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All’alba, noi

By 21 Giugno 2019Dicembre 16th, 2019No Comments

Dedicato al mio Padrone, Valerio. Nella speranza che la fantasia diventi realtà

La luce del sole colorava tutto di un caldo color ambra. L’aria attorno a noi era ancora fresca e un vento leggero ci avvolgeva.
Era da poco passata l’alba. Le 5 del mattino. Un orario ideale per non incontrare anima viva, ideale per quello che volevamo fare.
Erano giorni che ci fantasticavi, percepivo dai tuoi messaggi e dalla voce la voglia di agire.
La sera prima, senza preavviso mi hai scritto: solo un breve messaggio, un luogo e un orario in cui incontrarci.
Non è da te essere cosi misterioso. Ma io ho capito subito cosa volevi fare..me lo dici sempre “tu mi conosci come nessuno”.
Non mi avevi dato indicazioni su come vestirmi così ho messo quel vestito leggero nero che ti piace tanto; le spalle scoperte invitano ai baci e ai morsi che tanto ti piacciono.
Non c’era bisogno di intimo.
Camminavamo così, vicini, circondati dal silenzio, mentre sentivo l’aria che mi sfiorava piano le labbra, le grandi labbra e mi accendeva la voglia di noi. Quella voglia intensa che mi aveva preso la sera prima e non mi aveva più lasciata, al pensiero di noi.
Camminavamo in mezzo ai prati, tu ti muovevi svelto, conosci la zona, spesso ci eri andato per portare a camminare la tua cagna. L’altra.
Io ti seguivo, qualche passo indietro, respirando la sicurezza che vedevo sulle tue spalle dritte e il profumo della tua pelle colpita dai primi raggi del sole.
Ad un certo punto, in lontananza, si intravedono degli alberi. Un piccolo boschetto invitante che offre protezione, dal sole e dagli occhi di chi non deve vedere i nostri peccati.
So già che vuoi portarmi li. Mi domando cosa faremo, con quell’ansia bella di chi aspetta un regalo tanto atteso. Alle spalle hai un piccolo zaino, non sono certa di cosa contenga ma ho un’idea.
Entriamo all’ombra degli alberi, i passi attutiti dalle foglie che rivestono il suolo.
C’è solo il rumore delle fronde degli alberi che si muovono al vento ma io, io sento assordante il battito del cuore dentro le orecchie. Ormai siamo vicini e l’emozione mi prende a tal punto da farmi arrossire.
Ad un certo punti arriviamo vicino ad un grande albero, e li ti giri. Mi guardi per qualche secondo. Mi chiedi se sto bene. Sai sempre leggermi dentro e so che percepisci le emozioni che mi stanno accendendo: Il timore di un luogo sconosciuto, l’emozione di essere li con te. E la voglia. Tanta voglia. Di giocare, sperimentare. Di essere noi, ma in una nuova avventura.
Io rispondo si, annuendo piano con la testa. E cosi ti avvicini. Accarezzi piano il viso. E poi mi baci. Mi baci come se la fame di noi non fosse mai stata placata. Con la saliva calda che mi cola sulle labbra e bagna il mento. E poi, di colpo ti stacchi, come se ti fossi pentito di aver aperto la porta della passione. E così ritorni serio e il silenzio ci avvolge ancora.
Mi dici di stare ferma. Apri piano lo zaino e le vedo. Sono delle corde, nuove.
Sembrano brillare quasi nella penombra. Rosso acceso, che contrasta con il verde attorno a noi.
Le tiri fuori piano, scogliendole per terra e con una mano mi fai segno di avvicinarmi. Mi fai girare verso il grande albero. Per qualche istante non succede nulla, come se stessi pensando al da farsi, ma io so che vuoi solo aumentare la mia trepidazione.
E poi un brivido, le tue mani mi sfiorano a partire dal basso. Salgono piano. Quanto desidero che arrivino al mio sesso. Ma tu sei crudele..e stacchi le dita poco prima di arrivare al mio fiore. E con le mani sollevi il vestito, lo sfili dalla testa e mi lasci nuda in un attimo. E poi mi sussurri piano all’orecchio: “lo sapevo”.
Sapevi che avrei indossato il minimo indispensabile, adoro anticipare i tuoi desideri.
A quel punto mi fai appoggiare all’albero, mi ordini di stringerlo, come se fosse un compagno.
E io sento la corteccia dura, ruvida che mi segna la pelle bianca.
I capezzoli sensibili mi fanno sussultare già al primo tocco.
E inizi a legarmi.
Tu sai che non andrò da nessuna parte, ma percepisco come la sensazione di controllo che ti danno le corde ti stia eccitando, mentre avvolgi il mio corpo e lo blocchi. Sento i tuoi sospiri lievi. Non puoi fare a meno di farli e io capisco…capisco che stai assaporando ogni momento e sono orgogliosa e felice di essere io la causa di ogni emozione.
Ci vogliono alcuni minuti, ma in breve non posso più muovermi. I piccoli movimenti che le corde mi permettono non fanno che bruciare la pelle, che si arrossa contro la corteggia.
Legata in quella posizione non posso vederti. Mi concentro allora sui suoni per capire cosa succederà.
E lo sento. Quel rumore tanto familiare durante i nostri incontri.
E il rumore della tua cintura, la fibia batte piano facendo un lieve suono metallico. E poi un fruscio.
Ti sei tolto completamente la cintura. La fai schioccare come un domatore di fronte alla sua belva. Ma io sono solo una preda indifesa a tua disposizione. E questo ti eccita ancora di più.
Sento il tuo sguardo puntato su di me…i passi lievi e poi, sussurrato come una dolce promessa, sento la tua voce che mi domanda “Sei pronta?”
Non rispondo. Non è una domanda.

Continua..

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