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Racconti di DominazioneRacconti Erotici Etero

Anna 2

By 14 Ottobre 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Capitolo 3 ‘ Anna 2

Un paio di giorni dopo essermi scopato sua madre, chiamai Anna al cellulare.

-‘Ho voglia di vederti’ dissi bruscamente non appena rispose.

-‘Ma chi parla ?’ chiese lei.

-‘Ma non leggi il nome di chi ti chiama ? Sono il tuo signore’ feci, ancora più rudemente.

-‘Mi scusi, signore, non l’avevo riconosciuta’ fece lei, timidamente.

-‘Questo ti costerà una punizione’ dissi.

-‘La prego, signore, non sia cattivo con me, non si ripeterà più’.

-‘Lo spero per te, comunque avrai la tua giusta punizione. Ora dimmi, cosa stai facendo ?’

-‘Sto studiando, signore’

-‘Bene. Cosa indossi ?’

-‘Una tuta, signore, senza intimo, come mi ha ordinato lei’.

-‘Brava, almeno una cosa giusta l’hai fatta. Ti voglio qui da me fra un’ora. Dovrai indossare una camicetta trasparente ed una minigonna. Nient’altro. Oh, e delle scarpe con tacco alto’.

-‘Ma con una camicetta trasparente mi vedranno per strada ‘.’

-‘Queste tue obiezioni ti costeranno un’altra punizione. Ora basta. Ti aspetto’ e riattaccai.

Questo discorso mi aveva eccitato. La ragazzina, però, si era comportata abbastanza bene. Ora dovevo studiare qualche punizione per ricordarle chi comandava. Il fatto era che non avevo mai incontrato prima una ragazza che volesse essere dominata e quindi non avevo esperienza di master, se non quello che avevo letto in giro. Ma non volevo essere cattivo con lei, semplicemente godermi una pollastrella con animo da schiavetta.

Non era passata l’ora che sentii suonare alla porta. Almeno si stava dimostrando puntuale. Quando aprii la porta me la trovai davanti con una camicetta bianca abbastanza trasparente, sotto la quale si vedevano venissimo le scure ciliegine dei suoi capezzoli, belli ritti dall’eccitazione. Indossava inoltre una minigonna di jeans indossata in modo tale da coprire appena la passerina ed il culetto. Ai piedi aveva dei sandaletti con un tacco da circa 5 cm. Era proprio una gran figa ed era vestita in modo sexy, proprio come le avevo chiesto.

-‘Buona sera signore’ disse, appena aprii la porta.

-‘Ciao, entra’ dissi, scostandomi per farla passare.

-‘Spero che quello che ho indossato vada bene, signore. La camicetta era quanto di più trasparente avevo ma non so se sia abbastanza per lei. La gonna, invece, ho dovuto arrotolarla in cintura affinch&egrave fosse abbastanza corta’.

-‘Sì, va tutto abbastanza bene, ti sei comportata bene’ dissi, sedendomi sul divano. Lei fece per sedersi accanto a me ma la fermai con un gesto.

-‘Nessuno ti ha detto di sederti’ esclamai.

-‘Mi scusi, signore’.

-‘Bene, ora spogliati e vieni qui, stenditi sopra le mie gambe, che ti devo sculacciare per punizione’.

-‘La prego, signore, non mi faccia del male’ disse, ma fece quello che le avevo ordinato.

Quando si fu messa sdraiata sulle mie gambe con il culetto per aria, le diedi un primo forte colpo su una natica. Lei sobbalzò, ma non disse nulla. Le diedi un altro sull’altra chiappetta. Erano belle sode e gli sculaccioni risuonavano proprio bene. Poi un altro e poi ancora. Mi fermai a 10. Alla fine lei ansimava leggermente al che le infilai un dito nella passerina, constatando che era ben bagnata. La porcellina si era eccitata per bene.

-‘Bene, ora inginocchiati davanti a me e spogliami’ ordinai.

‘Sì, signore’ disse, ed iniziò ad eseguire. Mi levò scarpe, pantaloni e boxer, liberando il mio cazzo, che a quel punto era ben duro.

-‘Ora prendilo in bocca e succhia per bene’.

Non se lo fece ripetere e lo prese tutto in bocca, iniziando a farmi un bellissimo pompino. Quando lo sentii ben duro, la feci piegare, stando con le gambe larghe e dritte, la schiena piegata e le braccia appoggiate sul divano. Mi misi dietro a lei, le puntai il cazzo all’ingresso della passerina, che era un lago e, con un colpo deciso, affondai in lei.

-‘Ah, sì, la mia schiavetta ha proprio una bella passerina stretta’ esclamai.

-‘Ohhhhhhhhhh, sìììììììììììììììììììì, grazie, signore, &egrave bellissimo, la prego non si fermi’

-‘Ti piace essere chiavata da me ?’

-‘Sììììììììììììììììì signoreeeeeeeeee, ohhhhhhhhhhh, sììììììììì mi piace tanto’

Iniziai a pomparla lentamente ma decisamente, con dei lunghi affondi. Ogni volta che affondavo in lei aveva un sussulto. Pian piano iniziò a godere, gemendo e mugolando, fino a che ebbe un bell’orgasmo. Mi fermai un attimo per sentire la sua vagina pulsare attorno al mio cazzo. Poi mi sfilai e mi distesi, ordinandole di mettersi sopra di me. Si mise a cavalcioni del mio inguine, prese il mi uccello e se lo puntò all’entrata della fighetta e si abbassò. Mentre lo faceva, mi alzai con il bacino, arrivando a schiacciarle l’utero. Lei fece un piccolo sobbalzo, ma poi iniziò ad andare su e giù combinando con un movimento del bacino avanti ed indietro. Si muoveva lentamente, stando con gli occhi chiusi, mentre io le torturavo i capezzoli, le pastrugnavo le tettine, le stuzzicavo il clitoride. E lei venne con un urlo. Si fermò per un istante ma poi riprese subito. Venne ancora almeno 2 o 3 volte, poi la feci stendere a pancia in giù, mi misi sopra di lei ed affondai nuovamente nella sua patatina, diedi alcuni colpi forti e decisi e venni, scaricandomi ben bene.

Alla fine, mi sfilai e mi stesi supino sul pavimento.

-‘Leccami ben bene il cazzo, lascialo perfettamente pulito’ le ordinai.

-‘Sì, signore’ disse e si mise all’opera, anche se era sfinita. Se non esageravo e la trattavo bene, sarebbe stata una bravissima schiavetta ed un’amante perfetta.

-‘Sei stata molto brava’ le dissi, alla fine.

-‘Grazie signore, sono felice di aver fatto le cose come piacciono a lei. E grazie per quanto mi ha fatto godere, signore, &egrave tanto bello fare l’amore con lei, signore’.

-‘Vieni, andiamo a lavarci’ feci alzandomi e dandole la mano per aiutarla ad alzarsi.

-‘Vuole che la lavi, signore ?’ chiese.

-‘Ovviamente’ risposi, sorridendo.

Aprii l’acqua nella doccia e quando fu alla giusta temperatura, ci infilammo entrambi sotto il getto. Le porsi la spugna ed il bagno schiuma e lei iniziò a lavarmi tutto, molto coscienziosamente, la schiena, il petto, le gambe, l’uccello, che scapellò per bene. Poi mi fece uno shampoo, massaggiandomi per bene la testa. Quando ebbe finito, io feci altrettanto con lei. Fu una cosa molto piacevole, maneggiare e massaggiare quel corpicino giovane e sodo che mi si offriva tutto.

Alla fine, mi asciugò, poi si asciugò da sé ed andammo a stenderci sul mio letto, per riposare. Parlammo, mi raccontò della sua settimana a scuola, del fatto che il suo ex le aveva chiesto di uscire e lei aveva rifiutato.

-‘Mi scusi, signore, posso raccontare di noi alla mia amica Giada ?’ chiese.

-‘Mah, non so, ci devo pensare’ risposi. ‘Oh, a proposito, l’altro giorno tua madre ti aveva lasciato i soldi per pagarmi ma non lo hai fatto’.

-‘Mi scusi, &egrave che mi sono talmente emozionata che mi sono scordata di darglieli, signore’ fece, tutta rossa, spero non mi punisca per questo, &egrave stato senza volere’.

-‘Non preoccuparti, così ho avuto una buona scusa per ritornare a casa tua a trovare tua madre, così ho potuto scoparmela per bene’.

-‘Ma, signore, perch&egrave ?’ mi chiese con le lacrime agli occhi.

-‘Perch&egrave tua madre ne ha proprio bisogno, tuo padre non le da abbastanza cazzo e lei ne sente la mancanza. Anzi, sai cosa ti dico, nei prossimi giorni, invece di scopare te, mi scoperò nuovamente tua madre’.

-‘La prego, signore, non lo faccia’

-‘Sei gelosa ? Una schiavetta non dovrebbe esserlo, dovrebbe volere solo il piacere del suo padrone’.

-‘Io voglio il suo piacere signore, sono pronta a tutto, non sono gelosa, ma la prego, non con mia madre’.

-‘Guarda che se continui così, sarò obbligato a scoparmela davanti e te e poi a scopare te davanti a lei’.

A quel punto si mise a piangere come una fontana. La lasciai sfogarsi per un po’, poi la presi fra le mie braccia e la carezzai, come si fa con un cagnetta desiderosa di affetto.

-‘Su, non piangere, tanto non mi fai cambiare idea. E poi a lei &egrave piaciuto un sacco’.

-‘Quello che lei vuole, signore’ disse, infine, ‘ma non la faccia soffrire’.

-‘Guarda che voglio farle solo piacere’ dissi, ‘ed ora finiamo con questi discorsi e mangiamo qualcosa. Sai cucinare ?’

-‘Un pochino, signore’

-‘Bene, vediamo cosa c’&egrave e poi datti da fare’ dissi, alzandomi. Si alzò pire lei ed iniziò a raccattare i suoi vestiti.

-‘Cosa fai ? Chi ti ha detto di vestirti ?’ feci, secco. Lei lasciò cadere il tutto e mi seguì.

Alla fine, lei preparò una cenetta poi ci vestimmo e l’accompagnai a casa, visto che era notte. Quando giungemmo al portone di casa sua, le diedi un bacio.

-‘Il prossimo fine settimana voglio che tu lo passi da me, per cui vedi di sistemare le cose adeguatamente. Ti voglio a casa mia subito dopo la fine della scuola. Starai con me fino alla domenica sera’.

-‘Sì, signore, grazie per avermi accompagnato a casa, signore’.

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