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Racconti Erotici Etero

Anime dannate 16 Voglia di vivere

By 31 Gennaio 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

La notte trascorre piacevolmente, penso al pomeriggio passato e mi gongolo nel mio’
ego maschile.
La ragazzina, mi sta dando sensazioni forti, continuamente in crescita,
si’ lascia comandare e domare anche in situazioni estremamente difficili.
Mi addormento con questo pensiero.
Mi sveglio con addosso energie inaspettate.
Barba, denti,’ spazzolata veloce, profumo, jeans, camicia bianca e via al’
lavoro.
Prendo la moto, ho voglia di aria in faccia.
Salgo le scale due alla volta.
Cinque minuti dopo, arriva lei.
Ha messo un vestito lungo, giallo.
Quando si siede, ha un cenno di sofferenza, mi guarda con aria di sfida e’
subito dopo, fa una cosa che non aveva mai fatto: sicura che i suoi colleghi’
non possono vedere, apre le cosce e tira su la gonna ben oltre le ginocchia,’
mettendo in mostra le sue nudità.
Si vede chiaramente che non porta niente sotto.
Rimango ipnotizzato da quello che sto guardando.
Lei, immagina che la sto guardandoe osa di più, fa scendere una mano tra le cosce’
e si accarezza piano’ Andiamo bene, penso, sono solo le nove e trenta e sono’
già arrapato come un toro’
Lei, intuisce il mio stato, toglie la mano, chiude le cosce tirando giù il’
vestito.
Subito dopo arriva un sms;
– Questo, &egrave tutto quello che avrai da me oggi, ho il sedere in fiamme e la’
bocca si deve ancora rimettere a posto.
Mi scappa una risata isterica, lei, mi sta guardando.
Le faccio la lingua come l’ultimo dei bambini;
– Se mi finisci la frase con Grazie padrone, oggi ti lascio stare.
– Allora non lo dirò mai, io non voglio essere lasciata stare, magari, non’
voglio essere sculacciata in quella maniera, ma, per altre cose, sono a sua’
disposizione…padrone.
Quell’ultima parola, mi inebria la mente, mille pensieri ludici e mille’
torture giocose s’accavallano, vorrei chiamarla in ufficio e scoparla’
selvaggiamente, ma, &egrave meglio soprassedere.
‘ Sono solo le nove e cinquanta’ e che cazzo…’
Ogni minuto guardo l’ orologio tre volte.
Il tempo non passa oggi.
Le mando un altro sms;
– Non andare a casa a pranzo.
– Ti ho detto che per oggi, hai già avuto abbastanza, ieri, mi hai fatto un’
male boia e mi brucia ancora tutto, oggi, vado a letto e mi nascondo da tutti.’
Mi fa ancora molto male…padrone…
Scrivo in grande;
IO NON CE LA FACCIO AD ARRIVARE IN QUESTE CONDIZIONI FINO A DOMANI, VORRà’
DIRE CHE MI SFOGHERò IN QUALCHE ALTRO MODO, O CON QUALCUN ALTRA.
Risponde in grande anche lei;
– NON FARE LO STRONZO…
– Allora rimani con me, mi farò perdonare.
– Va bene, tanto, alla fine si fa quello che vuoi tu, padrone…
La guardo prendere il cellulare e chiamare qualcuno, immagino chi.
‘Chissà se ha fatto pace con il suo ragazzo.’
Dopo gli e lo chiedo.
L’ora del pranzo, &egrave arrivata.
Aspetto che escano tutti.
Quando siamo soli, esco dal mio ufficio;
– Vieni.
Le porgo il braccio, lei c’infila il suo graziosamente.
Usciamo.
La faccio salire sulla moto, le parlo, mentre metto il casco;’
– E cerca di tenere ben chiuse le gambe, non mi va che altri vedano come sei’
messa sotto.
Sorride felice;
– Geloso? Toh, questa, &egrave bella, il mio maschiaccio, &egrave geloso…
– Tu non aprirle, così siamo a posto.
E parto.
La porto alle Grazie, c’&egrave un posto romantico dove mangiare’ e poi fare una’
passeggiata.
Ci gustiamo una piadina con una birra, chiacchieriamo innocentemente, infine,’
andiamo sulla scalinata che porta dalla collina del santuario alla pianura: a’
metà strada mi fermo, la faccio appoggiare con la pancia al muretto;
– Guarda che spettacolo.
E con un dito faccio segno all’orizzonte
Lei sospira romanticamente e si guarda il panorama.
Le metto una mano sul sedere;
– E ti dirò che non &egrave l’unico spettacolo, ci sono due lune che fanno contrasto’
con il giorno.
Lei capisce che cosa intendo e sospira ancora più decisamente;
– Siamo in un posto religioso…
Io mi guardo attorno, siamo nascosti da occhi indiscreti e comunque, se anche’
qualcuno ci vede, in quel momento non me ne frega niente;
– Io sono ateo!
E la mano sale sotto la gonna tirandola su;
– Non fare il cretino…
Sussurra piano, ma la voce, &egrave già rotta per l’eccitazione;
– Infatti, non faccio il cretino, faccio sesso con la mia piccola ribelle che’
cerca sempre sensazioni nuove.
Mi tiro giù la cerniera e le faccio allargare le gambe quel tanto che basta’
per potere approfittare di lei,
– Tu sei pazzo…
e nel frattempo si apre come un fiore.
– Si, pazzo di te!
Appoggio il glande, sento il caldo che esce dal vulcano, un fiume che aspetta’
il mio tuffo.
Entro, geme, spingo.
In quella posizione, la sento più stretta del solito
Mi ricordo del suo sedere arrossato e infiammato. Comincio a spingere deciso e’
sfrego facendola gemere ancora di più.
Lei, si sta guardando attorno, le mani sono ben piantate contro il muretto,’
sembra rimbalzare ad ogni colpo ricevuto .
Vorrebbe resistere alle sensazioni, ma, alla fine si lascia andare;
– Si, amore, si…
Non ho la forza di dirle di non chiamarmi amore, ormai mi sto abituando a’
quella parola così impegnativa e questo, mi terrorizza.
Trasformo il mio terrore in cattiveria e la penetro al massimo con stoccate’
ferme e violente.
La sua voce si perde soffusa tra il vento che sfiora gli alberi;
– Oh Dio, cosa mi stai facendo, in questo posto…
– Ti sto facendo quello che ti piace!
Patrizia, ansimai,’
– Ti avevo detto che non volevo farlo, oggi…
– La vita, &egrave bella per che varia.
Continuo a spingere, ma adesso lei mi viene incontro, la voce si &egrave rotta del tutto e i’
respiro, &egrave sempre più intenso.
– Sei incredibile…ho sempre voglia di te.
– Anche io…
E aumento il ritmo, ho visto qualcuno che ci sta guardando di nascosto, ma,’
non mi frega di nessuno, ho troppa voglia di Patrizia, voglio farle sentire il’
mio piacere e sentire il suo.
Voglio scaldarla con il mio desiderio, farle sentire il nettare dell’uomo.
Metto le mani sui fianchi e l’attiro a me facendo scontrare i nostri corpi e’
mi perdo nei suoi sussurri, nei suoi gemiti, nei suoi sospiri.
Parole al vento.
Sento la linfa cambiare corpo e impossessarsi della mia piccola, mentre lei,’
portando indietro le mani, cerca di afferrarmi per tenermi stretto a se.
Sono piegato sulla sua schiena, respiriamo tutti e due affannosamente, copro’
il suo sedere da occhi curiosi;
– Piccola, sei grande!
– Grande, sei grande…
Mi guarda girando il collo e rimanendo in posizione;
– Mi dispiace solo di non potere raccontare alla mia migliore amica di questo’
amore che sto provando, vorrei farle sentire il mio cuore in questo momento, mi’
sembra di scoppiare di felicità.
Sono orgoglioso di quelle parole e nello stesso tempo, mi &egrave tornata in mente’
Luisa, prima o poi, dovrò affrontare il discorso con mia figlia sul suo’
ragazzo…

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