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Racconti Erotici Etero

AVVENTURA, RICORDO

By 23 Agosto 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Lungomare,il lungomare di una delle tante città della riviera adriatica al tramonto , il solito brusio della gente, qualche carrozzella con bambini piccoli, risate, una musica di sottofondo. Estate, la bella stagione fatta di sole, caldo e anche di qualche tradimento. Ero li anch’io tra quella gente , l’ultima sessione di esami era finita, stanco, contento con l’ennesima sigaretta in bocca, le care MS sigarette da studenti come le chiamavo io ‘A quel tempo costavano 300 lire il pacchetto. Ero seduto su una panchina, e guardavo la gente passeggiare, avevo un appuntamento con amici e al solito ero arrivato un po’ in anticipo, e loro sicuramente sarebbero arrivati in ritardo. Tra la gente mi attirò una coppia di krukki, si sicuramente krukki con un bambinetto che mangiava il gelato in mezzo a loro. Lei una bionda un po’ slavata , capelli lunghi, scarpe mezzo tacco , un paio di jeans e sopra una camicia con le maniche corte a fiori’una bella scollatura faceva intravvedere due tette superbe’ ‘lui il classico tedesco o austriaco, alto un a pancia da birra e ancora una folta capigliatura lo invidiai per un momento’e i capelli, il mio debole. Li guardai” e, tutto sommato lei era un gran pezzo di figa, si, trascurata non in tiro come le italiane ma era decisamente una valkiria con i fiocchi’ come l’avrei scopata ‘..mi superarono. Senti gli amici che mi chiamavano dai M’. andiamo in birreria e poi a Lignano ..risposta classica, nooo e chi guida dopo”Birra, musica e caldo sudore e fumo, a quel tempo si poteva fumare nei locali, noi eravamo sotto il pergolato, girando gli occhi trovai i krucchi, kazzo quelli di prima, e lei mi attirava” erano seduti al nostro fianco, le sorrisi guardandola e le strizzai l’occhio , giusto in tempo per sentirsi dire da una ragazza del gruppo’M’la xe sposada lassa perder . Lasciare perdere cosa? avevo 24 anni e lei era una gran figa , mi faceva voglia e anche tanta. Sotto quei jeans c’era un corpo da favola fatto per correre a pelo su uno stallone ”.con tutte le conseguenze.
Il giorno dopo, sapevo dov’era in spiaggia avevo visto il numerino della cabina sul portachiavi” andai da quelle parti’la vidi era sola e non so come ma a questo punto credo fosse lei ad avermi adocchiato iniziammo a fare quattro chiacchiere, lei con il suo italiano roco con la r e io con il mio tedesco scolastico e casalingo..nonna mi parlava in tedesco’intanto la guardavo un petto formidabile e un ventre appena bombato fasciato da un paio di slip che dicevano ‘ da Strappare ‘ si parlò’. e poi ‘si avviò verso la cabina per cambiarsi, la segui’fu un attimo lei entrò e io le andai dietro’non so che cosa successe nel caldo della cabina, fuori i bagnanti’. fu l’attimo’. un bacio . furibondo, un gioco di lingue ..le sue mani, le mie mani che scorrevano sul suo corpo come indiavolate’Mi tirò fuori il cazzo con rabbia e si avventò come una baccante ..quei capelli biondi scompigliati e le scosse che riceveva il mio ventre ..non potevo gridare mi stava succhiando anche l’anima, lo titillava, addentava massaggiava le mie palle come una professionista del sesso i suoi seni pesanti ballonzolavano: ero come drogato’Lei conduceva il gioco ..la appoggiai sulla panca e le diedi un affondo con rabbia baciandola furiosamente’ La sua figa si allargò, fagocito il mio cazzo e lo spremette fino all’inverosimile , piacere del coito piacere della chiavata, tutto si allontana solo i due corpi, non ci si interessava altro solo noi due tutto il resto niente, si entra in un’altra dimensione, solo piacere allo stato puro , ci si lascia andare si fluttua . Solo noi due per il nostro piacere ..Nella sua bocca sentivo il sapore del mio piacere non me ne fregava niente era un magnifico corpo offerto alla goduria, non c’era amore solo sesso liquido’. e che sesso; cinque dieci minuti di follia venni in lei dopo essere venuto nella sua bocca, sul suo petto, sudore e sperma ‘.era femmina da capo a piedi una vera sacerdotessa di venere. Non c’era amore, passione ma il gusto di farlo, stesa sulla panca la inforcai nuovamente con rabbia: sentii le sue gambe che si chiudevano sui miei fianchi e le unghie che si conficcavano nella mia schiena, dolore misto a piacere, voleva il cazzo, voleva prenderselo come trasformata in puro animale da monta ‘.godeva e come godeva”.un ruggito soffocato da leonessa, eravamo tra le gente , ci separava dai bagnanti mezzo centimetro di compensato della cabina. Il fiatone, sudati, ci guardammo’un sorriso da gatta era felice e lo ero anch’io, si rivestii in un attimo, la guardavo inebetito stando seduto, vestaglia borsa con il costume dismesso e un formidabile paio di tacchi che la allungavano ancora di più . ” A domani , ho l’auto’ ‘ e tuo figlio e il marito dove li metti?’ le risposi ‘ non preoccuparti io sono la zia domani arriva la madre e sarò più libera ‘ tra me e me, ‘ ‘figlia di puttana hai giocato come il gatto col topo’ e così l’indomani me la ritrovai al posto dell’appuntamento. Una due cavalli scassatissima, ma se la macchina era scassata lei era da urlo un vestito lungo scollato con tanti bottoni davanti che chiedevano solo di aprirsi ‘portava scarpe basse e una fascetta para sudore le fermava la capigliatura ‘bella , bella da lasciare l’anima Who? Alla pineta di belvedere è un posto isolato possiamo stare in pace salii in macchina e per prima cosa mi mise la mano sulla patta dei pantaloni , dette una stretta ridendo. La macchina filava tra i pini marittimi, vedemmo il mare e ci fermammo ‘era indemoniata, si mise a correre giù verso le onde e mentre lo faceva si slacciava il vestito, si tuffò in acqua e io dietro, nuotammo fino ad una boa, li iniziammo a toccarci , lentamente poi con rabbia, ‘avvinghiati un bacio in acqua, fummo sulla spiaggia deserta, i raggi del sole scaldavano i nostri corpi’si inarcò come una gatta che fa la fusa, , un onda ci avvicinò, le gambe si incrociarono’.ci rotolammo sul bagnasciuga ‘mordimi, la azzannai tra collo e spalla con un mega succhiotto, ero ormai dentro di lei, godette di nuovo dicendo il mio nome, ‘ tu cosa fai in questi giorni’ me lo disse coccolandomi’riprendo a studiare in agosto per gli esami di settembre ma adesso sono libero. Mi guardò in faccia e scandendo le parole:’ io domani parto , abito in un pesino vicino a Salisburgo e tu vieni con me ti fermerai per un po’ ho ancora voglia di te , poi il mio lavoro me ne dovrò andare anch’io in agosto , vengono degli amici , ma per un po’ staremo noi due, la casa è isolata ma vedrai che ti piacerà potrai vedermi nuda quando vorrai , mi sento di essere la tua Hure e ne ho voglia, voglio provare tutto, mi hai fatto rivivere da quando mi sono divorziata , voglio un maschio ‘, Il nome del paese era Haiden prima di Salisburgo sulla strada da Villaco
L’indomani l’aspettavo , mi aveva tra le sue mani, un estranea, non sapevo neanche che cognome avesse si chiamava Annì . La solita due cavalli, borsoni da viaggio, stecca di sigarette e via . Si andava a nord e io? chi era? , se non sapevo niente di lei, lo stesso valeva per lei , io ero un estraneo solo un cazzo. L’autostrada non esisteva ,a Tarvisio passammo il confine e poi su ancora verso il nord, ci fermammo in un boschetto a riposare , appoggiato su una coperta la guardavo , con aria melliflua lentamente di aprii il vestito, bottone dopo bottone, non portava niente altro’.le ninfe depilate e leggermente arrossate dalla voglia ‘erano lucide, i capezzolo si ergevano induriti, era eccitata’..aprii il vestito e nuda allargando le gambe mi disse di guardare, si allargò le grandi labbra facendo scorrere lentamente in dito su e giù, lo teneva leggero come un battito di farfalla. Si la voglia, voglia di lei di nuovo. Una femmina calda e io un maschio , gioco di lingue ..carezze, ,baci leggeri e profondi ..tremava mentre le succhiavo il ventre ‘il suo bottoncino era una calamita per la mia lingua, spinse la mia testa più a fondo tenendola con le mani , gridò mentre l’orgasmo la prendeva’dammi di cazzo, dammi di cazzo lo voglio dentro, piantalo dentro. Lo piantai, chiuse le sue gambe sopra di me come per aderire maggiormente si strinse a me con rabbia, sei mio, mio ti voglio e basta. Con forza la girai sulla schiena, mi si presentò il suo culo’.’allargatelo con le mani’ si divaricò le natiche, la rosetta scura si vedeva perfettamente,”.la muoveva come per invitare’sputai sul suo buco, presi della sborra dalla figa e la inculai con il dito per lubrificarla’.e una volta lubrificata lo piantai , rimase senza parole, aprì la bocca come un pesce e un gorgoglio profondo uscì dalla sua gola per tramutarsi in un rantolo da cagna squartata, le scaricai tutta la sborra che avevo nel suo budello , si mischiò con la sua merda, le allargai il culo con le mani per aderire di più, la schiacciai a terra e mentre accadeva tutto questo iniziarono a cadere grossi goccioloni di pioggia sui nostri corpi, un temporale con i fiocchi. Persi sulla coperta non ci eravamo accorti dei nuvoloni neri da dietro il monte, rimanemmo immobili sotto la pioggia, , raccogliemmo i nostri vestiti ormai fradici e salimmo in macchina. Ormai eravamo quasi arrivati, ci rivestimmo nel parcheggio di un supermercato sotto gli sguardi perplessi dei passanti’. io mi misi un paio di jeans sdrusciti, una maglietta e sopra un giubbotto leggero, d’estate non porto mai le mutande le trovo fastidiose, (la temperatura era calata i classici temporali montani ) e lei battè se stessa nuda nel parcheggio senza problemi si infilò una canotta lunga che le stava a filo culo e sopra anche lei un giubbotto aperto, le tette le ballonzolavano e al minimo movimento se si piegava si vedeva il suo magnifico fondo schiena ”e poi’.a fare la spesa. Preso il carrello entrammo nel supermercato, li fece un suo numero di alta scuola si accucciò per prendere delle birre e guardandomi allargò le gambe: , quella figa ‘le ninfe ancora lucide di piacere ‘maiala alla stato puro, ‘per te porco so che ti piace’ esibizionista nata” la mia risposta fu ‘ sei una cagna in calore dobbiamo prendere un collare”..e lo prendemmo, collare e guinzaglio..il collare se lo mise subito. La cassiera rimase indecisa quando glie lo mostrasti per pagarlo , dicendo’ lo faccio per lui’ , fatta la spesa, pane, scatolami, birra e tanti super alcolici caricammo tutto in macchina e ci dirigemmo verso casa sua’il suo collo era ornato dal collare”.
CONTINUA
Una casa isolata quasi immersa nel bosco ..viveva sola, faceva la scultrice’stampe, pop art , sculture moderne e teste classiche sue foto modello poster vestita di tutto punto e nudi, tanti nudi in tutte le pose, con vestiti modello fetisch. Entrati con le borse appoggiate ci saltammo addosso , furia , eccitati come non mai volarono i vestiti quasi strappati, febbrilmente con rabbia le tirai fuori le tette per pastrugnarle , i capezzoli erano diventati duri e le sue cosce all’interno erano lucide dall’ eccitazione che le colava”la presi sul tavolo di brutto, il cazzo le entrò dentro: come entrare nel burro, era calda, accogliente vogliosa, dentro, fino alle palle con rabbia, la stantufavo, entrando e uscendo facevo rumore tanto era fradicia, ci calmammo , rimanemmo uno sopra l’altro per riprenderci, le gambe a penzoloni dal tavolo. Scivolai all’indietro sopra di lei per fermare la mia bocca sulla sua figa fradicia di me , fregandomene la lappai e la succhiai, barba impiastricciata di sborra mia a suo piacere, il bottoncino era viola , continuammo così, mangiando, chiavando e bevendo ‘.eravamo come impazziti. Accesi il fuoco del camino per fermare l’umidità della casa era l’imbrunire, avevamo fatto una passeggiata nei boschi come due gatti in calore, doccia, pane e formaggio e poi ‘poi lei scatenò tutta la sua troiaggine una vera Hure . Si presentò con una vestaglia aperta. Un bustino nero di pelle che le strangolava la vita gaiarrettiere e calze con la riga e il collare al collo’.un paio di scarpe con tacchi altissimi . ‘Sono la tua puttana’ ‘.la sottigliezza della vita le faceva risaltare l’ampiezza delle anche, un culo da sballo fatto per il piacere, si inginocchiò ai miei piedi, mi estrasse il cazzo e lo amò come una professionista di venere, baci, succhiotti, carezze’.i denti sul frenulo ( a quel tempo portavo un anellino in oro) mi aspirò anche l’anima , godeva anche lei, godeva nel darmi piacere ,la sua mano si ravanava la figa, il mio piacere le colava dalle labbra e le gocce cadevano sui suoi seni , filamenti d’arcobaleno, fatti di goduria’.sesso liquido, sesso allo stato puro. L’inculai ripetutamente e la chiavai ‘era ormai il mio feticcio del piacere, lei lo dava e lo prendeva. La presi ancora. Sul soffitto c’era una magnifica trave e lei nel suo armamentario aveva anche due polsiere, la legai, l’appesi alla trave ‘seminuda con tette e figa scoperte, la figa le colava e altra sborra le usciva dal culo. Nel rantolo mi chiese di colpirla, sottili rametti di betulla flessibili come non mai. La colpì sul culo, sulla schiena, colpii la sua figa e le tette, si contorceva, saltava, si pisciò addosso non so se dal male o dalla goduria, per farla allargò le gambe e mi disse di guardare’.guarda porco ‘.datti da fare ‘.la chiavai appesa e le mia lingua passò sulle striature rosse date dalla betulla. Le corde furono tagliate, cadde al suolo nel suo piscio, non riusciva a stare in piedi era spossata anche lei , le fui addosso ”il suo sguardo ‘.si aprì invitandomi ”sono la tua cagna vieni. Chiavammo ancora nello sporco li sul pavimento poi il sonno ci prese , ci avvolse come un manto scuro.
Ci riprendemmo lentamente, fuori l’imbrunire e le prime stelle . Eravamo sporchi di tutto, Sborra, piscio, merda , puzzavamo come due animali , la presi per le ascelle e ti trascinai sotto la doccia, io nudo lei semi svestita con il suo completo sadomaso , lo spruzzo dell’acqua tiepida lentamente ci portò su questa terra , la insaponai, sciacquai e la misi a letto’.vicini, questa volta non fu sesso ma solo tenerezza, dormimmo così tutta la notte abbracciati come due bambini ‘fuori il bosco respirava e si sentiva la civetta sotto una luna piena da stampa giapponese .Mi Svegliò un raggio di luce, lei non c’era, il letto era vuoto, mi alzai come uno zombi, sonno, fame, il letto era impregnato del suo profumo’era da basso, una stanza ampia , il sole entrava da una vetrata e la prendeva in pieno, stava lavorando con la creta, una canotta sul traverso, le sue magnifiche gambe , quasi accoccolata, stava modellando un oggetto, le sue mani correvano su quella terra rossa , creatrice gli stava dando forma, mi guardò con un sorriso smagliante , mi sedetti vicino a lei con due tazze di caffè fumanti, ci volevano . Passammo nel silenzio così un paio d’ore poi si piegò leggermente verso di me e poggiandosi e chiuse gli occhi ” dove ti sei messo l’anello che porti al frenulo, a me piace , vorrei averne anch’io così mi ricorderò di te . ‘ Una botta di vita l’altro anno all’oktober fest, con una amica di trieste ubriachi fradici siamo finiti in un negozio dove facevano tatuaggi e percing, lei si fece il servizio completo, tette e figa e io al cazzo’.’pazzi, quando mi porti? ‘Quando vuoi tanto Monaco è qua vicino, ricorda, nell’ex quartiere a luci rosse dalle parti della stazione poi ci sono bordelli un po ovunque, ci sono le puttane e tu sarai la mia puttana personale, ti devono guardare tutti e tutti sbavare per te, partiamo anche ora ma prima devi iniziare ad essere cagna . Allacciai il guinzaglio al suo collare ‘.’ A quattro zampe’ come una cagna uscì dalla casa tirata per il collo ‘.era sudata ed eccitata, facemmo una ventina di metri e appena fummo in una zona dove la terra era stata smossa la obbligai a fermarsi,’.’falla ora e qui’ . Accucciata come un animale appena lo sfintere si aprì lasciò uscire le sue feci , poi rilasciò anche la vescica e si crogiolò nel suo degrado, in ginocchio e sporca mi aprì la patta dei pantaloni , ‘dai sborrami in bocca’ godetti nella sua bocca,”. lei bevve tutto, , si passò la lingua sulle labbra , gli occhi le luccicavano si vedeva da lontano ormai che l’eccitazione la stava prendendo, la possedetti nell’erba tra la nostra sporcizia ‘.folli, con voglia di vivere e sperimentare cose nuove’.Dovevamo partire lei voleva essere inanellata , la cosa mi faceva tirare l’uccello. Le misi un plug anale che avevo trovato tra le sue cianfrusaglie sadomaso, un bulbo in acciaio , una piccola asta che finiva con un largo fiore liscio di plastica colorata , tappo perfetto per il suo culo , il fiore che ne usciva le tappava perfettamente l’ano e non c’era pericolo che rientrasse ne che uscisse, solo aprendosi le natiche con le mani si poteva apprezzare in tutta la sua sporca bellezza. Una fantastica mini chiusa a portafoglio, una maglietta aderente che le metteva in risalto le tette facendo spiccare i capezzoli induriti dall’eccitazione’una troia perfetta , la mia troia, tacchi alti che mettevano in risalto le sue gambe. Partiti, lungo la strada il traffico era intenso , Salisburgo, il confine e dopo un po’ Monaco, li puntammo immediatamente nella zona dove ricordavo il negozio, locali, cinema porno, casini , puttane in vetrina , puttane per la strada un orgia di sesso dagli spacchi e cosce amiccanti . Lei si guardava attorno, aveva la bocca socchiusa con un sorriso strano ‘allungai la mano tra le sue gambe, era fradicia e la sua eccitazione la stava trasmettendo anche a me, nel posteggio sotto la luce soffusa del tramonto mi fece un pompino in auto, mentre così piegata le titillavo il plug che aveva nel culo, godette anche lei’..barcollanti come due drogati scendemmo. Insegne luminose e gente’tutti la guardavano, era da schianto e lei ne godeva, ad ogni passo la sua mini si apriva lasciando intravvedere la figa depilata , più di una persona si fermò ‘un magnaccia con la sua puttana o un uomo fortunato con una compagna troia ed esibizionista ? Sogno di ogni uomo nell’avere una persona così fuori delle convenzioni e la morale..ma sia lei che io eravamo un po’ sbarellati, amanti dell’estremo ..il drago nero che viene con la notte dai monti che avvolge tutto ci accompagnava ” era lei il centro, la bruja , witch, la strega che affascinava l’uomo e lo ammaglia, deliziosa maga Circe o cagna perversa”? Trovammo il negozio , si era quello, il ragazzo al banco non era cambiato , questa volta aveva anche un aiutante femmina, una dark formidabile, anelli e tatuaggi non si contavano sui loro corpi, tutto sommato li trovavo simpatici, in un angolo una lattina di birra: Chiesi per lei il trattamento completo: voleva essere inanellata come una vacca ‘sorrise e ci fece accomodare ‘.ti spogliasti dietro un paravento e uscisti completamente nuda solo con le scarpe e il collare. Rimanemmo tutti e tre a bocca aperta tanto eri bella ‘cagna perfetta , animale da monta fatta per dare piacere e ricevere , agana dei boschi che appare e scompare nelle notti nebbiose al chiaro di luna’visione data dal Convolvo o dal Payote eri tu. Tenevi la scena in tutto il suo erotismo torbido, con ancora alcune striature rosse date dai rami di betulla sulla tua schiena . Ti accomodasti sul lettino allargando le gambe sulle staffe , il fiore che avevi incastonato nel culo apparve in tutto il suo splendore , ed esaltava il tuo esibizionismo . Il commesso e la sua aiutante rimasero perplessi , la femmina sorrise’doveva essere fatta della tua stessa pasta”’.eccoli li quattro anelli in oro piccoli e discreti appoggiati sul lenzuolino sterile pronti per diventare parte di te e non abbandonarti mai più.
CONTINUA
Le grandi labbra della tua figa erano lucide si sentiva che eri eccitata, il tuo masochismo stava uscendo . Ti presi la mano, e avvicinai le mie labbra alle tue’con la coda dell’occhio vidi prendere in mano il tuo capezzolo, strofinarlo leggermente per farlo diventare ancora più duro e avere superficie da forare. Fu un attimo ti forarono e mentre succedeva ti baciai con foga ‘mi mordesti a sangue’fu un bacio lungo , torrido in tutta la sua sensualità ora mi appartenevi o io appartenevo a te. Era uscita la strega posseduta, l’hexenschuss che arriva con l’aria nera della notte, donna non donna, creatura solitaria fatta solo per il sesso estremo e la follia che accomuna gli amanti . Ci guardammo negli occhi, e i un bisbiglio le sue parole, ‘ora sei mio ho bevuto il tuo sangue’ , lo avevamo fatto assieme con quel morso”..Alzai le testa e contemplai il tuo corpo, eri superba in tutta la tua sensualità ..oggetto per dare piacere o donna degradata a vacca per essere incatenata e esibita, spiccavano i cerchietti in oro sui tuoi capezzoli , la ragazza ti puliva le gocce di sangue con del cotone, la figa era anche ornata”ti stava colando , ti stava arrivando un orgasmo ‘..’M”.chiavami: ora e qui, ti prego’ ..scandisti queste parole con un sospiro ‘prima sottovoce poi quasi gridate”dammi di cazzo ti prego’. Avevo il cazzo duro, e tanto duro, la situazione, tutto l’insieme di densa sessualità mi stavano facendo impazzire’…voglia di te, del tuo corpo dei tuoi buchi da aprire fino all’estremo, il commesso sentendo quelle parole ‘.’non può figa e tette non si possono toccare sono ferite” ma culo e bocca si! gli risposi ormai infoiato ‘.aprii i pantaloni con rabbia e ti piazzai l’uccello in bocca ..non mi interessava delle due persone presenti eravamo solo tu ed io per noi non c’era nessun altro ‘ti avventasti sula cazzo dicendo ‘mio, dammelo’ un succhiotto estremo che mi aspirò tutto quello che avevo in corpo, nuda aperta e inanellata Lilith la regina nera l’altra parte dell’amore fatto anche di dolore ‘le ondate di piacere iniziarono a correre nel mio corpo, scosse elettriche mi esplodevano in testa, chiusi gli occhi per assaporare quelle sensazioni, fumare ammanita muscaria disseccata a confronto non era niente, eri tu la mia droga. Il commesso si fermò in disparte a contemplare la scena, ma la ragazza no, si piazzò tra le tue gambe e lentamente ti iniziò a leccare la rosetta che avevi incastrata nel culo, linguata dopo linguata, tu tremavi ‘stavi impazzendo anche tu , le sue dita correvano sul tuo corpo e poi la sua lingua’..eri come offerta su un altare pagano , dalle pareti ci guardavano ammiccanti stampe di tatuaggi , fiori, draghi , mostri , ti tolsi il cazzo dalla bocca, e mi spostai tra le tue gambe aperte sul lettino ginecologico..ti sfilai il plug che avevi conficcato nel culo..vidi la tua rosetta allargarsi e aprirsi come una bocca famelica e lasciar passare il lucido metallo, le mie dita corsero sulle tue natiche e ti aprii ancora di più la saliva della ragazza e il piacere che ti colava dalla figa ti avevano lubrificato. Appoggiai il cazzo e data la posizione lentamente aiutato dalla forza di gravità iniziò ad entrare nel tuo budello stretto ‘mi guardasti e ti esplose l’orgasmo, un gorgoglio poi un urlo roco da bestia agonizzante, presa all’arpione , mentre l’urlo di goduria ti stava uscendo con rabbia detti un affondo entrai fino alle palle, vidi il bianco dei tuoi occhi , tremavi tutta e ti pisciasti addosso ( quando godete tanto succede..provare per credere’..) continuai a stantufarti in un parossismo animalesco ora eri un buco da riempire non c’era amore eri il mio piacere e me lo prendevo, il tuo corpo era scosso da singulti, agitavi la testa i capelli volavano eri come indemoniata. Ti bloccai le braccia e continuai” ero riuscito ad estraniarmi e il cazzo mi stava durando duro per il tuo corpo, riuscivo a ritardare il mio orgasmo , eri tu che dovevi godere, ti stavi liquefacendo andammo avanti poi venni anch’io..mi tremavano le gambe non riuscivo a stare in piedi ‘ti estrassi il cazzo dal culo che rimase socchiuso, la mia sborra ti colava fuori, c’era anche merda eri una cagna aperta , tra le tue gambe sul pavimento del lettino piscio, sborra e altro formavano una pozza che si stava ingrandendo, sporcizia e piacere goccia dopo goccia tu rimanesti esausta sul lettino’rimasero silenziose anche le altre due persone, l’amplesso li aveva colpiti ed anche eccitati, lei si stava passando la mano sotto la mini e a lui si vedeva chiaramente il cazzo duro. Ci volle un po per riprenderci lentamente ti sedesti sul lettino chiedendo la mia mano per metterti in piedi, eri mal- ferma sulle gambe ma il tuo respio si era chetato , anche se ancora eccitato sognavo una poltrona dove coccolare il tuo corpo senza sforzo, li su quel letto eri stata come una regina e la lingua della ragazza e il mio cazzo ti avevano dato piacere’ te lo eri preso, impazzendo e facendoci impazzire’..dovevamo uscire..in piedi, completamente nuda i cerchietti in oro alle tue tette e alle grandi labbra della tua figa ti facevano ancora più bella’donna per il piacere e niente altro. La macchina era nel posteggio difronte al negozio , ormai era calata la notte con tutte le sue luci fantasmagoriche , clacson, fari , lampeggianti, il traffico caotico’all’angolo della via delle puttane semivestite che amiccavano i passanti esponendo tette e fighe ‘.merce in vendita, sapevo che un giorno nella tua follia mi avresti detto di provare anche quella esperienza ma non ora e non a Monaco . La maglia ti dava fastidio così la mini anche se larga visto che si chiudeva a portafoglio non la sopportavi ‘non avevi altro ‘ti presi così sotto braccio e andammo alla macchina, si trattava di attraversare la strada e di entrare nel parcheggio..nuda così lo facemmo seminando i lazzi dei passanti ti guardarono tutti e le auto accesero gli abbaglianti mentre attraversavamo la strada.. ci mettemmo a ridere , il tuo esibizionismo rasentava la follia , ma ne valeva la pena. La mitica due cavalli si mosse dal parcheggio, tu nel suo interno seduta a fianco a me eri nuda. Nuda da far impazzire chiunque, i pedoni che ti guardavano rimanevano a bocca aperta. Ci dirigemmo verso casa.
CONTINUA
Ricordavo di aver visto da te una catenina in oro molto lunga , tra me e me ti avrebbe ornato le tette e la figa in maniera stupenda ..poi te lo dissi , mentre guidavo mi baciasti sul collo dicendomi che saresti stata una cagna perfetta . Ormai eravamo lanciati,nel nostro delirio, dovevamo provare di tutto, con quella catena in oro che ti avrebbe ornato tette e figa, saresti stata stupenda ma ora dovevamo andare a casa la giornata ci aveva stravolto.. giungemmo a casa tua lasciando la macchina con le portiere aperte in giardino, piovigginava , le classiche nuvole basse che corrono in montagna nelle giornate di fine luglio , nuda entrasti i casa, il tuo corpo era lucido di goccioline , avevi brividi di freddo e nello stesso tempo negli occhi ti si leggeva una voglia indicibile’ero infoiato anch’io ,,sul divano ti misi un asciugamano sulle spalle e ti detti un bicchiere di slivoviz, nettare di prugne che porta il fuoco.. ne trangugiai anch’ìo , avevo brividi, li sul divano nuda con le spalle coperte , inanellata eri bella, sporca e nello stesso tempo affascinante’.M’leccami io non ce la faccio a muovermi fammi sentire la tua lingua ‘la leccai, l’amai le passai la lingua sulle ninfe ornate dai cerchietti d’oro. Tu tremasti, mi prendesti la testa e spingendola, sotto voce con la tua voce leggermente rauca’succhia porco ‘si, ero un porco e tu la mia cagna non c’era altro in quel momento per me esistevano solo i tuoi buchi e per te la mia lingua che ti dava piacere’l’alcool ormai ci stava dando alla testa , i nostri movimenti stavano diventando convulsi, lentamente scivolasti completamente sul divano e non so come ti fui sopra’sentii i tuoi seni ornati di metallo , il mio cazzo ti scivolò nella figa, sembrava di entrare in un lago tanto eri bagnata , chiudesti le gambe sopra di me e così uniti godemmo assieme. Nello stesso momento, fu un orgasmo unico tu ed io, non c’era altro attorno a noi , due corpi fusi che si liquefacevano dal piacere”. ci prese così il sonno e la notte con le sue stelle” porte e finestre erano aperte ed entrava una pioggerellina sottile , dopo alcune ore con la sensazione di freddo mi svegliai, ti presi in braccio e come una bambina ti portai a letto’continuammo così a dormire fino all’alba, sapevo che presto me ne sarei andato e lo sapevi anche tu, ancora qualche giorno da assaporare e amare con te. Il giorno dopo arrivarono degli amici . un mercante d’arte con sua moglie o compagna ‘non riuscivo a seguire il tedesco fitto fitto pieno di battute e inflessioni dialettali’quadri, bronzetti e ceramiche furono chiusi in capienti scatole di legno e caricati su un furgone che li aveva seguiti . Capii che in settembre avevi una mostra ad Hannover e bisognava preparare tutto . Eri diventata un’altra persona , discussioni , attimi di ripensamento su cosa dare, la casa già in disordine ora era piombata nel caos più totale . Il mercante era un tipo sulla cinquantina, polo e vestito classico lei, la sua compagna una mora da far paura, non parlava bene il tedesco, doveva essere ungherese ed anche una gran bella figa, mentre accadeva tutto questo come se niente fosse si era distesa a prendere il sole in giardino’.una figura superba , e un piccolo perizoma che non le copriva niente e non lasciava niente all’immaginazione, pigra con le gambe socchiuse e un bibitone. Sia i facchini che il sottoscritto erano calamitati da quel corpo, dopo un pò quando tutto fu terminato e rimanemmo soli con l’altra coppia mi beccai un’occhiata dalla mia scultrice che avrebbe incenerito un gigante. Rimase un attimo interdetta e poi”vedo che non ti depili’ rivolgendosi all’altra donna’io invece si, guarda come sono ‘detto e fatto, alzò la vestaglia e si videro le sue ninfe completamente depilate ornate da due cerchietti in oro, l’altra donna rimase a bocca aperta’.’completamente depilata come ci si sente ?’ la tua risposta fu melliflua, ‘io m ici trovo benissimo e lui impazzisce perche non provi ho la ceretta ‘..L’amica rimase interdetta, e nello stesso tempo affascinata .Le ninfe completamente lisce ed esposte , spiccavano i due anelli in oro . La visione era da far capottare un santo : almeno nel mio caso, notai che anche il mercante ne era affascinato’ Se vuoi ti depilo ‘ le disse ” di ceretta ne ho’ ‘.pizzica un po’ si dimenticava di dire che la ceretta poi veniva strappata con tutti i peli. Tra me e me ho sempre pensato che Anny fosse una sadica di prima categoria oltre ad un pizzico di masochismo misto ad esibizionismo, . La portò dentro e noi le seguimmo, le tolse la parte bassa del costume,e la fece sedere sul tavolo’.Magda così si chiamava aprì le gambe mostrando le grandi labbra ornate da una peluria scura’erano leggermente lucide, si stava eccitando”due uomini la guardavano e una donna si accingeva a fargli scivolare la cera calda . Lo fece , ebbe un fremito strinse i denti, Anny aveva un sorriso diabolico , aspettò alcuni minuti e poi: uno strappo deciso , un urlo da bestia scorticata’fu completamente depilata le figa arrossata, ma non era finito, Anny le piantò quattro dita nella figa con rabbia, sibilando flitchen tu non ecciti il mio uomo poi con un movimento di torsione fece sparire la mano nella figa di lei, impalata , vuoi il cazzo allora tieni il suo simulacro il mio braccio così dicendo iniziò a stantufarla, Magda tra il dolore dello strappo e lo stupro brutale non capì più niente, ululò come un animale preso all’arpione’le due donne continuarono così , una distesa sul tavolo a gambe aperte l’altra una vera strega che torturava la sua vittima, continuò poi rivolgendosi la mercante : chiavatela ora è pronta’non se lo fece dire si avventò sulla donna con il cazzo fuori e la prese così’godette anche la vittima”..lasciammo gli altri due sul tavolo persi nella loro lussuria, noi ce ne andammo al piano superiore ‘.Anny aveva voglia, la si leggeva nei suoi occhi ..era discinta, il vestito aperto lasciava intravvedere un seno quasi uscito, e lo spacco della gonna le arrivava all’inguine lasciando la visione delle sue grandi labbra inanellate . Folle artista dai sentimenti ondivari, , in quel momento ero suo e lo sarei stato ancora per qualche giorno, lo sapeva lei e lo sapevo io che presto tutto sarebbe finito. Ci buttammo sul letto con foga, tra le coltri disfatte in una stanza dove la confusione regnava sovrana’Mi salì sopra vestita estraendomi il cazzo dai pantaloni,, vi si piantò sopra chiudendo gli occhi ‘assaporava la mia carne , era calda, bagnata mi sembrava di entrare in un lago. Si piegò come colpita , ebbe un orgasmo fulminante , aderì tutta a me quasi volersi fondere , lentamente sempre con il mio cazzo piantato si sfilò il vestito per rimanere nuda, godeva della situazione e ne godevo anch’io, baci furibondi le nostre mani si rincorrevano in carezze come due ciechi che devono sostituire la vista con il tatto; forse in quel momento ci sarà stato amore ma poi i sensi e la voglia ebbero il sopravvento.
Si mise la catenina d’oro ornandosi tette e figa ‘Betsabea, lasciva come un serpente e sapeva di tenermi in pugno ‘.dai lecca leccami tutta’.leccai e spirai il suo corpo in tutti i suoi buchi lo volevo quasi mangiare dalla voglia. Ci chetammo e lentamente il sonno ci prese, con il suo manto nero fatto di sogni e visioni, era sempre lei Dea, Regina, la mia Lilith, madonna dallo sguardo sognante e puttana da postribolo nello stesso tempo ”I due intanto se n’erano andati, sul tavolo la data dell’appuntamento per la mostra di Hannover. Rimanemmo così soli ancora per qualche giorno ,volle ancora fare pazzie . dobbiamo tornare a Monaco, tu mi hai detto che a Trieste eri convissuto con un a puttana e che ti aveva mantenuto perché eri rimasto senza soldi, voglio provare ( questa è un’altra storia se volete ve la racconterò) l’ultima sera volle che la mordessi e frustassi appesa a una trave del soffitto, voleva avere sulla schiena i segni della frusta usata da me, così si sarebbe ricordata fino a quando non fossero spariti’.venne l’alba ormai i bagagli erano pronti i nostri binari ormai divergevano . Mi accompagnò alla stazione ma prima di uscire di casa ebbe un lampo negli occhi, corse in bagno e mi chiamò, stava pisciando e allargando le gambe mi disse di guardare’godetti nella sua bocca”..In stazione, la salutai, il treno per l’Italia’un ultimo bacio’sapeva ancora del mio piacere’corse via piangendo’..
Passarono gli anni quante volte cercai in spiaggia il suo volto, non l’incontrai più’un giorno suonarono alla porta, un pacco cilindrico’l’aprii, dentro una sua tela con una lettera di uno studio notarile’lei era morta si era suicidata mi lasciava quella tela e quattro cerchietti d’oro’c’era anche una sua lettera ‘.. FINE

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