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Racconti Erotici Etero

Anime dannate 7 Passione selvaggia

By 20 Gennaio 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Oggi non sono andato in ufficio, ho lasciato detto a Patrizia cosa deve fare e
mi sono preso un giorno di libertà.
Troppi pensieri e sensi di colpa.
Non &egrave la prima volta che mi diverto fuori dal mio matrimonio e non sarà
l’ultima, il motivo dei miei sensi di colpa sono legati alla specularità tra
Patrizia e Luisa.
Ho bisogno di sapere se mia figlia sta seguendo strade sbagliate e pericolose,
intendiamoci, che lei scopi alla sua età, non mi fa ne caldo ne freddo, ma, il
pensiero che possa andare sopra le righe per mantenere i suoi vizi, mi allarma
parecchio.
La soluzione dei miei problemi passa attraverso Patrizia.
Chiamo in ufficio.
– Pronto?
– Sono Maurizio.
– Ciao Boss, si sente la tua mancanza qui…
– Avevo bisogno di sbrigare alcune cose, a che ora smonti questa sera?
– Alle sei come sempre.
– Bene, stasera devi fare gli straordinari, liberati da qualsiasi impegno.
– Cavolo, ho la palestra con Luisa e poi devo uscire con il mio ragazzo.
– Non &egrave una richiesta.
– Si, avevo capito dal tono, ma stasera sono veramente incasinata.
– Ognuno ha i suoi casini, ci vediamo alle sei di stasera in ufficio!
– Ma…
Chiudo senza aspettare risposta, deve sempre ricordare chi comanda, deve farsi
trovare disponibile: se devo rischiare un matrimonio e una figlia, voglio che
sia per un qualcosa che ne vale la pena, deve venire fuori un rapporto che mi
soddisfi al centodieci per cento.
Passo le ore a valutare cosa voglio e cosa cerco e la risposta finale, &egrave
sempre la stessa;
‘ Ragiono con il cazzo!’
Quella ragazza mi sta entrando dentro in un modo viscerale.
fare le sei senza tornare prima in ufficio, &egrave la punizione peggiore che potevo
darmi.
Finalmente arriva l’ora, sono curioso e preoccupato, spero vivamente che ci
sia, sarebbe meglio non ci fosse.
Apro la porta dell’ufficio con il cuore in gola, da quello che troverò,
dipende il mio futuro prossimo.
Due mondi differenti, con lei o senza di lei.
Lo sguardo punta deciso all’altra stanza dove lavora Patrizia, mi si gonfia il
cuore a vederla china che sta scrivendo qualcosa al computer.
Lei, sente il rumore della porta e si gira, mi vede e sorride, un sorriso
speciale, da vedere più che da descrivere, si alza e mi viene incontro.
Ha un vestito rosso, lungo, con uno spacco sul davanti, scarpe con il tacco
che non le avevo mai visto e che la slanciano molto;
La guardo con aria punitiva;
– Sei venuta vestita così stamattina?
E dicendolo, allungo una mano a toccare il fianco.
Sorride sorniona;
– Scherzi? Mi saltavano addosso per strada se uscivo così stamattina, no, sono
uscita alle cinque per cambiarmi per te.
La sposto e mi distanzio 30 centimetri per gustarmi l’insieme, &egrave veramente
sensuale, ha un carisma tipico delle donne più mature;
– Stai proprio bene, molto bene…
La riporto a me cercando la sua bocca e una mano va a palpare il suo sedere.
Lei si lascia andare e unisce il suo corpo al mio.
I capezzoli che spingono sulla stoffa rossa, sono il chiaro segnale del suo
eccitamento, il gonfiore che spinge sui miei calzoni, il mio.
Esploro la sua bocca e subito, mi vengono in mente come quelle labbra mi
abbiano soddisfatto nei giorni precedenti.
Spingo la mia erezione contro il suo ventre e la obbligo a fare un paio di
passi all’indietro, quelli sufficienti a farla arrivare al muro. Le prendo le
mani e le unisco tenendole alte a toccare il muro, poi, le alzo la gamba destra
e la porto a cingere il mio fianco, cerco la mia cerniera e la apro, tiro fuori
il sesso violaceo dal desiderio, entro sotto la gonna e trovo il suo lago
libero da tutto, &egrave completamente nuda sotto!
Sballo di testa a questa novità.
Dirigo il mio sesso fremente al centro del mondo e spingo senza tenerezza, Un
gesto violento, in risposta al nudo che ho trovato e lei, nel frattempo, alza
la seconda gamba e si avvinghia alla mia schiena urlando a ogni entrata
Sento ancora piacevolmente stretta il suo fiore, quella aderenza stringe
sulle vene e aumenta l’adrenalina.
Ogni spinta viene assorbita dal suo fondo schiena contro il muro, lei, ha
abbassato le braccia e le ha messe attorno al mio collo per seguire meglio il
ritmo e spingere con il bacino ad affrontarmi nelle mie penetrazioni, si
lamenta sempre e mi sprona;
– Si, dai… Sei incredibile, mi stai ammazzando…Ohh, Mio dio…continua…
Mille frasi, mille gemiti, mille sospiri.
Le mani sotto il sedere, la tengono sollevata come un fuscello e il temporale
s’abbatte dentro di lei, insieme a lei, con lei.
Uno sconquasso violento sale a fare tremare le cosce, sento il mio calore
scaldare Patrizia.
Gemiti convulsi, movimenti isterici, tentativi di restare uniti, gambe che si
piegano e mi ritrovo per terra con lei addosso.
Sono spossato e entusiasta, ho provato delle sensazioni dimenticate, quel
rapporto bestiale e violento, mi &egrave piaciuto un casino.
Lei, sta respirando piano, ha gli occhi chiusi e sussurra frasi per lei e
forse per me;
– Dio, cosa &egrave stato, non avevo mai provato un piacere così forte, nessuno mi
aveva preso con tanta irruenza e passione…questo, &egrave quello che nei miei
sogni, &egrave una scopata selvaggia, per il gusto del sesso…cazzo, che scopata…
La guardo estasiata, &egrave completamente assorta nei suoi discorsi, gli occhi
chiusi, la mano in mezzo alle cosce a toccare la sua intimità, &egrave maledettamente
eccitante, vorrei poterla possedere ancora, farle sentire quello che provoca in
me, dentro di me, ma, ancora una volta, devo combattere con la realtà dei
fatti: Il mio sesso non segue i miei pensieri.
Mi piacerebbe essere come nei racconti che leggo, un amatore instancabile, un
toro infoiato che parte a richiesta, ma, sono una persona normale di
quarantadue anni, ho bisogno di tempo per trovare le energie sessuali.
Nessuno mi vieta di giocare con il suo corpo nel frattempo o di usare la mia
bocca per farle capire che la desidero ancora.
Siamo ancora distesi per terra, i cuori sono tornati normali, lei ha tolto la
mano da sotto la gonna e mi sta accarezzando i capelli, le gambe stravaccate
sulle mie;
– Madonna cosa mi hai fatto…Mi hai fatto morire, &egrave stato incredibile…
Mi guarda, gli occhi aperti, lucidi come avesse pianto, un corpo che si muove
languido e si strofina al mio, ho voglia di chiedere per capire e conoscere;
– Per che come lo fai di solito?
Lei arrossisce al pensiero;
– Normale molto normale, senza fantasia ne frenesia, tutto metodico e con
dolcezza.
M quanti ragazzi hai avuto’
– Solo lui, ehi, ricordati che sono una ragazzina, mica un vecchiaccio come
te!
E mi mostra la lingua, quella lingua così intrigante;
– Attenta a tirare fuori la lingua, piccola, che mi vengono subito delle
voglie…
– Quali?
Finge curiosità e innocenti evasioni, mentre la mano scivola verso il mio
sesso;
– Cosa ti ricorda la mia lingua?
Gli occhi hanno preso una luce perversa, riconosco il segnale, la guerra sta
per ricominciare.
Beata gioventù.
Si sposta mettendosi appoggiata con le mani e le ginocchia al pavimento,
proprio in mezzo alle mie gambe, si avvicina pericolosamente al mio sesso;
Mi guarda;
– Forse ho capito cosa ti ricorda la mia lingua, vediamo se ho ragione.
E si abbassa a leccare il mio glande: la reazione, &egrave interessante, non
esagerata, ma, interessante, un guizzo di vita parte dal basso e si trasmette
alle mie intimità, il sangue scorre più veloce, il resto lo fa lei: con una
mano accarezza i testicoli e con la bocca mi ridà vita.
Sono diventato il suo gelato preferito e i gusti li sceglie lei.
Mi appoggio alla parete stando sempre a sedere, lei, ha imparato a guardarmi,
mentre mi fa morire, scruta i miei movimenti, segue i miei piaceri,
Sotto le sue cure guarisco in fretta.
Quello che credevo impossibile, in poco tempo diventa realtà
Le mani vanno sulla testa, non ha più bisogno di cambi di ritmi, l’accarezzo e
basta gustandomi il momento, scendo a giocare con i piccoli seni e trovo un
capezzolo teso, come piace a me, lo palpo, lo stringo facendole uscire un
gemito strozzato,, la guardo stringere le cosce in segno di piacere.
Vorrei arrivare tra le sue gambe e entrare in lei con le mie dita, ma, in
quella posizione non riesco, allora mi ritraggo, lei mi guarda sempre, alzo le
mani e le metto dietro la mia nuca e spingo il bacino a farla protestare per il
senso di soffocamento che le faccio provare;
– Dai piccola, fammi sentire quanto mi desideri.
Poi, a prenderla in giro;
– E mi raccomando i calzoni, sai quanto ci tengo…
Uno sbuffo, un leggero morso con i denti a farmi rabbrividire e infine, la
calda bocca che stringe e mi fa chiudere i miei occhi e aprire la mia
bocca….

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