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Asta di schiave: un gioco, un’occasione

By 22 Aprile 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

Ci annoiamo.
Siamo un gruppo di amici, tutti stimati professionisti o manager di azienda, tutti sui 40 anni, tutti saldamente inseriti nel tessuto sociale. I soldi sono l’ultimo problema che abbiamo (per fortuna, visti i tempi). Il problema &egrave la noia. Se d’estate possiamo andare in qualche posto esotico, d’inverno, non potendoci muovere troppo dalla città, ci annoiamo. Sì, abbiamo le settimane bianche, il teatro, qualche attività benefica, le feste tra di noi, ma fondamentalmente sono sempre le stesse cose ogni fine settimana, ripetitive e, ora, noiose.

Questo pensavamo io (Fabio), Luigi e Marco, tre amici di vecchia data, motore del gruppo più esteso che comprende altri nostri amici e le nostre mogli (in totale siamo oltre cinquanta), una sera che dovevamo organizzare un evento di beneficienza a favore di un’associazione di assistenza agli anziani.

Luigi la buttò sullo scherzo:

– Credo che quei vecchietti la cosa che gradirebbero di più sarebbe una escort per ricordarsi com’&egrave fatta, sarebbe veramente un’attività bene-fica –

Ridemmo della battuta e all’improvviso mi venne un’idea.

– Amici, forse ho un’idea. Una cosa diversa dal normale, che richiede però massima discrezione e apertura mentale da parte di tutti. –

Ottenuta la loro attenzione descrissi la mia idea sviluppandola mentre ne parlavo.

– Un’asta, il cui ricavato andrà all’associazione XXXXX. Possono partecipare i soliti più eventualmente poche altre persone esterne selezionate con cura. –

– Già l’abbiamo fatta due anni fa. Ah no, era una lotteria, ma alla fine la differenza &egrave poca –

– No Luigi, questa volta sarà diversa, soprattutto per ciò che sarà offerto –

– Che vendiamo? Viaggi, mobili, orologi? E’ la stessa cosa. –

– No, noi venderemo’.. Gioia –

– Cio&egrave, cosa intendi? –

– In altre parole”.. figa. Metteremo all’asta le prestazioni di belle donne. –

– Mi vuoi far litigare con mia moglie? Mi concede libertà, e altrettanta se ne prende, ma così: Troppo spudorata come cosa, pensi che le nostre mogli starebbero tranquille vedendo contenderci delle escort a suon di euro? –

– E’ proprio questa la bellezza della cosa. Coinvolgeremo le nostre mogli”’.. saranno loro in vendita –

– Ma che cazzo stai dicendo Fabio, ti sei bevuto il cervello? Te ce la vedi mia moglie a fare il pacco regalo davanti a tutti? Non me ne frega niente, tanto le corna le ho già e lo so, ma davanti a tutti. –

– L’idea &egrave appunto di farlo davanti a tutti ma senza farlo sapere. Useremo maschere, tutti, uomini e donne. Maschere che rendano difficile se non impossibile il riconoscersi. Così non si saprà chi &egrave la donna in vendita né chi &egrave l’uomo che compra. Faremo uno dei nostri festini e i partecipanti arriveranno per proprio conto, da soli, e all’interno ci sarà l’asta, con consumazione immediata per un massimo di due ore. Alla fine ce ne andremo come siamo venuti, da soli, tornando a casa senza conoscere il travestimento usato dal marito o dalla moglie. Ognuno sarà libero, un personaggio tra tanti, e potrà fare ciò che vuole –

– Beh, l’idea &egrave intrigante, ma ci deve pur essere qualcuno che conosca l’identità dei partecipanti, anche solo per organizzare, essere sicuri di chi partecipa, riscuotere i soldi eccetera –

– Sì, e quel qualcuno non potrà partecipare all’asta purtroppo. Io credo debba essere uno di noi tre. Avanti, tiriamo a sorte –

Tirammo a sorte e purtroppo il caso volle che toccasse a me. Io che avevo avuto l’idea, io che già pregustavo l’occasione di scoparmi la moglie di un amico, io che sarei andato sicuramente in bianco quella sera. Feci buon viso a cattivo gioco e entrai nei dettagli organizzativi. Avevo già tutto in mente. Poche regole, semplici, essenziali: Le coppie sarebbero state separate per quella serata, era importante che si camuffassero all’insaputa del coniuge così da mantenere una parvenza di anonimato. Ovvio che la familiarità avrebbe potuto permettere comunque il riconoscimento, ma l’incertezza avrebbe regnato sovrana, e tanto bastava.
Messe a punto le regole occorreva comunicarle agli interessati e attendere le risposte. Se nessuna donna si fosse offerta sarebbe andato tutto in vacca ma contavo che la novità avrebbe eccitato la curiosità di tutti, occorreva solo avere un assenso di massima e portarli sul luogo, la mia villa in campagna, poi le cose avrebbero fatto il loro corso. Conoscevo i miei amici, le loro mogli, le loro storie
Dopo una settimana avevo avuto l’adesione di tutti; qualcuno entusiasta, qualcuno curioso, altri che avevo faticato a convincere e c’ero riuscito solo con l’insistenza. Ebbi la sorpresa di mia moglie che volle partecipare insieme agli altri per cui dovetti rinunciare al suo aiuto, su cui contavo, e sobbarcarmi tutto il lavoro da solo.
Giunse il fine settimana e mi preparai a accogliere gli ospiti. Nel rustico, molto grande, avevo ricavato un palco sopraelevato che sarebbe stato il palcoscenico dell’asta. Su due tavoli di lato c’erano un buffet, ben fornito di cibi freddi, e le bevande e, al centro, l’antica zuccheriera colma di polvere bianca e circondata di cannucce. Sì, perché era consuetudine che chi ospitava la festa, e lo facevamo a turno, provvedeva a rifornire gli amici anche di cocaina.
Piano piano arrivarono tutti: chi con taxi, chi con auto a noleggio, un paio con un’auto di proprietà che pensavano fosse poco conosciuta. Man mano che entravano mi sinceravo della loro identità e li facevo accomodare. Una musica soft permeava l’ambiente, l’atmosfera prima tesa si era poi rilassata, aiutata da abbondanti dosi di alcool e polvere. Quando pensai che il momento fosse propizio salii sul palco e impugnai il microfono, per l’occasione mi era parso appropriato un costume da schiavista.

– Cari amici, innanzitutto grazie per essere venuti. Complimenti a tutti per la scelta dei costumi che vedo vari e fantasiosi. Prima di entrare nel vivo della serata voglio solo ricordarvi che questo &egrave un gioco, un gioco che facciamo per aiutare chi ha bisogno, un gioco diverso dai soliti ma sempre un gioco, stuzzicante, imprevedibile, unico limite la vostra fantasia; un gioco che inizia e finisce questa sera, senza implicazioni di sorta; un gioco che v’invito a fare senza complessi, senza remore, prendendolo per quello che &egrave e basta, ricordando che lo facciamo per fare del bene. Chi non avesse intenzione di partecipare al gioco può comunque esprimere la propria generosità utilizzando il bussolotto vicino la zuccheriera. Quegli anziani ve ne saranno grati.
Detto questo invito le signore che hanno intenzione di mettersi in gioco a posizionarsi sul lato destro del palco. –

All’inizio nessuna si mosse, notai un po’ di nervosismo fino a quando una donna vestita da Cat-Woman avanzò e si pose di lato al palco.

– Un applauso alla nostra bellissima gattina e al suo coraggio. Andiamo signore, volete essere da meno? Lascerete che solo lei dispensi gioia a quei poveri vecchietti? Siate generose, date e datevi senza timore. Siamo tra amici e il fine &egrave benefico –

Si avvicinarono nell’ordine una Bat-Girl, una Trillie, una Maria Antonietta e una Biancaneve.

– Va bene, nessun’altra? Iniziamo allora –

Con il telecomando smorzai le luci nella sala e accesi uno faretto direttamente sul palco a illuminare bene me e la donna.

– Chi vuol essere la prima? –

Con fare vergognoso fu Trillie a salire sul palco e venirmi vicina.

– Ecco qui signori, una splendida sexy Campanellino che solo per questa sera si &egrave allontanata dal suo Peter Pan. Dimmi piccola fatina, cosa metti in palio –

La maschera era perfetta, eccitante: un gonnellino verde su due cosce statuarie inguainate in stivali a mezza coscia. Un corpetto che pareva pronto a esplodere sotto la pressione di un seno abbondante. Io sapevo chi fosse ma ritenni che difficilmente gli altri avrebbero saputo riconoscerla. Trillie mi sussurrò all’orecchio la sua decisione.

– Bene, questa sexy fatina ha deciso di mettere a disposizione le sue ”’abilità orali. Partiamo da 300 euro a salire di 50, chi fa la prima offerta? –

Un Diabolik alzò la mano, seguito da un pirata dei caraibi, poi ancora un pulcinella, ancora Diabolik, poi il pirata. S’inserì un personaggio da fantascienza, ancora Diabolik.

– Nessuno fa un’altra offerta? Siete sicuri? Allora 550 e uno””..550 e due”””.550 e tre. Aggiudicata a Diabolik. Prego, vieni a prendere la piccola fatina, al termine dell’asta avrete due ore per ‘consumare’. Ora pregherei un’altra gentile signora di farsi avanti –

Fu Cat-Woman a salire sul palco, anche lei mi sussurrò all’orecchio la sua scelta, anche lei prestazioni orali, e partì l’asta, aggiudicata per 800 euro a uno sceicco arabo.
Gli astanti stavano prendendo gusto alla cosa, più persone partecipavano e questo inevitabilmente spostava il prezzo finale in alto.
Toccò a Biancaneve, che mise in palio tutta se stessa con eccezione del lato B. La cosa non mi sorprese, sapendo chi era sapevo anche che era noiosa a letto, per lei bastava allargare le gambe e attendere che l’uomo avesse finito, il marito se ne lamentava continuamente. I prezzi si alzarono ancora a colpi di 100 euro e arrivammo a batterla a 1.500 a favore di uno vestito da nobile veneziano il quale, ironia della sorte, era proprio il marito.
La successiva fu Bat-Girl che offrì tutto di sé, senza esclusione.
Le feci fare un giro su se stessa facendola vedere bene a tutti.

– Signori, ecco una cosa che non potrete non apprezzare. Notate le rotondità della nostra splendida signora, le sue virtù callipigie, il suo seno prosperoso. Come noterete dal costume attillato non indossa intimo, &egrave pronta da”.. ‘sbucciare’ e godere. Si parte da 1.000 euro. Prego, chi fa la prima offerta? –

I rilanci si susseguirono veloci come precedentemente, l’unica variazione &egrave che uno, anzi due rilanci, provennero da una donna, e io ebbi la conferma delle sue tendenze bisex, ma non riuscì a spuntarla e vinse il pirata per 2.700 euro.

Stavo per chiamare l’ultima, Maria Antonietta, quando fui interrotto da una bella donna travestita da odalisca. Sobbalzai, sapevo chi era, mia moglie Flavia. Si fece avanti e disse che voleva partecipare, mettersi all’asta, decisione dell’ultimo minuto. Fui tentato di rifiutare, ma non avevo appigli per cui la feci salire e fare la sua offerta. Tutta se stessa, senza esclusioni.
Partirono i rilanci, anche lei fu battuta a 2.700 euro, e la vinse il mio amico Marco.

Ero stizzito, non mi andava di diventare cornuto davanti a tutti, mi consolai col fatto che teoricamente nessuno l’avrebbe saputo, però non fu una bella sensazione.

Infine chiamai Maria Antonietta, anche lei si mise tutta a disposizione. Era forse la più bella della festa, con quell’abito dall’ampia gonna a campana, un vitino da vespa e una scollatura che quasi scopriva i capezzoli. Un vezzoso neo finto spiccava su una guancia parzialmente coperta dalla maschera.
Le offerte si scatenarono, in fretta arrivammo a 4.000 euro e due contendenti, mascherati da Balanzone e un personaggio di star trek, un klingon, si diedero battaglia allo spasimo. 4.500, 5.000 euro, 5.500, 6.000. Maria Antonietta si sporse verso di me sussurrandomi all’orecchio.

– Fermi amici, sospendiamo le offerte, la bellissima regina ha deciso che in fondo non &egrave giusto scontentare uno dei due pretendenti. Se i signori acconsentono, si offre come premio ex aequo a entrambi, ognuno verserà l’offerta massima raggiunta e si dividerà la gentildonna la quale, ha promesso, non farà rimpiangere la scelta. Signori, cosa decidete? –

I due si guardarono un po’ in cagnesco ma alla fine accettarono, tenevano troppo a quella donna.
Al termine dell’asta gli abbinamenti erano stati completati, ora si trattava di consumare. Avevo messo a disposizione quattro stanze che sarebbero state loro per due ore dal momento in cui vi entravano. Sorgeva il problema che le coppie erano sei.

Diabolik mi venne vicino e mi suggerì una soluzione. Trillie e Cat-Woman, le quali dovevano fornire solo prestazioni orali, si sarebbero esibite davanti a tutti per una maggiorazione del 20% dell’offerta battuta, e per due ore sarebbero state a disposizione dei loro acquirenti, pronte a soddisfarli quando avessero voluto. Le due protagoniste acconsentirono a condizione che le luci fossero smorzate. Era il momento: le luci fioche, gli altri sparsi per l’ambiente. Nessuno parlava, silenzio, rotto solo da un lieve sottofondo musicale e dal tintinnio dei bicchieri. Accompagnai le due donne al buffet, servii loro un robusto alcolico, Cat-Woman si servì anche alla zuccheriera; poi le spinsi verso il divanetto dove attendevano i due fortunati.
Feci inginocchiare le due davanti al rispettivo partner e mi tirai indietro mentre la gente faceva loro circolo intorno, comprese le altre coppie che non volevano perdersi lo spettacolo. Diabolik aprì il davanti della tuta esponendo un membro di discrete dimensioni, ancora non turgido, subito imitato dallo sceicco il quale presentava però ‘argomenti’ meno interessanti.
Trillie allungò la mano e masturbò il suo uomo per un poco abbassandosi poi per dargli timide leccatine sulla punta. Cat-Woman guardava attenta fino a quando non fu tirata dallo sceicco che pretendeva attenzioni. Viste di lato erano uno bello spettacolo, chine in avanti, le bocche gonfie dei membri dei due uomini, mostravano a tutti il culetto teso all’indietro. Se Cat-Woman attirava molti sguardi grazie al costume attillato, che però evidenziava come indossasse uno slip, Trillie era per me più intrigante. La gonna corta scopriva abbondantemente le cosce sopra gli stivaloni, mostrando l’inizio delle natiche e uno scorcio delle mutandine verdi. Mi intrigava perché la vedevo strofinare le cosce l’una contro l’altra mentre, succhiando il membro del suo partner, emetteva osceni rumori di risucchio. Le facce dei due uomini si stavano già contraendo per il piacere donato loro dalle due bocche fameliche.
Le due, quasi di comune accordo, intensificarono la loro azione e ben presto vidi Diabolik inarcarsi e tenerle ferma la testa mentre si scaricava nella sua gola accogliente. Trillie non accennò nemmeno a scostarsi e mi parve di vedere, ma la luce era poca, che con le dita fosse andata a toccarsi la micina mentre beveva l’abbondante succo dell’uomo. L’arabo fu meno fortunato, venne dopo un altro minuto ma Cat-Woman riuscì a alzare la testa prima che lui potesse afferrarla e lo finì a mano spargendo il seme sul costume dell’uomo, sul divano, solo un piccolo schizzo la raggiunse sul naso.
Scattò un applauso corale. La prima performance s’era conclusa, le due donne si rialzavano sorridenti, nettandosi le labbra e guardando tutti con aria di sfida, come a dire: ‘visto di cosa sono capace?’. Le accompagnai ancora al buffet dei liquori e le due brindarono tra di loro, complici e felici.

Toccava ora alle restanti coppie che radunai e accompagnai al piano di sopra, nella zona notte. Salirono dietro di me tenendosi per mano come una scolaresca in gita. A ognuno assegnai una stanza augurando loro buon divertimento e raccomandando di mantenere l’anonimato se possibile. Prima di andarmene riuscii a dire all’orecchio all’odalisca, mia moglie: ‘Divertiti, questa sera ti spacco il culo’.

Mi salutò con una risatina e entrò nella stanza dietro Marco.
Tornai nel rustico per invitare la gente a bere e divertirsi lasciando per due ore tranquille le coppie, poi sgattaiolai via per recarmi in una stanza particolare, il mio studio.
Quel che nessuno sapeva, nemmeno mia moglie, era che mentre organizzavo la serata era stato facile per me, aiutato da un tecnico mio amico, ampliare il sistema di sorveglianza della villa aggiungendo delle videocamere e dei microfoni nelle stanze che sarebbero state utilizzare dagli amanti. Mi sedetti in poltrona e accesi i due monitor gemelli. In uno vedevo il rustico pieno di gente, avrei rivisto dopo la registrazione di quanto era accaduto, nell’altro apparve la prima stanza, quella di Biancaneve e il nobile veneziano.
Erano già seduti sul letto e lui le baciava i seni fatti uscire dal corpetto. Potendo zoomare vedevo l’espressione sul volto di lei, era di piacere. L’uomo allungò la mano sulla gonna tirandola su fino a scoprire una coscia che accarezzò sempre continuando a suggerle i seni. La mano non era delicata nel suo tragitto verso l’alto ma la donna non parve curarsene. Sentii un sospiro distinto quando la mano raggiunse l’apice delle cosce spingendo attraverso il tessuto sulle labbra della vagina e sul clitoride. Assistetti a una trasformazione, dalla donna che il marito raccontava svogliata e abulica a una eccitante amazzone.
Prese lei l’iniziativa spingendo lui a stendersi sopra il letto e correndo con le mani ai pantaloni. Li tirò con forza facendoli scendere sulle cosce e si tuffò sullo slip dell’uomo afferrandogli l’uccello da sopra la stoffa. Emise ancora un sospiro di soddisfazione, evidentemente contenta della consistenza del pacco che mise velocemente allo scoperto tuffandosi con la bocca per ingoiarlo quasi tutto d’un colpo solo. Ora era lui a sospirare, a gemere. Vedevo l’azione irruenta di lei e risi tra me e me. Lui non sapendo che fosse la moglie doveva essere piacevolmente sorpreso dall’attivismo di lei; lei non sapendo che lui fosse il marito doveva essersi eccitata prodigandosi come mai aveva fatto nel talamo coniugale.
Cambiai canale e andai alla stanza dove Bat-Girl e il pirata erano già nudi impegnati in un 69 agitato con lei sopra che dimenava le anche stimolata dalla lingua di lui che spaziava dalla micina all’ano. Era eccitante sentire i suoi mugolii smorzati dall’uccello che riempiva la sua bocca. Cambiai ancora per la stanza di Maria Antonietta. I due uomini erano distesi nudi sul letto e lei, nuda anch’essa, li impugnava entrambi leccandoli e succhiandoli alternativamente.
Mancava solo una scena, e ero titubante a vederla trattandosi di mia moglie con il mio amico. Cambiai lo stesso.
Lei era a quattro zampe sul letto e Marco la leccava da dietro strappandole gemiti di libidine. Sapevo bene come le piacesse essere leccata. Zoomai sul suo viso, parzialmente coperto dalla maschera lasciava naso e bocca scoperti. La bocca era aperta, gemente, tutto il viso esprimeva lussuria, godimento. Mi ritrovai eccitato mio malgrado. Parecchie volte l’avevo portata a quel punto ma mai avevo potuto vederla in viso durante.
Cambiai ancora, volevo vedere a che punto fossero gli altri e iniziai una panoramica di tutte le stanze una dietro l’altra. Biancaneve stava cavalcando lui, la testa buttata indietro gemeva in continuazione. La faccia di lui era tesa, forse stava cercando di ritardare l’orgasmo resistendo alle forti stimolazione che quelle pelvi impazzite dovevano procurargli. Anche Bat-Girl cavalcava il suo uomo, come una fantina lanciata al galoppo, aggrappata alle sue spalle, tesa in avanti mostrava da dietro il frenetico movimento dei fianchi, la micina ben riempita dal membro di lui che entrava e usciva con ritmo veloce e, poco sopra, l’ano che invitava a dolci pensieri. Maria Antonietta continuava a succhiare uno dei due mentre l’altro la scopava da dietro aggrappato ai suoi seni.
Sentii un vociare dal rustico, parecchie voci parlare tutte insieme, mi affrettai a guardare il primo monitor. Era in corso una discussione tra le due coppie iniziali con gli altri che parevano divisi come tifoserie di calcio.

Alzai il volume e sentii Diabolik dire con fermezza:

– Il patto era che la vostra bocca era a nostra disposizione per due ore, non che doveste succhiarlo solo a noi, quindi se io voglio che fai un pompino al mio amico tu lo fai, cosa vi cambia se &egrave il nostro o quello di un altro? –

Compresi la situazione, i due uomini avevano introdotto una variante e, in effetti, io avrei dato ragione a loro, però le due donne si negavano. Di malavoglia stavo per alzarmi e andare a fare da arbitro quando Trillie cedette.

– Va bene, lo faccio, lo prenderò in bocca a chi dici tu ma entro le due ore, se allo scadere ancora non &egrave venuto, chiunque sia, si fa una sega da solo –

Cat-Woman pareva riluttante ma non poteva tirarsi indietro ora che l’altra aveva accettato e annuì anche lei. Un’ovazione accolse la loro decisione e due altri uomini mascherati si sedettero sul divano e le due donne si accovacciarono tra le loro gambe iniziando subito a succhiarli.

Guardai l’orologio, già un’ora era passata. Tornai a monitorare nelle stanze. Biancaneve era scatenata, a gambe aperte, sotto il suo lui, si agitava urlando, incitandolo, sgroppando come una cavallina imbizzarrita, tirandolo a se per prenderne dentro più che poteva. Lui pareva in difficoltà, con le braccia tese sopra di lei cercava di seguire il suo ritmo con risultati alternanti. Cambiai ancora: Bat-Girl era accasciata sul letto, il viso di lato esprimeva soddisfazione, lui le era sopra, non si muovevano. Dovevano aver appena raggiunto l’orgasmo.
In quel momento sentii aprirsi la porta del mio studio. Mi girai allarmato e vidi una figura femminile vestita da dama del 700 che stava chiudendo la porta dietro di se. Era Erica, la moglie di Marco.
Mi affrettai a spegnere i monitor. Inutile, li aveva già visti.

– Guarda guarda, ecco dov’eri sparito, &egrave da un pezzo che ti cerco. Cosa fai, il voyeur o controlli la tua opera? –

– Ehm, controllo che tutto vada bene, e tu perché mi cercavi? –
– Indovina. Credi non abbia riconosciuto quel porco di Marco e la tua dolce Flavia? Sono qui per rendergli pan per focaccia, e per giunta gratis –

– Vuoi dire che tu, che tu e io”.. –

Erica mi si avvicinò appoggiandomi la mano sul pacco, stringendolo con forza.

– Sì, e pare tu ne abbia bisogno dopo averli visti. Dai, falli vedere anche a me. –

Esaudii la richiesta ancora incerto. Sul monitor apparve il letto in cui Marco era dietro Flavia e la prendeva con forza facendola mugolare. Guardando meglio vidi che la stava possedendo dietro. Il piccolo ano si era dilatato enormemente nell’accogliere il non piccolo uccello di Marco, ma i versi di Flavia erano solo di piacere.
Erica guardò con me per alcuni istanti poi s’inginocchiò e mi slaccio i pantaloni tirandomelo lesta fuori.

– Mmmmmhhhhh, non male –

disse prima di accoglierlo tra le labbra e succhiarlo golosa.
Raggiunsi presto la massima erezione, Erica aveva difficoltà a tenermi tutto in bocca. Gli dedicò alcune leccate sulla punta e si alzò, girandosi sulla scrivania e alzandosi le gonne.
Il suo sguardò mi invitava, non c’era bisogno di dire cosa volesse.
Con qualche difficoltà le rovesciai la gonna sulla schiena e mi apparve il suo sedere nudo, senza intimo. Appoggiai una mano sull’anca e con l’altra indirizzai il mio uccello alla micina entrando subito con un colpo secco che lei accolse con un sospiro deliziato. La scopai così, ancora vestiti, lei china sulla scrivania che guardava il monitor dove Marco continuava a inculare Flavia. L’eccitazione fu troppa per me, venni all’improvviso dentro di lei senza avvisarla, schizzandole il mio seme nell’utero.
Non protestò, anzi mosse le anche per aiutare il mio orgasmo e con le dita aiutò se stessa a venire poco dopo, me ancora dentro di lei.
Stavo riprendendo fiato, ancora appoggiato sopra di lei china sulla scrivania quando Erica azionò lo switch e le immagini cambiarono. Era la stanza di Maria Antonietta. Lei era sopra uno dei due mentre l’altro, da dietro, la sodomizzava. Un perfetto sandwich.
Le urla di godimento dei tre si udivano perfettamente. Lei sembrava invasata, muoveva la testa a destra e sinistra, rantolava di piacere, baciava l’uomo sotto di lei e poi contorcendosi cercava di baciare quello sopra. Sentii Erica muoversi sotto di me, strusciarsi, e io non tardai a reagire, a eccitarmi nuovamente al contatto con la pelle liscia delle sue natiche. Mi ritrovai ancora teso, pronto a una nuova penetrazione. Stavo per infilarlo nuovamente quando Erica allungò la mano dietro di se afferrandolo e impedendomi di spingere in avanti.

– Aspetta, hanno fatto venire voglia anche a me –

Nel dirlo spostò la punta del mio uccello a contatto con il suo sfintere. Mi bastò una lieve spinta, non più contrastata dalla sua mano che ora serviva solo a indirizzare la mira, per entrare con la cappella intera in lei. Erica sospirò.

– Fai piano, non sono più abituata. Ecco, ora spingi piano”’.. piano”’ pianoooooohhhhHHHHHH –

Ero completamente dentro di lei, il suo ano mi stringeva come in una morsa alla base dell’uccello. Mi mossi piano indietro e poi più agevolmente avanti sentendola rilassarsi, aumentando continuamente velocità e forza, facendo mugolare Erica che ancora si masturbava, spingendo indietro il corpo per farsi penetrare sino in fondo.
Pochi minuti durò, ma il piacere di quei minuti crebbe in me in maniera esponenziale, partendo dai lombi sino a arrivare alla punta dell’uccello, e quando aggrappato ai suoi seni, spingendo come un dannato, venni riempiendola con il mio seme, urlai forte il mio piacere sovrastando le urla di Erica che stava venendo a sua volta.
Mi rialzai barcollando, sia per l’intensità del piacere che per i due orgasmi ravvicinati. Erica mi imitò, rassettandosi la gonna, mi lanciò un bacio con le dita e se ne andò.

Tornai a guardare i monitor, mancava poco allo scadere delle due ore. Nel rustico la cosa doveva essere degenerata perché vedevo Trillie distesa su un divano, la faccia coperta di sperma. La quantità era tale che non poteva essere opera di uno o due soli. Poco più in là c’era Cat-Woman nelle stesse condizioni. Un uomo si stava allontanando da lei verso il buffet. Le donne erano tutte riunite su un lato e parlavano tra di loro, non sentivo cosa dicevano ma se le facce di alcune erano divertite altre erano irate.
Biancaneve era sola nella stanza. Mi incuriosii e salii sopra, tanto avrei dovuto dare lo stop a breve. Incontrai il nobile veneziano che scendeva e gli chiesi come fosse andata:

– Benissimo, era scatenata. Una scopata incredibile, altro che mia moglie –

Proseguii ridendo tra me e me, se avesse saputo. La porta della camera era aperta, entrai per vedere se anche Biancaneve stesse bene. Era ancora distesa sul letto, le gonne alzate, il ventre in vista.

– Tutto bene? –

– mmmhhhh, E’ stato bellissimo ma ””Fabio, ho ancora voglia”’vieni –

Mi avvicinai a lei esitando, ma non potevo dire di no a un invito del genere, specie quando la sua mano era già lì, a stringerlo, a tirarlo fuori per portarlo alla bocca. Mi succhiò per un poco, il tempo di portarlo alla massima erezione.

– Dai, mettimelo, ho voglia Fabio, ho voglia”. Aaaahhhhhhh –

La penetrai di colpo entrando senza trovare resistenza.

Cominciai a montarla con forza, afferrandola alle anche per tirarla a me entrando sino in fondo. Biancaneve si dimenava ansimando, incitandomi a fare più forte, più veloce. Mi scatenai scopandola rudemente e sentii ancora la mano stringermi i lombi, il mio seme venire dal profondo e riversarsi in lei, lei che godeva a sua volta stringendomi le braccia sino a farmi male. Mi rialzai stremato ma soddisfatto, due scopate impreviste erano state il mio premio per l’idea avuta. La lasciai in bagno a pulirsi e andai alla stanza dov’erano Flavia e Marco.
Bussai e entrai dicendo che il tempo era scaduto. Erano già pronti, rassettati, parevano attendere solo me. Li lasciai uscire senza dire nulla e andai alla stanza di Maria Antonietta. Bussai, entrai e mi trovai di fronte a una scena tratta da un film porno. Lei stava cavalcando uno dei due e contemporaneamente succhiava l’altro in piedi sul letto.
Stavo per dire loro che il tempo era scaduto quando udii entrambi annunciare l’orgasmo, l’uno nel profondo di lei e l’altro nella sua bocca che non si lasciò sfuggire nulla. Quasi vergognosi i due uomini si rivestirono e andarono via senza nemmeno lavarsi, lasciando lei che, senza pudore, nuda tranne la parrucca e la maschera, mi guardava distesa sul letto.

– Ti lascio il tempo di pulirti e vestirti, poi vieni sotto –

– Fabio’.. vieni qui”. Voglio ringraziarti. –

Gli occhi vogliosi con cui mi guardava quasi mi impaurirono tanta era la libidine che vi leggevo. Avevo anche timore di non essere in grado date le mie performances di poco prima. Eppure mi avvicinai, m’inginocchiai sul letto. Lei si mise gattoni, me lo tirò fuori e si stupì di trovarlo molle. Imbarazzato mi sentii in dovere di dare spiegazioni:

– Scusami, il fatto &egrave che io, poco fa’.. &egrave da poco che”.. –

Me lo prese in bocca succhiandolo brevemente e poi se lo tolse per parlarmi:

– E’ vero, sento sapore di figa”.. e non solo. Non ti sei lavato, maiale. Mmmmhhhh Fabio, e chi era? Chi ti sei scopato stasera invece di fare giudice imparziale? –

Mi imboccò nuovamente, succhiando e leccando. Presto i suoi sforzi ebbero risultato, le sue labbra e la sua lingua ottennero ciò che non pensavo fosse possibile e mi eccitai nuovamente. Era bravissima.

– mmmmmhhhh, forse c’&egrave ancora qualcosa per me. E cosa hai fatto Fabio? Te l’ha succhiato come me ora? L’hai anche inculata? Dimmelo, dimmi chi era, cosa le hai fatto –

Il suo linguaggio mi sferzò i sensi, il tono di voce sensuale ottenne il miracolo. Ero completamente rigido. Non le risposi.
Lei a bocca aperta mi accoglieva senza opporre resistenza, la lingua come accessorio lungo l’asta, arrivai a metterglielo tutto dentro e non protestò né tossì. Ancora una volta sentivo il piacere salirmi dentro. Provai a staccarla, volevo scoparla, ma si rifiutò:

– No, mi basta questo”.. mmmmmhhhhh devi godermi in bocca Fabio. Grazie a te ho passato una serata stupenda –

E mi fagocitò ancora.

Le presi la testa tenendola ferma e muovendomi io, scopandole la bocca con forza, fino a godere ancora versandole in gola tutto il mio, poco, seme rimasto.
Lei mi succhiò ancora un poco, sentendolo diventare mollo velocemente, poi lo lasciò guardandomi con occhi ironici.
Mi ricomposi e scesi nel salone. C’erano gli ultimi saluti da dare, man mano che gli amici andavano via. Era tutto un coro di ‘rifacciamolo’, mi &egrave piaciuto, bella la novità’. Anche qualche donna lo disse. Probabilmente avevamo trovato un nuovo passatempo. Alla fine se ne andarono tutti, accompagnai l’ultima alla porta, era Maria Antonietta che mi salutò dicendomi:

– La prossima volta mi devi scopare –

Le feci un cenno con la mano e chiusi la porta. Ora il mio unico desiderio era un bicchiere di brandy per rilassarmi e poi il letto per una lunga dormita. Mi sentivo la testa leggera, non avevo abusato della coca ma in effetti avevo goduto quattro volte in poco più di un’ora e accusavo la fatica. Entrando nel rustico sentii la voce di mia moglie chiamarmi. La trovai al centro dell’ambiente, sul pavimento, a quattro zampe, il sedere rivolto verso di me, le mani dietro a spalancare le natiche e mostrarmi il suo nido d’amore e, poco sopra, l’ano leggermente dilatato.

– Sbaglio o mi avevi promesso una cosa? -.

Mi sentii svenire.

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