al posto senza guardare nessuno. Mille pensieri le affollano la mente: io e Lui in classe da soli, ma che sia fattibile, cio&egrave può interrogarmi e darmi un voto senza la presenza di altre persone, forse se l’ha detto &egrave perché si può fare. Oggi &egrave proprio un’ incubo, lo vuole capire che il problema &egrave la sua presenza e non il fatto che io abbia studiato o meno. Non ho comunque altra scelta.
‘Va bene professore, grazie per l’ opportunità’ Alice ha rialzato la testa e le parole questa volta le escono decise e senza tremori.

Questo racconto &egrave nato dalla collaborazione di 2 scrittori: petit camille e CarpeDiem.

Passano lentamente tutte le altre lezioni, quattro ore, che ad Alice sembrano non aver mai fine. Non riesce ad ascoltare nessuna di esse, il suo pensiero &egrave costantemente fisso al momento in cui sarà sola nell’aula, assieme a Giacomo.
Il driiinn della campanella che segna la fine di tutte le lezioni per quel giorno la riporta alla realtà.

Tutte le sue compagne, si sono tutte femmine nella classe, si alzano dai loro banchi, ripongono libri e diari nei loro zaini e in processione cominciano a svuotare l’aula. Alice vorrebbe fare come loro in quel preciso istante.
Elena, la sua compagna di banco la saluta e le augura in bocca al lupo. ‘Crepi.. Elena’crepi quel maledetto lupo!, ci vediamo domani’ risponde scherzando.
Mentre aspetta l’entrata del professore si mette a ripassare, pensando che questa volta non poteva sbagliare, le era stata concessa una seconda occasione e sarebbe stato frustante aver sprecato le ore di studio del week end.
Il professore entrò in classe dieci minuti dopo, piuttosto trafelato. ‘Scusa il ritardo Alice, ma un’alunna mi ha trattenuto per chiedermi se poteva rimediare una prova scritta andata male’ Alice gli sorride con dolcezza ‘Si figuri professore, non &egrave un problema’.
L’uomo restò a guardare quel viso di bambola, così delicato. Gli stava sorridendo, e quel sorriso era così fresco, armonico come un orchestra di violini. Quella ragazza aveva qualcosa che lo turbava. Era abituato ad avere a che fare con ragazze giovani e carine, le classi del liceo classico ne erano piene, ma a dispetto di altri uomini della sua età non lo attraevano, o meglio preferiva le donne più mature, con più esperienza. Alice però aveva qualcosa di diverso, e poi c’era quel tarlo, quella ragazza sembrava non comprendere le sue lezioni, rappresentava una sorta di sfida, lui che voleva avere la meglio su tutto… su tutti e nutrire il suo ego.
‘Forza Alice, vieni a sederti alla cattedra. Hai un’ altra possibilità… vediamo di non sprecarla”
La ragazza lascia il suo banco e raggiunge il professore. Il cuore impazzito nel petto. Le gambe molli. Per fortuna deve stare seduta.
Un sospiro di sollievo e incomincia ‘A ruota libera come mi ha chiesto stamattina professore?’ Il Giacomo la osserva negli occhi ‘Certamente… soffermati sull’aspetto italiano della crisi’.
Alice questa volta non vuole sfigurare, vuole colpire positivamente il professore, raccoglie tutto il coraggio e la fermezza che trova. E attacca. ‘La crisi arrivò in Italia dall’America nel 1930. Mussolini e il ministro delle finanze Mosconi si erano illusi che non arrivasse nel nostro continente e che anzi potesse avere ripercussioni benefiche sull’economia europea e italiana’ ma così non fu. All’inizio degli anni ’30 fattori di carattere internazionale turbarono profondamente il paese. Il ribasso dei corsi dei titoli fiduciari e dei prezzi all’ingrosso fu anche da noi il primo segno della crisi’ Il consumo di carbon fossile e di energia elettrica, indice dell’attività industriale e commerciale, era salito fino a 190 rispetto al 100 del 1913 ma nel 1930 inizio a scendere a quota 180 dando la misura dell’arresto del movimento economico di tutto il paese”
Alice aveva trovato lo stato d’animo giusto e continuava il discorso con rare interruzioni e senza sbagli. Solo ogni tanto la voce le si incrinava, per l’effetto del parlare a lungo.
Giacomo sentiva le parole uscire dalla bocca della ragazza, ma non riusciva ad ascoltarla. Alice aveva cominciato a parlare a macchinetta, sorprendendolo e lo fissava con quegli enormi occhi, talmente grandi che sembravano fuori posto. Non ascoltava ma non aveva dubbi che tutto quello che lei diceva fosse corretto. Troppo sicura, se avesse sbagliato a un certo punto si sarebbe interrotta da sola.
Era passato ormai un quarto d’ora e lei continuava ad esporre animatamente l’argomento, chiedendosi come stesse facendo a uscire così bene da quella situazione che solo poche ore prima le era parsa impossibile.
‘Bene Alice’ sei andata molto bene. Vorrei solo che mi facessi un ultima riflessione” Giacomo le aveva piantato lo sguardo negli occhi, arrivandole all’anima’ ‘Stupiscimi di nuovo.’ Il tono non era quello che un professore usa con una sua alunna, ma piuttosto con un’amante.
Alice ne rimase turbata, sconvolta, ma anche felice. Non poteva tentennare ora. ‘Nel ’33 Mussolini affermò che il corporativismo fosse l’unico strumento per superare la grande crisi’ le corporazioni raggruppavano associazioni e unioni dei datori di lavoro e dei prestatori d’opera appartenenti allo stesso ciclo produttivo’ La fortuna del suo pensiero fu grande e, ancora oggi, ci impedisce di diventare un paese moderno’ Alice proseguì per un altro paio di minuti.

‘Basta così, si vede che l’argomento ti interessa. &egrave meglio che ti lasci andare a casa”
Alice era felice per i complimenti e, soprattutto, per essere riuscita a superare l’interrogazione. ‘Grazie professore, non capita tutti i giorni di avere due chance. E sinceramente non so dove ho trovato la verve per fare un interrogazione così brillante. Non m’ era mai capitato’. Di nuovo sorrise, quel sorriso che era capace di fare miracoli. ‘No piccola, i ragazzi di oggi non mettono più passione in quello che fanno. Tu oggi mi hai dato l’opportunità di scoprire che non &egrave così, che c’&egrave ancora qualcuno che mette amore in tutto quello che fa. Credo tu sia così. Lo sai dove l’hai trovata la forza per prendere l’8 e mezzo che segnerò sul registro?’ Alice scosse la testa, trepidando nell’attesa della risposta.Il professore protese la mano verso la testa della ragazza, e posò l’indice sulla fronte ‘Qui” Poi abbassandolo puntò al cuore, vicino al seno di Alice, il dito però non si posò sulla stoffa della maglietta ”e qui’ le sorrise. ‘Cuore e Testa, ti hanno dato la forza’.

Alice in un turbinio di sensazioni contrastanti, avrebbe voluto fuggire per l’imbarazzo ma allo stesso tempo avrebbe voluto che quella mano si fosse posata su altre parti del suo corpo a regalarle emozioni.
Giacomo quando si era avvicinato con la mano al seno di Alice, in realtà aveva dovuto lottare contro se stesso, la razionalità gli diceva che non poteva permettersi di andare oltre, l’istinto gli diceva di tastarne la consistenza, l’istinto in quel momento era collegato al cuore e forse anche a qualcos’altro che si celava più in sotto, perch&egrave quella ragazza gli aveva trasmesso emozioni che non provava da tempo, come una fiamma lenta che a un tratto avvampa. In quella lotta e in quell’istante aveva vinto la razionalità, ma poi?

La ragazza si alzò, raccolse le sue cose, quasi sulla porta si voltò.
– Buon pomeriggio professore.. la ringrazio di cuore- nuovamente sorrise.
Quello sguardo innocente e il tono soave lo colpirono al centro’si al centro, dove tutto nasce.

Questo racconto &egrave nato dalla collaborazione di 2 scrittori: petit camille e CarpeDiem.

Alice entra in casa camminando a un metro da terra. Non poteva ancora credere di avercela fatta. Di aver superato la sua ansia e, soprattutto, di aver resistito ad afferrare la mano del professore che le sfiorava il petto.
Ha appena buttato lo zaino sulla panca, quando la voce della madre la richiama dalla cucina. La trova che sta riordinando i piatti dalla lavastoviglie. ‘Ciao piccola, come mai hai fatto così tardi oggi?’ il tono della donna, una bionda quarantenne esile e vestita all’ultima moda, era dolce e allegro, ma Alice risponde brusca ‘Mi sono fermata per terminare l’interrogazione di storia..’ La madre si china per prendere una pentola ‘Andata bene?’ Alice strascica un sì, quando lo sguardo le &egrave catturato dal fondo schiena della madre ‘Cos’&egrave quello?!’ La madre si volta sollevando la maglietta e mostra così un tribale tatuato sul fondo schiena. ‘l’ho fatto stamane, bello eh?!’ Alice gela la madre ‘Sei incredibile, non hai più vent’anni e poi” ‘E poi cosa, non ho più diritto a vivere la mia vita vuoi dire?’ La madre si rialza, più triste che arrabbiata. ‘Non crederai che voglia fare la vedova a vita, Alice”
Alice gira sui tacchi e corre a chiudersi in bagno. Nel bagno la ragazza trattiene a stento le lacrime, si leva con rabbia la maglietta, si sfila il reggiseno e inizia a rinfrescarsi. Poi si siede sul water e, le braccia conserte sul seno, chiude gli occhi’ Le immagini di suo padre che la facevano saltare a cavalluccio le tornano immediatamente alla mente. Aveva solo otto anni, ma ricorda ogni attimo, ogni istante che il suo papà dedicava alla sua Principessa. Sino a che il cancro glielo aveva strappato nel giro di due mesi. Maledetta Fabbrica!
Senza accorgersene Alice ha iniziato a martoriarsi i capezzoli. Stretti tra le dita nervose, sono cresicuti, gonfiandosi ed ergendosi duri come chiodi’ Alice apre gli occhi e respira a fondo. Allarga le gambe e si osserva, scoprendo che anche le labbra del suo sesso implume si sono gonfiate e si stanno schiudendo umide del suo succo’
Con rabbia prende due dita e le inserisce con forza nella fica, scorrendole a fondo, spingendo sul clito. Le lacrime lasciano il posto a piccole gocce di sudore mentre si masturba con violenza, più a punire il suo corpo che a darsi piacere’
Alice si &egrave rivestita adesso, si dirige all’ingresso, prende la borsa dall’armadio’ ed esce sbattendo la porta. Aria nei polmoni, fresca e leggera, anticipa l’imminente arrivo della primavera.
La fermata dell’autobus non &egrave molto lontana, la raggiunge e aspetta, di lì a poco sarebbe sicuramente arrivato il pullman di linea’ Alice ha voglia di fare un giro in città, camminare tra le vie piene di storia e di leggende’ Mantova le piace molto e quando sente di dover staccare dai problemi, dai continui litigi con la madre, ci andava’ rincasando solo a sera inoltrata prendendo l’ultimo autobus, quello delle 20:50.

Slaaashhh’ il frustino cala con calma incessante, disegnando una ragnatela di strie rossastre sulla pelle ramata di Mirella, la moglie del professore. Giacomo &egrave vestito in piedi dietro alla donna, piegata a 90 sulla scrivania, in calze e guepiere, i glutei in bella mostra, spinti verso l’alto dai tacchi di dodici centimetri. Nella stanza non vola una mosca, solo il woosh del frustino che fende l’aria, lo slaaaashhh dei colpi sulla carne tremula e i mugolii trattenuti della donna a ogni colpo. Il professore continua a colpire in silenzio, lentamente. &egrave come se componesse una musica, il suo &egrave un battere sincopato che provoca nel corpo della donna una successione di scuotimenti animaleschi.
Ma i suoi pensieri sono altrove, e a un tratto perde il ritmo’ una volta, due’ la donna se ne accorge. ‘Giacomo” sta per rialzarsi, allora il professore getta il frustino e le si avvicina. Passa la mano sulla fica della donna, &egrave fradicia. Vi immerge le dita, una dopo l’altra, sino a impregnarle degli umori della moglie. Passa la mano sotto il naso della donna ‘senti, Mirella, il profumo del tuo piacere,” Poi, unite le dita a cono, inizia a immergere la mano dentro la fica della donna, che inarca la schiena e protende i glutei a incontrare la mano, per facilitare l’ingresso. Giacomo ruota lentamente la mano, immergendola sempre di più. Sino ad arrivare alle nocche. Un sospiro e, in un colpo, la mano &egrave tutta dentro. La donna &egrave rimasta un attimo senza fiato e adesso si scatena ‘Sfondami, dimmelo che sono una troia, aprimi” Giacomo rimane in silenzio, si avvicina ancora e le mani della donna gli afferrano la patta, sbottonandola, bottone dopo bottone. Le dita della donna s’insinuano tra i boxer e ne traggono un cazzo rigido e pulsante. Poi lo guida verso la sua rosellina. L’uomo vi sputa dall’alto e poi inizia a spingere mentre allarga i glutei della moglie con l’altra mano’ Mirella spinge ad accogliere il sesso del marito dentro gli intestini. Adesso il ritmo &egrave quello dell’inguine che batte, nel procedere della sodomizzazione’ la donna &egrave senza fiato e si lascia andare all’orgasmo’ mentre lo sperma del professore ne allaga gli intestini’ Giacomo si ritrae e avvolto il membro nel fazzoletto, si allontana ‘Ho bisogno di aria fresca, Mirella’.
Il professore lascia la donna nello studio e, dopo essersi rinfrescato, decide di uscire. Lo aspetta un giro in centro’ Mantova &egrave sempre bella da esplorare.
Alice scende dall’autobus ancora scossa e inquieta. Inizia a vagare senza meta in quelle vie ai bordi del centro, in cui non passa mai nessuno, osserva i balconi delle case coi loro fiori sgargianti, respira il profumo di cibo che esce dalle finestre. Mantova &egrave una città non città che la rilassa. Mentre cammina estrae dalla borsa un libriccino che porta sempre con sé, Le Fleurs du mal. Mon esprit, tu te mues avec agilité,/ Et, comme un bon nageur qui se p’me dans l’onde, / Tu sillonnes gaiement l’immensité profonde / Avec une indicible et m’le volupté/’ Alice alterna i versi all’osservare le case. Pensieri cupi e strani le si affastellano in testa’ la morte del padre impossibile da elaborare, la madre che cercava una nuova allegria, l’interrogazione della mattina, l’attrazione per il professore’ poi le torna in mente il padre e quello che era successo in bagno, e si sente di nuovo in colpa. Attanagliata da un groppo d’angoscia, immerge lo sguardo umido di lacrime nei versi di Baudelaire ‘
Lo scontro &egrave violento: Alice cerca di raccogliere il libro caduto a terra e’ grande &egrave il suo stupore nello scoprire che lo sconosciuto nelle cui braccia &egrave praticamente caduta, e che le sta porgendo il libro altri non &egrave che il suo professore.
‘Mi scusi professore’ non guardavo dove stavo andando e…’ Giacomo la aiuta a rialzarsi ‘Non devi scusarti Alice, capita a tutti di non guardare dove si va, nemmeno, del resto, ti ho vista sul mio cammino. A quanto pare oggi siamo destinati a incontrarci” In Alice cresce il turbamento, ‘che cosa c’entra il destino’ pensa tra sé.
Giacomo scruta la ragazza per qualche istante. ‘che ci fai in un posto così isolato?’ &egrave come se volesse frugarle l’anima. ‘Mi piace perdermi nei segreti di Mantova” Alice ha risposto d’un fiato e adesso trattiene il respiro, con la paura di esserti scoperta troppo.
‘Mantova &egrave molto bella, anch’io ci vengo spesso’ quando voglio staccare la spina.’
Alice alzò lentamente lo sguardo sul professore, mantenendo il capo appena chino. Un turbinio di sensazioni l’agitavano. Ma anche Giacomo era a disagio, quella ragazzina gli scatenava un mix di sensazioni contrastanti. Che minavano la sua costante ricerca del controllo’
Giacomo le porge il libro voltandolo a leggere la copertina ‘Le Fleurs du mal’ strano libro per una ragazzina, cupo’ Anche Alice si riscuote ‘Baudelaire mi piace. Molte sue riflessioni si rispecchiano nelle mie..’ Giacomo le sorride con affetto ‘ Dai, andiamo a prenderci una cioccolata. Oggi meriti di essere coccolata”
Il professore la prende per il braccio, con delicatezza, dirigendosi verso la nuova meta. Alice si lascia guidare sorpresa. Della situazione, di sé, del professore.
Il caff&egrave &egrave piccolo, ma accogliente. Giacomo guida con sicurezza Alice verso il fondo della sala. La fa sedere in un tavolino d’angolo. Alice si guarda intorno ‘Carino questo posto” Giacomo le sorride ‘E’ il mio rifugio” Alice arrossisce. E si muove sulla sedia un po’ a disagio. Non si porta chiunque nel proprio rifugio. Che il professore voglia renderla partecipe del suo mondo?
Qualche istante dopo arriva la cameriera a prendere le ordinazioni. Indicando Alice Giacomo ordina con sicurezza ‘Per lei una cioccolata con panna, per me invece un th&egrave caldo al limone’.
La cameriera gira sui tacchi e Alice fissa interrogativa il professore. Perché aveva deciso lui per lei? ‘ pensa tra sé – Sì in fondo la cioccolata le piaceva, ma era il gesto… Non sapeva se esserne compiaciuta o infastidita.
Come se avesse letto i suoi pensieri Giacomo la apostrofa ‘Credo che la cioccolata ti faccia bene’ e le sorride nuovamente.
‘Hai ragione, &egrave da ieri che non mangio!’ Alice si sorprende imbarazzata per avergli dato del tu. ‘Ehm.. cio&egrave volevo dire che ha ragione’. Giacomo la guarda intensamente ‘Rilassati. Puoi tranquillamente darmi del tu. Soprattutto qui.’
Le ordinazioni furono servite e mentre Alice gusta la panna montata bevendo a piccoli sorsi il liquido denso e caldo, le si illuminano gli splendidi occhi azzurri. “Ma allora sorridi!, tua madre dice che sei sempre seria…” Alice accusa il colpo. “Mia madre? Cosa vuole che sappia di me… dopo il primo anno dalla morte di mio padre, passato sempre a letto, ha iniziato a comportarsi da ragazzina e mi ha lasciata da sola… ad affrontare da sola la mia vita: decisioni, problemi, cotte…”
Lo sfogo colpì Giacomo. Che si fa ancora più attento e premuroso “Lasciare un’adolescente allo sbaraglio… che peccato mortale!” Con delicatezza poggia la mano su quella della ragazza. Alice non ritrae la sua e immerge il suo sguardo negli occhi del professore. Quell’uomo, il suo professore, l’attraeva oltre le solite infatuazioni giovanili. Per la prima volta, dopo anni c’era qualcuno a decidere per lei, se pure per una banalità. Il modo in cui lui si comportava, gli sguardi e soprattutto il modo di guidarla le fecero capire di colpo che avrebbe voluto aggrapparsi a qualcuno per affrontare la vita.
Giacomo era ammaliato, Alice stava gustando la sua bevanda con la golosità tipica dei bambini, come se non avesse mai assaggiato niente di più buono. Ne fu quasi invidioso. Da quanto tempo non assaporava più qualcosa in quel modo? Il bambino che era in lui se ne era forse andato?
‘E’ proprio buona. Avevi veramente ragione Giacomo’ Alice si sorprese di come gli stava dando del tu, voleva dimostrarsi il piu’ naturale possibile e non dargli l’ impressione di essere forzata negli atteggiamenti.
Avevano finito di bere, continuavano a scrutarsi, come si stessero studiando.
‘Andiamo a guardare le vetrine’ ‘ disse lui.
Non l’aveva proposto, l’aveva detto. Aveva capito che Alice non avrebbe mai rifiutato. Lo aveva capito da come lo guardava. Lei non sapeva né cosa dire, né cosa fare e aspettava che qualcuno lo facesse per lei. Aveva bisogno di una guida, di un mentore che l’aiutasse a muovere i primi passi e Giacomo era quella persona.
Il centro &egrave quasi deserto. Alice e il professore passeggiano senza fretta, osservando le vetrine.
Passando davanti a un piccolo negozio di intimo, lo sguardo di Alice &egrave rapito da una fila di busti girevoli su cui spiccano dei bustier molto sexy’ ‘Belli, vero? un tempo erano il sogno di ogni donna’ e uomo!’ Giacomo l’aveva sorpresa. Aveva colto il suo sguardo e Alice si sentiva di nuovo in imbarazzo. ‘Ma’ certo per delle mannequin’ io, sono una ragazzina però” Alice era diventata tutta rossa. Il professore la prende per mano e, senza darle modo di reagire la guida dolcemente dentro il piccolo negozio.
&egrave un negozio davvero molto particolare, una specie di bomboniera di seta bianca. Su alcune mensole, come sculture, piccoli busti su cui fanno bella mostra dei capolavori di seta e lycra’ Una ragazza bionda, esile e altissima si fa loro incontro. ‘Buonasera professore, cosa posso fare per lei?’
Alice trasale per quella confidenza, il professore la portava senza remore in un luogo dove era conosciuto. E non si trattava certo di un luogo qualunque. ‘Andrea, vorrei far vedere a questa mia giovane allieva quanto possa fare una guepiere sul corpo di una donna” Giacomo sorride calmo.
‘Va bene professore’. La commessa si rivolge poi ad Alice che imbacuccata com’&egrave potrebbe avere qualunque misura: ‘Che taglia porti?’ Senza dar tempo ad Alice di profferire parola, il professore risponde rapido ‘Terza coppa C, e per le mutandine una seconda’
Alice incredula non crede alle sue orecchie. La testa le ronza impazzita, mentre un calore strano le si diffonde per tutto il corpo, le mani livide e le gote vermiglie. Giacomo, il professore, allora l’aveva dissezionata millimetro per millimetro in quei giorni in classe in cui pensava di non essere neppure notata.
Alice viene risvegliata dal ritorno della commessa che le porge il completino. ‘Credo che sia meglio se tu lo provi. Giusto per vedere come ti sta’ Il professore &egrave serio, sembra che la situazione sia assolutamente normale per lui. Alice non riesce a muovere un muscolo. &egrave come pietrificata. ‘Ma’ non credo che”
‘Su, ragazzina, immergiti in una nuova dimensione, prendi’ Era un ordine, calmo e sereno ma un ordine. A cui Alice non poteva fare a meno di obbedire.
Si allontana camminando incerta ed entra nel camerino, imbambolata, troppe cose che le girano per la mente.
Si spoglia completamente, fissandosi allo specchio. Non si piaceva affatto, però tutti le dicevano che era carina e ben proporzionata. Forse era arrivato il momento di dimostrare a Giacomo che era una ragazza giovane, ma era anche donna. Forse quella era la sua occasione per mostrargli il suo ardente desiderio. Con le dita si sfiora i capezzoli, irti e sensibilissimi, brividi le percorrono la schiena. Indossa il completino ammirandosi nello specchio, il corsetto fa risaltare ancor di più il suo seno prorompente. per la prima volta in vita sua si trova sexy… con una strana luce negli occhi.
La voce di Giacomo la richiama alla realtà: ‘Come te lo senti?’.
Alice apre la tendina, nello stesso instante il volto le diventa incandescente. Non aveva mai azzardato tanto in vita sua.
– Beh credo bene, mi piace ‘
– Fatti vedere ‘
Alice fa qualche passo in avanti e si gira un paio di volte su se stessa, facendo piroette degne di una ballerina. Sente gli sguardi su lei, che violavano il suo corpo.
– Ti sta veramente bene ‘ commenta la commessa
Lui la fissa, in silenzio. Un silenzio assordante per Alice. Comincia infatti a temere di non piacergli, probabilmente la considera ridicola.
In realtà Giacomo non trova le parole per esprimere la visione che ha davanti a s&egrave, perfetta, una fata dei boschi, quasi incantata, solo un po’ più sexy. Il seno prorompente, le guance arrossate e gli occhi un poco lucidi rendono Alice davvero irresistibile.
Cercando di restare distaccato, per non destar sospetto, commenta solo: ‘Sarebbe davvero un peccato lasciarlo qui in negozio tanto ti sta bene, non credi Alice?’
Lei annui solamente.
– Cambiati pure, altrimenti rischi di prender freddo ‘

Uscita dal camerino, trova Giacomo che conversa con la ragazza bionda.
Alice &egrave un po’ dispiaciuta, negli occhi di lui non ha letto ciò che desiderava mentre la osservava, ma del resto come dargli torto, lui era un uomo adulto, lei una ragazzina. Come poteva pensare di far colpo.
Alice fa per consegnare l’indumento alla commessa : – E’ molto bello, mah non credo che poi lo metterei ‘ si lascia sfuggire
– Certo che lo metterai. Consideralo un regalo ‘ Giacomo armeggia con il portafoglio e ne estrae una banconota da cento euro porgendola alla commessa.
Alice lo guarda meravigliata, non sapeva davvero più cosa pensare.
Uscendo dal negozio le esce solo un flebile ‘ Grazie ‘ accompagnato da un innocente sorriso. Giacomo se la rivede davanti, mezza nuda.. così indifesa e così eccitante al tempo stesso, e non riesce più a trattenersi ‘Sembravi una languida gattina. Il mio regalo &egrave nella speranza di rivederlo indossato da te…’
Le parole scorrono dentro Alice come un fiume di lava in piena. Le si ferma il respiro e un nodo alla gola la lascia senza parole.
Con le guance arrossite cerca di sfuggire alla situazione:
– Grazie. Ora professore.. cio&egrave’Giacomo io dovrei proprio andare, potrei perdere l’ autobus ‘
– Certo cara, ,ci mancherebbe. Vai pure ‘
Giacomo non se la sentì di trattenerla oltre, oggi Alice ha sicuramente dovuto affrontare emozioni a cui non &egrave abituata. Non vuole turbarla ulteriormente. Sente un pizzico di dispiace nel sapere che tra poco non l’ avrà più sotto il suo sguardo.
– Grazie per il regalo Giacomo, &egrave davvero bello ‘ ringraziarlo era il minimo che potesse fare e forse anche l’ unica cosa che era in grado di fare in quel momento. La sua frase l’ aveva talmente turbata che non riusciva a reagire in alcun modo.
– Non mi ringraziare, sono già stato ripagato dal vedertelo indossare ‘
Questa frase non fa altro che agitare ulteriormente Alice, la quale ormai non si sorregge più in piedi.
– Ciao, a domani ‘ l’ unica cosa da fare &egrave andarsene anche se non vorrebbe.
Lui le sorride e rimane a guardarla mentre se ne va sventolando la mano in segno di saluto.
Nel muovere i primi passi verso la fermata Alice già si sente una stupida. Con il suo atteggiamento non ha fatto altro che dimostrare che &egrave ancora una bambina. Dannazione, mai una volta che riesca dimostrare quello che ho dentro, pensa tra se.
La rabbia le cresce dentro in un’ attimo, &egrave furiosa, agitata. Sa che Giacomo &egrave ancora a pochi metri da lei e che sicuramente la sta guardando, lo può percepire.
Questa volta non può andare così, devo fare qualcosa.
Si volta e comincia a correre nella direzione di Giacomo, che &egrave ancora fermo nel punto dove l’ ha lasciata. Il cuore le palpita forte, si sente leggera mentre corre, come se stesse per spiccare il volo.
Giacomo se la ritrova con le braccia a collo, che appoggia le morbide labbra sulle sue. E’ un bacio caldo, dolce e appassionato. Rimane spiazzato dall’ intensità e dal calore che Alice gli sta trasmettendo. Quella piccola creatura &egrave riuscita a spiazzarlo, lui che ha sempre il controllo su tutto. La stringe forte a se, sperando che quel momento non finisca mai.

Notte. Interno camera da letto di Alice. La sveglia proietta sul soffitto le 3:15. Alice si agita nel letto, si scopre. Si sveglia di colpo e si tira su dal letto. La stanza e’ in penombra, la luce della luna filtra dalle persiane. Alice si alza, scalza si dirige verso la finestra. Indossa una leggera camicia da notte. Apre la finestra, e spalanca le persiane. Un fiotto di luce bianca irrompe nella stanza. Alta nel cielo splende una enorme luna piena. L’aria gelida della notte procura un brivido ad Alice che richiude i vetri, tornando verso il centro della stanza. La luce della luna e’ strana. E’ molto “manichea”. Bianco e nero. Buio e luce. Non ci sono sfumature. Dove arriva illumina tutto rendendo tutto visibile, ancorche’ spettrale. Dove non arriva il buio e’ profondo. Proprio come la profondita’ dei desideri segreti di Alice. Che infatti si muove inquieta nella stanza, affascinata da quel buio.
Apre il cassettone e ne trae un foulard di seta nera, poi prende la sua seggiola e la mette al centro della stanza, proprio sotto i raggi lunari. Poi fa una cosa strana: si spoglia, si mette seduta in punta di sedia, si benda gli occhi con il foulard. Alice trae un profondo respiro. allarga le gambe e poggia il palmo delle mani sulle sue ginocchia. Continua a respirare, sempre piu’ lentamente, sempre piu’ profondamente. A occhi chiusi, mette all’erta gli altri suoi sensi. Ascolta ogni scricchiolio della stanza, assapora la dolcezza delle sue labbra con la lingua, scorre lentamente la grana della pelle delle sue cosce sotto i polpastrelli, respira il profumo di se’…
Se qualcuno potesse vederla rimarrebbe affascinato. Una gazzella esile e allo stesso tempo forte, i tendini sollevano la pelle diafana nel pulsare dei muscoli… Alice e’ seduta, ma sembra quasi sospesa al centro della stanza, in una posizione quasi yoga, le braccia rilasciate lungo i fianchi, i palmi delle mani appena poggiati sull’interno delle cosce. La schiena e’ dritta, quasi inarcata. Il mento sollevato, le nari che inspirano l’aria fresca della notte, che si mischia con il profumo dolce della ragazza… Alice, mentre il suo petto si solleva con un ritmo lento e profondo, sta pensando… sta scavando dentro di se’, nella sua memoria, nelle sue sensazioni, nelle sue paure… A occhi chiusi sta guardando la profondita’ dei suoi desideri. Le passano davanti frammenti di immagini, le risate davanti al fuoco di un natale con gli amici e la famiglia, i tuffi allegri nel mare di rimini, le corse in bicicletta sulla stradina di campagna della casa dei nonni, il primo bicchiere di vino rosso… ma anche il tremore che la coglie al sentire su di se’ uno sguardo indagatore, l’emozione provata a vedere un’immagine apparentemente scandalosa, il calore provato dentro di se’ nel leggere un racconto proibito, l’inquietudine cui non riesce da tempo a dare un nome o un senso, che la sveglia nelle notti solitarie…
Le mani di Alice sono giunte adesso al suo fiore di carne, ne sfogliano i larghi petali,umidi e tumidi. Li schiudono e portano alla luce il pistillo carnoso, che inizia a ergersi, lentamente mentre Alice respira il profumo che emana dalla sua essenza di donna… Nuove immagini le si affacciano alla luce, si vede attraversare il salone di un grande albergo, alta sui tacchi. Indossa un vestito lungo sino ai piedi, accollatissimo davanti, che mette in evidenza i suoi seni sodi e la sua vita snella. Dietro, lo scollo e’ abissale. Arriva sino al solco che divide i glutei, scoprendone l’inizio. Chi la vede nel suo incedere elegante e sicuro rimane prima colpito e poi sconvolto dalla visione di profondaa sensualita’ che quella figura, cosi’ scandalosamente bella emana…
Il respiro di Alice si fa piu’ rarefatto, un urlo roco le risale su per la gola. Si morde le labbra, a sangue. mentre le dita iniziano a scavare dentro di se’. Vorrebbe sentire nelle orecchie quella voce immaginata per tanto tempo. Vorrebbe sentire sulla pelle quelle mani solo sognate, vorrebbe provare il dolce bruciare del cuoio sui suoi glutei frementi, vorrebbe sentirsi carezzare la schiena da una lingua aspra e delicata… vorrebbe svelare la sua complessita’… accettare quei sogni che sente parte di se’ e non di un’altra Alice. Sogni che sono la sua vita tanto quanto la sua realta’ di brava ragazza, di persona dolce e semplice, che costruisce con fatica e allegria il suo futuro. Fatto di amici, lavoro, passioni comuni… Alice e’ questo e tanto altro. Non sono contraddizioni le sue sono la sua complessita’, la sua bellezza, la sua unicita’, la sua preziosita’…
Alice e’ un fiore raro e prezioso. E molto di piu’.
Giacomo vede Alice correre leggera come se stesse per spiccare il volo, sente tra le mani la sua vita sottile, il calore della sua pelle, il fremere dei suoi nervi… sente sulle labbra la dolcezza delle sue, il sapore dei suoi baci, la delicatezza della sua lingua, timida eppur curiosa… sente nelle narici il profumo del suo desiderio, del suo timore, della sua gioia… sente nel cuore la grandezza della sua anima, la forza della sua passione, la meraviglia del suo essere… Alice lo lascia senza fiato.

Al mattino il professore si alza determinato. Ha passato una notte insonne, cullato dall’inebriante dolcezza del ricordo del bacio di Alice. Prima di uscire fa un paio di telefonate. La prima alla moglie, che &egrave fuori per una convention: non tornerà prima del fine settimana. L’altra all’Armellino di Mantova.

Finita la lezione, il professore richiama alla cattedra Alice, e guardandola fissa in volto le da un libro ‘Ecco il testo di cui ti ho parlato. Ti ho aggiunto anche qualche nota, mi raccomando seguila” Alice lo guarda un po’ stupita. Nell’uscire apre il libro e scopre una busta. La apre con un po’ di apprensione. Ci sono solo poche righe: Mantova, domani pomeriggio, alle quattro via Cavour, 67 B&B Armellino. Chiedi della suite.
Alice &egrave turbata ed emozionata. Capisce che adesso &egrave arrivato il tempo di provare, di dare corpo ai suoi desideri. Mille pensieri le si affollano alla mente’

Mercoledì. Sono le quattro in punto. Alice entra nell’albergo in punta di piedi. Indossa un lungo cappotto nero leggermente sfiancato. Alla reception un giovane cordiale. ‘Lei e’ qui per il professore. Si accomodi. In fondo al corridoio le scale sono a destra. Al primo piano la porta in fondo. Prego’.
Alice avanza leggera eppure guardinga.
Raggiunge la porta della suite. Bussa. La voce di Giacomo dall’interno la invita ad entrare. Apre la porta e spalanca gli occhi. Dentro la stanza &egrave in penombra. Rischiarata da mille candele. Entra e si chiude la porta alle spalle. Sul fondo intravede il professore sprofondato in poltrona. ‘Vieni avanti Alice, non aver paura’. Un profumo dolce e inebriante riempie l’aria. ‘sul letto, Alice, indossalo per me’ Alice si volta e vede sul letto – a baldacchino ‘ una guepiere, un paio di calze velatissime e, ai piedi del letto, due sandali dai tacchi altissimi. Alice sfiora la lingerie con la mano’ si sente tremare al pensiero di quel tessuto sulla sua pelle. Il professore le si avvicina con due calici in mano. ‘Bevi Alice, un sorso per salutare l’inizio del viaggio’ il nostro.’ &egrave sidro, scorre leggero dentro la gola, mentre Alice trema nel sentirsi sfiorare da Giacomo. Che le sfila in un rapido gesto il cappotto lasciandola con il suo vestitino’ ‘fai con calma, io ti aspetto di là’ Giacomo le ha sussurrato nell’orecchio ed &egrave scomparso nel salottino. Pochi istanti e una musica ipnotica riempie la suite iniziando a cullarla. Alice, come ipnotizzata, si spoglia rapida. Poi, sedutasi sul letto inizia a infilarsi le calze, quindi indossa la guepiere e allaccia le calze. &egrave una guepiere ardita, splendida e molto sexy. Le solleva i seni lasciando scoperti i capezzoli. Non ha mai indossato nulla di simile, ma il tutto le viene spontaneo, come guidata da una forza superiore. Alice si alza e inizia a rimirarsi, non più timidamente, nello specchio. ‘Vieni, Alice’ La voce del professore la scuote. Si dirige verso il salottino. Giacomo &egrave in piedi accanto a una sedia nel centro della stanza. ‘Siediti’. &egrave una sedia antica, con la seduta di cuoio e i braccioli importanti. Alice si siede in punta, sente il freddo del cuoio sulla pelle, un brivido la percorre, si morde il labbro, ‘Abbandona le braccia sulle gambe, non aver paura’ Giacomo, fattosi vicinissimo, le sussurra nell’orecchio, sente il calore del suo respiro. Poi, con un rapido gesto le copre gli occhi con un foulard di seta nera. Alice trattiene il fiato, ma non si ribella. Il professore stringe delicatamente il nodo poi scorre la mano nell’incavo della schiena della ragazza, sfiorando le bretelline di raso. Un brivido percorre la schiena di Alice, raggiungendole il cervello’ ‘Sei bellissima, sai Alice? Una bellezza che artiglia il cuore. E’ incendia l’anima” Le parole si fanno strada nel suo cervello, dilagano nel suo corpo sensuale. Il seno le si alza impercettibilmente, mentre i capezzoli s’irrigidiscono’ ‘Giacomo” ‘Shhh’ non parlare. Adesso inizierai un viaggio che ti lascerà senza fiato. Scoprirai quel lato oscuro che ti ossessiona ogni notte” . Le ha letto dentro, senza che lei dicesse niente. Questo le basta, per affidarsi completamente alle mani di quest’uomo di cui già non può più fare a meno.
Giacomo adesso ha in mano il suo frustino. Un antico frustino da cavallo in nerbo di bue, rivestito di cuoio. Con una linguetta liscissima sul fronte e col fianco ruvido. Giacomo passa il lato liscio sul seno di Alice. Poi le sfiora le labbra. La ragazza le schiude, tira fuori appena la lingua e assaggia il sapore del cuoio’ ‘Brava Alice, sentilo’ tra un po’ scaverà la tua anima” Il professore si avvicina e le afferra con gentilezza la lingua, tra il pollice e il medio. Scorrendola in tutta la sua lunghezza. Alice inarca la schiena all’indietro mentre Giacomo si china a baciarla. La punta della lingua nel solco della lingua di Alice, iniziando a penetrarle la bocca’ come a violarla. Brividi la scuotono, mentre lui inizia a mordicchiarle le tenere labbra’ Alice schiude le gambe, premendo il sedere sul sedile già umido. Il professore si fa indietro e, all’improvviso, un sibilo attraversa veloce l’aria. ‘Ahhh” Il frustino si &egrave abbattuto sul capezzolo sinistro. Alice si morde il labbro, per non gridare ancora. Mentre un nuovo sibilo accompagna un altro colpo. Sull’altro capezzolo. Il calore si espande, il seno si gonfia, mentre il respiro della ragazza si fa più profondo’ I capezzoli adesso si ergono turgidi. Giacomo si avvicina e li avvolge tra le labbra, uno dopo l’altro, come per lenirne il dolore’ punzecchiandoli con la punta della lingua. ‘Giacomo”, vorrebbe chiedere, vorrebbe parlare, dire qualcosa ma si accorge che le parole non bastano, non servono, oggi loro due sono lì per ben altro… Il professore si rialza e adesso scorre il manico del frustino lungo le grandi labbra di Alice. ‘Sei già bagnata” Non &egrave una domanda. ‘Sono una troia” ansima Alice’ ‘Oh no, sei molto di più’ sei la regina delle schiave. E devi imparare a sopportare il dolore’ l’ha detto in un soffio, come in un soffio il frustino cala nuovamente, questa volta proprio sulle grandi labbra. ‘Uhmmmm’..’ Alice allarga le gambe, protendendo il pube per scacciare il dolore. Così il suo fiore di carne inizia a schiudersi. Giacomo passa il lato ruvido del frustino proprio sulle labbra per aprirle del tutto, scava dentro di lei, aprendole i petali delle piccole labbra’ Poi si china. Avvicina il volto al sesso di lei e soffia’ un alito leggero su quei petali implumi e già umidi di rugiada’ Alice &egrave percorsa da un fremito. Il professore immerge il manico del frustino dentro di lei, ruotandolo dolcemente, si sente piena, le manca il respiro dall’improvvisa intrusione dell’ oggetto, ‘Uhmmmm” ‘senti il profumo del tuo desiderio” Giacomo le passa il manico sotto le narici. Alice ha uno scatto e lo succhia piano. ‘Alice, mi sorprendi, ancora’ ‘ e poi in un soffio impercettibile quasi a se stesso conclude ‘mi sorprenderai sempre’.
Alice non parla, lo guarda solamente, con il manico del frustino ancora immerso nella bocca.
In quello sguardo Giacomo comprende che quello che sta vedendo ora non &egrave niente, quel piccolo fiore che ha dinnanzi a se sarà una scoperta continua. Una scoperta che si rinnoverà ogni giorno, in un infinito, meraviglioso viaggio nelle profondità più scandalose dei loro desideri. Un viaggio che li legherà per sempre, rinnovando ogni giorno, ogni istante quella profonda complicità che stanno imparando ad accettare come parte fondante del loro stesso essere’
Alice prende a succhiarlo con ritmo, come fosse un membro maschile, compie con la bocca una danza vorticosa, ogni tanto si ritrae e ne lambisce la punta con la lingua, creando piccoli cerchi immaginari.
Giacomo la osserva ipnotizzato, sente premere contro la stoffa dei pantaloni la sua voglia.
Estrae il frustino dalla bocca di Alice, ‘Slashhh’, un’ altro colpo, sempre sulle grandi labbra.
Alice prova a dominare il dolore ma fa un leggero salto sulla sedia.- ‘ Devi imparare a non muoverti ai miei colpi, devi diventare padrona del dolore. So che ci puoi riuscire’
Alice muove la testa in segno di assenso. Lui si china di nuova vicino al suo volto, le soffia nell’ orecchio, poi con la lingua percorre la linea che congiunge il collo con la spalla, sente quanto i suoi nervi tesi allo spasmo, ma percepisce che lei si fida e che non ha paura. Posa impercettibilmente le labbra alle sue, può odorarne il dolce gusto fruttato. A questo contatto la sente vibrare, quando vi immerge la lingua, Alice si lascia andare come un fiume di lava incandescente. Il corpo della ragazza &egrave scosso da un terremoto di piccolissimi brividi, inarrestabili. La lasciano senza fiato, quasi impaurita. Giacomo la prende per le spalle e, estraendole la lingua di bocca le sussurra nuovamente all’orecchio ‘non aver paura, piccolina, ci sono qua io, ci sarò sempre io’.
Poi le passa le braccia sotto le gambe e dietro la schiena e la solleva.’Oggi basta così’ Alice, sempre scossa dai brividi, si lascia andare come svenuta. Il professore la porta verso il letto, dove la adagia con dolcezza sulla schiena. Lentamente le prende una mano dopo l’altra e, passandovi una corda di seta le lega i polsi alle colonne del baldacchino. Quindi si inginocchia davanti a lei e soffia sui petali gonfi e umidi. Alice &egrave nuovamente scossa da un brivido, protende il pube verso la bocca di Giacomo. Vuole sentire le labbra dell’uomo sulle sue piccole labbra, vuole sentire la lingua scavarle dentro’ Giacomo si alza, ancora un fruscio leggero e, ancora una volta, il frustino colpisce rapido il sesso di Alice ‘Ahhh’.’ Non finisce il grido che già sente le labbra di Giacomo lenire il dolore. Sente quella lingua così a lungo anelata immergersi dentro di lei. Carezzarle il clito gonfio di piacere e dolore. Inarca ancora il pube, allargando le gambe. L’uomo le prende il clito tra le labbra succhiandolo con dolcezza e mordicchiandolo’ Brividi scuotono di nuovo Alice, scosse elettriche che risalgono dalla cervice sino al cervello, alternate a onde di puro piacere che le allagano il cuore sino a bagnarle le labbra. Giacomo bagna due dita dentro il fiore di carne di Alice e inizia a risalire il suo corpo, lentamente, sfiorando appena la pelle’ quelle dita umide del suo nettare, disegnano le sue grandi labbra, s’insinuano nel solco dell’inguine, risalgono il pube, scivolano sul ventre sfiorando l’ombelico, una vertigine prende Alice nel momento in cui entrano per un attimo nel piccolo anfratto, poi ricominciano a salire, mentre l’uomo non smette di succhiarle il clito e di mordicchiarlo con un ritmo sincopato, jazz’ Alice &egrave attraversata da scosse continue’ le dita di Giacomo arrivano ai seni, scorrono piano intorno ai capezzoli senza sfiorarli neppure ma facendoli inturgidire ancora di più’ E poi ancora su, nell’incavo della gola. Mentre Giacomo si stacca dal suo sesso e avvicina la bocca all’orecchio di Alice ‘senti, questo &egrave il profumo del dolore, del piacere, questo &egrave il profumo dell’eccitazione, il tuo profumo, amore mio”
Poi le scioglie i polsi. Alice abbraccia forte il suo professore, che la stringe e inizia a scavare con le mani nel suo corpo, come un guaritore filippino’ ‘voglio stringere il tuo cuore tra le mani, voglio mangiarlo, come tu mangerai il mio, carne della mia carne” Alice si abbandona come mai si &egrave abbandonata. Lacrime iniziano a scorrere dai suoi occhi, bruciano sulla pelle e nel profondo del suo cuore, lacrime che Giacomo asciuga prendendole delicatamente tra le labbra. E poi le scioglie la benda, immergendo i suoi occhi in quelli della ragazza. ‘sin dal primo momento ho sentito il desiderio di immergermi in questo lago, qualcosa di più di un desiderio, un destino direi” Poi inizia a spogliarla, mentre anche Alice strappa di dosso i vestiti dell’uomo. Via la camicia, gli sbottona i pantaloni, giù i boxer sino a rimanere entrambi nudi sotto le tende del baldacchino, nella magica luce delle candele. Giacomo prende il volto di Alice tra le mani, mentre lei scorre le sue mani lungo i fianchi dell’uomo, giù sino al pube. Sino a stringere tra le dita il sesso pulsante, gonfio di desiderio. Giacomo si lascia andare sul letto, tirando a sé Alice che gli monta a cavallo. Le mani strette su quel trofeo, che porta lentamente al suo fiore di carne. Le labbra sono gonfie, aperte, fradice. Lei guida il sesso di Giacomo dentro di sé, mentre lui si inarca, per incontrarla in quello spazio senza tempo che &egrave la loro passione.
Lo spinge nel più profondo del suo corpo e sentendosi così riempita dall’oggetto del suo desiderio le manca improvvisamente il respiro, le basta guardare Giacomo negli occhi e prende a cavalcarlo lentamente ruotando il bacino come in una danza del ventre.
Giacomo osserva Alice, che sta coordinando i movimenti come la più esperta della Amazzoni, le stringe violentemente i seni così pieni e sodi, sembra non avere mano abbastanza per contenerne l’abbondanza. Una mano improvvisamente si sposta sulla natica di Alice a guidarne, stringendola, i movimenti sempre più veloci, ansima ininterrottamente il suo piacere, le sue guance si sono fatte vermiglie, gli occhi lucidi e il volto perlato di sudore, &egrave splendida.
Quando l’orgasmo sta per montare Alice comincia a urlare frasi sconnesse, in un turbinio di emozioni che non si riesce a spiegare, si sente scoppiare l’Amore nel petto.
Alice continua a urlare il nome di Giacomo, lui le avvicina la mano alla bocca, lei la lecca, la morde con forza, sembra un’ animale selvaggio. Giacomo le offre le dita affinche’ lei possa saziarsi’
– Sì, così Alice, prendimi, divorami, libera l’animale che &egrave in te, scatena i tuoi istinti più segreti e scandalosi, mostrami tutta la tua infinita bellezza, pasciti della mia carne, e’ tua’ ‘
I colpi di Alice si fanno sempre più decisi, ogni volta che affonda un urlo di piacere si diffonde nella stanza.
– Giacomo, sono la tua schiava, fai di me quello che vuoi ‘
Nel pronunciare le ultime parole una scossa di terremoto le sconquassa l’anima, le fa ribollire il sangue. Il suo urlo &egrave quasi disperato. Le sue unghie si conficcano nel petto del professore.
Giacomo per non farla accasciare la sorregge per i seni, sente i suoi umori bagnargli il pube.
Senza staccarsi da lei la fa scendere sotto di lui che ora la sovrasta, lei lo guarda languida e stremata.
-Si ancora…ancora Giacomo ti prego ‘
Sì ancora, e poi di nuovo ancora, Alice’ questo non &egrave che l’inizio, piccolina: ci attende la vita.

Giacomo continua a sprofondare dentro Alice, i colpi sono ritmati, come i rintocchi di un orologio antico. Alice seppur stremata e sconvolta lo vuole ancora dentro di se, avrebbe voluto averlo dentro per l’eternità, una sensazione così piacevole, così naturale e allo stesso tempo divina… Asseconda gli affondi con il bacino, ogni volta che si sente toccare il collo dell’utero lancia un piccolo sospiro. Guarda negli occhi il suo amante con l’impressione che niente le serve oltre a quello per essere completa.
Giacomo sente di non poter resistere ancora oltre, dopo che quel fiore di cristallo &egrave scoppiato dentro di lui. In quegli attimi sente che vi &egrave qualcosa di più grande e complesso nelle emozioni che afferrano le viscere delle sua anima. Guarda il candido viso di Alice arrossato e stravolto dall’orgasmo che l’ha colta, si sente il cuore colmo.
Viene in un’urlo liberatorio, tenendo il volto di Alice con una mano e riversandole dentro il suo seme, lei non fa niente per ritrarsi, spinge il bacino in avanti, incrocia le gambe dietro la schiena di Giacomo facendo aderire perfettamente i loro corpi, gustandosi la sensazione del liquido che la riempie nell’intimità.
Per diversi minuti restarono così, incollati, ad ascoltare uno il respiro dell’altra.
La bacia delicatamente sulle labbra.
– Sei deliziosa, mia piccola schiava ‘
In risposta Alice si stringe ancora più intensamente a lui.
La solleva dal letto, nella sua grandezza &egrave così leggera. La conduce fino al bagno.
Senza dire una parola la posa sul water e si dirige verso la vasca. E’ grande, di quelle con le gambe in ottone, apre il rubinetto dell’acqua calda e osserva il suo scorrere per qualche istante, prima di riversarvi all’interno un olio poggiato sul bordo. Alice lo vede scendere denso, immediatamente tutta la stanza &egrave pervasa da un dolcissimo aroma di mandorle.
Stando nella sua posizione Giacomo si mette a fissarla, parlano con gli sguardi.
Di tanto in tanto regola la temperatura.
Quando &egrave quasi colma, si dirige nuovamente verso Alice, la riprende tra le braccia come una bambolina di porcellana.
La immerge nel liquido caldo e profumato.
Subito si sente cullata. Cos’era quello? Il paradiso.
Si sente improvvisamente sopire al contatto con quel calore e la presenza di Giacomo &egrave così confortante.
Deterge il corpo di lei con olio alle mandorle, la pelle bianca trema al passare della spugna, Giacomo ne può avvertire le vibrazioni.
Passa un tempo indefinito in quella vasca, lui non smette un attimo di passare quella spugna in ogni angolo del suo corpo e a leggerle nell’anima. Ogni tanto si avvicina al suo viso, respirando il profumo dolciastro e immerge la lingua nell’accogliente bocca che quasi meccanicamente si schiude al suo avvicinarsi.
Alice non parla per terrore di poter rovinare il tutto.
Giacomo si allontana un istante per prendere un telo di spugna color bordeaux, le intima di uscire dalla vasca con fare dolce.
Alice si alza dapprima in piedi nella vasca e poi con movimenti delicati e incerti va toccare con i piedini il tappetino del bagno, non si regge sulle gambe e il freddo contatto con l’aria la sta facendo tremare, si butta tra le braccia di Giacomo che le tiene il telo aperto.
Come una bambina si fa asciugare. Giacomo non tralascia nessuna parte, in particolar modo strofina lievemente l’asciugamano sulla vagina di lei, ancora provata dalle frustate e dall’orgasmo.
Al contatto Alice mugola ‘ Mhhhhh ‘
E’ così eccitante vedere quanto sia sensibile, quanto i suoi sensi siano all’erta.
Dopo che anche il capelli furono asciutti, Giacomo la conduce in camera guidando i suoi passi tenendole una mano sulla spalla.
La fa sedere nuda, su uno sgabello trapuntato davanti a una scrivania in legno con un grande specchio, come quelle che le dame di una volta usavano per farsi belle.
Le mani del professore scorrono delicate sul collo e sulle spalle di Alice che lo vede riflesso alle sue spalle ancora nudo. Osservarlo così le fa venire ancora voglia di averlo.
Giacomo apre un cassetto. Ne estrae un cofanetto di velluto blu.
Aprendolo ne estrae un ciondolo, Alice rimane senza fiato.
E’ un diamante a forma di goccia sostenuto da una finissima catenina d’argento quasi invisibile.
Lo sistema sul decolt&egrave di Alice allacciandolo dietro al collo mentre lei con le mani di sorregge in alto i capelli.
Sembra sospeso, ed &egrave incantevole. Fatto apposta per lei.
– Giacomo, io’.. ‘ cercò di dire qualcosa ma lui la fermò.
– Shhhhhhh ‘ e le portò un dito alla bocca.
La solleva da sotto le braccia. La conduce nuovamente verso il letto a baldacchino.
Tra le sue mani Alice vede ancora il frustino, un lungo brivido le attraversa la spina dorsale.
– Mettiti a pecorina ‘ il tono di Giacomo &egrave deciso ma al contempo dolce.
Alice esegue senza fiatare ciò che il suo padrone le chiede.
– Sporgi il sedere all’infuori ‘
Lei sporge oscenamente il sedere come lui le ha chiesto di fare, si sente così esposta e indifesa.
Giacomo prende a carezzargli le natiche sode, le passa il frustino sopra, sente solletico.
– Slashh ‘ un colpo forte sulla natica destra
Neanche il tempo di analizzare l’accaduto.
– Slashhh ‘ un altro colpo della stessa intensità sulla natica sinistra.

Alice sente il bruciore salire, ed espandersi, espandersi fino ad arrivare alle sua intimità.
Attende nuovi colpi ma Giacomo &egrave immobile, ruota la testa per vedere cosa lui stia facendo, sta osservando il suo sedere, il rossore crescere visibilmente in contrasto con il candore della pelle.
Lui avverte lo sguardo di Alice ma rimane fermo a osservarla.
Gli sembrano quelli attimi interminabili.
– Ti prego, padrone, colpiscimi ancora ‘
Giacomo sorride, voleva che fosse lei a chiederglielo.
– Voglio che tu li conti Alice. D’accordo?
– Si Padrone ‘ annuisce con la testolina riccioluta.
I colpi si susseguono ritmati, con pause di qualche secondo tra uno e l’altro.
Alice sembra ormai aver preso parte di essi, sa perfettamente quando il frustino colpirà nuovamente le sue natiche.
Conta le frustate, ad alta voce, che però si rompe a metà andandosi a perdere per la stanza.
Arrivati a dieci Giacomo si ferma, l’ultimo numero uscito dalla sua bocca era ormai impercettibile.
Si sente il fuoco bruciare. Porta una mano in mezzo alle gambe e rimane incredula, &egrave oscenamente bagnata.
Giacomo si compiace di questo, contempla le natiche rosse.
– Volevo che il ricordo di oggi ti rimanesse nel cuore e sulla pelle ‘
Alice alza lo sguardo e lo ringrazia.
– Si &egrave fatto tardi piccolo fiore. E’ meglio che tu vada, non voglio far preoccupare tua madre ‘
Alice contrae il volto in un espressione mista fra il dispiaciuto e il supplichevole.
– Non lasciarmi, padrone. Voglio stare qui, con te ‘ il suo tono &egrave implorante e i suoi occhi sono umidi delle lacrime che salgono.
– Non fare la bambina. Vestiti e torna a casa ‘
Alice non può far altro che eseguire e scesa dal letto raccoglie l’abito e la biancheria.
– Indossa il vestito senza niente sotto ‘ le ordina il professore.
Lei infila il vestito sulla pelle nuda, sente un leggero fastidio al contatto con le natiche brucianti.
Infila la biancheria nella sua borsa.
Non sa come comportarsi, come salutarlo, cosa dirgli, teme che tutto finisca in quel momento.
Infila il cappotto senza allacciarlo.
Giacomo &egrave seduto sul letto e la guarda nella sua incertezza.
Si alza e si dirige verso il comò vicino la finestra. Estrae qualcosa.
Torna verso Alice che lo attende dinnanzi alla porta che da sul salottino.
E’ un cofanetto di legno, lo sportellino &egrave intarsiato di madre perla.
Lo porge ad Alice.
– Aprilo ‘
Come una bambina curiosa Alice lo apre, i movimenti sono nervosi. All’ interno ci sono tre palline metalliche, tenute insieme da una specie di filo. Non &egrave molto esperta di queste cose ma sa benissimo cosa sono e a cosa servono.
– Quando non sarai con me, voglio che le indossi sempre ‘
Alice lo osserva, eccitata al solo pensiero del movimento di quelle palline dentro di lei.
– Ti voglio in uno stato di eccitazione permanente ‘
Alice annuisce e sollevandosi in punta di piedi scocca un bacio che racchiude un amore infinito sulle labbra di Giacomo.
Senza che lui le dica niente si solleva il vestito ed una ad una si infila le palline all’ interno, l’ operazione &egrave facilitata dagli umori che copiosi le colano lungo l’inguine.
Giacomo osserva compiaciuto.
– Ci vediamo domani a scuola, piccola Alice ‘ immerge un ultima volta la sua bocca in quella di lei.
Un bacio lungo e pieno di parole.
Alice capisce che oggi &egrave solo l’inizio di un’avventura, la cui fine si perderà nei meandri del tempo’.
Si allontana con un tuffo al cuore, sperando che l’indomani arrivi al più presto.
Giacomo osserva la figura esile lasciare la stanza e spossato dalle intense emozioni di quel pomeriggio si lascia cadere sulla poltrona, stringendo tra le dita quel piccolo triangolino di stoffa che Alice indossava entrando per sempre nella sua vita’.

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